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Autore: Anduril    09/09/2005    11 recensioni
Di ritorno da un misterioso viaggio di cui nessuno vuole parlare Harry, aiutato dai suoi amici, dovrà trovare il coraggio per affrontare la sua paura più grande... spoiler 6° libro!
Genere: Azione, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ricordi e incontri

 

San Patrick era un piccolo villaggio nel nord dell’Inghilterra, popolato da poche famiglie, conoscenti di vecchia data che non si erano mai mossi da lì. Tutti sapevano tutto di tutti, nulla rimaneva a lungo un segreto in un paesino simile, nulla c’era peraltro da nascondere; non c’era nulla di sospetto, nessuno era sconosciuto agli occhi dei propri concittadini.

Nessuno tranne gli abitanti di una piccola villetta appena al di fuori del paese; non si erano visti spesso in paese, non partecipavano alle attività organizzate dal comune, non cercavano di socializzare con i loro concittadini, non cercavano di comportarsi in maniera un po’ più… normale.

Quella giovane coppia era arrivata lì all’incirca all’inizio di agosto dell’anno precedente, facendosi notare l’uno per l’aspetto stanco e trasandato, l’altra per i suoi continui cambiamenti ai capelli, sempre di colori e tagli diversi, uno più stravagante dell’altro, sempre circondati da persone altrettanto strampalate, vestite in uno strano modo, sempre a confabulare tra loro, nascondendo piccole asticelle di legno nelle tasche, pronti ad usarle come armi al primo movimento sospetto.

Di certo gli abitanti di san Patrick non la definivano una coppia normale.

 

Remus! Remus, hai chiuso le finestre?”

“Sì, tesoro!” fece lui sogghignando. La settimana scorsa la sua consorte aveva lasciato tutto aperto durante un temporale terribile, inondando letteralmente la casa.

Quella sera era ben contento che non ci fosse luna piena, non sarebbe stato molto piacevole essere fuori casa con una tempesta del genere. Dopo più di un anno di convivenza avevano trovato diverse soluzioni per le sue trasformazioni, stando sempre attenti a non trovarsi vicini durante la luna piena, controllando sempre che la cella che avevano preparato in una caverna non molto lontano da lì fosse ben chiusa e assolutamente sicura.

La sua vita era così cambiata….

Per molti anni Remus aveva vissuto a metà, o meglio, la sua vita continuava, lottando, arrancando, giorno dopo giorno, cercando di trovare uno scopo in quello che faceva. Nessuno, tranne forse Silente, aveva mai pensato che Remus John Lupin lottasse ogni giorno per andare avanti, per trovare nuove motivazioni per cui combattere. Qualche anno prima un timido, pallido bagliore era entrato di nuovo nella sua vita: conoscere Harry, aiutarlo, ritrovare Sirius…ma poi, ancora buio.

Sirius era morto, così, senza preavviso, senza nessun discorso d’addio, se n’era andato, come James e Lily tanti anni prima e lui non aveva potuto fare altro che trattenere Harry, impedirgli di fare quello che lui stesso avrebbe desiderato, riportare indietro Sirius, rivedere quel volto ironico, corrucciato, esasperato.

Ma niente.

Il suo volto stava scomparendo, come quelli di James e Lily prima di lui, senza che potesse fermarlo, impedirlo, trattenerlo.

Così era sparito, aveva accettato di buon grado la missione che Silente gli aveva offerto, evitando il contatto con tutti, anche con Harry, nonostante sapesse quanto avesse bisogno di un appoggio…anche lei…il suo raggio di sole…

 

James! James muoviti, rischi di arrivare in ritardo al tuo matrimonio! Avanti Ramoso, se non ti dai una mossa la tua dolce metà ti cambierà i connotati!” gli urlò dietro Sirius.

James uscì dal bagno trafelato, in mutande, cercando di infilarsi la camicia con una mano e un calzino con l’altra.

“Questa me la pagate, è tutta colpa vostra!”

“Nostra?! Chi è quello che si è scolato una bottiglia di whisky incendiario mugugnando qualcosa sulla sua Lily?!” chiese candidamente Remus.

“Ah, e non dimentichiamoci lo spettacolo che ci hai offerto quando hai scambiato Peter per tua zia Alberta! Lo hai rincorso per tutta la stanza urlandogli che ti doveva 200 sterline per i compleanni arretrati!”

Tutti e quattro risero.

, non c’è niente di peggio che una zia assente!” sghignazzò James, cercando di allacciarsi il cravattino

“Questo…dannato…coso!” borbottò, diventando viola per averlo stretto troppo.

“Stai fermo, faccio io!”  Si offrì Remus, impietosito.

“Ehi, voi due! Non state lì impalati, iniziate ad andare in chiesa a calmare le acque…e la mia dolce Lily!”disse James a Sirius e Peter che lo guardavano sogghignando.

E ti pareva!”

“Non borbottare Felpato, siete i miei testimoni di nozze, me lo dovete!”

Peter e Sirius uscirono dalla casa, tra i borbottii e gli insulti di quest’ultimo.

“Ecco fatto Ramoso, perfetto!” disse Remus, dopo averlo aiutato con il cravattino. Ma James non diede segno di averlo sentito; si guardava in giro, con un’aria che diventava sempre più sconvolta e angosciata.

Jamie? Che ti prende?”

Che mi prende?? Mi prende che dovevo essere totalmente fuori di testa! Io…io sono lo scapestrato, ricordi?? Uno come me che mette su famiglia?! Ma dove mai si è visto? Avanti, è come se ti dicessero che Malocchio Moody è un criminale! Ti pare possibile? Appunto! No, no! Dobbiamo darci alla fuga! Senti, conosco un tipo che fa documenti falsi, se ci sbrighiamo entro un’ora dovremmo essere al confine e…ma cosa ridi??! Io sono serissimo!!”

Remus cercò di tornare serio “Ok, James, stai fermo e ascoltami!”

Ma non abbiamo tempo, dobbiamo…”

“Chiudi quella dannata bocca e ascoltami!! Allora, fai un bel respiro e chiudi gli occhi…vuoi chiudere quei cazzo di occhi????! –fece esasperato, mentre James sghignazzava- visualizza Lily davanti a te. Si avvicina. Cosa provi?”

“Calore. Calma. Altre cose che non si possono dire davanti a un pubblico di minori.”rispose sorridendo.

Cosa faresti senza di lei?”

James lo guardò sconcertato, esitò, ma alla fine disse “Non riesco ad immaginarmelo. Lei…è parte di me… come puoi vivere senza una parte di te?”

“Ecco, appunto, non c’è bisogno dei documenti falsi, dopotutto.

James esitò un attimo, poi sorrise “Hai ragione Remus…lei è il mio raggio di sole.

“Come?” chiese un po’ sconcertato.

“Capirai piccolo Lunastorta…quando la tua vita girerà intorno a una donna, una donna che riempirà il vuoto attorno a te solo sorridendo, una donna che ti rasserenerà con un solo sguardo… lei sarà il tuo raggio di sole. E non potrai farne più a meno.”

Remus era un po’ stupito. “Molto poetico, Ramoso.”

“Già, adesso dovrò ucciderti!”

James…?”

“Sì?”

“Matrimonio.”

“Oh, cazzo!!!

 

Remus sorrise al fuoco morente davanti a lui…quanto aveva ragione…

Senza che lui stesso se ne accorgesse, Tonks era entrata pian piano nella sua vita, silenziosamente, in punta di piedi, con quel suo modo di fare goffo ed impacciato, quel suo carattere così solare. A poco a poco Remus aveva iniziato a godere totalmente della sua compagnia, ad attendere con ansia i turni insieme, mentre Sirius, alle loro spalle , sorrideva benevolo…si erano trovati, avevano capito di non poter più fare a meno l’uno dell’altra. Nonostante il terribile dolore per la morte di Felpato, nonostante il loro lungo periodo di silenzio e incomprensione, alla fine si erano ritrovati, come accade sempre, o come dovrebbe accadere, a una coppia di anime gemelle.

“Ehi, tutto bene?” chiese Tonks, arrivata silenziosamente dietro di lui, abbracciandolo.

“Sì tutto a posto. Nell’altra stanza…come vanno le cose?”

Tonks sorrise dolcemente “Tutto benissimo. Gli diede un bacio sulla fronte e, tornando nella stanza a fianco,  lo lasciò immerso nei suoi pensieri.

Remus tornò a guardare il fuoco, accigliandosi.

In quel periodo era così felice…tuttavia quando meno se l’aspettava veniva assalito da una profonda angoscia, tormentato dall’incertezza per il domani.

Ormai Voldemort era al culmine del suo potere, un potere mai raggiunto, nemmeno nella prima parte del suo dominio; ormai dimostrava di essere sempre più audace, non dovendo più temere l’unico uomo che avrebbe potuto fermarlo. L’unico…l’unico che non aveva mai tentato di ucciderlo.

Silente.

Remus sapeva che Silente non aveva mai tentato di uccidere Voldemort, come se avesse saputo che non sarebbe servito a nulla, che niente avrebbe potuto scalfire la sua integrità, niente avrebbe mai potuto annientarlo. Eppure aveva sempre continuato a lottare, senza rinunciare alla speranza, incitando tutti loro a combattere, a non arrendersi, consolando, sostenendo gli altri, senza che nessuno avesse mai potuto ricambiare, senza che nessuno gli avesse mai detto quanto la sua presenza fosse importante, quanto gli fossero affezionati, quanto avrebbero voluto essere più partecipi e più attivi, per aiutarlo, per dividere i fardelli che continuamente si assumeva.

Ma nessuno di loro ne aveva mai avuto il coraggio, nessuno aveva mai pensato che Albus Silente fosse un essere umano, che fosse mortale, nessuno aveva mai considerato l’idea che avrebbe potuto morire, che qualcuno lo avrebbe veramente ucciso.

Dopo la sua morte così tante cose erano cambiate, tante vite si erano spente…alcuni se n’erano andati.

Come Harry.

 Da molto non aveva più sue notizie, non l’aveva più visto dopo il matrimonio di Bill, quando era partito, cercando di convincere Ron e Hermione a restare a casa, senza riuscirci. Si erano messi in contatto varie volte con le loro famiglie durante l’anno appena trascorso, ma nessuno sapeva dov’erano, nessuno sapeva cosa stavano facendo.

Tutti aspettavano. Potevano solo aspettare.

 

Istintivamente volse il suo sguardo verso la finestra, come faceva sempre quando pensava a Harry, quasi sperando di vederselo comparire davanti; fuori la tempesta continuava ad infuriare, la pioggia impediva di vedere qualsiasi cosa.

All’improvviso un lampo illuminò la strada, seguito da un potente tuono, mostrando una figura incappucciata avanzare barcollante verso la loro casa.

 

Ninphadora! Rimani di là, non muoverti per nessun motivo!”

Cosa succede?” chiese Tonks, a bassa voce, spaventata, rimanendo nell’altra stanza.

“C’è qualcuno.”

Remus rimase in attesa, accanto alla finestra, stringendo convulsamente la bacchetta.

La figura ammantata non accennava a fermarsi, anche se più di una volta era stato sul punto di cadere, quasi fosse stato ferito.

Un altro lampo illuminò la strada.

Remus vide la figura alzare il viso, come guardando nella loro direzione.

E’ qui per noi. Pensò angosciato Remus.

L’uomo incappucciato sollevò il mantello, prese la bacchetta, fece un complicato movimento e produsse una forte luce argentea che si diresse verso la loro casa.

Remus rimase a fissare attonito il cervo argenteo che lo fissava a pochi centimetri da lui.

JamesHarry!

Si alzò e vide la figura incappucciata cadere a terra.

 

 

Chi lo stava scrollando? Di chi erano le voci intorno a lui? Sembravano un uomo e una donna… Ron e Hermione? No, erano voci conosciute, certo, ma più adulte, mature, quasi spaventate. Quanto avrebbe voluto rimanere con gli occhi chiusi, ignorando il mondo circostante…

Aprì lentamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco le figure intorno a lui.

Remus, Remus, si sta svegliando, vieni qui!”

Harry? Harry, mi senti?”

“Ehi… ho fatto…un’entrata ad effetto, vero?” sorrise Harry, affaticato.

“Ma cos’è successo? Dove sono Ron e Hermione? Stai bene? Sei ferito?”

Remus, per piacere, stai tranquillo, dagli il tempo di rispondere!”lo redarguì sua moglie.

“Non siete proprio cambiati voi due, eh? Il matrimonio non vi ha reso persone serie!”sghignazzò Harry, seguito a ruota da entrambi.

Cosa credevi? Un Malandrino come me non può mettere la testa a posto!”

Remus si sorprese ad osservare il ragazzo che si trovava di fronte. Era così cambiato…la sua somiglianza con James si era accentuata, non era più lo stesso ragazzo che era partito più di un anno prima con i suoi due amici verso destinazioni e compiti sconosciuti, era un uomo fatto, ormai. Diverse cicatrici lungo il suo corpo testimoniavano i pericoli scampati in quel lungo periodo di distacco, la barba, ormai quella di un uomo adulto, cresceva lungo le sue guance, come se fosse ormai più di una settimana che non veniva tagliata, il suo corpo si era irrobustito, i capelli…, quelli, per lo meno erano quelli di sempre, lunghi, indomabili, spettinati. Come James.

Remus si ridestò dalle sue riflessioni, aiutando Harry che stava cercando di mettersi seduto, con scarsi risultati.

 “Non vi preoccupate, sto bene, sono solo un po’ stanco. Comunque, Ron e Hermione sono sani e salvi, sono tornati entrambi a casa... il viaggio è terminato.”

Quindi avete portato a termine il vostro compito?”

“Sì, diciamo di sì...”

Ma allora, cosa ti è successo?”

“Nulla di grave, ho solo incontrato alcuni amici di vecchia data e ho dovuto seminarli…erano in troppi, non potevo cercare di combatterli da solo.

“Ci sei riuscito? Ti hanno seguito?” chiese Tonks con una punta d’apprensione nella voce

“No, non ti preoccupare, è impossibile. Ti ricordi come voleva farmi raggiungere Grimmauld Place Malocchio quando siete venuti a prendermi prima dell’inizio del mio quinto anno ad Hogwarts?”

“Oh, sì- rise Tonks- quel pazzo voleva farci raggiungere Londra via Groenlandia! No, aspetta un momento…non sarai arrivato via Groenlandia?!”

Harry sorrise “Più o meno quella era l’idea!”

Remus e Tonks rimasero increduli, mentre lui rideva del loro stupore. “Cosa avreste preferito? Volevate che i Mangiamorte vi girassero per casa?! Poi con Tonks…Ehi, aspetta- fece Harry, come se solo in quel momento avesse capito che c’era qualcosa che non quadrava- ma tu non eri…voi due non aspettavate…”

Entrambi si misero a ridere a loro volta, felici della sua confusione

“Sei arrivato giusto in tempo per conoscere una persona!” Tonks si alzò e andò nella camera accanto, per uscirne con un bimbo tra le braccia.

“E’ nato meno di una settimana fa, sono tornati ieri a casa dal San Mungo. Spiegò Remus a un Harry sempre più sconvolto.

Tieni papà, fai le presentazioni.”

Remus prese in braccio il bimbo, che mugugnò contento tra le braccia del padre.

Harry, ti presento Sirius James Lupin

Harry prese in braccio il bambino, che gli si accoccolò volentieri tra le braccia; era così piccolo, morbido, indifeso, ma tranquillo, pago del calore che percepiva intorno a lui. Era ancora troppo piccolo perché si potessero notare somiglianze con l’uno o l’altro dei genitori, eppure i frequenti cambiamenti di colore della sottile peluria che gli ricopriva la testa erano molto eloquenti.

…un nome piuttosto impegnativo, no? –scherzò Harry, quasi commosso- mi sa che vi darà parecchio filo da torcere quando sarà un po’ più cresciutello!”

“Non scherzare troppo, se prenderà anche il temperamento del suo futuro padrino ci sarà veramente da ridere!”

“Perché, chi avete scelto per badare a questo…ehm…futuro angioletto?”

Bè- fece Remus un po’ titubante- se non avessi nulla in contrario…saremmo molto felici se fossi tu il suo padrino.

Harry rimase a bocca aperta; li guardò stupito, esitante, poi abbassò lo sguardo sul piccolo che si era placidamente addormentato tra le sue braccia stringendogli un dito con la manina.

Se il piccolo Sirius fosse diventato il figlioccio di Harry Potter sarebbe stato esposto a mille pericoli, vendette, esattamente come aveva successo a SiriusSirius era il suo padrino ed era morto per questo. Se fosse successo qualcosa al piccolo… Alzò gli occhi verso Remus e Tonks che lo guardavano esitanti, aspettando una sua risposta.

“Sarà un onore per me.” Disse, sorridendo.

Non avrebbe permesso che gli facessero del male; il piccolo Sirius era diventato un altro motivo per combattere, per vincere.

E non l’avrebbe deluso.

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi di nuovo qui! E’ da un po’ che volevo mettere online questa storia, ho iniziato a pensarci da quando ho finito hbp… fatemi sapere cosa ne pensate!

A presto

Anduril

  
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