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Autore: Bitter_sweet    01/07/2010    5 recensioni
Le persone hanno bisogno di credere in qualcosa. C'è chi crede in dio, chi negli amici, chi semplicemente in se stesso. Zoro era arrivato a credere che mai si sarebbero separati, che il loro viaggio sarebbe proseguito per sempre, credeva in un sogno che non avrebbe avuto mai fine. Non voleva tornare da solo, sentire il freddo abbraccio della solitudine circondargli ancora una volta le spalle. Aveva creduto che tutto quello sarebbe durato per sempre. Non aveva fatto i conti con la realtà, ed ora rimaneva impassibile a guardare la sabbia dorata della clessidra scendere inserobile ed avvicinarli sempre più al giorno della separazione.
ATTENZIONE: fiction con scene e pensieri crudi.
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Roronoa Zoro
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Epilogo AVVISO: questa storia è una sorta di prova. Voglio vedere fino a che punto riesco a spingermi, e sarà il trampolino di lancio per un’altra storia cruda. Quindi sono d’obbligo critiche e consigli per migliorare.
Avviso già che vi saranno almeno un paio di scene dure e i pensieri del personaggio principale potrebbero risultare in alcune situazioni troppo pesanti o, cattivi, se si può dire. Quindi avverto che la lettura, se siete troppo sensibili o puri, non è adatta a voi.
 
 
I personaggi di One Piece non sono miei ma di Oda, io li uso solo per puro diletto e puro piacere personale.
 
 
 
La Sabbia della Clessidra



Epilogo


“Sì, andiamo all’avventura.”
“Rufy,  non fare cose avventate…ma dove vai?”
Rufy urla, Nami lo sgrida.
Mi scappa un sorriso nonostante tutto. Credevo che mai più avrei vissuto queste scene, che mai più avrei potuto vedere tutti loro, insieme ancora una volta.
“Ehi, marimo.” Sanji. Scuoto appena il capo ma sorrido ancora, mi suona strano dirlo, ma mi è mancato anche lui. L’unico che in tutta questa storia ha cercato, anche se con metodi poco ortodossi e che a me non dispiacciono, di dare una mano nel suo piccolo.
“Che vuoi sopracciglio a ricciolo?” Litigare è il mio motto del giorno, una bella scazzottata come ai bei vecchi tempi. Ma non mi da corda.
Mi fissa così intensamente da crearmi disagio.
Da quando siamo tornati a solcare il mare, tre settimane ormai, lo trovo spesso a scrutare pensieroso il nulla davanti a lui, come se ci fosse qualcosa che lo assilla. Nami dice che non è niente, o che forse ha qualche perplessità su noi due.
Quando Rufy ha raccattato anche il cuoco si è lasciato sfuggire dove avevo vissuto per tutto quel periodo.
Non credo sia stata un buona idea, ma ho molto apprezzato la scazzottata che ne è seguita.
“No, nulla…” E se ne va lasciandomi come un ebete, fermo a fissarlo andare via.
“Zoro.”
Mi volto e la vedo. Dietro a lei Rufy è steso a terra, probabilmente Nami lo ha fermato a modo suo. Sorrido ancora ed aspetto che si avvicini.
“Problemi?” Me lo chiede con un sorriso. A quanto pare non le è sfuggita la breve conversazione avuta col cuoco. Nego col capo e torno a fissare la figura del biondo, troppo impegnato ad adulare Robin per accorgersi di noi.
Mi sbaglio.
Lo vedo voltarsi appena verso di noi, ma è una cosa veloce, troppo forse. Eppure mi è sembrato di averlo visto sorridere.
Nami mi supera ed io mi ritrovo a seguirla.
 “Nami-san!” Ed eccolo, occhi a cuore e le sue frasi smielate. Sanji torna se stesso in pochi secondi, come se niente fosse si prodiga in un inchino con baciamano, cosa che non gli riesce. Nami si scosta e si affianca a Robin per poi proseguire dirette verso qualche locanda ed io fisso il cuoco ancora seduto a terra.
“Sei una grandissima testa di cazzo.” Ha ragione. Si accende una delle sue amate sigarette e io rimango in silenzio per poi offrirgli la mano per rialzarsi. “Si doveva arrivare a questo punto per farti entrare un po’ di segatura in quella testa bacata.”
Lo mollo di colpo facendolo tornare col sedere a terra.
“Stupido marimo!”
“Urli come una ragazzina.” Ghigno e gli volto le spalle seguendo il gruppo che ormai dista qualche metro da noi.
Sanji mi raggiunge ma la battaglia è rimandata, almeno per il momento.
Nami rallenta un po’ l’andatura ed io mi affianco, come se fosse casuale, come se fosse una cosa normale. Gli altri non ci fanno caso, continuano a camminare parlando di questo nostro nuovo viaggio. La meta? Non lo so, ma poco mi interessa.
La mia clessidra si è capovolta e la sabbia scende lenta ed inesorabile.
Ma va bene così, finchè sono con loro.





Fine



Angololetto:

Finish!!!!!!!!!!!!
Allora, il capitolo non mi piace, ma va bene così. Forse se avessi scritto qualcosa di diverso sarebbe suonato peggio quindi tengo questo finale. Per la gioia di qualcuno, non faccio nomi, potrebbero esserci delle one-shot ricollegabili ai periodi in cui non viene raccontato nulla, ma non assicuro nulla.

Ringrazio tutte/i coloro che l’hanno seguita, sopportando le mie sclerate mentali, chi ha recensito ed aggiunto tra le varie opzioni e anche chi ha solamente letto.

Per ultimo, ma non perché meno importante:
questo capitolo è dedicato a Rolo, che mi sopporta, fa pubblicità occulta, e mi sostiene nonostante ci abbia messo anni per finire sta cosa :)

GRAZIE ROLO!!!!!!!!!!!!!!!
   
 
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