I suoi grandi occhi nocciola
apparivano quasi dorati grazie alla profonda luce che entrava cristallina dalla
vetrata della Sala Grande. Le sue labbra
sottili erano invitanti, tremendamente invitanti, ma tutta la sua attenzione
continuava ad essere concentrata su quello sguardo talmente ingenuo da fargli
venire quasi i brividi. L’aveva spinta praticamente al muro, costringendola a
non muoversi, mettendo un braccio sulla parente alle sue spalle così da non
farla andare via. L’aveva fatto decine di volte alle ragazze che voleva
portarsi a letto ma, adesso che si trattava di Lei, non aveva intenzione di
farlo.
Nei suoi occhi leggeva soltanto
un profondo rancore misto a quel briciolo di paura del tutto comprensibile ed
un sorriso increspò le labbra tanto perfette da apparire quasi disegnate di
Draco Lucius Malfoy che, finalmente, era riuscito a rimanere da solo con
l’oggetto dei suoi momentanei desideri.
Hermione Jane Granger continuava
a guardarlo senza riuscire a proferire parola, maledicendosi per non aver
seguito Harry e Ron e per aver a tutti i costi voluto attardarsi in Sala Grande
senza rendersi conto di essere rimasta sola con il rampollo dei Serpeverde che
tanto la detestava.
Lui rise. In sua compagnia
nessuna ragazza si era mai preoccupata di dover partecipare ad una lezione ed
il fatto che il suo unico pensiero in quel momento fosse quello lo divertiva.
L'amore
è bensì una nebbia sollevata con il fumo dei sospiri e se questa si dissipi è
un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti e se sia contrariato non è che
un mare nutrito dalle lacrime di quegli stessi amanti. E che cos'altro può mai
esser l'amore se non una follia molto segreta, un'amarezza soffocante e una
salutare dolcezza.
Scossa da ciò che era accaduta
poco prima la ragazza dai lunghi capelli ramati corse via, verso l’aula di
antiche rune che l’attendeva, con la consapevolezza di aver visto qualcosa
negli occhi quasi trasparenti di Malfoy, con la certezza di avervi visto un turbamento,
forse. Cosa era accaduto non lo sapeva neanche lei, la sua mente confusa vagava
tra le possibilità, mentre il grande orologio della scuola segnava ormai le
undici di mattina. Un peso al cuore era quello che si portava dentro la
Grifondoro.
Dal canto suo Draco era tornato a
sedersi al tavolo dai colori verde-argento, chiedendosi per quale ragione si
ostinasse a desiderare ancora una sporca Mezzosangue: possibile che la sua voce
e le sue parole l’avessero rapito fino a quel punto?
Buttò all’aria i libri che aveva
davanti e senza curarsi minimamente di raccoglierli si diresse verso i
sotterranei, deciso a dimenticarsi quello sguardo, quella voce, quel sorriso:
per Dio, lui era Draco Lucius Malfoy, lui non si lasciava abbindolare da un’innocente
grifoncina.
Mentre camminava per gli umidi
corridoi dei sotterranei, il biondo rampollo incontrò il suo migliore amico,
abbracciato alla Greengrass.
Chiese una divertita Daphne dai
grandi occhi chiari: era sempre stata bellissima.
Il bel Serpeverde non rispose, ma
si limitò a lanciare un’occhiata complice al ragazzo che cingeva gelosamente la
vita della sua ragazza: quasi nessuno sapeva che i due stavano insieme, molti
pensavano che si intrattenevano a vicenda, ma nulla più.
Era incredibile come la ragazza
riuscisse a capire tutto quello che passava per la testa di Draco!
Esordì Zabini, rimasto fino a
quel momento in silenzio. Malfoy lo fulminò con lo sguardo, maledicendosi per
essere stato un libro aperto, eppure sembrava che si fosse tolto un peso dal
cuore: adesso qualcuno sapeva. La Greengrass scrollò appena le spalle, piegando
leggermente la testa di lato.
La ragazza si limitò a voltarsi
verso Blaise ed a lasciare un leggero bacio sulla guancia destra .
- Lasciati andare,
la vita è decisamente troppo breve.
Asserì la ragazza facendogli l’occhiolino,
poi si allontanò insieme a Zabini.
Draco e Daphne avevano avuto una
relazione l’anno precedente: lui l’aveva sempre trovata di una bellezza
mozzafiato eppure tra loro non aveva funzionato. Lei desiderava Blaise ormai da
troppo tempo e Draco non aveva intenzione di mettersi in mezzo tra quei due,
una volta che il suo migliore amico si era reso conto di ciò che stava per
perdere.
Proseguì di qualche passo, fino a
quando non raggiunse l’entrata della Sala Comune dei Serpeverde e lì, con sua
somma sorpresa, vide una figura poggiata al muro in pietra, con in mano un paio
di libri e sul volto un’espressione leggermente spaurita. Malfoy la guardò, un
sorriso gli colorò il volto ed una strana luce brillò nei suoi occhi
solitamente opachi.
E se
davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto
splendore farebbe scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa
scomparire la luce di una lampada: in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto
che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte.