CAPITOLO 2
LONTANO DA QUI
Allora eccomi qua!
Scusatemi se aggiorno così tardi ma faccio davvero fatica a concigliare lo studio con questo mio hobby o meglio con questa mia passiane!
In questo capitolo comparirà un nuovo personaggio e per dirla tutta un personaggio molto importante,poi scoprirete.
Grazie mille come al solito a tutti mi rendete davvero felice per le recensioni risponderò alla fine.
Baci e miraccomando continuata a dirmi i vostri pareri ne ho davvero bisogno! (come sempre mi accontento anche di un ok,o un ho letto.....sono ben accette le critiche!!!!!!)
Mary
Il suo corpo senza lasciarmi il tempo di produrre un sospiro si ero alzato:rigido,eretto ,con la lunga mantella nera che gli ricopriva tutti il corpo.
-ora – iniziò mantenendo quella tonalità di voce calma e pacata – Sali di sopra e non scendi fino a quando Nagini non decide di seguirti e non intendo variazioni al programma –.
Senza avere l’opportunità di ribadire lasciai la mia colazione e mi diressi al piano di sopra sapendo di dover faticare per eseguire l’ordine appena datomi.
Possibile che fossi stata così ingenua da aver commesso quel grande errore di pensare che ,per una volta ,mi avrebbe creduta?Non avevo mai parlato in quel modo a mio padre. Non ero mai stata così diretta con lui. Se oggi fosse stata una qualunque mattina a casa Riddle la mia risposta sarebbe stata :-mi sono dimenticata del compito che mi avevate assegnato ieri sera padre,chiedo il vostro perdono – o – Nagini sta ancora riposando e mi ha detto di informarvi che non ha intenzione di scendere ,né va della sua salute .-.
No nessuna di queste frasi era stata emessa dalla mia bocca perché quella infatti non era una mattina normale.
Era cosa abituale il fatto che mio padre non mi credesse di principio. Correggendomi direi che mio padre non credeva a nessuno in principio. Mi ero stupidamente dimenticata del fatto che con un padre come l’oscuro signore non bastava la verità per farmi togliere dai guai.
Mi ero dimenticata del fatto che mio padre tra me e Nagini preferiva sicuramente la seconda.
Nagini per lui era perfetta ,Nagini non sbagliava. Se Nagini doveva essere punita non so per quale santa ragione finivo per andarci di mezzo io. Se un vaso “accidentalmente” cadeva lei si affrettava a dire – è stata Elnath – e io non potevo far altro che sbiancare poiché la frase – no non è vero – l’avrebbe solo irritato di più. Quindi lei poteva raccontare all’oscuro signore delle mie sventure, io potevo racconta solo delle sventure altrui.
Un po’ come quando da bambini. Vedevo quei piccoli marmocchi ogni pomeriggio giocare nel giardino poco distante dalla cameretta dove ero perennemente rinchiusa. Si fidavano l’un l’altro ma il rapporto che vedevi alla fine con la madre che veniva a riprenderli per portarli a casa non lo riscontravi nella sola amicizia. é diverso. Se un bambino faceva cadere la piccola che si faceva male e diceva alla mamma dell’amica “è caduta da sola” la madre avrebbe sempre creduto alla figlia. Se il bambino però gli avesse per esempio detto “La maestra oggi è caduta!”anche se era una grandissima invenzione l’estranea ci avrebbe creduto perché non riguardava sua figlia.
Ecco cosa eravamo :un padre ,una figlia e una banale amica. Lui aveva una grande fiducia in me, è vero. Mi allenava ,si aspettava che diventassi una grande strega …. Un ottimo mangiamorte. Ma nulla di più. Io sono sempre stata una specie di scopo personale per lui.
Raggiunsi per la terza volta nel corso della mattinata la mia camera.
Entrai notando con stupore come il sole ormai brillava nel limpido cielo e mi voltai verso la causa che aveva fatto sì che questa giornata si trasformasse in una pessima giornata.
- Nagini svegliati – dissi con tono sicuro e freddo io.
Silenzio.
- Nagini dai svegliati-
Ancora silenzio.
Presa da un attacco di sclero mi avvicinai cautamente al letto.
Mi posizionai in modo tale da essere quasi del tutto non visibile e mi buttai di peso sopra di lei.
-sono sveglia ,sono sveglia!-incominciò a gridare Nagini sotto il mio “grosso”peso.
Mi rialzai guardandola con occhi soddisfatti ma allo stesso tempo di sfida.
Lei in risposta si tirò verso l’alto ,si inarcò e mi sibilò contro.
Ma certamente non mi avrebbe fermata.
-uno – incominciai alzando un dito per ogni numero che dicevo –mi sono dovuta subire una sgridata da nostro padre che per giunta non mi meritavo. Due scendi o finisco per perdere il treno –“ e la mia libertà inclusa” aggiunsi nella mia mente. Era un pensiero troppo delicato per svelarlo “agli occhi e alle orecchie” di mio padre.-Tre non sibilare in quel modo o ti lego la lingua e sai che ne sarei capace-
Nagini mi guardò con il suo solito sguardo malandrino e si rimise a dormire.
- Nagini cavoli almeno oggi ascoltami! – dissi io con voce supplicante.
Lei aprì gli occhi. Non riusciva a spiegarsi la mia reazione :io che la imploravo?non era certo una situazione abituale ma …. oggi non potevo fallire,doveva essere tutto perfetto. Quindi mi sarei inginocchiata anche di fronte a mio padre implorandolo di lasciarmi partire senza aspettare nient’altro pur di rendere questa giornata come l’avevo programmata:perfetta sotto ogni punto di vista.
Senza dire più niente lei si voltò e scese di sotto.
Ero soddisfatta di me stessa. Non pensavo di risolvere la situazione così in fretta.
Felice presi allora il baule che avevo infilato la sera prima sotto il letto. Lo aprii appoggiandolo brutalmente sul pavimento. Infilai gli ultimi oggetti inutili tra cui un paio di libri e una coppia di calze. Poi lo richiusi e lo trascinai velocemente fuori dalla stanza.
Lessi per l’ultima volta la scritta “Tom Riddle” incisa sopra la porta di legno e scesi a una velocità quasi inumana le scale.
Mi lasciai scivolare di sotto come se la scalinata tutto ad un tratto si fossero trasformate in uno scivolo che mi faceva quasi volare.
Raggiunsi il primo piano dove una donna dai capelli ricci e scompigliati stava parlando animatamente con mio padre.
Accanto a loro stava dritta e muta una bambina.
Era identica alla madre: stessi capelli anche si più tenuti ,stessa gonna nera ,stessi penetranti occhi grigi.
Cercai di indietreggiare per lasciarli soli ma la bambina si accorse della mia presenza e cordialmente mi salutò correndomi in contro.
- Elnath – disse stringendomi euforica la mano – sono così lieta di rivederti! –
- Anche per me è un piacere rincontrarti Bella.-poi facendo un piccolo inchino, questa volta lento e adeguato, verso mio padre aggiunsi – come potete vedere Nagini è hai vostri piedi, il mio compito direi che è finito signore e se non vi dispiace vorremmo andare o rischieremo di perdere il treno –
Lui si limitò ad abbassare lo sguardo.
- Bellatrix – salutai rivolgendomi poi alla madre della mia compagna .Lei fece un piccolo cenno di capo in segno di riconoscimento e si rivolse poi a mio padre.
- Elnath ha ragione è arrivato per loro il momento di andare. Bene Bella ricordati tutto quello che ti ho detto :stai vicino a Elnath ,mandami una lettera se hai dei dubbi su cosa fare o anche solo se senti la mia mancanza ok?-
- Mamma….-cantilenò Bella. La donna corvina non l’ascoltò e gli saltò al collo abbracciandola: -conto su di te. Non deluderci – concluse parlando anche da parte di mio padre.
- Arrivederci – conclusi io e tenendo da una parte la mano di della mia coetanea e dall’altra il baule feci un giro su me stessa abbandonando Little Hangleton e sperando di rivederla il più tardi possibile.
Allora piaciuto?
Come ho detto ora rispondo alle magnifiche recensioni:
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