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Autore: novemberRose_    13/06/2010    2 recensioni
Lui era così, rimaneva sempre turbato dalle cose più insignificanti: spesso era un odore, un colore, un suono particolare; si creava una dipendenza dalla quale non riusciva mai ad uscire. La ragazza gli passò accanto, quasi sfiorandolo senza vederlo: lei correva, forse era in ritardo, forse qualcosa di importante fuori da quella stanza la attendeva.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I suoi grandi occhi nocciola apparivano quasi dorati grazie alla profonda luce che entrava cristallina dalla vetrata della Sala Grande.  Le sue labbra sottili erano invitanti, tremendamente invitanti, ma tutta la sua attenzione continuava ad essere concentrata su quello sguardo talmente ingenuo da fargli venire quasi i brividi. L’aveva spinta praticamente al muro, costringendola a non muoversi, mettendo un braccio sulla parente alle sue spalle così da non farla andare via. L’aveva fatto decine di volte alle ragazze che voleva portarsi a letto ma, adesso che si trattava di Lei, non aveva intenzione di farlo.

Nei suoi occhi leggeva soltanto un profondo rancore misto a quel briciolo di paura del tutto comprensibile ed un sorriso increspò le labbra tanto perfette da apparire quasi disegnate di Draco Lucius Malfoy che, finalmente, era riuscito a rimanere da solo con l’oggetto dei suoi momentanei desideri.

Hermione Jane Granger continuava a guardarlo senza riuscire a proferire parola, maledicendosi per non aver seguito Harry e Ron e per aver a tutti i costi voluto attardarsi in Sala Grande senza rendersi conto di essere rimasta sola con il rampollo dei Serpeverde che tanto la detestava.

- Malfoy, sei pregato di lasciarmi andare. Dovrei essere a lezione, adesso.

Lui rise. In sua compagnia nessuna ragazza si era mai preoccupata di dover partecipare ad una lezione ed il fatto che il suo unico pensiero in quel momento fosse quello lo divertiva.

 

L'amore è bensì una nebbia sollevata con il fumo dei sospiri e se questa si dissipi è un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti e se sia contrariato non è che un mare nutrito dalle lacrime di quegli stessi amanti. E che cos'altro può mai esser l'amore se non una follia molto segreta, un'amarezza soffocante e una salutare dolcezza.

 

Scossa da ciò che era accaduta poco prima la ragazza dai lunghi capelli ramati corse via, verso l’aula di antiche rune che l’attendeva, con la consapevolezza di aver visto qualcosa negli occhi quasi trasparenti di Malfoy, con la certezza di avervi visto un turbamento, forse. Cosa era accaduto non lo sapeva neanche lei, la sua mente confusa vagava tra le possibilità, mentre il grande orologio della scuola segnava ormai le undici di mattina. Un peso al cuore era quello che si portava dentro la Grifondoro.

Dal canto suo Draco era tornato a sedersi al tavolo dai colori verde-argento, chiedendosi per quale ragione si ostinasse a desiderare ancora una sporca Mezzosangue: possibile che la sua voce e le sue parole l’avessero rapito fino a quel punto?

Buttò all’aria i libri che aveva davanti e senza curarsi minimamente di raccoglierli si diresse verso i sotterranei, deciso a dimenticarsi quello sguardo, quella voce, quel sorriso: per Dio, lui era Draco Lucius Malfoy, lui non si lasciava abbindolare da un’innocente grifoncina.

Mentre camminava per gli umidi corridoi dei sotterranei, il biondo rampollo incontrò il suo migliore amico, abbracciato alla Greengrass.

- Draco! Cosa ci fai qui? Non hai lezione?

Chiese una divertita Daphne dai grandi occhi chiari: era sempre stata bellissima.

Il bel Serpeverde non rispose, ma si limitò a lanciare un’occhiata complice al ragazzo che cingeva gelosamente la vita della sua ragazza: quasi nessuno sapeva che i due stavano insieme, molti pensavano che si intrattenevano a vicenda, ma nulla più.

- Capisco, evidentemente hai una nuova preda.

Era incredibile come la ragazza riuscisse a capire tutto quello che passava per la testa di Draco!

- E’ una Nata Babbana.

Esordì Zabini, rimasto fino a quel momento in silenzio. Malfoy lo fulminò con lo sguardo, maledicendosi per essere stato un libro aperto, eppure sembrava che si fosse tolto un peso dal cuore: adesso qualcuno sapeva. La Greengrass scrollò appena le spalle, piegando leggermente la testa di lato.

- Non sono affari tuoi, Daphne.

La ragazza si limitò a voltarsi verso Blaise ed a lasciare un leggero bacio sulla guancia destra .        - Lasciati andare, la vita è decisamente troppo breve.

Asserì la ragazza facendogli l’occhiolino, poi si allontanò insieme a Zabini.

Draco e Daphne avevano avuto una relazione l’anno precedente: lui l’aveva sempre trovata di una bellezza mozzafiato eppure tra loro non aveva funzionato. Lei desiderava Blaise ormai da troppo tempo e Draco non aveva intenzione di mettersi in mezzo tra quei due, una volta che il suo migliore amico si era reso conto di ciò che stava per perdere.

Proseguì di qualche passo, fino a quando non raggiunse l’entrata della Sala Comune dei Serpeverde e lì, con sua somma sorpresa, vide una figura poggiata al muro in pietra, con in mano un paio di libri e sul volto un’espressione leggermente spaurita. Malfoy la guardò, un sorriso gli colorò il volto ed una strana luce brillò nei suoi occhi solitamente opachi.

- Sapevo che saresti venuta a cercarmi, Granger.

 

E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa scomparire la luce di una lampada: in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte.

  
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