Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: azzu_vale    06/09/2005    1 recensioni
Circa mille anni fa, un patto fu suggellato da un'antica magia. Oggi, quello stesso patto è stato violato. Harry Potter, Draco Malfoy e altri scopriranno la vera arma per sconfiggere il male.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Ron Weasley, un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Bentornati a Hogwarts, ragazzi

Terzo capitolo

 

«Bentornati a Hogwarts, ragazzi!».

Il professor Lupin era seduto nel posto accanto a quello appena occupato da Neville che nel frattempo giaceva a terra svenuto!

Si era visto Lupin all’improvviso e dato il suo aspetto lo aveva scambiato per un fantasma e questo era stato il risultato!

 Il loro nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, in effetti, non aveva una bella cera…il suo volto era pallido e sudato, sembrava decisamente più vecchio con i capelli grigi. Indossava un maglione scuro sopra a dei pantaloni neri piuttosto logori e un lungo pastrano.

«Professore, lei qui?» chiese Hermione piuttosto sorpresa.

«Ciao Hermione! Passato bene il viaggio?» disse Lupin ora chino su Neville nell’intento di farlo rinvenire.

Quando Neville si riprese aveva un brutto colorito verdognolo e stava lì lì per rimettere ma Lupin prontamente gli porse una boccetta con all’interno del liquido opalescente.

«Bevi un sorso ti farà, bene! Anche a me capita di avere le nausea quando viaggio…e così ne ho sempre un po’ nella valigia! Ehm Paciock, mi dispiace di averti spaventato!» disse il professore piuttosto imbarazzato.

«Oh non si preoccupi…mi capita spesso! Comunque sono felice di rivederla, professore!» rispose Neville debolmente appena rinsavito «A proposito neanche lei ha una bella faccia!» aggiunse squadrando Lupin accigliato.

«L’altra sera c’era la luna piena!» constatò Luna con i grandi occhi pallidi spalancati.

«Già…!» fece Lupin mettendosi una mano tra i capelli arrossendo lievemente.

«Siamo veramente felici di riaverla con noi! Non ci avremmo mai scommesso soprattutto sapendo quanto ‘lavoro’ c’è da fare!» disse Hermione ammiccando allusiva.

«Già….come vanno le cose con ‘Lei-sa-cosa’? Ci sono novità?» chiese Ron ,che fino ad allora era rimasto in silenzio.

«Be’ questa non è una situazione facile!» rispose il professore adesso profondamente serio «Voldemort ha tirato dalla sua parte molte creature oscure come i Dissennatori, e anche se i suoi Mangiamorte sono ad Azkaban, è solo questione di tempo prima che passi all’attacco! Noi abbiamo molte risorse e anche il Ministero è dalla nostra tuttavia la rivalità che esiste tra molte famiglie di maghi va a nostro completo svantaggio!» così concluse sospirando.

Il resto del viaggio passò in silenzio interrotto soltanto dal cigolare lento delle carrozze che -da poco avevano attraversato gli imponenti cancelli - e ora arrancavano su per il viale ripido dirette ai grandi portoni di quercia. Hogwarts si stagliava maestosa nella notte stellata, qua e là dalle finestre proveniva una luce soffusa smorzata dal chiarore della mezzaluna che illuminava tutto il paesaggio circostante. Scesero dalla carrozza e Harry cominciò a salire lentamente i gradini di pietra, con Edvige che tubava serafica nella gabbia.

La pace di quel posto si contrapponeva fortemente al resto del mondo preda del trambusto e dell’angoscia. Da lontano poteva scorgere Hagrid che guidava i ragazzi del primo anno attraverso l’enorme lago fiancheggiato dalla foresta proibita.

«A cosa pensi?» gli chiese Lupin facendolo sobbalzare. Harry si volse ritrovandosi dinanzi gli occhi saggi e indagatori del vecchio amico.

«Niente d’importante!» rispose bruscamente e ricominciò a salire i gradini.

«Ho notato che sei rimasto in silenzio per tutto il viaggio …c’è forse qualcosa che ti turba?» chiese continuando a fissarlo intensamente come se volesse leggergli la mente.

In effetti, alla vista del suo vecchio professore, era stato preso da mille pensieri e ricordi…primo tra tutti, il ricordo di ciò che era successo nella ormai celebre Camera della Morte, nella quale Harry tornava tutte le notti se altri incubi non lo tenevano ‘occupato’.

Lupin non lo aveva aiutato a salvare Sirius, né aveva fatto qualcosa per salvarlo lui stesso...queste parole vorticavano nella sua testa in continuazione permettendo alla rabbia e alla frustrazione di soggiogarlo in modo che non fosse più capace di pensare a fare la cosa giusta e confidarsi con i pochi amici veri che gli restavano; a coronare il tutto c’era l’ultimo sogno…così vero da poter essere toccato…non riusciva a toglierselo dalla mente!

«No…tutto bene…» cerco di tagliar corto, ma Lupin non aveva nessuna intenzione di mollare, aveva intuito che qualcosa non andava e voleva aiutarlo.

«Harry ascoltami bene…» si voltò verso di lui, gli prese le spalle e lo guardò fisso negli occhi «….so perfettamente come ti senti…ma credimi se ti dico che hai tanta gente che ti ama su cui poter fare affidamento! Se c’è qualcosa che ti turba puoi dirmelo…l’anno scorso ti saresti confidato con Sirius….ma adesso».

Era troppo.

«Già…a quanto pare tutti sanno come mi sento…mi fa piacere…se vuole scusarmi!» e così dicendo si divincolò dalla presa del professore e varcò il portone di quercia.

Era stufo marcio di sentire sempre le stesse identiche parole, tutti volevano aiutarlo ma nessuno poi lo faceva concretamente. Sapeva che Lupin aveva le migliori intenzioni nei suoi riguardi ma ora come ora voleva starsene alla larga il più possibile.

Quando fu nella Sala d’Ingresso si guardò attorno in cerca dei suoi amici poi li scorse ai piedi dell’imponente scalinata di marmo che dava l’accesso ai piani superiori. Si diresse verso di loro attraversando la sala a grandi falcate facendo ciondolare pericolosamente la gabbia di Edvige -ancora stretta nella sua mano- che ora tubava indignata. Poggiò bruscamente la gabbia sul suo baule, si tolse il mantello e si girò diretto alla doppia porta sulla destra.

«Ehi Harry…ma che ti prende? Ti parlo e neanche mi rispondi!» fece Ron che già da tempo seguiva l’amico cercando di capire cosa fosse successo.

«Scusa Ron è che, non ti avevo sentito…» rispose con sincerità Harry «…mi hai chiesto qualcosa?».

«Si…ho visto che parlavi con Lupin, c’è qualcosa che non va? Sembri furioso!» chiese Ron un po’ preoccupato.

«No Ron, è tutto ok! Andiamo? Ho un po’ di fame!» disse Harry ostentando un sorriso forzato per niente convincente. Ron decise di non indagare oltre, sapeva perfettamente di poter incappare in una delle solite scenate e non voleva mettere alla prova la pazienza dell’amico.

«Ok, allora andiamo! Ma dov’è Hermione?».

 

 

*************

 

Varcarono la doppia porta e si ritrovarono nella Sala Grande, fantastica come sempre, di certo uno dei posti più magici di Hogwarts.

I quattro tavoli delle Case erano già quasi completamente pieni, mentre un quinto tavolo, che si estendeva lungo un solo lato occupato dai professori, non recava nessun posto vuoto.

Harry notò Lupin che parlava sommessamente con Silente e si chiese se per caso stesse riferendo della loro conversazione di prima, poi pensò a ciò che gli aveva detto Luna sul treno… non sono un egocentrico!? disse con sicurezza e distolse lo sguardo.

La sala sembrava ancora più luminosa di quanto non fosse già, questo per merito del cielo stellato e luminoso che il soffitto rifletteva, oltre ovviamente alle centinaia di candele sospese a mezz’aria.

Si diressero verso il tavolo dei Grifondoro e molti al passaggio di Harry lo salutavano sventolando la mano vivacemente.

«Hei Harry! Come stai, amico?» gli aveva urlato Ernie MacMillan facendo voltare tutti i presenti.

Dopo aver risposto con un cenno Harry aveva accelerato il passo deciso ad evitare altre scene simili; considerando il fatto che negli anni passati era stato deriso e insultato adesso era rimasto  piuttosto sorpreso da un atteggiamento del genere. Gli sembrava quasi di essere tornato al suo primo anno!

 Prese velocemente posto vicino ad Hermione –che parlottava con Lavanda Brown- e cominciò a conversare con i suoi compagni tentando di ignorare i mormorii e le occhiate cariche di ammirazione che la sua presenza aveva sollevato.

«Chissà, che fine ha fatto? Ho provato a chiedere alla professoressa McGranitt, ma non me lo ha voluto dire!» disse Lavanda rivolta ad Hermione.

«Che fine ha fatto chi?» chiese Harry curioso.

«Fiorenzo! E chi sennò? Oh ciao Harry, come stai? Passate bene le vacanze? Ma lo sai che trovo tu sia in ottima forma!» disse Lavanda tutto d’un fiato.

«Oh, hem…grazie! Si, tutto bene!» rispose Harry profondamente sconvolto da tanta famigliarità.

In effetti seduti al tavolo dei professori c’erano proprio tutti, la Cooman compresa, ma del centauro nessuna traccia.

«Ma che diavolo prende a tutti?» chiese poi rivolto a Ron .

Neanche finì di fare la domanda che arrivò Colin Canon con suo fratello Dennis.

«Ciao Harry! Ciao Ginevra!» disse Colin arrossendo notevolmente, fissando la rossa ammaliato.

« Colin…» rispose Harry secco.

«Oh ciao, Colin!» fece Ginny piuttosto sorpresa.

«Canon, volevi dire qualcosa?» sbottò Ron piuttosto infastidito.

«Oh, si…» così dicendo tornò a guardare Harry.

Ti prego, non mi dire che Colin ha una cotta per me, non potrei reggere il colpo!....pensò Ginny fra sé… forse è meglio non guardarlo, tanto per non dargli false speranze, sennò chi se lo toglie più di torno….

E così facendo, smise di guardare Colin -che intanto si era sciolto in tutta una serie di complimenti eccitati verso Harry («Credo sul serio tu sia il più grande mago esistente,dopo Silente ovviamente, cioè…voglio dire…quello che hai fatto al Ministero a giugno…sei stato molto coraggioso….») – e prese a guardarsi un po’ intorno.

Scorse il lungo tavolo dei Corvonero, alla ricerca di Luna, ma incappò in una scenetta non proprio piacevole: Cho Chang, con i lunghi capelli neri raccolti in una treccia, bellissima come sempre, che si scambiava effusioni con Michael Corner.

Distolse disgustata lo sguardo e prese a guardare da un'altra parte ma qualcosa attrasse la sua attenzione, uno sguardo unico e fermo, seduto al tavolo di Serpeverde, Malfoy fissava Ginny insistentemente.

 Sembrava stizzito e incuriosito allo stesso tempo…Ginny continuò a guardarlo senza un perché…ma il suo sguardo la intimidiva e le provocava una brutta sensazione alla bocca dello stomaco…tuttavia tenne testa a quello sguardo così inquietante…non aveva nessun’intenzione di mostrarsi a disagio e debole, davanti ad un Malfoy, anche se lo era!

Improvvisamente però la sua attenzione fu catturata dal trambusto sollevato dal moro seduto qualche posto più in là rispetto a lei.

«Ron, mi vuoi dire che diavolo sta succedendo? Cos’hanno tutti?».

«Harry, credo sia per via di quello che hanno scritto sulla Gazzetta del Profeta» annunciò Ron cautamente.

«Ah si? E cosa hanno scritto di preciso?» rispose Harry con i nervi a fior di pelle.

«Hanno detto che ora che V-Voldemort è tornato tu sei la nostra unica speranza, e che non c’è nulla da temere finché ci sei tu! Lo hai sconfitto una volta ed eri solo un neonato quindi sarai perfettamente capace di farlo di nuovo adesso che sei un mago più o meno esperto…per il bene di tutti!» era stata Hermione a parlare e lo aveva fatto mormorando in maniera appena udibile ma ad Harry era parso che quelle parole le avesse gridate perché ora gli rimbombavano dolorosamente nella testa.

«Ah si…ed è tutto qui?» rispose Harry sarcastico.

«Più o meno!» fece Hermione.

Harry stava per rispondere ma poi tacque. Avrebbe dato qualsiasi cosa per trovarsi da un’altra parte!

Le porte della Sala Grande si aprirono di nuovo e fecero il loro ingresso gli studenti del primo anno. La McGranitt avanzò con passo svelto verso il centro della sala posizionando lo sgabello con sopra il vecchio Cappello Parlante, davanti agli studenti del primo anno.

Cominciò a scorrere la lunga fila chiamando uno alla volta i nuovi arrivati che sedendosi sullo sgabello attendevano di essere collocati ad una delle quattro case.

Erano ancora a ‘Flower Eleanor’ (‘TASSOROSSO’) che già lo stomaco di Ron emetteva sbuffi d’impazienza perfettamente udibili. Una volta arrivati a ‘Winkle Simon’ (‘SERPEVERDE’), il brontolio era di sottofondo e tutti cominciavano ad additare Ron sghignazzando.

La professoressa McGranitt prese Cappello e sgabello e li portò via.

Il professor Silente intanto si era alzato, le braccia allargate e il solito sguardo vispo dietro gli occhiali a mezzaluna.

«Rimpinzatevi alla bene e meglio!» disse con un gran sorriso.

Come per magia tutti i piatti dorati si riempirono di bontà e leccornie di ogni genere; per un po’ di tempo nessuno parlò al tavolo di Grifondoro a parte Sir Nicholas che cercava con scarso risultato di far capire a Ron che mangiare in maniera così ingorda gli avrebbe provocato un serio mal di pancia.

Subito dopo le prime portate fu la volta dei dolci; torta di melassa, dolci al cioccolato, crème caramèl, ma Harry non toccò cibo.

Quando il banchetto finì tutto sparì dai piatti e dai calici dorati, fino all’ultima briciola, lasciandoli perfettamente puliti e lucenti.

«Oh be’ adesso sto decisamente meglio!» fece notare Ron piuttosto compiaciuto.

«Ti sei ingozzato come sempre…» rispose Hermione acida.

«Hermione, potresti per una volta,una volta soltanto essere gentile?!» disse il mago con voce supplicante.

«Mi dispiace è più forte di me…!» rispose sbrigativa la ragazza che immediatamente si girò per tornare a parlare in maniera concitata con Lavanda.

«Mphf …» borbottò Ron per tutta risposta e incrociando le braccia sul petto ammutolì.

Harry non vi fece caso, stava ancora rimuginando sull’articolo!

Sapeva perfettamente che tutti si aspettavano molto da lui, ma sentirlo spiattellato così su un quotidiano non faceva altro che aggravare la situazione; ora il senso di responsabilità pesava il doppio sulle sue spalle e si sentiva decisamente stanco e intorpidito, per non parlare del fatto che non era nemmeno riuscito a godersi il banchetto d’inizio anno.

«Bene…» esordì Silente raccogliendo l’attenzione di tutta la Sala «vi do il benvenuto e dopo questo meraviglioso banchetto, vorrei dirvi giusto due parole, prima di congedarvi tra le braccia di Morfeo!» si schiarì la voce e proseguì sorridendo «Innanzitutto vorrei presentarvi il nostro nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, Remus Lupin» la notizia fu accolta con un sincero applauso da parte di tutti meno che dai Serpeverde, che lo guardavano disgustati, da sempre incapaci di apprezzare alcuni ‘aspetti’ della sua personalità.

 «Poi Mastro Gazza, come sempre, mi chiede di informarvi e ricordare a tutti che è proibito usare la magia per i corridoi o utilizzare qualcosa come quattrocentotrentasette oggetti, la cui lista completa e affissa nel suo ufficio…consultatela!».

«A nessuno è inoltre permesso accedere alla Foresta Proibita, e spero vivamente che nessuno debba mai andarci! Al riguardo vorrei darvi alcune ultime raccomandazioni soprattutto dato i tempi che corrono…» ora Silente aveva la più completa attenzione, tutti pendevano dalle sue labbra.

I suoi occhi azzurri si soffermarono per un attimo sui componenti della casa di Serpeverde e poi proseguì sorridendo cordiale «…sarebbe opportuno, anzi oserei dire necessario che tutti voi collaboriate e siate amici! Le Case a cui ognuno di voi appartiene non sono in lotta tra loro, ma tutte vanno a formare un'unica grande famiglia che è Hogwarts! Sarà difficile ma non impossibile! Tutti noi sappiamo che giorni oscuri e terribili stiamo per vivere, be’ mostrarci uniti e la cosa più importante che possiamo fare».

Si fermò un attimo indugiando sui volti pallidi dei suoi studenti come per vedere l’effetto che le sue parole avevano sortito; la maggior parte di loro era in silenzio e continuava a fissarlo ipnotizzati, a differenza dei Serpeverde che si lanciavano tra loro occhiate scettiche sghignazzando, Draco Malfoy poi aveva lo sguardo perso chissà dove.

«Un’ultima cosa aggiungo e poi vi lascio andare, la Coppa del Quidditch è sicuramente motivo di scontro e rivalità, ma vi prego di limitare determinati atteggiamenti al campo da gioco, per i motivi sopra citati! Non vorrei vedermi costretto a sospenderla! Per tanto» fu costretto ad alzare un po’ la voce perché un boato si era levato dalle lunghe tavolate.

Harry ora si era perfettamente risvegliato dallo stato vegetativo in cui era caduto, se avrebbero tolto anche il Quidditch, lui che ci rimaneva a fare a Hogwarts! Ci volle qualche minuto prima che i Prefetti riuscissero a ripristinare il silenzio e quando ciò accadde Silente continuò «per tanto faccio affidamento sulla vostra maturità e ovviamente sui Prefetti e i Caposcuola» disse, «bene, non vi trattengo oltre, potete andare nei rispettivi dormitori e riposare».

Silente si risedette e Harry si sentì più stanco che mai. L’armonia e la quiete che aleggiavano solitamente negli occhi del Preside erano state quasi del tutto sostituite da una determinazione assolutamente nuova; chissà cosa gli avrebbe serbato questo nuovo anno scolastico.

«A proposito, chissà chi sarà il nuovo Capitano della squadra di Grifondoro!» esclamò Ron rivolto a tutta la tavola.

«I-io…» disse Harry sorpreso lui stesso della rivelazione; accidenti lui era il nuovo Capitano e già se ne era scordato!

«Wow, Harry ma è fantastico!» esclamò Hermione raggiante poggiandogli una mano sul braccio.

«Si, è grandioso! La coppa delle Case sarà nostra anche quest’anno se Harry è dei nostri!» annunciò Dean circondando le spalle di Harry con un braccio, ignorando Ron che stava per cadere dalla sedia.

In merito a quest’ultimo poi parve che solo Ginny si fosse accorta dell’improvviso cambiamento d’umore; tornò a guardare il gruppetto festante, erano rimasti praticamente solo loro in tutta la Sala Grande, e lei cominciava a sentirsi stanca; si alzò di scatto e fece per andarsene quando Hermione la trattenne per un braccio.

«Gin, non festeggi con noi ?» disse.

«No, sono parecchio stanca! A domani!» fece con un sorriso un po’ falso e si incamminò diretta al dormitorio.

Perché erano tutti così ciechi e preoccupati solo di loro stessi?!

Aveva appena varcato la doppia porta e girato a destra quando urtò contro qualcosa o qualcuno di particolarmente alto. Cadde a terra. Si rialzò alla svelta e si voltò per vedere con che cosa si era imbattuta. Rimase a dir poco pietrificata nel ritrovarsi di fronte l’espressione attonita e un po’ adirata di Draco Malfoy. Non aveva mai fatto caso a quanto fosse alto e adesso che ci faceva caso era ancora più minaccioso, ma lei era una Weasley e non si sarebbe fatta intimidire per così poco!. Si ricompose lentamente, superò Malfoy e ricominciò a camminare altezzosa come se non fosse successo niente di eclatante.

«Ehi Weasley, ma dico, il mondo si è proprio rovesciato! Non solo mi vieni addosso ma neanche chiedi scusa! Non sapevo che oltre ad essere una stracciona fossi anche maleducata!».

«Oh scusa, Malfoy ma la tua vista mi ha provocato un terribile senso di nausea, e quindi…» Ginny aveva parlato lentamente scandendo bene ogni parola con tono fermo e sicuro ma ora che Malfoy aveva ridotto drasticamente la distanza tra loro due lei non si sentiva più tanto sicura.

«Alla stazione non ho avuto quest’impressione, e neanche prima nella Sala Grande…non è che ti sei presa una cotta…pensa a cosa direbbe quel pezzente di tuo fratello e tutta la tua famiglia di morti di fame…» constatò con una smorfia divertita.

Ad un tratto la mano di Ginny scattò istintivamente verso il volto strafottente di Malfoy, ma lui fu molto più abile.

Le afferrò il polso e la inchiodò contro la fredda parete alle sue spalle. Ginny sgranò gli occhi trattenendo il respiro, mentre il biondino si avvicinava sempre di più mantenendo salda la presa su di lei.

Negli occhi grigi, chiusi a due fessure, c’era rabbia. Le labbra sottili erano strette in una smorfia di disapprovazione.

 «Prova un’altra volta a fare quello che hai fatto adesso e ti giuro che ti farò pentire di essere venuta al mondo, piccola stupida stracciona!» ringhiò.

«Toglimi le mani di dosso!» disse Ginny ostentando una sicurezza di cui era assolutamente sprovvista «…sei solo un moccioso arrogante, non mi fai paura… » continuò fissando i suoi grandi occhi azzurri in quelli glaciali di lui.

Aveva paura e come, in fondo Draco rimaneva sempre il figlio di un Mangiamorte, ma non aveva nessuna intenzione di dargli soddisfazione.

D’altro canto però al biondino non la si poteva dare mica a bere, sapeva che quella negli occhi di Ginevra era paura, ma era ugualmente stupito dalla tenacia dimostrata. Aveva fegato la ragazzina!

I due continuarono a fissarsi. I brividi le percorrevano tutta la schiena a causa della parete di pietra contro la quale Malfoy l’aveva costretta. Sperava che da un momento all’altro sarebbe arrivato qualcuno, ma non fu necessario perché lentamente Malfoy cominciò ad allentare la presa sui suoi polsi; la rossa approfittò del momento e si divincolò, con tutta l’intenzione di mettere tra lei e Malfoy la maggior distanza possibile.

 Prese a camminare velocemente ma poi la voce strascicata di lui la richiamò.

 «Non ho ancora finito,Weasley…»aggiunse con un sorriso strafottente dipinto sulle labbra «…cinque punti in meno per Grifondoro perché hai quasi toccato un Prefetto, dieci perché il Prefetto in questione sono io e altri cinque perché….non lo so ma inventalo tu un motivo…ce ne sono parecchi!» e così dicendo riprese a camminare diretto alla porta che dava l’accesso ai sotterranei.

Ginny rimase basita a guardarlo, non aveva avuto neanche il coraggio di lamentarsi per i punti tolti ingiustamente, girò su se stessa e cominciò a salire i gradini di pietra a due a due, tenendo sempre la testa bassa tanto che si ritrovò davanti alla Signora Grassa senza ricordare il tragitto. Si accorse solo in quel momento di non sapere assolutamente quale fosse la parola d’ordine.

«Non  posso far entrare nessuno senza la parola d’ordine!» cantilenò la donna nel quadro con fare perentorio.

«Fratellanza» esclamò Hermione appena arrivata alle sue spalle.

Come per magia il quadro si spostò rivelando il passaggio che portava all’interno della Sala Comune.

«Fratellanza? Ma che razza di parola d’ordine è questa?» chiese Ginny decisamente stupita per la scelta.

«Sembra che quest’anno tutto ruoti attorno a questo, non trovi? » rispose Hermione con semplicità, guardando la rossa «anche il discorso di Silente…dev’esserci qualcosa sotto…» continuò ma Ginny non le dava più ascolto già da tempo.

«Ron, cos’è successo?»chiese, ferma a guardare il fratello, preoccupata.

Ron si era abbandonato su di una poltrona vicino all’allegro fuocherello scoppiettante, lo sguardo vuoto fisso davanti a sé, il viso smorzato e pensieroso.

Ron si voltò, preso un po’ alla sprovvista, tentò di darsi una ricomposta e disse con voce fintamente gioviale:«Oh, niente! Adesso però è meglio che vada!» si alzò e prese a salire la scalinata che portava al suo dormitorio «Notte Gin, Herm!».

«Ma cos’ha?» chiese Hermione continuando a fissare il punto da dove era scomparso Ron.

«Ho una vaga idea! Ma ne parliamo domani! Sono troppo stanca, buonanotte Herm!» così facendo Ginny si avviò verso il suo dormitorio ripensando a Ron e poi di nuovo alla scena con Malfoy, si guardò i polsi, mai avrebbe pensato che le potesse accadere una cosa del genere. Si svestì velocemente e chiuse gli occhi cercando di prender sonno.

 

*************

 

 

Era parecchio tardi quando Harry riuscì a salire nella Sala Comune dei Grifondoro. Per strada non aveva fatto altro che imbattersi in studenti che lo elogiavano per la sua prontezza e per il suo senso del dovere. Una ragazza di Tassorosso lo aveva addirittura invitato ad uscire nel primo fine settimana ad Hogsmeade. Lui particolarmente imbarazzato gli aveva abbozzato una scusa qualsiasi e se l’era letteralmente data a gambe. Con l’intenzione di Schiantare chiunque altro l’avesse fermato anche solo per chiedergli l’ora, riuscì a raggiungere il tanto agognato dormitorio.

Ron non lo aveva aspettato, infatti, era già al calduccio nel suo letto a baldacchino che russava placido.  

Si svestì e indossò il pigiama lentamente. Era molto stanco e spossato, si sentiva le spalle pesanti. Quando finalmente riuscì ad infilarsi sotto le calde coperte sospirò sollevato. Chissà se i suoi incubi gli avrebbero fatto compagnia anche quella notte. Aveva bisogno di riposo e un’altra notte insonne o tormentata sarebbe stata devastante.

Si rigirò piano sotto le coperte mantenendo, a fatica, gli occhi aperti. Non voleva sognare…adesso una di quelle pozioni viola che assicuravano un sonno senza sogni gli sarebbe stata davvero utile.

Quasi senza accorgersene però, chiuse gli occhi e si addormentò.

Era nel campo da Quidditch, attorno a sé riuniti c’erano tutti i componenti della squadra di Grifondoro. Stava discutendo con qualcuno, c’era qualcosa che non andava. Ron gli era di fronte e gli urlava contro con il viso arrossato.

«Siamo alle solite, Harry! Ma si può sapere chi ti credi di essere! Basta poco e cominci ad inveire contro chiunque ti capiti a tiro…non sei al centro del mondo…prova a pensare a qualcun altro oltre a te stesso…».

Ora l’ambiente era cambiato: si trovava in una piazza.

Intorno a sé giacevano a terra inanimati decine e decine di corpi, lui era in piedi, aveva dolore dappertutto. Sentiva il pianto di una donna in lontananza, le si fece vicino. La donna alzò lo sguardo, aveva il viso magro rigato di lacrime, reggeva tra le braccia il corpo di un bambino. Si sollevò a stento poggiando il piccolo cadavere a terra. Fronteggiò Harry con gli occhi carichi di odio.

«È tutta colpa tua! Dovevi ucciderlo, ma hai fallito! Per colpa tua innocenti moriranno…» strillava tra le lacrime battendo i pugni contro il petto di Harry che era rimasto immobile a fissare la scena. Poi d’un tratto la cicatrice prese a bruciare; era di nuovo nel Ministero della Magia, nella Camera della Morte.

Lupin lo teneva fermo, circondandolo con le braccia…Non puoi fare niente Harry…niente…se n’è andato…

Lui si dibatteva come un animale in trappola, tentando in tutti i modi di arrivare a quel maledetto arco. Quando all’improvviso una figura ammantata si levò da dietro il velo.

Per un insulso attimo Harry credette di vedere il suo padrino ma poi scorse una lunga barba bianca e due occhi chiari pieni di odio e malvagità.

Silente avanzava verso Harry con la bacchetta levata e il corpo completamente ricoperto da un lungo mantello nero come la pece.

Lupin, intanto, continuava  a tenerlo fermo impedendogli qualsiasi movimento.

«Mi lasci!» gridò Harry con tutte le sue forze.

«Mi lasci…o mi ucciderà!» lo implorò cercando di guardarlo in faccia.

Ma la presa non accennava a diminuire, nel frattempo Silente lo aveva raggiunto, puntò la bacchetta contro il suo petto e cominciò a recitare la maledizione….

«Aaahh…»un urlo lacerò la notte, la cicatrice pulsava dolorosamente;

Harry sbarrò gli occhi ancora non consapevole di trovarsi nel suo letto a baldacchino.

Si mise a sedere. Era molto spaventato e gocce di sudore freddo gli imperlavano la fronte. Fuori dalla finestra era ancora buio. Al suo fianco Ron continuava a russare…Merlino solo sa quanto lo invidiava. Si versò un po’ d’acqua nel bicchiere e la bevve cercando di calmarsi.

Non sapeva perché sognava in continuazione Silente o Lupin che lo volevano morto, ma qualsiasi fosse il motivo doveva smetterla subito o sarebbe diventato pazzo.

Sentiva il disperato bisogno di confidarsi con qualcuno, ma non se la sentiva di parlare con Ron o Hermione, ultimamente non erano molto oggettivi e Harry aveva il dubbio che pur di non contraddirlo e farlo stare male gli avrebbero mentito spudoratamente!

Parlare con Lupin o con Silente era letteralmente fuori discussione… se la sarebbe dovuta sbrigare da solo!

Si sentiva completamente sopraffatto da un senso di abbandono, mai come adesso sentiva il bisogno di un amico sincero!

 

 

 

 

 

Nota delle autrici:

Ci dispiace per il leggero ritardo (Vale da l’ispirazione ad Azzu, ma se lei non scrive…!!!n.d.Vale)(ma che dici… è da un po’ che hai smesso di essere la mia musa…!!!n.d.Azzu), comunque cercheremo di aggiornare più spesso!

Ah stavamo per dimenticare(per la seconda volta…scusaci!!!n.d.A.)… un grazie caloroso a Minako-chan e… si…la fanfic sarà una Draco/Ginny… anche se poi ci saranno altre coppie come Ron/Hermione e Harry/Luna!

A presto!!! Ciao Ciao

 

  

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: azzu_vale