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Antico
Carnevale
Carnevale era una festa
che piaceva moltissimo a Chopper. Il travestirsi da qualunque cosa lo riempiva
d’eccitazione.
Il poter essere qualcun
altro, il pensiero di preoccuparsi di quale personaggio scegliere, di come
costruire il costume e gli accessori lo facevano fremere come un bambino che
aspetta al sua festa. Per questo era una festa che lui
aspettava con ansia e che veniva sempre festeggiata sulla Sunny.
Quell’anno a bordo
avevano deciso di fare un Carnevale a tema, ovvero di vestirsi tutti in modo simile uniti sotto un unico tema: il Giappone antico.
Avevano lasciato
l’ultima isola da qualche giorno e ora li attendeva un bel po’ di
tempo per mare, ragion per cui le due donne della ciurma si erano molto divertite
a confezionare abiti su abiti per i Mugiwara, seguiti
da Chopper che le guardava con occhi scintillanti.
Con l’aiuto di
alcuni libri confezionarono nove kimoni, quelli femminili erano stati i primi
ad essere fatti ed erano sicuramente i più belli.
Il kimono di Nami era sui
toni del rosso e del bianco, un lungo fiume era disegnato e partiva dalla
manica del kimono per arrivare nel fondo. Tre lunghi nastri erano disegnati
nella spalla e nella manica destra e tutto il kimono era contornato da foglie
blu, gialle e rosse.
L’obi, ovvero la cintura legata alla vita, era rossa con
farfalle argentee che lo decoravano.
Robin aveva optato per un
kimono più semplice, era tutto color indaco, decorato con tantissimi
cerchi rosa di varie dimensioni e con i bordi viola. L’obi era viola intenso con dei
fiori bianchi e neri ricamati.
Per i maschi aveva
confezionato kimoni molto più semplici, su toni scuri, come doveva
essere per kimoni maschili.
Erano kimoni blu, neri
oppure grigi. Solo per Rufy fecero un kimono su colori caldi, lo sfondo era
nero ma era completamente coperto da fiori arancioni e con i bordi rossi.
Cucirono anche una specie di cintura arancione.
Infine utilizzarono come
accessori per i capelli dei fermagli che avevano comprato sull’isola. Entrambi
avrebbero legato i capelli con la tradizionale capigliatura giapponese, Robin
avrebbe circondato la fine con un filo di perline dorate e nei lati avrebbe
messo un fermaglio che era una rosa rossa cui pendevano due fili di perline
gialle.
Nami invece aveva in testa
un grande fiore di ciliegio rosa.
Avevano anche deciso,
oltre agli abiti, di creare una vera stanza in stile giapponese. Nella sala
Franky aveva costruito degli shoji di colore
marroncino e li aveva applicati vicino alla porta. Sanji e Zoro avevano
trasportato un tavolino basso e attorno avevano appoggiato dei cuscini che
rappresentavano gli Zabuton
e gli Zafu,
ovvero i tipici cuscini giapponesi su cui sedersi per stare tutti
insieme attorno al tavolo. Infine Usopp e Chopper dopo aver supplicato
Nami per ore avevano colto dei mandarini e, messi dentro una cesta, li avevano
appoggiati al centro del tavolo.
- Sanji ma scusa tu cosa
cucinerai? Le solite cose vero? – chiese Rufy,
un giorno, vedendo tutti quegli strani cambiamenti. Temeva che gli cambiassero
anche l’alimentazione.
- Beh Rufy non proprio,
per te cucinerò la solita carne ma per altri dovrò preparare
anche qualche piatto un po’ più tradizionale come il ramen, gli onigiri, il sashimi, i
takoyaki e via dicendo. –
- Guarda che non ho detto
che non mi piacciono, temevo che non mi faceste mangiare proprio! –
concluse Rufy allontanandosi verso la sua adorata polena.
Sanji scosse la testa, ma
chi gliel’aveva fatto fare di imbarcarsi con un soggetto del genere?
Forse era una domanda che
almeno tutti si erano fatti almeno una volta ma la risposta era così
immediata che non avevi modo di starci pensare più di tanto.
Sanji e gli altri
trovavano la risposta nelle risate, nelle avventure folli, nelle grida, nelle
tempeste, nello stare a guardare le stelle ridendo e bevendo.
Ognuno di loro inseguiva
un sogno ma ormai oltre al loro avevano tutti un sogno in comune, non sarebbero
stati felici se avessero realizzato solo il loro alla fine.
Avrebbero ricordato con
gioia questi momenti di felicità, queste giornate passate a creare cose
che sarebbero servite per solo un giorno, quei kimoni per cui Nami si era
spesso punta le dita nel ricamare la stoffa.
Era quella strana euforia
che ti spinge a faticare, a metterci tutto l’impegno possibile
perché tutto venga bello, tutto venga perfetto.
Per passare insieme una
giornata particolare.
A Carnevale tutti ci
mascheriamo, fingiamo di essere chi non siamo invece loro stavolta avevano
optato per essere sempre loro, solo un po’ più antichi.
La mattina di Carnevale
infine arrivò. Il tempo aveva deciso di essere buono e il mare di essere
calmo.
Ed era buono anche
perché correre da una parte all’altra della nave perché
c’è una tempesta in corso con i kimoni sarebbe stato molto
complicato.
Sanji preparò
piatti tipici per tutta la mattina mentre Franky e Usopp rifinivano la sala. Brook si era esercitato tutti i giorni per tentare di
suonare una vecchissima canzone giapponese che ricordava gli avesse insegnato
un suo vecchio amico ai tempi di quando era un uomo.
Poco prima di pranzo le
due donne consegnarono a tutti i loro kimoni di modo che la festa potesse avere
inizio.
Nami e Robin li
indossarono e a vicenda si acconciarono i capelli. Inutile specificare che con
quei vestiti stavano benissimo, emanavano quasi un’aura di mistero.
I ragazzi stavano molto
bene soprattutto Rufy il cui kimono spiccava per i colori. Si riunirono tutti
attorno al tavolo e dopo essersi guardati scoppiarono tutti a ridere.
Solo loro potevano
inventarsi una cosa del genere!
Sanji portò al
tavolo tutte le pietanze e iniziarono il pranzo.
- Dai
quest’idea alla fine non è stata tanto male! -
commentò Robin.
- Ma quale male, siamo
stati bravissimi! Voi poi siete state superlative nel cucire i kimoni! –
esclamò Chopper con gli occhi che brillavano di euforia.
- Ovvio che loro state
divine, poi con questi kimoni addosso sembrate due imperatrici, mie amate
sirene! – disse Sanji al suo solito.
- Ragazzi finito il pranzo
vi suonerò la mia canzone! Yohoho! Finalmente
stamattina sono riuscito a ricordarmi perfettamente tutte le note e gli
accordi! –
- Bravo Brook, sapevo che ci saresti riuscito! – concluse
Rufy mangiando l’ennesimo onigiri.
Finito il pranzo Brook prese il suo strumento e iniziò a suonare la
melodia. Era una melodia rilassante e che sapeva di antico. Nami e Robin si
alzarono e presero a ballare intorno a Brook come
avrebbero fatto le antiche donne giapponesi.
I ragazzi risero e poi
iniziarono tutti a ballare come gli antichi giapponesi, tutti eccetto Zoro che
li guardava seccato.
- Ma invece di fare quella
faccia da brontolone perché non vieni e balli? – gli chiese Nami
tirandolo da un braccio.
- Ma non ho la minima
voglia di perdere tempo in questo modo! – la scostò lui
bruscamente.
- Scemenze! La
verità è che tu non sai muovere un passo! – sogghignò
lei.
Lui arrossì
debolmente e non rispose alla provocazione.
- Dai, vieni! Ti
aiuterò io, in fondo mica stiamo eseguendo una
vera danza! – lo pregò lei.
Zoro si alzò e,
imbarazzato, la seguì vicino a Brook.
Il pomeriggio passò
così tra balli, risa e canti. Alla fine bisognava decidere chi avrebbe
rimesso tutto a posto. Per ordine categorico di Sanji le donne erano escluse,
quindi bisognava scegliere tra i ragazzi che però non sembravano
intenzionati a mettersi d’accordo in alcun modo.
Nami, esasperata, prese
una bottiglia vuota e la poggiò al centro del tavolo dove i ragazzi
stavano discutendo.
- Facciamo decidere la
sorte, sono stufa delle vostre voci! -
Nami fece girare la
bottiglia che dopo due giri si fermò indicando la faccia assonnata di
Rufy che, per nulla interessato a quella discussione, si stava per
addormentare.
- Rufy! Devi farle tu le
pulizie! -
A quel richiamo il
capitano alzò la testa contrariato.
- Da solo??? No! Non voglio fare tutto da solo! – si
lamentò lui.
- Se c’è
qualcuno disposto ad aiutarti bene, sennò dovrai fare tutto da solo,
è stato il fato a sceglierti! – sentenziò Nami e puntando
un dito al cielo come se veramente fosse stata una scelta divina.
Ovviamente nessuno dei
ragazzi si era offerto di aiutarlo, anzi si erano tutti dileguati velocemente.
- Begli amici! –
sbuffò lui.
- Rufy ti do una mano io,
se vuoi. – disse improvvisamente Robin, guardandolo dolcemente.
Lui la guardò con
occhi riconoscenti e la ringraziò.
- Robin ma no, tranquilla.
-
- Rufy smettila. –
Lui tacque e iniziarono a
ripulire la stanza, cominciarono a togliere le pareti di legno mentre Robin
sparecchiava il tavolo.
Il fermaglio a forma di
rosa cadde dalla testa di Robin e lei non riuscì più a
infilarselo per bene tra i capelli, quindi chiamò Rufy.
- Rufy mettitelo tu in
testa, che non riesco a rimetterlo nei miei capelli. -
Dolcemente lo prese e
glielo infilò tra i capelli corvini guardando i suoi occhi scuri che la
fissavano.
- Che c’è?
– chiese lei piano.
- Stai meglio con i
capelli sciolti per me. – le disse lui.
- Così non sto
bene? – chiese lei intristita.
- Tu stai sempre bene, era
solo un mio commento, non farci caso. –
Rufy si ritrasse per
dietro e il suo piede si impigliò in uno dei cuscini per terra, per
evitare di cadere per dietro Rufy spinse il suo corpo in avanti con il
risultato però di sbilanciarsi e cadere davanti trascinandosi pure
Robin.
Robin si ritrovò a
terra tra i cuscini mentre sopra di lei c’era Rufy a un centimetro dal
suo viso.
Lei arrossì per la
vicinanza al viso di lui mentre Rufy balbettava qualche scusa.
Si sarebbe dovuto alzare
lui ma gli occhi chiari di lei lo tenevano fermo al suolo e sentire il corpo di
lei che combaciava con quello suo era una sensazione per nulla spiacevole.
- Ma insomma, quanto tempo
ci vuole a pul…! - esclamò Nami entrando
nella stanza per poi bloccarsi vedendo in che posizione erano i due.
Sgranò gli occhi
per poi gridare: - Ma cosa state facendo voi due?!
–
Guardò
scandalizzata Robin che era arrossita e Rufy che velocemente si era alzato da
sopra Robin.
- Non abbiamo fatto niente
di male! – ribatté Robin alzandosi.
- Le sono inciampato
addosso, che cosa stavamo facendo secondo te? – chiese Rufy.
Nami lo fulminò con
un’occhiata: - Le sei caduto addosso?
Chissà perché credo che tu non ti stavi per
rialzare però! –
- Nami davvero non
è successo nulla, ora finiamo di sistemare e vi raggiungiamo. – le
disse Robin.
Nami assentì e
uscì con gi occhi ancora sorpresi e stupiti.
Non credeva Rufy capace di
certi comportamenti.
Alla fine rise, in fondo
Rufy e Robin non sarebbero stati una coppietta per niente male.
Fine della II° fic!
NicoRobin (l’utente) ti odio sappilo! XD Questa
immagine è difficilissima perché è evidente che i due non
sono lì per sbaglio o perché lui ci è inciampato sopra!
Poi sono in abiti
tradizionali quindi o facevo un AU ambientata in Giappone e non mi andava,
quindi ho pensato a quest’espediente del Carnevale e della festa a tema.
I Mugiwara
sono folli quindi perché no?
Ti ho inserito anche un
piccolo spiraglio Zonami qui xD.
Un bacio!
Lasciatemi tanti commentini please :P
Marty De Nobili.