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Autore: kitsune999    04/05/2010    2 recensioni
Prezzi da pagare, onirici segnali di “attenzione alle antilopi”, atti vandalici ai danni di inermi capigliature, occasionale fluffy a carattere sparso e fiammanti ma tamarre auto sportive. Toni leggeri e ambientazione ipotetica fra la seconda e la terza stagione di Alien Force, in una collocazione temporale non ben definita e senza nessuna pretesa di coerenza con la serie originale.
Lettori avvisati, mezzi salvati.
_______________________________
[Kevin ✘ Gwen]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwendolyn Tennyson, Kevin Ethan Levin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. ~Houston, abbiamo un problema.


- Lo specchietto laterale destro serve a qualcosa, Gwen. Non è un ornamento, sai?
- Lo so, difatti lo sto guardando!-
La rapida successione di eventi che si verificò dopo queste ultime funeste parole gettò nello sconforto il povero Kevin, che assistette impotente a ciò che credette essere La Catastrofe: la Challenger urtò in retromarcia spedita l'alto gradino del marciapiede, vi salì sopra, ripiombò a terra con un tonfo che fece cigolare le già provate sospensioni e infine completò l'opera con un discreto poggino sul parafango della vettura posteggiata dietro di loro.
Gwen non ebbe neanche il tempo di rendersi conto di cosa fosse effettivamente successo che Kevin si era già catapultato fuori, dopo essersi riappropriato delle chiavi levandole bruscamente dal quadro e aver tirato il freno a mano con una tale veemenza che lei, per un attimo, si era chiesta se non stesse cercando di estirparlo. Con fare concitato e borbottando come una caffettiera controllò accigliato gli eventuali danni, sospirando di sollievo nel constatare che sulla carrozzeria - di entrambe le auto, ma soprattutto della SUA - non c'era nemmeno un graffio, salvo una piccola incrinatura del tutto trascurabile a uno dei suoi due fanali di coda. Decise che su quello poteva anche passare sopra, in fondo si trattava pur sempre di Gwen, e sapeva fin troppo bene che non riusciva né ad avercela con lei, né a negarle mai nulla.
Comunque, si disse, grazie al Cielo la Catastrofe era stata scongiurata, ma per quanto ancora sarebbe durata quella portentosa fortuna? Non era saggio continuare a sfidare la sorte, e poi la tensione lo stava logorando: erano passati solo venti minuti dall'inizio dell'esercitazione, ma gli sembrava fossero trascorse ore. Sarebbe stato di gran lunga meglio rimanere ad azzuffarsi con Tennyson.
- La bimba sta bene? - Ironizzò Gwen quando, rientrando nell'abitacolo, lui le rivolse uno sbuffo e un'occhiata esasperata.
- Avresti dovuto iniziare a sterzare il benedetto volante prima di finire sul marciapiede, ti pare? Prega che non ti facciano fare qualche parcheggio a esse, o prenderai la patente nell'Anno del Mai. Senti, finiamola qui, non ho la forza per reggere oltre.
Non avrebbe voluto essere così ruvido, ma - tra l'altro – uno squisito mal di testa lo stava uccidendo da quando avevano cominciato quello stillicidio. Prese a massaggiarsi le tempie, finché un silenzio oltremodo inquietante lo indusse ad alzare gli occhi verso di lei.
Come previsto, lo stava squadrando a braccia conserte con un broncio da manuale.
Di fronte a cotanto scazzo, e involutosi ormai nella costernazione poiché non aveva nessuna voglia di litigare, ripescò con un sospiro le chiavi dalla tasca e gliele lanciò.
- Non te la prendere, non dicevo troppo sul serio...Ti do qualche dritta per l'esame, vuoi?
Gwen, urtata da quel “
troppo”, le afferrò al volo e lo guardò di sbieco stringendosi nelle spalle, invitandolo a proseguire con un gesto della mano equivalente più o meno a un “su, sentiamo, se proprio devi”. Mantenendo una vaga aria indolente, lo ascoltò mentre le sciorinava pazientemente quel racconto di vita vissuta: come prima cosa le avrebbero fatto fare una verifica delle condizioni dell'auto, consistente nello salire in macchina, allacciarsi la cintura, sorridere all'esaminatore, regolare gli specchietti, sorridere alla vita, provare le frecce, sorridere un altro po' e infine dare una controllatina a luci e freni, ricordandosi però che in quella fase il motore andava tenuto rigorosamente spento. Da lì in poi sarebbe cominciato l'esame vero e proprio, che, a sentire lui, era a prova di idiota. – Basta eseguire gli ordini e in un quarto d'ora avrai la tua patente, garantito. Stai tranquilla. -
- Io sono tranquillissima, sei tu che ti alteri per un nonnulla! Rilassati, non ho intenzione di distruggere la tua piccola – Affermò lei, indirizzandogli uno sguardo insofferente - ...E, comunque, quel commento acido di poco fa riguardo ai parcheggi a esse potevi risparmiartelo.
- E perché? Mica ti ho detto niente di nuovo, dovresti saperlo che non sono il tuo forte! Se ti dovesse capitare nella prova almeno spera di avere un esaminatore clemente, che chiuda un occhio... - Si interruppe un attimo e poi riprese - ...
due occhi sul fatto che tu ci sia proprio negata. E' per questo che ti ho consigliato di sorridere a oltranza anche a costo di farti venire una paresi, col tuo bel faccino magari lo ammorbidirai al punto che lascerà correre.
Kevin si augurava che dopo la sua esauriente spiegazione le fosse passata la voglia di guidare, tanto le aveva chiaramente lasciato a intendere che per il suo tallone d'Achille c'era poco da fare se non auspicare nella buona sorte, e invece lei, come galvanizzata, dichiarò stoicamente di voler continuare a provare. Tanto prima o poi le sarebbe riuscito un parcheggio decente, no?
No, pensò lui afflitto, coprendosi il volto con una delle sue mani enormi. Un pomeriggio del genere rischiava di fargli apparire la guerra di trincea come un modo delizioso per passare il tempo.
Sempre restando in tema di cose deliziose, in quel frangente Gwen, senza preavviso, gli saltò al collo e lo baciò fugacemente sulla guancia, bisbigliandogli un soffice “grazie” all'orecchio che gli fece venire la pelle d'oca.
Turbato da quell'inaspettata manifestazione d'affetto, a Kevin riecheggiarono nel cervello le parole di Ben. Già, e lui quand'è che avrebbe concluso qualcosa? Quel nano fetente non aveva mica tutti i torti, doveva riconoscerlo. La loro pseudo-relazione vegetava a uno stadio primordiale dall'alba dei tempi.
Rimase pietrificato come una colonna di basalto mentre si dava del cretino, pensando che avrebbe voluto stringerla a sé per ricambiare quel bacio casto con un altro un po' meno casto. Quando si decise a poggiarle almeno una mano sulla schiena – così, giusto per non fare la figura della statua di sale -, rimase col braccio sospeso a mezz'aria perché nel frattempo lei si era già ritratta e, tutta contenta, aveva rimesso in moto l'auto.
- Ok, dolcezza! Allacciati la cintura, si parte!
In risposta all'entusiasmo di Gwen arrivarono soltanto un sibilo e uno schiocco di lingua.
Seguiti subito dopo da un boato apocalittico proveniente dall'avantreno e da un agghiacciante urlo beduino di Kevin.



✪✪✪✪



Ed eccoci anche al secondo e penultimo capitolo di questa bislacca fanfic.
Ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno letto, in particolare le due anime pie che mi hanno lasciato una recensione, ossia
Blackhorse96, che ne ha scritto una davvero esauriente e l'ha anche messa nelle favorite (!), e SakuSasu92, che mi ha gentilmente fatto sapere cosa ne pensa, riempiendomi di immane gaudio.
Donne, you made my day xD

Grazie mille *O*

  
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