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Autore: Mizar    06/06/2010    4 recensioni
"L’unica persona che può aiutarci a sconfiggere l’Oscuro Signore è quella ragazzina e tu devi ASSOLUTAMENTE andarla a prendere!". La nuova missione che Silente ha affidato alla sua spia, Severus Piton, pare una cosa ai limiti dell'assurdo. Cosa starà tramando la mente più contorta di Hogwarts?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La Notte degli Esami


“Tu cosa ne sai in fatto di oro, Moneypenny ? ”
“Oh!, il solo che mi interessa è quello che si porta… sai, all’anulare della mano sinistra”
(Agente 007 Missione Goldfinger)



“Severus caro, sono veramente strabiliato del bel lavoro che avete svolto tu e Lupin”, disse Silente, mentre un sorriso birichino illuminava i suoi occhi azzurri fissi su Gaia, che schivava con abilità le maledizioni di Sirius.
“Credo che la ragazza sia ormai pronta per la missione” .
“Albus…Mi chiedo se lei è ben certo di quello che sta facendo”, rispose Piton sospirando.
“Voglio dire, Gaia è davvero…”
“Perfetta”, terminò serafico il preside.
“Comunque , Severus, pensavo di farle fare un altro esamino prima della prova decisiva”.
A quelle parole un brivido gelido percorse la spina dorsale di Piton.
Aveva ancora ben impresso nella mente cos’era accaduto all’esame precedente.
Intanto Silente, ignaro dello sconvolgimento interiore del suo professore, che aveva cominciato ad accusare uno strano tic nervoso all’occhio infortunato, proseguiva serenamente ad esporre il suo piano.
“ Questa notte dovrai portare Gaia nella Foresta Proibita e farle incontrare i Centauri. Desidero che Cassandro mi dia un parere sulla ragazza e poi, visto che qui a scuola serve una nuova scorta di Erbe Centaurine, potremmo approfittarne per comprarle, così farai un viaggio e due servizi. Spedisco subito il modulo d’ordine via gufo”.
Piton sospirò ma, capendo che era inutile cercare di far ragionare il preside, non disse nulla.
In cuor suo sperava nel parere negativo del capo dei Centauri che, a quanto pareva, era tenuto in gran considerazione da Silente.
Era ormai il tramonto quando Lupin, Sirius e Severus, accompagnati dalle due babbane, si ritrovarono nel parco di Hogwarts.
“Ragazze, adesso ci recheremo nella Foresta Proibita e incontreremo i Centauri”, spiegò con gentilezza Remus.
“Ma perché?” chiese Gaia tutta indispettita, guardando malamente Piton che sbuffava.
“Te l’ho detto prima, sei sorda?”, ringhiò lui.
“I Centauri vogliono conoscere la ragazza della profezia”.
“Vedi, cara”, intervenne pacato Lupin, “loro sono membri di una tribù molto antica e conoscono magie che noi non possediamo più. Una di queste è il dono di vedere ciò che accadrà nell’immediato futuro di una persona solo guardandola o toccandola. Noi maghi non né siamo più capaci e quello che ti accingi a fare, dunque, è un importantissimo esame. Cerca di essere rilassata e fai quello che il loro capo ti dirà, ma soprattutto, vedi di essere gentile, perchè ricevendoci ti stanno facendo un grandissimo favore e meritano tutto il nostro rispetto e la nostra riconoscenza”, concluse, mentre Gaia lo ascoltava attentamente.
“Mi sta dicendo che, questi…Come si chiamano? Centurioni?”
“Centauri”, le venne gentilmente in aiuto Remus.
“Sì, Centauri, mi faranno l’esame come a scuola?”
“Già, e vedi di comportarti bene e tenere quella tua boccaccia chiusa perché se no, non solo capiranno che sei un'impostora, ma non ci daranno neppure gli ingredienti magici in loro possesso perché io possa preparare una pozione in grado di aiutarti nella tua disperata impresa”, terminò acido Piton.”
Gaia sbuffò, scuotendo la lunga chioma bionda.
“Nel caso che lei non lo sapesse, io piaccio molto ai Centauri, tanto più che sono fidanzata con uno di loro”.
I tre professori la guardarono shockati.
“Cosa dici cara?” alitò Remus, appoggiandosi a Sirius, che solerte gli cinse la vita con un braccio.
“Sì, il mio Terminatoruccio ha una moto stupenda, quindi è un Centauro, no?”
Sirius e Piton scoppiarono in un’irrefrenabile risata, mentre Lupin tirava un sospiro di sollievo.
“Cara, mi pareva di averti ben spiegato cosa sono i Centauri”, si limitò a dire, riprendendo il cammino nella foresta,
“ma visto che non ricordi bene ti ripeterò la lezione”
“Che noia”, pensò Gaia sbuffando,“ci mancava solo l’addestramento supplementare pre esame. E io che questa sera pensavo di partecipare alla Festa d’Estate organizzata dai Serpeverde.”
Quel pomeriggio, infatti, uno studente di quella casata, che somigliava incredibilmente a Sirius, l’aveva invitata alla serata danzante e lei aveva accettato contenta.
Pensando a lui Gaia sorrise languida.
Era un ragazzo così carino e aveva dei modi tanto gentili e cavallereschi. Nel porgergli il suo invito le aveva baciato la mano e offerto una rosa rossa, come un vero lord. Com’è che si chiamava? Remolo?… Romolo?… Regolo? ma che importava il nome! Sicuramente avrebbe trascorso un bel sabato sera in sua compagnia e invece aveva dovuto rinunciarci, per passare il tempo con quella banda di sfigati e subire anche l’esame.
“Che rabbia!” disse ad alta voce, dando un calcio ad un piccolo sasso che si trovava sul sentiero poi, con passo deciso, s’avvio nella boscaglia.
Voleva sbrigare quell’ingrato compito il più presto possibile così, magari, poteva ancora aggiustare la serata rovinata.
Non aveva fatto che pochi passi quando sentì la mano di Piton che l’afferrava per la maglietta, giusto un momento prima che i suoi piedi calpestassero una delle trappole per cinghiali che Hagrid aveva disseminato ovunque.
“Fermati, impiastro, se non vuoi finire appesa all’albero”, disse con sarcasmo Severus, indicando il laccio seminascosto dalla vegetazione.
“La Foresta Proibita è molto pericolosa per le oche come te. Meglio che andiamo avanti io e Lupin, per evitare che la nostra ‘Arma Segreta’ tiri le cuoia prima ancora di conoscere Voldemort.”
Sentendo con quanto biasimo il professore pronunciava quelle parole Gaia lo fulminò con lo sguardo, ma si adattò a stare nelle retrovie con Alice e Sirius.
Qualche minuto dopo Lupin si fermò accanto ad un albero cavo.
Si portò le mani alla bocca ed emise un fischio acuto a cui presto rispose uno identico.
Pochi minuti dopo una creatura magica, mezzo uomo e mezzo cavallo, uscì dal folto della foresta e si diresse verso di loro, facendo strillare di paura Gaia.
“Ahhhhh il mostro!” gridò terrorizzata buttandosi addosso a Sirius che si ritrovò atterrato nel prato, con il naso affondato nel prominente decoltè della ragazza.
Subito Remus accorse a salvarlo e, mentre cercava di aiutare Gaia a rimettersi in piedi, guardava con fiero cipiglio il compagno che rimirava estasiato il panorama messo in mostra dalla scollatura della camicetta dell’Arma Segreta.
Piton, che aveva cercato di soffocare le strida della ragazza fingendo un attacco di tosse convulsa, s’era invece recato davanti al Centauro, che li osservava allibito.
“Benvenuti, Io sono Fiorenzo e sono qui per condurvi al nostro villaggio”, disse il nuovo venuto con voce profonda, congiungendo le mani e abbassando il capo in segno di rispetto.
Severus s’affrettò ad imitare il saluto, dando un colpetto ad Alice perché lo seguisse.
“ Silente ci ha avvisato che avete bisogno del nostro aiuto.”
“Sì, Fiorenzo”, confermò Remus, “e vi ringraziamo anticipatamente per la gentilezza mostrata accettando d’incontrarci”.
“Non c’è di che, ma adesso dovete bendarvi” e così dicendo mosse la mano in cerchio.
Subito bende nere adesive calarono sugli occhi dei ragazzi.
Gaia gridò dallo spavento, mentre Lupin cercava di rassicurarla stringendole la mano.
“Bene”, continuò Fiorenzo, “adesso datevi la mano e tu, uomo vestito di nero, prendi la mia .”
Severus strinse la mano al Centauro e piano piano il gruppo s’incamminò nel bosco.
A causa della benda, che impediva loro di vedere dove andavano, ci misero molto tempo ad arrivare e, quando finalmente furono al cospetto del capo villaggio, era già notte.
Dopo le presentazioni Cassandro guardò Gaia, soppesandola.
“ Quindi sei tu che ci salverai dall’oscurità?” chiese un po’ perplesso.
“Certamente”, rispose sicura lei.
“La profezia lo ha detto e le profezie non sbagliano mai.”
“Vedo che sei molto sicura di te, e questo potrebbe non essere un bene. Adesso ti metterò alla prova”.
L’essere si avvicinò a Gaia e, prendendola per mano, la condusse al limitare della radura in cui si trovavano.
“Laggiù, su quel grosso albero, c’è un nido di fate. Presto si schiuderà e le piccole creature cominceranno a sciamare per il nostro villaggio procurandoci guai a non finire. Il tuo compito è prenderlo e portalo lontano da qui”, enunciò solennemente.
“Tutto qui?” si stupì Gaia scrollando le spalle.
“Ok, vado e torno in un minuto”, affermò e, con passo deciso, s’avviò verso l’albero cavo che conteneva il nido.
“Fermati ”, mormorò Lupin, cercando di afferrarla per un braccio, ma il centauro s’interpose tra lui e la ragazza con aria truce.
“Tu non c’entri nulla. Lei deve compiere l’impresa da sola”.
“Cassandro, lei è una babbana. Non conosce il pericolo che nascondono le fate…”
“Se pensa di sconfiggere lord Voldemort da sola sarà anche in grado di liberarci di un nido di fatine”, dichiarò senza appello Cassandro.
“Sei sempre il solito spilorcio. Dovresti chiamare il reparto disinfestazione del ministero, lo sai” s’intromise Sirius, guardandolo con fiero cipiglio.
“Sheee, con quello che costano! Non se ne parla neanche! Dovrete guadagnarvi l’onore di poter ottenere una nostra predizione sulla vostra Arma Segreta!” s’impuntò e i maghi capirono che nulla lo avrebbe smosso dalla sua decisione.
Intanto Gaia era arrivata vicino al tronco e guardava estasiata il grosso nido palpitante di luci colorate, appeso sopra un alto ramo.
“Scusi, signor Centauro, io non ci arrivo. E’ appeso troppo in alto. Potrebbe venire qualcuno ad aiutarmi?”
“Certo”, rispose Cassandro ghignando.
“Tu, vestito di nero, aiutala.”
Piton sentì un brivido gelido percorrergli per la schiena.
Sapeva bene che genere d’insidia fossero le fatine.
Con sgomento guardò il Centauro che, in risposta, gli fece un cenno imperioso verso la ragazza.
Intanto Gaia, stufa di aspettare, aveva cominciato a lanciare sassi verso il nido sperando di farlo cadere.
“Ferma”, le gridarono all’unisono i professori, ma era troppo tardi.
Uno sciame di piccole luci colorate uscì dal nido e cominciò a vorticare impazzito intorno a lei.
“Aiuto”, gridò la giovane donna, mentre i Centauri se la filavano al galoppo.
“Severus dobbiamo andare da lei”, urlò Lupin, pallido come un fantasma.
“Non ci penso neanche! Sai anche tu cosa significa avvicinarsi” rispose Piton di rimando.
“Non possiamo lasciarla sola. Silente ci spellerà vivi se le capita qualcosa!”
“Ok, ma prima pensiamo a mettere in salvo Alice, almeno. Fiorenzo!”
Il Centauro arrivò al trotto, afferrò la ragazza in vita e se la caricò in groppa, poi sparì veloce nella foresta.
Remus, Sirius e Severus si avvicinarono cautamente al tronco cavo, ai piedi del quale giaceva svenuta Gaia.
Con un incantesimo congiunto di pietrificazione riuscirono a bloccare quasi tutte le fatine, ma quelle rimaste cominciarono a rincorrerli, cercando di morderli con i dentini acuminati.
“Pietrificus Totalus”, gridavano i tre maghi lanciando incantesimi a raffica, mentre correvano a zig zag per il bosco.
Per fortuna, la loro abilità nei duelli di magia, li aiutò e, dopo poco, le fate erano tutte pietrificate.
Mentre Remus e Sirius raccoglievano i corpicini rigidi e li deponevano con cura in un sacchetto, Piton si avvicinò a Gaia, riversa nell’erba, pallidissima e con gli occhi chiusi.
Sembrava morta.
Il mago s’accostò al suo petto, per controllare che respirasse, ma fu un’imprudenza.
La ragazza, sentendosi toccare, si svegliò e guardando Piton in uno strano modo, mormorò:
“Bellissimo!Ti voglio” e lo strinse a se, cominciando a baciarlo appassionatamente.
“Reeeeeemus corri… Il veleno delle fate sta facendo effetto!!!”
La voce di Piton era carica d’urgenza, mentre la ragazza, dopo averlo immobilizzato col suo peso, aveva cominciato a spogliarlo.
Lupin lasciò perdere la raccolta delle fatine irrigidite e accorse in soccorso del collega, che a torso nudo cercava di allontanare le mani rapinose di Gaia dalla cintura dei calzoni.
Sirius, invece, si rotolava per terra dalle risate, cercando d’imprimersi nella mente, fin nei minimi dettagli, tutta la scena.
Ormai, a casa Potter, tutte le sere i Malandrini si riunivano per visionare gli ultimi ricordi delle gaffe di Gaia ai danni di Severus e spesso i ricordi più atroci venivano duplicati e conservati per essere rivisti a piacere.
“Pietrificus”, gridò Remus alzando la bacchetta in un gesto elegante
La ragazza stramazzò al suolo immobilizzata, ma i suoi occhi lascivi non smettevano di fissare Severus.
Più tardi, dopo che le fate erano state tutte raccolte e i Centauri avevano dato le erbe e la pergamena del responso a Remus, il gruppo tornò verso il castello, trasportando Gaia, pietrificata, su una barella di fortuna costruita con fronde.
“Ma cosa le è successo?” chiese Alice, vedendo con quanta lussuria la ragazza fissava il sedere di Piton.
“Vedi, cara, le giovani fatine hanno nei loro denti una specie di veleno, che altro non è che una potente pozione afrodisiaca”, cominciò a spiegare Lupin.
“ Normalmente, chi viene morso, manifesta segni di un innamoramento, diciamo carnale, verso la prima persona su cui si posano i suoi occhi. Gaia è stata morsa da molte di loro ed ora ha in corpo una frenesia che le impedisce di trattenersi e poiché la prima persona che i suoi occhi hanno veduto, dopo l’incidente, è stato Severus, desidera farlo suo.”
“Cioè, SUO in QUEL senso?” chiese Alice stupefatta.
Il licantropo arrossì scrollando le spalle e la ragazzina scoppiò in una risata atomica, mentre Piton l’inceneriva con lo sguardo.
Più tardi, negli appartamenti del professore di pozioni, Remus e Sirius stavano tentando di calmare Gaia la quale, nonostante fosse legata al letto, continuava ad insidiare verbalmente Severus.
Quest’ultimo, appollaiato in cima all’armadio, sfogliava nervosamente un grosso volume intitolato “Antidoti ai veleni naturali”.
“Severuccio, è inutile che fai il sostenuto. So che anche tu mi desideri. Lo fanno tutti gli uomini. Suvvia non fare il ritroso, bel Pipistrellone mio, e ti prometto una nottata indimenticabile. ”
Sentendo quelle accorate parole, Severus la guardò con disprezzo, mentre si rintanava ancora di più sul guardaroba, sguainando la bacchetta.
Sirius, a quella scena, non riuscì più a trattenersi e cominciò a ridere come un matto, sotto lo sguardo irritato di Lupin e quello fulminante del professore di pozioni.
Gaia approfittando di quel momento di distrazione, veloce si liberò dai lacci e, sgusciando via dal letto, raggiunse la cima dell’armadio.
“AHHHH L'ASSATANATA!!!”
Il grido di terrore del povero professore fu smorzato dalle avide labbra della ragazza, che si appiccicarono alle sue come ventose.
“Sirius presto, dobbiamo salvarlo”, gridò Remus, avvicinandosi al guardaroba che dondolava sinistramente, ma il compagno, in preda ad un nuovo attacco d’ilarità, non riusciva a seguirlo.
“Pietrificus Totalus”, gridò Lupin, cercando di arginare il disastro, ma il raggio luminoso colpì Severus anziché la ragazza.
“Oh cavoli”, disse, osservando Gaia che cominciava a spogliare il povero mago, rigido come uno stoccafisso.
Per salvare il buon nome del collega, ormai in mutande, lanciò un nuovo incantesimo, ma il mobile, già sollecitato dal troppo peso e dai movimenti bruschi, cedette e tutti precipitarono a terra in una nube di schegge di legno, polvere e vestiti.
Quella notte l’infermeria di Hogwarts fu piuttosto affollata.
Oltre ai quattro infortunati, con fratture, contusioni ed escoriazioni varie, erano presenti Alice, che non se la sentiva di lasciarli da soli, e Silente e la McGrannit, chiamati d’urgenza dalla medimaga.
Gaia, nonostante le fasciature multiple, continuava ad insidiare Severus e, per ristabilire un po’ d’ordine, la Chips fu costretta a legarla al letto e poi rinchiuderla nello sgabuzzino delle scope, adiacente al dormitorio di Tassorosso, dando il via ad una processione di alunni della casata che venivano a brontolare per gli ululati amorosi, che non li lasciavano riposare.

Angolino delle chiacchiere tra amiche, ovvero risposte alle recensioni

Per Meissa_S: Carissima Mei, so che la tua mente malvagia e perversa aveva già mal interpretato le azioni del Piton fumato, ma come hai potuto notare LUI è un gentiluomo, anche se in questo capitolo ha dovuto lottare assai per mantenere integro il suo buon nome. Forse è sulla dabbenaggine di Gaia che il machiavellico Silente conta per sconfiggere zio Voldy. (Comunque il povero Sevvie sta veramente prendendo in considerazione l’idea del resort . Magari in Giamaica, così potrà tranquillamente ‘coltivare’ la sua nuova passione per ‘quelle cose babbane’che Alice gli ha insegnato ad apprezzare

Per Alohomora : Cara Giulia, per ora, più che con Alice, Sevvie potrebbe avere ‘incontri ravvicinati del terzo tipo’ con Gaia, per suo grande orrore e disgusto. Naturalmente Sirius sta facendo una cura di fosforo, per incrementare la memoria e poter ricordare alla perfezione le immagini del povero mago assediato dalla ninfomane. Credo che per i Malandrini si prospettino seratine piacevoli, e immagino già James preparare i pop corn e la Coca cola, per godersi lo spettacolo come al cinema.

Per Adhara : Gaia è una catastrofe ma, come Silente ha dimostrato, potrebbe anche essere utile in battaglia…Vedremo! Riguardo al povero Severus che vuoi che ti dica, cara, era in uno stato di depressione molto profonda. Sai, pensare a Lily incinta di quel Potter… Comunque, nonostante la carne sia debole, ha ceduto solo alle sigarette, per ora…

Per Rodelinda: Cara Rodelinda, hai ragione da vendere. Piton è decisamente OOC, ma mi fa così ridere pensarlo in certe situazioni… In effetti, il vero Severus, probabilmente avrebbe già schiantato o meglio avadakedavrizzato Gaia, con buona pace dei piani di Silente. Povero, in quel caso, avrebbe anche la mia simpatia, ma una Gaia morta non mi servirebbe per mandare avanti la trama della storia…Perdonami! Comunque, se ci pensi, Piton è abituato ad assecondare le mattane del machiavellico preside: ha dovuto salvare dai guai Harry Potter per ben sei anni, quando quello le catastrofi le andava a cercare con la lanterna…Per il betaggio ci sto pensando da tempo, perché mi rendo conto che ne avrei bisogno. Sono andata anche sul sito apposito, per avere informazioni più dettagliate sul servizio, ma devo dire che mi sono spaventata un po’ per i tempi di consegna lavoro. Mi spiego meglio. Ogni beta ha varie persone da seguire e, giustamente, una vita privata piena d’impegni. La normalità, mi pare di aver capito, è circa due o tre settimane d’attesa per ogni capitolo e onestamente ho paura mi scappi l’ispirazione in così tanto tempo…Non so cosa fare e accetto consigli!

   
 
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