Capitolo 7
Tenace bocciolo
Ahren aprì e subito richiuse le palpebre, sentendosi come
seppellito da una montagna di roccia.
Un senso di soffocamento lo spingeva ad aprire la
bocca per respirare meglio, ma l’istinto acuito in lui dallo studio degli
elementi gli suggerì che era tutto frutto del dolore. Era
solo una sensazione, non c’era nulla sopra di lui.
Saggiò lentamente le possibilità di movimento.
Prima le dita, poi le mani…Poi sollevò un ginocchio.
Il suo corpo era tutto un dolore, ma era libero di muoversi.
Come avesse fatto a sopravvivere al
colpo di grazia di quella creatura, un Troll, ancora
doveva spiegarselo.
Il ricordo della persona che aveva cercato di aiutare lo raggiunse come un fulmine. Iridia,
dov’era Iridia? Si era ridotto in quelle condizioni
senza nemmeno riuscire a salvarla?
Pur con un gemito, riuscì a sollevarsi quel tanto che
bastava per guardarsi intorno, nella penombra. Si trovava in una prigione, la
grata attraverso la quale lo raggiunse una debole luce non lasciava dubbi.
Dunque, quella creatura non aveva avuto l’intenzione di
ucciderlo? Allora forse non era stata uccisa neppure Iridia,
se anche non era riuscita a fuggire? La speranza tornò ad illuminargli lo
sguardo di determinazione.
Esaminò più a fondo i ricordi che aveva
degli ultimi affondi e delle ultime difese, prima della perdita di coscienza.
La mole della creatura non gli aveva più permesso di seguire i movimenti della
ragazza, quindi non aveva la certezza che Iridia avesse avuto realmente campo libero per scappare, durante lo
scontro.
Ahren si alzò in piedi e prese a tastare le pareti della
cella.
Recuperò le informazioni che aveva
dei Troll. Informazioni abbastanza
veritiere, considerando che era stato Kermadec e
dargliele. Non c’erano dubbi che la sua tribù fosse una delle poche a
non aver ceduto alle attenzioni del Signore degli Inganni
prima e della Federazione poi.
Ma il Troll che lo aveva
catturato…quello certamente non era un amico di Kermadec, non poteva essere della sua stessa tribù…no?
Dove lo aveva portato, a quale famiglia apparteneva?
Mentre continuava a porsi queste domande, in attesa delle risposte, Ahren
non udì nessun rumore esterno, toccando le pareti non incontrò nessuna irregolarità
che potesse far pensare ad un passaggio verso
l’esterno.
Si stava staccando dalla parete, quando una serie di
passi annunciò l’arrivo di visitatori.
Identificò subito due persone, dal modo di camminare
assai differente. I passi si fermarono proprio davanti alla sua cella, e la
porta venne aperta verso l’interno.
Iridia venne spinta con violenza
addosso a lui, da un uomo – un uomo? Allora quel Troll
che aveva aggredito Iridia ubbidiva ad un ordine! - che subito dopo pose una rozza candela sull’unico piano
d’appoggio presente, una panchetta che ancora Ahren
non aveva notato.
Subito dopo si richiuse alle spalle la porta.
La giovane si appoggiò stancamente ad Ahren.
“ Stai bene? ” le sussurrò lui, scrutando diffidente
l’uomo.
Lei annuì e gli parve sincera: era più debilitata, che
spaventata.
“ Come può vedere, Principe, non le
è stato fatto niente. E se userà il buon senso,
nemmeno lei rischierà. ”
“ Chi siete? Perché far attaccare così una persona che viaggiava da sola?
”
“ Che irruenza, Principe…L’abbiamo
trattenuta perché sapevamo che voi avreste cercato di aiutarla, mi pare ovvio…E
così è stato…Siete voi, quello che volevamo. ”
“ Bene, adesso avete me. Lasciatela
andare! ”
“ Temo che le cose debbano andare diversamente dal
vostro desiderio. Al mio padrone non piace il modo con cui i Druidi di Paranor cercano di pilotare la politica, ultimamente…”
Ahren osservò a lungo l’uomo, prima di rispondere. “ E siete nemici anche del popolo elfico,
o solo degli elfi che si sono uniti al nuovo Ard Rhys? ” Chi era quell’uomo, e chi
era il suo padrone?
“ Noi non siamo
nemici dell’Ard Rhys,
Principe...Noi vogliamo solo avvertirla dei pericoli ai quali sta correndo
incontro. ”
Ad Ahren non riuscì di trattenere una
secca risata. “ E io dovrei suggerirle di abbandonare
i suoi propositi, dunque? E’ una minaccia, la vostra…”
“ Mi piace più
vederlo come un consiglio, Principe Ahren. ”
L’elfo strinse
più forte a sé la ragazza, che ora l’uomo guardava con troppa intensità. “ Non
ho voce in capitolo sulle decisioni che prende l’Ard Rhys ” volle chiarire, fissandolo con disprezzo.
“ Io penso che
mentiate ” rispose tranquillamente l’altro. “ E’ cresciuta
molto la vostra nipotina…” disse dopo un po’.
“ Non è mia
nipote. ”
“ Lo so, non è lei la figlia di vostro fratello. Ma tenete comunque anche a lei, ho ragione? Avete la possibilità di
proteggere l’una e l’altra. Dipenderà tutto da voi. ”
“ Io non so
cosa vogliate veramente…vi ho già detto che l’Ard Rhys prende da sola le
proprie decisioni. Se pensate di poterla ricattare con
le nostre vite…”
“ Principe,
Principe…Non portatemi a pronunciare ordini che non vorrei mai dare. ” Si
avvicinò ai due, poi compì un gesto che Ahren seguì
con attenzione. Si sfiorò un anello che portava all’anulare destro, e a questo
movimento si annunciarono nuovi passi lungo il corridoio fuori
dalla prigione.
La mole del Troll si piegò per passare la porta.
Alle spalle di Ahren, Iridia
indietreggiò.
“ Dobbiamo
assicurarci che valutiate con attenzione la nostra proposta, Principe. Non
illudetevi che non abbia gli strumenti per farmi
ascoltare, anche se conservo i miei modi pacati. ” Fece un cenno al troll, che avanzò ancora, diretto a
Iridia.
Nessuno dei
due, Troll e padrone, era pronto all’attacco di Ahren.
Lo indirizzò
principalmente sull’uomo, ed esso tentennò – aggredito mentalmente dalla magia di Ahren. Il Troll
si bloccò, spiazzato. Fu allora l’uomo ad agguantare Iridia
e a separarla da Ahren.
“ NO! ”
Il Troll torse il braccio di Ahren dietro la schiena.
“ Rifletterete
da solo sulla cosa giusta da fare, Principe…In una cella che possa
tenere a bada i vostri poteri. ” Fece un cenno al Troll,
che aumentò la stretta sul braccio di Ahren, spingendolo fuori dalla porta.
Con orrore, il Principe degli elfi comprese che l’uomo
intendeva restare in quella cella insieme a Iridia.
Cercò di divincolarsi, e questo fece infuriare il Troll, che decise sbrigativamente di metterlo fuori
combattimento stordendolo con un paio di poderosi schiaffi sulle orecchie.
Risucchiato dalle tenebre dell’incoscienza, Ahren venne trasferito in un’altra
cella.
Quando rinvenne, si ritrovò in una stanza ben più spaziosa,
illuminata da una mezza dozzina di torce appese alle pareti.
Aveva davanti a sé l’uomo che era entrato nella sua
cella insieme a Iridia.
Quanto tempo era passato? Per quanto tempo era
rimasto
privo di conoscenza? Cosa poteva essere successo nel
frattempo alla ragazza? Aveva paura di scoprirlo…
L’uomo non lo stava
guardando, non lo degnava della minima attenzione. Gli voltava le
spalle, intento a leggere una pergamena che aveva tra le mani. Ahren ne approfittò per esaminare
la propria situazione. Aveva le braccia intorpidite, quella era stata la
sensazione avvertita al risveglio di pochi istanti prima, e ora ne comprese il
motivo. I bracciali di ferro che gli assicuravano i polsi alla parete costringevano gli arti superiori in una posizione
atroce.
“ Pensate che tenermi qui serva a farmi
tradire l’Ard Rhys? ”
sibilò, con rabbia.
L’uomo si voltò, interrotto nella sua lettura.
“ Forse non sarà sufficiente, ma ho altri metodi. Perché continuate ad essere così ostinato, Principe? ”
“ Chi…siete, voi? ”
“ Potevo essere un alleato, per i druidi…Ma le scelte dell’Ard-Rhys
hanno separato le nostre strade…”
“ Dunsidan…”
mormorò Ahren, respirando a fatica per un peso che si
sentiva nel petto, e che aumentava ogni minuto che passava. Avrebbe dovuto
capirlo prima, per riuscire a mettere in guardia Grianne.
“ Sì…Ora, la vostra permanenza qui
potrebbe avere presto fine, se vi decideste ad ascoltare le mie ragioni…senza
pregiudizi…e a cooperare. ”
“ La mia risposta non cambia…anche perché
l’Ard Rhys non ha mai
ascoltato me più degli altri membri del Consiglio. ”
“ Permettetemi di dubitare…Non mi
rivolgerei a voi, se non pensassi che con
“ Lei non è la strega di
Ilse! ”
“ Perché vi scaldate tanto, se tra di voi non c’è quello che vedo io? ”
Ahren sostenne
furente il suo sguardo. “ Possono esserci diversi tipi di collaborazione. E
dovreste capire che io non la tradirò mai. ”
“ Oh. Lo farete…Capirete presto quale
scelta vi convenga di più fare. Sono disposto a
lasciarvi liberi…voi e la ragazza elfa…Perché mi fido del vostro buonsenso. Al momento giusto prenderete la
decisione più matura, o le persone a voi care la pagheranno duramente. Avete
capito a chi sto pensando. ”
* * *
Sebbene avesse già bussato
e ricevuto il permesso di entrare, Tagwen sospirò,
prima di aprire la porta della stanza dell’Ard Rhys. Da quando era tornata dal Perno dell’Ade, non aveva voluto allontanarsi dal suo scrittoio. Non
era piacevole per lui vederla improvvisamente così sfiduciata. Non arrendevole,
è vero…ma sfiduciata.
Cos’era successo,
veramente, nella Valle d’Argilla?
Cosa le avevano
detto gli spiriti dei druidi ormai morti da secoli?
“ Notizie di Ahren? ” gli chiese, mentre lui appoggiava il vassoio con l’infuso
bollente che ormai le preparava anche senza alcuna richiesta da parte sua.
Il nano scosse la testa.
Grianne Ohmsford tornò a leggere il volume della Storia dei Druidi
che aveva davanti.
Tagwen stava per
salutarla e tornare fuori dalla camera, quando…
“ Non tornerà a Paranor,
vero? ”
Il nano la guardò un attimo, prima di
rispondere. “ Non sono nella sua mente, Ard
Rhys, non posso saperlo. ”
“ Ma ti sei fatto
un’opinione. Siediti qui con me…”
Tagwen sospirò e
tornò accanto allo scrittoio, acconsentendo a occupare
la poltroncina rigida che stava alle spalle della donna, la quale si voltò. “
Dimmi quello che pensi ” lo esortò.
“ Non mi piace questa sua assenza, Ard Rhys. Ho un brutto
presentimento…”
“ Anche tu…”
Annuì, chinando un attimo la testa barbuta. “
…ma non so a cosa sia dovuta. ”
“ Ha detto più volte che non era propenso a
restare tra le mura di Paranor…” rifletté a bassa
voce Grianne, “ e sapevo cosa aspettarmi. Speravo
solo che…che non fosse così presto. ”
Tagwen avvertì una
stretta al petto, comprendendo che quello sfogo era
per l’Ard Rhys un’autentica
confidenza…che non si sarebbe mai lasciata scoprire così a fondo come da lui, Ahren e Kermadec.
“ Tornerà ” disse, per spezzare la tensione
del momento. “ Non è il tipo da andarsene senza spiegazioni. ”
L’Ard Rhys non aggiunse altro.
Anche quella conversazione era conclusa,
così come una giornata di attesa troppo uguale alle
altre che l’avevano preceduta.
Continua…