Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Ricorda la storia  |       
Autore: Dominil    29/05/2010    4 recensioni
Il giorno della sua fine sarebbe arrivato presto. Gli pareva quasi di vederlo lo sbirro, sorridergli sornione mentre lo incatenava alle manette e gridarli lurido bastardo mentre lo trascinava nella cella. Nemmeno in quel momento ci sarebbe stata una richiesta di perdono. Probabilmente non sarebbe mai arrivata.
Ricordava ogni suo gesto e non provava sdegno verso se stesso, solo puro compiacimento. Non c’era nulla di sbagliato a togliere agli altri ciò che era stato tolto a lui.
Voleva prendersela con il mondo, con quella gente incantata che gli aveva tolto tutto.
Una goccia perlacea gli bagnò lo zigomo. Sentiva i singhiozzi strozzati rimbalzargli nel petto.
Genere: Dark, Thriller, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Road To Joy
1. I’m wide-awake, it’s morning
 
L’uomo è intriso dal male, si lascia sciogliere dai suoi bramosi artigli e a volte, o molto spesso, si lascia inghiottire. Gli occhi diventano duri  come pietra e la pelle maschera marmorea mentre il cuore si sbriciola in finissima polvere che poi verrà spazzata via dal vento.
E non si è mai in cerca di redenzione, fino in punto di morte almeno. Solo in quel momento si spera di non pagare per il dolore causato e i cuori spezzati.
E questo lui lo sapeva, ma era troppo giovane per preoccuparsene.
Il ragazzo percorreva la strada della sua vita con lentezza e scivolando come un gatto tra le ringhiere del sontuoso balcone.
Orange Country era pane per i suoi denti.         
Facendo leva con i gomiti si issò sul balcone ed entrò dalla finestra aperta decorata da tendaggi candidi. Dopo qualche passo cercò di mettere a fuoco l’ambiente buio strizzando leggermente gli occhi. Cercò di trattenere un ghigno quando i suoi occhi si imbatterono nella figura addormentata nel letto.
Una signora dai lunghi capelli biondi riposava distesa, tranquillizzata dalla sicurezza della sua stabilità economica, dalla gabbia d’oro che costituiva la sua abitazione. Aveva comprato la giovinezza dal chirurgo, non aveva più nulla di cui preoccuparsi.
Con un balzo leggero ed atono si trovò davanti al letto e il tessuto del baldacchino gli solleticava la fronte.
Aspetta. Si disse. Non bisogna avere fretta.
Altrettanto silenziosamente uscì dalla camera da letto ritrovandosi catapultato in un lungo corridoio. Lo percorse più volte arraffando tutto quello che poteva. Apriva i mobili in cerca di qualcosa che brillasse o che comunque avrebbe fruttato qualcosa al mercato nero. C’era fin troppo da prendere in quella casa così simile a quella dei suoi ricordi, imbellettata alla stessa maniera e resa viva dalla stessa freddezza.
Quando fu certo di non aver lasciato più nulla di importante, tornò di nuovo nella stanza visitata per prima.
E la donna era ancora lì, esattamente come l’aveva lasciata.
Estrasse una bomboletta che spruzzò su un fazzoletto di cotone. Lo avvicinò al naso della vittima così che respirasse il gas e quando fu sicuro che avesse perso i sensi, si rilassò.
La fronte corrugata perse tutte le sue pieghe e i muscoli rilasciarono la tensione.
Quello era il momento più bello e che pregustava durante tutta la durata precedente del misfatto. La sensazione completa che il mondo fosse nelle sue mani lo accarezzava e inebriava, fino a possederlo.
Scoprì il corpo che sorprendentemente era nudo. Accarezzò i seni con dolcezza e sfiorò le labbra con le sue.
Sembrava un corpo di plastica così simile a quello di tanti altri.
Era un corpo vuoto, che respirava semplici molecole d’ossigeno e non vita.
Le stesse molecole che respirava lui.
E la consapevolezza di essere uguale a lei lo spiazzò. Non si aspettava di sentirsi improvvisamente legato a qualcuno che non aveva mai visto prima, a una delle tante persone che sarebbero rimaste vittime di una mente folle e incontrollata.
Ebbe la sensazione che il coltellino gli stesse vibrando in tasca e che gridasse: Prendimi Prendimi Prendimi.
Ovviamente non poté fare a meno di obbedire a quella richiesta priva di senso che nessuno avrebbe accolto e infilò la mano per poi tirare fuori la lama brillante alla luce lunare che filtrava dalla finestra aperta.
Colpire e aprire.
Esatto, aprire.
La sua follia non si limitava ad un semplice omicidio. No, sarebbe stato troppo poco per lui.
Doveva martoriare la morte, togliendo la dignità anche ad un pezzo di carne.
Eseguì le azioni che erano ben stampate nella sua testa, i fotogrammi che leggeva tutte le notti come un libretto di istruzioni.
Sangue rubino scorreva lungo la pelle dallo squarcio che partiva dal collo fino all’ombelico. L’odore di morte era ormai nella camera da letto e presto avrebbe svegliato anche gli altri abitanti della casa.
Una figlia si sarebbe vestita di nero per versare lacrime di vetro e un marito sarebbe uscito dalla chiesa con il volto distrutto, prima di chiamare la sua amante e gridarle la gioia della libertà.
Fece attenzione a non toccare più nulla per non sporcare i guanti di lattice.
Un altro omicidio era stato compiuto e altra distruzione si era aggiunta sulla sua coscienza.
Il giorno della sua fine sarebbe arrivato presto.  Gli pareva quasi di vederlo lo sbirro, sorridergli sornione mentre lo incatenava alle manette e gridarli lurido bastardo mentre lo trascinava nella cella.
Nemmeno in quel momento ci sarebbe stata una richiesta di perdono.
Probabilmente non sarebbe mai arrivata.
Ricordava ogni suo gesto e non provava sdegno verso se stesso, solo puro compiacimento. Non c’era nulla di sbagliato a togliere agli altri ciò che era stato tolto a lui.
Voleva prendersela con il mondo, con quella gente incantata che gli aveva tolto tutto.
Una goccia perlacea gli bagnò lo zigomo. Sentiva i singhiozzi strozzati rimbalzargli nel petto.
Non era colpa sua se era malato, se la pazzia aveva preso il posto della ragione. Non potevano rimproverargli nulla, men che meno che non ci avesse provato. Aveva provato a reagire e a superare tutto, ma l’alienazione era andata a trovarlo, l’aveva sedotto e non era riuscito a sottrarsi.
Vi sbagliate, se pensiate che stia chiedendo perdono.
Sta solo dando un significato all’assassinio appena compiuto.
Senza pensarci salì a cavalcioni sul cadavere per poi schiaffeggiarlo. Ormai piangeva irrefrenabilmente e ogni colpo aumentava la sua voglia di continuare. Non c’era gusto a picchiare carne che non provava più dolore però non desisteva, sperando di trovare presto la gioia amara della vittoria conquistata a cattivo gioco.
Stava quasi per cominciare ad urlare dal dolore, quando si fermò.
Si guardò intorno.
Aveva esagerato perdendo il controllo.
Passò il braccio sugli occhi per asciugarli e poi tornò sul balcone.
Non vedeva l'ora di tornare nel calore del suo letto e abbracciare il suo giocattolo preferito: Brian.
Amava sfogare le sue passioni su di lui e ripetergli tutte le volte che lo amava da impazzire e ascoltare le sue stesse parole cariche di menzogne sfuggire nell'aria. L'arte del mentire era la sue specialità, i suoi occhi da cucciolo erano la sua arma migliore.
Un solo salto nel buio e avrebbe raggiunto la salvezza.
 
Body of water
Toxic and timeless
Atlantic Ocean
New York skyline
I always get lost when I leave the village
So I couldn’t come meet you
In Brooklyn last night.
 
 
 
 
Dominil’s corner:
 
Ecco un’altra nuova follia, rimanendo in tema con la fic.
Sinceramente non so come sia uscita, aveva il computer davanti… e ho scritto. E’ una fan fiction molto strana, ne sono consapevole, come le ultime che sto scrivendo del resto però ne sono molto soddisfatta. C’è molta introspezione e spero che non sia la solita storiella.
Ah è composta solo da due capitoli, il prossimo sarà l’ultimo per l’appunto perché non avendo completa disponibilità di un pc preferisco finire tutto ciò che scrivo il prima possibile così da non aggiungere altre storie incomplete all’altro centinaio che ho.
Ultima cosa: il pezzo di canzone alla fine è tratto da Train Under Water dei Bright Eyes, band che tra l’altro consiglio a tutti.
Siccome ho dimenticato di scrivere il disclaimer sopra, lo metto qui: i personaggi non mi appartengono, gli avvenimenti non sono mai accaduti e non scrivo a scopo di lucro!

Un grazie enorme a chi ha letto e spero commenterà, I hope you’ve enjoyed.
 
Dominil.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Dominil