Finalmente aveva raggiunto il castello. Completamente zuppa, aveva cominciato a dirigersi verso il suo dormitorio, lasciando dietro di se una scia di goccioline che sicuramente Gazza non avrebbe gradito.
Stringeva ancora a se il felino, che fortunatamente era rimasto quasi del tutto asciutto.
Mentre attraversava un corridoio dell’ala est, udì un rumore.
Non aveva ancora registrato cosa stesse per accadere che la sua mente già le ordinava di nascondersi dietro l’arazzo di Ork il Troll, dove ricordava ci fosse un varco nel muro, che probabilmente veniva utilizzato ai tempi dei fondatori di Hogwarts. Questa era una di quelle numerose volte in cui si elogiava per aver quasi imparato a memoria “storia di Hogwarts”.
Tramite un foro dell’arazzo, forse opera delle tarme, ebbe la possibilità di vedere chi fosse l’artefice del rumore che l’aveva indotta a rifugiarsi dietro un telo vecchio e polveroso per non incappare in una nuova punizione. Una sola parola: Dobby.
Un po’ rincuorata, uscì dal suo nascondiglio, e appurato che Dobby non l’avrebbe mai consegnata al “nemico”, anzi avrebbe fatto di tutto pur di aiutarla, domandò gentilmente all’elfo se per lui non fosse stato un problema darle una mano:- non dovrei disturbarti, ma…non è che saresti in grado da procurarmi delle medicazioni?- Questo le rispose:- Dobby è felice se può aiutare signorina. Signorina è amica di Harry Potter, e tutti amici di Harry Potter sono anche amici di Dobby. Dobby è più che lieto di aiutarla.-
Hermione a queste parole spiegò:- scusami se ti arreco disturbo, ma necessito di bende, tamponi e disinfettante, e da sola non avrei modo di procurarmeli. Se non ti è di troppo disturbo, potresti portarmeli in camera?-
-Dobby torna prima che può- aggiunse in risposta l’elfo che era più che felice di collaborare –Dobby porta ciò che lei a chiesto in fretta.- -Ah, un’ultima cosa,- aggiunse la ragazza –fa il più piano possibile, altrimenti si potrebbero svegliare Calì e Lavanda, e, data la loro tendenza a spiattellare i segreti e i fatti altrui, preferirei che non venissero a conoscenza di questa storia.-
L’elfo, senza replicare, si diresse spedito verso l’infermeria e, prima che Hermione potesse far niente, era già scomparso svoltando l’angolo.
Così, l’unica cosa che potè fare, fu tornarsene verso il dormitorio mettendo in allerta tutti i sensi per evitare di incappare in qualche spiacevole incontro.

Tirò un sospiro di sollievo mentre il quadro della signora Grassa le si chiudeva alle spalle. Ringraziò la dea bendata per non averla abbandonata. Si appoggiò alla parete e respirò a fondo.
Il gatto era ancora accoccolato tra le sue braccia, coperto dal pesante mantello di lana.
Lei si guardò attorno: non c’era nessuno in Sala, e ciò le fece capire che doveva essere discretamente tardi. Lentamente salì la scala a chiocciola che conduceva al dormitorio femminile, immersa nei suoi pensieri.
Preoccupata su come avrebbe fatto a medicare la creatura che teneva in braccio. Raggiunta la porta della sua stanza, abbassò con una lentezza quasi esasperante la maniglia ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle con delicatezza per non far rumore. In men che non si dica fu già sul suo letto, dietro le pesanti tende di velluto rosso bordate d’oro.
Le medicazioni che aveva chiesto a Dobby erano già posate ai piedi del letto. Estrasse dal suo baule un libricino riguardante le medicazioni, regalatole il Natale precedente dall’Ordine, quando aveva confessato che stava realmente prendendo in considerazione l’idea di una carriera come Guaritrice, e trovò il capitolo dedicato alle ferite magiche e prima di passare a seguire le direttive del libro, gli disinfettò gli occhi e glieli bendò. Dopodichè, come consigliava il manuale, stese un unguento, che Dobby doveva aver trafugato dall’armadietto di Madama Chips, sulle ferite più profonde, che recavano tracce di sangue ancora fresco, e le fasciò scrupolosamente con le bende. Tutta l’operazione richiese circa mezz’ora, e al termine Hermione era esausta, però prima di addormentarsi versò un po’ di latte nella ciotola di Grattastinchi e l’avvicinò al gattino, che ne bevve avidamente.

“Era in un…non sapeva dove si trovasse, era tutto buio attorno a lei...poi, a un tratto, sentì due braccia possenti stringerla da dietro. Si voltò e lui era li, il suo volto era coperto da una maschera immacolata, ma i suoi occhi…oh…due pozze d’argento liquido. Cominciò a baciarla, scendendo pian piano lungo il collo a lasciarle una scia di dolci baci. I suoi capelli le solleticavano il volto e…e…e.." ETCIU’
Si svegliò di colpo e notò che la causa di quello starnuto era stato il nuovo arrivato: infatti il gatto le agitava la coda sotto il naso e se avesse continuato le sarebbe sicuramente venuto un altro starnuto. Ma…chi aveva sognato??? Era la prima volta che faceva un sogno del genere…mah…magari era colpa dello stress accumulato in quelle ultime ore…

Stava scendendo la scala a chiocciola su di un piede solo perchè con una mano tentava di infilare la scarpa all’altro piede. Harry e Ron, come di consueto, l’aspettavano in Sala Comune per scendere tutti insieme a colazione. –Herm, come mai cinque minuti di ritardo oggi?- sarcasticamente Harry aveva fatto notare alla ragazza che quella mattina era una delle rarissime volte in cui tardava. –Scusami Harry, solo che ieri non riuscivo a prendere sonno- aveva mentito spudoratamente ai suoi amici, ma d’altronde non poteva dire la verità sulla sera precedente. –Oh ciao Gin- esclamò il bel moretto guardando alle spalle di Hermione. Proprio in quel momento infatti una ancora assonnata Ginny stava scendendo le scale sbadigliando vistosamente e stropicciandosi gli occhi. In risposta al ragazzo la rossa pronunciò una sorta di grugnito che a quell’ora del mattino era più che comprensibile.

La Sala Grande, come ogni mattino a quell’ora, era quasi deserta, eccezione fatta per due o tre componenti per ogni casa. Il quartetto si accomodò al tavolo Grifondoro come di norma faceva e iniziò a chiacchierare animatamente come al solito.
Forse, pensò Hermione, sorvolando sullo strano sogno della notte appena trascorsa, quella giornata stava iniziando davvero bene.


Scusate per il ritardo ç_ç so che avevo promesso di postare al max lunedì, ma il mio pc aveva deciso di fare i capricci e così ho dovuto scrivere la storia con la macchina da scrivere e poi, sistemato il pc, ho potuto ricopiarla ^^". Questo chap mi è venuto un pò monotono e anche un p cortino...però ho allentato un pò il ritmo, xkè è ancora presto per svelare i segreti riguardanti il gatto.
E ora, passiamo ai ringraziamenti
Dk86: ti ringrazio per il parere ^^ mi ha fatto piacere riceveree sia complimenti che consigli sui difettucci, ti ringrazio anche per la proposta di beta-reader, anche se adesso riesco a tenere il ritmo di scrittura e revisione della storia magari più avanti (dato che domani inizio la scuola e sarà anche più lento il ritmo con cui posto)potrebbe servirmi un aiuto ^^
Madoka91 ringraziò anche te per il commento positivo, anche perchè senza persone come te che mi stanno sostenendo a continuare a scrivere, forse mi sarei un pò abbattuta (eh si...sn fatta così ^^")grazie 1000 per il commento ^^

Un grazie di cuore anche a chi legge ma non posta.

P.S.
continuate a lasciarmi commentini se vi va ^^

Dk86:riguardo a ciò che mi hai detto su qst chap, devo essere sincera, sulla copia scritta a macchina descrivevo come mai lei possedesse il libro, ma poi riscrivendola al pc ero indecisa se scriverla o meno e ho optatò il no...mentre x qnt riguarda i libri harmony, nella versione a macchina non compariva affatto. cmq ho seguito i tuoi consigli e ho ripostato. grz d nuovo x i commenti ^^