L’immagine
per questa fic è questa:
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Ricordi
A volte
durante la notte il ricordo di quella straziante giornata torna a farmi visita.
La sofferenza, il dolore, le lacrime sono vividi nella mia memoria e non credo
che riuscirò mai ad eliminarle. Fortunatamente in quel ricordo
c’è anche lui.
Ci sono
loro, i miei adorati compagni.
Mi hanno
aiutato in ogni modo fosse loro consentito e anche di più.
Vederli
lì su quel tetto tutti uniti e vicini mi aveva sconvolta. Non avevo mai
provato l’amore e l’affetto di una ciurma, non sapevo che per loro
quel gesto era normale, ovvio.
Nessun
compagno non andava salvato, per ognuno il prezzo da pagare poteva essere anche
la vita.
Ma
l’aspetto più stupefacente è quanto loro mi considerassero
compagna, ero una di loro.
La prima
volta che ero salita a bordo avevo letto negli occhi di tutti – tranne
nei suoi – la diffidenza ovvia e naturale.
Ero una
nemica.
Quando
è stato il momento che hanno smesso di considerarmi tale e sono
diventata una compagna?
In quale
istante sono entrata nel loro magnifico mondo?
Vederli
lì, pronti a tutto, era stata un’emozione fortissima.
Ho capito
quanto anche il mio animo fosse mutato, quanto io volessi essere una di loro.
Non
volevo vederli soffrire e per questo li pregai di andarsene.
Poi il suo
urlo.
Dimmi che vuoi vivere!
E’
stato come se mi avessero dato un pugno fortissimo, è stato come
sentirmi rinascere.
Io potevo
vivere?
Avevo
trovato un posto nel mondo in cui vivere? Non semplicemente esistere, ma vivere.
Mi
avevano avvolta con il loro calore e l’urlo di Rufy mi aveva fatto
ricominciare a desiderare, mi aveva fatto ricominciare a credere che non era un crimine il mio contino respirare.
Avevo
trovato persone che mi volevano bene, che volevano che vivessi e stessi con
loro.
Non avevo
più provato dai tempi di Saul quel calore e quell’affetto tipico
degli amici.
L’avevo
dimenticato.
Ormai
credevo che non fosse un sentimento che dovesse riguardarmi.
Se vivere
era già di per sé un crimine non avevo diritto a nessuna
felicità.
Eppure
loro mi avevano dimostrato che così non era e allora sì!
Io voglio VIVERE! Portatemi con
voi lungo i mari!
Quell’urlo
è stato fatto con tutta me stessa, c’era ogni singola parte del
mio corpo e della mia anima che urlava.
Avevo
diritto anche io alla vita.
Volevo
vivere e volevo farlo insieme a loro, insieme a lui.
Rufy…
Se non ci
fosse stato lui io chissà dove sarei ora. E’ grazie a lui se
ancora i miei occhi vedono il sole e il mio naso sente l’aria marina.
E’
grazie a lui che ho trovato la mia ragione di vita, è vero ho sempre
avuto un obiettivo nella mia esistenza ma non avevo fino ad
allora una ragione per vivere.
Qualcosa
che mi facesse andare avanti, quella forza che ti risolleva quando cadi.
Quella
forza sei diventato tu.
Tu che
non te rendi neanche conto di quanto sei diventato
importante per me.
E a me
non importa che non te ne rendi conto, basta che tu continui a esserci.
Ormai io
ho bisogno di te.
Fine
della III° fic!
Dai ormai
siete a metà dell’opera XD Beh l’immagine non poteva che
ispirarmi questo, un ricordo. E le varie riflessioni su di esso.
Robin
è un bel personaggio da analizzare, mi sono trovata a mio agio con la
prima persona. Una cosa difficilissima da fare con un Rufy o con Zoro, per
esempio.
Bene,
spero vi sia piaciuta =D
Voglio recensioniiiiiiiiiiiiii! XD
Un bacio.
Marty De Nobili.