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Autore: novemberRose_    21/05/2010    5 recensioni
Lui era così, rimaneva sempre turbato dalle cose più insignificanti: spesso era un odore, un colore, un suono particolare; si creava una dipendenza dalla quale non riusciva mai ad uscire. La ragazza gli passò accanto, quasi sfiorandolo senza vederlo: lei correva, forse era in ritardo, forse qualcosa di importante fuori da quella stanza la attendeva.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Respirava a fondo, scrupoloso perfino nel catturare ogni singola sfumatura del profumo che proveniva da quelle pagine appena ingiallite del libro che stringeva tra le mani come fosse un talismano troppo prezioso per poter essere lasciato incustodito. Sfogliava delicatamente ogni pagina, pronto a cogliere un qualsiasi segno della sua presenza: lei aveva lasciato un segno profondo non solo nell’anima del ragazzo ma perfino tra quelle parole stampate grazie a dei piccoli commenti, delle riflessioni appena accennate impresse ai bordi delle pagine. Lui si sentiva soltanto uno spettatore di un qualcosa che non aveva mai compreso fino in fondo, di una vita che andava per una strada che lui non conosceva; era rimasto turbato da quella mattinata in libreria, qualcosa aveva lasciato una traccia dentro di lui, una traccia che non riusciva a cancellare. E come se non bastassero quelle parole che gli rimbombavano nella mente senza lasciargli tregua adesso si ritrovava quel libro, simbolo dell’inizio di ciò che lui stesso non avrebbe potuto controllare.

Io desidero quello che possiedo; il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedo più ne possiedo, perché l'uno e l'altro sono infiniti.

Inquieto a causa dei pensieri che gli galoppavano per la mente cercava di distrarsi in un modo qualsiasi, eppure quelle pagine aperte accanto a lui lo chiamavano ad andare fino in fondo, ad esplorare ancora di più la vita di una persona che aveva sempre detestato per il solo fatto che non avesse il sangue puro. D’improvviso qualcuno bussò alla sua porta, distraendolo dal filo delle sue riflessioni che lo stavano portando alla deriva; rapidamente infilò il libro dentro un cassetto, facendo ben attenzione che nessuno potesse trovarlo: ormai gli apparteneva. La porta si aprì poco dopo e, sebbene Draco avesse bisogno di starsene da solo, una figura ben conosciuta fece il suo ingresso.

- Cosa ci fai in camera a quest’ora? Forza usciamo, non ho voglia di starmene chiusa quaggiù! Una voce fastidiosa irruppe, irrispettosa, ben diversa da quella che era riuscita ad affascinare il bel Serpeverde la mattina stessa. Lui si voltò verso quel viso che tante volte aveva creduto di vedere bello e scuotè la testa, con un ghigno stampato sul volto. - Intanto buongiorno. Sai, si dice così quando si decide di entrare in camere altrui senza permesso. Poi vorrei sottolineare il fatto che sei libera di andare dove vuoi con chi vuoi, senza bisogno di venire a disturbare me ad ogni costo. La ragazza avvampò improvvisamente, mentre una collera inaspettata le montava dentro: era abituata a sentire quelle parole rivolte verso altre ragazze ma non verso di lei che era sempre stata la prediletta di Draco. Cercò di contenersi, decisa a non litigare con il ragazzo che aveva di fronte sebbene avrebbe avuto voglia di prenderlo a schiaffi una volta per tutte. - Luna storta Malfoy? Non provare a trattarmi più così, io non sono una di quelle stupide ragazzine che ti corrono dietro. Draco rise, osservando i pugni stretti della Serpeverde che si ostinava a fare l’orgogliosa. - Sicura Pansy? Stai dimostrando esattamente il contrario.

Rispose, con una calma che soltanto lui poteva avere. Non si era minimamente scomposto, era troppo abituato ad avere tutto quello che desiderava per curarsi anche solo un po’ delle persone che aveva davanti.

- Mi nascondi qualcosa Draco! - Non sono affari tuoi, Parkinson. Pansy si infuriò e mentre mille pensieri diversi le affollavano la mente decise di andarsene, senza dare ulteriori soddisfazioni al ragazzo che amava e che non avrebbe mai ricambiato l’adorazione che lei provava per lui. Se ne andò, sbattendo la porta, decisa a scoprire cosa tramasse il Serpeverde, decisa a riprendersi il posto che le spettava: quello accanto a lui. E mentre cercava vendetta le sue lacrime non ressero più e le inondarono il viso durante la corsa verso la camera, l’unico luogo in cui era libera di piangere, di provare tutti i suoi stupidi dolori che la rendevano una persona come tutte le altre.

 

Chi non ha mai avuto una ferita, ride di chi ne porta i segni.

 

Le sue dita pallide abbottonarono agilmente i bottoni della camicia candida che aveva appena indossato, mentre i suoi occhi controllavano il riflesso nello specchio. Si riavviò i capelli all’indietro, ben attento che nessun ciuffo ribelle lo rendesse imperfetto, ed uscì dalla stanza a passo deciso, le mani in tasca e lo sguardo vigile. Qualche ragazzina nei corridoi si fermò a guardarlo senza che la sua attenzione venisse ricambiata dall’oggetto dei suoi desideri e mentre lui raggiungeva l’aula di pozioni una Pansy poco dietro di lui gli lanciava occhiate iraconde. Si sedette al suo solito posto, accanto all’amico di una vita Blaise Zabini che si limitò ad un cenno della testa come saluto: non parlavano mai molto, spesso bastava uno sguardo perché i due si capissero al volo. Forse era soltanto questo che li aveva resi amici, il fatto che non dovessero mai spiegare nulla.

Un odore, improvvisamente un odore. Colpì le narici del ragazzo ed in un istante tutto si fermò; lui si voltò e lei gli passò accanto, tranquilla, senza comprendere l’effetto che quei pochi passi avevano creato su uno dei presenti nella stanza. I suoi capelli ramati ondeggiavano seguendo la camminata della ragazza ed ammirato Draco la osservò, cogliendo perfino i più piccoli dettagli: non si era mai accorto, ad esempio, che la ragazza avesse un neo sull’avambraccio destro. Gli ci volle qualche istante per distogliere lo sguardo da lei e quando lo fece trovò le iridi smeraldo di Blaise puntate su di lui: aveva capito, Draco lo sapeva. Non disse niente, semplicemente fece come se nulla fosse mai accaduto ma durante quella lezione, ogni volta che Hermione prese la parola, Draco rivisse la scena di poche ore prima quando in quella biblioteca c’erano soltanto loro due e lei sembrava lì per lui.

 

Il mio cuore aveva mai amato? Occhi rinnegatelo, perchè non ha mai conosciuto la bellezza fino ad ora.

  
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