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Autore: Gold Scorpio    08/09/2005    8 recensioni
Salve a tutti, sono felice che abbiate trovato il tempo di leggere questa mia fan-fic, che è in assoluto la prima storia che scrivo: vi chiedo quindi di avere pazienza se non risulterà essere granchè. Avevo veramente voglia di scrivere qualcosa ambientato nel mondo di Harry Potter, quindi ho deciso di provare a vedere cosa ne viene fuori. Sono molto curioso di sapere cosa ne pensate e, nel caso, sarò felice di accettare consigli e suggerimenti. Ho pensato di utilizzare un personaggio del tutto inedito, Milo, e di ambientare le vicende durante gli avvenimenti narrati ne "Il Calice di Fuoco". Non ci sono assolutamente spoiler, anche perchè non ho ancora letto il sesto libro... :) Devo inoltre avvisarvi che ho pesantemente rivisto i primi capitoli, per correggere gli errori e renderli più coerenti con i successivi: anche se li avete già letti sarebbe meglio dare loro un'altra occhiata. Bene, ho detto tutto: buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

Era sera e pioveva. Una pioggia insistente, leggera ma fitta e fredda, come migliaia di piccoli aghi che cadessero dal cielo. Ed andava avanti così da giorni, il peggior ottobre da molti anni a questa parte. Perchè quando piove c'è poco da fare, anche in una scuola di magia come Hogwarts, specie se sei stato fin troppo diligente e non hai più compiti da svolgere o lezioni da studiare.

Milo Ogilvie, studente del terzo anno, sbadigliò, alzandosi dalla poltrona in cui era sprofondato: si stiracchiò facendo scrocchiare gli arti, quindi lanciò un'occhiata annoiata tutto attorno. La sala comune di Serpeverde era un vero mortorio. Nel tavolo vicino al camino un paio di studenti del primo anno si attardavano ancora sui libri, nel disperato tentativo di carpire il significato di quelle arcane formule: l'inizio è duro per tutti, una cosa è sapere che esiste la magia, un'altra è riuscire a capirla e metterla in pratica. C'era passato anche lui due anni prima.

Intanto dall'altra parte della stanza Draco Malfoy era intento a confabulare con la sua solita combriccola, vale a dire gli inseparabili Tiger e Goyle: due armadi ambulanti dal cervello non propriamente fino. E forse proprio questa era la ragione per cui riuscivano ad andare d'accordo con Malfoy: erano troppo stupidi per capire che il viziato erede di una delle casate più prestigiose del mondo magico era il classico caso di "tutto fumo e niente arrosto".

Le sue labbra si curvarono in un sorriso sarcastico mentre la mente ritornava a qualche giorno prima, quando l'eccentrico insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, l'ex auror "Malocchio" Moody, aveva trasformato Malfoy in un candido furetto sotto gli occhi di tutti, quale punizione per aver tentato di attaccare alla spalle Harry Potter, il suo storico rivale, contro il quale aveva collezionato un'impressionante sfilza di umiliazioni fin dal primo anno di scuola.

- Se quell'idiota gode ancora di un minimo di considerazione nella casa dei Serpeverde – pensò – lo deve tutto all'influenza di suo padre... –

La sola presenza di Malfoy lo metteva di cattivo umore. Era già abbastanza dura essere un Serpeverde ad Hogwarts, continuamente accompagnati dal pregiudizio delle altre casate, senza che quell'idiota peggiorasse continuamente le cose, prova evidente e palese che la cattiva fama della casata era evidentemente meritata.

Perso nei suoi pensieri, non si accorse che l'oggetto dei suoi strali lo stava a sua volta guardando con aria seccata:

- Qualcosa che non va, Ogilvie? Cos'hai da fissare? –

Milo si scosse dal torpore e realizzò la situazione: avrebbe dovuto essere più accorto, un Malfoy contrariato è sempre una seccatura. Ma ormai non poteva più sottrarsi al confronto:

- Non preoccuparti, è che mi stava tornando in mente un certo episodio di qualche giorno fa... – gli rispose sarcasticamente.

Le gote di Malfoy si tinsero leggermente di rosso: Tiger e Goyle scattarono in piedi mentre i ragazzi al tavolo smisero di leggere e rimasero muti ad osservare la scena.

- Ti stai riferendo a qualcosa in particolare? – gli chiese un Malfoy livido di rabbia.

Non era una bella situazione: il biondo Serpeverde e i suoi due gorilla sembravano sul punto di saltargli addosso. Provocarli era stata una cosa stupida, ma Milo non aveva resistito alla tentazione e non era la prima volta che la sua lingua lunga lo metteva nei guai.

- Quando imparerò a contare a dieci prima di parlare? – pensò, maledicendosi in silenzio.

D'altronde non gli andava nemmeno di darla vinta a Malfoy, quindi l'unica soluzione possibile era passare al contrattacco.

- Sai bene a cosa mi riferisco, Malfoy. Non è certo colpa mia se hai rimediato l'ennesima umiliazione davanti a Harry Potter... – gli rispose, estraendo al contempo la bacchetta e puntandola verso il terzetto.

La mossa li lasciò interdetti, ma Draco si riprese in fretta e con un movimento rapido si portò alle spalle di Goyle ed impugnò a sua volta la bacchetta.

- Coraggioso come al solito – lo apostrofò ironicamente Milo.

- Ti pentirai di avermi provocato, Ogilvie – gli rispose Malfoy, accingendosi a scagliare una magia sempre protetto dalla mole di Goyle, che pareva impietrito.

Con scatto ferino Milo saltò giù dalla poltrona poco prima che questa venisse colpita dall'incantesimo, dopodichè si portò rapidamente al riparo dietro di essa: nel frattempo anche Tiger e Goyle mettevano mano alle loro bacchette.

La faccenda si faceva sempre più pericolosa, occorreva pensare velocemente ad un piano di fuga. La fortuna venne in suo aiuto quando la porta si aprì ed un gruppo di ragazze entrò chiacchierando rumorosamente nella sala: automaticamente Draco e i suoi guardaspalle nascosero le bacchette e Milo ne approfittò per sgattaiolare fuori, accompagnato dallo sguardo furente di Malfoy.

Una volta arrivato nel corridoio esterno reputò opportuno allontanarsi velocemente, giusto nel caso in cui ai tre venisse la tentazione di inseguirlo.

- Bene, volevo trovare qualcosa da fare ed ora ce l'ho – si disse – complimenti Milo, sei proprio un genio... –

Imboccò le scale che portavano alla biblioteca, che in quel frangente gli sembrava il rifugio ideale per trascorrere un paio d'ore al sicuro e far sbollire la rabbia di Malfoy. Nonostante la giornata piovosa, tuttavia, gli altri studenti dovevano aver pensato che c'era di meglio che passare la domenica pomeriggio a studiare, perchè trovò la stanza desolatamente vuota, eccezion fatta per la solita Hermione Granger che pareva vivere in simbiosi con quegli antichi tomi polverosi. La ragazza parve non notare nemmeno il suo arrivo.

Milo recuperò dal consueto scaffale il suo testo preferito, un corposo volume di Storia della Magia, quindi andò a sedersi il più lontano possibile dalla Granger. Gli piaceva leggere del passato, anche perchè il nome della sua casata compariva spesso, almeno per quanto riguardava le vicende scozzesi. Molti suoi antenati avevano preso attivamente parte alle rivolte scozzesi contro il dominio inglese, forse per sincero patriottismo, più probabilmente per malcelate mire di potere, visto che non esitavano a ricorrere anche alle arti più oscure per raggiungere i loro scopi. Comunque nessuno di loro ebbe molta fortuna ed a tutt'oggi la casata degli Ogilvie era ritenuta secondaria all'interno della nobiltà magica e guardata con sospetto, specie dopo le turbolente vicende susseguenti all'avvento di Voldemort. Molti sospettavano che i membri della sua famiglia fossero seguaci del Signore Oscuro. Ma in realtà nessun Ogilvie si sarebbe mai messo alle dipendenze di un altro mago: semmai avrebbe tentato di diventare lui stesso Signore Oscuro...

Perso nei suoi pensieri, il ragazzo non fece molto caso al tempo che passava, finché non venne riportato alla realtà dal tocco di una mano sulla spalla:

- E' ora di andare, la biblioteca sta chiudendo – gli disse Hermione Granger, accennando ad un sorriso formale.

Lui annuì col capo e lei si accomiatò. Milo si alzò e mise con tutta calma a posto il volume che stava consultando, in modo di dare alla Grifondoro tutto il tempo di allontanarsi, quindi uscì anche lui...

   
 
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