REAL WEB DATING
Capitolo
10
POV Neil
“Tre mesi dopo”
L’ultimo appello era andato a mio
favore. Vincent Gaillard non avrebbe fatto più male a nessuno. Il processo
aveva scatenato un putiferio mediatico che mi aveva reso uno degli avvocati più
in vista in quel momento. A fiumi arrivavano nuove richieste. Tutti volevano
essere rappresentati dal mio studio legale.
Uscii dal tribunale con il sorriso
sulle labbra. Allentai la cravatta.
Il caldo quasi soffocante di Parigi
mi toglieva il respiro. Indossai i miei occhiali da sole e voltai lo sguardo
sulla strada davanti a me. Un numeroso gruppo di giornalisti si accalcava
all’uscita dell’ufficio giudiziario per poter accaparrarsi l’intervista
migliore. Sbuffai e con lo sguardo cercai una via di fuga, non avevo voglia in
questo momento di parlare. Volevo solo fare una doccia, raccogliere le mie cose
e ritornare nella mia Londra. Nonostante fossi felice di aver raggiunto un
obiettivo così importante per la mia carriera, in quel momento il pensiero di
Madeleine mi spense il sorriso. Ora che tutto era finito non c’era più niente
che mi teneva legato a Parigi.
Era passato parecchio tempo e lei
non si era fatta viva, dubitavo che a quel punto lo facesse.
Anche se molto fragile, Madeleine
sapeva essere determinata quando voleva.
Lo aveva dimostrato con tutti quegli
anni di silenzio. La determinazione che aveva avuto nel proteggere sua madre
era stata più forte di tutte le umiliazioni subite.
Ormai ero consapevole che era
determinata a non volermi vedere mai più ed ero consapevole che cercandola
avrei solo peggiorato le cose.
L’unica cosa che potevo fare era
lasciare che il tempo passasse e lenisse le mie ferite. Non l’avrei mai
dimenticata e non avrei nemmeno smesso di amarla.
L’interfono dell’aeroporto avvisava
che era arrivato il momento di imbarcarsi.
E così con il cuore sotto i piedi mi
diressi verso il corridoio che mi avrebbe portato via da lei.
Partivo lasciando lì metà di me, o
forse tutto me stesso. (1)
POV Madeleine
La luce del sole filtrava tenue
dalla finestra. Aprii gli occhi lentamente.
Era da tanto tempo che non mi
svegliavo così serena. La maniglia della porta si abbassò leggermente. Per un
attimo rimasi immobile nel mio letto.
La porta cigolò lievemente e mostrò
l’esile figura di mia madre. Sospirai dandomi della stupida. Non avevo più
nulla da temere adesso.
Vincent non mi avrebbe più fatto del
male e mia madre stava visibilmente meglio.
Dopo la nostra chiacchierata abbiamo
deciso di consultare uno psicologo che ci aiutasse a superare i nostri brutti
momenti.
Eravamo solo all’inizio, ma ce
l’avremmo fatta. Insieme tutto si sarebbe risolto.
Il sorriso che mia madre mi regalò
mi fece ritornare la gioia nel cuore.
Posò il vassoio sul mio letto e si
sdraiò accanto a me.
“Buongiorno piccola mia.”
“Buongiorno mamma.” Dissi e mi
sporsi per lasciarle un bacio sulla guancia.
“È da tanto che non facciamo
colazione insieme.” disse porgendomi una fumante tazza di caffè.
L’afferrai sorridendole ed aspettai
che anche lei prendesse la sua.
Bevemmo il caffè in silenzio.
Un silenzio che però sembrava pieno
di mille parole e di tutto l’affetto che in quegli anni io e mia madre non
avevamo saputo dimostrarci.
Posai la tazza sul vassoio e come
una bambina asciugai con la mano una goccia di caffè che usciva dalle mie
labbra.
Il mio sguardo si posò sul giornale
che mia madre mi aveva portato. La guardai senza capire.
“Ho pensato che forse leggerlo ti
avrebbe dato un pizzico di tranquillità in più e forse potresti decidere di
ritornare su alcune tue decisioni.” Disse. Capii solo la seconda parte della
sua frase.
Neil. Le avevo raccontato di lui e
di quello che aveva fatto.
Mia madre, ovviamente, non era d’accordo
con me. lei pensava che Neil aveva agito nel modo giusto e che se adesso io e
lei ci eravamo ritrovate era stato anche grazie a lui.
Senza risponderle afferrai il
giornale e lessi la notizia in prima pagina.
“Il
processo contro Gaillard si è concluso questa mattina. L’avvocato Neil Moore è
riuscito ad ottenere il massimo della pena per il reato commesso dall’imputato.
L’avvocato non ha lasciato nessuna dichiarazione alla fine del processo che gli
ha portato molta fama. Le vittime di Gaillard hanno ringraziato pubblicamente
il giovane avvocato per l’ardore e la determinazione mostrata nel difendere la
parte lesa. L’avvocato ritornerà nel suo Paese d’origine entro la fine di
questa giornata.”
Chiusi il giornale ed alzai lo
sguardo pieno di lacrime verso mia madre che mi guardava apprensiva.
“È tutto finito piccola. È tutto
finito.” Disse.
Il peso che per tutti quegli anni
avevo sentito su di me, i dissolse in un istante. Era davvero tutto finito. Vincent
era stato condannato ed io non avevo più nulla da temere.
“Piccola, credo che dovresti fare
una sola cosa adesso.” Annuii alle parole di mia madre e mi alzai dal letto.
Era arrivato il momento di mettere
da parte il mio stupido orgoglio e riprendermi l’unico uomo che avevo mai amato
e che mi aveva amata con tutto se stesso.
Feci una doccia velocemente e feci
in fretta la valigia. Uscii dalla mia camera e mi diressi verso il telefono. Dovevo
prenotare un volo.
Mia madre si avvicinò a me e mi
porse un foglietto.
“Il tuo volo parte tra due ore. L’indirizzo
di Neil è scritto in fondo.” Mi baciò la testa e mi strinse a se.
“Grazie.” Mormorai sul suo petto.
Conservai con cura il biglietto
nella borsa ed uscii di casa. Un taxi stava aspettando all’entrata del viale. Mia
madre aveva davvero pensato a tutto.
“All’aeroporto.” Dissi al tassista.
Sorvolavo ormai da qualche minuto il
cielo di Parigi e i chilometri che mi dividevano da Neil diminuivano secondo
dopo secondo. Cosa avrei dovuto dirgli non appena l’avrei visto?
Mi sarei scusata e poi l’avrei
implorato di riprendermi con se.
Il tassista mi lasciò davanti ad una
abitazione tipica di Londra. Ormai a dividermi da lui c’erano solo 4 piani.
La porta color crema del suo
appartamento era l’ultimo ostacolo da superare. Il mio cuore batteva forte e le
mani tremavano per l’emozione.
Con un sospiro mi feci coraggio ed
alzai le braccia per bussare.
Riuscivo a sentire dei passi veloci
correre per l’appartamento e la sua voce ovattava che mi avvertiva che stava
arrivando. I passi ad un certo punto si fermarono e il click della maniglia
rimbombò nelle mie orecchie.
La porta si aprì e l’uomo più bello
che avessi mai visto si presentò ai miei occhi.
Il suo sguardo dapprima era
sconvolto poi divenne sorpreso. Il suo volto si illuminò e le sue labbra si
piegarono in un sorriso.
Tutto quello che volevo davvero era
lì davanti a me.
Dovevo parlare, dovevo chiedergli
scusa, dovevo ringraziarlo per ciò che aveva fatto per me e mia madre, dovevo
raccontargli le emozioni che provavo in quell’istante, dovevo dirgli quant’era
importante per me. invece riuscii a fare solo un’unica cosa.
Mi lanciai su di lui e lo strinsi a
me.
Le sue braccia ci misero un po’ prima
di stringersi attorno al mio corpo.
Iniziai a piangere per la gioia che
stavo provando in quel momento.
Pregai che non tutto fosse perduto.
“Se non volessi nessuno tranne te, se ti dicessi che ti voglio, se ti dicessi
che ho bisogno di te, se ti dicessi che ti amo, cosa faresti? Lasciami solo
stare qui con te. Non voglio lasciarti andare. Non me ne voglio andare.”(2) Sussurrai al suo orecchio.
Neil non disse nulla.
Trascinò nel suo appartamento me e
le mie cose e chiuse dietro di se la porta con un calcio.
Mi sollevò da terra ed io allacciai
le mie gambe ai suoi fianchi, lasciando cadere sul pavimento i miei bagagli.
Non badai a quello che c’era intorno
a me. Sentivo solo le sue labbra sul mio viso, sulle mie labbra, sul mio collo
e le sue mani stringermi spasmodicamente.
Mi lasciò cadere su qualcosa di
morbido che immaginai fosse il letto e si prese cura di me.
POV
Neil
“Cinque
mesi dopo”
Erano giorni che ormai il sorriso
non spariva dalle mie labbra. Esattamente si trovava lì dal giorno in cui
Madeleine era venuta a Londra.
Quello era stato decisamente il
giorno più bello della mia vita.
La donna che amavo aveva deciso che
valeva la pena vivere la sua vita accanto a me ed io non avrei voluto davvero
di meglio.
In quei mesi Mad aveva deciso di
trasferirsi a Londra da me. Sua madre ogni tanto veniva a trovarci e sembrava
che la terapia le stava facendo molto bene. Qualche volta Mad era costretta a
tornare a Parigi per via dei suoi studi. Non le avevano ancora accordato il
trasferimento per poter affrontare il suo percorso universitario qui a Londra. Era
una tragedia ogni volta che lei andava via, quasi una sofferenza fisica. Come adesso.
Mad era a Parigi.
Stava organizzando il trasloco delle
sue ultime cose e finalmente avrebbe ottenuto la possibilità di trasferirsi completamente
qui a Londra.
Mi avvicinai al computer e o accesi.
La chat di Real Web Dating si aprì sullo schermo.
Io e Mad quando eravamo lontani
utilizzavamo quel metodo per sentirci.
Un modo che ci ricordava come ci
eravamo conosciuti.
Nessun nuovo messaggio.
Bene, perché avevo un’idea che mi
frullava nella testa da un po’ e l’idea di realizzarla in questo modo mi
piaceva sempre di più.
“Ti
amerò disperatamente per tutta la vita. E per tutta la vita mi prenderò cura di
te. Non lascerò che niente e nessuno possa più ferirti. Sei la mia vita adesso
e vorrei che tu lo fossi per sempre. Mad, amore mio, mi vuoi sposare? Neil.”(3)
Inviai il messaggio e attesi la sua
risposta che non tardò ad arrivare.
“Saremo
sempre tu ed io, eternamente saremo sempre tu ed io. Si, Neil, voglio sposarti.
Mad.”(4)
Sorrisi. Ora nella mia vita avevo
tutto ciò che desideravo e l’ironia della sorte aveva voluto che lo trovassi
proprio grazie ad una chat.
Chiusi il computer ed uscii.
Avevo un matrimonio da organizzare.
Fine
In ritardo ma finalmente ce l'ho fatta.
L'ultimo capitolo.
Mettere il punto a questa storia è diventata quasi
un'impresa.
Ma adesso che è finita non vi nascondo che mi
dispiace davvero molto.
Neil e Madeleine rimarranno per sempre dei
personaggi speciali per me.
Il capitolo non è venuto proprio come l'avevo
immaginato,
ma purtroppo non sono riuscita a fare di meglio.
Spero che non l’abbiate trovato banale e scontato
e che vi piaccia come vi sono piaciuti gli altri.
Nel blog troverete i testi e le traduzioni delle canzoni per questo
capitolo.
(1) Questa frase è venuta fuori dalla canzone dei REM - Leave. L'ultima frase di quella canzone dice appunto:
'Partire, lasciare. Partendo, lasciando.'
(2) Le parole sono state prese dalla canzone What
if di Lene Marlin.
(3) Le parole sono state prese dalla canzone Endlessly
dei Muse.
(4) Le parole sono state prese dalla canzone You and me dei Cranberries.
La scelta della canzone di inserire 'You and me' dopo la parole
fine,non è casuale. Prendetela come le canzoni che si ascoltano durante i
titoli di coda di un film.
Bene è arrivato il momento dei ringraziamenti finali.
Non sono bravissima in queste cose, ma ci tengo a dirvi GRAZIE.
Grazie a SASA_89, Marti94, nana_86, eliana1991, _sospiro_dimenticato_.
Grazie perché non vi siete limitate a leggere solamente, ma avete anche
commentato e spesso contribuito alla scrittura di ogni nuovo capitolo.
Grazie a che ha inserito questa storia nelle seguite.
Grazie a chi l’ha inserita nelle preferite.
Grazie a chi l’ha inserita nella ricordate.
Grazie a chi con questa storia mi ha inserita negli autori
preferiti.
Grazie a chi ha letto solamente.
Insomma, grazie a tutti.
Sono davvero contenta di avervi come lettori. Grazie ancora.