In questo capitolo e nei seguenti ci saranno accenni ad una storia uomo/uomo... niente più che baci e pensieri coccolosi ma siete avvisati
Penso di aver detto tutto quindi vi lascio al:
Capitolo
2
Al
sorgere
del sole mi svegliai, rifeci il letto, mi vestii e misi le ultima cose
in
borsa. L’anno prima una vicina di casa dei nonni mi regalò un orso di
pezza e
da allora lo tengo sempre nel letto con me. Se non sbaglio avvenne per
il mio
undicesimo compleanno. Ricordo che quell’anno zio si arrabbiò molto con
papà,
ma non sapevo il perché. Quando arrivammo a casa dei nonni c’era anche
lui e
con nonna dissero tante cose a papà, anche che era un idiota e altri
insulti.
Ripensavo a quell’episodio mentre legavo i miei capelli rossi in una
treccia.
Scesi e
preparai la colazione. Dopo i soliti rituali tornai in camera e presi
un libro
dal nascondiglio segreto sotto il letto. Lo appoggiai sulla scrivania e
riposi
ciò che rimaneva nel nascondiglio, nella borsa… preferivo portarmi via
tutto
quello che mi avrebbe creato dei problemi se Archi avesse rovistato in
camera
mia. Alle dieci suonò il campanello. Mi caricai di corsa la borsa in
spalla e
corsi alla porta: “Zio Harry!!!” La borsa cadde a terra e io mi fiondai
tra le
braccia dell’uomo apparso sulla porta. Sentii papà borbottare qualche
cosa
sulla discrezione ma non ci feci caso, felice di trovarmi tra due
braccia
amiche che mi stringevano. Zio mi piaceva per quello: mi faceva sentire
al
sicuro. Sentivo i lividi delle botte del giorno prima che facevano
male, ma
volli restare in quel abbraccio per diversi minuti. Non volevo che zio
capisse
che papà mi aveva picchiato.
Mi
scostai
andai a recuperare la borsa, intanto gli adulti ripresero a parlare.
“Non la
voglio più con me! Ieri è finita sul tetto di casa, come facesti tu,
per
scappare da un cane! Tienitela e non farmela più finire tra i piedi!”
“Neanche
due anni fa ti dissi che i suoi poteri sarebbero aumentati e che se non
fosse
andata nella scuola giusta non avrebbe saputo controllarli! Ma tu non
mi desti
retta. Anche tua madre cercò di convincerti! Ed ora vuoi abbandonarla?
È tua
figlia! Dudley non puoi scordarti di lei! E ancora meno che lei si
dimentichi
di te!” Non ero sicura di aver capito appieno il significato di quella
conversazione, ma all’arrivo di mio fratello una cosa fu subito chiara:
“Allora, papà, sei riuscito a trovare qualcuno che prenda in casa
“Petulante”?”
“Certo, andrà tra i suoi simili! Saluta Harry e Petunia… per un po’ non
li rivedrai”
“Ciao sorella! Spero che quelli come te possano picchiarti e punirti
fino a farti tornare normale!” “Ciao Archi! Io a
te auguro di vincere il prossimo incontro di boxe.” Certo lui mi
odiava, ma per
me era sempre mio fratello e l’ultima volta che lo vedevo volevo
salutarlo in
modo da non pentirmene in eterno. Così abbracciai lui e mio padre e li
salutai.
Poi andai da Zio, che prese la mia borsa e, tenendomi per mano mi portò
via da
quella casa. Io e zio Harry camminammo per un po’ in silenzio. I miei
pensieri
continuavano a vorticare. Perché papà non mi voleva più in casa? E
qual’era la
scuola di cui parlavano? Poi un pensiero improvviso! “Zio! Non vedrò
più
neanche nonna Petunia?” “Nonna Petunia? Come vuoi, se tu vorrai vederla
la
andremo a trovare” annuii soddisfatta. Nonna era l’unica, oltre a zio
che mi
voleva bene. Diceva che assomigliavo tanto a sua sorella Lily, e che
non voleva
commettere due volte lo stesso errore, ma non mi aveva mai spiegato
quale
errore. Poi zio Harry
interruppe i miei
pensieri: “Petulante?” sghignazzò “Ma da dove la tira fuori una parola
così
complessa?” “Non lo so zio, so solo che ad un certo punto ,anni fa,
cominciò a
canticchiare un canzoncina su “Petunia petulante” e da allora mi chiama
così, o
mostro, il che non è molto meglio.” “E tuo padre?” “Bhè, lui mi chiama
per
nome, ma un paio di volte l’ho sentito fischiettare il motivetto di
“petunia
petulante”. È tanto lontana la tua casa, zio?” “Si la casa è un po’
lontana, ma
abbiamo un mezzo che ci aspetta proprio in fondo alla strada.” La
nostra casa,
era in un isolato pedonale ed i parcheggi, anche per i domiciliati,
stavano in
fondo alla strada. Quando ci giungemmo vidi delle ragazze ferme a pochi
metri
da noi che squittivano. Seguendo il loro sguardo, spalancai la bocca.
Un uomo
biondo, vestito con pantaloni e giacca di pelle nera, lasciata aperta
su una
maglietta aderente bianca stava appoggiato alla portiera di una… non ci
potevo
credere…era la fuoriserie che avevo visto su un catalogo di Archi,
decappottabile…. A quella vista mi ero bloccata, mentre zio procedeva e
si
avvicinava alla macchina lanciando la mia borsa sul sedile posteriore:
non ci
potevo credere. Sorrisi avvicinandomi a quel sogno di macchina quando
le
ragazze mi bloccarono. Ci conoscevamo: sapevo che avevano qualche anno
più di
Archi e che mio fratello aveva avuto delle relazioni con alcune di
loro.
“Ehilà. Petunia! Che ti credi di fare? Mica ci vorrai provare con
quelli, vero?
Non ti fileranno di striscio… guarda come si fa!” Prese com’erano dal
biondo,
le galline non avevano visto che arrivavo con zio… decisi di vedere
cosa ne
sarebbe venuto fuori. Vidi la più alta del gruppo avvicinarsi alla
coppia che
si era girata per vedere dov’ero. Bloccai lo zio, che mi stava per
chiamare, e
gli indicai la bionda che si avvicinava a loro. Il biondo si tolse gli
occhiali
scuri. Osservandoli lanciarsi un occhiata ed appoggiarsi all’auto con
occhi
strafottenti non potei trattenermi dal sorridere. Certo avevano l’età
di papà,
35 anni, ma dovevo ammettere che non erano affatto male ed ero certa
che si
sarebbero divertiti come una coppia di ventenni. Sono certa che quelle
poche
persone che verranno a conoscenza della mia storia si chiederanno come,
a
tredici anni, io potessi pensare certe cose… per questo dovevo
ringraziare papà
e nonna. Papà perché, non occupandosi troppo di me non si accorgeva di
quanto
leggevo e di come maturavo in fretta, nonna perché mi procurava tutti
quei
libri che mi avevano insegnato come il mondo girava. Allora dove
eravamo
rimasti? Ah gia, alla bionda che si avvicinava ai due uomini. I due
incrociarono le braccia ed attesero che si avvicinasse con la sua
andatura
ancheggiante. Indossava solo il reggiseno di un bikini e dei jeans
tagliati
corti, molto corti e a vita bassa, molto bassa… ancora un po’ e se
girava in
costume non avrebbe coperto molto di meno. La vidi parlare e porgere la
mano,
che entrambi strinsero. Chiacchierarono per qualche minuto e poi vidi
la bionda
incollarsi al fianco del biondo ed appoggiare le mani sulla sua spalla,
si
allungò e gli stampò un bacio sulla guancia. Zio Harry a quel punto
sorrise, si
appoggiò allo stesso modo dalla parte opposta del ragazzo, portò una
mano alla
sua guancia e, girando il viso del biondo verso di lui…lo baciò sulla
bocca.
No, mi correggo, in bocca. Anche da quella distanza potevo distinguere
le
lingue saettare da una bocca all’altra. Dire che rimasi sorpresa è
forse un po’
poco, ma sapevo abbastanza per pensare che se zio era contento a me non
doveva
importare che la persona che amasse fosse uomo o donna. La bionda a
quel punto
si era staccata e si era allontanata indietreggiando. Credo che quel
bacio durò
anche sei – sette minuti. Poi zio aprì la portiera dell’autista
facendomi cenno
di raggiungerli, mentre mi avvicinavo, il suo compagno si era seduto
nel sedile
del passeggero. Salii in macchina, salutai le ragazze e poi zio mise in
moto la
macchina e partimmo.
Prendemmo
la principale, poi la superstrada e viaggiammo in silenzio per poco più
di un
ora. Durante quel tempo mi concentrai sul vento che mi scompigliava i
capelli e
gli affidai i miei pensieri, pensieri che per il resto del viaggio misi
su
carta, in un taccuino che mi portavo sempre dietro e che conteneva
poesie,
racconti, piccole frasi, tutto ciò che la mia testa macchinava. Piano
piano mi
accorsi che ci allontanavamo da qualsiasi centro abitato. Risalimmo una
collina
e, nella piccola valle dietro a questa un paesino, fatto di villette
tutte
uguali e nessuna uguale all’altra. Mi spiego, che forse è meglio. Tutte
le
villette avevano la medesima struttura di base, ma erano molto lontane
una
dall’altra ed ognuna aveva giunture di locali, in modo diverso (per
intenderci,
una cosa tipo “La Tana”: da una struttura di base tanti pezzi attaccati
in
periodi successivi… su quelli si differenziavano le villette. Se non
fosse
chiaro ditemelo che cerco di spiegarlo meglio). Sulla collina di fronte
a
quella da cui arrivavamo vidi la più vecchia di tutte le case…Il
paesino
contava una dozzina di case, più quella sulla collina. Erano tutte
recintate e
avevano i giardini…incolti, credo che sia la parola più giusta. Io
venivo da un
quartiere in cui tutto era pulito, in perfetto stato, e coltivato in
modo che
crescesse solo dove e come gli dicevi di crescere, ma tutto quel
disordine di
terrazze e torrette, quei giardini selvaggi, bhé mi piacevano più che
casa mia.
Presto arrivammo al paese, la strada si era interrotta chilometri prima
della
collina e gia da un quarto d’ora viaggiavamo su una strada sterrata. La
macchina si arrestò nel cortile di una villetta color panna. Non aveva
molte
aggiunte, solo una torre sulla parete nord della casa, costruita di
grosse
pietre grigie. Scendemmo dalla macchina e il ragazzo biondo prese la
mia borsa,
mentre io mi avvicinavo lentamente alla casa, tenendo gli occhi fissi
alla cima
della torre… era altissima. Poi girai su me stessa, sempre lentamente,
movendo
piano i piedi, uno dopo l’altro, con la paura che un movimento più
brusco mi
avrebbe svegliato da quel paradiso. Vidi i due compagni che mi
guardavano
sorridendo. Harry teneva un braccio avvolto alla vita del biondo, che
con la
mia borsa sulla spalla si era appoggiato a lui. “Vuoi entrare?” Mi
chiese zio.
Non risposi e corsi alla porta. Girandomi indietro a vedere se
arrivavano.
Risero di gusto e si avvicinarono. “È aperto, vai!” Abbassai la
maniglia ed
aprii la porta.
Ed ecco il secondo capitolo... essendo questa storia un parto della mia mente che ogni tanto va in corto circuito, non so ben come andrà finire, un giorno mi è venuto in mente "Chissà se invece del cugino Dud avesse una figlia con poteri magici"...da lì è nata la storia e adesso sta andando avanti da sola... penso che se riesco metterò i capitoli online ogni 2-3 giorni.
Grazie a valeballerina, Dk86, Chihiro, Seyenne e slytherin_emy per aver recensito e anche chi ha solo letto.
A presto
Marjia