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Autore: LunaMirtilla    01/09/2005    2 recensioni
Tutto può succedere. Anche che un ragazzo pacifico come Tom Riddle diventi l'essere più spietato del mondo dei maghi.
Ma come?
La mia prima storia seria, con la quale voglio dimostrare che ogni cosa ha un perché, anche se crudele, e che nel mondo non sono sempre i buoni a vincere.
Avvertimento: forse questa storia può risultare incompatibile con la serie di Harry Potter. Questo perché l'ho scritta basandomi solo sui primi cinque libri della saga. Per cui, vi prego di non considerare tutti i particolari del sesto e settimo libro che potrebbero smentire la mia versione.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una luce abbagliante gli invadeva le palpebre socchiuse, ed uno strano, familiare calore riportava i battiti del suo cuore ad una velocità regolare.
Tom aprì gli occhi, e vide un uomo con un lungo cappello a punta chino su di lui. Silente. Una montagna di pensieri cominciò a vorticare nella sua mente.
Vide nuovamente le immagini legate ai suoi ricordi susseguirsi come in un flash, e poi lo ricordò di nuovo. Vide quel dissennatore chino su di lui, con la bocca (se così si poteva chiamare quella specie di buco insanguinato) spalancata, pronta ad ingoiare la sua anima.
E dopo, cos'era successo?
Sentì Silente parlare. Le parole erano confuse, tutto rimbombava nella sua testa, ma Tom cercò comunque di afferrare il discorso.
-Riddle,- disse -voglio che tu sappia che non ti punisco solamente perché credo tu ti sia spaventato abbastanza, per oggi.-
Decine di occhi curiosi lo fissavano da lontano.
La vista del ragazzo si delineò un poco, e gli permise di fissare la stanza.
Si trovava ancora nello scompartimento dell'espresso per Hogwarts, accanto al professore di Transfigurazione, mentre Nagini schiamazzava appeso al porta-valigie e decine di studenti si accalcavano al vetro della porta per osservare la scena.
-C-cosa è s-successo?- Balbettò. Si accorse con riluttanza che stava tremando.
Silente sorrise. Forse non era arrabbiato. Forse Tom aveva qualche possibilità.
-Il tuo patronus, o quello che sarebbe dovuto essere il tuo patronus, si è dimostrato alquanto debole, rispetto al mio. Quindi, la prossima volta ti consiglio di non sottovalutarmi e lasciarmi affrontare le cose da solo, senza esporti inutilmente al pericolo.-
Il ragazzo sopirò.
Silente aveva ragione. Era stato uno sciocco a gettarsi tra i dissennatori così, pur sapendo che non aveva la minima possibilità di facilitare il compito al professore. Anzi, lo aveva intralciato.
E allora perché si era buttato a capofitto nel pericolo un'altra volta?
-Per un attimo, ho temuto di essere morto.- disse in tono cupo.
Silente prese a rovistare nella sua valigia nera, con la fenice che canticchiava sulla sua spalla. -Ci sono cose peggiori della morte, ragazzo. Ma ti auguro di non approfondire mai quest'argomento.-
Tom sbuffò, ed un nodo gli si strinse alla gola. Le cose non sarebbero dovute andare così.
-Professore,- disse -mi sono già trovato di fronte ad un dissennatore, in precedenza. Ma non è andata così male.- rifletté.
Silente gli porse un pezzo di quello che aveva mangiato per tutto il secondo anno, durante le lezioni anti-dissenatore che il Ministero della Magia aveva imposto a tutti i giovani maghi, dall'inizio della Seconda Guerra dei Mostri. Cioccolato.
-I dissennatori non sono una cosa semplice da affrontare, per degli studenti della scuola di magia. In precedenza all'inizio della guerra venivano studiati non prima del settimo anno. A volte capita di lasciarsi invadere dalla paura, dal gelo; soprattutto quando la mente è più esposta alla tristezza, piuttosto che ai ricordi felici.-
Tristezza? Ricordi felici?
Cosa c'era di diverso dal solito, nella sua mente?
Un dissennatore non era mai stato un problema per lui, prima di quel momento. Non c'era nulla di eccessivamente triste, nella sua testa.
O forse..il nodo alla gola gli si strinse ancora più forte...forse era per via di Tom Riddle...
-Non c'è niente che non va, oggi, nella mia testa.-
Silente gli lanciò un'occhiata con quei suoi penetranti occhi azzurri, e Tom temette che potesse leggergli nel pensiero (espressione tipicamente babbana).
Dopotutto non era difficile penetrare nella sua mente, già indebolita dal gelo del dissennatore, e dai ricordi bui.
Si impose di fare quello che aveva duramente imparato durante il suo terzo anno di scuola. Ricacciò i ricordi in un angolo remoto della sua mente, e prese a pensare al vuoto, al nulla. Era sempre stato molto abile in questo.
Ma Silente si voltò e prese ad accarezzare la fenice, come se niente fosse.
La testa di Tom tornò bruscamente alla realtà.
Che sciocco, un professore che legge nel pensiero? Si rimproverò solo per averlo insinuato. Forse il professor Fatch poteva fare cose del genere. Ma Silente aveva un'aria che ispirava fiducia, al contrario di lui.
Il treno si fermò davanti alla stazione di Hogwarts, e gli studenti cominciarono a riversarsi nelle carrozze nere, trainate dai thestral.
Tom, sinceramente, non aveva mai capito cosa fossero i thestral, e perché si dicesse portassero tanta sfortuna. Non vedeva niente, trainare le carrozze.
Purtroppo, non sapeva che li avrebbe visti molto presto.
Scese dal treno ed oltrepassò un gruppetto di studenti che stavano scendendo al lago.
Bambini del primo anno...
Ricordò che dopo avrebbe dovuto far fare a tutti i nuovi Serpeverde un giro turistico per i sotterranei del castello. Dopotutto era un prefetto.
Forse, a pensarci bene, quando frequentava il primo anno non gli sarebbe piaciuto per niente essere definito un bambino. Pazienza.

Il soffitto della Sala Grade non era mai stato così scuro. Una fitta cortina di nuvole ricopriva le centinaia e centinaia di candele accese che rischiaravano la sala.
Il tavolo di Serpeverde era stranamente rumoroso, quel giorno.
Il Cappello Parlante aveva assegnato alla sua casa ben dieci nuovi alunni, tra cui un ragazzino biondo con un ghigno malvagio sul volto, che ora discuteva animatamente con il suo vicino nel bel mezzo del discorso di inizio anno.
Tom Riddle non aveva mai ascoltato con tanta attenzione le parole del preside Dippet. Era così concentrato da riuscire a cogliere ogni sua singola lettera ignorando la confusione che proveniva dal suo tavolo.
-Mi confesso preoccupato.- diceva l'uomo -La situazione non è mai stata così critica dall'inizio della guerra. Mai, prima d'ora, i mostri si erano spinti così vicini al castello. Mai avevano attaccato un treno carico di studenti. Fortunatamente, il loro attacco non ha provocato danni gravi a niente e nessuno.- prese a fissare il ragazzo con una nota di rimprovero, e Tom sentì centinaia di sguardi posarsi su di lui -Ma la cosa peggiore, è che potrebbe non essere finita qui. Hogwarts non è mai stata così esposta al pericolo prima d'ora. I dissennatori ed i goblin potrebbero invadere ancora il terreno del castello. Per questo io vi chiedo la massima collaborazione nel rispetto delle regole speciali che sono state adottate contro il pericolo imminente. I cancelli ed i portoni i Hogwarts saranno tenuti chiusi giorno e notte. Saranno annullati i fine settimana ad Hogsmade. Le attività all'aperto si svolgeranno d'ora in poi in aule chiuse. In fine...confesso che mi duole molto annunciarlo... sarà annullato anche il campionato di Quidditch.-
Un'ondata di proteste invase la Sala Grande. Alcuni studenti si alzarono in piedi, e cominciarono ad urlare, altri presero a battere sui tavoli con le mani.
Tom si limitò a sbuffare, contrariato.
Ma Dippet riportò presto la calma. -Capisco che può sembrarvi ingiusto. Ma abbiamo deciso tutto questo per garantire agli studenti sicurezza ed incolumità all'interno del castello.-
I mormorii si affievolirono.
-Lo so che è triste. Ma questa è la guerra, ragazzi.-
  
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