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Autore: Ciribiricoccola    20/06/2010    5 recensioni
[Hugh Jackman]
[Hugh Jackman] Sai chi mi sembra di essere?
Mi sento un po’ Julia Roberts in “Pretty Woman”, ma anche un po’ Leonardo DiCaprio in “Titanic”…
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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sky

Siamo arrivati alla fine anche stavolta :) Non ho molto da dire, una volta ogni tanto! Questa FF è così... "intima" che non mi sento di dedicarla a nessuno in particolare, ma che nessuno si offenda, perché se l'ho condivisa con tutti voi postandola qui è perché spero che, magari, leggendola, ognuna di voi si riveda in Skyla, pur avendo anche tutt'altro oggetto del desiderio!

Un ringraziamento a chi l'ha letta e a chi vorrà commentarla! Per il resto... Alla prossima :)

Ciry

CHAPTER 2

Aspetto che l’aspirina faccia miracoli: il mio mal di testa è piuttosto martellante, come la mia coscienza.
I piedi, almeno loro, stanno un po’ meglio, e essere avvolte da un pigiamone di pile aiuta, in certi casi.
Non è molto, però…

Julia DiCaprio, non so proprio cosa dirti. Dovrei essere fiera di te? O devo rimproverarti?

Hai difeso la tua reputazione, e anche la sua. Hai fatto proprio bene, sì!
Però… forse se avessi tenuto per te il Cosmopolitan…
Se non l’avessi bevuto affatto…

Ma anche quel viscido, andiamo, come avresti potuto zittirlo in maniera definitiva?
Le persone sono fatte così: quando non hanno niente da fare, s’inventano le congetture più assurde, ci si attaccano e… tu non puoi farci niente, non puoi aprire le loro teste e cavarne fuori tutte le stronzate che pensano.

Forse avresti dovuto lasciarlo perdere, semplicemente…

Cavolo, però Julia Roberts si è difesa quando l’amico di Richard Gere voleva violentarla!
E DiCaprio ha affrontato più di una volta la cerchia di ricconi che circondava Rose!!!
Tu hai tirato un Cosmopolitan in faccia ad un porco schifoso, diamine!

Di certo lui non farà come Richard Gere o Kate Winslet…
Ma almeno un “Grazie”…!!!

 
Oddiolaportanonaprire!!!!!!!!!!!!!!!

 
“Skyla?”

Non rispondere! Lui è arrabbiato, tu sei triste, hai mal di testa e sei in pigiama.
Tu non sei in questa stanza!

“Skyla, apri, lo so che sei lì dentro, ho chiesto al portiere!”

Stupido receptionist, spero che ti facciano una prenotazione in coreano.

“Io non ho fatto niente di male!” strillo, subito sulla difensiva.
“Skyla, non posso parlare con una porta ancora a lungo!!”

Ha ragione, ammettilo.
Ma non vorrai farlo entrare.

“Che palle!!” esclamo “Aspetta! Arrivo…”
“Era ora!!”
“ASPETTA!!!”
“Che c’è?!”

C’è che sono terrorizzata!

“Sei da solo?”
“Certo che sono da solo…”
“Niente Dante comesichiama? Niente vecchia cicciona?”
“No! Sono solo. Ok?”
“Mh, ok…”

Ma che cosa stai facendo, pazza? Vuoi davvero aprire la porta ad un uomo stupendo in pigiama, struccata e sull’orlo di una crisi di nervi?
Certo, tanto in ogni caso non è venuto fino a qui per invitarmi ad un appuntamento galante!
È venuto a farmi la ramanzina, porca vacca! Voglio un avvocato…


Apro. È così facile.
Ma ti sbarro la strada.

“Non entrare!” ti ordino, pentendomi subito del mio slancio di autorità…
“E perché non posso entrare?” mi chiedi, esasperato.
“Perché…”

Va bene, prenditi gli accademici 10 secondi per pensare.
Se adesso ti faccio entrare, so che non accadrà niente di niente, ok.
Ma se passa qualcuno mentre ti sto facendo entrare? Quella persona potrebbe pensare le peggiori sconcezze!!!
No, no, per stasera la malizia ha rotto anche troppo i coglioni!
Diglielo, Sky!!! Spiegati!!!

“Perché… è complicato…”

Sì, ok, ma vai avanti. Lo stai innervosendo.

“Che cosa è complicato, cosa?”
“Se mi fai spiegare…”
“Spiega allora!”

Oddio, ci pensi? Quel depravato ha insinuato che tu e lui…
Che rabbia, che squallore, che tristezza…
A te, è venuto a dirlo proprio a te!!!

“Skyla, ma…”
“Non sto piangendo!!!”

Ecco, complimenti! Adesso se n’è accorto!
Chiudi i rubinetti prima che la situazione degeneri e ti scambi per una schizoide!!!

Niente da fare. Va bene, ci hai provato.
Hai retto per mezza serata, magari è comprensibile che adesso tu sia scoppiata in questo modo.
Ma almeno non inzuppargli tutta la camicia!
Sarebbe meglio se tu mi soffocassi un po’ meno, così capiresti quello che sto cercando di dirti, tipo che il tuo amico dovrebbe morire tra atroci sofferenze, ma tanto non mi ascolti nemmeno…

“Va bene, va bene, adesso ci sediamo e ne parliamo con calma, ok?”
Annuisco a fatica, tappandomi il viso come posso, e ti indico i divanetti lungo il corridoio silenzioso dell’hotel.

Parliamo alla luce, cazzo, almeno nessuno avrà di che pensar male, neanche le malelingue che passeranno!
Sono le due di notte passate, ma non si sa mai, quelle non dormono mai.

 

***

 

“Davvero? Ti ha detto che…?”
“Sì!!” ti interrompo, piagnucolando “Era tutto sorrisi schifosi e insinuava che io e te… che io ti… E’ stato il colmo, non ci ho visto più e gli ho risposto!!!”

Questo è il momento perfetto, paradossalmente…
Mi stai ascoltando con molta attenzione, vuoi darmi ragione e, come me, sei confuso.
Non mi sposerai mai, né morirai mai per me, ma almeno questo è un passo avanti! E per me è tantissimo, anche se non te lo dirò mai!!!

“Ma tu guarda…” mi dici, spiazzato “Non avrei mai creduto che un tipo tranquillo come lui…”
“Io lo so che non si trattano male i vecchietti, ma quello è stato un demonio con me! E poi ha provato a parlare male di te, insomma, che cazzo!!!”

Basta, ti prego, basta perfezione, non credo di riuscire a sopportarne ancora!
Ti sei messo a ridere!!!
Tua moglie sicuramente te lo avrà detto più e più volte, manco di originalità, però io penso che quando ridi, sei ancora più bello.
Dio, fortuna che non ho il dono della telepatia.

“Tu hai infradiciato di liquore un direttore della fotografia di fama mondiale perché parlava male di me!”
“E di me!!” mi affretto ad aggiungere, rossissima in viso, senza dubbio.
Ma non lo sai che per te prenderei quel tizio e lo affogherei anche in un barile di alcool, se solo me lo chiedessi?

È molto frustrante fare queste scenette, sai?!
Soprattutto quando arriva questa parte, quella finale, quella che non cambia mai!

“Io non ho una segretaria, io ho un angelo custode!”

Tu mi spettini i capelli, io ridacchio disinvolta, come se volessi dirti “Cosa faresti se non ci fossi io…” e, se sei particolarmente di buonumore e se io appaio degna di vero eroismo, ci scatta anche un bacio in fronte. Come adesso.

 
Uffa. Sei monotono, noioso e banale.
Ecco gli unici difetti che riesco a trovare in te.
E io sono troppo presuntuosa.
Che difetto abnorme, nella mia condizione.

Ma almeno io reprimo tutto! Me ne sto sempre al mio posto, buona buona, sono così coerente nella mia repressione che non ti tocco quasi mai, neanche per errore, neanche per passarti un documento da firmare!
Tu invece, no, macché! Tu sei un’espansione pacchiana di affetto, e non ti vergogni! Tu le tocchi, le persone, le baci, le abbracci, dai le pacche sulle spalle, non ti periti davanti a tutta questa… fisicità, tanto cosa te ne importa? Sono gesti amichevoli, affettuosi e poco impegnativi. Certo, hai anche tu i tuoi limiti, dato che non salti addosso al primo che capita! Solo tua moglie, i tuoi figli, i parenti e gli amici più stretti.
Tra cui io.

Mi becco i tuoi germi ogni santo giorno, attraverso un pizzicotto, con un abbraccio, mentre mi baci la fronte, ogni volta che fai finta di spintonarmi per darmi una svegliata la mattina presto…
Quasi sempre finisco per guardarmi e riguardarmi la parte di me che hai toccato o baciato, me la guardo e la adoro per le successive 24 ore.

 

“Adesso che sai che ho ragione e che non butto Cosmopolitan addosso ai cretini per sport… posso andare a letto?” ti chiedo, ironica e disinvolta, alzandomi e sperando che tu mi lasci andare…
Anzi, no, sperando che tu mi dica: “No, dài, bevi qualcosa con me”.
Sì, così scendo al bar in pigiama e ciabatte, per non dare nell’occhio.
Skyla, la tua povera testa…!

“Va bene, eroica contadinella, è piuttosto tardi in effetti… e domani dobbiamo tornare a casa… A proposito, a che ora è l’ae…”
“Quattordici e trenta…”
“Giusto!” esclama per poi alzarsi e reprimere uno sbadiglio, ovviamente con la mano davanti.
Già, perché sei anche un gentiluomo educato, come se tutto il resto non bastasse…

“Allora buonanotte, Sky… E non ci pensare più, ok? Non ne vale la pena, è stata una stronzata…”
“Sì, lo so…”
“Anzi, scusa… Non avrei dovuto portarti lì, so che non ti piacciono quei posti…”

È stata una serata indimenticabile, in fondo.
Per la mia sbronza, per il deficiente che ci ha insultati.
Soprattutto perché c’eravamo io e te.
E siamo stati bene insieme, anche se per poco.

“Non preoccuparti, non è stata colpa tua alla fine!” e ti sorrido.
Ricambi, e mi saluti un’ultima volta prima di tornare in camera tua.

 

 
Cara Julia DiCaprio, altro che prostituta venuta via dalla strada, altro che artista squattrinato innamorato…
Tu sei molto di più.
Tu sei la sua segretaria, la sua contadinella eroica, il suo… “angelo custode”.
Mica briciole!
E poi ti paga! Cosa vuoi di più?
Non rispondere, non azzardarti.

La mezzanotte è passata da un pezzo, la carrozza non c’è più, la scarpetta di cristallo non è mai andata persa…
Quelle stelle di prima. Ecco, ringraziale tutte per esserti state accanto, come tante Fate Smemorine.

 

 

***

 

“Ti piace come storia?”
“Sembra interessante, sì!”
“E quando devi rispondere?”
“Ho tempo fino a dopodomani…”
“Perché non accetti, scusa? Da quel che ho capito, è una trama stupenda!”

Alzi gli occhi, mi sorridi e mi tamburelli il copione sulla testa, scherzoso.

“Dici così solo perché sai che c’è di mezzo una storia d’amore! Ci caschi sempre!”

Sai che scoperta, gioia mia… Vederti in quei drammoni strappalacrime mi fa sempre piangere come un vitello…

“Non è vero!” mi affretto a dire, fingendomi offesa “Io lo dico per te! E poi per adesso hai pochi progetti, potresti anche occuparti di questo film! Fossi in te, ne approfitterei!”
“Allora, se ci tieni così tanto, dammi una mano, dài, guarda qui…”

Mi indichi una scena del copione e me la fai leggere: è breve, ci sono quelli che dovrebbero essere i protagonisti, Dylan e Marion… Gesù, ma che nomi… filmici!

"Tu devi dire Dylan, ti amo da tutta una vita, tanto per iniziare, è abbastanza facile…”

Oh, sì. Ti amo fin dal primo istante che mi hai rivolto la parola. Non da tutta una vita, ma da molto, sì…

“E io ti rispondo E perché me lo dici adesso, perché, ora che ho Amber, ora che… blablabla... fino a Sei arrivata troppo tardi!

No, è solo Deborra che è stata più svelta di me…

“A quel punto, tu mi dici Non m’importa, io volevo solo fartelo sapere, volevo che anche tu vivessi con parte di ciò che io affronto ogni giorno, ma tu devi essere felice e… blablabla di nuovo, fino alla fine. Ok? Te la senti?”

Coraggio, Skyla.

“Sì! Ci provo…”
“Ok! Allora fai un bel respiro e, quando sei pronta… attacca. Ti seguo…”

 
Che ironia, non trovi, Sky?
Ma dato che te lo chiede, non vedo perché non accontentarlo…

“Dylan, ti amo da tutta una vita” dico, cercando di risultare credibile, guardandoti. Scandisco bene le parole e trattengo il respiro.
“E perché me lo dici adesso?” ti sento rispondere, tra l’arrabbiato e il triste “Perché, ora che ho Amber, ora che l’ho sposata, ora che la amo? Marion, mi dispiace, ma stavolta la donna della mia vita è un’altra. Non rinnego né te, né l’amore che provavo per te. Ma adesso è finita. Ho voltato pagina. E tu… sei arrivata troppo tardi!”

Porca vacca, sembra che tu lo stia dicendo sul serio…

Prendo un altro bel respirone e… vado.

“Non m’importa… io volevo solo fartelo sapere, volevo che anche tu vivessi con parte di ciò che io affronto ogni giorno, ma tu devi essere felice e… non devi pensare a me. Non ti obbligo. Sei libero.
Ama Amber, e fatti amare da lei. Hai ragione, io sono il tuo passato, e so qual è il mio posto. Resterò sempre dove sono, senza lamentarmi, e ti guarderò, vorrò sempre saperti felice, nient’altro.
Volevo solo chiarire che anche io ti ho sempre amato. Anche se non ho potuto dirtelo. “

 
Bé, in un certo senso glielo hai detto.
Credo che tu possa ritenerti soddisfatta, almeno in parte, no?

 
Abbasso il foglio, la scena è finita, probabilmente la sfumeranno con una melodia sdolcinata e con un’inquadratura degli occhi di lei, pieni di lacrime.
I miei, almeno per adesso, sono asciutti.

 
“Bene!” mi dici, annuendo, un po’ meditabondo “… Mi hai convinto! Anche se la vedo un po’ banale, come scena…”
“Una su un milione, Hugh, cacchio, che noioso…” ti prendo in giro, sghignazzando ed evitando di guardarti.
“Va bene, va bene, ho capito! Domani li chiamo e firmo il contratto!”
“Ecco, bravo…” sghignazzo.
“E smetti di ridere delle mie ansie, altrimenti ti allungo un altro invito per una festa noiosa e formale!”

 
Dentro di me, sussulto per la gioia.

 
“E io lo rigiro a tua moglie! Non si ammalerà due volte di seguito!”
“Deb è naturalmente predisposta alle influenze di stagione, non ci giurerei!”
“No, non tornerò mai in quegli orribili palazzi pacchiani a conoscere gente idiota, Hugh!” concludo prima di mettermi a ridere, cosa che fai anche tu.
“Guarda, che ad alcune feste si balla, si canta, si mangia bene, ci si diverte! E a volte c’è gente che non ti guarda male per il vestito che porti!”

Si balla?
Oh, magari. Sai, come Cenerentola e il Principe, in una terrazza isolata dal resto del palazzo, nessuno che viene a disturbare…

“Solo se mi paghi gli straordinari!” replico con una smorfia, facendoti ridere.

 

Torno alle mie scartoffie, sfiancata.
Sky, in che guai ti cacci? Mamma te ne direbbe quattro, se solo lo sapesse…
Papà si chiede perché la sua unica bambina non abbia ancora trovato un fidanzato come si deve e tu tiri sempre fuori la scusa del troppo lavoro…
Li stai prendendo in giro e lo sai.
Ma soprattutto, stai prendendo in giro te stessa.
Non sarebbe l’ora di darci un taglio, dopo quasi cinque anni?

 
Basta, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è ora di farla finita.
Cambio lavoro.
Sul serio, stavolta non lo dico tanto per tirare cazzate in aria.
Mi prendo un po’ di tempo, giusto per vedere quante possibilità concrete ci sono per un altro posto, spedisco il curriculum e poi…
Basta.

Occhio non vede, cuore non duole, si dice così, no?

 

***

 

 
A casa, nel mio trilocale piccolo ma confortevole, trovo un enorme mazzo di fiori sul tavolo.
La signora Aisha, è stata lei a mettercelo, da brava portinaia premurosa (e impicciona), e mi ha detto che era arrivato da un mittente anonimo; mi ha lasciata andare con un sorriso malizioso che ho ricambiato, tanto per assecondare i filmini che si fa in testa e che riguardano tutto il condominio…

Miracolosamente, il biglietto non l’ha letto! Lo so perché è in una busta chiusa, probabilmente con la colla.
Prendo il fermacarte, la apro e riconosco subito una certa calligrafia…

Il cuore mi batte, il sorriso sorge spontaneo e gli occhi scorrono veloci tra le lettere, ansiosi, al settimo cielo, euforici, intimiditi…

 

A Sky, per la pazienza, la serietà, il grande spirito di sopravvivenza e l’amicizia!
Grazie per essere caduta dal cielo appositamente per me! (*)
Hugh

Fiori blu, il mio colore preferito. Ma non gli ho mai detto che lo era.

Lo ha capito da solo.

 

Julia DiCaprio.
Fingi di essere alla finestra del tuo monolocale, con sotto Richard Gere che ti sta correndo incontro.
E fingi di essere sul ponte del Titanic, di sera, a guardare le stelle su una panchina.

 
Che fai?

 
Scavalchi la finestra e corri dal tuo affarista?
Corri a salvare Rose prima che si butti dalla nave?

Oppure chiudi la finestra e continui a stare col naso all’insù?

 

 
Farò di meglio.

 
Metterò questi fiori in un bel vaso, mi preparerò la cena e mi guarderò un po’ di TV.
E domani lo ringrazierò, arrossendo come al solito.
E tornerò alle mie scartoffie, confondendomi di continuo perché nel frattempo starò chiacchierando con lui del più e del meno.
Ah, e mi dimenticherò di quella cazzata che ho pensato oggi, per cinque stupidi minuti.

 
Io sono il suo angelo custode, la sua segretaria.
Né moglie, né amante.
Solo colei che, più di chiunque, ne sono convinta, vuole la sua felicità.
Perché così sarò felice anch’io.
Sempre.

 

It's good to be in love.
It really does suit you
Just like everything.
I'm happy you're in love,
'Cause every colour goes where you do…

THE END

Piccole note aggiuntive e crediti vari!

Deborra, anzi, per essere precisi, la Signora Deborra- Lee Furness Jackman, è logicamente la moglie di Hugh. Si sono sposati nel 1996, hanno adottato 2 bambini e stanno benissimo insieme, nonostante lei abbia 13 anni più di lui.

(*) Per chiunque abbia curiosità di carpire i giochi di parole inglesi, sappiate che il nome SKYLA non è stato scelto a caso e che il biglietto di Hugh ne è la riprova. La ragazza viene definita un "angelo" caduto dal cielo (in inglese "an angel fallen from the SKY"), e se questa FF fosse stata scritta in inglese, avreste tutti notato la somiglianza tra il nome della protagonista ed il luogo (metaforico!) da cui proviene, essendo un "angelo", ovvero il cielo :).

Amcora una volta, i versi che appaiono alla fine del capitolo sono della canzone "It's good to be in love" dei Frou Frou; non c'è nessuno scopo di lucro, come non ce ne sono neanche per quanto riguarda il titolo della FF stessa, "You don't know me", tratto dalla canzone omonima di Jann Arden.

   
 
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