Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: skypirate    02/06/2010    1 recensioni
“Mi chiamo Sophie Fall ed ho 17 anni. Vivo a Blyth e scrivo con la mano destra. Sono sola e non posso contare su nessuno.”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Polaroid


 

 

Quel pomeriggio di Maggio è passato velocemente, portando con sé la noia.

E ora è un nuovo giorno.

Accolgo con falsa positività questo nuovo sole che sorge.

Mi sento chiusa.

Lo stomaco chiuso, la testa chiusa.

E’ una sensazione difficile da descrivere, e probabilmente nessun altro oltre me riesce a provarla. Mi sento nauseata, debole. La testa mi gira.

Riesco a convincere la me paranoica che è solo colpa del cambio di clima.

Cambiamento non così radicale dopo tutto , perché qui piove sempre.

Fa solo un tantino più caldo.

Dovrei alzarmi da questo letto troppo caldo e avviarmi verso scuola, a piedi.

Non ne ho minimamente voglia, ma preferisco 6 ore di stressante chiacchiericcio di un prof a restare in casa con mia madre.

Kelly non lavora.

Mia madre è casalinga, e dopotutto il negozio di stoffe di mio padre basta a farci vivere in modo abbastanza agiato.

Ma che dico!, rispetto a tanta gente di qui noi siamo “abbastanza” poveri, ma nessuno ha mai contraddetto la scelta di mia madre.

Dopotutto abbiamo cibo,vestiti e le cose primarie.

A cosa ci serve il resto?

Prima o poi andrò via da questa casa , e magari non ricorderò nemmeno più questi pensieri.

Beh…E’ arrivato il momento di alzarsi.

Osservo annoiata l’orologio di finto ebano,come mi piace chiamarlo.

Sono le 7.08.

Di solito faccio una sorta di giochetto appena sveglia.

Prefisso un tempo determinato.

No, non mi sono spiegata,vero?

Allora, in pratica, se sono le 7.08 prefisso di alzarmi dal letto alle 7.10.

Mi regalo due minuti di riposo in più.

E’ una grande stupidaggine ,lo so, ma ho certe fisse che non riesco ad estirpare.

Erbacce maledette!

Chiudo gli occhi per due minuti , osservando la nera parete dei miei occhi.

Temo di riaddormentarmi ma dopo due minuti esatti ritorno ad osservare l’orologio.

Le 7.10. Posso iniziare una nuova giornata.

Speriamo bene.

 

 

La prima ora di lezione è stata a dir poco orribile.

Matematica.

Ditemi può esistere materia più antipatica?

Mi fa venire mal di testa.

Il professor Keyton inizia a spiegare con fervore un ammasso di numeri scritti alla lavagna nera.

L’odore del gesso mi pizzica il naso.

Chissà come quell’uomo s’è ritrovato a pensare di diventare professore di matematica.

Una carriera assai poco interessante, secondo il mio punto di vista.

Insomma, che gusto c’è ad insegnare delle cose assolutamente inutili?

So benissimo che sto dicendo una cosa incredibilmente sciocca,so perfettamente che senza la matematica, i matematici e tutte le loro teorie il mondo di oggi non sarebbe così, ma sono anche cosciente del fatto che forse , remotamente sarebbe un mondo migliore.

Un mondo come quello dell’antichità, un mondo medioevale.

I cavalli che scorrazzano per le strade sporche e puzzolenti, niente tecnologia, tutti leggono un sacco e sono più istruiti.
Aspettate…ma se manca la tecnologia allora non esisterebbe neanche la mia cara Polaroid, vero?

Beh, mi tengo stretta il mio mondo quasi distrutto, o che comunque va verso la distruzione.

Un mondo super inquinato.

L’importante è avere l’unica unica fonte per me di felicità al momento : La mia macchina fotografica.

Già, è da bambini condannare un’umanità migliore per un mio capriccio, ma questi sono solo pensieri e anche volendo non avrei potuto far ritornare tutto al medioevo.

Bel percorso però!

Dalla matematica ad un viaggio indietro nel tempo.

Cosa non farei pur di distrarmi.

La mia aula è sporca.

Ci sono bigliettini ovunque per terra e carte di alimenti consumati dai miei compagni.

Vandali.

A volte mi chiedo se è davvero giusto criticare tanto la gente.

No, non lo è.

Uffa!

Sono tutti annoiati in classe, Victoria, la mia compagna di banco sta disegnando sul suo diario.

Oggi indossa una strana camicia verde scuro. Le sta bene, si intona col colore dei suoi occhi.

Un blue-jeans e un paio di scarpe nere, lucide.

E’ davvero sobria. Mi piace come s’è vestita.

Osservo l’ambiente circostante.

Vedo tante teste, io siedo al penultimo banco.

Sembrano tutti estremamente annoiati dalla lezione.

La professoressa di Inglese, una vecchia signora con la pelle sotto al mento che ballonzola, sta esponendo la sua lezione.

Quella donna si ritiene un genio.

Si crede un’ottima insegnante e probabilmente lo è.

E’ solo troppo narcisista per i miei gusti.

“Io,io, io!”

Ecco una sua tipica conversazione.

Mi sta assassinando i neuroni.

Vado abbastanza bene a scuola. I professori dicono che ho delle buone potenzialità ma che sono svogliata. Non gli do torto. Hanno perfettamente ragione.

Non vedo il motivo di sprecare così tanto tempo per accontentare i prof.

Studio il necessario, studio per me stessa. Per il piacere di sapere.

Sto vivendo un periodo apatico, abulico.

Vedo tutto confuso e le forme si storpiano come in una canzone “alternative”.

Che bel paragone. Mi piace il genere, peccato che la mia radio sia rotta.

Jessica è la ragazza seduta davanti a me.

E’ proprio una barbie.

Indossa una maglietta fucsia acceso, un paio di jeans neri.

Abbasso lo sguardo verso i piedi.

Ha un paio di scarpe esagerate! Un tacco altissimo, non so proprio come faccia a camminare su quei trampoli, eppure la stimo. Non pensate sia una cosa da niente camminarci!.

Ci vuole grazia…

Il suo compagno di banco si chiama Stephen.

E’ un ragazzo simpatico e guarda Jessica con sguardo diverso dall’amicizia.

Lei probabilmente non se n’è nemmeno accorta.

Anche mio fratello si chiama Stephen.

Ha 15 anni, è di due anni più piccolo di me.

E’ un bravo ragazzo anche se è un tantino “vivace”…diciamo che a volte si caccia nei guai.

Gli voglio davvero molto bene.

Ho un buon rapporto con lui, condividiamo tante cose.

Abbiamo entrambi gli occhi verdi!.

Li stessi di mia madre.

Lui però è anche biondo, come lei.

Io assomiglio per lo più a mio padre.

Ho i capelli castani come lui ,ed ho lo stesso naso.

Un piccolo nasino aggraziato.

Non ho un buon rapporto con mio padre.

Non ci parliamo quasi mai, ma la cosa non mi dà fastidio.

Non m’importa minimamente.

Il resto della classe è composta da persone che per lo più m’ignora.

Sinceramente non sento il bisogno di essere considerata da loro.

Sembrano bravi ragazzi, ma sono alquanto noiosi.

Ultimamente tutto mi sembra noioso, forse un giorno li troverò estremamente interessanti.

Li conosco tutti alla perfezione , sapete al quarto anno di liceo , dopo 4 anni passati insieme si instaura un rapporto.

Anche se ora dico che sono noiosi gli voglio un gran bene.

E’ solo il periodo.

Già…un periodo nero.

 

 

Le sei ore passano in fretta, tra una lezione di religione e una di biologia.

Entrambe materie abbastanza interessanti.

Ancora più interessante è, però, il fatto di averle messe una dopo l’altra.

Gli antipodi.

Sta per suonare la campanella e tra un po’ saremo tutti fuori al cortile verdeggiante ed io dovrò tornare di nuovo a casa.

Chissà forse vado al molo.

Buona idea, la prenderò in considerazione.

La campanella suona , acuta. Che suono irritante!

Tutti escono come un orda di tori impazziti.

Cerco di camminare senza spingere nessuno, cerco di essere gentile.

Il corridoio è pieno zeppo di gente che corre verso l’uscita.
Sembra la scena di panico in un film horror.

Aspetto il mostro che esce traboccante di bava da qualche porta.

Beh, di sicuro sarebbe un accadimento interessante.

Al’improvviso qualcuno mi viene addosso.

Dovevo aspettarmelo che prima o poi sarebbe successo, tra quell’ammasso di corpi (molti dei quali probabilmente senza cervello).

-Scusami, scusami. T’ho fatta male?.-

Che voce vellutata.

Sembra gentile, anzi direi che lo è.

Alzo piano lo sguardo. Sembra una scena dei film.

Il rallenty no dai!

E invece sembra proprio al rallentatore quella scena.

Non scherzavano i registi.

I miei occhi chiari incontrano un altro paio di occhi ,ancora più chiari dei miei.

Due occhi blu come niente.

Mi mozzano il fiato.

Sono azzurri, plumbei.

Non come i soliti occhi azzurri che si vedono in giro, soprattutto da queste parti, no …Sono occhi tormentati.

Di un azzurro…come dire!, come il mare in tempesta o il cielo che sta per scoppiare in pioggia.

Sono carichi di tempesta.

Ops!...rallenty finito.

-No, sto bene grazie.- Sussurro abbassando lo sguardo.

Sto arrossendo. Non ne so neanche il motivo.

Sento solo il calore affluire alle mie guancie.

Alzo fugacemente lo sguardo.

Quegl’occhi stupendi sono incorniciati da un viso chiaro, pallido, quasi trasparente.

Dei capelli corvini e un corpo gracile.

Una bocca rosata e un collo adorabile, lasciato scoperto da una camicia sbottonata poco sotto il collo.

E’ la sua carnagione così trasparente a farlo sembrare una figura evanescente.

Sembra così diverso rispetto alle mille figure che ci circondano.

Lui sembra uscito fuori direttamente dalla mia mente.

Sembra poter comprendermi.

Stop,stop, stop Sophie! Stai correndo troppo.

E’ come tutti.

Perchè dovrebbe essere come dici se neanche lo conosci?

Non saprei , è un impressione .Forse sto immaginando tutto.

Sì…è l’unica spiegazione plausibile.
Infatti, sembra che tutto si sia fermato, l’orda di persone che prima correva attorno a me, il chiacchiericcio disordinato di tutti quei ragazzi, non c’è più nulla.

Tutto è ovattato.

Solo quegl’occhi blu che si rispecchiano nei miei.

-Io…vado.-

Il ragazzo si gira di spalle e và via.

Mi lascia, così, imbambolata e stordita.

Non s’è neanche presentato! Che maleducato!

“Vedi Sophie, vedi?...perché cavolo continui ad idealizzare troppo le persone?”

Devo anche rispondermi per caso?

“Era un impressione!, ora coscienza o qualunque cosa tu sia : Zittisci!.”

Cammino lentamente verso l’uscita ,cominciando a “rientrare” nel mio mondo caotico.

La gente ritorna a camminarmi attorno, tutti diretti verso la fonte di luce, come falene.
L’uscita.

Mi dirigo anche io lì, verso il cortile della scuola.

Il ragazzo s’è dissipato, ma di certo non ha fatto così il suo ricordo.

“Basta Sophie, non pensarci.”

 

 

 

Torno velocemente a casa.
Aumento il passo, voglio correre subito al molo.

Pioviggina, ma fa comunque più caldo rispetto ai mesi passati.

Indosso un pantalone nero ed una maglia verde e gialla a righine mi copre il busto.

Non penso minimamente a cosa mettermi di mattina, Non m’importa.

Le stradine della mia città sono grigie.

Mi spaventa ritornare a casa da sola.

Certe volte c’è un gruppo di ragazzi che fanno il mio stesso percorso, o quasi.

Le loro voci mi “accompagnano” quasi fin fuori casa, prima che svolti in una piccola traversa.

Oggi sono sola in strada, sembra si siano tutti dissipati.

Scomparsi lasciando le loro case così com’erano, come idea è abbastanza interessante.

Sarebbe bello fare un giro per la città mentre tutto s’è fermato, ibernato in un preciso istante.

Il tempo che si ferma.

Bah, alquanto angosciante comunque.

Comincio ad intravedere la sagoma della mia casa.

Mi avvicino all’uscio, pesco la chiave tra le mille cianfrusaglie che sono presenti nella mia borsa.

La porta si apre scricchiolando.

Entro velocemente. Sembra non ci sia nessuno a casa.

Ah, già ci sono i colloqui con gli insegnanti di mio fratello.

Salgo le scale velocemente ed entro nella mia camera, di nuovo disordinata.

Cerco la mia Polaroid tra tutto quel disordine.

Getto via delle maglie ammucchiate sulla sedia e prendo tra le mani l’oggetto ambito.

La mia macchina fotografica è lucida.

Esco dalla camera, prendo un impermeabile ed esco,diretta alla spiaggia.



Eccomi ancora con il nuovo capitolo.

Spero vi piaccia :) , anche se sono sempre molto pessimista sulle mie "creazioni" :D

Beh,che dire un enorme GRAZIE al commento meraviglioso e all'utilissimo consiglio di Sophia_cii (Che tra l'altro si chiama anche come la protagonista della storia :) Thanks :D)

Kisses. S

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: skypirate