Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    22/04/2010    15 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL RAGAZZO DELLA PORTA ACCANTO




Michelle Waldorf VS Blair Waldorf


Notizia flash: S e B stanno commettendo un crimine di moda. Non tutti sanno resistere alla tentazione, specialmente se è firmata Eleanor Waldorf. Nessuno è libero di scegliere la propria famiglia ma può scegliere i propri amici, in un mondo governato da ipocriti legali e i conti bancari. Un buon amico è una grande ricchezza e anche se a volte capita che gli amici ci fanno saltare i nervi, bisogna ammettere che saremmo meno ricchi senza si loro. Serena e Blair… beh… sono davvero una bella coppia di amici. No, no, no, non ho gli occhi bagnati di lacrime, è solo un allergia. Senza di voi io non sarei nessuno. Gossip Girl
Aspettai che iniziassero i titoli di coda e poi spensi la televisione, ancora sconvolta per ciò che avevo appena visto.
«E io dovrei assomigliare a lei?!?» domandai con sconvolta. La mia migliore amica tornò a sedersi accanto a me con due bicchieri di succo d'arancia in mano.
«Di carattere? Sì, se vuoi dare ascolto alle galline della nostra scuola. Blair Waldorf fa molto scalpore, quindi immagino che ora tutti si aspettino che anche Michelle Waldorf sia come lei»
«Non sono come quella Blair e non ho nemmeno intenzione di esserlo» precisai.
«Questo io lo so benissimo, sono gli altri che si aspettano che tu sia come Blair solo per il cognome che porti» mi fece notare e roteai gli occhi, sbuffando pesantemente.
«Il cognome e il fatto che entrambe abbiamo una madre snob ed assente»
Jenny – diminutivo di Jennifer Williams, figlia del cronista sportivo della radio locale – si voltò a guardarmi con un sorrisetto.
«Non è che ti hanno spiata?»
«Forse» risposi e scoppiammo a ridere.
«Però Blair mi piace, è forte» commentò.
Sgranai gli occhi, afferrai il cuscino che avevo dietro di me e cominciai a colpirla.
«Chiudi il becco!»
«Visto? Pretendi di dare ordini come lei,» ribatté rubandomelo dalle mani, «si sa più niente sull'identità del tuo nuovo vicino?»
La casa accanto alla mia era in vendita da un mese. La signora Clifford, l'ex proprietaria, era stata la mia vicina di casa praticamente da quando ero nata io ed era come una nonna per me. Purtroppo, quando suo marito morì, lasciò Los Angeles per trasferirsi vicino ai figli a San Francisco. Quella donna era splendida, benvoluta da tutti e mi mancava da matti.
«No. Ho chiesto in giro, ma nessuno sa darmi una risposta»
«Come mai?»
«La tipa dell'agenzia vuole riservare l'anonimato. A quanto si dice è un personaggio famoso. Come se noi non lo scoprissimo non appena verrà ad abitare qui»
Jenny si alzò dal divano e si avvicinò alla finestra per guardare la casa in questione.
«Un VIP come vicino di casa,» sussurrò, «lo sai, sto cominciando ad invidiarti»
«Dovesti invidiarmi se il mio nuovo vicino fosse Orlando Bloom!»
«In quel caso, sarei sempre a casa tua» disse con fare ovvio.
«Io, invece, sarei sempre a casa sua» ribattei facendole la lingua e scatenai la sua ilarità.
«Ma anche Ben Barnes non sarebbe male…»
Al sentire quel nome fu inevitabile per me alzare gli occhi al cielo. Lei e la sua ossessione per “Le cronache di Narnia”.
«Quello prendilo tu come vicino di casa! Io preferisco Andy Samberg. Sai quante risate mi farei?»
«E se fosse donna?»
«Tipo?»
«Uhm… Kelly Clarkson?»
Sorrisi a quell'eventualità. Sarebbe veramente fico avere la propria cantante preferita come vicina di casa.
«Sarebbe mitico, ma preferirei fosse maschio» ribattei lanciandole un'occhiata maliziosa.
«Allora spero per te che sia giovane»
«Giovane, vecchio, non importa. L'importante è che sia simpatico,» dissi cercando il pacchetto di sigarette dentro il mio zaino di scuola e me ne portai una alla bocca, «anche perché l'ultima cosa che voglio è impegnarmi, ora» aggiunsi più a me stessa che a lei.
«Dovresti smettere di fumare» mi rimproverò.
Diedi una prima tirata e la guardai sorridendo.
«Hai ragione, dovrei» ribattei e continuai a fumare come se nulla fosse.
«Va bene, è inutile insistere. Tieni, ti ho portato questo, » disse porgendomi un album fotografico e la guardai interrogativa, «sono le foto che abbiamo fatto a Londra. Le ho anche sul computer, se vuoi posso passartele»
Appoggiai l'album sul tavolino e strinsi la mia migliore amica in un abbraccio.
«Grazie, sei stata troppo gentile»
«Michelle, tesoro! Sei in casa?» domandò Bianca, mia madre, aprendo la porta.
Alzai gli occhi al cielo: la tranquillità era ufficialmente finita.
«Che palle,» sussurrai sbuffando, «sì, sono in sala con Jenny»
«Oh, ciao, Jenny. Non sapevo ci fossi anche tu. Resti a cena da noi?»
«Volentieri, grazie, signora Waldorf» rispose la mia amica sorridendo.
«Mamma, Georgina non c'è ed io sono con un'ospite, vuoi davvero cucinare tu questa sera?» la provocai, ben sapendo che lei odiava ogni qualunque tipo di faccenda domestica. Aveva assunto Georgina per farle al suo posto, infatti.
«No, ordinerò sushi per quattro persone,» rispose, come sempre senza cogliere la mia provocazione quando eravamo in presenza di ospiti, e per la prima volta ebbe la mia attenzione.
«Quattro? Siamo in tre, mamma»
«Cenerà con noi Mike»
«E chi diavolo è Mike?»
«Il mio fidanzato. Vedrai, ti piacerà. È un produttore musicale, è della Florida e…»
«E immagino abbia una barca di soldi, se tu gli permetti di entrarti nelle mutande» ribattei velenosa.
Lo squillo del suo cellulare le impedì di rispondermi e Jenny mi trascinò in camera mia.
«Perché non cerchi di essere più gentile con lei?» domandò la mia migliore amica sedendosi sul mio letto.
«Perché lei me lo impedisce!» urlai indicando la porta della mia stanza.
Tempo qualche secondo e Bianca – era davvero impossibile chiamarla mamma – fece il suo ingresso trionfale in camera mia.
«Tesoro,» mi chiamò e mi lasciò un foglio sulla scrivania, «ti ho prenotato una lezione di fitness con il mio personal trainer. Non so se l'hai notato, ma hai messo su un po' di ciccia nei fianchi. Ricordati che una Waldorf magra e perfetta è una Waldorf felice»
Sgranai gli occhi e spalancai la bocca. Le aveva dato di volta il cervello? Questa volta aveva proprio toccato il fondo.
«Spero che tu stia scherzando! Perché tu e il tuo motto non ve ne andate a…»
Jenny mi tappò la bocca.
«Signora Waldorf, ora Michelle ed io dovremmo davvero studiare,» le disse con gentilezza, «è un problema per lei venirci a chiamare non appena arriverà la cena?»
«Certo che no, a dopo!» esclamò, lasciandoci sole.
Dovettero passare alcuni minuti prima che riuscissi a smettere di tremare dalla rabbia. E solo quando avvenne, Jenny mi lasciò la bocca.
«Ma chi diavolo si crede di essere? Cosa diavolo le interessa se sono ingrassata? E poi ho messo su solo mezzo chilo, non cinquanta!»
«Smettila di arrabbiarti, lo sai che tua madre è fatta così»
«Oddio, ma ti rendi conto? Credo sia l'unica madre al mondo che induca la figlia all'anoressia! Davvero, sono sicura che se fossi tutta pelle e ossa, ne sarebbe entusiasta! Da quando è uscito quello stupido telefilm vuole farmi diventare come Blair! Sono certa che domani verrà a chiedermi di mettermi l'apparecchio per cambiare la mia dentatura come quella di Blair»
«Leighton Meester,» mi corresse e ignorò lo sguardo di fuoco che le lanciai, «coraggio, non fare la melodrammatica»
«Tu dici?» domandai, sarcastica. Mi avvicinai verso l'armadio e presi il cappotto che era appeso a destra, lo stesso cappotto che Blair Waldorf indossava in una scena del telefilm e lo mostrai a Jenny, «e questo, amica mia, non è tutto,» continuai mentre mi inginocchiavo e tirai fuori dal bidone un cerchietto e un foglio di carta.
Glielo passai per invitarla a leggere.
«“Amore, guarda cosa ti ho comprato! Li ho trovati su internet e ho pensato subito a te. Scommetto che con questi assomiglierai tantissimo a Blair”. Sì, forse tua mamma ha davvero bisogno di essere riportata nella realtà»
«Bianca,» ribattei stizzita, «Bianca, o al massimo madre. Non mamma. Non è l'appellativo giusto per lei»
«Ma lo è»
«La mia mamma è morta quando il mio fottuto padre le ha spezzato il cuore per un'altra donna»
«Ti ha più cercata?» chiese cauta e chiusi gli occhi per un attimo prima di tornare a indossare la mia solita maschera d'indifferenza quando si parlava di George Waldorf.
«No»
«E… da quanto?» continuò. Credo fosse strano per lei questo discorso, non lo avevo mai tirato fuori.
«Tre anni»
«Perché ha smesso?»
«Non lo so. Il giorno prima mi chiama e il giorno dopo scopro che il suo numero di cellulare non è più attivo»
«Michelle…» sussurrò Jenny afferrandomi la mano.
«Va bene così, sul serio. Sono ormai dieci anni che ci ha lasciate. Per sette anni ci siamo sempre sentiti per telefono e ci siamo visti pochissimo, quindi è come se per me lui non esistesse più,» ribattei alzando le spalle e vidi gli occhi di Jenny inumidirsi sempre di più, «va bene, ora cambiamo argomento!» esclamai, l'ultima cosa che volevo era farla piangere, «non è che mi faresti copiare i compiti di trigonometria?»
«Sei sempre la solita!» disse lanciandomi un cuscino in faccia e ricominciammo a ridere.
Le feci qualche moina e alla fine riuscii nel mio intento e dopo aver copiato gli esercizi della materia che odiavo di più al mondo, Bianca venne a chiamarci per la cena.
«Michelle, tesoro, lui è Mike» presentò orgogliosa Bianca l'uomo al suo fianco: aveva i capelli corti e marroni, quasi neri, era muscoloso, aveva due occhi verdi da urlo e un sorriso smagliante. Era addirittura troppo figo per mia madre. Mi chiesi cosa ci facesse uno così con una come lei, dal momento che era anche più giovane di almeno dieci anni. Poi mi tornò in mente che Bianca era la puttana dei ricconi di Los Angeles e dintorni.
«Michelle, sono così felice di conoscerti!» esclamò Mike venendomi in contro e mi abbracciò calorosamente, «Bianca mi ha parlato così tanto di te!»
«Vorrei poter dire la stessa cosa, ma fino a qualche ora fa non sapevo nemmeno della tua esistenza,» ribattei sorridendo forzatamente, «lei è Jenny, la mia migliore amica»
«Oh sì, Bianca mi ha parlato anche di te!» esclamò lui abbracciando pure lei e non appena finimmo con le presentazioni andammo tutti e quattro in cucina per mangiare.
«Allora, Mike, Bia… cioè, mamma dice che sei un produttore musicale» dissi guardandolo e cercando di risultare più gentile possibile: dopotutto, se mi fossi mostrata carina con lui, molto probabilmente lei mi avrebbe lasciato in pace per un po'.
«Sì, ho una stazione di produzione a New York»
«New York?» domandai, sbigottita, «e abiti qui a Los Angeles?»
«Sto trasferendo la sede qui, mentre una filiale rimarrà là»
«Oh, wow»
«Lunedì comincerò ufficialmente la mia attività qui»
«Ha già qualche cantante da scritturare?» chiese Jenny curiosa.
«C'è un ragazzo, un attore ad essere precisi, che mi ha chiesto di sentire le sue canzoni. Si chiama Robert Pattinson. Sapete chi è, no?»
Sgranai gli occhi e sia io che Jenny sputammo l'acqua al centro del tavolo.
«Lo adoriamo!» rispose lei per entrambi con gli occhi lucidi.
«Davvero? Perché lunedì non venite da me a conoscerlo?»
Stavo per rispondere che sarei andata volentieri, ma lo sguardo complice che Bianca e Mike si erano appena lanciati mi fece infuriare. Mi stava per caso comprando?
«Lunedì ho un impegno» risposi secca.
Lui sorrise dispiaciuto.
«Oh, okay. Sarà per un'altra volta»
«Ma sei scema?» sussurrò Jenny con gli occhi fuori dalle orbita non appena Bianca e Mike cominciarono a parlare tra di loro.
«Hai visto lo sguardo che si sono lanciati? Non mi faccio corrompere in questo modo»
«Pazza, non ti ricapiterà un'altra occasione!»
«Fa' lo stesso»
«Michelle, sei mai stata a New York?» mi chiese Mike.
«Sì, un paio di volte a fare shopping. È davvero stupenda»
«E dovresti andarci per Natale! È tutta un'altra cosa. Sai, stavo pensando di portarci tua madre. Perché non vieni con noi?»
«Beh…quest'anno organizzo una festa per Natale, quindi non posso assentarmi da Los Angeles»
«Organizzi feste?»
«Sì, la mia Michelle ne organizza una per ogni evento. Inizio e fine scuola, Natale, Capodanno, addirittura anche per il giorno del ringraziamento! È instancabile, è un po' come Blair!»
«Ma Michelle è molto più bella di Blair» ribatté lui, sorridendomi.
«Mamma, chiariamoci. L'ho fatto l'anno scorso perché l'organizzatrice era in ospedale. E mi serviva per il mio curriculum. Solo ed esclusivamente per quello» constatai stizzita.
E da quel momento l'argomento centrale della serata fu il mio rapporto – oltretutto inesistente – con Blair Waldorf, uno stupido personaggio televisivo. Tentavo di spiegare che l'unica cosa che mi accomunava con quel telefilm era il cognome della perfida della situazione, ma il mio intervento fu invano.
Alle undici Bianca e Mike uscirono, così Jenny ed io riuscimmo ad avere un po' di pace.
«Se sento nominare ancora una volta Gossip Girl giuro che mi metto ad urlare»
«Non è poi così terribile!»
«Perché tu non sei al mio posto! Prima mi piaceva il mio cognome, era originale. Ora è solamente irritante»
«Va bene, cambiamo argomento,» disse avvicinandosi alla finestra, < secondo me si trasferirà Jude Law»
«O Collin Farrel» risposi, sorridendo.
«E perché non Brad Pitt?» propose e storsi il naso, «Che hai contro di lui?»
«Non mi piace. Preferirei Jared Leto»
«O Shia La Beouf»
«Oppure Adam Sandler!»
«Magari!» esclamai, «sarebbe una festa ogni giorno! Sai quante risate?!?! Anche Ben Stiller Stiller non mi dispiacerebbe come vicino»
«E perché non qualche attore straniero? Tipo… Gaspard Ulliel?»
«Lui vive in Francia»
«Potrebbe trasferirsi a Los Angeles»
«Sì, solo per me!» la presi in giro in giro, «non mi dispiacerebbe un cantante, però. Chad Kroeger, Pierre… sarebbe figo»
«Chi è Pierre?»
«Il cantante dei Simple Plan»
«Oh, certo… perché non Ashton Kutcher!»
«Cosa centra lui con i cantanti?» domandai inarcando le sopracciglia.
«Niente, ma sarebbe fico lo stesso,» rispose e sorrisi divertita, «sai che hanno aperto un ristorante greco in riva al mare? Me l'ha detto Walter»
«Oh, Walterino… come sta?» domandai scimmiottandola. Walter e Jenny stavano insieme da qualche mese ed erano una coppia perfetta. Si erano conosciuti ad una festa sulla spiaggia ed era scoccata la scintilla.
«Sta bene,» rispose lanciandomi un'occhiataccia, «torna domani dalla Spagna. Non vedo l'ora, mi manca da matti»
«Sì, manca pure a me… certo, in maniera diversa a come manca a te, ma manca anche a me»
Rise e si passò una mano tra i capelli.
«Va bene, ora vado a casa. Ci vediamo domani mattina»
«Passo a prenderti al solito orario»
«Perfetto. Ciao,» mi salutò con un bacio sulla guancia e si avviò verso la porta, «Sai, può anche darsi che a trasferirsi sarà un vecchio riccone inglese e brontolone» riprese voltandosi verso di me.
«Che magari vive bevendo il tè»
«E lo prende tutti i giorni con quattro biscotti»
«Senza grassi»
«Con lo zucchero di canna?»
«No, senza zucchero»
«Giusto, si deve prevenire dal diabete»
Ci guardammo negli occhi e ridemmo.
«Notte, Michelle»
«A domani»
La accompagnai alla porta e poi mi chiusi dentro casa. Adoravo quando scendeva la sera ed io ero da sola. Era così liberatorio, potevo fare quello che volevo e senza pormi troppi problemi. Non che mi interessasse ascoltare l'opinione di Bianca, ma era davvero irritante quando in casa si lamentava per ogni cosa. Con lentezza mi incamminai verso la mia camera e indossai la camicia da notte con disegnati sopra i maialini che mi era stata regalata dalle Clovers, le mie compagne di squadra di pallavolo, per i miei diciotto anni. Ancora non riuscivo a capire se me l'avessero regalata per farmi uno scherzo o perché piaceva veramente. Ad ogni modo l'adoravo, probabilmente perché a Bianca era quasi venuto un accidente non appena l'aveva vista.
Dopo aver raccolto i capelli con un elastico mi sedetti sul divano per vedere l'ultimo episodio della terza stagione di Grey's Anatomy con accanto una bottiglia da un litro di coca cola e una ciotola di popcorn.
E al diavolo la dieta.


Angolo autrice

Okay, ce l'ho fatta.
Giulls is back. O meglio, sono tornata se già mi conoscete, se è la prima volta che leggete una mia storia: aaw, benvenute carissime!! ^^
Dopo mesi e mesi mi sono decisa a postare. Avrei preferito postare una volta finita la storia, ma la scuola mi sta prendendo troppo e quindi non scrivo praticamente più. E poi avevo bisogno di un diversivo per non preparare la valigia (gita a Friburgo, in bicicletta, yeah!)
Un bacio a tutte e spero che vi sia piaciuto questo breve primo capitolo.
Alla prossima settimana.
Giulls

P.S. Il primo capitolo è dedicato a te, funghetta, perché senza di te questa storia non sarebbe mai nata. E non vedo l'ora di stare un po' con te a Londra. <3
   
 
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