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Autore: londonlilyt    23/08/2005    3 recensioni
Oscar sapeva cosa voleva dalla vita, la sua carriera era la cosa piu' importante per lei, c'era poco posto nella sua vita per l'amore o le cose frivole. fino a quando il suo nuovo assistente, Andre', arriva in ufficio. I grandi occhi verdi e i suoi modi gentili le mostreranno un lato della vita che le era sempre stato negato dai suoi obblighi e doveri, facendo tremare le fondamenta di tutte le sue certezze. Ma Andre' ha un segreto, che presto si frapponera tra i due e la loro felicita', riusciranno a superare tutti gli ostacoli e rimanere l'uno affianco all'atro? BHE' LEGGETE E SCOPRITE!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Oscar era davanti allo specchio dando gli ultimi ritocchi al suo costume, era Halloween, lei e Andrè stavano andando ad una festa mascherata, sorrise alla sua immagine riflessa, quel costume le si addiceva, quando lui le aveva parlato della festa, l’idea le era venuta quasi subito, e aveva dovuto sudare sette camicie e otto negozi per il noleggio di costumi prima di trovare quello che voleva. Sua nonna ne sarebbe stata deliziata se l’avesse vista, le sembrava quasi di sentirla “finalmente stai iniziando a darmi retta” le svrebbe detto con gli occhi che brillavano soddisfatti.

Guardó l’ora, quasi le otto, Andrè sarebbe arrivato a momenti, il pensiero di rivederlo le fece correre la mente alle settimane appena trascorse.

Il giorno dopo la sua dolce confessione sulla porta di casa, non avevano potuto vedersi, lei doveva fare dei soppralluoghi e aveva degli incontri con possibili investitori, non si era neanche avvicinata all’ufficio e lui non l’aveva chiamata, le aveva lasciato il suo spazio, ma quando era arrivata a casa c’era un mazzo di rose ad attenderla, due di ogni colore, ed un biglietto: “Non sapevo il tuo colore preferito, quindi li ho presi tutti”, non era firmato ma era sicura su chi le avesse mandate

Come si faceva a non voler stare accanto ad un uomo così dolce? Ora che sapeva di essere corrisposta, cosa aveva da perdere? Nulla. Non le importava dei commenti al vetriolo che sarebbero nati sul lavoro, era abituata a quelli, e non sarebbero certo stati peggiori di quello che giá le dicevano alle spalle. Non aveva bisogno dell’approvazione dei suoi, sapeva che se non fosse andata a casa con un multimilionario suo padre non l’avrebbe neanche fatto entrare in casa, nessuno sarebbe mai stato all’altezza dei suoi canoni. E poi c’era la famiglia di lui, era certa che loro non avrebbero avuto nessun problema nel vederli insieme, anzi, immaginava che Linda ne sarebbe stata contenta.

Quindi aveva deciso, l’aveva chiamato nel suo ufficio e con uno slancio amoroso atipico per lei, gli aveva gettato le braccia al collo e l’aveva baciato, ampiamente ricambiata, fino a che entrambi erano rimasti senza respiro e gli aveva bisbigliato un “si” a fior di labbra.

Si voleva che fossero una coppia, si voleva che iniziassero a scambiarsi stupidi e insulsi messaggi nel cellulare, si voleva litigare con lui per il solo gusto di fare pace dopo, nel modo più dolce possibile, si a tutto ció che era incluso nell’essere innamorati.

E da lì avevano iniziato, uscivano il più spesso possibile, passavano i fine settimana rigorosamente insieme e adesso potevano andare in tutti quei locali che erano esclusivamente riservati alle coppie, e lei non era mai stata così felice, si sentiva come se avesse ritrovato qualcosa o qualcuno che credeva perso per sempre.

Ma in tutta questa felicitá c’erano delle ombre, dopo quasi quattro settimane di uscite, non avevano ancora passato una notte a fare sesso...no, si corresse, a fare l’amore. Non era stato per mancanza di occasioni, ora conosceva il corpo di lui come se fosse il suo, ma in entrambi c’era stato come il tacito accordo di non accellare i tempi e aspettare il momento giusto, ció non toglieva la possibilitá di esplorare nuovi territori anche senza arrivare all’atto finale, e doveva ammettere che il suo calmo e pacato assistente aveva un immagginazione da dieci e lode!

Poi c’era il fatto che lei non gli aveva detto “ti amo”, non ancora per lo meno, cosa la bloccava, era sicura che lui l’amava, anche dopo che gliel’aveva detto, lo si poteva chiaramente leggere nel suo sguardo e in ogni gesto che compiva verso di lei. Come l’abbracciava, come l’accarezzava, come la baciava, tutto era permeato dell’amore che lui le portava, e allora?

Era sicura di provare gli stessi forti sentimenti nei suoi confronti, stava provando sensazioni che non aveva mai sperimentato con nessun altro, sensazioni che non avevano nulla a che fare con il lato fisico della loro relazione, allora perché non riusciva a ricambiare la sua dichiarazione?

Il suono del campanello la riportó alla realtá, il portiere lo conosceva ormai, quindi non l’avvisava più, lo faceva salire e basta, con un sorriso smagliante gli aprì, giá si pregustava la sua reazione.

-Soldato André agli ordini!- le fece il saluto militare con tanto di battito di tacchi.

Ed entrambi rimasero sconcertati.

Entrambi indossavano una divisa militare in stile francese di fine 1700, blu e oro, con l’unica differenza che Andrè indossava quella del soldato semplice, mentre Oscar aveva puntato per i ranghi più alti.

-Se non sapessi che é impossibile direi che hai fatto di tutto per spiarmi- gli disse tra il divertito e il deluso.

-Dillo a me! Io speravo di sedurti con il fascino della divisa, invece...- ma non gli dispiaceva, era stupenda, con i capelli biondi sciolti, tutti i bottoncini e ricami dorati che spiccavano contro il blu, i pantaloni aderenti che mettevano in mostra le lunghe gambe affusolate e gli stivali al ginocchio, emanava un aurea di comando che sembrava andare ben oltre la semplice immagine che doveva dare il costume.

-Magari sará il fascino della mia uniforme a sedurre te- e afferandolo per il risvolto della giacca lo bació per salutarlo come si deve.

-Questa cosa é troppo strana per essere solo una coincidenza, te ne rendi conto vero?- vederla con addosso la divisa stava facendo cose strane alla sua libido.

-A quanto pare, mia nonna ti direbbe che era destino- si sciolse dall’abbraccio e prese le chiavi dal tavolino che stava vicino alla porta –andiamo?-

-Andiamo-

Il locare era davvero carino, decorazioni a tema erano sparse un pó da per tutto, zucche intagliate decoravano i tavoli, festoni arancio e nero pendevano dal soffitto, scheletri dalle ossa fosforescenti erano facevano bella mostra di se contro i muri. Cocktail speciali dai colori di rigore erano stai aggiunti al menù, e un dj vestito da Freddy Kruger si occupava della musica.

Oscar ballava e si divertiva, gli avventori del locale non avevano ancora capito se era un uomo o una donna, e lei si stava facendo due risate alle loro spalle, la giacca nascondeva parecchio, quindi non si vedeva nessuna curva rivelatrice, quando lo fece notare ad André lui la guardó in maniera strana, dicendole che se non riuscivano a capire di che sesso era erano tutti cechi, nessun uomo di sua conoscenza aveva un fondoschiena da infarto come lei, fù grata della semi oscuritá, così lui non poteva vedere di quale tonalitá di rosso era diventata.

Erano seduti da un pó su uno dei divanetti a bere qualcosa, quando il dj decise di dare un contentino alle coppiette e mettere su un lento, e mentre le note di “Stand by me” si diffondevano nel locale, André la trascinò sulla pista e se la tenne stretta, e...chi era lei per rifiutarsi?

Gli si strinse contro e cullata dal battito ritmico del suo cuore si lasció scivolare addosso le note e le parole della canzone.

“When the night has come, and the land is dark, and the moon is the only light we see”

All’improvviso ebbe la sensazione di non trovrsi più nel locale, spalancò gli occhi, ma vedeva ancora buio e sentiva in sottofondo altri rumori a parte la musica, le sembrava acqua, acqua che scorreva, come un fiume, poteva addirittura sentire l’odore di terra umida.

“No I won’t be afraid, oh I won’t be afraid, just as long as you stand by me, stand by me”

In lontanaza poteva vedere dei puntini luminosi che si agiatavano a mezz’aria, e qualcosa d’altro che assomigliava a vegetazione, alla luce flebile della luna riuscì a distinguere che ciò che vedeva erano lucciole e salici, sparsi su quella che doveva essere la riva, che cosa le stava succedendo? Dove era finita?

Due figure erano distese sull’erba poco distante, erano abbracciate,  i loro movimenti lenti e sinuosi.

“if the sky we look upon should tumble and fall, or the mountain should crumble to the sea”

Si rese conto che le due figure stavano facendo l’amore in riva al fiume, I loro vestiti erano ammucchiati tutt’intorno e assomigliavano in maniera incredibile alle uniformi che lei e André indossavano quella sera, poi senti una voce di donna che sussurrava “Oh André, solo con te mi sento davvero viva” un’altra voce profonda ripose nello stesso tono sussurato “Ti amo Oscar, ti ho sempre amato, e prometto di starti sempre vicino”.

no I won’t cry, I won’t cry, no I won’t shed a tear, just as long as you stand, stand by me”

Stava avendo sogni erotici nel bel mezzo della pista da ballo? Non poteva essere, sembrava quasi che stesse avendo una visione, i contorni della sua visuale erano sfuocati, ed aveva la sensazione di essere davvero stata nel posto che vedeva davanti a se, come se facesse parte di una’altra vita lontana, come se avesse giá vissuto l’incontro appassionato che si stava svolgendo sotto i suoi occhi.

Quando questa volta riaprì gli occhi attorno a se c’erano altre coppie che ballavano, il locale aveva le luci soffuse e Andrè la stava ancora cullando con dolcezza mentre le ultime battute della canzone stavano sfumando, sostituite in fretta da un’altra dal ritmo più accelerato.

-Che succede, hai una strana espressione- la guardó con attenzione vedendo che in effetti era leggermente pallida.

-Nulla, é solo che...ti dispiace se andiamo via? Credo di averne avuto abbastanza-

-No certo, andiamo-

André era preoccupato, Oscar era stata strana sin da quando avevano lasciato il locale, ed ora se ne stava ranicchiata, in silenzio, accanto alui sul divano di casa sua, sorseggiando una tazza di cioccolata calda. Cosa era successo?

I suoi pensieri vagarono inevitabilmente alle settimane appena trascorse. Erano state meravigliose, entrambi avevano imparato a conoscere più a fondo l’altro, si erano divertiti come non mai e si erano avvicinati in una maniera tale, che non aveva mai sperimentato con nessun’altra, nonostante non avesero ancora passato un’intera notte insieme, gli assaggi che aveva avuto lo rendevano sicuro che la loro prima volta sarebbe stata magica e che valeva la pena procedere lentamente, doveva solo cercare di capire da dove provenisse l’umore strano di questa sera.

Oscar sedeva tranquilla, in quella che con il tempo era diventata la sua posizione preferita, la schiena adagiata nell’incavo caldo al fiano del suo uomo e il braccio di lui cha la cingeva con dolcezza. Si sentiva strana. Non era ancora riuscita a capire pienamente cosa le fosse successo alla festa, che avesse a che fare con Halloween?

Si ricordava nei dettagli le storie che la nonna le raccontava su questa ricorrenza, su come fosse la notte la notte ideale per le anime dei defunti di comunicare con i vivi, e se le fosse stato concesso di intravedere uno scorcio del suo passato? Allora avrebbe davvero dovuto inizare a credere alle assurde teorie sulla reancarnazione che professava sua nonna.

Che confusione!

Poi c’erano le parole dei due amanti che le pulsavano dentro come vive, accompagnate dalla melodia della canzone che avevano ballato al locale, non era tipo da prestare attenzione particolare alle parole delle canzoni e al loro significato, ma non riusciva a togliersele dalla testa.

Le sembrava fossero particolarmente dirette a lei e alla sua storia con André.

André, che le stava accanto in silenzio come adesso.

André, che la coccolava come nessun altro in vita sua.

André, che la capiva senza bisogno di spiegazioni.

André, che l’amava senza riserve.

André, l’unico vero amore che avesse mai avuto.

Fù quel pensiero a colpirla con la forza di un pugno in pieno petto, lo amava, i segni erano tutti lì davanti a lei, ma non ci aveva fatto caso più di tanto.

Era innamorata di lui, la faceva sentire come se si fosse svegliata da un lungo sonno, tutto intorno a lei aveva iniziato ad avere sfumature di colore più accese, o semplicemente ora notava cose a qui prima non badava per nullla, nell’amore non c’era posto per i dubbi o le insicurezze, era per quello che la canzone continuava a rimbombarle in testa,  qualunque cosa accadesse lei sarebbe stata al sucuro, perché Andrè le era accanto.

Posó la tazza e con un sospiro beato gli si accoccoló accanto abbracciandolo stretto, assaporando il suo profumo e facendosi avolgere dalla sua vicinanza.

-Oscar c’é qualcosa che non va?- le chiese finalmente ricambiando l’abbraccio –mi sei sembrata strana sin da quando abbiamo lasciato il locale-

-Niente, è solo che...- si scostó leggermente, voleva guardare nei suoi meravigliosi occhi verdi mentre gli diceva quello che non aveva mai detto a nessuno –ho scoperto qualcosa di molto importante stasera-

-Sarebbe?- la gola gli si chiuse per il terrore, che fosse stato smascherato? Che avesse scoperto che lui era un impostore ed ora era tutto finito tra loro due. No! Non poteva permetterlo!

-Ho scoperto che...ti amo André-

lui rimase immobile sbattendo le palpebre, fino a quando tutti i suoi sensi di colpa furono spazzati via dall’ondata di sollievo e felicitá che lo travolse.

-Lo so, avrei dovuto rendermene conto prima...- inizió in fretta, interpretando male il suo silenzio.

-Oscar amore...- cercò di interromperla.

-Tutti i dubbi, le incertezze e poi...-

-Non fa nulla...- rise.

Cercó di interrompere quel fiume di parole senza senso che le stava uscendo di bocca, ma senza successo, lei continuava a blaterare sconclusionatamente di canzoni, sogni, significati, musica, e lui non ci capiva più nulla, dopo vari tentativi infruttuosi, scelse la via più semplice.

La zittì con un lungo bacio caldo, fino a quando non la sentì tremare tra le sue braccia.

-Lo so tesoro- le bisbigliò sulle labbra –solo uno stupido non si sarebbe accorto della veritá-

-Ti amo così tanto- gli affondo il viso nello spazio tra spalla e collo, il cuore che le batteva all’inpazzata per l’intensitá delle emozioni che la stavano sommergendo –resta con me stanotte, rimani qui-

-Niente potrebbe tenermi lontano da te stanotte-

Le sollevò il viso per poterla guardare e le sorrise, prima di baciarla a lungo e con tutto l’amore che provava per lei.

  
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