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Autore: londonlilyt    30/08/2005    3 recensioni
Oscar sapeva cosa voleva dalla vita, la sua carriera era la cosa piu' importante per lei, c'era poco posto nella sua vita per l'amore o le cose frivole. fino a quando il suo nuovo assistente, Andre', arriva in ufficio. I grandi occhi verdi e i suoi modi gentili le mostreranno un lato della vita che le era sempre stato negato dai suoi obblighi e doveri, facendo tremare le fondamenta di tutte le sue certezze. Ma Andre' ha un segreto, che presto si frapponera tra i due e la loro felicita', riusciranno a superare tutti gli ostacoli e rimanere l'uno affianco all'atro? BHE' LEGGETE E SCOPRITE!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Oscar non era mai stata così contenta, i giorni appena trascorsi non avevano eguali, anche sua nonna aveva notato la differenza nel suo tono di voce quando l’aveva chiamata, non era arrivata fino al punto di ammettere che aveva finalmente trovato l’unico e il solo, ma alla vecchietta era bastato sapere che lei era felice.

Il sorriso perenne che aveva in faccia era stato oggetto di discussione in ufficio, quasi tutti erano convinti che fosse dovuto ad una paralisi, conseguenza di un intervento di chirurgia plastica andato male, ma non le importava, al momento non le importava di nulla tranne che dell’uomo seduto alla scrivania davanti al suo ufficio.

Essere innamorati era una cosa meravigliosa, la sua produzione di endorfine doveva aver raggiuto livelli illegali tanto si sentiva bene, ed il fatto che André passasse sei notti su sette nel suo apppartamento doveva avere il suo peso sull’umore notevolmente migliorato.

Eh si, sospiró sdraiata al buio ad ascoltare il respiro regolare di lui che le dormiva accanto, in questi ultimi giorni avrebbe scambiato qualsiasi cosa per qualche ora passata in sua compagnia.

Un crampo di fame improvvisa la convinse ad andare in cucina a trovarsi qualcosa da mangiare, per una volta tanto il frigo era pieno di ogni ben di Dio, avevano fatto la spesa in previsione del fatto di non dover lasciare la casa per tutto il fine settimana.

Prima che potesse accendere la luce della cucina, il suo piede urtó qualcosa di solido procurandole fitte di dolore alle dita e alla caviglia, accidenti che male! Pensò cercando di trattenre un grido di dolore.

Una volta fatta luce si rese conto di aver urtato la valigetta porta documenti di André, e che alcuni fogli erano scivolati fuori da una tasca laterale sprovvista di cerniera. Mentre li raccoglieva, lo sguardo le cadde sulla carta intestata, erano della compagnia e quelli che aveva in mano erano dei rapporti di investimento, di otto mesi fa, che strano, quelle pratiche erano state archiviate diverso tempo addietro, perché le aveva con se?

Diede una veloce lettura, gli occhi le si sgranarono per la sorpresa, quei rapporti recavano la sua firma, così come i permessi per il passaggio dei fondi, ma le cifre erano strane. Per essere sicura rilesse la pagine, ma non c’erano errori, il rapporto diceva chiaramente che l’investimento da lei autorizzato non aveva dato i profitti sperati. Come era possibile?

Diede uno sguardo anche al resto dei fogli, ma i rapporti e i profitti degli investimenti non variavano, sulla carta sembrava che stesse buttando i soldi della compagnia nello scarico, ma era sicurissima del contrario. Cosa stava succedendo? Non ricordava esattamente le cifre, ma non poteva aver fatto un errore di giudizio così grossolano, Roger le aveva addirittura fatto i complimenti per il lavoro svolto. Roger! Avrebbe dovuto parlarne con lui al più presto, ma le servivano altre prove, e per quelle avrebbe dovuto aspettare di essere in ufficio lunedì mattina.

Rimise i fogli a loro posto e tornò a letto, la fame completamente dimenticata. Mentre ritornava al fianco di un ignaro André, non poteva fare a meno di porsi delle domande. Che ci fosse qualcuno che stava falsificando i suoi resoconti? A che scopo? Derubare la compagnia magari? Se la faccenda continuava, prima o poi avrebbe attirato l’attenzione e allora su chi sarebbe ricaduta la colpa?

Tutte le sue domande però non avrebbero avuto risposte, fino a quando non avesse avuto la possibilitá di fare delle ricerche.

Non appena arrivata in ufficio Oscar si mise subito all’opera, diede uno sguardo a vecchi rapporti di investimento a lungo e breve termine, notando che quelli falsificati pesantemente erano questi ultimi, il resto erano piccole cifre che singolarmente sarebbero sparite nel margine di perdita, e per cui non si sarebbero subito notate, ma che se sommate nel complesso risultavano in una cifra esorbitante.

Per i giorni seguenti continuò le sue ricerche, tra una riunione e l’altra, e alla fine della settimana si trovò d affrontare l’amara veritá, qualcuno stava sistematicamente derubando la societá, facendo ricadere le colpe sulla sua sezione, se si continuava di questo passo, al bilancio di fine anno, sarebbe stato lampante che la compagnia era sull’orlo della banca rotta e che lei era l’unica responsabile, non c’era documento che non recasse la sua firma, in molti casi sospettava che fosse falsa, ma poco importava, era stata messa in una posizione terribile, ed ora non le restava che andare a parlare con Roger e mostrargli le prove.

L’ufficio di Roger si trovava al piano superiore, una volta che la segretaria l’ebbe fatta passare, entrò con passo deciso, quel colloquio non sarebbe stato piacevole per nessuno dei due.

-Oscar!- l’uomo aggirò la scrivania e le strinse la mano con calore –accomodati. Vuoi qualcosa da bere? Posso chiedere a Louise di portarti del caffé-

-No grazie, sto bene- sistemò i fascicoli sulle ginocchia e attese che l’altro tornasse alla sua scrivania.

-Cosa posso fare per te?- le chiese gioviale.

-Ho scoperto qualcosa di poco pulito all’interno della compagnia Roger- non c’era modo di addolcire la pillola, doveva dirglielo e basta –qualcuno sta derubando la compagnia usando come tramite il mio ufficio-

-Cosa!- esclamò allibito –non é possibile, ne sei proprio sicura?-

-Ho paura di si- gli porse la prima pila di fascicoli –questi rapporti, sono tutti falsi, come credo lo sia anche la mia firma alla fine della pagina-

L’uomo rimase in silenzio per qualche minuto, mentre scorreva le pagina.

-Non capisco, a me sembrano in regola- disse scettico.

-Sono fatti a regola d’arte, nessuno si sarebbe accorte dell’imbroglio, a meno che non stesse crcando qualcosa di specifico- gli mise davanti altre due cartelle –qui ci sono i rapporti originali, ne avevo tenuto una copia, e per essere più sicura ho fatto dei controlli incronciati al di fuori della compagnia. Tutto sommato in quella pila di fogli c’é un ammanco di tre milioni di dollari-

-Buon Dio!-

-Incredibile me ne rendo conto. Quello che non capisco é come abbiano fatto ad andare avanti senza sollevare i sospetti di nessuno, a meno che...- ma non finì la frase, non voleva fare accuse infondante.

-A meno che cosa Oscar? Lo sai che quello che dirai non uscirá da questo ufficio- la incintó.

-A meno che non abbiano degli appoggi nell’alta gerarchia della societá, qualcuno con abbastanza potere da poter coprire le loro tracce, sono un paio di giorni che ci penso, e non sono riuscita a trovare un’altra spiegazione. Mi spiace Roger, ma credo che qualcuno all’interno del consiglio di amministrazione stia tradendo la tua fiducia- poverino, era rimasto senza parole, gli aveva davvero dato un brutto colpo.

-Non ci posso credere- stancamente si massaggió le tempie –hai parlato a qualcun’altro della faccenda?-

-No, ho creduto che come mio diretto superiore e membro maggioritario del consiglio dovessi essere informato per primo-

-Bene, hai fatto bene, ti ringrazio, non voglio che nasca il panico negli uffici, o uno scandalo, le nostre azioni in borsa crollerebbero e perderemmo tutto-

-Cosa farai ora?- chiese sollecita.

-Non lo so, dovró fare un’indagine interna, se ci disfiamo delle mele marcie in fretta, magari saremo in grado di riparare i danni-

-Mi dispiace averti dato queste brutte notizie Roger- era davvero rammaricata che il compito era caduto su di lei.

-Non ti preoccupare, ma devo chiederti di non farne parola con nessuno, sará meglio per tutti se risolviamo la faccenda senza tanto rumore-

-Come vuoi, per me non c’è nessun problema- si alzó, non aveva più nulla da fare in quell’ufficio –mi terrai informata?-

-Certo, non appena avró trovato i colpevoli, sarai la prima a saperlo- la salutó sulla porta augurandole buona giornata e diede istruzioni alla sua segretaria di non essere disturbato per i prossimi venti minuti, aveva una telefonata importante da fare.

Roger afferró i fascicoli aperti che ancora stavano sulla scrivania e uno per volta li passó nel trita documenti, poi si sedettè sulla sua poltrona e prese il telefono, quando la voce dall’altro lato rispose disse semplicemente:

-Abbiamo un problema-

Oscar tornó nel suo ufficio con un’aria pensierosa, magari poteva fare qualcosa per dare una mano a Roger, tenere d’occhio i suoi colleghi e magari fare delle indagini su di loro, cercando di capire chi si era improvvisamente arricchito. Dietro alla sua porta, trovó André che l’aspettava sul divano con il pranzo.

-Che faccia! È successo qualcosa?- le chiese mentre gli si sedeva accanto e iniziava a rovistare tra le cose da mangiare.

-Ho appena avuto un colloquio poco piacevole con Roger, tutto qui-

-Qualcosa di spicevole immagino, vista la tua espressione- riusciva a vedere chiaramente che era preoccupata.

-Cosa di lavoro, non ti preoccupare- non voleva mentirgli, anzi voleva raccontargli cosa stava accadendo, ma aveva dato la sua parola a Roger, fino a che la faccenda non si fosse conclusa non poteva farne parola con nessuno.

-Non me lo diresti neanche per questo?- le chiese sventolandole sotto al naso una porzione di profitterole ricoperti di cioccolato.

-Mmmmm....- gli andó vicino con un’espressione maliziosa –per quelli, posso ricompensarti in tutt’altra maniera-

-Affare fatto!- non gli importava un fico delle sue diatribe da ufficio, quando Oscar aveva quell’espressione lui finiva sempre le sue giornate con un sorriso beato.

Per le feste del ringraziamento, decisero in accordo di evitare rispettivi amici e parenti e scappare per un romantico lungo fine settimana in un albergo, in montagna a sciare, lei adorava la neve, lui un pó meno, infatti l’aveva presa in giro dicendole che voleva andare lì solo perché servivano cioccolata calda a tutte le ore.

L’albergo era molto pittoresco, piccolo e vecchio stile, completamente sommerso dalla neve e con un panorama da togliere il respiro, il personale era molto gentile e disponibile, il luogo ideale per stare in solitudine insieme.

Il sole splendeva alto nel cielo e André se ne stava comodo su una sdraio ad abbronzarsi, Oscar era andata a prendere gli sci, aveva voglia di fare un pó di moto, l’aveva invitato ad unirsi a lei ma aveva rifiutato, preferiva poltrire al sole, specialmente dopo la nottata appena passata. La vide sbucare dalle doppi porte dell’albergo con gli sci in spalla e la tuta che le sderiva addosso come una seconda pelle, era bella da togliere da star male.

-Sei sicuro che non vuoi venire?- gli chiese una volta vicina.

-No grazie, non sono il migliore degli sciatori e non voglio rompermi nulla durante queste vacanze-

-E se prometto di portarti sulla pista dei bambini? Vediamo se riesco a farti migliorare la tecnica!-

-No- rise divertito –me ne resto qui e mi faccio un bel pisolino, devo recuperare le energie- le disse con una alzata di sopracciglia significativa.

-Pigro!- ma lo bació lo stesso prima di andarsene.

Si sistemó comodo e chiuse gli occhi, un lungo sonnellino non glielo toglieva nessuno.

Due ore dopo fù bruscamente svegliato da un inserviente dell’albergo.

-Signore! Signore si svegli!- la ragazza lo scosse con forza.

-Che...c’é?- con fatica socchiuse le palpebre per trovarsi davanti una brunetta dall’aria preoccupata.

-Signore mi spiace disturbarla, ma...ha chiamato l’ospedale locale, a quanto pare la sua fidanzata ha avuto un incidente sulla pista ed é stata portata al pronto soccorso-

-Cosa!- si alzó di scatto per fronteggiare la ragazza –quando? Maledizione!- si guardó attorno disperato –come diavolo ci vado!-

-Se vuole abbiamo a disposizione delle macchina con autista-

-Davvero? Va bene faccia in fretta!-

Trenta lunghissimi minuti dopo si trovava davanti all’accettazione del pronto soccorso.

-Mi é stato detto che la mia fidanzata si trova qui a causa di un incidente sugli sci, il nome é Oscar De Jarjeyes- disse agitato, pregando che non si fosse fatta nulla di grave.

La donna allo sportello diede una controllata veloce al tabellone degli arrivi.

-Sala 4- rispose indicando una serie di porte alla sua sinistra.

Schizzó via come un proiettile ed entró nella saletta senza bussare, e quando la vide per poco non gli si fermó il cuore. Era sdraiata su un lettino con gli occhi chiusi e un enorme cerotto su un lato della fronte, a parte qualche graffio e livido sul viso e il colorito cereo, sembrava che stesse bene. Le si avvicinó e le prese una mano.

-Oscar tesoro...- la chiamó piano accarezzandole una guancia con la mano libera –amore apri gli occhi e dimmi che stai bene-

Le palpebre tremarono e poi comparvervo i suoi occhi blu leggermente offuscati.

-André....-

-Dio ti ringrazio!- le acarezzó le labbra con le proprie, stava quasi male dal sollievo –mi hai fatto prendere un colpo-

-Mi spiace, tutta colpa dell’albero- stava cercando di fare dello spirito ma la testa le doleva troppo.

-Come stai? Cosa é successo?-

-Il dottore dice che ho una leggera commozzione cerebrale e che devo rimanere sotto osservazione per stanotte, il cerotto é per il taglio, mi ha messo quattro punti. Per il resto avró una serie di lividi e contusioni che mi costringeranno a letto per il resto del nostro soggiorno, mi spiace, non volevo rovinare la nostra prima vacanza insieme-

-Figurati, tanto il letto é l’unico posto dove avevamo deciso di passare la maggior parte del nostro tempo- con un sorriso rassicurante le baciò di nuovo, non riusciva a smettere di toccarla –dimmi come ti sei fatta male-

-Non devo aver allaciato bene uno degli sci...si é sganciato dallo stivale e non sono riuscita ad evitare un grosso abete, mi sarei rotta l’osso del collo se non fossi riuscita a rallentare con quello rimasto-

-Sei stata molto fortunata. Ora riposati, io vado a parlare con il dottore-

-Daccordo...- stanca richiuse gli occhi

Il mattino dopo venne dimessa, con la raccomandazione di non strapazzarsi e di riposare per un paio di giorni, avviso che André le fece seguire alla lettera, anche se le tenne compagnia per tutto il tempo e riuscrono a divertirsi comunque, alla fine dispiacque ad entrambi dover andare via così presto.

Un uomo in tuta da sci e occhiali scuri li stava osservando partire dalla finestra della sua stanza, quando ad un tratto il cellulere posato sul davanzale squillò.

-Cosa hai scoperto?- chiese la voce all’altro capo.

-Non é stato un incidente- rispose l’uomo lanciando un’occhiata al paio di sci posati contro il muro –gli sci sono stati manomessi-

-Capisco. Torna alla base, si entra in azione il prima possibile- la comunicazione fù subito interrotta.

  
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