Personaggio: Regulus Black
Prompt: 23. Sogno
Rating: verde
Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling
Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/
L’ultimo inganno
Da quanto tempo non metteva piede
in quella stanza? Probabilmente anni. Gli ricordava troppi brutti
momenti per
desiderare di tornarci. Quel giorno però era diverso dal
solito. Aveva così
tanti pensieri orrendi e terribili, che qualsiasi ricordo, anche il
più
angosciante, lo avrebbe fatto stare meno peggio. Ricordare le
sofferenze
passate lo faceva sentire vivo, gli dava la conferma di essere
esistito, un
tempo.
Non sapeva nemmeno perché vi era
voluto entrare: non c’era nulla di interessante, anzi, era
piena di motivi per
irritarsi. Ma aveva già fatto il giro di tutta la casa di
Grimmauld Place,
tanto valeva passare per l’ultima volta anche lì.
Fino a qualche tempo prima, ogni
volta che fissava quella porta chiusa dalla parte opposta del
pianerottolo,
aveva avuto sempre l’impressione che da un momento
all’altro si sarebbe aperta,
e che Sirius ne sarebbe uscito tranquillamente, magari con la sua
solita
espressione altera e l’aria strafottente.
Quella volta però non ebbe
nessuna sensazione simile. Quando entrò nella stanza
orribilmente invasa dai
colori rosso e oro, si aspettava di trovarla esattamente
com’era, vuota e
impolverata. L’idea che Sirius fosse vicino era ormai
talmente assurda che
Regulus la aveva abbandonata da un pezzo.
Tuttavia anche quella stanza,
come tutte le altre, gli ricordava episodi dimenticati di quando la sua
vita
era più felice, se mai lo era stata. Ricordava ancora quando
avevano litigato
per uno stupido unicorno di peluche e lui aveva sfidato il buio e gli
spettri
immaginari che lo popolavano per riportarglielo in piena notte. Gli era
sembrato così difficile affrontare un’impresa del
genere, e adesso, se pensava
a cosa lo attendeva, si sentiva mozzare il respiro.
Sirius non avrebbe saputo quello
che lui aveva fatto; lo avrebbe considerato un vigliacco senza
cervello. Ma
chissà se avrebbe sofferto per la sua morte. Forse avrebbe
rimpianto anche lui
quei tempi in cui erano andati d’accordo. Perché
c’erano stati, anche se ormai
erano troppo lontani per sembrare reali.
Decise di essersi crogiolato nei
ricordi anche troppo. Sapeva che, se avesse continuato a rievocare
momenti
ormai passati per sempre, non avrebbe più voluto smettere. E
invece doveva
concentrarsi su quello che doveva fare, controllare il terrore e
raccogliere
tutta la determinazione che poteva avere.
Non appena si chiuse alle spalle
la porta della camera un tempo appartenuta a Sirius, la voce di
Walburga lo
fece sussultare.
“Regulus?”
Per un solo istante credette che
sua madre lo avesse visto uscire da quella stanza e non
riuscì a trovare una
scusa valida per giustificarsi: non che fosse vietata, ma nessuno vi
era più
entrato, a parte per gli inutili tentativi di annullare
l’effetto degli
incantesimi di Adesione Permanente che Sirius vi aveva apposto.
In realtà, un secondo dopo si
accorse che Walburga non era lì, ma che lo aveva chiamato
direttamente dal
salotto. Un po’ sollevato, Regulus si affrettò a
scendere le scale e a
raggiungerla.
Walburga si trovava in piedi
davanti alla finestra, e stava dando una sfilza di ordini a Kreacher.
“… e poi devi lavare le
tende,
soprattutto queste”.
“Kreacher provvederà
subito”
rispose l’elfo domestico.
Regulus si schiarì la voce,
cercando di sembrare naturale.
“Mi avete chiamato, madre?”
chiese.
Walburga si voltò verso di lui e
annuì. Gli fece cenno di avvicinarsi e, a sua volta, si
accostò all’arazzo di
famiglia. Regulus aveva difficoltà a guardarlo senza
mostrare alcuna emozione,
perché vi vedeva già apparire, proprio sotto il
suo nome e accanto alla data di
nascita, anche quella di morte.
“Stavo pensando…”
esordì
Walburga, che insolitamente esitava. Sembrava che quello che stava per
dire le
costasse uno sforzo immane: il viso duro e sottile era contratto in
un’espressione irritata e rassegnata al tempo stesso.
“Visto che a Natale verrà
a cena tutto il resto della famiglia, credo che dovresti invitare anche
la tua…
fidanzata”. L’ultima parola la pronunciò
a denti stretti. “Per presentarla
ufficialmente” aggiunse.
Regulus s’incupì. Sua madre
doveva aver elaborato quel pensiero in giorni e giorni di riflessioni.
Non le
aveva detto nulla sul suo allontanamento da Rachel, quindi lei pensava
che tra
di loro andasse tutto bene, anche se non ne era mai troppo contenta.
Lanciò un’occhiata rapida
all’albero genealogico. Alphard lo aveva avvertito, sapeva
che sarebbe
successo. Walburga cominciava a preoccuparsi per la sopravvivenza della
famiglia e si era accontentata di quello che aveva: Rachel non le
andava a
genio, ma meglio lei che l’estinzione. Regulus immaginava che
sua madre avrebbe
cercato di convincerlo a sposarsi, nonostante fosse ancora molto
giovane. La
famiglia, del resto, veniva sempre prima di tutto, anche dei desideri
individuali.
“La inviterò”
mentì, anche se
sapeva che non sarebbe mai arrivato a Natale. Era la risposta che la
donna
aspettava di ricevere.
“Lei ha una vaga idea di come ci
si comporta in queste occasioni?” chiese Walburga, scettica.
“Non vorrei che ci
facesse fare una brutta figura…”
“Sì, non
preoccupatevi”.
“Almeno questo... Spero solo che
sia la ragazza giusta. Lo sai che ci serve un erede maschio”.
“Lo so, madre. Ve lo darei anche
subito, se fosse possibile, ma vi prometto che non vi
deluderò”.
Bugiardo. Tutte promesse
che non posso mantenere.
Le aveva giurato che avrebbe
tenuto alto l’onore dei Black, che avrebbe servito il Signore
Oscuro e che
avrebbe impedito che la famiglia si estinguesse. Quanti dei suoi
impegni era
riuscito a portare a termine? Forse solo il primo. Ma dopo quella sera
sarebbe
stato del tutto inutile.
E la cosa che gli faceva più male
in quel momento era quella che per anni lo aveva reso felice: Walburga
lo stava
guardando con l’espressione orgogliosa che aveva riservato
sempre e solo a lui.
Nessun altro poteva sostenere di essere stato guardato così
da quella donna
glaciale. Era il suo preferito, da sempre. Vederla così
fiera di lui gli aveva
sempre dato la certezza di non essere solo uno strumento al servizio
della
famiglia ma anche un figlio amato veramente.
Per questo non riusciva a
rimproverarle nulla, neanche la decisione fatale di spingerlo tra le
grinfie di
Voldemort. Non aveva mai voluto far sparire il suo sguardo fiero da
quegli
occhi di ghiaccio. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, pur di
ricevere anche
solo una dimostrazione di affetto.
Perdonami, madre. Non
sono perfetto come credi. Non vorrei farti
soffrire. *
Avrebbe voluto dirglielo davvero,
e non solo mentalmente. Ma avrebbe voluto tante cose irrealizzabili.
“Lo so che non mi deluderai. Non
l’hai mai fatto” disse la donna, ignorando quello
che avveniva dentro il
figlio.
No, non dire
così, madre! Sarò proprio io la tua ultima
delusione,
pensò, cercando di mascherare la propria disperazione. Saresti fiera di me anche se sapessi che ho tradito
il Signore Oscuro?
Lui è un mostro, si allea anche con gli ibridi. Non gli
importa niente dei
diritti dei Purosangue. Gli serviamo solo per salire al potere. Se lo
sapessi
approveresti la mia scelta, ne sono sicuro… credo. Sto
cercando di fare
qualcosa di buono. Non è questo il compito dei Purosangue,
occuparsi della
comunità magica e difenderla? I Black non devono servire
nessuno né umiliarsi.
È quello che mi hai sempre insegnato…
Ma lei non avrebbe mai saputo
niente di tutto ciò. Sarebbe rimasta sola e senza un futuro.
Perdonami, se puoi.
“Madre, vorrei avvertirvi che
questa sera potrei tornare più tardi del solito”
disse, dopo essersi schiarito
la voce. La gola gli bruciava.
Walburga annuì. Non sapeva che in
realtà lui non sarebbe più tornato.
Regulus la salutò, incamminandosi
fuori dal salone, ma si fermò sulla soglia, voltandosi a
guardarla un’ultima
volta.
Rimase così per alcuni secondi,
ma poi la donna intercettò il suo sguardo, e lui si
affrettò ad uscire e riprese
a salire le scale. Dentro la tasca, la sua mano era stretta intorno al
medaglione falso: era un cimelio di famiglia che aveva recuperato poco
tempo
prima dalla soffitta. Lo aveva scelto apposta: sostituire
l’Horcrux con un
oggetto appartenuto ai Black in qualche modo sarebbe stato come
ribadire che
anche la sua casata aveva contribuito alla lotta contro Voldemort.
Il suo ruolo sarebbe stato
essenziale: lo avrebbe reso di nuovo mortale, così qualcuno
un giorno avrebbe
potuto ucciderlo direttamente. Chiunque sarebbe stato, gli
augurò tutta la
fortuna del mondo.
Quell’anno aveva iniziato a
nevicare in anticipo, anche se era soltanto novembre, pensò,
guardando i
fiocchi soffici e candidi cadere dal cielo nero. Anche la luna era
coperta dai
nuvoloni che incombevano su Hogsmeade.
Regulus lanciò un’occhiata in
lontananza, in direzione delle montagne. La neve non era fitta, ma il
castello
di Hogwarts era ugualmente difficile da scorgere. Poté
vedere solo una miriade
di lucine ravvicinate, le finestre della scuola. Stringendosi nel
cappotto e
tremando dal freddo, provò a immaginare il calore festoso
della Sala Grande
illuminata dalle candele sospese in aria e il chiacchiericcio degli
studenti
intenti a divorare la cena. O forse a quell’ora la cena
doveva essere già
finita. Probabilmente erano tutti nelle loro sale comuni.
Regulus diede un’occhiata
all’orario. Erano le dieci passate. Non avrebbe potuto
aspettare ancora per
molto. E se non si fosse presentata? Per un attimo la
immaginò mentre, dopo
aver ricevuto la sua lettera via gufo, la inceneriva con un colpo della
bacchetta, furiosa.
In quel momento tuttavia i suoi
sospetti furono smentiti non appena udì il rumore di una
Materializzazione
all’inizio del vicolo.
Il cuore iniziò a battergli come
mai prima di allora, facendolo sentire di nuovo emozionato e
speranzoso, anche
se fino a quel momento si era considerato solo un morto che camminava.
Nonostante i passi appesantiti e il suolo innevato e scivoloso, per lui
fu incredibilmente
facile raggiungere quella figura che aveva temuto di non poter
più rivedere.
“Che cosa vuoi?”
La voce di Rachel era fredda e
rigida, ma lui non fece caso al suo tono. Quando finalmente
poté perdersi di
nuovo nei suoi occhi scuri, ne fu talmente felice che per la prima
volta riuscì
a dimenticare la paura che lo tormentava da giorni, o forse mesi.
“Grazie per essere venuta”
disse.
Anche se non era la risposta che lei voleva sentire, Regulus la disse
con tutto
il cuore: quello di incontrarla era il suo ultimo e più
grande desiderio.
“Ho dovuto inventarmi
un’emergenza sul lavoro per convincere i miei a farmi uscire
da sola a
quest’ora, quindi mi auguro che tu abbia una buona
giustificazione per avermi
chiesto di raggiungerti qui” fece lei, aspra.
“C’è una cosa che
voglio farti
sapere” rispose Regulus, mentre l’angoscia tornava
a tormentarlo.
Rachel lo guardò, in attesa che
lui parlasse. Regulus abbassò lo sguardo: come sempre, gli
riusciva meglio dire
certe cose quando non incrociava il suo.
“Avevi ragione” ammise, dopo
alcuni interminabili secondi di silenzio. “Avevate ragione
tutti. Ho commesso
un terribile sbaglio, me ne rendo conto, ora”.
La sentì trattenere il respiro e
tornò a guardarla. Rachel non aveva più lo stesso
atteggiamento scostante di prima.
Dai suoi occhi traspariva un’evidente incredulità
e una domanda che la bocca
non riuscì a formulare.
“Non voglio più essere un
Mangiamorte” confermò lui.
Rachel ne fu talmente colpita che
fu costretta a cercare un appoggio, tendendo il braccio
all’indietro e posando
la mano sul muro del vicolo. Era difficile capire cosa stesse provando
in quel
momento: il suo viso mostrava una miriade di emozioni diverse, dallo
stupore al
sollievo, dal terrore alla rabbia.
“L’hai capito,
finalmente” disse
infine, cercando di mantenersi fredda come prima, invano. “Io
te lo avevo
detto!”
La sua voce era rotta
dall’angoscia.
“Lo so. Sono stato un perfetto
idiota” ammise Regulus. “Non ho nessuna
giustificazione per quello che ti ho
fatto passare. Scusami”.
Rachel lo guardò dritto negli
occhi per alcuni istanti, poi esitò: sembrava incerta su
cosa fare, anche se
per un solo istante era sembrato che volesse sfiorarlo.
“Che cosa ti ha fatto cambiare
idea?” chiese infine, con un tono ancora severo.
“Tante cose, ma soprattutto ho
capito che Tu-Sai-Chi ci usa solo come suoi schiavi e non guarda in
faccia
nessuno per ottenere quello che vuole. Credevo di essere nel giusto e
invece
voleva solo trasformarmi in un assassino… e io non ho
intenzione di
diventarlo”.
Rachel adesso era spaventata e
tremava. Il suo terrore strideva con il tono deciso che Regulus aveva
usato.
“Non ho mai smesso di pensare a
quello che mi hai detto l’ultima volta che ci siamo
visti” proseguì lui. “Mi
vergogno di quello che ho fatto ma, anche se ho fatto una scelta
sbagliata,
facendoti credere di contare meno di Tu-Sai-Chi, ti giuro che in questi
giorni sei
stata il mio pensiero fisso. So che non ho scuse, ma ti chiedo lo
stesso di
perdonarmi, se puoi”.
Rachel non riuscì a fingersi
indifferente come prima; si staccò dal muro e lo strinse in
un abbraccio
silenzioso.
Regulus si sentì scaldare con
un’intensità che aveva dimenticato e la strinse a
sua volta. Non aveva osato
sperare di poterla avere così vicina, prima di quel momento.
Quasi in uno stato
di trance, affondò il viso tra i suoi capelli inumiditi dai
fiocchi di neve, inebriandosi
del loro profumo, e la sentì rabbrividire. Tenendo gli occhi
chiusi, non gli fu
difficile estraniarsi da tutto ciò che li circondava e
cercò di assaporare ogni
singolo istante di quell’abbraccio. Sarebbe rimasto ore e ore
a bearsi di lei e
ad ascoltare il battito del suo cuore contro il proprio petto.
Ma anche quel sogno svanì troppo
presto. Rachel si ritrasse lentamente e lo guardò,
pallidissima.
“Non preoccuparti” disse.
“Nasconditi a casa mia, ti proteggeremo noi. Non
permetterò che Tu-Sai-Chi ti
torca un solo capello”.
Regulus ebbe un tuffo al cuore.
Quanto gli sarebbe piaciuto poter accettare…
“Non posso, ti metterei in
pericolo”.
“Non essere stupido!”
sbottò lei,
innervosita. “Lui ti troverà, se non ti
nascondi!”
“Non mi troverà”.
Rachel emise una sorta di ringhio
furente e spaventato al tempo stesso.
“Dovresti conoscerlo meglio di
me. Ti ucciderà! Ti prego, cerca di
ragionare…”
“Rachel, ascolta” la
interruppe
lui, ostentando una calma e una sicurezza che non aveva. “Non
ho voluto
incontrarti per chiederti aiuto. So quello che devo fare
e…”
“Che cosa devi fare?”
Regulus esitò.
“Non posso dirtelo. Mi dispiace,
ma non posso dirti nulla: sarebbe troppo pericoloso. Se te lo dicessi,
dovrei
farti un incantesimo di memoria, e non sarebbe sufficiente: Tu-Sai-Chi
sa
infrangerli con la tortura”.
“Ma…”
provò a ribattere Rachel,
ma lui la interruppe.
“Fidati di me. L’unica cosa di
cui mi preoccupo è che tu sia al sicuro. Ascoltami bene,
adesso, è importante. Se
mi scopriranno, stai molto attenta a chi ti chiede se sai qualcosa. Non
fidarti
di nessuno, nemmeno delle persone che consideri amiche. Nessuno,
nemmeno di
Barty”.
“E perché?”
“Tu fai come ti dico e basta”
tagliò corto Regulus. Non voleva riferirle il vero motivo:
meno cose sapeva e
meno rischi avrebbe corso. “E poi non dire che ci siamo
incontrati, stasera”.
Rachel sul momento rimase con la
fronte corrugata: non capiva il motivo di tutti quegli avvertimenti, ma
probabilmente
decise di fidarsi di lui, perché non insisté.
Regulus rabbrividì quando gli
prese il viso tra le mani.
“Potrò rivederti?”
Qualcosa di molto simile a piombo
sembrò riempirgli lo stomaco. Non poteva dirle tutta la
verità nemmeno - e
soprattutto - quella volta, altrimenti lei gli avrebbe impedito di
andarsene con
tutti i mezzi che aveva a disposizione.
“Non ci vedremo per… un
po’”
rispose, tenendo lo sguardo basso.
Perdonami anche tu.
La stava ingannando di nuovo, per
l’ultima volta.
Rachel aveva di nuovo gli occhi
lucidi e arrossati.
“Vuoi scappare, vero?” chiese.
“Te ne vuoi andare dall’Inghilterra? Allora fammi
venire con te. Non mi importa
dove andremo, voglio soltanto stare insieme a te”.
“Non è detto. In ogni caso,
se
scappassi con me, Tu-Sai-Chi capirebbe che siamo insieme, e se la
prenderebbe
con la tua famiglia per farci uscire allo scoperto. È per
questo che devi
fingere di non voler avere più nulla a che fare con me.
Racconta in giro che mi
odi, che mi hai dimenticato, qualsiasi cosa, basta che tu non sia in
pericolo
per colpa della mia stupidità”.
“Scusa tanto, non pensi che, nel
caso in cui Tu-Sai-Chi utilizzasse la Legilimanzia su di me, potrebbe
vederci
insieme qui, in questo momento?” osservò lei.
Regulus rabbrividì al solo
pensiero, ma cercò di rispondere in maniera sensata.
“Lui non ti conosce e non sa che
io… insomma, in che rapporti siamo. Per questo devi fingere
di non avermi più
voluto vedere”.
L’unico che avrebbe potuto riferire
a Voldemort di Rachel era Barty, ma quest’ultimo sapeva che
lei e Regulus non
si fossero più parlati, ed era probabile che avrebbe chiesto
informazioni
direttamente a lei, ma senza aggredirla: Voldemort non avrebbe voluto
che la
sua copertura saltasse per colpa di un povero idiota che aveva deciso
di
tradirlo. Per fortuna, il Signore Oscuro commetteva spesso
l’errore di
sottovalutare gli altri.
“Io non potrei neanche fingere di
odiarti…”
Rachel ormai non riusciva più a
trattenere le lacrime e si abbandonò a piangere sulla sua
spalla.
“Accidenti a te, mi hai fatto
diventare una fontana vivente!” singhiozzò.
Regulus non riuscì a replicare
perché, a differenza di lei, sapeva che non si sarebbero
più rivisti. Mentre le
accarezzava la nuca, pensò con orrore a come lei avrebbe
reagito quando la
comunità magica avrebbe diffuso la notizia della sua morte.
Era più preoccupato
per quanto Rachel avrebbe sofferto che per se stesso.
“Dovrai essere forte” le
sussurrò, anche se lei per il momento non capiva fino a che
punto. “So che lo
sei. Sei la ragazza più straordinaria che abbia mai
conosciuto. È soprattutto per
merito tuo che sono cambiato. Grazie per essermi sempre stata
vicino”.
Si impose di non dire altro: era
già abbastanza strano che le stesse confessando tutte quelle
cose che non avrebbe
mai detto, in condizioni di normalità, neanche sotto
tortura; non voleva che
lei si insospettisse per quel suo strano comportamento. Avrebbe voluto
dirle
molto di più, ma si trattenne.
Rachel lo fece avvicinare ancora
di più e lo baciò lentamente, come se in quel
modo potesse posticipare il
momento in cui si sarebbero dovuti salutare. Mentre ricambiava, Regulus
si
maledisse un’altra volta nel pensare a tutto quello che aveva
perso.
“Non potremo restare in contatto,
vero?” chiese lei poco dopo, anche se non aveva bisogno di
una risposta.
Regulus scosse la testa. Esitò
per alcuni istanti, ma poi si decise: non poteva mica portarselo
dietro, quindi
era giusto che andasse a lei. Infilò la mano nella tasca
opposta a quella
contenente il medaglione e ne estrasse qualcosa di piccolo e tondo, e
lo lasciò
sul palmo della mano di Rachel: era l’anello che Alphard gli
aveva regalato
qualche giorno prima.
“Avrei voluto dartelo in
un’altra
occasione. Adesso è inutile chiederti di diventare la mia
fidanzata ufficiale,
ma almeno saprai che con te ho sempre fatto sul serio”.
Almeno avrai qualcosa che
ti faccia ricordare di me. Non dimenticarmi.
“Regulus…” disse
Rachel, colpita
ed emozionata. Lo abbracciò di nuovo e lui si
sentì quasi male, pensando alle
sofferenze che la aspettavano.
Non te le meriti. Ti
meritavi qualcuno migliore di me. Perdonami…
“Scusa, ma è meglio che
vada”
disse, cercando di non lasciarsi andare, altrimenti non avrebbe
più avuto il
coraggio di entrare nella caverna. “Non ho molto
tempo”.
Rachel sussultò e cercò di
trattenerlo.
“Aspetta, ti prego, ancora un
po’”.
“Non posso”.
Lei non allentò la presa sul suo
polso, disperata. Per un attimo, Regulus scorse una luce sospetta nei
suoi
occhi e temette che volesse Schiantarlo per impedirgli di andarsene.
Allarmato, si liberò dalla sua
stretta con difficoltà, perché nemmeno lui
avrebbe voluto. Alla fine, però, Rachel
sembrò arrendersi.
Lui fece un passo indietro ma un
attimo dopo lei lo raggiunse di nuovo e si strinse a lui, appoggiando
la tempia
sul suo petto.
“Lo sai che ti amo, vero?”
Regulus per un attimo pensò che
sarebbe stato meglio se lei non avesse provato proprio nulla; almeno
non
sarebbe stata condannata a soffrire. Però il significato di
quelle parole lo
scosse così tanto che non poté restare
indifferente.
“Anche io” ammise, sempre
più
addolorato, senza riuscire a sostenere l’intensità
dello sguardo che Rachel gli
aveva rivolto. Le sfiorò le labbra con un ultimo bacio,
smarrendosi per alcuni
istanti in quel sogno che voleva non finisse mai.
Poi si allontanò di nuovo,
stavolta di qualche passo, e le lanciò un’ultima
occhiata. Lei non accennava ad
abbassare lo sguardo e continuava a fissarlo come se in quel modo
potesse
impedirgli di andarsene.
E invece, senza staccare gli
occhi da lei e cercando di farsi coraggio, Regulus girò su
se stesso e
scomparve alla sua vista.
La cucina di Grimmauld Place era
immersa in un silenzio quasi assordante. Regulus avanzò
lungo il lato del
tavolo, a tentoni: non voleva accendere la luce per non correre il
rischio di
svegliare Walburga. Socchiudendo gli occhi, scorse nel buio
l’armadio in fondo
alla stanza.
Cercando di fare il minimo rumore
possibile, aprì l’anta di destra. Aveva il respiro
affannato e le mani gli
tremavano quando ne posò una sulla spalla di Kreacher e lo
scosse
delicatamente.
L’elfo domestico si destò dal
sonno,
confuso, e puntò gli occhi appannati su di lui.
“Padron Regulus!”
gracchiò, ma
Regulus gli fece segno di abbassare la voce.
“Kreacher, devo chiederti un
favore” bisbigliò, con il fiato corto e la fronte
imperlata di sudore
ghiacciato.
“Kreacher è pronto a
obbedire”
disse l’elfo, districandosi dalle coperte e uscendo dalla
propria tana.
“Devi portarmi nella caverna in
cui sei stato con il Signore Oscuro” disse Regulus,
rabbrividendo.
Anche se era buio, aveva la
certezza che Kreacher avesse iniziato a tremare a sua volta.
L’elfo lo fissò
con un’espressione colma di orrore.
“P-padrone, se mi è
concesso…
quel posto è pericoloso. N-non è adatto
a…”
“Mi ci devi portare stanotte,
Kreacher. E non fare domande” tagliò corto
Regulus, che non sapeva per quanto
tempo ancora sarebbe rimasto così risoluto. “Ti
prometto che a te non succederà
niente” aggiunse, rendendosi conto di essere stato troppo
duro. Non poteva
biasimarlo, se aveva paura: ne aveva anche lui, da morire.
Kreacher annuì, ma lo vide
tremare dalla testa ai piedi.
“Il padrone non si sente bene?”
“Sto benissimo. Dobbiamo andare
ora, Kreacher. Mi dispiace, ma mi serve il tuo aiuto”.
Gli tese la mano e Kreacher
gliela strinse, ancora perplesso e spaventato. Nonostante fosse molto
dispiaciuto per lui, Regulus si sentì quasi rincuorato al
pensiero di non
essere del tutto solo. Anche se Kreacher era soltanto un elfo
domestico, la sua
presenza accanto a lui gli sarebbe stata motivo di conforto. Gli
dispiaceva
soltanto di non poter essere con lui anche al ritorno.
“Smaterializzami all’ingresso
della caverna” ordinò.
Le dita dell’elfo si serrarono
intorno alle sue e un attimo dopo Regulus si sentì
risucchiare dal vortice
della Materializzazione Congiunta, lontano da Grimmauld Place.
Si ritrovarono in una rientranza
della parete rocciosa di quella che doveva essere una scogliera. Alle
loro
spalle, le onde del mare si rovesciavano contro gli scogli, facendo
innalzare
gelidi schizzi d’acqua salmastra.
Regulus era scosso da brividi di
freddo e di terrore, ma si sforzò di non cedere. Era
arrivato fin lì: non
poteva arrendersi proprio alla fine.
Senza parlare, lanciò uno sguardo
interrogativo a Kreacher, il quale puntò il dito tremante
verso la parete in
fondo alla rientranza. Regulus ricordava quello che l’elfo
gli aveva
raccontato: avrebbe dovuto pagare un pedaggio di sangue per entrare
nella
caverna, che si trovava appena oltre quella parete.
Seppur riluttante, estrasse la
bacchetta.
Trattenendo un gemito, Kreacher
protese la mano verso di lui. Regulus tuttavia scosse la testa e
puntò la
bacchetta contro il palmo della propria mano.
“Padron Regulus, lascia che sia
Kreacher…” esordì l’elfo,
allarmato.
“Tu non devi indebolirti” fu
la
risposta.
Il sangue schizzò sulla parete
rocciosa: sangue puro che luccicava debolmente alla luce della luna.
Lo sto versando per una
giusta causa, pensò, mentre il passaggio si
apriva. Non sarà sprecato.
Regulus scrutò l’interno
della
caverna. Anche se era completamente buia, la luce esterna gli permise
di
scorgere una distesa piatta e liscia sulla quale i riflessi lunari
tremolavano
debolmente.
Quante volte aveva visto, in
sogno, quel lago sotterraneo… Se non avesse saputo degli
orrori che vi erano
nascosti, appena sotto la superficie, si sarebbe lasciato ingannare
dalla
sensazione di calma perenne che trasmetteva.
“Kreacher, guidami”
sussurrò,
temendo il momento in cui i guardiani del lago si sarebbero svegliati,
anche se
non era ancora tempo.
L’elfo iniziò a singhiozzare
ma
obbedì, come sempre.
Regulus lo seguì all’interno.
La
paura lo assaliva di continuo, a tradimento, facendogli desiderare
nient’altro
che la fuga. Ma lui continuava a camminare sulle pietre, avvicinandosi
sempre
di più alla riva.
Senza un motivo logico, gli
tornarono in mente le parole che, tanto tempo prima, un vecchio
cappello
rattoppato aveva sussurrato al suo orecchio: sappi
che nel profondo di te stesso hai un coraggio che nessuno si
aspetterebbe. Non lo conosci ancora, ma lo tirerai fuori quando
sarà il momento.
Per la prima volta in vita sua,
si rese conto che il Cappello Parlante aveva avuto ragione. La sera
dello
Smistamento, quello aveva visto qualcosa che nemmeno lui conosceva di
se
stesso.
Sperava solo che quel coraggio
gli fosse sufficiente per arrivare al centro del lago e bere tutta la
pozione.
Non sapeva cosa gli sarebbe successo, una volta mandato giù
il primo sorso:
Kreacher aveva detto di aver visto cose tremende, ma senza aggiungere
altro, e
lui non aveva insistito, perché gli era apparso talmente
terrorizzato che
domandare di più sarebbe stato crudele da parte sua.
In ogni caso, era disposto anche
a provare dolore: doveva soltanto pensare che presto sarebbe tutto
finito.
Ascoltò Kreacher indicargli il
punto in cui era nascosta la barca che avrebbe permesso loro di
attraversare le
acque del lago, deciso a porre fine a quella storia una volta per tutte.
Quando si tese verso l’acqua per
afferrare la catena invisibile, con un gesto del tutto involontario
Kreacher lo
trattenne per il mantello, per poi lasciarlo di scatto, spaventato dal
riflesso
condizionato che, per un solo istante, lo aveva indotto a fermare il
proprio
padrone.
“Kreacher chiede scusa,
padrone…”
implorò: mai aveva osato opporre resistenza, prima di allora.
Regulus gli lanciò
un’occhiata
dispiaciuta. In quel momento si vergognò un po’:
si era preoccupato per tutti,
anche per Sirius, ma non aveva più pensato a Kreacher.
Eppure era stato grazie
a lui se era arrivato fin lì; inoltre gli aveva sempre
dimostrato una fedeltà
assoluta e, soprattutto in quel momento, un vero e proprio affetto che
andava
oltre la semplice dedizione di un elfo nei confronti del padrone.
“Va tutto bene” gli disse, nel
tentativo di incoraggiarlo. “Sei stato bravo
finora”.
Kreacher tirò su col naso,
momentaneamente sollevato per non aver subito un rimprovero, e si
affrettò ad
aiutarlo con la catena.
Mentre Regulus faceva emergere la
piccola imbarcazione da sotto la superficie dell’acqua,
cercò di farsi forza
pensando a tutte le persone a cui teneva: Rachel, sua madre, Alphard,
Sirius... e Kreacher.
Mi dispiace...
In quel momento, la parete di
roccia si richiuse senza alcun preavviso, e nella caverna
calò un’oscurità
quasi totale, rischiarata soltanto da una soffusa luce verdastra,
proveniente
dal centro esatto del lago.
FINE
*
A scanso di equivoci, il cambio di tono è fatto apposta:
Regulus
dà del 'tu' a Walburga solo quando sta pensando, inevece
quando
parla le dà del 'voi' come sempre. *Angolo
autrice*
01.
Addio.
02.
Ricordi.
03.
Speranza.
04.
Bellezza.
05.
Fotografia.
06.
Gatto.
07.
Cane.
08.
Musica.
09.
Fuochi d'artificio.
10.
Cioccolato.
11.
Carta.
12.
Paura.
13.
Sole.
14.
Sangue.
15.
Bambola.
16.
Ali.
17.
Cuscino.
18.
Candela.
19.
Dolce.
20.
Amaro.
21.
Pelle.
22.
Ghiaccio.
23.
Sogno.
24.
Incubo.
25.
Risveglio.
26.
Incontro.
27.
Vertigine.
28.
Lacrime.
29.
Attesa.
30.
Noia.
31.
Felicità.
32.
Dolore.
33.
Solitudine.
34.
Silenzio.
35.
Campanello.
36.
Nascosto.
37.
Gelosia.
38.
Nodo.
39.
Caldo.
40.
Freddo.
41.
Tempo.
42.
Bacio.
43.
Sorriso.
44.
Desiderio.
45.
Illusione.
46.
Specchio.
47.
Latte.
48.
Caffè.
49.
Potere.
50.
Strada.
Cosa posso dire?
Nonostante la tristezza, sono
molto soddisfatta e, anche se il capitolo mi fa venire il
magone, non sono depressa come quando ho finito di scrivere "Slytherin
love" perché so che, sotto quella parolina FINE,
è
sottinteso uno speranzoso "per ora"!
Spero che vi sia
piaciuto. Ho cercato di rendere l'incontro tra Rachel
e Regulus il meno simile possibile a quello che aveva già
scritto nell'altra storia, anche se è stato complicato e un
po'
gli somiglia per forza. Forse è troppo sdolcinato ma non
l'ho
modificato più di tanto. Dovevate vedermi mentre lo
scrivevo:
sembravo in preda al furore e le dita scorrevano sulla tastiera quasi
senza che le controllassi... No, ok, la spiegazione non è
così affascinante: semplicemente, mi piace così
com'è! XD
Be', prima di
dilungarmi troppo, parlerò prima del
famigerato sequel, e poi risponderò alle recensioni!
Dunque,
per chi non avesse ancora capito che scriverò presto il
seguito
What if di questa storia, rimando alla fine del capitolo 36, in cui ho
spiegato bene cosa ho intenzione di fare! Magari ad alcuni di voi non
piacciono le storie in cui la trama cambia, ma io voglio provarci
quindi... dovrete sopportarmi ancora (sempre se ne avrete voglia,
ovvio! ) XD
Per il seguito, ho
già più o
meno in mente la trama della primissima parte, a meno che non cambi
improvvisamente idea. Farà
parte di
una serie ma non ho deciso il titolo, anche se qualche
opzione ce l'ho già! Diciamo che ODIO scegliere
titoli,
quindi ogni eventuale suggerimento sarà ben accolto! Se no
mi arrangerò! Del resto, è sempre
consigliabile stabilire la trama e poi il titolo!
Purtroppo dovrete avere un
po' di pazienza. Tra giugno e luglio mi aspettano 3 esami e altrettanti
a settembre (vacanze? Cosa sarebbero?), perciò se
iniziassi a
pubblicare subito sarebbe controproducente, perché
sarà una storia
complessa da sviluppare. Ho bisogno di tempo per inventare una trama
credibile e fare le cose per bene.
Se tutto va bene, dovrei
iniziare
a pubblicare a settembre,
settimana più, settimana meno (non mi
uccidete, per favore!). Il primo capitolo è già
tutto scritto nella
mia mente,
quindi a settembre avrò parecchi capitoli pronti e -
soprattutto
- una
trama non sconclusionata!
Comunque, non sparirò per tre
mesi interi: ho qualche storia secondaria che ho scritto durante l'anno
per vari concorsi e che pubblicherò durante l'estate.
Se volete
sapere dove leggere qualche notizia, potrei scrivere qualcosa sulla mia
pagina
personale perciò, sempre se vorrete sopportarmi ancora,
potete tenerla
d'occhio! ^^
Penso di aver detto tutto. E
ora, spazio ai ringraziamenti!!
malandrina4ever:
non dirlo a me T_T Tranquilla, il seguito non sarà tra 16
anni,
ma dovrai aspettare "solo" tutta l'estate! ^^" Spero che tu non mi
uccida, per questo! E Sirius... be', vedrai che il loro incontro nel
seguito sarà molto commovente, anche se non di certo
sdolcinato! Ho già la scena davanti! *_* Grazie per
aver
approvato Bellatrix! E sono d'accordo con te su Draco! Cioè,
ho
capito che Voldie minacciava di ammazzare la sua famiglia... ma se
qualcuno minacciasse la mia, direi: "Che?! Aspetta che ti
spacco...ehm...la faccia!" XD Spero che Rachel non sia risultata troppo
incline al perdono: non volevo che trattasse troppo male Regulus, con
quello che lo aspetta... le non lo sa, ma noi sì! :-(
Alohomora:
non preoccuparti per Rachel, Barty si sta ammattendo, ma non
è
così stupido da smascherarsi. Vedrai che farà
sfoggio di
tutte le sue doti da grande attore (del resto, nei panni di Moody ha
ingannato anche Silente) e farà la parte del bravo amico
compassionevole che assisterà Rachel nel momento del
bisogno, ma
lei darà retta anche a Regulus e non gli dirà
nulla di
compromettente... Eheh, se Regulus fosse padrino di Draco, penso che
durante la partita al secondo anno lo avrebbe ucciso! "Hai il Boccino a
due centimetri dal naso, per Salazar! Sei cieco?!" XD
Lellas92:
sai che anche la mia voce interiore somiglia in modo inquietante a
Remus? Soprattutto
quando sto al computer invece di studiare, chissà come mai!
Comunque, tranquilla, i personaggi essenziali sono essenziali per me,
per te e per la Rowling, quindi... ;-) Per quanto riguarda Bellatrix,
in effetti lei ha dimostrato di saper arrossire come una qualsiasi
adolescente con una cotta nel primo capitolo dell'ultimo
libro,
quando Voldemort le rivolge la parola! XD Quindi non mi è
sembrato poi troppo strano! Sul fatto che per Barty venga prima
Voldemort degli amici c'è poco da fare: da uno che ha ucciso
il
proprio padre non potevamo aspettarci altro...
Mirwen:
l'abbraccio a Regulus potresti anche darglielo... a condizione che
prima porti un certificato autenticato e firmato dal Ministro della
Magia in persona in cui sia scritto che sei Purosangue senza alcun
dubbio, allora sì! XD Scherzo, naturalmente!
chocco:
in questa fanfiction ho seguito il canon, perciò non ho
salvato
Regulus, ma come hai potuto notare ho voluto concludere la storia
quando è ancora in vita... per poi sbizzarrirmi nella
prossima
fanfiction! Grazie, sono contenta che la storia ti sia piaciuta tanto!
vulneraria:
meno male, se Barty ti fosse piaciuto mi sarei preoccupata seriamente!
Però sono felice che sia venuto bene, dopo tutti i problemi
che
mi ha creato nel corso della storia! Ormai si è schierato
completamente dalla parte di Voldemort e per questo lui e Regulus ora
sono soltanto nemici :-(
_Mary:
dai, non fare così, se no divento triste anche io! (lo sono
già u_u) Pensavo
che l'accenno all'Hocrux sarebbe stato notato solo di sfuggita, e
invece tu l'hai notato, complimenti!! D'altra parte, non potevo
sottolineare troppo l'indizio, con tanto di Lucius che indica il
nascondiglio e fa l'occhiolino! XD Comunque, come avrai intuito, il
diario sarà il primo Horcrux da trovare...
basterà
entrare a villa Malfoy e uscirne vivi: facile come bere un bicchiere
d'acqua, insomma! Per quanto riguarda Barty, non preoccuparti (fa quasi
rima... -.-), come ho già scritto nella risposta ad
Alohomora: non
è così stupido da smascherarsi. Quello che hai
detto alla
fine è stato uno dei
più bei complimenti che abbia mai ricevuto! Grazie!! E
complimenti ancora per le due one-shot che hai pubblicato ultimamente,
oltre che per la risposta alle recensioni!
Circe:
grazie mille! In effetti anche a me certe volte viene in mente un
genere particolare di musica quando leggo delle storie molto belle. Le
tue per esempio sono davvero molto musicali. Il tuo stile poi
è
perfetto per i capitoli riflessivi che, come ho potuto costatare
leggendo le tue storie, sono il tuo punto di forza. Sono contentissima
del tuo parere positivo su Bella: tu sei la massima esperta in materia!
Grazie per aver iniziato a leggere Slytherin love: lì Rachel
appare di più come co-protagonista, anche se alcuni
personaggi
come anche i suoi genitori e gli altri Black sono solo abbozzati (a
parte Sirius, ovviamente). Inoltre non ti stupire se troverai alcuni
errori temporali, come l'entrata di Minus tra i Mangiamorte o la fuga
di Sirius posticipata di un anno. Sono state sviste di cui mi sono resa
conto solo a storia quasi conclusa ed è anche per questo che
prima di scrivere il seguito ho voluto pubblicare questa.... oltre al
fatto che volevo approfondire di più gli
anni "sereni"
della vita di Regulus! E qui ho cercato di rendere Rachel meno
"assennata", come l'hai definita tu, anche se non ho potuto farlo
più di tanto, visto che la storia era solo dal punto di
vista di
Regulus. Forse le dedicherò una one-shot da inserire in
questa
serie, non si sa mai!
Rinalamisteriosa:
anche a me ultimamente è tornata l'irritazione nei confronti
di
Barty. Del resto, prima potevo renderlo un po' più
simpatico,
anche perché a quanto pare pure Sirius nel calice di Fuoco
lo
definisce "un ragazzo simpatico di buona famiglia", ma poi si
è
completamente rovinato. In fondo se mi spersonalizzo apprezzo
più lui e i Lestrange di uno come Lucius, perché
sono
rimasti fedeli a Voldemort senza scendere a compromessi, ma se penso a
quello che ha fatto ai Paciock e anche a come ha ucciso il proprio
padre... non posso amarlo più di tanto. u_u Quel sito
è
veramente molto fornito: pensa che anche la Rowling spesso ci andava se
si dimenticava qualche dettaglio che aveva scritto lei stessa! XD
Grazie: non so come finirà questo concorso, ma
già
passando la prima fase posso ritenermi comunque pienamente soddisfatta!
Ci sono storie che alla prima fase hanno ricevuto oltre 40 preferenze
(!!!) quindi non mi aspetto chissà cosa, ma così
sono
già contenta!
DubheBlack:
hai ragione, Regulus è arrivato molto in ritardo rispetto a
Sirius e Andromeda. E credo anche che, nonostante tutto il suo
cambiamento, gli resteranno sempre molti pregiudizi sui Babbani. Del
resto a diciotto anni è difficile che una persona cambi
completamente opinioni e modo di essere. Di sicuro non vorrà
più farli fuori e questo è un gran bel passo
avanti per
uno come lui! ^^ Riguardo Barty, stavo proprio pensando a come sarebbe
uno scontro tra lui ed Emmeline: nel seguito dovrò inserirne
uno
per forza. E diciamo che Regulus teme un brutto quarto d'ora con
Perseus forse più di Voldemort stesso! Dopo che lui e Rachel
hanno
avuto quel litigio, il paparino vuole strigliarlo per bene! XD
Pepesale:
be', non preoccuparti, tanto adesso la storia è finita e hai
tutto il tempo che vuoi per leggerla. Scrivere il capitolo che hai
commentato mi è piaciuto un sacco perché ero
proprio in
vena di parlare di problemi sentimentali! E poi Rachel insidiata da un
Nato Babbano è un affronto per Regulus! Figuriamoci se
perdeva
l'occasione di insultarlo... Invece durante la festa di Lumacorno, alla
scena con Lily e James ridevo anche io, da sola! XD Sembravo matta! In bocca al lupo per chimica
e qualsiasi altra materia scolastica! Dai, che tra un po' finisce la
scuola!