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Autore: Gold Scorpio    08/09/2005    1 recensioni
Salve a tutti, sono felice che abbiate trovato il tempo di leggere questa mia fan-fic, che è in assoluto la prima storia che scrivo: vi chiedo quindi di avere pazienza se non risulterà essere granchè. Avevo veramente voglia di scrivere qualcosa ambientato nel mondo di Harry Potter, quindi ho deciso di provare a vedere cosa ne viene fuori. Sono molto curioso di sapere cosa ne pensate e, nel caso, sarò felice di accettare consigli e suggerimenti. Ho pensato di utilizzare un personaggio del tutto inedito, Milo, e di ambientare le vicende durante gli avvenimenti narrati ne "Il Calice di Fuoco". Non ci sono assolutamente spoiler, anche perchè non ho ancora letto il sesto libro... :) Devo inoltre avvisarvi che ho pesantemente rivisto i primi capitoli, per correggere gli errori e renderli più coerenti con i successivi: anche se li avete già letti sarebbe meglio dare loro un'altra occhiata. Bene, ho detto tutto: buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.

Erano ormai le sei di sera e la pioggia batteva forte fuori dalle finestre. I corridoi erano deserti e chi non era rimasto nelle camere a studiare, si era già recato nella Sala Grande per la cena: ma Milo non era in vena di cenare quella sera. La domenica fa sempre uno strano effetto, è un giorno di riposo e divertimento ma allo stesso tempo la si vive con la consapevolezza che l'indomani una nuova settimana di studio attende. Ma trascorrerla interamente al chiuso, senza nulla da fare, senza nessuno con cui parlare, non era proprio il massimo.

Quasi inconsapevolmente si diresse verso l'ingresso, il grande portone di Hogwarts che separa la scuola dal cortile esterno, dal campo da Quidditch, dalle serre e... dalla foresta. L'atrio era vuoto e scuro, ma il portone era ancora aperto: il ragazzo vi si diresse con passo deciso, sostando poco fuori di esso, in modo che la pioggia non lo bagnasse. Davanti a lui la foresta era una macchia indefinibile, confusa col grigiore del cielo all'orizzonte: la fitta pioggia rendeva difficile scorgere qualcosa già a pochi passi di distanza, ma in lontananza si stagliava distintamente una fioca luce, quasi sicuramente proveniente dalla casa del guardiacaccia Hagrid. Questi era un tipo assurdo, alto il doppio di una persona normale e forte come un toro, ma anche ingenuo come un bambino: solo l'amicizia con il preside di Hogwarts, Albus Silente, poteva spiegare come quell'individuo fosse diventato addirittura professore!

All'improvviso gli venne un'idea su come movimentare la giornata: giocare un tiro mancino ad Hagrid! Qualcosa che lo facesse arrabbiare molto, tipo una caccabomba dal camino (ma c'era il rischio che la scambiasse per profumo), o far scappare qualcuna delle assurde (e spesso pericolose) creature che amava allevare. Si, sarebbe stato decisamente divertente, o quanto meno più divertente di una cena con Malfoy che lo guardava di traverso.

Fece un passo fuori dall'edificio e la pioggia cominciò a lambirgli il viso e ad inumidirgli i lunghi capelli neri: era una sensazione piacevole, in qualche modo gli sembrava che l'acqua lavasse via pensieri e preoccupazioni fuori luogo. Mosse un secondo passo verso l'esterno quando una voce lo richiamò...

- Hey! -

Milo si arrestò.

- Hey tu, dove credi di andare? E' proibito uscire di sera! –

Milo si voltò e guardò verso l'interno: la voce arrivava dalla penombra in fondo all'atrio. Era una voce squillante, un po' stridula. Una voce di ragazza. Ricordava di averla già sentita prima, ma al momento non riusciva ad associarla a nessuno. Tornò indietro di qualche passo, al riparo sotto l'architrave e attese.

Un rumore di passi affrettati proveniva dal fondo della stanza, poi una figura minuta cominciò a delinearsi dalle ombre: aveva lunghi capelli rosso fuoco ed un viso lentigginoso...

Arrivò ansimando:

- Che fai? Esci per una passeggiata notturna con questa pioggia? –

Mentre parlava la ragazza sembrò metterlo a fuoco per la prima volta. Il suo sguardo si posò sul volto di Milo, poi sulla sua uniforme da Serpeverde, quindi ancora sul volto: sembrava che solo in quel momento avesse realizzato che stava parlando con un "avversario". La ragazza era infatti una Grifondoro e notoriamente non corre buon sangue con i Serpeverde. Milo la riconobbe come una dei Wesley, anche se al momento non ricordava il nome: proveniva da una famiglia di maghi purosangue, come lui, che occupavano una qualche posizione di rilievo all'interno del Ministero della Magia (o così gli pareva...). Il cognome Weasley ricorreva di frequente sulla bocca di uno di Draco Malfoy, e non era mai associato a nulla di piacevole.

- Ah, un Serpeverde! Dovevo immaginarmelo... – soggiunse.

- Con che autorità mi dai degli ordini? Non vedo distintivi da Prefetto - l'apostrofò sarcasticamente Milo, infastidito dall'atteggiamento della ragazza.

Probabilmente era la prima volta che i due si trovavano a parlare faccia a faccia in più di due anni di scuola.

Lei lo fissava con gli occhi stretti, piccata da quel tono sgarbato.

- Sai che ti dico? Fai quello che vuoi... – gli rispose – Esci, vai nella foresta, fatti divorare da qualche belva. Un Serpeverde in meno non può che essere un vantaggio per Hogwarts! –

Quindi si voltò e corse via, verso la scalinata che porta alla Sala Grande. Milo la seguì con gli occhi e così la vide inciampare goffamente dopo pochi passi e cadere rovinosamente a terra: il ragazzo si produsse una risata divertita, mentre cominciò a camminare verso la ragazza. Questa era ancora a terra: aveva la faccia di un color porpora acceso, che le arrivava fin sulle punte delle orecchie, e si teneva il ginocchio sinistro, sbucciato nella caduta. Mentre si avvicinava Milo capì che probabilmente la cosa peggiore, per lei, era l'essersi umiliata in quel modo davanti ad un Serpeverde. Smise di ridere e le domandò cortesemente:

- Come stai? Tutto bene? Non dovresti correre quando c'è poca illuminazione in giro –

Se possibile lei arrossì ancora di più, chissà se per rabbia o frustrazione, e cominciò a farfugliare qualcosa:

- E' tutto ok, non mi sono fatta nulla. Io... – e cominciò a rialzarsi lentamente.

Milo non volle farsi sfuggire l'occasione di deriderla ancora un po'. Si chinò rapidamente su di lei e la prese saldamente tra le sue braccia:

- Non è il caso che ti sforzi. Forse è meglio se ti porto in infermeria – le disse, con un tono che mal celava il suo divertimento per l'imbarazzo creato.

A questo punto gli sembrò che la ragazza cominciasse a brillare di luce propria, tanto la sua faccia era rossa. Lei non disse nulla, ma si divincolò con forza dalla presa, se ne liberò e si rimise in piedi di fronte a Milo. La sua espressione era furente, ma riuscì a trattenersi:

- Non è proprio il caso – gli disse con voce rotta dall'emozione – sto benissimo, è una cosa da nulla. Ti ringrazio, ma ora devo andare... – e prima che il ragazzo potesse fare o dire alcunché lei schizzò via e cominciò a salire i gradini delle scale due alla volta, a testa bassa.

Milo la seguì con lo sguardo sempre più divertito, anche perchè un secondo dopo la ragazza andò a sbattere contro una figura immobile in cima alle scale, che evidentemente aveva assistito a tutta la scenetta di prima...

   
 
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