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Autore: pei_chan    01/07/2010    1 recensioni
Neville, ancora una volta, sbaglia qualcosa nel preparare la sua pozione... il problema è che le conseguenze della sua sbadataggine questa volta sono decisamente differenti dalla perdita di qualche punto da parte dei Gryffindor. Harry e Draco, infatti, sono costretti a dividere qualcosa in più della semplice scuola.
Dedicata a tutte le amanti dello Yaoi ♥
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Ho scoperto di avere l’inizio di questo capitolo tra bozze cell e neanche lo sapevo! *-* Beh, non so davvero cosa dirvi, sono troppo turbata -capirete il motivo leggendo- quindi: buona lettura!

And... now? ~ Quando una pozione sconvolge tutto.



Capitolo 7: Non siamo soli



Avere Potter attorno era ormai diventato accettabile. I giorni passavano più lentamente, questo bisogna ammetterlo, ma il nuovo Serpeverde riusciva in qualche modo ad allontanare il malumore che aveva improvvisamente soffocato Blaise. Per la sua felicità, quindi, avevo messo da parte l’orgoglio e l’onore, ritrovandomi a uscire sempre più spesso in compagnia di Potter.
In quel preciso momento, infatti, correvamo tutti e tre insieme per non arrivare troppo tardi nella serra di Erbologia: se avessimo tardato anche a quella lezione, madama Sprite ci avrebbe cacciato con una vergognosa T. Era già la terza volta, infatti, che perdevamo troppo tempo a causa di Potty: già io e Blaise ci dovevamo svegliare prima del previsto per litigarci l’unico bagno adiacente alle nostre camere, ma da quando lo Sfregiato era arrivato tra noi, le cose erano ulteriormente peggiorate, in quanto ogni mattina lui impiegava ore a vestirsi. I fieri colori della nostra casa proprio non riusciva ad accettarli e passava davanti allo specchio più tempo di quanto ne impiegassi io per sistemare i miei imparagonabili capelli.
La sua faccia sembrava disgustata ogni volta che la cravatta verde-argento si annodava attorno al suo collo, ma con il passare dei giorni l’espressione pian piano stava sparendo. Mi domandavo unicamente il motivo per il quale Potter non trascorresse il tempo davanti allo specchio per aggiustarsi quell’orrendo nido cespuglioso che si ritrovava al posto dei capelli. Ormai questo era diventato uno dei quesiti a cui nessuno avrebbe mai saputo rispondere. L’altro era perché Zabini fosse sempre così allegro in compagnia di Potty.
Fortunatamente quando entrammo nella serra, la professoressa non era ancora arrivata e subito andammo a posizionarci in fondo, per poter chiacchierare anche durante quelle ore.
Con mio sommo orrore notai che, dovendo trascorrere l’ora di Erbologia con i Tassorosso, Potter non aveva nessun compagno di banco e stava facendo cenno a Zabini di sedersi accanto a lui. Blaise, dopo avermi mandato uno sguardo dispiaciuto, così fece. Oltraggiato dal comportamento del mio amico, dovetti cacciare dal suo posto Millicent, per potermi così sedere accanto a Pansy e non rimanere senza compagno.
« Ti ha rubato l’amico, eh? » Sussurrò lei, senza distogliere lo sguardo da una pianta esotica posizionata sul nostro banco. Non potei far altro che mugugnare in risposta, in quanto entrò nella serra la professoressa.

Dopo tanto tempo, riuscii a trascorrere un paio d’ore con una vera Serpeverde. Avevo dimenticato quanto fosse insidiosa, ma pur sempre simpatica, Pansy e la lezione con lei trascorse molto velocemente tra battute e prese in giro.
Al termine dell’ultima ora, però, ci dovemmo dividere ed io tornai dalla strana coppia di amici.

***



Durante tutto il giorno Blaise fece finta di nulla, come continuava a fare da un paio di settimane, ormai, ignorando completamente il problema della “prova” -come avevamo deciso di chiamarla- o almeno fingendo di essersene dimenticato.
Sembrava che stare con Potter lo facesse davvero star meglio, ma io ero sempre più preoccupato. Quel giorno mi trovai a domandarmi se anche Potty sapesse, se Blaise si era confidato con lui spiegandogli tutta la situazione o se invece aveva taciuto, per non trovare pietà anche negli occhi del nuovo amico.

Rimasi leggermente indietro rispetto a loro, mentre entravamo in Sala Grande per la cena, continuando a riflettere.
Quando Blaise sarebbe dovuto tornare a casa, per affrontare il suo destino, scelto da altri? Avrebbero aspettato le vacanze di Natale, per averlo a casa, o lo sarebbero venuti a prendere direttamente ad Hogwarts? Ma soprattutto, perché avevano scelto proprio lui?
Sbuffai, pensando che potevo esserci io al posto suo. Mi sarei dovuto sacrificare per lui? No, non ci sarei mai riuscito. Volevo bene a Blaise come ad un fratello, ma in quel modo avrei rischiato anche l’incolumità della mia famiglia. Non sapevo ancora da che parte mi sarei schierato, ma non volevo affrettare i tempi.
Ma cosa gli sarebbe successo, se avesse sbagliato la prova?
Scacciai quei pensieri, sedendomi al tavolo.
Vidi Potty salutare allegramente con la mano la Granger e il suo fidanzatino, poi mi voltai verso Blaise che sedeva alla mia destra. Aveva lo sguardo vuoto e fissava il piatto, giocando con la forchetta. Mi venne un nodo alla bocca dello stomaco e scansai il cibo.
« Sta sera dobbiamo parlare. » Gli dissi serio, distraendolo dai suoi pensieri. Mi fece cenno di sì con la testa e tornò sulle nuvole.

***



« Perché c’è anche lui? » Domandai indicando Potter, che sedeva davanti a noi, a terra. Blaise se ne stava sdraiato sul suo letto ed io ero seduto su una poltroncina, fatta apparire per l’occasione.
« È un mio amico e ho deciso di parlarne anche con lui. » Mi irrigidii. Neanche Pansy, Theo e gli altri sapevano della lettera che gli era arrivata, perché diavolo voleva dirlo a lui? A quel Grifondoro che mi aveva portato via il mio miglior amico per settimane?
« Bene. » Sibilai, furente. « Immagino che ancora non sappia niente. »
« Malfoy, smettila di parlare di me come se non fossi presente. Cosa dovrei sapere? » Aggiunse poi, guardando Blaise. I suoi occhi verdi erano fermi e decisi. Blaise sospirò e gli raccontò di quanto successo diversi giorni prima. Ne parlava con distacco, quasi stesse dicendo qualcosa che non lo riguardava minimamente, e intanto fissava il soffitto.
« P-perché? » Domandò Potter, quando l’altro ebbe finito. Avrei voluto avere qualcosa di acido da rispondergli, ma quella era la stessa domanda che mi perseguitava da quando anche io avevo saputo.
Blaise puntò i suoi occhi in quelli di Potter, che non abbassò lo sguardo, e rimase in silenzio per qualche minuto.
« Perché Voldemort può fare tutto ciò che vuole. » Rispose alla fine. Non riuscii neanche a dirgli di non chiamarlo così, pensando che quell’essere poteva diventare il suo assassino.
« Non puoi permetterglielo, non devi andare! » Urlò l’ex Grifondoro, passandosi nervosamente le mani nei capelli. Non credevo gli importasse così tanto di Blaise.
« E cosa dovrebbe fare, allora? Rimanere qui e rischiare di essere ucciso direttamente dai Mangiamorte? » Sussurrai, fissandomi le punte delle scarpe, divenute improvvisamente interessanti.
« Hogwarts è il luogo più sicuro di tutto il mondo! Silente non permetterà mai che i Mangiamorte arrivino a lui o gli facciano del male. » Continuò gesticolando incontrollabilmente.
« E quando arriveranno le vacanze? Quando sarà costretto a tornare a casa? Chi lo proteggerà da Lui? Potter, non c’è scelta per questa merda di situazione. »
Improvvisamente capii. Mentre parlavo ebbi la netta sensazione che Blaise avesse voluto dirlo a Potter solo per sapere se davvero non c’erano soluzioni, se ormai la sua condanna era stata firmata.
« Già. » Disse infatti, sospirando pesantemente e chiudendo gli occhi. Probabilmente non voleva mostrarci la sua debolezza, ma sapevo che se ci fossi stato io al suo posto non sarei riuscito a controllarmi così bene. Potter invece non la pensava come noi.
« C’è sempre un’altra scelta. Magari non è quella più facile, ma c’è! »

***



Non toccammo più quel discorso per molto tempo. Credetti che l’Oscuro si fosse dimenticato di Blaise, in quanto non erano più giunte lettere simili a quella che ci aveva tanto spaventati.
A Natale rimanemmo tutti e tre ad Hogwarts, troppo impauriti per lasciare Blaise da solo.
Con enorme sorpresa scoprii che Potty aveva fatto un regalo sia a Zabini che a me e mi vergognai quando lo scartai, non avendo niente da dargli in cambio.
Ci aveva regalato un’orrida cornice con dentro la foto della nostra prima (altrettanto orrida) uscita insieme. Dopo qualche giorno, però, notai che non era così brutta e che effettivamente nella foto ero venuto piuttosto bene.

Anche il Natale passò, senza alcuna notizia sulla famiglia di Blaise.
Mia madre continuava a scrivermi lettere in cui parlava di tutto e niente e Potter non riceveva praticamente mai posta.
Fu verso Marzo, quando ormai avevamo dimenticato la faccenda, che le cose cambiarono improvvisamente: Blaise divenne scorbutico e solitario, saltava spesso le lezioni senza un’apparente giustificazione e si rifiutava di parlare perfino con noi.
Furono più di uno i pomeriggi che dovetti passare solo con Potter, perché il nostro amico non si presentava agli appuntamenti.
Preoccupato com’ero, mi ritrovai a parlare con Potty senza battute cattive né prese in giro. Ci ascoltammo a vicenda, chiedendoci il motivo di tale improvviso cambiamento, confrontando le nostre idee e scambiandoci pareri. Non riuscivamo proprio a capire.
Fu l’occhialuto a ricordarsi, in una delle nostre serate passate nella radura segreta, della lettera giunta all’inizio dell’anno. Avevamo completamente rimosso l’accaduto, o probabilmente l’avevamo solo nascosto a noi stessi. Era una delle cose che non sapevamo come affrontare e a cui non eravamo ancora pronti.
Provammo a parlarne con Blaise, che però evitò sempre di risponderci. Avevamo ormai capito che c’entrava la prova, ma non voleva dirci nient’altro. Noi, però, non ci arrendevamo.

***



« Malfoy! Malfoy, dannazione, alzati da quel cazzo di letto! » Scattai a sedere, terrorizzato da quella voce che gridava. Quando capii che era solo Potty, sbuffai e mi alzai lentamente. Stavo per aprire la porta della mia stanza, quando mi venne letteralmente sbattuta in faccia. Caddi all’indietro, perdendo l’equilibrio, e mi toccai dolorante il naso, sperando che il mio regale sangue non mi stesse sporcando il pigiama di seta.
« Non c’è tempo per queste stronzate, muovi il culo. » Disse quel pazzo, prendendomi per una mano e trascinandomi via dalla stanza. Era probabilmente la prima volta che ci tenevamo per mano, anche se il significato non era certo romantico o altro. Era, però, una bella sensazione.
Il mio appena ritrovato buonumore si sgretolò quando arrivai alla stanza di Potter e Blaise. Il letto dello Sfregiato era, ovviamente, sfatto, mentre quello del mio amico era perfettamente in ordine. Il baule che doveva stare ai piedi del baldacchino era sparito, così come le pergamene e il calamaio di Blaise.
« Che cazzo sta succedendo, qui? » Domandai, sebbene la risposta già la conoscessi.
Mi fiondai verso l’armadio, lanciando per aria i panni di Potter, che non disse nulla. Probabilmente aveva già cercato lui stesso, lì dentro. Guardai sotto il letto, dentro tutti i cassetti, perfino dietro al comodino, ma l’unica cosa che trovai fu polvere, polvere e ancora dannata polvere.
Potter, alle mie spalle, assisteva alla scena in silenzio. Non muoveva un muscolo, stava semplicemente appoggiato alla porta, fino a quando non si lasciò scivolare a terra. Mi avvicinai, ma lui guardava oltre, verso il muro.
Di Blaise non c’era traccia.

Corremmo per le scale a perdifiato, senza mai fermarci a respirare. Dai sotterranei in cui ci trovavamo, dovevamo arrivare al settimo piano, dove un solitario gargoyle ci aspettava.
Potty provò diverse parole d’ordine, una più cretina dell’altra, ma alla fine la statua ci lasciò davvero passare, facendo un balzo di lato.
Mi domandai se Silente fosse diventato scemo quanto Potter, visto che avevano le stesse idee.
Quando bussammo alla porta del preside, questo ci fece entrare, come se già sapesse ciò che eravamo corsi a chiedergli. Non sembrava turbato né lontanamente agitato e ciò mi innervosì particolarmente.
Ci fece accomodare su due poltrone, ma io preferii rimanere in piedi.
« Signor Potter, Signor Malfoy cosa vi ha condotti qui da me? » Fu lo Sfregiato a rispondere, camminando su e giù per la stanza e gesticolando. Gli disse che non trovavamo più il nostro compagno, che non ci aveva lasciato lettere né spiegazioni. Aveva semplicemente portato via tutto, come se sapesse che non sarebbe più tornato.
Queste parole mi spiazzarono. Non avevo pensato ad una cosa del genere e fui colto dalla disperazione.
Silente annuì durante tutta la spiegazione, senza mai interromperci, e né io né Potter gli rivelammo della lettera. Se non lo aveva fatto Blaise, noi non ne avevamo certo il diritto.
Quando avemmo finito, il preside ci informò che i genitori del signor Zabini erano venuti a prenderlo giusto un paio di ore prima, per portarlo a casa. Non avevano aggiunto altro.
Senza neanche ringraziarlo, corsi fuori dalla stanza e fui subito seguito da Potter, che probabilmente aveva avuto la mia stessa idea. Continuando a correre, ci dirigemmo verso la torre più alta di tutto il castello.
Mentre salivamo la scala a chiocciola che ci avrebbe portati in cima, ci affacciavamo disperatamente alle piccole finestrelle che illuminavano il nostro cammino, quasi sperando di vedere Blaise che si allontanava. Giunti sulla sommità, ci fermammo a riprendere fiato, poi lentamente ci avvicinammo al muro merlato.
Ricordo che poggiai le mani sulla fredda pietra di quel muretto e che riuscii facilmente a paragonare quel freddo a quello che stava invadendo il mio corpo, il mio cuore.
Mi avevano portato via Blaise.
Capii di aver detto quell’ultimo pensiero ad alta voce solo quando Potter mi poggiò una mano sulla spalla. Intanto continuavo a fissare l’orizzonte, conscio che non avrei potuto far nulla per cambiare le cose.

Rimanemmo lì sopra tutto il giorno, senza mangiare né bere, seduti a terra come poveri babbani. Solo vero sera iniziammo a parlare e provai, lo giuro, a trattenere le lacrime, ma l’espressione di Potter era così triste, i suoi occhi di solito accesi così spenti che pensai dovesse assomigliarmi parecchio, in quel momento. Piansi dignitosamente, fino a quanto le braccia di Potter mi strinsero a lui in modo che nessuno mi potesse vedere, in modo che potessi piangere tutto il dolore che provavo.
Lo ringraziai mentalmente un’infinita di volte, mentre continuavo a bagnare il suo pigiama, senza sosta. Provavo a darmi un contegno, mi imponevo di fermarmi, ma la voce di Blaise continuava a risuonarmi nella mente e le immagini di una vita passata con lui vorticavano senza sosta.
Mi dissi che non era morto, se n’era solo andato e forse sarebbe anche tornato. Anzi, sarebbe sicuramente tornato ad Hogwarts. Sarebbe tornato da me.
Tolsi il volto dal petto di Potter, ormai completamente umido, e lo guardai in faccia. Anche lui aveva pianto ed io non me ne ero neanche reso conto.
Lo guardai e capii che, almeno in parte, condivideva il mio dolore.
Lo guardai e seppi di non esser solo, in quel momento di bisogno.
Non eravamo soli e glielo feci capire. Chiusi gli occhi e sospirai, avvicinando il mio viso al suo, con il cuore che finalmente tornò a battere. Lo baciai e capii che anche lui sapeva di non esser solo.


Ringraziamenti:
ChiccaInAWildWord: grazie mille per i complimenti, ma visto il ritmo con cui aggiorno non me li merito proprio! Comunque sono contentissima che questa storia ti piaccia :) Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo!
The Dark Side of a Girl: neanche questo è un miraggio! Sono proprio io! :P Anche questo capitolo è stato piuttosto serio, spero non ti dispiaccia troppo perché ogni tanto qualcosa che non sia una cavolata bisogna inserirla nella storia xD Grazie mille per la recensione!
R o M i: ok, forse non mi sono proprio sbrigata ma la scuola mi ha davvero messo in crisi quest’anno. Spero tu mi perdonerai! Anche perché questo periodo sembra particolarmente generoso con la mia ispirazione *-*

Grazie mille anche a tutti coloro che hanno messo la fanfic tra i preferiti, tra le seguite, tra quelle da ricordare (ma quanti gruppi sono? @___@).
Spero davvero di riuscire ad aggiornare più frequentemente -sperando che R o M i mi possa perdonare in questo modo!
Al prossimo capitolo!
  
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