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Autore: thefung    20/06/2010    6 recensioni
“Occupatene tu, Felix”, disse Jane assonnata, accennando a me. “Voglio andare a casa.”
“Non guardare”, sussurrò il rosso che leggeva nel pensiero.
Chiusi gli occhi.
E se invece, dopo queste fatidiche frasi, Bree fosse lasciata in vita da Jane e gli altri?
Cosa ne sarebbe della vita di Bree...Cullen??
E se anche Diego fosse riuscito a scappare, in fin di vita, da Rylei? E...chi sceglierà Bree, che adesso ha tutto quel che si può desiderare, tra Diego e il misterioso Fred?
Spero di avervi incuriosito
SOSPESA
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
Capitoli:
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Buonissimo pomeriggioooo! 
Come state ragazze??? Spero benissimo!
Ecco a voi un nuovo capitolo della mia nuova ficci, perversa come al solito!!! XD
Bree adesso comincerà a vivere con i Cullen, ma capisce man mano che qualcosa non quadra...per chi volesse saperlo il capitolo è qui!!!!!! ^_^
Mi raccomando fatemi sapere che ne pensateeeee!!!! Un bacione
 

Sє¢σи∂ Cнαи¢є

Capitolo 2: What I’ve Done
 
 
 
I'll face myself
To cross out what I’ve become
Erase myself
And let go of what I’ve done
 
L’ampia stanza in cui mi trovavo era illuminata dalla luce rossa e intensa del tramonto.
Non pensavo che anche in una cittadina buia e nuvolosa come Forks ci potesse essere un tramonto così.
La luce si rifletteva sulla mia pelle con uno scintillio dello stesso colore, abbagliandomi. Sembravano rubini incastonati sulla mia pelle, qualcosa di indescrivibile.
Sorrisi al pensiero della prima volta in cui avevo scoperto l’effetto della luce solare su noi vampiri.
In quel momento, se non ci fosse stato Diego non l’avrei mai scoperto.
Come sempre la presenza di Diego nella mia vita era fondamentale. Mi aveva aiutata a capire che tutto quello che Rylei continuava a dirci non era altro che delle stupide bugie per tenerci a bada e che in realtà lui e la sua compare stavano tramando molto altro. Mi aveva permesso di scappare, senza farmi correre alcun rischio ed andando lui stesso a parlare con Rylei, rischiando di essere quasi ucciso. Mi aveva fatto scoprire l’amore anche in un modo in un cui il mistero, la paura, la menzogna dominavano indomabili, dove non c’era traccia di affetto o dolcezza, dove la violenza, il desiderio di sangue erano davvero implacabili.
Adesso la mia espressione si era fatta mesta, nel constatare che non era più con me…ma presto lo sarebbe stato, ne ero sicura. Edward me l’aveva promesso.
Al pensiero di Edward sorrisi di nuovo. E mi venne in mente una domanda che da tanto tempo mi attanagliava.
Mi girai verso il grande letto al centro della camera su cui Esme, la donna più dolce che avessi mai conosciuto in vita mia, stava sistemando delle lenzuola.
Sapevo benissimo che noi non dormivamo, ma mi avevano detto che il letto era un semplice arredo scenico, tanto per non destare sospetti sugli umani.
“Esme…”, sussurrai prendendo tra le mani un lembo di coperta per aiutarla. Una delle poche cose che stranamente mi ricordavo era come si preparasse un letto.
“Dimmi, cara”, sorrise amorevole.
“Mi chiedevo da parecchio tempo…come faccia Edward a stare con Bella in questo modo…come faccia ad essersi innamorato di lei.”, dissi con gli occhi bassi. Non volevo essere indiscreta, ma le domande mi attanagliavano dal primo momento in cui li avevo visti abbracciarsi.
Esme prima di rispondere rise divertita.
“Be’, questo dovresti chiederlo a loro, più che a me. Ma il motivo è assolutamente lo stesso per cui io e Carlisle ci amiamo, per cui Emmett e Rosalie stanno insieme e Alice e Jasper finalmente, dopo una vita molto dolorosa hanno trovato finalmente la propria anima gemella l’uno nell’altra. Edward ha sofferto molto, prima di trovare Bella. Era sempre triste, se ne stava sempre per i fatti suoi…io e Carlisle stavamo molto male nel vederlo così depresso, senza mai trovare un modo per risollevarsi. Ma finalmente, arrivati qui a Forks ha trovato Bella. All’inizio era come se la odiasse perché il suo sangue ha un effetto molto intenso su di lui…molto più di qualsiasi altro essere umano. Ma dopo un po’, abituandosi è riuscito a placare la sua sete e a guardare più a fondo, fino a scoprire che era lei la sua essenza, la scintilla che aveva sempre aspettato e sperato di incontrare. E così, si sono innamorati, come qualsiasi altra coppia, con la sola differenza che lei è umana, lui no. E per amore riesce a far dominare la ragione sull’istinto e quindi non ucciderla anche se la natura gli dice continuamente di farlo.”
Cavolo, che situazione.
E io che mi sentivo un’eroina a rimanere nella stessa stanza per almeno cinque minuti in presenza di Bella…chissà Edward come doveva star male! Se Bella fosse stata una vampira la situazione non si sarebbe mai presentata e sarebbe stato facile per tutti.
Ma allora perché non l’avevano ancora trasformata?
“Esme…ma perché allora è ancora umana?”, chiesi perplessa.
Lei sospirò, come aspettandosi questa domanda da parte mia.
Ormai avevamo finito di rifare per bene il letto, perciò si lasciò cadere su di esso seduta, come presa da un’improvvisa stanchezza.
“Eh, già…se solo Edward si decidesse a trasformarla…ma lui non vuole, non vuole condannarla ad un’esistenza come la nostra, ad una vita fatta di rinunce e buio. Ma non si rende nemmeno conto che Bella non vivrebbe così…lei sarebbe sempre a contatto con noi, con la nostra umanità, avrebbe Edward e proverebbe di nuovo l’amore, il sentimento umano più bello che si possa provare – sorrise, nominandolo – e tutto andrebbe per il meglio. Anche Bella non vede l’ora di diventare come lui, non sopporta tutti i sacrifici che debba fare per lei.”
“Ma mi avete detto che si sposeranno a breve”, dissi.
“Sì, esattamente. E dopo la luna di miele Edward finalmente la trasformerà. È la condizione che le ha imposto.”
“Con ‘luna di miele’ intendi che…lo faranno? Con lei umana?”
Esme ridacchiò divertita e io non ne capii il motivo. Non mi sembrava una situazione da prendere così alla leggera.
“Vedo che l’argomento ti interessa, mia cara.”, constatò imbarazzandomi.
“Ma non ti preoccupare per loro. Edward e Bella sanno ciò che fanno, sono sicura che non succederà niente.”, sorrise, fiduciosa.
“Lo spero per loro…”, borbottai ancora un po’ imbarazzata da ciò che Esme mi aveva detto prima.
“Se la caveranno, ne sono certa. Ma adesso, cara, dimmi di te. Che vuoi fare?”, chiese sollevandomi il volto con un dito come solo una mamma sa fare.
“Non saprei…”, dissi indecisa.
Ero entrata a far parte della famiglia Cullen da pochi giorni e non volevo essere d’impiccio per nessuno. Soprattutto sentivo che Jasper non mi sopportava e non era per niente felice di questa decisione, anzi, non faceva altro che prendersela con Edward dato che, se non ci fosse stato lui, io sarei diventata semplice cenere fumante.
“Dai, vieni. Sono più che sicura che Alice sarà felice di passare un po’ di tempo con te!”, esclamò allegra, ma potevo intravedere una traccia di incertezza sul suo volto.
Scendemmo le scale piano, a passo umano. Dicevano che dovevo abituarmi a camminare così e perciò era meglio farlo sempre e ovunque. Non ci vedevo moltissimo senso, ma se lo dicevano loro…
“Alice”, chiamò Esme come se la ragazza si trovasse a due metri da lei, ma sicuramente la sentiva.
“Dimmi, Esme!”, esclamò lei con la sua voce scampanellante dalla cucina.
“Volevo chiederti se potevi passare un po’ di tempo con Bree! D’altronde è arrivata da poco e non si è ancora ambientata abbastanza! L’abbiamo portata a caccia tre volte, ma adesso avrebbe bisogno di dedicarsi a qualcosa di più…umano!”
Si udì uno sbuffo, poi Alice rispose.
“Ma mamma, sto scegliendo i fiori per il matrimonio di Bella!”, esclamò come fosse una bimba piccola, appena richiamata dalla madre per aiutare in casa la famiglia mentre stava giocando.
Bella, Bella e sempre Bella!
“Bene! Allora ti potrà aiutare Bree! Ha i sensi più sviluppati dei tuoi e sono sicura che in due farete un ottimo lavoro!”, propose Esme entusiasta.
Alice però non sembrava ancora convinta.
“Ma mamma…”, cominciò.
“Niente ma!”, la interruppe Esme. “Forza Bree, vai da Alice in cucina, farete un ottimo lavoro di sicuro!”, disse spingendomi dolcemente.
“O-ok…”, sussurrai io.
Per qualche motivo non mi sentivo ancora completamente pronta per far parte della famiglia Cullen.
Appena varcai la soglia della cucina mi trovai davanti Alice, appollaiata su una sedia a gambe incrociate, concentratissima su un catalogo di matrimoni posto sul tavolo.
“Ciao”, disse un po’ impacciata.
“Ciao”, ricambiai il saluto allo stesso modo.
Mi sedetti su una delle sedie libere, di fronte a lei.
Alice però non mi badò tanto, chinò nuovamente la testa sulla rivista sfogliando attentamente le pagine.
Decisi di farmi notare un pochino perciò, dopo essermi schiarita un po’ la gola chiesi in un sussurro: “Allora, che stai guardando?”
Sollevò di scatto la testa immergendo i suoi profondi occhi dorati nei miei, ormai tendenti un po’ più all’arancione acceso che al rosso.
Come avrei voluto che i miei occhi fossero come i suoi…
“Hai dei bellissimi occhi”, mi uscì fuori dalle labbra senza che potessi impedirmelo.
Lei sembrò dapprima sorpresa dal mio complimento, infatti strabuzzò per un secondo gli occhi, poi mi sorrise dolce.
“Grazie. Anche i tuoi sono molto belli e sono sicura che lo diventeranno ancora di più una volta chiari”, disse sincera.
Sorrisi in risposta e mi avvicinai un po’ a lei, anche se ancora titubante.
“Sto scegliendo i fiori per il matrimonio di Bella e Edward.”, disse allegra.
“Ma…non dovrebbe occuparsene la sposa?”, chiesi perplessa.
“Tecnicamente sì, ma visto che la sposa non se ne interessa affatto me ne occupo io che, modestamente, me ne intendo molto di più con i miei anni di esperienza!”, ridacchiò soddisfatta.
La guardai attentamente dalla stessa ai piedi.
In effetti era vestita benissimo, con vestiti su misura per il suo esile corpo, tutti “sbrilluccicanti” e appariscenti.
Sicuramente erano di qualche famoso stilista proveniente da chissà dove.
Tutto quello sfarzo mi fece venire in mente la mia vita da umana, una vita assolutamente schifosa, nella quale non potei permettermi nemmeno un panino o un briciolo di affetto da parte di qualcuno.
La mia espressione si fece afflitta, come ogni altra volta in cui ricordavo la mia vita passata. Non ne rimpiangevo nulla fortunatamente.
“Cosa c’è?”, chiese Alice notando il cambiamento di espressione avvicinandosi e posando una mano sulla mia guancia.
Nonostante anche lei fosse bassa di statura io mi sentivo sempre più piccola.
“Tutto questo…tutte queste cose umane mi ricordano la mia vita passata…”, dissi semplicemente con lo sguardo basso.
Lei sembrò sorpresa.
Si scostò un attimo da me per guardarmi più da vicino e disse: “Oh, mi dispiace. Non volevo portarti alla mente ricordi spiacevoli.”
“Nono, scusami tu. Non è niente…semplicemente la mia vita umana non è stata molto felice. Non la rimpiango per niente. Ero in punto di morte…”, sussurrai con occhi vacui, persi nei ricordi delle strade buie e deserte dove cercavo un riparo.
“Ti va di raccontarmi?”, chiese Alice.
“O-ok… vivevo a Seattle con mio padre e mia madre. Un giorno lei, però, quando ero molto piccola se ne andò, probabilmente perché trattata male da lui. Poi, non avendo altri con cui sfogarsi, cominciò a picchiare anche me, perciò scappai di casa come mia madre. Da quel giorno vissi nella povertà più assoluta…ho fatto letteralmente la fame, unica cosa su cui mio padre abbia mai avuto ragione – risi senza essere divertita – ma poco prima di compiere sedici anni ho incontrato Rylei. Non avevo mai visto nessuno di così bello…è stato molto gentile con me, tanto che ero convinta che avesse un ‘prezzo’ e sarei anche stata disposta a darglielo. Lui però poi mi ha dato tutt’altro che gentilezza, trasformandomi. E…be’ in cosa consiste la trasformazione lo sai, perciò non c’è bisogno che te la racconti”, conclusi il mio breve racconto.
“Mi dispiace tanto, Bree. Non avevo idea che avessi una storia come questa.”
Le sorrisi, non era mica colpa sua.
“Toc- toc”, sussurrò una voce alla porta.
Mi voltai di scatto.
Edward era appoggiato allo stipite della porta con espressione di relax, il braccio piegato dietro la testa e un bel sorrisetto sul volto.
Molto probabilmente non aveva sentito la nostra recente conversazione.
“Ehilà, Alice, Bree.”, esclamò facendo un cenno ad entrambe.
Alice si alzò andando a cingere con le braccia la vita del fratello.
“Come mai così allegro?”, chiese sul suo petto.
Quell’abbraccio era davvero dolce e fraterno, si vedeva quanto bene si volevano.
“Be’, mancano sempre meno giorni al matrimonio e Bella è…felice”, disse con espressione entusiasta. Gli occhi gli brillavano.
Quando si distolse dai suoi pensieri si avvicinò al tavolo dove sedevo, sempre con la sorella abbracciata al suo corpo di pietra.
“E tu, Bree, come stai?”, chiese gentile.
“Benissimo. La sete per adesso non si fa sentire”, risposi, certa che stesse intendendo questo.
Lui rise scuotendo la testa.
“No, non intendevo questo. Come ti stai trovando…con la famiglia? Com’è essere una Cullen?”, chiese allegro.
“Oh. Sono stata tutto il giorno con Esme e solo poco fa sono venuta qui con Alice.”, dissi.
Edward rimase alquanto sorpreso dalla mia risposta.
Si staccò immediatamente da Alice e la guardò con un’aria decisamente incavolata.
“Alice. Cos’è questa storia?”, chiese socchiudendo gli occhi.
Lei roteò gli occhi al cielo.
“Be’…oggi Rosalie ed Emmett si sono concessi una giornatina per loro visti gli eventi recenti che non gli hanno permesso di stare insieme il tempo necessario…Jazz lo sai, Carlisle un’urgenza all’ospedale…”
“E tu?”, chiese ormai spazientito Edward.
“Io…io…stavo scegliendo i fiori per il matrimonio! Lo sai quanto Bella sia incapace di fare tutto da sola e...”, disse Alice cercando di accampare una scusa.
Ma non ce n’era bisogno. Avevo già capito benissimo da sola che purtroppo non ero la benvenuta in questa famiglia.
Per chissà quale motivo quattro membri su sette ce l’avevano con me perciò mi chiedevo: ‘Perché cavolo avevano deciso di non lasciarmi morire? Perché mi avevano tenuta con loro?’
“Alice” la richiamò freddo Edward, probabilmente leggendo i suoi pensieri.
“Edward, io…”, sussurrò di nuovo la vampira.
“No, Edward, lei non c’entra. Sta facendo tutto il possibile per il vostro matrimonio…non dovresti prendertela con lei.”, dissi cercando di difenderla.
Edward mi sorrise per un attimo, poi rispose: “Bree, il mio matrimonio con Bella è la cosa più importante della mia vita ormai, oltre a Bella stessa, ma riguarda noi. Ed io sono felicissimo che Alice voglia aiutarci con i preparativi, ma adesso sei arrivata in famiglia anche tu, Bree, ed è necessario dedicarsi anche a te. Bella non vede l’ora di fare la tua conoscenza, perciò, appena ti sentirai pronta, potrete conoscervi.”
Bella, Bella e sempre Bella.
Perché questa umana doveva avere la precedenza su tutto e su tutti??
Cos’aveva di così particolare?
“Forse è proprio questa la sua particolarità: non avere nulla di speciale.”, disse Edward freddo, rispondendo alla mia domanda mentale.
“Scusa, Edward.”, sussurrai dispiaciuta.
“Ma mi sembra davvero che in questa casa non ci sia posto per me. Lo so di essere d’impiccio, ma non capisco sul serio cos’abbia fatto…perché quasi tutti ce l’abbiate con me!”, esclamai alzandomi dalla sedia.
Per una volta stavo esprimendo quello che provavo, era già un passo avanti.
Una voce arrivò dal balconcino su cui si affacciava la cucina. La voce di Jasper.
“Forse perché sei stata creata da Victoria…non te lo sei mai chiesta? Non ti sei mai domandata perché ce l’avessimo tanto con lei e fosse arrivata al punto di sterminarci con un esercito di neonati?”, chiese freddo e sadico, spietato.
“Jazz”, lo rimproverò Alice raggiungendolo.
“Sì, me lo sono chiesta tante volte. E Edward lo sa. Solo non volevo impicciarmi troppo dei fatti vostri, per questo non ho aperto bocca. Io non sapevo nemmeno come si chiamasse prima che me lo diceste voi. La conoscevamo semplicemente con il nome ‘lei’.”, spiegai.
Jasper allora alzò la testa guardando il fratello.
“Questa storia riguarda molto più te che noi, Edward. Credo sia giusto che gliela racconti tu.”, disse serio.
“Hai ragione, Jazz. Avrei dovuto pensarci prima. – si interruppe un attimo per riprendere fiato, nonostante non ne avesse affatto bisogno – Bene, Bree. Conosci tu un certo segugio di nome James?”
 
For what I’ve done
I start again
And whatever pain may come
Today this ends
I’m forgiving what I’ve done!!!
 
Finito un altro capitolo! Che giuoia! ^^
Come spero avrete notato ogni capitolo s’intitola come una canzone (nello scorso New Beginning) le cui parti del ritornello sono state messe dalle mie manine sante all’inizio e alla fine del capitolo! ^^
Questo s’intitolava What I’ve Done, come la canzone dei Linkin Park dell’album Minutes To Midnight. Eeeeeeeehm…da brava fan(issimissimissimaaa!) dei Linkin Park non posso fare a meno di scrivere certi dettagli fondamentali! XD
E adesso non ci resta che aspettare un nuovo lampo di ispirassssssssssione grazie al quale io possa scrivere! XD
Please, recensiteeeeeeeeeeeee
grazie a tutti!!!!!
Ele
 
RISPOSTE ALLE RECENSIONI:
 
Samirina: Ciaooooo! Mi fa tantissimo piacere che la mia ficci ti piaccia!!!! =D
Grazie tantissimo per i complimenti, anche se davvero non me li merito! Mica sono la Zia Steph io!!!!
Grazie ancora di tutto! Spero che il capitolo ti sia piaciuto e che continuerai ancora a seguire questa storia!!!!
Un bacione, ele <3
 
RedTwiSasa: La mia stellinaaaaaaaa!!!
Ciaoooo Amoreeee!!!
Grazie moltissimo x la recensionee!!!! ^^ (sarebbe la faccetta viola che ti fa tanto paura..XD)
Spero che questo capitolo ti piaccia! Un bacione, ti voglio bene
ele
 
Scaxa_Swan: Ciaoooo! Anche io una volta letto il libro speravo tanto che Bree sopravvivesse e allora mi sono detta: Ma perchè non fare una ficci in cui rimanga viva???
Ed eccomi qua! XD ovviamente il risultato non sarà quello della Zia Steph, ma…pace amen! ^^
Sono felicissima che ti piaccia e spero che questo capitolo non ti abbia deluso! Un bacione, ele *,..,*
   
 
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