Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Sereko    03/05/2010    8 recensioni
Hawaii.USA.7/12/1941.Bella Swan,infermiera dell'Esercito degli Stati Uniti ed Edward Cullen,Tenente del 54° squadrone aereo dell'U.S Air Force si incontrano nel momento più buio per l'America.Cosa accadrà?
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Madama Butterfly

 
 
 

Dormi, amor mio,
dormi sul mio cor.
Tu sei con dio
ed io col mio dolor.
A te i rai
degli astri d'or:
dormi tesor!

Atto III,scena I unica. Butterfly. Un bel di vedremo.

 
 
 
Tre anni.
Erano passati tre anni dall’ultima volta in cui lo vidi. Il ricordo più vivo che ho di lui è la sua ampia schiena,l’ultima cosa che vidi prima che uscisse per sempre dalla mia vita. Non i suoi occhi,non il suo sorriso,né le mani grandi e forti,o le sue labbra piene e dolci,ma la sua schiena. Mi perseguita giorno e notte nei sogni,corro corro,cerco di guardarlo negli occhi ma non riesco mai a voltarlo,ed alla fine sparisce. Un mondo tra noi,mille vite a dividerci.
 
 
4/7/1945. New York. New Jersy. USA. 11.35 am
 
 
<< Questo color ciclamino o questo beige? No forse è meglio questo bianco … no meglio di no si sporcherebbe con l’erba. Che ne dici invece di questo celeste? No troppo pesante. Oppure la gonna marrone con questa camicetta? Eww no, marrone no. Meglio di no. No,non ti scomodare Bella,la tua migliore amica non sa cosa mettersi ma tu stai tranquilla,non è un dramma! >>
 
Roteai gli occhi << Appunto, non è un dramma … >>
 
Lasciò cadere i vestiti che aveva in mano sul letto e si mise le mani sui fianchi lanciandomi  un’occhiata truce << Brava,fai presto a parlare tu. Hai il vestito più perfetto che ci sia ed invece guarda me, non ho  niente da mettere! >>
 
<< Ah,l’intero negozio di abbigliamento sarebbe niente? E’ bello vedere che ci siamo ormai lasciati alle spalle le ristrettezze della guerra >>
 
Alice sbuffò e ritornò a frugare dentro l’armadio << Non mi ricordare quel periodo. Se penso che avevamo diritto a sole due paia di scarpe mi vengono i brividi. Ah! Trovato! Tadadadan! Che te ne pare di questo? >>
 
Lanciai un’occhiata la vestitino nero che aveva tirato fuori dall’armadio e mi strinsi nelle spalle.
 
<< Carino >>
 
Alice strinse le labbra << Carino? Sai dirmi solo carino? >>
 
<< Alice >> mi lamentai << Ti prego, è più di un’ora che sono qui a guardarti tirar fuori vestiti da quell’armadio senza fondo,mettiti quello che vuoi purché usciamo di qui! >>
 
Fece schioccare la lingua << Va bene,ma solo perché ho trovato l’abito adatto. Come amica certe volte sei proprio un disastro >>
 
Sorrisi << Mi adori lo sai >>
 
Agitò la mano con un gesto noncurante << Come dici tu. Vai a prendere il bambino ,tra un po’ usciamo >>


Mi alzai dalla poltrona sbuffando divertita << Un po’ sarebbe due ore vero? >>
 
Alice afferrò un cuscino e me lo lanciò ,lo schivai ridendo e mi fiondai fuori dalla porta << Ci vediamo tra un po’ >>
 
<< Strega! >>
 
 
 
 
 
 
 
Alice uscì dalla camera da letto,vestita e truccata ,appena ottantaquattro  minuti dopo ( << Se mi avessi aiutata a quest’ora saremmo già fuori >> )  ma riuscimmo comunque ad arrivare al mercato in tempo per trovare il necessario per il pic-nic ,nonostante la folla accalcata alle bancarelle.
 
<< Sean vieni qui,dammi la mano e non ti allontanare >>
 
<< ‘kay,mamma >>
 
Presi la mano di mio figlioe seguii Alice attraverso il fiume di persone cercando di non perderla di vista. Mio figlio. Santo cielo, mi sembrava ancora strano pensare che fossi diventata mamma. Scoprii di essere incinta ad Aprile,quando finii il mio turno alle Hawaii e tornai a New York insieme ad Angela. Nei mesi precedenti non avevo dato peso all’assenza del ciclo,pensando che si trattasse semplicemente di stress,come mi era già capitato diverse volte in passato. La notizia della gravidanza sopraggiunse in maniera improvvisa,seppur non inaspettata. Era come se una parte di me ne fosse sempre stata consapevole. Ricordo che quando seppi di aspettare un bambino mi sentii felice e piena  come non mai. Era l’ultimo e più bel regalo che Edward potesse farmi.
 
Tuttavia i miei genitori non sembravano pensarla così. Mia madre era sconvolta,la sua unica figlia aspettava un bambino fuori dal matrimonio,sarei stata sempre al centro dei pettegolezzi nonché fonte di disonore per la famiglia. Mio padre la prese ancora peggio. Non mi parlò per quasi quattro settimane. Quando però rischiai di perdere il bambino a causa dello stress sia lui che mia madre adottarono un atteggiamento differente nei miei riguardi,prendendo le mie difese quando la gente faceva commenti irriverenti. 
 
L’unico che mi trattò come sempre, e che mostrò sin da subito un grande affetto per il mio bambino non ancora nato, fu mio fratello. Gli sarò per sempre grata per il modo in cui si comportò con me e per aver messo più volte al loro posto i pettegoli.
 
Quando infine Sean Charles Swan nacque, il 31 Ottobre del 1943 , mia madre dimenticò tutti i pettegolezzi maligni sul mio conto,il fatto che non fossi sposata e che mi fossi persino rifiutata di dirgli il nome del padre,mentre mio padre pianse per la commozione.
 
Indirizzai tutte le mie energie ed il mio amore per crescere mio figlio nel miglior modo possibile,attenta a non fargli mai mancare nulla ,né a livello affettivo né materiale.
 
 Un figlio ed un lavoro come infermiera presso il Keller Army Community Hospital assorbivano tutto il mio tempo e le mie energie, impedendomi di far vagare i pensieri. Fu questo che mi permise di andare avanti con la mia vita come se lui non fosse mai esistito.
 
<< Sandwich e panini presi,manca ancora l’occorrente per condirli ed ovviamente qualche birra. Oh >> Alice si voltò di scatto versò di me e mi prese a braccetto << Oggi verrà anche un amico di Jasper,un tipo con un sacco di problemi e non tanto raccomandabile a mio avviso, ma è già un evento che abbia accettato di venire  >> si strinse nelle spalle << non me la sono sentita di dire di no a Jasper >>
 
<< Credi sia il caso che questo suo amico stia così vicino a Sean? I bambini a questa età sono peggio delle spugne ,non vorrei che fosse una cattiva influenza per lui >>
 
Alice lanciò un’occhiata a Sean e scosse la testa << E’ solo per un pomeriggio … >>
 
<< Pomeriggio e sera. Un bel po’ di tempo a mio avviso >>
 
Sbuffò << Pignola. Comunque no,non credo sia un problema. L’ho visto solo una volta ma so che è un tipo molto taciturno,sta sempre sulle sue. Non ci saranno problemi credimi. >>
 
Ci fermammo davanti una bancarella e prendemmo un po’ di lattuga e pomodori. Mentre aspettavamo che il fruttivendolo ci consegnasse il sacchetto con la spesa mi girai verso Alice.
 
<< Perché allora hai detto che non è raccomandabile? >>
 
Alice prese il sacchetto e ringraziò l’uomo. Ci incamminammo verso la drogheria << Ha perso parte della gamba sinistra in guerra,dal ginocchio in giù. Non è riuscito ad accettarlo e credo sia caduto in depressione. Sta di fatto che fuma e beve come una spugna,fino a perdere i sensi. Quando viveva da solo,ad un paio di kilometri da New York, spesso Jasper lo andava a ripescare nei bar così ubriaco da non ricordare nemmeno il suo nome. I genitori hanno provato a farlo partecipare a degli incontri per soldati feriti in guerra ma lui non ne ha mai voluto sapere,tuttavia ora vive con loro,non può fare altrimenti. >>
 
Corrugai le sopracciglia. << A me questo sembra più un uomo che ha perso la propria strada, non uno poco raccomandabile,avrebbe bisogno di aiuto >>
 
Alice sorrise << Ed è qui che entri in gioco tu >>
 
La fissai stralunata << Io? >>
 
<< Si. Charlie ha perso entrambe le gambe,hai esperienza al riguardo. Magari potresti parlargli ,lui capirebbe che tu comprendi il suo dolore e si lascerebbe aiutare. >> Si strinse nelle spalle << Ed il gioco è fatto! >>
 
Storsi il naso << Non è così semplice Alice. Mio padre aveva una moglie ed una figlia. Lui no. Non so quanto possano essere di aiuto i genitori,certe volte peggiorano solo la situazione >>
 
<< Oh >> disse Alice cupa << Lui ce l’ha eccome una donna. Più di una anche. Spero solo che oggi non si porti una delle sue puttanelle… >>
 
<< Mamma,che significa puttanelle? >>
 
<< Alice! >> lanciai un’occhiataccia ad Alice che si scusò e mi chinai verso mio figlio << Nulla caro,è solo una brutta parola che zia Alice s’è lasciata sfuggire di bocca >>
 
Sean fissò serio Alice << Non dovresti dire brutte parole. Mamma dice che non si dicono >>
 
Alice gli sorrise << Lo so tesoro mi dispiace,non lo farò più. Basta che tu non la ripeta ,va bene? >>
 
Sean annuii serio, prima di iniziare a saltellare indicando la vetrina di un negozio  << Mamma mamma guarda, me la compri? >> mi trascinò verso il negozio e mi fece vedere la piccola chitarra con Topolino disegnato sopra << Me la compri? Per favore! >>
 
<< Questa? Ma non sai suonare …  >>
 
<< Eddai mamma >> si lamentò senza smettere di saltellare << Per favore,mi insegna zio Jazy, per favore per favore! >>
 
Guardai la chitarra e poi gli occhi imploranti di mio figlio,sospirai.
 
<< Va bene,ma non torturare lo zio, okay? >>
 
Sean annuì freneticamente e si piombò dentro il neozio,io ed Alice lo seguimmo a ruota.
 
<< Non ti preoccupare,oggi  Jazz porta la chitarra,potrebbe fargli suonare qual cosina. Sai che lo adora >>
 
<< Si,ma so anche quanto possa essere assillante mio figlio quando si mette qualcosa in testa >>
 
Alice ridacchiò << E’ testardo,proprio come sua madre. >>
 
Uscimmo dal negozio una manciata di minuti dopo,con una chitarra nuova di zecca ed uno Sean saltellante al seguito. Camminammo in silenzio fino alla drogheria appena due negozi più avanti e comprammo il necessario per il pomeriggio. Alice si lamentò parecchio quando insistetti per andare a casa  a piedi invece di aspettare i mezzi pubblici ( << Ma siamo piene di sacchetti! >> ) ma alla fine si lasciò convincere… dopo che l’ebbi minacciata di non accompagnarla più a fare shopping ( << Nazista,ecco cosa sei! Nazista. >> ).
 
 
 
 
<< Bella >> annunciò Alice dopo che si lasciò cadere poco elegantemente sulla tovaglia di patchwork ai piedi di un grande albero << giuro che non mi lascerò più convincere a camminare così tanto. I tram ci sono per una ragione >>
 
Ridacchiai e mi sistemai sulla coperta,dando un’occhiata a Sean che correva intorno all’albero.
 
<< Dai Alice >> rispose Jasper << Abbiamo percorso solo un paio di isolati,non puoi essere già stanca >>
 
Alice incrociò le braccia al petto << Non erano solo un paio di isolati,Jasper. Questa mattina Bella mi ha fatta camminare a piedi sino al mercato,non erano solo un paio di isolati! >>
 
Sbuffai << Però non ti lamenti quando giri per negozi,o mi sbaglio? >>
 
Alice mi guardò indignata << Non è la stessa cosa! Diglielo tu Jasper! >>
 
Jasper scosse la testa ridendo e si accese una sigaretta,distese la gambe e allungò le braccia dietro la schiena,appoggiandovi il peso del corpo.
 
<< Grazie >> borbottò Alice.
 
<< Oh e lascialo in pace! >> le mollai uno schiaffo sulla gamba ridendo,lei strillò , si sposto verso l’albero,lontana da me ,  e si sedette rigida guardando da un’altra parte. L’espressione seria era tradita dal tremolio delle labbra.
 
Risi e mi misi più comoda guardandomi intorno. Central Park si stava via via riempiendo di famiglie e giovani coppiette pronte a festeggiare il 4 Luglio. L’erba tutt’intorno era verde e soffice e le fronde degli alberi erano folte e rigogliose. La quercia  sotto cui eravamo accampati era particolarmente grande e folta,e ci offriva un ottimo riparo dal sole di Luglio. Inspirai l’aria piacevolmente tiepida e chiusi gli occhi.
 
<< A che ora dovrebbe venire il tuo amico ? >> domandò Alice
 
<< Intorno alle 15.30 >>
 
Lanciai un’occhiata a Sean. Era acquattato e con un bastoncino pungolava qualcosa sul terreno.
 
<< Ed ora che ore sono? >>
 
Jasper sospirò pesantemente << Le 15.35 >>
 
Alice inarcò un sopracciglio << Mh. Pare che sia in ritardo >>
 
<< Alice,c’è traffico a New York,soprattutto oggi >>
 
Lei si strinse nelle spalle lasciando vagare lo sguardo tutt’intorno << Sicuro che venga? >>
 
<< Alice … >> si lamentò Jasper
 
In quel momento Sean abbandonò la sua posizione accucciata e corse verso di me << Mamma guarda cos’ho preso! >> Mi allungò la mano vicino al viso ed io mi scansai urlando.
 
<< Sean! Butta subito quella cosa! >>
 
<< Ma mamma,è una lucertola… >>
 
<< Non mi interessa buttala via! >>
 
Sean si allontanò e andò verso Alice << Zia tu vuoi … >>
 
<< NO! No ,fai come dice mamma su ,buttala via >>
 
<< Sean vieni qui,falla vedere allo zio ,su >>
 
Lanciai un’occhiataccia a Jasper che mi sorrise sardonico. Sean gli trotterellò vicino e gli fece vedere “la sua preda”. La contemplarono insieme per alcuni minuti, mentre io mi allontanai facendomi più vicina ad Alice.
 
<< Tuo figlio avrebbe bisogno di un amico, forse la smetterebbe di uccidere animali da portare in giro come trofei >> mormorò Alice
 
Scossi la testa fissando la carcassa verdognola tra le mani di mio figlio << Ne dubito,i figli di Emmett fanno anche peggio >>
 
Alice storse la bocca << Quelli sono dei diavoli,è diverso >>
 
Ridacchiai dandole una spintarella con il gomito ,lei sussultò e raddrizzò la schiena. La fissai.
 
<< Che c’è? >>
 
Storse la bocca e con un cenno del capo mi invitò a guardare davanti a me << L’ubriacone s’è portato un’amichetta >>
 
Voltai il capo per vedere finalmente l’uomo che indisponeva tanto Alice – cosa più unica che rara tra l’altro – e l’immagine che vidi mi colpì come uno schiaffo.
 
Edward. L’uomo di cui mi aveva parlato Alice era Edward. L’amico di Jasper era Edward. L’uomo che avrei dovuto aiutare era Edward. Era sempre stato lui. Così vicino. Era sempre stato così vicino!
 
<< Bella? >> il sussurro di Alice mi arrivò attutito come se avessi le orecchie piene di bambagia << Che c’è stai bene? >>
 
Scossi il capo.
 
Lo vidi avanzare come a rallentatore. La sua andatura non era più fluida e veloce, ora camminava lentamente aiutandosi con un paio di stampelle. Le spalle erano incurvate in avanti,come se portasse su di se un enorme peso ,parte della gamba sinistra gli mancava,il pantalone beige  era arrotolato sino al ginocchio.
 
Emisi un gemito strozzato.
 
Sentii le mani di Alice che mi scuotevano ma non me ne curai,stavo ancora cercando di capire cosa fare,ma il mio cervello si rifiutava di collaborare. Mi sentivo paralizzata.
 
Feci scorrere lo sguardo sulla sua figura. I capelli erano folti e scompigliati come sempre e  la barba lunga e rossiccia gli copriva il volto. Aveva l’espressione   truce e scontrosa di chi ce l’ha con il resto del mondo. Gli abiti sgualciti insieme alla barba gli davano un aspetto trasandato.
 
 Questo non era l’Edward che avevo conosciuto.
 
<< Oh Edward! Ehy! >> Sentii urlare Jasper. Si alzò e lo aspettò in piedi vicino la tovaglia.
 
Vidi Edward guardare nella sua direzione e poi spostare lentamente lo sguardo su Sean, poi su Alice ed infine su di me.
 
Sgranò gli occhi e si fermò di botto. Il suo viso sbiancò sotto la folta barba rossiccia. Fece saettare rapidamente lo sguardo da me a Sean e sembrò quasi sul punto di svenire. Il tempo di un battito di ciglia ed il suo volto aveva già riacquistato  la sua espressione corrucciata,come se non fosse successo niente. La sua indifferenza mi colpì come una lama.
 
 Riprese a camminare e solo allora mi accorsi della figura minuta che gli arrancava dietro. Era bionda e formosa e pareva non curarsi del fatto che l’uomo a cui si accompagnava sembrava non prestarle la minima attenzione.
 
<< Edward >> Esordì Jasper non appena furono di fronte << è davvero un piacere vederti,amico. Come stai? >> Si diedero una stretta di mano ed una pacca sulle spalle. Sean scappò nella mia direzione,lo abbracciai e lo feci sedere sulle mie gambe.
 
<< Come sempre >> borbottò Edward. Anche la voce era cambiata,ora era ruvida e roca. Si abbinava perfettamente al suo nuovo aspetto arcigno.
 
<< E questa giovane ragazza è … >> Domandò Jasper
 
<< Ingrid… >>
 
<< Irina >> Lo corresse lei << piacere di conoscere te … uhm? >>
 
<< Jasper >> Disse lui imbarazzato dando una fugace occhiata ad Edward << Il piacere è tutto mio. Ora, Edward tu Conosci già mia moglie Alice >> Lei fece un cenno nella sua direzione. Edward rimase immobile << Ma vorrei presentare ad entrambi Bella,una nostra carissima amica, e suo figlio Sean >>
 
Nervosa feci un lieve cenno del capo nella loro direzione ,senza tuttavia incontrare i loro sguardi. Edward si limitò ad un grugnito.
 
Da quando si era trasformato in un uomo delle caverne?
 
Il suo atteggiamento mi indispettì,facendomi dimenticare tutto il nervosismo,e compresi perfettamente perché Alice non potesse sopportarlo. Sembrava aver abbandonato i suoi modi signorili per lasciar posto ad un nuovo uomo senza un briciolo di educazione né cortesia. Non era lui l’uomo di cui un tempo mi ero innamorata.
 
 
 
 
 
 
Le ore successive furono estenuanti.
 
Cercai di concentrarmi esclusivamente sul cibo e su Sean, che non voleva stare fermo un attimo e che – Dio lo benedica – riuscì a tenermi occupata per gran parte del tempo, ma era come tentare di ignorare un enorme elefante rosa . Per quanto cercassi di non guardarlo, stava sempre lì,imponente e fastidioso.
 
Il fatto poi che Alice continuasse a lanciarmi strane occhiate non aiutava affatto. Speravo solo che non notasse la somiglianza tra Sean ed Edward o perlomeno,che non trovasse il pezzo mancante del puzzle.
 
Ma d’altronde come avrebbe potuto? Quante probabilità c’erano che lui fosse proprio il padre del mio bambino? Dei milioni di soldati che avevo incontrato quante erano le probabilità che il padre di mio figlio fosse anche amico di Jasper?
 
Probabilità. A quanto pare erano tutte contro di me.
 
Edward comunque non provò mai a parlare con me e non fece altro che confermare di minuto in minuto i giudizi negativi di Alice sul suo conto. Fumò e bevve tutto il tempo,non parlò con nessuno se non con Jasper ed ignorò bellamente anche la sua accompagnatrice, che aveva conosciuto appena tre giorni fa e che parlava pochissimo inglese.
 
Ad un certo punto mi chiesi se non fosse lui il vero Edward, se quello splendido ragazzo che avevo conosciuto poco più di tre anni fa non fosse che una facciata. Ma chi può fingere così bene per così tanto tempo? No,dietro il suo comportamento c’era sicuramente qualcos’altro, la gamba mutilata deve senz’altro essere la causa scatenante, ma sinceramente non mi sentivo in vena di fornirgli la ben che minima giustificazione. Avevo altro a cui pensare.
 
Il punto di rottura arrivò alle otto di sera, poco prima che iniziassero i giochi di fuoco. Alice cercava di essere educata e di intavolare una conversazione con la Bambola bionda cercando di far partecipare anche me, ma io proprio non me la sentivo.
 
Dovevo essere tutta miele e sorrisi con la donna che andava a letto con Edward?
 
No,grazie. Passo.
 
A quel punto Edward si rivolse a Sean e gli chiese se volesse fargli vedere la chitarra con cui stava giocando.
 
In quel momento vidi rosso e scattai. Mi alzai e dissi ad Alice e Jasper che ero stanca e che io e Sean saremo andati a casa,i fuochi d’artificio li avremmo visti un’altra volta.
 
Qualcosa nella mia espressione indusse Alice a non dire nulla per farmi cambiare idea,anzi mi abbracciò e mi disse di fare buon viaggio.
 
Salutai Jasper con un cenno del capo e mi allontanai a passo spedito,cercando di contenere la rabbia e la frustrazione.
 
 
 

**!!**

 
 
 
 
5/7/1945 West Point. NY. 1.37 am
 
 
Durante tutto il tragitto,da New York sino a West Point, cercai di non lasciarmi sopraffare dagli eventi della giornata. Mi intonacai un sorriso sulle labbra a beneficio di mio figlio e cercai di tenere insieme i pezzi fino a che non fossi stata al sicuro tra le mura della mia casetta. Non fu affatto semplice. Per niente.
 
Giunti a casa portai in braccio Sean a letto e gli rimboccai le coperte,prima (di) andare in salotto e lasciarmi cadere sul divano.
 
Fu solo in quel momento che mi permisi di dare sfogo a tutto lo stress e al dolore,e piansi.
 
Non riuscivo a crederci. Dopo tre anni di silenzio,dopo tre anni di nulla, mi ritrovavo Edward di fronte,totalmente cambiato sia nell’aspetto che nel carattere.
 
Ci rivediamo dopo tanto tempo,vede e capisce –perché non può non aver capito che quello era suo figlio – che ha un bambino e lui cosa fa? Mi ignora. Non mi rivolge un solo schifosissimo sguardo,non spreca nemmeno una singola parola per me e dopo un intero pomeriggio si permette di parlare con mio figlio come se niente fosse?
 
È uno scherzo? Si diverte forse  a prendermi in giro? Come ha fatto per tutto il tempo a Pearl? Grazie per gli splendidi momenti che abbiamo passato insieme un corno!
 
Avrei dovuto saperlo,avrei dovuto dare ascolto ad Angela quando avrei potuto. Cosa potevo aspettarmi di più da un soldato? Era solo colpa mia. Credevo davvero che mi amasse? Che,magari,mi avrebbe sposata? Certo,come no. Perché comprare la mucca quando puoi avere il latte gratis, giusto?
 
La colpa era solo mia,non avevo visto al di là del mio naso ed ora mi trovavo in questa situazione. Brava Bella,complimenti. Cos’altro pretendevi?
 
Volevo una storia da favola,una vita da favola … ed invece ho solo ottenuto un incubo.
 
Scossi violentemente il capo e mi schiaffeggiai mentalmente. Come potevo pensare che stessi vivendo un incubo? Sean non era un mostro,era una benedizione. Era tutta la mia vita e la mia forza. Quindi in fondo qualcosa di buono ne era venuto fuori. Anche Edward Masen era riuscito,tutto sommato, a lasciarmi qualcosa di buono. Forse l’unica cosa buona che avesse mai fatto per me.
 
Sospirando mi alzai dal divano ,presi una bottiglia di vino rosso e me ne versai un po’ in un bicchiere di vetro. Non ero una gran bevitrice,a dire il vero non mi piacevano molto i liquori in generale,mi concedevo solo un po’ di vino ogni tanto. Mi aiutava a rilassarmi.
 
Ne bevvi un sorso mentre tornavo in salotto e mi rilassai sul divano. Mi pulsava la testa ed ero esausta. Finii di bere il vino del bicchiere e l’ultimo pensiero coerente prima di cadere addormentata fu la promessa di non pensare più ad Edward. Portava soltanto guai.
 
 
 
 
 
Mi svegliai di soprassalto e mi guardai intorno.
 
La stanza era buia e silenziosa,l’unica fonte di luce proveniva da un lampione in strada che illuminava solo parzialmente la finestra. Quando sentii bussare alla porta capii cosa mi aveva svegliata.
 
Confusa guardai l’orologio e vidi che erano soltanto le due e mezza del mattino. Chi poteva essere a quest’ora?
 
Mia madre? Forse era successo qualcosa,ma avrebbe potuto chiamarmi per cui non aveva senso.
 
Confusa ed anche un po’ spaventata per via dell’ora tarda ,mi avvicinai lentamente alla porta per cercare di capire chi fosse. Se ci fosse stato uno sconosciuto sul mio portico avrei chiamato la polizia. Ultimamente di storie brutte se ne sentivano anche troppe.
 
Prima però che riuscissi a guardare dallo spioncino sentii una voce familiare chiamarmi << Bella! Bella apri per favore >>
 
Il mio cuore balbettò e poi riprese a pulsare velocemente. Anche se bassa e lamentosa, roca e distorta dall’alcol non c’erano dubbi a chi appartenesse quella voce. Così feci un respiro profondo ed aprii la porta.
 
<< Edward? >>
 
Alzò di scatto la testa e mi guardò con gli occhi spalancati << Bella >> sussurrò . Fece un passo nella mia direzione ed io indietreggiai. << Cosa ci fai qui a quest’ora Edward? >>
 
Edward scosse il capo e barcollò,scattai in avanti e gli afferrai le braccia. L’odore di whiskey era forte,solo questo,anche senza aver notato il suo sguardo acquoso e gli occhi rossi, erano sufficienti per sapere che era ubriaco fradicio.
 
<< Volevo parlarti Bella. Così tanto tempo ,tanti errori,tanto tempo … >> iniziò a borbottare cose senza senso e cercai di farlo entrare in casa. Non poteva stare lì fuori a quest’ora, i vicini avrebbero potuto chiamare la polizia.
 
Lo accompagnai sul divano e lo feci sedere. Poi andai a prendere un bicchiere d’acqua e glielo porsi. Lo tracannò tutto d’un fiato.
 
<< Vuoi dirmi cosa ci fai qui? E come diavolo hai fatto a sapere dove abitavo? >> scattai vedendo che non parlava. Furiosa non arrivava nemmeno lontanamente a descrivere il mio attuale stato d’animo. Come osava presentarsi a casa mia dopo quello che era successo lo scorso pomeriggio? Dopo quello che non era successo in questi anni?
 
Lui scosse la testa e si coprì il viso con le mani,iniziando a piangere. Lo fissai stralunata.
 
<< Mi dispiace. Ho sbagliato tutto. Ho perso tutto. Non volevo … >>


<< Edward …  cosa hai sbagliato? >> chiesi calma. Volevo essere arrabbiata,dovevo essere arrabbiata,ma non ci riuscivo. Non vedendolo in questo stato << Cosa non volevi? Mi hai lasciata prima di partire con un semplice grazie. Sei sparito, per me potevi anche essere morto. Poi oggi ti rivedo,mi rivedi e mi ignori,fai finta che io non esista. E a notte fonda spunti a casa mia,ubriaco ,per dirmi cosa esattamente? Spiegati meglio perché, francamente ,non riesco a capirti >>
 
Mi guardò,il viso trasfigurato dal pianto,e scosse il capo << Mi dispiace io non … ho sbagliato,ho sbagliato tutto >> sussurrò << Perdonami … ti prego perdonami >> .
 
Sospirai massaggiandomi le tempie. Chiusi gli occhi e rimasi in silenzio,ascoltando i suoi singhiozzi. Non potevo farlo. Non era una cosa che potevo decidere ora. Ero troppo stanca,fisicamente ed emotivamente a pezzi. Non volevo fare qualcosa di cui un giorno mi sarei pentita ma ancora, dovevo pensare al bene di Sean ,lui veniva prima di me. Ora e sempre.
 
<< Edward >> sospirai stanca << Ne parliamo domani ,va bene. Ora non ce la faccio,sono a pezzi. >>
 
Aprii gli occhi e vidi che mi guardava disperato << Edward … >>
 
Scosse il capo freneticamente << No >> mi prese le mani tra le sue << Ti prego no,non mi mandar via. Perdonami ti prego,non mi mandare via,non mi mandare via … >>
 
<< Edward >> dissi piano << Non ti mando via,dormirai qui,sul divano,okay? Parliamo domani. Non posso nemmeno farti tornare in strada così ubriaco,non voglio averti sulla coscienza. >>
 
Sciolsi delicatamente la prese delle sue mani e mi alzai. Andai in cucina a riempire un bicchiere d’acqua e glielo posai sul tavolino vicino al divano. Mi seguì con lo sguardo per tutto il tempo.
 
<< Vado a dormire >> dissi indicando le scale << se hai bisogno di qualcosa la mia camera è l’ultima porta in fondo al corridoio. Va bene? >>
 
Annuì lentamente e si distese,senza mai allontanare lo sguardo dal mio. Gli lanciai un’ultima occhiata e mi diressi in camera mia,cercando di rilassarmi per far luce su tutto questo casino.
 
 
 
 
Avevo la sensazione di aver chiuso gli occhi solo qualche istante prima, quando mi sentii scuotere dalle mani piccole di mio figlio.
 
<< Mamma? >> sussurrò
 
<< Mhmm? >>
 
<< c’è l’amico di zio Jazzy che dorme sul divano >>
 
Spalancai gli occhi e mi ritrovai davanti il viso tondo di Sean,che mi fissava sbattendo le palpebre. Mi misi seduta e mi passai una mano tra i capelli. << Okay ometto >> sbadigliai << andiamo a fare colazione >>
 
Dopo essermi lavata e vestita scesi in cucina con Sean, cercando di non far rumore per non svegliare Edward,e gli preparai il biberon con latte e biscotti ,visto che ancora non ne voleva sapere si usare la tazza. Per me ed Edward feci un po’ di caffè.
 
Sospirai. Durante la notte non era approdata a nulla. Mi ero girata e rigirata senza trovare una soluzione.
 
Una soluzione a cosa poi? Mi aveva detto poco e niente, e tutto comunque sotto l’influsso dell’alcol. Quanto mi potevo fidare delle sue scuse? Della sua richiesta  di perdono? Quanto potevo fidarmi di lui?
 
Mi stupivo di aver anche solo preso in considerazione l’idea di perdonarlo. Come potevo farlo? Mi aveva lasciata sola a crescere un bambino,era sparito nel nulla ed io … io cosa? Non lo so. Non potevo farlo,non potevo. Non potevo farlo entrare di nuovo nella mia vita,né ora né mai. Non potevo proprio,non ora che c’era anche Sean,gli avrebbe spezzato il cuore.
 
Sentii Edward schiarirsi la gola ed sollevai lo sguardo dalla tavola. Lo vidi in piedi davanti la cucina, i vestiti spiegazzati e gli occhi gonfi. Sean gli fece ciao con la manina continuando a bere, Edward gli sorrise.
 
Mi mossi a disagio sul posto e mi girai a prendere il caffè per non guardarlo. Iniziai  a sentire il gusto amaro del senso di colpa ma mi sforzai di scacciarlo via.
 
<< Vuoi del caffè Edward? >>
 
<< Uhm … si grazie. E buongiorno tra parentesi >>
 
<< Buongiorno >> gli posai la tazza sul tavolo e lui scostò la sedia per sedersi. Le stampelle le poggiò vicino a lui.
 
<< Sean, perché non vai a fare un disegno per la mamma? >> Gli chiesi dopo che mi porse il suo biberon ormai vuoto.
 
<< ‘kay >> scese dalla sedia e corse in salotto. Dalla porta lo vidi prendere i fogli ed i pastelli e coricarsi a terra. Spostai il mio sguardo su Edward. Rimasi per un istante a fissare i suoi occhi verdi,così simili a quelli di mio figlio,ed i miei propositi di allontanarlo per sempre dalla mia vita vacillarono.
 
<< Puoi dirmi >> sospirai. Ultimamente sospiravo anche troppo spesso. << cosa ci facevi ieri sera a casa mia? No anzi meglio, come hai fatto a sapere dove abitavo? >>
 
Edward posò la tazza sul tavolo e vi si aggrappò con entrambe le mani,come se fosse il suo salvagente << Jasper. Gli ho … spiegato a grandi linee che ti conoscevo  e che avevo urgente bisogno di parlarti. Sarei … sarei arrivato prima ma ho, uhm … non riuscivo a trovare il coraggio >>
 
Alzai un sopracciglio << Così sei andato a bere? No scusa,questo non mi interessa al momento. Il punto è un altro, perché? Perchè dopo tanto tempo? Perché ora? Perché non ieri pomeriggio? >>
 
Piegò le spalle in avanti e fu come se cercasse di ripiegarsi su se stesso. Come se cercasse di farsi più piccolo per sottrarsi al mio sguardo.
 
<< Non … non ci sono scusanti per questo,per quello che ho fatto. Anche se provassi a spiegarti … >>
 
<< Provaci. Magari potrebbe servirmi per chiarirmi un po’ le idee. Tanto,che ho da perdere? >>
 
Sospirò << Non cercherò nemmeno di dirti perché mi sono comportato in quel modo tre anni fa. È stato meschino e senza possibilità di scusanti. Però posso provare a spiegarti perché non mi sono fatto più sentire … >>
 
<< Sarebbe già una cosa >> dissi stizzita. Mi lanciò un’occhiata da sotto le ciglia prima di riportare lo sguardo sulla tazza. La fissava con un’intensità tale che sembrava volesse analizzarla … o annegarci.
 
<< Durante il Raid delle Isole Marshall mi sono ferito e a causa di un’infezione ho perso parte della gamba >> la voce gli si ruppe sull’ultima parola e mi sentii stringere il cuore per lui.
 
<< Mi sono sentito così inutile così perso >> iniziò a piangere << Non sapevo cosa fare,come comportarmi e mi vergognavo >> si portò le mani al viso ed iniziò a singhiozzare << Mi vergognavo >>
 
Mi avvicinai a lui e gli cinsi le spalle con un braccio. Mi accorsi che stavo piangendo solo quando mi sentii la guancia bagnata << Edward, perché? Ti ho raccontato di mio padre. Di cosa ti vergognavi? >>
 
Scosse il capo << Mi vergognavo a farmi vedere così da te. Tuo padre ha perso le gambe in battaglia, io no. Perdonami Bella,perdonami. >>
 
<< Edward >> gli accarezzai i capelli. Che ne era stato dell’uomo allegro e sicuro di se,dell’uomo impenetrabile ed arcigno? Quello che avevo fra le braccia era solamente un uomo sfiduciato,che aveva perso la strada e tutto ciò in cui credeva.
 
<< Ho rovinato tutto >> singhiozzò << ho rovinato tutto >>
 
<< Sst ,non piangere, sst >> Gli baciai la testa mentre continuavo ad accarezzargli le spalle,i capelli. Lui sollevò la testa e mi guardò << Ti prego >> mi prese il viso fra le mani << Dammi una seconda possibilità,ti prego. Voglio rimediare ad i miei errori,voglio essere un padre >> rimase quasi scioccato dalle sue stesse parole << per nostro figlio. Ti prego >>
 
<< Edward >> mi scostai scuotendo il capo.
 
Lui mi afferrò per i fianchi e mi strinse a sé << Per favore, so che ho sbagliato ma sistemerò tutto. Voglio essere un marito per te . Sposami Bella, sposami e tutto si sistemerà,te lo giuro >>
 
Scossi la testa allontanandomi. << Non posso >> singhiozzai << non posso >>
 
<< Perché? >>
 
<< che fine ha fatto Irina? >>
 
Mi guardò scioccato << Cosa c’entra lei? Lei non significa niente,niente per me! Le ho chiamato un taxi e l’ho fatta tornare a casa >>
 
<< È così che farai con me? Mi rispedirai a casa in taxi quando ti stuferai di noi? Di me? >>
 
<< No! Non potrei mai farlo Bella,mai! Mai >> scosse freneticamente la testa fissandomi allucinato. << Dammi una possibilità,una sola e ti dimostrerò che puoi fidarti di me >>
 
<< Non posso Edward, non capisci? Non sono più solo io,ora c’è anche Sean,non posso permetterti di stare così vicino a lui se poi un giorno te ne andrai,gli spezzeresti il cuore >>
 
<< Non succederà Bella,te lo giuro. Te lo giuro su tutto ciò che ho di più caro al mondo,te lo giuro sulla mia stessa vita. Dammi una possibilità ti prego,non posso vivere ancora senza di te. La mia vita è così miserabile,così vuota senza la tua presenza >>
 
<< Non so se fidarmi Edward,non lo so >> singhiozzai disperata. Lui mi avvolse con le sue braccia e mi fece sedere sulle sue gambe. Mi cullò contro il suo petto,baciandomi la tempia.
 
<< Farà tutto ciò che vuoi Bella,farò tutto ciò che è in mio potere per dimostrarti quanto tengo a te,a voi. Dimmi cosa vuoi che faccia Bella,ed io lo farò. Ma ti prego,non dirmi di starti lontano,ne morirei >>
 
Tirai su col naso << Se ci tieni davvero a noi, voglio che prima affronti i tuoi problemi con l’alcol e che tu venga a patti con il tuo trauma. Non andremo da nessuna parte se non superi prima questo >>
 
Edward trattenne il fiato scioccato prima di stringermi forte contro il petto << Quindi tu … noi … oh Bella! >>
 
<< Non ti sto promettendo nulla Edward >> alzai lo sguardo verso il suo << Prima affronta questo,poi vedremo il da farsi >>
 
Lui annuì commosso << Grazie Bella. Grazie per la fiducia. Te lo giuro,non ti deluderò questa volta >>









Dunque,scrivere questo capitolo è stato tremendamente faticoso. Non ero mai soddisfatta, e non lo sono tutt’ora, e lo riscritto un’infinità di volte. Complice del ritardo è stata anche una simpaticissima influenza che mi ha completamente distrutta. Quando si dice la fortuna. Ad ogni modo spero vivamente di non avervi deluso e che questo capitolo,nonostante non sia dei più allegri,sia degno delle vostre aspettative.

Detto questo, Il set con gli abiti del capitolo lo potrete trovare nel mo blog http://wuthering-h.blogspot.com/ insieme ad una foto del piccolo Sean. Tenetelo d’occhio- il blog,non Sean ^^” – perché posterò teaser e avvisi vari tra un capitolo e l’altro.

Infine,vi lascio le risposte alle recensioni (10! O.O Sono quasi morta,grazie!!! )

ChiaraBella: Guarda, quello che hai letto è stato più soft di quanto avessi progettato,negli appunti lui sarebbe dovuto essere molto più duro,più cinico. L’addio che ho descritto ,in confronto all’idea originale,è stato molto “all’acqua di rose”. Sono bastard inside io! In quanto a *normalità* ci possiamo dare la mano allora xD Io mentre studio penso a varie trame (il libro di Geografia umana è stato per me fonte di grandi ispirazioni xD non ancora trascritte su carta però ,e che forse non vedranno mai la luce!) quindi và,ci capiamo! ;) Grazie mille ancora per i complimenti e la recensione ,ci rileggiamo nel prossimo nonché ultimo capitolo.

Fra87:Scusa,ti sembrerò sadica ma sono felice di esservi riuscita a trasmettere l’angoscia. Io nemmeno volevo scriverla la parte finale,mi metteva troppa ansia! Edward purtroppo non poteva restare,la guerra è guerra, e credo fosse scontato che prima o poi sarebbe andato via ma spero che quello che hai scoperto in questo capitolo non sia troppo difficile da digerire. Anche se io stessa ho avuto alcune difficoltà.

Analcolicobiondo:Grazie infinite per i complimenti,sono felice di aver acquisito una nuova lettrice (: Come vedi Edward è tornato,anche se forse non come tutti speravano o si aspettavano… spero che nonostante tutto ti sia piaciuto anche questo capitolo. A presto!

Ada90thebest:Grazie infinite,spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Crista:Edward è stato molto duro,si. Ma ha avuto le sue ragioni. C’è anche da capirlo poveraccio ,la guerra è una gran brutta bestia. Grazie anche a te per i complimenti,mi fanno sempre molto piacere!

Nicosia:Come vedi Edward torna. Non da Bella però, e nemmeno tanto sano,ma torna. Mi fa piacere sapere che io sia riuscita a trasmetterti le emozioni dei personaggi,per me è una grandissima vittoria,quello credo a cui ambiscano tutti coloro che scrivono. Grazie ancora per i complimenti,sono davvero ciò che mi spinge ad aggiornare il più in fretta possibile!

_TattaFede_ :Se poi aggiungi oltre all’essere uomini ed orgogliosi,il fatto che siano soldati in una società maschilista beh,il risultato non può che essere quello. Gli americani sono molto patriottici,ed Edward non è da meno. Edward era in “licenza” per così dire,s’è divertito,ha passato dei bei momenti,ma poi è dovuto tornare ala realtà per difendere la sua patria. Forse avrebbe potuto usare parole più dolci,meno aspre,ma è fatto così. Ogni cosa ha un prezzo da pagare,ed Edward ha pagato il suo. Un prezzo molto altro tra l’altro,dato che ha visto realizzare una delle sue paure. Il prossimo capitolo comunque sarà tutto pov Edward,e si capiranno molte cose. A presto (:

Anthy:Wow! Vedere un tuo commento è davvero qualcosa di unico! Io ho sognato e continuo a sognare con le tue storie *-* e  non posso che essere straordinariamente felice di vedere che ti piace questa mia storiella! *mi ricompongo*  Sono contenta che nonostante i salti temporali la storia non risulti troppo veloce . Io stessa ci pensavo l’altro giorno ed ero indecisa se rallentare un po’ le cose o meno, ma questo avrebbe significato modificare l’anima della storia ed ho preferito lasciare le come stavano. Questa fanfiction ,oltre ad essere ispirata a Madama Butterfly, ne segue anche la struttura. Tre atti l’Opera, tre capitoli la mia storia.  E come a Teatro cala il sipario alla fine della rappresentazione,così con il quarto capitolo si chiude questa storia. Anche da questo ,anzi,soprattutto da questo sono dettati i tempi rapidi.  E nulla,non posso che ringraziarti ancora per gli splendidi complimenti ,sperando che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento. Ci rileggiamo presto (:

GingerBread:Grazie mille per i complimenti,sono davvero felice che ti piaccia! La mia storia prendere ispirazione solo dall’Opera Madama Butterfly,nessun’altro film o libro è coinvolto. E come hai visto la fine non è uguale ;) Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto,nonostante non si possa certo definire allegro.

Luisina:A rischio di passare per sadica,ma sono felice di esser riuscita a farti piangere. Le tue parole significano davvero molto per me,non so se te ne rendi conto. Sono una tua lettrice accanita (potrei anche essere definita stalker xD ) ed adoro tutte le tue storie – anche se lo ammetto,commento pochissimo,forse ho lasciato traccia di me solo in Do you remember me? Che davvero adoro *-* - e leggere il tuo nome tra i commenti mi ha quasi causato un infarto ! Pearl Harbor è anche uno dei miei film preferiti,piango tutte le volte che lo guardo – che fine ingiusta ç___ç – anche se per la mia storia ho preso in prestito solo la location che mi è servita per ovvi motivi – Bella non poteva certo essere Giapponese v.v – . Ti ringrazio ancora per le splendide parole,mi hanno fatta ballare per tutta la stanza xD Spero che questo capitolo non sia stato al di sotto delle tue aspettative. Ti mando un abbraccio,a presto. 
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Sereko