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Autore: VeganWanderingWolf    21/05/2010    0 recensioni
non saprei proprio come introdurre. forse č una specie di canzone. con una volpe che ritorna e fa quindi da ritornello
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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che razza di tempi erano quelli

in cui noi

in cui noi da qualche parte

qualcuno di noi azzeccava una frase

tempeste di silenzi

o risate che si infrangevano alle stelle

che razza di tempi

cosė lontani, miglia e miglia

e ancora accanto al mio orecchio

voci disperse

custodite gelosamente

 

e un gufo

un gufo viene a posarsi sull'albero davanti alla finestra e mi chiama addosso i sogni

vola via prima che mi risvegli

 

che razza di pensieri

colano tra le pareti del cranio saldate

colorano i capelli e gli occhi

e un istante dopo non sono pių lė

ma in qualche modo le afferro

manciate di sguardi

attraverso folle di persone

attraverso maree di niente che ci desse niente

ma una rete invisibile e tangibile

una rete di occhiate

per ritrovarsi appigli reciproci

di cui fidarsi sempre

anche per gli errori

 

e un gufo

un gufo da qualche parte mi spia le spalle e il collo e cerca di leggere nelle mie

interiora il futuro

non so che vede, ma tiene d'occhio e non dice niente

 

che razza di parole

parole che trafiggono gli spazi

come lame

e fissano tacche che noi soli leggiamo

cosė ci orientiamo per ritrovarci

ritrovare attraverso il tempo

trovarci con il pensiero rivolto a loro

loro che non dicono niente

ma quello che hanno detto č proprio qui

nelle orecchie

e il loro contatto ancora caldo sulle mani

attraverso ogni fredda distanza

la resistenza fiorisce lentamente paziente

florida nell'attesa

del ricongiungimento

 

e un gufo

un gufo mi prende dalla testa le parole e le porta via, magari a coloro a cui sono

rivolte

o forse da nessuna parte

 

e un gufo

un gufo che vola apparentemente senza direzione sembra sapere esattamente

dove andare

voglio credere che la direzione sia giusta

 

che strano modo č questo

tracciare segni su un foglio

e affidarlo a sconosciuti

mancanza di codici

mancanza dei nostri modi

dei nostri tempi e momenti

per scambiarci occhi o parole

sguardi o silenzi

mentre ormai qui

qui rimangono solo pensieri affaticati

si trascinano a morire sull'impotenza

come animali feriti da troppi colpi

e qui, qui dove batte la loro assenza

il cuore tace

e aspetta

 

e un gufo

un gufo si siede di fronte a me per bere, nei suoi occhi spettri presenti e passati

non ha nulla da dirmi prima di spiccare il volo

 

e di quel gufo

di quel gufo vedo la traiettoria di ali fumo disegnarsi nel contenuto del bicchiere

ovunque sia diretto gli auguro buona fortuna, anche per la deriva

 

forse il problema č facile

che siano solo idee, che siano solo modi

diversi, quanto?

eppure diventano tutto

diventano il no se ti offre da bere

la mano che prima e dopo ti colpisce

la mano che porta via

ha portato via loro

loro quelli con cui bere aveva senso

li ha messi in gabbia come canarini

e loro no, so che non cantano per quelle mani

cantano per , se cantano

cantano per noi, se cantano

qui si balla, si beve, si canta per loro

e un cappello ci fissava dalla cima

di una bottiglia vuota

segnava la direzione del vento

o non segnava niente di pių e di meno

della direzione che prendono i nostri pensieri

via su oltre quelle montagne, e aldilā...

tre punti cardinali

il quarto, il quarto siamo noi

 

e il gufo

il gufo la sua ombra inghiottita dalla nebbia non ha bisogno di alcun riferimento

scioglie nell'umiditā dell'aria qualsiasi cosa, nebulosamente

 

e un gufo

un gufo ha capito che non ho pių niente oggi da ballare, cantare e rimuginare

egli si sveglia quando noi chiudiamo gli occhi, e in silenzio porta via le nostre fatiche su penne grigie

  
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