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Autore: Platone    27/08/2005    1 recensioni
Prequel di Harry Potter e lo specchio delle anime
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Quando riaprì gli occhi, Harry si trovò davanti agli occhi uno spettacolo insolito: si trovavano in un vicolo di New York e, a giudicare dalla gente, uno dei quartieri più infimi.
Appoggiati ai lati della strada, vi erano molti homeless, o senzatetto che cercavano di vivere sfruttando ciò che potevano.
Sembrava che nessuno avesse badato alla loro comparsa.
L'incaricato fece segno ai due giovani di seguirlo ed entrò in una panetteria che sembrava in disuso da parecchi anni, fatto deducibile dai vetri impolverati e pieni di ragnatele.
L'uomo si portò dietro al bancone e inserì nel muro un oggetto che, data l'oscurità e la posizione, i due ragazzi non capirono cosa fosse.
Improvvisamente il muro si aprì e comparve un'ambiente spettacolare: d innanzi a loro si apriva un lunghissimo e altrettanto altissimo corridoio disseminato di porte su entrambi i lati su vari livelli di altezza e ogni tanto maghi vestiti in strane uniformi passavano da una porta all'altra.
'Signor Parker, signora: Benvenuti al Quartier Generale degli Angels Warior.'
Disse l'uomo una volta girato verso Harry e Ginny che erano ancora a bocca aperta.
Poi si girò verso Harry e gli disse in tono tranquillo ma autoritario
'Si diriga alla seconda porta sulla sinistra'
Poi portò lo sguardo su di una Ginny estasiata dall'ambiente in cui si trovava.
'Lei invece deve andare alla quarta porta sulla destra.'

*

Harry era arrivato davanti alla porta, bianca come il resto dell'ambiente, e stava leggendo il cartello di identificazione

UFFICIO RECLUTAMENTO

Test di idoneità – Livello 1

Controllo bacchetta – Livello 2

Attrezzatura – Livello 3

Dopo aver preso un lungo respiro, Harry portò la mano sulla maniglia e aprì la porta.
La stanza che si mostrò alla sua vista era molto scarsamente ammobiliata e di modeste dimensioni: un cerchio di candele sospese in aria illuminava la scrivania di mogano che si trovava sulla sinistra.
Dava inoltre illuminazione alla porta di colore rosso che si trovava davanti a lui.
'Lei deve essere il signor Parker, dico bene?'
Chiese l'uomo dall'altra parte della scrivania: era all'incirca sui trenta anni e indossava una divisa di colore blu.
Harry annuì senza però muoversi di un passo.
'Prego, si sieda'
Disse l'uomo indicando una sedia davanti a sé ed Harry ubbidì.
'Allora signor Parker, mi dicono che lei vuole entrare a far parte del nostro gruppo, giusto'
'Sissignore'
Risponde con riverenza Harry
'Bene bene, vedo dalla scheda che ci ha consegnato che lei ha seguito sei anni della scuola britannica di Hogwarts ma poi è ha deciso di emigrare da noi insieme a sua moglie.'
Poi, notando lo sguardo di Harry, aggiunse
'Queste informazioni sono riservate e solo le alte sfere, cioè i Tre Grandi Generali.'
'Quindi... lei è uno di loro'
L'uomo sorrise
'Ottima osservazione!Ora, quelo che deve fare è semplice: oltrepassata la porta, verrà sottoposto ad alcuni test sul suo stato fisico e sul livello della sua magia... niente di cui preoccuparsi.
Non appena finiti i test, tornerà da me e continueremo io nostro discorso oppure'
Fece una pausa
'Concluderemo i nostri rapporti.'
Poi il suo tono e la sua espressione si addolcirono
'Anche se spero di averla con noi.'
Detto questo Harry passò nella stanza adiacente dove trovò una stanza medica di prim'ordine.
'Buongiorno signor Parker, si accomodi sul lettino alla sua destra'
Disse una voce femminile che proveniva da dietro una paravento bianca sulla sinistra.
Non appena Harry ebbe fatto, dalla paravento uscì una donna in camice bianco: di carnagione bianca ma ben abbronzata, doveva avere al massimo due anni più di Harry e un fisico molto tonico e ben proporzionato.
Disse tendendogli la mano
'Piacere, sono la dotteressa Nelson.'
Dopo essersi stretti la mano, la donna continuò
'Dovrebbe spogliarsi, così controlliamo le sue condizioni fisiche'
Harry, si tolse i suoi jeans e la camicia rivelando un fisico asciutto ma tonico, muscoloso ed aggraziato, grazie agli allenamenti che aveva intrapreso personalmente appena scappato dai Dursley.
Da quando aveva iniziato ad allenarsi, aveva inoltre messo le lenti a contatto abbandonando i suoi occhiali di terza mano.
Puntando la propria bacchetta verso Harry, la dottoressa pronunciò alcune formule che a lui sconosciute e poi si pronunciò.
'Vedo che lei è sano come un pesce a parte il suo difetto oculare, che è stato comunque risolto.'
Harry infatti notò come le lenti fossero fastidiose e gli offuscassero leggermente la visuale.
'Ora può anche rivestirsi e poi dovrebbe passare sotto quell'arco che vede dietro di me.'
Rispondendo poi alla domanda inespressa del ragazzo, la dottoressa disse
'Controlla la sua aura magica dandoci una stima del suo potere'
Eseguiti gli ordini, la dottoressa disse infine, consegnando ad Harry un referto medico scritto di suo pugno
'Torni nella stanza antecedente e lo consegni all'incaricato'
Poi, mentre Harry usciva dalla stanza, aggiunse a bassa voce
'Ne vedremo delle belle!'

*

Harry stava sistemando i due vestiti che si era portato da casa nella parte di armadio della stanza che condivideva con altre 3 reclute.
Aveva portato due paia di jeans e tre magliette ma era sicuro che non li avrebbe usati quasi mai.
Il suo capo era stato chiaro: ora che era entrato nell'addestramento, doveva seguire determinate regole ed una di queste riguardava il modo di vestirsi, e cioè con la tuta data in dotazione.
Era una tuta nera tutta con impresso sul retro due ali angeliche e al centro A.W, e sul davanti vi era stampato Recluta J.Parker.
La tuta non aveva tasche, eccezione fatta per una piccola taschina lunga sulla gamba destra, per riporvi la bacchetta.
Gli era stato detto che avrebbe cominciato il giorno successivo e che quindi avrebbe avuto la giornata libera per adattarsi.
Avrebbe voluto conoscere i suoi compagni di stanza di cui conosceva solo i nomi, che aveva trovato scritti sulla porta insieme al suo: Jerry McCay, Charlie Bronson e, in una sezione separata della stanza e non ne capiva il motivo, Cody Pirs.
Gli era stato dato anche un braccialetto che fungeva da lasciapassare per la base e da riconoscimento.
Dopo esserselo indossato e aver infilato la bacchetta in tasca decise di andare a fare un giro.

*

La prima cosa che notò era quanto la base fosse grande e ben attrezzata.
Le varie porte che aveva visto all'ingresso, davano accesso a bar, palestre, biblioteche, armerie, infermeria, un parco artificiale e qualche ristorante.
Non sapendo da dove cominciare la sua visita, decise di andare al bar a bersi qualcosa.
'Salve, cosa prendi?'
Chiese il barman mentre Harry si sedeva
'Un Whisky Incendiario, grazie'
Il barista lo servì ed Harry pagò con i due soldi che si era portato per quella giornata.
'E così sei nuovo, eh?'
Chise il barista mentre dava una pulita al bancone.
'Indovinato, mi chiamo Jason Parker'
E gli tese la mano, felice di poter parlare con qualcuno
'Io mi chiamo Ben e, come avrai capito, sono il barista della base. Cosa ti ha portato qui a..'
Ma fu interrotto dal rumore secco di bicchieri che si impattavano al suolo.
'Papà....scusa!'
Si sentì urlare dalla porta dietro il bancone da cui usci una ragazza bionda, con le treccine, che era sul punto di piangere
'Mi spiace papà, ho rotto tre bicchieri....scusa!'
'Non fa nulla piccola! Jason' disse girandosi verso Harry' lascia che ti presenti la mia figlia quindicenne, Maria'
Poi si rigirò verso la figlia
'Maria, ti presento la recluta Jason Parker, che si è arruolata oggi'
Harry fece un grande sorriso alla ragazza non appena questa lo guardò ma poi, dopo aver fissato gli occhi smeraldo del ragazzo, lievemente rossa in viso, scappò via.
Ben scoppiò a ridere
'Che strano, di solito è una chiacchierona a non finire...'
Disse pensoso
Harry non potè far altro che commentare
'Che ci faccio io alle donne...'
Ed entrambi risero.

*

Uscito dal bar, Harry si diresse verso la Sala Allenamento, come il barista gli aveva consigliato.
Era una stanza immensa, divisa nei vari tipi di lotta: magica, babbana, mista.
Ogni sezione aveva una stanza d' “osservazione”, una stanza cioè dove si potevano osservare gli allenamenti senza essere visti, stando cioè dietro ad un finto-specchio.
Nel campo tre, combattimento misto, stavano combattendo due reclute ed Harry decise di godersi lo spettacolo.
La recluta con la bandana rossa stava lanciando con la bacchetta uno schiantesimo che la recluta blu, aveva evitato lanciandosi di lato.
Immediatamente i ruoli si invertirono e la recluta blu, con un incantesimo di Appello, fece comparire una spada di tipo corto.
La recluta rossa invece fu ancora più brava: trasfigurò la sua bacchetta in una spada e si lanciò in un attacco frontale.
L'impatto favorì la recluta rossa che riuscì a disarmare l'avversario e puntandogli alla gola la spada, decreto la fine dell'incontro.
Harry stava ancora osservando il campo, quando trasalì: la recluta rossa era una donna, e che donna!
Era all'incirca della stessa altezza di Harry, mora e molto atletica.
Osservandola meglio, Harry stimò che avesse all'incirca un anno più di lui.
Non volendo parlarle, decise di tornare in camera sua e prepararsi ripassando gli incantesimi che conosceva: era esaltato da quello a cui aveva appena assistito.
Appena arrivato in camera aprì Incantesimi di Difesa e Attacco: come sopravvivere nel mondo magico, libro regalatogli da Hermione per il suo ultimo compleanno.
Arrivato alla pagina trentadue fu colpito da un paragrafo

L' Incanto Reflexus permette all'utilizzatore di ricopiare l'incantesimo dell'attaccante ritorcendoglielo contro.
Se usato correttamente e coadiuvato dalla gusta energia magica, è possibile utilizzarlo con la maggior parte delle fatture e degli incantesimi di secondo livello.
Il suo apprendimento può essere lungo poiché è una magia di terzo livello e richiede molta concentrazione.

In Harry, scattò qualcosa, qualcosa che sul momento neanche lui riuscì a classificare ma che lo portò ad una decisione: avrebbe impiegato il resto della sua giornata a provare ad imparare l'incantesimo.
Il problema era come lanciarsi addosso incantesimi ed avere il tempo di ribatterli ma fortunatamente, trovò una soluzione in breve tempo: il pupazzo da allenamento che Remus Lupin, suo grande amico, gli aveva regalato.
Decise di cominciare con qualcosa di semplice e, perlomeno, indolore: un semplice Winardium Leviosa.
Puntando la bacchetta verso il pupazzo, pronunciò la formula dell'incantesimo e poi si preparò a cominciare.
'Activo', a questa parola il pupazzo gli restituì l'incantesimo ed Harry provò a pronunciare 'Reflecto' ma, purtroppo, non accadde nulla e Harry fu alzato di alcuni centimetri da terra.
Sebbene i suoi tentativi si protrassero fino a sera, Harry non progredì molto e finì per addormentarsi sul suo letto pieno di ferite e con la maglietta strappata

*

'Secondo voi è vivo o morto?'
'Bah...il battito c'è...'
Quando Harry aprì gli occhi, si trovò davanti due ragazzi che lo guardavano: uno era biondo e alto, l'altro moro e più basso.
Facendo appello alla sua memoria per realizzare dove fosse, si alzò dal letto
'Immagino voi siate i miei compagni di stanza ...Io sono Jason Parker, piacere'
Disse tendendo la mano ai due
'Piacere, Jerry McCay'
Disse il biondo sorridendo.
'Charlie Bronson'
Fu la volta del moro di presentarsi.
'Come mai sei ridotto così male?'
Harry sorrise e poi, rivolgendosi verso di loro, rispose
'Stavo provando un incantesimo che purtroppo non sono ancora in grado di fare. Però ora che siete qui, vorrei invitarvi a berci qualcosa insieme giusto per conoscerci, che ne dite?'
I due sorrisero e, dato il tempo ad Harry di cambiarsi, tutti insieme uscirono.

*

'Così tu sei inglese... hai frequentato Hogwarts quindi ?'
Chiese Jerry, sorseggiando il suo boccale
'Esatto, ma come fai a conoscerla?'
Harry era molto sorpreso dalla scoperta
'Semplicemente perché ho una cugina che la frequenta... forse la conosci, dovrebbe avere la tua età... il cognome Parkinson ti dice qualcosa?'
Harry sputò di colpo tutto quello che aveva bevuto
'Sei il cugino di Pansy Carlino Parkinson ?'
Jerry scoppiò a ridere e poi rispose
'Vedo che anche da voi non è molto amata'
Harry annuì vigorosamente
'Anche io l'ho sempre detestata, è superficiale e sciocca... ottimo soprannome comunque'

  
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