Terzo capitolo
«Bentornati
a Hogwarts, ragazzi!».
Il
professor Lupin era seduto nel posto accanto a quello appena occupato da
Neville che nel frattempo giaceva a terra svenuto!
Si era
visto Lupin all’improvviso e dato il suo aspetto lo aveva scambiato per un
fantasma e questo era stato il risultato!
Il loro nuovo professore di Difesa contro le
Arti Oscure, in effetti, non aveva una bella cera…il suo volto era pallido e
sudato, sembrava decisamente più vecchio con i capelli grigi. Indossava un
maglione scuro sopra a dei pantaloni neri piuttosto logori e un lungo pastrano.
«Professore,
lei qui?» chiese Hermione piuttosto sorpresa.
«Ciao
Hermione! Passato bene il viaggio?» disse Lupin ora chino su Neville
nell’intento di farlo rinvenire.
Quando
Neville si riprese aveva un brutto colorito verdognolo e stava lì lì per
rimettere ma Lupin prontamente gli porse una boccetta con all’interno del
liquido opalescente.
«Bevi un
sorso ti farà, bene! Anche a me capita di avere le nausea quando viaggio…e così
ne ho sempre un po’ nella valigia! Ehm Paciock, mi dispiace di averti
spaventato!» disse il professore piuttosto imbarazzato.
«Oh non
si preoccupi…mi capita spesso! Comunque sono felice di rivederla, professore!»
rispose Neville debolmente appena rinsavito «A proposito neanche lei ha una
bella faccia!» aggiunse squadrando Lupin accigliato.
«L’altra
sera c’era la luna piena!» constatò Luna con i grandi occhi pallidi spalancati.
«Già…!»
fece Lupin mettendosi una mano tra i capelli arrossendo lievemente.
«Siamo
veramente felici di riaverla con noi! Non ci avremmo mai scommesso soprattutto
sapendo quanto ‘lavoro’ c’è da fare!» disse Hermione ammiccando allusiva.
«Già….come
vanno le cose con ‘Lei-sa-cosa’? Ci sono novità?» chiese Ron ,che fino ad
allora era rimasto in silenzio.
«Be’
questa non è una situazione facile!» rispose il professore adesso profondamente
serio «Voldemort ha tirato dalla sua parte molte creature oscure come i
Dissennatori, e anche se i suoi Mangiamorte sono ad Azkaban, è solo questione
di tempo prima che passi all’attacco! Noi abbiamo molte risorse e anche il
Ministero è dalla nostra tuttavia la rivalità che esiste tra molte famiglie di
maghi va a nostro completo svantaggio!» così concluse sospirando.
Il resto
del viaggio passò in silenzio interrotto soltanto dal cigolare lento delle
carrozze che -da poco avevano attraversato gli imponenti cancelli - e ora
arrancavano su per il viale ripido dirette ai grandi portoni di quercia. Hogwarts
si stagliava maestosa nella notte stellata, qua e là dalle finestre proveniva
una luce soffusa smorzata dal chiarore della mezzaluna che illuminava tutto il
paesaggio circostante. Scesero dalla carrozza e Harry cominciò a salire
lentamente i gradini di pietra, con Edvige che tubava serafica nella gabbia.
La pace
di quel posto si contrapponeva fortemente al resto del mondo preda del
trambusto e dell’angoscia. Da lontano poteva scorgere Hagrid che guidava i
ragazzi del primo anno attraverso l’enorme lago fiancheggiato dalla foresta
proibita.
«A cosa
pensi?» gli chiese Lupin facendolo sobbalzare. Harry si volse ritrovandosi
dinanzi gli occhi saggi e indagatori del vecchio amico.
«Niente
d’importante!» rispose bruscamente e ricominciò a salire i gradini.
«Ho
notato che sei rimasto in silenzio per tutto il viaggio …c’è forse qualcosa che
ti turba?» chiese continuando a fissarlo intensamente come se volesse leggergli
la mente.
In
effetti, alla vista del suo vecchio professore, era stato preso da mille
pensieri e ricordi…primo tra tutti, il ricordo di ciò che era successo nella
ormai celebre Camera della Morte, nella quale Harry tornava tutte le notti se
altri incubi non lo tenevano ‘occupato’.
Lupin non lo aveva aiutato a
salvare Sirius, né aveva fatto qualcosa per salvarlo lui stesso...queste parole vorticavano nella
sua testa in continuazione permettendo alla rabbia e alla frustrazione di
soggiogarlo in modo che non fosse più capace di pensare a fare la cosa giusta e
confidarsi con i pochi amici veri che gli restavano; a coronare il tutto c’era l’ultimo
sogno…così vero da poter essere toccato…non riusciva a toglierselo dalla mente!
«No…tutto
bene…» cerco di tagliar corto, ma Lupin non aveva nessuna intenzione di
mollare, aveva intuito che qualcosa non andava e voleva aiutarlo.
«Harry
ascoltami bene…» si voltò verso di lui, gli prese le spalle e lo guardò fisso
negli occhi «….so perfettamente come ti senti…ma credimi se ti dico che hai
tanta gente che ti ama su cui poter fare affidamento! Se
c’è qualcosa che ti turba puoi dirmelo…l’anno scorso ti saresti confidato con
Sirius….ma adesso».
Era
troppo.
«Già…a quanto pare tutti sanno come mi sento…mi fa piacere…se
vuole scusarmi!» e così dicendo si divincolò dalla presa del professore e varcò
il portone di quercia.
Era stufo
marcio di sentire sempre le stesse identiche parole, tutti volevano aiutarlo ma nessuno poi lo faceva concretamente. Sapeva che
Lupin aveva le migliori intenzioni nei suoi riguardi ma
ora come ora voleva starsene alla larga il più possibile.
Quando fu
nella Sala d’Ingresso si guardò attorno in cerca dei
suoi amici poi li scorse ai piedi dell’imponente scalinata di marmo che dava
l’accesso ai piani superiori. Si diresse verso di loro attraversando la sala a
grandi falcate facendo ciondolare pericolosamente la gabbia di
Edvige -ancora stretta nella sua mano- che ora tubava indignata. Poggiò
bruscamente la gabbia sul suo baule, si tolse il mantello e si girò diretto
alla doppia porta sulla destra.
«Ehi
Harry…ma che ti prende? Ti parlo e neanche mi rispondi!» fece Ron che già da
tempo seguiva l’amico cercando di capire cosa fosse successo.
«Scusa
Ron è che, non ti avevo sentito…» rispose con
sincerità Harry «…mi hai chiesto qualcosa?».
«Si…ho
visto che parlavi con Lupin, c’è qualcosa che non va? Sembri furioso!» chiese
Ron un po’ preoccupato.
«No Ron,
è tutto ok! Andiamo? Ho un po’ di fame!» disse Harry ostentando un sorriso
forzato per niente convincente. Ron decise di non indagare oltre, sapeva
perfettamente di poter incappare in una delle solite scenate e non voleva
mettere alla prova la pazienza dell’amico.
«Ok,
allora andiamo! Ma dov’è Hermione?».
*************
Varcarono
la doppia porta e si ritrovarono nella Sala Grande, fantastica come sempre, di
certo uno dei posti più magici di Hogwarts.
I quattro
tavoli delle Case erano già quasi completamente pieni, mentre un quinto tavolo,
che si estendeva lungo un solo lato occupato dai professori, non recava nessun
posto vuoto.
Harry
notò Lupin che parlava sommessamente con Silente e si chiese se per caso stesse riferendo della loro conversazione di prima,
poi pensò a ciò che gli aveva detto Luna sul treno… non sono un egocentrico!? disse con
sicurezza e distolse lo sguardo.
La sala
sembrava ancora più luminosa di quanto non fosse già, questo per merito del
cielo stellato e luminoso che il soffitto rifletteva, oltre ovviamente alle
centinaia di candele sospese a mezz’aria.
Si
diressero verso il tavolo dei Grifondoro e molti al passaggio di Harry lo
salutavano sventolando la mano vivacemente.
«Hei Harry! Come stai, amico?» gli aveva urlato Ernie MacMillan facendo voltare tutti i presenti.
Dopo aver
risposto con un cenno Harry aveva accelerato il passo deciso ad evitare altre
scene simili; considerando il fatto che negli anni
passati era stato deriso e insultato adesso era rimasto piuttosto sorpreso da un atteggiamento del
genere. Gli sembrava quasi di essere tornato al suo primo anno!
Prese velocemente
posto vicino ad Hermione –che parlottava con Lavanda Brown-
e cominciò a conversare con i suoi compagni tentando di ignorare i mormorii e
le occhiate cariche di ammirazione che la sua presenza aveva sollevato.
«Chissà,
che fine ha fatto? Ho provato a chiedere alla professoressa McGranitt, ma non
me lo ha voluto dire!» disse Lavanda rivolta ad
Hermione.
«Che fine ha fatto chi?» chiese Harry curioso.
«Fiorenzo!
E chi sennò? Oh ciao Harry, come stai? Passate bene le vacanze? Ma lo sai che trovo tu sia in ottima forma!» disse Lavanda
tutto d’un fiato.
«Oh,
hem…grazie! Si, tutto bene!» rispose Harry profondamente sconvolto da tanta
famigliarità.
In effetti seduti al tavolo dei professori c’erano proprio tutti,
«Ma che
diavolo prende a tutti?» chiese poi rivolto a Ron .
Neanche
finì di fare la domanda che arrivò Colin Canon con suo fratello Dennis.
«Ciao
Harry! Ciao Ginevra!» disse Colin arrossendo notevolmente, fissando la rossa ammaliato.
« Colin…»
rispose Harry secco.
«Oh ciao,
Colin!» fece Ginny piuttosto sorpresa.
«Canon,
volevi dire qualcosa?» sbottò Ron piuttosto infastidito.
«Oh, si…»
così dicendo tornò a guardare Harry.
Ti prego, non mi dire che Colin ha una cotta per me, non potrei reggere il
colpo!....pensò
Ginny fra sé… forse è meglio non
guardarlo, tanto per non dargli false speranze, sennò chi se lo toglie più di
torno….
E così
facendo, smise di guardare Colin -che intanto si era sciolto in tutta una serie
di complimenti eccitati verso Harry («Credo sul serio tu sia il più grande mago esistente,dopo Silente ovviamente, cioè…voglio
dire…quello che hai fatto al Ministero a giugno…sei stato molto coraggioso….»)
– e prese a guardarsi un po’ intorno.
Scorse il
lungo tavolo dei Corvonero, alla ricerca di Luna, ma incappò in una scenetta
non proprio piacevole: Cho Chang, con i lunghi capelli neri raccolti in una
treccia, bellissima come sempre, che si scambiava effusioni con Michael Corner.
Distolse disgustata
lo sguardo e prese a guardare da un'altra parte ma qualcosa attrasse
la sua attenzione, uno sguardo unico e fermo, seduto al tavolo di Serpeverde,
Malfoy fissava Ginny insistentemente.
Sembrava stizzito e incuriosito allo stesso
tempo…Ginny continuò a guardarlo senza un perché…ma il suo sguardo la
intimidiva e le provocava una brutta sensazione alla bocca dello
stomaco…tuttavia tenne testa a quello sguardo così inquietante…non aveva
nessun’intenzione di mostrarsi a disagio e debole, davanti ad un Malfoy, anche
se lo era!
Improvvisamente
però la sua attenzione fu catturata dal trambusto sollevato dal moro seduto
qualche posto più in là rispetto a lei.
«Ron, mi
vuoi dire che diavolo sta succedendo? Cos’hanno
tutti?».
«Harry,
credo sia per via di quello che hanno scritto sulla
Gazzetta del Profeta» annunciò Ron cautamente.
«Ah si? E cosa hanno scritto di preciso?» rispose Harry con i nervi
a fior di pelle.
«Hanno detto che ora che V-Voldemort è tornato tu sei la nostra
unica speranza, e che non c’è nulla da temere finché ci sei tu! Lo hai
sconfitto una volta ed eri solo un neonato quindi sarai perfettamente capace di
farlo di nuovo adesso che sei un mago più o meno
esperto…per il bene di tutti!» era stata Hermione a parlare e lo aveva fatto
mormorando in maniera appena udibile ma ad Harry era parso che quelle parole le
avesse gridate perché ora gli rimbombavano dolorosamente nella testa.
«Ah si…ed
è tutto qui?» rispose Harry sarcastico.
«Più o meno!» fece Hermione.
Harry
stava per rispondere ma poi tacque. Avrebbe dato
qualsiasi cosa per trovarsi da un’altra parte!
Le porte
della Sala Grande si aprirono di nuovo e fecero il loro ingresso gli studenti
del primo anno.
Cominciò
a scorrere la lunga fila chiamando uno alla volta i
nuovi arrivati che sedendosi sullo sgabello attendevano di essere collocati ad
una delle quattro case.
Erano
ancora a ‘Flower Eleanor’ (‘TASSOROSSO’) che già lo
stomaco di Ron emetteva sbuffi d’impazienza perfettamente udibili. Una volta arrivati a ‘Winkle Simon’ (‘SERPEVERDE’), il
brontolio era di sottofondo e tutti cominciavano ad additare Ron sghignazzando.
La professoressa
McGranitt prese Cappello e sgabello e li portò via.
Il
professor Silente intanto si era alzato, le braccia allargate e il solito
sguardo vispo dietro gli occhiali a mezzaluna.
«Rimpinzatevi
alla bene e meglio!» disse con un gran sorriso.
Come per magia tutti i piatti dorati si riempirono di bontà e
leccornie di ogni genere; per un po’ di tempo nessuno parlò al tavolo di
Grifondoro a parte Sir Nicholas che cercava con scarso risultato di far capire
a Ron che mangiare in maniera così ingorda gli avrebbe provocato un serio mal
di pancia.
Subito
dopo le prime portate fu la volta dei dolci; torta di
melassa, dolci al cioccolato, crème caramèl, ma Harry non toccò cibo.
Quando
il banchetto finì tutto sparì dai piatti e dai calici dorati, fino all’ultima briciola,
lasciandoli perfettamente puliti e lucenti.
«Oh be’
adesso sto decisamente meglio!» fece notare Ron
piuttosto compiaciuto.
«Ti sei
ingozzato come sempre…» rispose Hermione acida.
«Hermione,
potresti per una volta,una volta soltanto essere
gentile?!» disse il mago con voce supplicante.
«Mi dispiace è più forte di me…!» rispose sbrigativa la ragazza
che immediatamente si girò per tornare a parlare in maniera concitata con
Lavanda.
«Mphf …» borbottò
Ron per tutta risposta e incrociando le braccia sul petto ammutolì.
Harry non
vi fece caso, stava ancora rimuginando sull’articolo!
Sapeva
perfettamente che tutti si aspettavano molto da lui, ma sentirlo spiattellato
così su un quotidiano non faceva altro che aggravare la situazione; ora il
senso di responsabilità pesava il doppio sulle sue spalle e si sentiva decisamente stanco e intorpidito, per non parlare del fatto
che non era nemmeno riuscito a godersi il banchetto d’inizio anno.
«Bene…»
esordì Silente raccogliendo l’attenzione di tutta
«Poi Mastro Gazza, come sempre, mi chiede di
informarvi e ricordare a tutti che è proibito usare la magia per i corridoi o
utilizzare qualcosa come quattrocentotrentasette oggetti, la cui lista completa
e affissa nel suo ufficio…consultatela!».
«A
nessuno è inoltre permesso accedere alla Foresta Proibita,
e spero vivamente che nessuno debba mai
andarci! Al riguardo vorrei darvi alcune ultime
raccomandazioni soprattutto dato i tempi che corrono…» ora Silente aveva
la più completa attenzione, tutti pendevano dalle sue labbra.
I suoi
occhi azzurri si soffermarono per un attimo sui componenti
della casa di Serpeverde e poi proseguì sorridendo cordiale «…sarebbe
opportuno, anzi oserei dire necessario che tutti voi collaboriate e siate amici!
Le Case a cui ognuno di voi appartiene non sono in
lotta tra loro, ma tutte vanno a formare un'unica grande famiglia che è
Hogwarts! Sarà difficile ma non impossibile! Tutti noi sappiamo che giorni
oscuri e terribili stiamo per vivere, be’ mostrarci uniti e la cosa più
importante che possiamo fare».
Si fermò
un attimo indugiando sui volti pallidi dei suoi studenti come per vedere
l’effetto che le sue parole avevano sortito; la
maggior parte di loro era in silenzio e continuava a fissarlo ipnotizzati, a
differenza dei Serpeverde che si lanciavano tra loro occhiate scettiche
sghignazzando, Draco Malfoy poi aveva lo sguardo perso chissà dove.
«Un’ultima
cosa aggiungo e poi vi lascio andare,
Harry ora
si era perfettamente risvegliato dallo stato vegetativo in cui era caduto, se
avrebbero tolto anche il Quidditch, lui che ci rimaneva a fare a Hogwarts! Ci
volle qualche minuto prima che i Prefetti riuscissero
a ripristinare il silenzio e quando ciò accadde Silente continuò «per tanto
faccio affidamento sulla vostra maturità e ovviamente sui Prefetti e i
Caposcuola» disse, «bene, non vi trattengo oltre, potete andare nei rispettivi
dormitori e riposare».
Silente
si risedette e Harry si sentì più stanco che mai. L’armonia e la quiete che
aleggiavano solitamente negli occhi del Preside erano
state quasi del tutto sostituite da una determinazione assolutamente nuova;
chissà cosa gli avrebbe serbato questo nuovo anno scolastico.
«A
proposito, chissà chi sarà il nuovo Capitano della squadra di Grifondoro!»
esclamò Ron rivolto a tutta la tavola.
«I-io…»
disse Harry sorpreso lui stesso della rivelazione; accidenti lui era il nuovo
Capitano e già se ne era scordato!
«Wow,
Harry ma è fantastico!» esclamò Hermione raggiante poggiandogli una mano sul
braccio.
«Si, è
grandioso! La coppa delle Case sarà nostra anche quest’anno se Harry è dei nostri!» annunciò Dean circondando le spalle di Harry
con un braccio, ignorando Ron che stava per cadere dalla sedia.
In merito
a quest’ultimo poi parve che solo Ginny si fosse accorta dell’improvviso cambiamento
d’umore; tornò a guardare il gruppetto festante, erano rimasti praticamente solo loro in tutta
«Gin, non
festeggi con noi ?» disse.
«No, sono
parecchio stanca! A domani!» fece con un sorriso un po’ falso e si incamminò diretta al dormitorio.
Perché
erano tutti così ciechi e preoccupati solo di loro stessi?!
Aveva
appena varcato la doppia porta e girato a destra quando
urtò contro qualcosa o qualcuno di particolarmente alto. Cadde a terra. Si
rialzò alla svelta e si voltò per vedere con che cosa si era imbattuta. Rimase
a dir poco pietrificata nel ritrovarsi di fronte l’espressione attonita e un
po’ adirata di Draco Malfoy. Non aveva mai fatto caso
a quanto fosse alto e adesso che ci faceva caso era ancora più minaccioso, ma
lei era una Weasley e non si sarebbe fatta intimidire per così poco!. Si
ricompose lentamente, superò Malfoy e ricominciò a camminare altezzosa come se
non fosse successo niente di eclatante.
«Ehi
Weasley, ma dico, il mondo si è proprio rovesciato! Non solo mi vieni addosso ma neanche chiedi scusa! Non sapevo che oltre ad
essere una stracciona fossi anche maleducata!».
«Oh
scusa, Malfoy ma la tua vista mi ha provocato un
terribile senso di nausea, e quindi…» Ginny aveva parlato lentamente scandendo
bene ogni parola con tono fermo e sicuro ma ora che Malfoy aveva ridotto
drasticamente la distanza tra loro due lei non si sentiva più tanto sicura.
«Alla
stazione non ho avuto quest’impressione, e neanche prima nella Sala Grande…non è che ti sei presa una cotta…pensa a cosa direbbe quel
pezzente di tuo fratello e tutta la tua famiglia di morti di fame…» constatò
con una smorfia divertita.
Ad un
tratto la mano di Ginny scattò istintivamente verso il volto strafottente di
Malfoy, ma lui fu molto più abile.
Le
afferrò il polso e la inchiodò contro la fredda parete alle sue spalle. Ginny sgranò
gli occhi trattenendo il respiro, mentre il biondino si avvicinava sempre di
più mantenendo salda la presa su di lei.
Negli
occhi grigi, chiusi a due fessure, c’era rabbia. Le labbra sottili erano
strette in una smorfia di disapprovazione.
«Prova un’altra volta a fare
quello che hai fatto adesso e ti giuro che ti farò pentire di essere venuta al
mondo, piccola stupida stracciona!» ringhiò.
«Toglimi le mani di dosso!» disse Ginny ostentando una sicurezza di
cui era assolutamente sprovvista «…sei solo un moccioso arrogante, non
mi fai paura… » continuò fissando i suoi grandi occhi azzurri in quelli
glaciali di lui.
Aveva
paura e come, in fondo Draco rimaneva sempre il figlio di un Mangiamorte, ma
non aveva nessuna intenzione di dargli soddisfazione.
D’altro
canto però al biondino non la si poteva dare mica a
bere, sapeva che quella negli occhi di Ginevra era paura, ma era ugualmente
stupito dalla tenacia dimostrata. Aveva fegato la ragazzina!
I due
continuarono a fissarsi. I brividi le percorrevano tutta la schiena a causa
della parete di pietra contro la quale Malfoy l’aveva costretta. Sperava che da
un momento all’altro sarebbe arrivato qualcuno, ma non fu necessario perché
lentamente Malfoy cominciò ad allentare la presa sui suoi polsi; la rossa approfittò
del momento e si divincolò, con tutta l’intenzione di mettere tra lei e Malfoy la
maggior distanza possibile.
Prese a camminare velocemente ma poi la voce
strascicata di lui la richiamò.
«Non ho ancora finito,Weasley…»aggiunse
con un sorriso strafottente dipinto sulle labbra «…cinque punti in meno per
Grifondoro perché hai quasi toccato un Prefetto, dieci perché il Prefetto in
questione sono io e altri cinque perché….non lo so ma
inventalo tu un motivo…ce ne sono parecchi!» e così dicendo riprese a camminare
diretto alla porta che dava l’accesso ai sotterranei.
Ginny
rimase basita a guardarlo, non aveva avuto neanche il coraggio di lamentarsi
per i punti tolti ingiustamente, girò su se stessa e cominciò a salire i
gradini di pietra a due a due, tenendo sempre la testa bassa tanto
che si ritrovò davanti alla Signora Grassa senza ricordare il tragitto.
Si accorse solo in quel momento di non sapere assolutamente quale fosse la parola d’ordine.
«Non posso far entrare nessuno
senza la parola d’ordine!» cantilenò la donna nel quadro con fare perentorio.
«Fratellanza» esclamò Hermione appena
arrivata alle sue spalle.
Come per
magia il quadro si spostò rivelando il passaggio che portava all’interno della
Sala Comune.
«Fratellanza? Ma che razza di parola d’ordine
è questa?» chiese Ginny decisamente stupita per la
scelta.
«Sembra
che quest’anno tutto ruoti attorno a questo, non trovi? » rispose Hermione con
semplicità, guardando la rossa «anche il discorso di Silente…dev’esserci
qualcosa sotto…» continuò ma Ginny non le dava più
ascolto già da tempo.
«Ron,
cos’è successo?»chiese, ferma a guardare il fratello,
preoccupata.
Ron si
era abbandonato su di una poltrona vicino all’allegro fuocherello
scoppiettante, lo sguardo vuoto fisso davanti a sé, il viso smorzato e
pensieroso.
Ron si
voltò, preso un po’ alla sprovvista, tentò di darsi una ricomposta e disse con
voce fintamente gioviale:«Oh, niente! Adesso però è
meglio che vada!» si alzò e prese a salire la scalinata che portava al suo
dormitorio «Notte Gin, Herm!».
«Ma cos’ha?» chiese Hermione continuando a fissare il punto
da dove era scomparso Ron.
«Ho una
vaga idea! Ma ne parliamo domani! Sono troppo stanca,
buonanotte Herm!» così facendo Ginny si avviò verso il suo dormitorio
ripensando a Ron e poi di nuovo alla scena con Malfoy, si guardò i polsi, mai
avrebbe pensato che le potesse accadere una cosa del genere. Si svestì
velocemente e chiuse gli occhi cercando di prender sonno.
*************
Era
parecchio tardi quando Harry riuscì a salire nella
Sala Comune dei Grifondoro. Per strada non aveva fatto altro che imbattersi in
studenti che lo elogiavano per la sua prontezza e per il suo
senso del dovere. Una ragazza di Tassorosso lo aveva addirittura invitato ad
uscire nel primo fine settimana ad Hogsmeade. Lui
particolarmente imbarazzato gli aveva abbozzato una scusa qualsiasi e se l’era
letteralmente data a gambe. Con l’intenzione di Schiantare chiunque altro
l’avesse fermato anche solo per chiedergli l’ora, riuscì
a raggiungere il tanto agognato dormitorio.
Ron non
lo aveva aspettato, infatti, era già al calduccio nel suo letto a baldacchino
che russava placido.
Si svestì
e indossò il pigiama lentamente. Era molto stanco e spossato, si sentiva le
spalle pesanti. Quando finalmente riuscì ad infilarsi sotto le calde coperte sospirò sollevato. Chissà se i
suoi incubi gli avrebbero fatto compagnia anche quella notte. Aveva
bisogno di riposo e un’altra notte insonne o tormentata sarebbe
stata devastante.
Si rigirò
piano sotto le coperte mantenendo, a fatica, gli occhi aperti. Non voleva
sognare…adesso una di quelle pozioni viola che assicuravano un sonno senza
sogni gli sarebbe stata davvero utile.
Quasi
senza accorgersene però, chiuse gli occhi e si addormentò.
Era nel
campo da Quidditch, attorno a sé riuniti c’erano tutti i componenti
della squadra di Grifondoro. Stava discutendo con qualcuno, c’era qualcosa che
non andava. Ron gli era di fronte e gli urlava contro con il viso arrossato.
«Siamo
alle solite, Harry! Ma si può sapere chi ti credi di
essere! Basta poco e cominci ad inveire contro chiunque
ti capiti a tiro…non sei al centro del mondo…prova a pensare a qualcun altro
oltre a te stesso…».
Ora l’ambiente
era cambiato: si trovava in una piazza.
Intorno a
sé giacevano a terra inanimati decine e decine di
corpi, lui era in piedi, aveva dolore dappertutto. Sentiva il pianto di una
donna in lontananza, le si fece vicino. La donna alzò
lo sguardo, aveva il viso magro rigato di lacrime, reggeva tra le braccia il
corpo di un bambino. Si sollevò a stento poggiando il piccolo cadavere a terra.
Fronteggiò Harry con gli occhi carichi di odio.
«È tutta
colpa tua! Dovevi ucciderlo, ma hai fallito! Per colpa tua innocenti
moriranno…» strillava tra le lacrime battendo i pugni contro il petto di Harry
che era rimasto immobile a fissare la scena. Poi d’un
tratto la cicatrice prese a bruciare; era di nuovo nel Ministero della Magia,
nella Camera della Morte.
Lupin lo
teneva fermo, circondandolo con le braccia…Non
puoi fare niente Harry…niente…se n’è andato…
Lui si
dibatteva come un animale in trappola, tentando in tutti i modi di arrivare a
quel maledetto arco. Quando all’improvviso una figura ammantata
si levò da dietro il velo.
Per un
insulso attimo Harry credette di vedere il suo padrino ma
poi scorse una lunga barba bianca e due occhi chiari pieni di odio e malvagità.
Silente
avanzava verso Harry con la bacchetta levata e il corpo completamente ricoperto
da un lungo mantello nero come la pece.
Lupin,
intanto, continuava a
tenerlo fermo impedendogli qualsiasi movimento.
«Mi
lasci!» gridò Harry con tutte le sue forze.
«Mi
lasci…o mi ucciderà!» lo implorò cercando di guardarlo in faccia.
Ma la
presa non accennava a diminuire, nel frattempo Silente lo aveva raggiunto,
puntò la bacchetta contro il suo petto e cominciò a recitare la maledizione….
«Aaahh…»un
urlo lacerò la notte, la cicatrice pulsava dolorosamente;
Harry
sbarrò gli occhi ancora non consapevole di trovarsi nel suo letto a
baldacchino.
Si mise a
sedere. Era molto spaventato e gocce di sudore freddo
gli imperlavano la fronte. Fuori dalla finestra era
ancora buio. Al suo fianco Ron continuava a russare…Merlino
solo sa quanto lo invidiava. Si versò un po’ d’acqua nel bicchiere e la bevve
cercando di calmarsi.
Non
sapeva perché sognava in continuazione Silente o Lupin che lo volevano morto, ma qualsiasi fosse il motivo doveva
smetterla subito o sarebbe diventato pazzo.
Sentiva
il disperato bisogno di confidarsi con qualcuno, ma non se la sentiva di
parlare con Ron o Hermione, ultimamente non erano molto oggettivi e Harry aveva
il dubbio che pur di non contraddirlo e farlo stare male gli avrebbero mentito
spudoratamente!
Parlare
con Lupin o con Silente era letteralmente fuori discussione… se la sarebbe dovuta sbrigare da solo!
Si
sentiva completamente sopraffatto da un senso di abbandono,
mai come adesso sentiva il bisogno di un amico sincero!
Nota delle autrici:
Ci dispiace
per il leggero ritardo (Vale da l’ispirazione ad Azzu,
ma se lei non scrive…!!!n.d.Vale)(ma che dici… è da un po’ che hai smesso di
essere la mia musa…!!!n.d.Azzu), comunque cercheremo di aggiornare più spesso!
Ah
stavamo per dimenticare(per la seconda volta…scusaci!!!n.d.A.)… un grazie
caloroso a Minako-chan e… si…la
fanfic sarà una Draco/Ginny… anche se poi ci saranno altre coppie come Ron/Hermione
e Harry/Luna!
A
presto!!! Ciao Ciao