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Autore: Mokochan    23/06/2010    6 recensioni
[Questa storia partecipa alla "Love Challenge - Do you love me?" indetta da Mayumi_san su EFP Forum]
«Naruto, ti decidi a rimanere immobile o ti devo legare?»
«Mi fai il solletico, che ci posso fare!?» ribatté Naruto, lamentoso.
Ino allora gli bloccò la faccia con entrambe le mani, irritata. «Sei il peggior paziente che abbia avuto finora, lo sai? Un maiale è meno rumoroso di te.»
Non aveva l’aria di essere un complimento, quello. «Dattebayo.»

[NaruIno - accenni NaruSaku e SasuSaku e, buh, se uno vuole, ShikaIno XD]
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Team 7
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
- Questa storia fa parte della serie 'Crack Pairing!'
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Kiss from a Rose




«Sia maledetto il giorno in cui ho dato retta all’Ero-Sennin!»
Naruto Uzumaki rifilò un calcio al primo cestino della spazzatura che incontrò sulla propria strada e scrutò arrabbiato il suo contenuto riversarsi a terra.
Schifato dall’odore sgradevole che proveniva da una banana ammuffita, decise di allontanarsi, e continuò a borbottare per un buon pezzo di strada, maledicendo Jiraya e piangendosi addosso.
Aveva tentato di regalare qualcosa a Sakura per il suo compleanno e, non sapendo cosa, si era deciso a chiedere aiuto a qualcuno, e quel qualcuno - proprio il maestro Jiraya - gli aveva suggerito di regalarle un ombrellino da sole, sostenendo che l’avrebbe certamente apprezzato.
Naruto si era messo d’ingegno e se n’era procurato uno in un negozio di cianfrusaglie, spendendo tutti i soldi accumulati durante le ultime missioni col Team Kakashi, poi era andato da Sakura e aveva  tentato di darglielo, però, per qualche strano motivo, la Haruno non solo aveva rotto il suo regalo, ma l’aveva picchiato come una furia.
Subito dopo il maestro Kakashi gli aveva fatto notare che, proprio sulla tela dell’ombrello, c’era scritto “Miss baka” a caratteri - più o meno - cubitali.
Ma questi erano dettagli irrilevanti per Naruto, che pensava solo a come vendicarsi di Jiraya.
Mentre rifletteva su tutto ciò, passò davanti al negozio di fiori degli Yamanaka: esposte in vetrina c’erano rose, tulipani rossi, margherite, buganvillea e gigli bianchissimi.
L’occhio del ragazzo cadde proprio sulle rose.
Forse non era un genio e con le ragazze non ci sapeva fare, ma era più che sicuro che un fiore potesse piacere a Sakura - e magari l’avrebbe pure convinta a perdonarlo per lo spiacevole incidente di qualche oretta prima.
«Uhm.»
 Non sapendo cosa fare, rimase fermo a fissare la vetrina finché non incontrò un paio di occhi azzurri: Ino Yamanaka era in ginocchio accanto al contenitore dei gigli.
Naruto alzò la mano in segno di saluto e la bionda fece lo stesso, assumendo però un’espressione curiosa: non le capitava spesso di vedere l’Uzumaki davanti al suo negozio.
Lo invitò ad entrare e quando l’ebbe davanti, notò che aveva la faccia piena di lividi e un rivolo di sangue gli colava dal naso; fu pronta a scommettere che Naruto le avesse prese da quella scema di Sakura - quante persone a Konoha erano in grado di ridurre un uomo in quello stato, a parte la Haruno e la Godaime Hokage?
«Che ci fai qui, Naruto?» domandò alla fine, togliendosi i guanti e posandoli sul banco. «Sembri appena tornato da un campo di battaglia.»
L’Uzumaki borbottò qualcosa d’incomprensibile, poi disse: «Sto bene, ‘ttebayo.»
Non lo aveva mai visto così arrabbiato da quando lo conosceva e si domandò cosa fosse accaduto, ma ricacciò indietro quel pensiero e alzò gli occhi al soffitto.
«Siediti» gli indicò la seggiola posta accanto ad alcune petunie. «Adesso ti medico.»
«Non ce n‘è bisogno, grazie» declinò lui.
«Invece hai bisogno di darti una sistemata: non vorrai mica andare in giro conciato in quel modo? Qualcuno potrebbe pensare che hai fatto a botte.»
«Chissenefrega di-»
«Seduto. Adesso
Naruto prese posto, ubbidiente come un cagnolino, ammonendosi dal dire altro: l’espressione omicida apparsa per un secondo sul viso della Yamanaka gli faceva paura quasi quanto quella che assumeva spesso e volentieri Sakura.
“Adesso capisco perché sono così amiche”, pensò.
Ino si mise le mani sui fianchi e osservò con attenzione ogni livido e ferita presenti sul viso dell’Uzumaki, costatando che la rosa aveva fatto davvero un ottimo lavoro - non che le piacesse il modo in cui aveva trattato Naruto, ma doveva ammettere che sapeva picchiare bene.
Naruto iniziò a sentirsi a disagio e abbassò gli occhi azzurri sul pavimento, chiedendosi cos’aspettasse a guarirlo: in fondo anche lei usava gli stessi ninjutsu medici di Sakura, no?
All’improvviso, Ino gli posò una mano sulla guancia. «Stai fermo, eh.»
Il biondo, per tutta risposta, sussultò avvertendo quel calore sconosciuto premere dolcemente sul suo viso, e arrossì di botto quando si accorse che il viso della Yamanaka era a tre centimetri dal suo.
«Ti ho detto di stare fermo» lo rimproverò Ino.
«Non ci riesco.»
«E tu provaci.»
Passò qualche secondo e la ragazza spostò la mano dalla guancia alla fronte, attenta.
«Naruto, ti decidi a rimanere immobile o ti devo legare?»
«Mi fai il solletico, che ci posso fare!?» ribatté Naruto, lamentoso.
Ino allora gli bloccò la faccia con entrambe le mani, irritata. «Sei il peggior paziente che abbia avuto finora, lo sai? Un maiale è meno rumoroso di te.»
Non aveva l’aria di essere un complimento, quello. «Dattebayo.»
Dopo quella piccola discussione, nessuno dei due disse più una parola e Ino lo medicò nel migliore dei modi, soddisfatta; anche Naruto si sentì subito meglio e, alla fine, malgrado il pessimo modo in cui lei lo aveva trattato, la ringraziò.
Stava quasi per andarsene, quando la Yamanaka si ricordò improvvisamente di una cosa. «Scusa, ma posso sapere cosa stavi guardando, prima?»
«Eh?»
«Quand’eri fuori dal negozio fissavi in modo strano la vetrina» gli ricordò, esasperata. «Sei interessato a qualcosa in particolare? Betulle, rose, gigli? Viole?»
Naruto trasalì,  rendendosi conto del vero motivo per cui era lì. «Ecco, vorrei una rosa!»
«Di che colore?» si informò lei.
«C-colore?»
«Ci sono rose di ogni tipo e colore, Naruto. Rosse, rosa, bianche, gialle. Qualche preferisci? E ne vuoi una piccola oppure…»
«Ma non c‘è una rosa normale?!» sbottò Naruto, guardandola storto.
Ino lo squadrò stupefatta e alla fine scoppiò a ridere, incredula. «Sei proprio il solito idiota.»
«Oggi sei in vena di complimenti, vedo» mugugnò il biondo. «Comunque, io la voglio…rosa.»
“Come il colore dei suoi capelli, eh?” pensò Ino, acuta come sempre. «E rosa sia.»
Mentre prendeva la carta per avvolgere il fiore e un nastro fucsia, la Yamanaka constatò che Naruto non sembrava il solito scemo, anzi: pareva così serio nel ruolo dell’innamorato!
Aveva anche avuto un’idea azzeccata, considerato che non era facile trovare qualcosa che piacesse a Sakura, i cui gusti risultavano spesso difficili e vanitosi.
Nemmeno lei sapeva cosa regalarle, in effetti.
Sbirciò il viso dell’Uzumaki e notò che sorrideva, di buon umore.
Prese la rosa più bella fra quelle appena sbocciate e la posò sopra la carta. «Lo sai, vero?»
Naruto alzò gli occhi verso di lei, interrogativo. «Cioè?»
«Che Sakura è ancora innamorata di Sasuke.»
Era un tasto dolente.
Il biondo si mise una mano in tasca e gonfiò le guance. «Questo lo so, però non ho certo…insomma, non so cosa stai pensando, ma-»
«Per tre anni ho osservato Sakura domandandomi cosa provasse» mormorò Ino, incerta.  «Non leggo certo nella mente, però mi sono resa conto che lottava non solo per il desiderio di riavere Sasuke, ma anche per trattenere il dolore della perdita; le mancavi tu, le mancava lui. Il team 7 non esisteva più e si sentiva sempre più sola e, nonostante ciò, si è fatta forza, lottando con le unghie e con i denti. Ora che sei tornato sembra come rinata, e soprattutto fiduciosa nel ritorno di Sasuke. Ma tu prova a capire che non è il momento adatto per i sentimentalismi: sei cotto, ma lei in questo momento non vuole altro che Sasuke.»
Lo immaginava, certo. «Un giorno riporterò quell‘idiota a Konoha e sarà felice, puoi giurarci! E…beh, forse riuscirò a farla innamorare di me.»
Ino legò il nastro attorno al pacchetto e sorrise, allegra. «Ne dubito, ma sono contenta che tu sia tanto fiducioso.»
Quella donna sapeva sempre come smontarlo.


Dopo aver lasciato il negozio degli Yamanaka si diresse al campo numero sette.
Era felice per aver trovato il regalo adatto, tuttavia si sentiva strano, in preda ad una malinconia che non riusciva a spiegarsi: insomma, la Yamanaka lo aveva guarito, l’avevo aiutato con la scelta della rosa e poteva finalmente dire di aver fatto una cosa giusta. Eppure, per qualche motivo, non si sentiva certo l’uomo più felice del mondo, ma avvertiva il bisogno di dare una testata a qualche parete - ok, non era nemmeno una cosa tanto sana né da fare, né da pensare.
Camminò con lo sguardo basso e la rosa in mano, sempre più pensieroso, finché non raggiunse il campo e vide Sakura seduta a terra.
Stava per salutarla, quando si accorse che teneva qualcosa fra le mani; aguzzò la vista quanto possibile e capì che era una foto molto piccola, identica a quella che lui stesso custodiva e che teneva esattamente accanto al letto, in bella vista.
Anche Sakura doveva averla fissata spesso in quei tre anni, certo con nostalgia e dolore - gli stessi sentimenti di malinconia che provava Naruto quando la scrutava la notte.
Però lei non guardava la foto perché le mancava il team 7.
Lei la guardava perché le mancava Sasuke.
Gli occhi azzurri di Naruto salirono sul volto della ragazza, confusi, poi di nuovo su ciò che teneva fra le mani.
Poi sospirò, dando le spalle a quella triste scena - senza badare al suo regalo, cui il vento stava portando via i petali.
Ti manca tanto, vero, Sakura?


C’era solo la luce del lampione.
Ino abbassò la serranda del negozio e chiuse tutto a chiave, canticchiando a bassa voce.
Controllò che fosse tutto a posto e alla fine prese il sacchetto della spazzatura; si avviò lungo una stradina e raggiunse il più vicino cassonetto dell’immondizia: ne alzò il coperchio e vi buttò dentro il sacchetto, sovrappensiero. Quando si voltò, rimase a bocca aperta nel vedere Naruto Uzumaki seduto su una panchina con gli occhi chiusi e la rosa in mano.
Il suo viso non mostrava emozioni, ma pareva comunque sereno.
Ino si mise le mani dietro la schiena e camminò fino ad arrivare davanti a lui.
Sembrava dormisse, ma non ci giurò troppo: vero che Naruto era un po’ tonto, ma non così tanto da addormentarsi in mezzo alla strada - almeno così credeva.
«Posso sapere perché non le hai dato il regalo, idiota?»
Naruto aprì gli occhi e rispose: «Ho preferito lasciarla in pace, non credo che oggi le vada di vedermi.» Si mise a sedere composto. «Credo proprio che Sakura non voglia nessuna rosa e… no, non vuole proprio regali. Ho comprato questa roba per niente.»
«Per niente? Secondo me le sarebbe piaciuta.»
«Non è quello che desidera. Ne abbiamo già parlato prima, no?»
Ino alzò gli occhi al cielo. «Lasciamo perdere, con te non fa a parlare. Non capisco come faccia Sakura a sopportarti. Dev‘essere terribile averti in squadra!» lo provocò poi.
Il biondo ridusse gli occhi a due fessure, offeso. «Brutta arpia.»
«Attento a come parli» la Yamanaka gli lanciò un’occhiataccia.
«Oh, ti sei offesa?»
Ino sbuffò.
Naruto di mise a ridere. «Shikamaru avrà il suo bel daffare con te, eh? Non sopporta le donne e se parliamo di te, poi…beh, si annoierà spesso, immagino.»
«Naruto.»
Quel tono non gli piaceva.
Ino si alzò in piedi, spostandosi dinanzi a lui, furiosa, con un pugno alzato in segno di minaccia.
I suoi occhi ardevano come il fuoco. «Ti sfido a ripeterlo, testa quadra.»
Con un sorrisetto, Naruto si portò le mani dietro la testa, sbadigliò e disse: «Noiosa.»
Chiuse gli occhi, immaginando che la ragazza gli avrebbe rifilato un pugno sulla faccia: era troppo simile a Sakura per non agire in quella maniera, e poi l’aveva chiamata arpia - doveva essere proprio fuori per desiderare di essere ucciso, eh già.
Il fruscio che precedeva il pugno, poi…
…un bacio.
Naruto spalancò gli occhi quando le labbra di Ino si posarono dolcemente sulla sua fronte, prendendolo alla sprovvista; arrossì completamente, immobile e con la bocca spalancata, senza capire il significato di quel gesto.
La rosa gli scivolò dalle mani e prontamente la Yamanaka l’afferrò, staccandosi da lui.
Sorrideva, maliziosa. «Questa me la riprendo. Azzardati ancora a dirmi quelle cose e ti uccido, Uzumaki, sono stata chiara?»
Naruto sussultò. «Ah-ah» riuscì solo a farfugliare.
Era decisamente sconvolto.
«Ah, dimenticavo» gli occhi della ragazza si fecero comprensivi. «Non mi provocare solo per sfogarti. Non serve. Il dolore non si può cancellare così facilmente, soprattutto quando si ha a che fare con l'amore o... o quello che in questo momento stai provando. Io l'ho imparato e ti assicuro che basta poco per dimenticare - anche quando sembra difficile. E' come il vento: passa e porta via tutto, ma ti lascia tremante per il freddo e in attesa di qualcosa che possa riscaldarti. In questo momento sei deluso, ma ti assicuro che prima o poi incontrerai qualcuno che guarirà le tue ferite.»
"E non sarà certamente Sakura."
"Continuerà a pensare a lui", capì infine Naruto, sforzandosi di non abbassare lo sguardo a terra. «Sono un idiota.»
Ino rise e gli diede le spalle. «No, sei uno stupido, ecco cosa. Ora devo andare, altrimenti mio padre si arrabbierà. Buonanotte, testa quadra.»
Naruto la guardò mentre si allontanava.
Poi rimase solo.
Sospirò, cercando di capire cosa fosse successo qualche attimo prima, quando lei l’aveva baciato - piano, senza fretta e con una tenerezza che non si era mai sognato. Poi quelle parole, quello strano incoraggiamento; non aveva mai conosciuto quella parte della Yamanaka, anzi, non pensava proprio che Ino potesse essere così... così...materna.
Guardò ancora il punto in cui era scomparsa, pensando che non somigliava affatto a Sakura, e sorrise.








   
 
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