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Autore: Sarty    01/07/2010    7 recensioni
"Io tengo a te Damon, ma amo Stefan sopra ogni altra cosa... Ok, vuoi Stefan? Prenditelo... Tu ti prendi il mio stupido fratello, io mi prendo la tua sciocca amica streghetta!" dalla one-shot a una nuova fanfiction... Spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV Bonnie

 

Il dolore iniziava a diminuire, forse per il semplice fatto che stavo perdendo i sensi… e la vita.

Oramai non riuscivo più nemmeno a sentire vagamente i suoi pensieri, ma non sarebbe cambiato nulla: sapevo già che niente avrebbe potuto fermarlo… Il suo desiderio di sangue era troppo forte, superiore a qualsiasi istinto umano o soprannaturale…

 

POV Damon

 

La streghetta ci aveva visto giusto… quasi.

L’unico istinto che poteva superare la mia brama di sangue era quello dell’autodifesa.

E in quel momento dovetti usarlo.

Sentii una scarica di potere diretta a me, forte ma soprattutto estranea. Quello non era il mio stupido fratello.

Staccai le mie labbra dal suo collo e la misi a terra, voltandomi poi di scatto per prepararmi alla lotta – o meglio all’omicidio – di quell’insulso essere che aveva osato interrompermi.

Mi guardai intorno, attentamente e lanciai a mia volta una scarica di potere. All’inizio non sentii niente, ma poi ebbi un eco di risposta.

Era un vampiro, ne ero sicuro, ma nessuno di cui mi ricordassi: quell’aura mi era totalmente estranea. “Fatti vedere!” tuonai, sapendo perfettamente che mi avrebbe sentito.

Passarono alcuni secondi e poi, da dietro un albero, vidi affacciarsi una figura: era giovane d’aspetto, tra i ventidue e i venticinque, assolutamente insulso e comune con quei capelli castano chiaro corti e gli occhi marroni. La cosa che mi colpì fu la sua aura: a dispetto del fisico, era sicuramente più vecchio di me.

“Tu devi essere Damon” mi disse con uno strano accento.

“Io, invece, non so chi tu sia e non mi interessa. L’unica cosa che conta in questo momento è che tu mi abbia interrotto!” risposi con voce tagliente.

“Spiacente di averti creato un problema” la sua voce era troppo tranquilla, probabilmente non si era ancora reso conto di chi avesse di fronte.

“Nessun problema: adesso ti elimino e finisco il lavoro” risposi con un sorriso.

“Non credo di poterti lasciare uccidere Bonnie, ne tanto meno i suoi amici… Ma ho notato tante ragazze carine qui in torno…”

Non riuscii a trattenere le risate, ma lui non mutò espressione.

“Pensi che dovrei lasciare la streghetta a te? Se vuoi prenderti i suoi amici, fai pure, ma la rossa resta qui”.

“Spiacente, ma sono qui per lei…” un sorriso si accennò sul suo volto.

“Lei… è… MIA” la mia voce era fredda e decisa, ma nello stesso momento in cui pronunciai quella frase, vidi un guizzo di rabbia attraversargli lo sguardo. Per tutta risposta mi lanciò una scarica di potere, decisamente molto più forte della precedente.

“Ti piace il gioco duro, eh? Ti accontento subito!” tuonai lanciandomi su di lui con tutta la forza di cui disponevo. Non senza un certo sforzo, parò il mio colpo e attaccò nuovamente.

Proseguimmo svariati secondi a colpirci a vicenda: quel maledetto bastardo mi stava tenendo testa, ma non sarebbe durato ancora molto.

Altri colpi, da entrambe le parti, finché non si bloccò, un sorriso sul volto.

Ma che diamine stà facendo? Non feci in tempo a finire di pensare quella frase, che mi ritrovai a terra, steso, con lui sopra di me che mi teneva giù a forza.

“Questo ti stordirà solo un po’, Damon… Ringrazia tuo fratello: personalmente ti avrei volentieri ucciso!” e così dicendo mi lanciò un nuovo colpo.

Ero completamente frastornato e – cosa peggiore – immobilizzato. Riuscii solo a seguire i suoi movimenti con gli occhi: mi diede le spalle tranquillamente, senza il minimo dubbio che potessi alzarmi e colpirlo, e si diresse verso la streghetta.

Solo in quel momento notai Stefan ed Elena, che stavano aiutando l’insulso mortale e la mora ad alzarsi e salire in macchina.

“Ci penso io a lei, Stefan…” sentii dire e deviai nuovamente lo sguardo. Quel maledetto vampiro stava accarezzando il volto della streghetta, spostandole i capelli dalla fronte, dove le depositò un lieve bacio.

Lei è MIA… MIA… ma non riuscivo a trasformare i pensieri in azione. Mi stava rubando la preda…

Lei non sarà mai più tua oramai… Lascia perdere, Damon è una battaglia persa in partenza! La sua voce nella mia testa… come diavolo era possibile? Dannazione!

Si alzò, con Bonnie tra le braccia, mi fissò per un istante con un sorriso soddisfatto sulle labbra, prima di girarsi e andarsene.

Maledetto Bastardo! Morirai per questo, lo giuro!

La rabbia aumentava velocemente e la cosa peggiore era che non potevo sfogarla! Ma come diavolo faceva a essere così, così… forte! C’era qualcosa in lui che non mi quadrava. Non era un vampiro normale… la sua forza aveva qualcosa in più, di diverso…

Mossi un braccio: ecco, iniziavo a riprendermi e una volta in piedi, mi sarei andato a riprendere la mia preda e avrei dato una lezioncina a quell’insulso vampiro… e anche al mio fratellino per lo scherzetto che mi aveva organizzato. Si conoscevano, ne ero certo…

“Spiacente, ma sono qui per lei…” ringhiai, istintivamente, al suono di quelle parole che mi riecheggiavano in testa.

No, non mi sarei fatto portare via anche lei!

Avevo perso Elena, non mi sarei fatto fregare anche la mia sola arma di vendetta. Perché questo era la streghetta: il mezzo per far soffrire Elena e Stefan, nient’altro!

Peccato che mentre pensavo a quelle parole, l’immagine di quel verme che baciava la fronte della rossa faceva da sottofondo nella mia mente.

 

POV Stefan

 

Quando arrivammo al pensionato, notai che Robert era già li e aveva steso Bonnie sul mio letto.

Mi avvicinai rapidamente a lei, per accertarmi delle sue condizioni. Considerando l’aura che emanava Damon, mi sorprese che fosse ancora viva. Beh, viva era un po’ esagerato: la sua vita era appesa ad un filo. Se fossimo arrivati solo qualche secondo più tardi, non ci sarebbe stato più nulla da fare. Ora invece…

“Stefan, è troppo debole. Dobbiamo darle del sangue se vogliamo che si riprenda!”

Mi voltai a fissare Robert, probabilmente con un’aria scioccata sul volto, perché subito dopo aggiunse “Stefan, non senti la sua aura? Ti rendi conto delle sue condizioni?”

Accennai un sì con la testa: in effetti il suo potere era praticamente nullo. Non avevamo altra scelta. A scostarmi dai miei pensieri, fu il gesto rapido e sicuro di Robert che si incideva il polso e lo avvicinava alle labbra di Bonnie.

“Robert, ma…”

“Tranquillo Stefan, in lei scorre già sangue druido… non ci saranno conseguenze dovute a tutto questo. Vedrai che si riprenderà presto” disse voltandosi poi nuovamente a fissare Bonnie. Il suo sguardo mi sembrò per un istante quasi… possessivo. Mah, probabilmente ero ancora troppo scioccato da tutta questa situazione.

“Vado ad avvertire gli altri” dissi tranquillamente e uscii dalla stanza, proprio mentre Robert stava chiudendo il suo taglio e si sedeva accanto a Bonnie.

Appena iniziai a scendere le scale, un pensiero mi guizzò in mente come un flash: come faceva a sapere che Bonnie discendeva da streghe druide? Non ne avevamo mai parlato… o almeno, non mi ero mai riferito a lei in questo modo. Strano…

Beh, in effetti però il suo intervento è stato provvidenziale… ma nonostante fossi convinto di questo, non potevo fare a meno di chiedermi quale fosse il vero motivo che lo abbia spinto a venire qui. Io e Robert ci siamo conosciuti parecchi anni fa, in uno dei miei periodo “bui”… Io non ne potevo più di questa mezza vita e lui invece era così sicuro di sé da trascinarti comunque con il suo spirito. Fu per quello che passammo alcune settimane insieme. Poi lui ripartì e io pure, alla ricerca della mia strada.

“Stefan, come stà Bonnie?” la voce di Elena mi scostò dai miei pensieri.

“Starà bene, tesoro, stai tranquilla. Tra poco potrai andare da lei, se vuoi. E Meredith e Matt?” dissi voltandomi in direzione del salotto.

“Stanno bene, adesso, almeno fisicamente…”

“Perché? Cosa intendi dire?”

“Si sentono in colpa per quanto è successo a Bonnie… lei aveva provato ad avvertirli del pericolo ed in effetti stavano venendo da noi… ma hanno sottovalutato Damon”

Ringhiai istintivamente al suono del suo nome. Come aveva potuto fare una cosa simile?

“Stefan… è tuo fratello” mi disse Elena poggiandomi una mano sul braccio, come per calmarmi.

“Mio fratello? No, lui non è mio fratello. Mio fratello non avrebbe mai lascito Bonnie in fin di vita! E non è morta solo perché siamo arrivati giusto in tempo!”

Elena rabbrividì.

Mi avvicinai a lei, stringendola delicatamente tra le mie braccia.

“Scusami amore mio… non volevo prendermela con te…”

“Tranquillo tesoro, posso capire quanto tu sia sconvolto… Sei sicuro che Bonnie starà bene?”

“Vai pure da lei, ma cerca di non farla stancare nel caso fosse già sveglia… Io nel frattempo vado da Meredith e Matt.”

Le sfiorai le labbra con un leggero bacio, prima di avviarmi in salotto.

 

POV Bonnie

 

Quando iniziai a riprendere conoscenza, mi accorsi di una presenza accanto a me. I suoi respiri erano lunghi e perfettamente scanditi. Avevo il terrore di aprire gli occhi, avevo il terrore di sapere chi mi sarei ritrovata accanto.

“Tranquilla Bonnie, non ti farò del male… siamo al pensionato, con Stefan, Elena e i tuoi amici.”

Aprii gli occhi di scatto, osservando la figura seduta accanto a me.

“Meredith e Matt… stanno bene?” chiesi con voce tremante.

“Stanno benissimo, Bonnie, tra poco saliranno a salutarti.”

Mi rilassai, tirando un sospiro di sollievo. Adesso potevo permettermi di capire chi fosse quello splendido ragazzo al mio fianco. E con quei pensieri in mente, come mi fissò diventai completamente rossa per l’imbarazzo.

“Tu chi sei?” chiesi con occhi bassi, guardando le mie mani.

“Il mio nome è Robert Dannai, sono un conoscente di Stefan…”

Un conoscente di Stefan?

“Vi… conoscete da molto?” chiesi timidamente sempre senza fissarlo in volto.

“Beh, qualche anno” mi rispose con una punta di ironia nella voce “E’ una storia lunga”.

“Non ho molto da fare al momento…” risposi risoluta, ansiosa di capire chi era lo sconosciuto che avevo di fronte e che probabilmente mi aveva salvato la vita.

E ansiosa, soprattutto, di scacciare l’immagine del suo volto dalla mia mente.

 

Ciao a tutti!

Scusate la latitanza, periodo decisamente movimentato. Non vi posso assicurare che posterò presto, ma di sicuro questa storia vedrà la fine… alla Bamon, ovviamente!

Non mi fermo sui singoli ringraziamenti, sempre per problemi di tempo, ma ringrazio tutte le persone che hanno commentato (sempre molto apprezzato) e tutti coloro che hanno letto.

Al solito, eventuali suggerimenti sono sempre ben accetti… Al prossimo capitolo! CIAO

  
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