Libri > Shannara
Segui la storia  |       
Autore: Caillean    10/09/2005    1 recensioni
Esperimento sulle Quattro Terre della Saga di Shannara. Gli eventi si svolgono nell'arco di tempo tra le ultime due trilogie: "Il viaggio della Jerle Shannara" e "Il Druido Supremo".
Genere: Avventura, Azione, Drammatico, Fantasy, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 7

Capitolo 7

 

 

Tenace bocciolo

 

 

Ahren aprì e subito richiuse le palpebre, sentendosi come seppellito da una montagna di roccia.

Un senso di soffocamento lo spingeva ad aprire la bocca per respirare meglio, ma l’istinto acuito in lui dallo studio degli elementi gli suggerì che era tutto frutto del dolore. Era solo una sensazione, non c’era nulla sopra di lui.

Saggiò lentamente le possibilità di movimento.

Prima le dita, poi le mani…Poi sollevò un ginocchio. Il suo corpo era tutto un dolore, ma era libero di muoversi. 

Come avesse fatto a sopravvivere al colpo di grazia di quella creatura, un Troll, ancora doveva spiegarselo.

Il ricordo della persona che aveva cercato di aiutare lo raggiunse come un fulmine. Iridia, dov’era Iridia? Si era ridotto in quelle condizioni senza nemmeno riuscire a salvarla?

Pur con un gemito, riuscì a sollevarsi quel tanto che bastava per guardarsi intorno, nella penombra. Si trovava in una prigione, la grata attraverso la quale lo raggiunse una debole luce non lasciava dubbi.

Dunque, quella creatura non aveva avuto l’intenzione di ucciderlo? Allora forse non era stata uccisa neppure Iridia, se anche non era riuscita a fuggire? La speranza tornò ad illuminargli lo sguardo di determinazione.

Esaminò più a fondo i ricordi che aveva degli ultimi affondi e delle ultime difese, prima della perdita di coscienza. La mole della creatura non gli aveva più permesso di seguire i movimenti della ragazza, quindi non aveva la certezza che Iridia avesse avuto realmente campo libero per scappare, durante lo scontro.

Ahren si alzò in piedi e prese a tastare le pareti della cella.

Recuperò le informazioni che aveva dei Troll. Informazioni abbastanza veritiere, considerando che era stato Kermadec e dargliele. Non c’erano dubbi che la sua tribù fosse una delle poche a non aver ceduto alle attenzioni del Signore degli Inganni prima e della Federazione poi.

Ma il Troll che lo aveva catturato…quello certamente non era un amico di Kermadec, non poteva essere della sua stessa tribù…no?

Dove lo aveva portato, a quale famiglia apparteneva?

Mentre continuava a porsi queste domande, in attesa delle risposte, Ahren non udì nessun rumore esterno, toccando le pareti non incontrò nessuna irregolarità che potesse far pensare ad un passaggio verso l’esterno.

Si stava staccando dalla parete, quando una serie di passi annunciò l’arrivo di visitatori.

Identificò subito due persone, dal modo di camminare assai differente. I passi si fermarono proprio davanti alla sua cella, e la porta venne aperta verso l’interno.

Iridia venne spinta con violenza addosso a lui, da un uomo – un uomo? Allora quel Troll che aveva aggredito Iridia ubbidiva ad un ordine! - che subito dopo pose una rozza candela sull’unico piano d’appoggio presente, una panchetta che ancora Ahren non aveva notato.

Subito dopo si richiuse alle spalle la porta.

La giovane si appoggiò stancamente ad Ahren.

“ Stai bene? ” le sussurrò lui, scrutando diffidente l’uomo.

Lei annuì e gli parve sincera: era più debilitata, che spaventata.

“ Come può vedere, Principe, non le è stato fatto niente. E se userà il buon senso, nemmeno lei rischierà.

“ Chi siete? Perché far attaccare così una persona che viaggiava da sola? ”

Che irruenza, Principe…L’abbiamo trattenuta perché sapevamo che voi avreste cercato di aiutarla, mi pare ovvio…E così è stato…Siete voi, quello che volevamo. ”

“ Bene, adesso avete me. Lasciatela andare! ”

“ Temo che le cose debbano andare diversamente dal vostro desiderio. Al mio padrone non piace il modo con cui i Druidi di Paranor cercano di pilotare la politica, ultimamente…”

Ahren osservò a lungo l’uomo, prima di rispondere. “ E siete nemici anche del popolo elfico, o solo degli elfi che si sono uniti al nuovo Ard Rhys? ” Chi era quell’uomo, e chi era il suo padrone?

 “ Noi non siamo nemici dell’Ard Rhys, Principe...Noi vogliamo solo avvertirla dei pericoli ai quali sta correndo incontro. ”

 Ad Ahren non riuscì di trattenere una secca risata. “ E io dovrei suggerirle di abbandonare i suoi propositi, dunque? E’ una minaccia, la vostra…”

 “ Mi piace più vederlo come un consiglio, Principe Ahren. ”

 L’elfo strinse più forte a sé la ragazza, che ora l’uomo guardava con troppa intensità. “ Non ho voce in capitolo sulle decisioni che prende l’Ard Rhys ” volle chiarire, fissandolo con disprezzo.

 “ Io penso che mentiate ” rispose tranquillamente l’altro. “ E’ cresciuta molto la vostra nipotina…” disse dopo un po’.

 “ Non è mia nipote. ”

 “ Lo so, non è lei la figlia di vostro fratello. Ma tenete comunque anche a lei, ho ragione? Avete la possibilità di proteggere l’una e l’altra. Dipenderà tutto da voi. ”

 “ Io non so cosa vogliate veramente…vi ho già detto che l’Ard Rhys prende da sola le proprie decisioni. Se pensate di poterla ricattare con le nostre vite…”

 “ Principe, Principe…Non portatemi a pronunciare ordini che non vorrei mai dare. ” Si avvicinò ai due, poi compì un gesto che Ahren seguì con attenzione. Si sfiorò un anello che portava all’anulare destro, e a questo movimento si annunciarono nuovi passi lungo il corridoio fuori dalla prigione.

 La mole del Troll si piegò per passare la porta.

 Alle spalle di Ahren, Iridia indietreggiò.

 “ Dobbiamo assicurarci che valutiate con attenzione la nostra proposta, Principe. Non illudetevi che non abbia gli strumenti per farmi ascoltare, anche se conservo i miei modi pacati. ” Fece un cenno al troll, che avanzò ancora, diretto a Iridia.

 Nessuno dei due, Troll e padrone, era pronto all’attacco di Ahren.

 Lo indirizzò principalmente sull’uomo, ed esso tentennò – aggredito mentalmente dalla magia di Ahren. Il Troll si bloccò, spiazzato. Fu allora l’uomo ad agguantare Iridia e a separarla da Ahren.

 “ NO! ”

 Il Troll torse il braccio di Ahren dietro la schiena.

 “ Rifletterete da solo sulla cosa giusta da fare, Principe…In una cella che possa tenere a bada i vostri poteri. ” Fece un cenno al Troll, che aumentò la stretta sul braccio di Ahren, spingendolo fuori dalla porta.

Con orrore, il Principe degli elfi comprese che l’uomo intendeva restare in quella cella insieme a Iridia.

Cercò di divincolarsi, e questo fece infuriare il Troll, che decise sbrigativamente di metterlo fuori combattimento stordendolo con un paio di poderosi schiaffi sulle orecchie.

Risucchiato dalle tenebre dell’incoscienza, Ahren venne trasferito in un’altra cella.

 

Quando rinvenne, si ritrovò in una stanza ben più spaziosa, illuminata da una mezza dozzina di torce appese alle pareti.

Aveva davanti a sé l’uomo che era entrato nella sua cella insieme a Iridia. Quanto tempo era passato? Per quanto tempo era

rimasto privo di conoscenza? Cosa poteva essere successo nel frattempo alla ragazza? Aveva paura di scoprirlo…

      L’uomo non lo stava guardando, non lo degnava della minima attenzione. Gli voltava le spalle, intento a leggere una pergamena che aveva tra le mani. Ahren ne approfittò per esaminare la propria situazione. Aveva le braccia intorpidite, quella era stata la sensazione avvertita al risveglio di pochi istanti prima, e ora ne comprese il motivo. I bracciali di ferro che gli assicuravano i polsi alla parete costringevano gli arti superiori in una posizione atroce.

      “ Pensate che tenermi qui serva a farmi tradire l’Ard Rhys? ” sibilò, con rabbia.

      L’uomo si voltò, interrotto nella sua lettura. “ Forse non sarà sufficiente, ma ho altri metodi. Perché continuate ad essere così ostinato, Principe? ”

      “ Chi…siete, voi? ”  

      “ Potevo essere un alleato, per i druidi…Ma le scelte dell’Ard-Rhys hanno separato le nostre strade…”

      Dunsidan…” mormorò Ahren, respirando a fatica per un peso che si sentiva nel petto, e che aumentava ogni minuto che passava. Avrebbe dovuto capirlo prima, per riuscire a mettere in guardia Grianne.

      “ Sì…Ora, la vostra permanenza qui potrebbe avere presto fine, se vi decideste ad ascoltare le mie ragioni…senza pregiudizi…e a cooperare. ”

      “ La mia risposta non cambia…anche perché l’Ard Rhys non ha mai ascoltato me più degli altri membri del Consiglio. ”

      “ Permettetemi di dubitare…Non mi rivolgerei a voi, se non pensassi che con la Strega di Ilse avete un certo legame. ”

      “ Lei non è la strega di Ilse! ”

      “ Perché vi scaldate tanto, se tra di voi non c’è quello che vedo io? ”

      Ahren sostenne furente il suo sguardo. “ Possono esserci diversi tipi di collaborazione. E dovreste capire che io non la tradirò mai. ”

      “ Oh. Lo farete…Capirete presto quale scelta vi convenga di più fare. Sono disposto a lasciarvi liberi…voi e la ragazza elfa…Perché mi fido del vostro buonsenso. Al momento giusto prenderete la decisione più matura, o le persone a voi care la pagheranno duramente. Avete capito a chi sto pensando. ”

 

    * * *

 

    Sebbene avesse già bussato e ricevuto il permesso di entrare, Tagwen sospirò, prima di aprire la porta della stanza dell’Ard Rhys. Da quando era tornata dal Perno dell’Ade, non aveva voluto allontanarsi dal suo scrittoio. Non era piacevole per lui vederla improvvisamente così sfiduciata. Non arrendevole, è vero…ma sfiduciata.

    Cos’era successo, veramente, nella Valle d’Argilla?

    Cosa le avevano detto gli spiriti dei druidi ormai morti da secoli?

    “ Notizie di Ahren? ” gli chiese, mentre lui appoggiava il vassoio con l’infuso bollente che ormai le preparava anche senza alcuna richiesta da parte sua.

   Il nano scosse la testa.

   Grianne Ohmsford tornò a leggere il volume della Storia dei Druidi che aveva davanti.

   Tagwen stava per salutarla e tornare fuori dalla camera, quando…

   “ Non tornerà a Paranor, vero? ”

   Il nano la guardò un attimo, prima di rispondere. “ Non sono nella sua mente, Ard Rhys, non posso saperlo. ”

   Ma ti sei fatto un’opinione. Siediti qui con me…”

   Tagwen sospirò e tornò accanto allo scrittoio, acconsentendo a occupare la poltroncina rigida che stava alle spalle della donna, la quale si voltò. “ Dimmi quello che pensi ” lo esortò.

   “ Non mi piace questa sua assenza, Ard Rhys. Ho un brutto presentimento…”

   Anche tu…”

   Annuì, chinando un attimo la testa barbuta. “ …ma non so a cosa sia dovuta. ”

   “ Ha detto più volte che non era propenso a restare tra le mura di Paranor…” rifletté a bassa voce Grianne, “ e sapevo cosa aspettarmi. Speravo solo che…che non fosse così presto. ”

   Tagwen avvertì una stretta al petto, comprendendo che quello sfogo era per l’Ard Rhys un’autentica confidenza…che non si sarebbe mai lasciata scoprire così a fondo come da lui, Ahren e Kermadec.

   “ Tornerà ” disse, per spezzare la tensione del momento. “ Non è il tipo da andarsene senza spiegazioni. ”

   L’Ard Rhys non aggiunse altro.

   Anche quella conversazione era conclusa, così come una giornata di attesa troppo uguale alle altre che l’avevano preceduta.

 

  Continua…

  

   

   

    

 

    

 

 

 

        

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shannara / Vai alla pagina dell'autore: Caillean