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Autore: Shannara_810    15/09/2005    4 recensioni
La verità dietro il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy.(Nuova versione. è iniziata la revisione di questa fic. alcuni cap saranno semplicemente ritoccati ad altri aggiunte nuove sezioni e tante altre emozioni. Via via che modoficherò i cap li indicherò accanto al loro titolo. Date uno sguardo alle modifiche e buona lettura)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Truth Behind His Frozen Hearth

The Truth Behind His Frozen Hearth

Parte I: Il segreto di Draco

Capitolo 17: The Only thing I Know is... I love you, 2parte

Fu come se d'improvviso cielo e terra non fossero più. Quel vago, sottile confine che divideva il cumulo di nuvole tetre dalle forme vaghe e sinistre che lo circondavano si era dissolto in una distesa nebbiosa, che lasciava nel cuore un peso più oscuro, più cattivo, più malvagio.

La pietra magica aveva preso a pulsare quasi avesse avuto una volontà propria. Possibile che si alimentasse del suo rancore? Sorrise a questa eventualità. Bene... la sua vendetta, allora, avrebbe avuto un sapore ancora più dolce se anche le forze della natura fossero state dalla sua parte. Oh, sì... nessuno avrebbe avuto il coraggio di schierarsi insieme a quello sporco Mangiamorte ed Hermione sarebbe stata libera dal maleficio a cui quel bastardo l'aveva costretta... sì...

Ignorava  che la pietra, che fosse stata davvero viva o no, era stata forgiata con un unico obiettivo: richiamare quelle tenebre che nessuna insignificante creatura come quel miserabile essere umano che l'impugnava, pieno di rancore maligno, avrebbe potuto controllare. Ciò che credeva poter dominare lo aveva ridotto all'essere un pallido strumento.

Silenzio... innaturale, spaventoso, mortale... In quella notte oscura non s'udivano rumori. Tutti gli animali della Foresta Proibita erano scomparsi, nascosti nei loro rifugi, lontani dalla malvagità che quel ragazzo stava diffondendo nell'aria circostante, impregnandola come un lezzo oleoso che penetrava nei polmoni e soffocava lentamente mentre gli occhi si sbarravano per il terrore e l'alito della morte sul collo diveniva un qualcosa di sempre più tangibile.

D'improvviso quella calma tanto insolita quanto funesta fu spezzata: lo spazio di fronte a lui si squarciò, rivelando una specie di tunnel luminoso fatto d'acqua e luce. Gorgogliava come un torrente impazzito... Eppure, nonostante fosse accecato dalla gelosia che lo stava lentamente corrompendo, persino la sua coscienza distorta non poté sottrarsi alla mera realtà: aveva condotto il male puro.

Un vento malefico prese a soffiare da quel tunnel, un vento impetuoso, dalla forza immane che scaraventò il ragazzo contro la quercia secolare che delimitava la piccola radura. Ron tentò di farsi scudo con il braccio ma l'aria immonda che lo circondava gli sferzava sul viso come una frusta indemoniata.

Una figura prese ad avanzare lentamente. Alta, incappucciata, completamente vestita di nero. Quello poteva benissimo essere il diavolo in persona ed, addirittura, pareva che le stesse tenebre fuggissero al suo passaggio...

Lui era giunto.

"Dov'è il ragazzo?" Intimò la figura incappucciata con un sibilo, che presto si tramutò in un urlo roco e carico d'odio.

"Alla festa. S-sta b-ballando con la Granger. Là n-nella sala Grande". Balbettò il giovane Grifondoro mentre il sangue nelle vene gli si era gelato. Ammaccato e impaurito Ron si era inginocchiato innanzi all'Ombra nera. Il maestro era un uomo temibile e spietato.

"Bene". Il suo volto era nascosto dal folto cappuccio del pesante mantello che lo ricopriva ma una cosa era visibile: occhi freddi, crudeli vendicativi. Weasley sentì che la sua linfa vitale veniva trascinata via. Prima che potesse anche solo reagire, un calcio improvviso lo colpì alla bocca dello stomaco, facendolo nuovamente piombare al suolo. "Ora vattene, sparisci dalla mia vista, sudicio piccolo traditore. La tua presenza mi disgusta!" Quel sibilo velenoso divenne un sussurro strisciante.

"Ma maestro..."

"Non vorrai di certo che i tuoi piccoli amichetti Grifondoro scoprano la feccia che si cela dietro il loro inseparabile cagnolino, vero?". Gli sussurrò con voce melliflua, afferrandolo per la nuca, i suoi occhi gelidi che gli perforavano il cervello. "Non penso che la tua piccola mezzosangue sarà molto felice di sapere che sei tu il responsabile di tutte le sue pene... non è così... NON è COSì?!"

Ron annuì quasi impercettibilmente. Voltandosi e barcollando iniziò a correre verso il castello, sulle sue gambe malferme, mentre una risata sinistra risuonava nell'aria circostante.

"A noi due... figlio mio". Sibilò la figura ammantata carica d'odio. Lucius Malfoy era tornato, pronto a riprendere il suo posto al fianco del grande Voldemort e a conquistare tutto il Mondo Magico grazie all'arma più potente e spietata che questo avesse mai visto: Draco...

******

Il lettore CD sparava a tutto volume una miagolante musica di violini. Dovete cercare di aprirvi verso le altre culture aveva continuato a ripetere il preside durante l'allestimento della festa così Draco ed Hermione avevano cercato di accogliere questo suo suggerimento in modo proficuo e sì, anche divertente. Peccato che il risultato era stato un qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato: quella... quella musica... La peggiore dell'intero universo... la quadriglia! Orrore! Stranamente, però, uno dei balli preferiti di Silente.

Le luci dell'aula sembravano accecanti, a confronto del grigio plumbeo dell'esterno. Le nuvole ora avevano preso ad ammassarsi quasi si preparassero al diluvio universale... il vento sibilava sinistro. Eppure i ragazzi continuavano a danzare ignari del pericolo incombente.

Il professor Piton se ne stava in disparte, con quell'aria di sadico compiacimento che hanno a volte gli insegnanti quando sanno di triturare i nervi degli allievi.

"E ora promenade a sinistra! Inchinatevi al vostro partner, do-si-do!" Urlò la voce trapanante dell'istruttore stereofonico.

Harry eseguì la promenade, ossia camminò in tondo come un idiota ubriaco mentre Seamus e Dean si stavano letteralmente sganasciando dalle risate. Neville Paciock aveva pestato i piedi di Calì così tante volte che quest'ultima, sfinita, gli aveva mollato un ceffone in mezzo alla pista, andando a raggiungere sua sorella ai bordi della sala. Hagrid stava facendo roteare la McGranitt quasi fosse un fuscello senza peso.

E infine, la cosa più devastante di tutti. Il do-si-do. O, come diceva la voce strepitante sul CD, do-si-DOOOO!

"E questo lo chiami do-si-do?" Sghignazzò Ginny mentre Blaise le girava intorno saltellando all'indietro.

"Ah, non ci provare, bambolina! Giuro che se metto le mani su Draco lo ammazzo sul serio!". Bofonchiò lui, cercando con lo sguardo il Serpeverde biondo che sembrava scomparso insieme alla sua bella principessa.

"Non c'è. Lui e 'Mione non sono ancora rientrati!". Rispose la rossa a quella muta domanda ridendo ancora di più. "Credo che ora come ora abbiano ben altro a cui pensare!"

"Oh, di sicuro. Drak l'avrà di certo trascinata in qualche aula abbandonata per..."

Ma non riuscì a terminare la frase che il mondo intorno a lui prese a vorticare furiosamente. Un'emicrania improvvisa lo fulminò, tagliando qualsiasi legame che il giovane aveva con la realtà e gettandolo in una spirale di visioni e premonizioni che pareva senza fine.

"BLAISE!!!" L'urlo terrorizzato di Ginny fece piombare la sala nel silenzio. Il giovane Serpeverde era steso al suolo in preda a forti convulsioni, le sue pupille completamente dissolte in un candore sovrannaturale.

Albus Silente si fece strada tra la folla esterrefatta chinandosi al fianco del giovane dagli occhi d'ametista.

"Presto chiamate Poppy!" Tuonò in quel silenzio gelido ma nessuno parve ascoltare veramente quelle sue parole. La paura li aveva come paralizzati.

L'anziano preside sollevò il ragazzo quasi fosse una piuma senza peso mentre i suoi studenti s'accalcavano gli uni sugli altri per permettergli il passaggio verso l'infermeria deserta.

******

Hermione e Draco abbracciati sulla terrazza mentre candidi fiocchi di neve facevano loro da sfondo in una tenera cornice...

Sanguam ex Dominus

Fu come un flash improvviso, una radura immersa nella tempesta e e una roca voce graffiante, come gelidi artigli metallici sulla superficie levigata di una pietra tombale...

Sanguam ex Servus

Una ragazza accasciata al suolo priva di sensi. Un'ombra oscura dagli occhi gelidi e malvagi con una bacchetta puntata verso la fanciulla...

Sanguam ex dominus. Sanguam ex servus.

Una luce abbagliante che circondava un ragazzo dai capelli color dell'oro. Una luce abbagliante che si tramutava in una gigantesca fiammata nera, lo stesso colore della lama della spada che il ragazzo impugnava. Occhi come il mercurio... occhi come il sangue dei vinti...

Semper fidelis cum pater et filius

Un urlo nella bufera, un'anima perduta per sempre... NOOOOOOOOO!!!

Poi solo il silenzio del nulla.

******

"NO! Quasi avesse voluto afferrare qualcosa di invisibile Blaise Zabini s'alzò a sedere di colpo sul piccolo letto dell'infermeria coperto di lenzuola bianche. Silente era accorso immediatamente al suo fianco.

"Dobbiamo fare presto" Cercò di divincolarsi, ma la stretta del preside era molto più resistente della forza che il suo fisico già provato poteva opporre. Si sentiva stremato, non aveva idea per quanto tempo era rimasto privo di sensi ma sapeva che ne stavano già sprecando troppo.

"Si calmi, signor Zabini". Madama Chips gli si stava avvicinando con in mano quella che sembrava una boccetta di pozione soporifera ma il giovane fu più svelto. "Ha avuto solo un piccolo malore, ha semplicemente bisogno di riposare!".

"Non si avvicini Madama Chips". Ringhiò e per un breve istante i suoi occhi d'ametista scintillarono minacciosi. "Ora non ho tempo per le sue porcherie!"

"Signor Zabini!" Lo rimproverò la McGranitt. Bene! Ci si metteva anche lei.

Lo sguardo di Blaise vagò da Lupin a Piton per poi soffermarsi spaurito su quello gentile del preside.

"Professore, Lucius Malfoy è qui a Hogwarts". Tentò di ricordare tutto quello che aveva visto ma le visioni sembravano sfuggire alla sua mente come la neve che si scioglie al sole. "Ha preso Draco ed Hermione e li ha portati da qualche parte nella Foresta Proibita. Professore, Lucius è qui per riprendersi il mio amico e se ci riesce non credo che potremmo salvarlo stavolta".

"Cosa?!" Per la prima volta il terrore che in questo momento stava attanagliando l'animo di Severus Piton si riversò anche sul suo volto sempre impassibile. "Lei come fa a saperlo Signor Zabini?"

Prima che il ragazzo potesse rispondere la porta dell'infermeria cigolò lentamente rivelando i volti preoccupati di Ginny Weasley e Harry Potter.

"Cosa ci fa qui, Potter?" Strepitò Madama Chips deviando nuovamente l'attenzione su fatti irrilevanti e Blaise capì che se voleva risolvere qualcosa avrebbe dovuto prendere lui stesso l'iniziativa.

Il ragazzo tentò a fatica di alzarsi ma le gambe non riuscirono a sostenerlo a lungo. Silente lo afferrò appena in tempo, poco prima che cadesse rovinosamente al suolo. Ginny gli si avvicinò e l'aiuto a rimettersi a sedere.

"Potter" Si rivolse la Bambino Sopravvissuto con voce rauca. "Non avverti niente di anomalo? Non ti senti diverso?" Lo scrutò notando lo strano senso di disagio del Grifondoro.

"Mi sento strano". Gli occhi di Harry erano catturati da quelli di Blaise. "Uno strano terrore mi attanaglia lo stomaco dall'inizio della festa ma non riesco a comprenderlo. Non so nemmeno se sia paura ma è come se sentissi che una parte di me è in pericolo".

"Le basta come prova, professor Piton?". Ribatté velenoso Zabini. "Se anche Potter lo ha avvertito, ora sa che quello che le sto dicendo è vero! Visto che abbiamo finito con la nostra chiacchierata, se non le spiace, ho due amici da salvare. Mentre stiamo qui a fare conversazione, Draco ed Hermione sono nei guai seri, e non credo che il nostro eroe qui presente abbia molte speranze contro Voldemort e un Dark Warrior nel pieno dei loro poteri!" Finì, acido.

"Draco ed Hermione?" Ginny si portò una mano alle labbra, un grido di orrore muto nella sua bocca.

D'improvviso fu come se qualcuno gli stesse strappando il cuore dal petto. Harry cadde in ginocchio, un dolore lancinante che lo trapassava da parte a parte.

"Harry!" Subito Remus gli fu accanto tentando lentamente di farlo alzare mentre il volto di Blaise si fece ancora più pallido.

"Oh, no!" Sussurrò. "è già cominciato".

"Cosa, Blaise?" Lo incoraggiò il preside.

"Lucius Malfoy si sta riprendendo l'anima di Draco". Rispose quasi stesse parlando con se stesso.

"Voglio la verità una volta per tutte, Zabini!" Tuonò il Piton, spaventando per questa sua irruenza mai vista tutti i presenti, quasi che la sua stessa paura rendesse il pericolo più reale, più vero. "Come diavolo fa a sapere tutto questo?!"

"PERCHé SONO IL LEGATUS OBSCURUS!" la voce del giovane dallo sguardo d'ametista risuonò in quella stanza come uno dei tuoni che, squarciando il cielo, stavano diradando la neve per lasciar posto all'imminente tempesta. "MIO DOVERE è SERVIRE IL DARK WARRIOR FINO ALLA FINE DEI MIEI GIORNI. IL MIO BRACCIO CON IL SUO, LA MIA SPADA CON LA SUA, LA MIA VITA PER LA SUA. ORA E PER SEMPRE!"

"Il patto di Fratellanza". Silente sentì le sue teorie farsi sempre più concrete. Aveva sospettato che quel giovane Serpeverde avesse sempre avuto un che di anomalo ma non l'aveva mai realmente legato alla figura del giovane Black. I Legatus potevano essere considerati i bracci destri dei due guerrieri leggendari. Più figure di consiglio e supporto che combattenti, non facevano mai la loro comparsa se non in presenza del loro protetto, a cui potevano scegliere di obbedire o meno se questi avesse ottenuto il loro rispetto. Si cercavano e si trovavano come spiriti affini ma era sempre il Legatus a stabilire la vera forza del Warrior, a vederne l'animo. E una volta che questo avveniva il legame tra Warrior e Legatus diventava inscindibile. Blaise Zabini era il custode di Draco Black e, il capo dell'Ordine della Fenice dovette ammettere, aveva una certa idea su chi fosse il guardiano di Harry.

"Ho avuto una premonizione su quello che stava per accadere". Continuò e solo allora si accorse che le sue mani avevano preso a tremare. "Ma quell'idiota di Draco ha deciso di cavarsela da solo perché è convinto che Lucius sia una sua responsabilità. Il signor Malfoy vuole usare la vita di Hermione come merce di scambio". Stavolta fu Blaise a dover cedere agli occhi sereni ma forti di Albus Silente. "E Draco non potrà tirarsi indietro. L'ama troppo. E questo è tanto la sua forza quanto la sua debolezza, perché ora come ora non riuscirebbe a uscire vivo da uno scontro diretto!"

Il ragazzo si accasciò a sedere sul letto il viso madido di sudore.

"Severus" Silente si voltò verso il professore di Pozioni con una nuova risolutezza nello sguardo. "Avverti Hagrid, dobbiamo sbrigarci! Non lasceremo Draco solo a se stesso. Non questa volta".

"Vengo anch'io". Harry Potter, seguito da Mooney, si piazzò proprio davanti a loro. Non l'avrebbero tenuto lontano da questa battaglia, non da questa. Al diavolo la sicurezza: la sua migliore amica e suo fratello venivano prima della vita del Bambino Sopravvissuto.

"Ma Signor Potter, nelle sue condizioni..." tentò di intervenire la McGranitt ma il ragazzo non l'ascoltò.

"Quel bastardo di Lucius Malfoy s'è già preso Sirius. Non gli permetterò di portarmi via anche mio fratello ed Hermione". Sibilò furente.

"Allora vi servirà il mio aiuto". Blaise s'alzò e guardò Harry con sguardo di sfida. C'era dentro anche lui e non sarebbe rimasto indietro. Il tempo di restare nell'ombra era finito."Sono l'unico che può portarvi a loro e non parteciperete a questa caccia senza di me!"

Il Grifondoro annuì: avevano bisogno di tutto l'aiuto possibile. Ma una domanda continuava rodergli il cervello. Un sospetto che non era ancora pronto ad ammettere, ma che in cuor suo sapeva essere fondato. "Come ha fatto Lucius ad arrivare ad Hogwarts?" Borbottò tra sé.

"Un leone ha tradito, Potter. Un leone ha tradito..." Bisbigliò Blaise, incamminandosi dietro di lui.

******

"Ron!" Finalmente lo aveva trovato. Se ne stava seduto in un angolo della Sala Grande e le parve quasi impossibile non averlo visto prima. Lavanda aveva iniziato davvero a preoccuparsi, soprattutto dopo il malore di Zabini. Meno male. Sembrava che Ron stesse bene. "Ma dove sei stato? Ero in pensiero!"

Lo abbracciò felice mentre un sorriso maligno si dipingeva sul viso del rosso. "Ora andrà tutto bene, Lav, non temere. Ora non potrà che andare tutto bene..." Fu la sua enigmatica risposta.

******

"Ah!" Draco s'alzo lentamente, la testa che gli doleva forte, quasi si stesse riprendendo dai postumi di una sbornia colossale. Il suo corpo era ricoperto da un sottile strato di neve ma non riusciva a capire dove si trovasse. Tutto intorno a lui v'erano solo alberi, fitti, fitti, posti l'uno accanto all'altro ramificati quasi fossero una barriera impenetrabile.

Si sentiva le membra intorpidite e la brina che impregnava l'erba sulla quale era disteso aveva reso la sua carnagione ancora più bianca, quasi traslucida. Non riusciva a capire dove si trovasse.

"Hermione!" Questo fu il suo primo pensiero e subito si voltò verso la ragazza al suo fianco. Le pose due dita al collo per ascoltarne il battito. Meno male, era forte. Doveva aver solo perso i sensi. Ma dovevano cercare un riparo. Non avrebbero resistito molto al gelo, soprattutto in mezzo alla Foresta piena di animali feroci. La sollevò lentamente mettendola a sedere contro la robusta corteccia di una vecchia quercia, un pò al riparo dal vento gelido che gli stava trapassando le ossa e coprendola con il suo mantello.

"Ma bene!" Conosceva quella voce, quella voce che aveva tormentato i suoi giorni e le sue notti senza sosta. Il terrore di quel bambino che non era mai stato prese a salire in lui, prepotente, paralizzante ma sapeva che non doveva cedere. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo spaventato. Aveva Hermione a cui pensare.

Si voltò lentamente verso la figura incappucciata, preparandosi ad affrontarlo con quello stesso sorriso maligno che quell'ombra gli aveva insegnato.

"Non sei felice di rivedermi, figliolo?" Con un rapido gesto, Lucius Malfoy si abbassò il cappuccio rivelando il suo volto pieno d'odio mascherato da una falsa espressione affettuosa.

"Per niente, caro papà". Draco si rivolse a lui con lo stesso tono sarcastico. "Ma guarda". Il giovane Serpeverde si finse sorpreso. "Non sapevo che Azkaban concedesse delle vacanze premio. A cosa devo l'onore di questa visita?" Gli chiese sorridendo.

"Non essere stupido!" Malfoy sibilò velenoso. "Sai benissimo perché sono qui... il tuo Padrone ti aspetta, è giunto il momento di ritornare a casa!" Digrignò i denti mostrando canini affilati come le zanne di un cobra pronto ad attaccare.

"Beh, ti ringrazio tanto per il gentile invito, ma sai" Indicò Hermione con lo sguardo. "credo che tra il trascorrere il resto della mia vita fra le braccia di una bellezza del genere e l'essere costretto a servire uno sporco mostro completamente folle non ci sia molto da scegliere". D'un tratto il suo sorriso si spense rivelando un'espressione determinata e spietata al pari di quella del Mangiamorte. "Quindi riferisci al tuo caro mezzosangue questo messaggio: che vada al diavolo e ci resti una volta per tutte!"

"Come osi sciocco ragazzino!". Con uno scatto fulmineo della mano Lucius si preparò a colpire suo figlio ma questi fu ancora più veloce. Gli afferrò il polso, stringendolo finché una smorfia di dolore non si dipinse sul viso dell'uomo più anziano.

"Non sono più un bambino spaurito, papà". Lo afferrò per l'orlo del mantello e lo sollevò dal suolo, i suoi occhi mercuri illuminati da un fuoco di vendetta. "Ora ho un motivo per combattere!". Lo gettò al suolo ma il servo di Voldemort trovò la cosa quasi divertente.

"Ah, già l'amore..." Rise ricordando una frase simile che gli era stata detta tempo fa. "Sai anche tuo padre la pensava così... il tuo vero padre!". Ora erano nuovamente l'uno di fronte all'altro, la mente del giovane che vorticava furiosamente... Non sapeva cosa rispondere.

"Ma come, non dici niente?". Lucius parve trarre forza dal silenzio di quel ragazzo. "Ah, ma non hai ereditato solo la tua parlantina da quell'uomo, il tuo carattere sanguigno..." Lo schernì. "Hai anche gli stessi occhi, quegli occhi simili alla tempesta che avevano reso Sirius Black così famoso!".

"Il padrino di ..."

"Già, l'adorato padrino del tuo amichetto Potter". Lucius Malfoy non si curava di nascondere il profondo disprezzo e risentimento per quello che era stato il suo più grande rivale. "Il grande amore di Narcissa Black!" Rise. Spalancò le braccia come a voler abbracciare il cielo, girando su se stesso, in preda ad una euforia quasi folle. Per quanto odiasse ammetterlo sia lui che Sirius avevano amato Narcissa, anche se in modo diverso, entrambi l'avevano amata profondamente. Lucius era riuscita a possederla alla fine ma la sua era stata più che una vittoria, una sconfitta morale: aveva dovuto ricorrere alla magia per piegare lo spirito indomito di quella donna e anche in punto di morte, lei gli aveva mostrato tutto il suo disprezzo. "Non dirmi che Silente o il giovane Potter non te lo hanno mai confessato. C'è puro sangue Black nelle tue vene". Si piantò innanzi al Serpeverde afferrandogli il mento come a volerlo costringere ad accettare la mera realtà. "Peccato solo che tuo padre non vi ritenesse così importanti dall'essere salvati da me. Sul serio, tutti si fanno in quattro per lo sfortunato Bambino Sopravvissuto ma a nessuno importa di te!".

Draco voltò il capo di scatto, abbassando lo sguardo. Come poteva controbattere qualcosa che infondo a se stesso riteneva vero. Quella piccola vocina che gli sussurrava di essere sempre messo in secondo piano, abbandonato a se stesso, non aveva smesso un attimo di continuare a sussurrargli che, infondo, le parole del mangiamorte erano vere. Se Sirius Black era davvero suo padre, se quello che Lucius gli aveva detto corrispondeva alla realtà, era stato nuovamente abbandonato, stavolta anche dal suo stesso sangue.

"Come faccio a sapere che non stai mentendo?"

"Già, come fai a sapere che non sto mentendo?" Lucius finse di soppesare quella domanda, aumentando in tal modo la furia che stava crescendo nell'animo del ragazzo. "Bella domanda. Magari il gramo che hai sulla spalla può essere la risposta che cerchi. Non ti sei mai domandato perché mi accanivo tanto contro quel segno?"

Draco colpì quel bracco che lo teneva fermo e gli sputò in faccia con tutto l'odio che per tanti anni si era covato dentro. Poteva dirgli quello che voleva: non sarebbe mai più riuscito a spezzarlo.

"Oh!" Un debole gemito portò la oro attenzione sulla giovane Grifondoro appoggiata alla grande quercia. Lentamente i suoi occhi dorati si aprirono rivelando un'espressione smarrita e confusa. "Draco?"

"Non muoverti, Mya" Indietreggiò lentamente verso di lei, tentando di farle da scudo con il suo corpo. Alla vista del Mangiamorte il corpo della ragazza s'irrigidì di colpo, quasi la sua paura l'avesse privata anche del respiro.

"é un piacere rivederla, signorina Granger. Spero che mio figlio le abbia tenuto buona compagnia in questi ultimi tempi".

Hermione s'alzò in piedi, avvicinandosi cautamente al giovane Serpeverde, intrecciando le sue dita con le proprie. "Non osare avvicinarti a lui, Lucius". Non le importava di non avere la bacchetta, nessuno gli avrebbe torto un capello finché il suo cuore avesse continuato a battere.

"E chi mi fermerà, tu?" Il ghigno di Malfoy si trasformò in un'espressione di pura malvagità. "Come potrebbe una sudicia, piccola mezzosangue intralciare i piani del grande Voldemort". Urlò mentre una fitta pioggia aveva preso a cadere, sempre più forte.

"Allora, Draco, pronto a veder morire la tua bella, proprio come la tua sporca mammina?". In un attimo Lucius estraesse la bacchetta e la puntò sulla ragazza indifesa. "Pugìo!"

Un fascio di luce bianca si diresse verso la Grifondoro distruggendo tutto quello che incontrava sul suo cammino, carbonizzando anche la terra. Hermione era paralizzata. Ma, prima che quel fascio luminoso la colpisse in pieno petto, Draco si gettò su di lei nello stesso istante in cui quel pugnale bianco andava a conficcarsi nella sua spalla.

"AHH!" Furono entrambi scaraventati contro un vecchio pino, il sangue del ragazzo che macchiava il suolo. Non aveva più fiato. Collassò contro la sua ragazza che lo accolse fra le sue braccia tremanti. Le sue lacrime andavano a mischiarsi con la pioggia battente ma 'Mione era totalmente estranea a tutto ciò che stava accadendo intorno a li. Vedeva solo Draco, il suo Draco dal viso sempre più pallido, il suo sangue che le macchiava il bel vestito e il suo respiro sempre più rauco.

"Draco". Balbettò, il cuore strappatole dal petto. "Perché! PERCHé!!!" Lo odiava, odiava quell'uomo corrotto ora più di prima. Come poteva fare questo al suo stesso figlio? A quel ragazzo così gentile che non chiedeva altro che un pò d'affetto."

"Stupido!" Sibilò il Mangiamorte, rivolto verso il ragazzo poi riportò la sua attenzione su Hermione. "Perché mi chiedi. Perché fino a quando quest'idiota non si deciderà a capire che non è altro che un'arma per l'ascensione del sommo Voldemort, avrà bisogno di qualcuno che gli ricordi qual è il suo posto!"

Lucius alzò nuovamente la bacchetta per eliminare una volta per tutte la mezzosangue Grifondoro ma nessuno dei due poteva immaginare cosa stava per accadere.

******

Era immerso nel buio, intorno a lui c'era solo il vuoto.

Non sentiva più il suo corpo. Era come se le sue membra stanche si fossero dissolte, come se si fosse totalmente staccato dal suo corpo terreno ed ora la sua mente vagava libera oppure dispersa in quell'immenso nulla. Era questa la morte?

Chi sei?

Una voce lo raggiunse, una voce che veniva da ogni luogo ma al tempo stesso da dentro di lui. Una voce che non era solo una voce ma era un'insieme di tanti cori, tante persone, uomini e donne, tante persone, anziani e bambini.

Chi sei? Ripeté.

"Draco". Non era sicuro di essere stato lui ad aver pronunciato quel nome. Era questo il suo nome?

Chi sei? Ripeté ancora.

"Draco Malfoy, vengo da Hogwarts".

Chi sei? Non era quella la risposta che la voce si aspettava di udire ma allora cosa doveva risponderle?

"Sono il Dark Warrior". Fu come un lampo che squarciò i suoi pensieri e d'improvviso sentì che le forze stavano tornando dentro di lui mentre il suo corpo prendeva forma lentamente, tornando a nuova vita in quello spazio senza tempo.

Il Dark Warrior? C'era riso unito a quella frase, riso misto a curiosità. Se sei qui devi essere stato ferito in uno scontro...bene, bene. Dimmi, allora, per cosa combatte il Dark Warrior? Per la fama, la gloria, il Bene Supremo? Per cosa combatti?

"Per Hermione". Draco rispose sinceramente. "Io combatto solo per Hermione".

Ah, per Hermione... E chi è questa Hermione? Quella voce parve mutarsi, divenendo più giovane, femminile ma al tempo stesso più severa e sarcastica. è un nuovo potere, Hermione?

"No, è la donna che amo".

L'amore. Combatti per amore. Per un attimo, la voce misteriosa fu inghiottita dal silenzio e Draco si sentì improvvisamente solo. E lei ti ama?

"Non me l'ha mai detto ma anche se non fosse così, non cambierebbe niente. Darei la mia vita per lei".

Perché? Perché gettare così la tua vita se poi non puoi goderne i frutti? Cosa ne ricavi?

"Ho fatto la cosa giusta, anche se lei non mi ricambia per colpa del male che c'è dentro di me. Per colpa della tenebre che albergano nel mio cuore".

Le tenebre? Tu credi di essere malvagio?

"I miei poteri sono oscuri". Ammise il giovane. "Quindi io sono malvagio, vero?"

Una risata riempì l'aria, una risata argentina, liberatoria. Ma davvero? Crucio, ma come siamo moralisti. Ti hanno inculcato la favoletta dei buoni e dei cattivi proprio bene. Ascolta, allora, giovane amico. Non esiste il bene perfetto come non esiste il male perfetto. Non è importante come tu venga al mondo, quale sia l'origine della tua magia. La cosa che conta davvero è cosa ne fai di quella vita. Vivila per te stesso, senza avere rimpianti. Fece una pausa. Vivi a modo tuo.

"Perché mi dici questo? Chi sei tu?" Chiese il Serpeverde curioso. Chi era quella voce che gli stava restituendo l'energia per proteggere Hermione.

Sono ciò che un tempo eri e che un giorno tornerai ad essere. Sono quella parte dite nata agli albori del mondo. Sono giunta qui per capire.

"Capire cosa?"

Capire se eri forte a sufficienza per portare la Luce nelle Tenebre, giovane discendente.

Una varco si spalancò in quel vuoto assoluto e Draco fu trascinato dentro di esso, riportato al dolore, riportato alla vita. Aveva una missione da assolvere.

"No aspetta..." ma era troppo tardi, quel mondo sospeso era già lontano. Solo un'eco evanescente poté ancora avvertire.

Buona fortuna, mio giovane discendente. Ci rivedremo presto.

******

Il corpo di Draco fu avvolto da una fiamma oscura che lo sollevò a mezz'aria mentre i suoi occhi mercuri si spalancarono sul mondo circostante. Sia Hermione che Lucius erano rimasti sbalorditi di fronte a quella trasformazione ma erano quasi immobilizzati da una forza sconosciuta, che li incatenava senza possibilità di fuga.

Il giovane avvertì se stesso cambiare. I suoi muscoli si fecero più forti, la sua pelle più resistente, la sua ferita scomparsa come se non ci fosse mai stata. I capelli crebbero fin quasi all'altezza delle spalle, divenendo ancora più biondi quasi fossero raggi di luce.

Gli occhi... gli occhi... si strinsero, più cattivi, più spietati e strani simboli comparvero sulle sue guance simili a quelli di un demone venuto dall'inferno. Un demone con canini affilati, quasi fossero piccole zanne.

Il bel vestito di velluto che aveva indossato alla festa si tramutò in uno strano soprabito in pelle nera, che rivelava una maglia a collo alto dello stesso colore, così come un paio di stretti pantaloni scuri. D'ebano come quella gemma che aveva preso a risplendere sul dorso della sua mano sinistra, emanando un bagliore sinistro.

Quel nuovo essere discese lentamente al suolo andandosi a parare proprio dinanzi ad Hermione. Per un attimo posò il suo sguardo sul quello terrificato di lei ed esso sembrò addolcirsi. Poi si voltò lentamente verso Lucius e e tutto l'odio che aveva fino ad allora aveva provato tornò in tutta la sua capacità distruttiva. Si sentiva potente, si sentiva indistruttibile.

Lo avrebbe eliminato. Scuoiato e lasciato in pasto ai vermi e ai ratti come quel mostro aveva fatto con sua madre. Avrebbe urlato dal dolore e implorato il suo perdono ma lui avrebbe continuato a colpirlo. Sarebbe morto lentamente perché non la meritava, non meritava la liberazione di una fine rapida.

Avrebbe rimpianto di essere venuto al mondo!

Il Mangiamorte tremava visibilmente. Era perfettamente chiaro che non aveva la minima possibilità battersi contro quell'essere e vincere. Bastava l'aura che vorticava furiosamente intorno a loro, attraverso la pioggia battente, a fargli capire che questo non era più il Draco che era sempre riuscito ad assoggettare. La paura lo stava divorando.

Non dimenticare perché combatti. Quella voce era tornata. Non dimenticarla. Non dimenticarti di Hermione oppure ti perderai. Ricorda il tuo nome. Ricordati di Draco.

Draco? Chi era Draco?Draco era un debole, un essere insignificante, un vinto. Lui era il Dark Warrior, lui era potere. Ma qualcosa nel suo spirito continuava ad agitarsi. Qualcuno che si indeboliva sempre più ma che continuava a strepitare nonostante stesse scomparendo.

Mya... Mya... Ti amo, Mya... Ho bisogno di te, abbiamo bisogno di te... è per lei che stiamo combattendo, per Mya.

Mya... quel nome lo travolse con una marea di ricordi ed emozioni a cui non poteva restare indifferente. Ma quelle sensazioni lo rendevano più forte si accorse. Gli davano energia, potenza. Gli davano... speranza.

"Mya, chiudi gli occhi". La sua voce la raggiunse e per un istante Hermione rivide in quell'uomo sconosciuto un frammento del ragazzo di cui si era innamorata. Chiuse gli occhi e aspettò, una mano stretta al suo soprabito.

Conosci le parole, Dark Warrior...

"FULGOR!" Tuonò mentre una luce abbagliante colpì in pieno Lucius, rischiarando quella notte tetra con la forza di mille soli. Malfoy fu scaraventato contro una roccia mentre con le mani si reggeva gli occhi, accecato, e le sue urla di dolore si alzavano verso il cielo come il latrato di un animale.

Rapido, il Dark Warrior abbracciò Hermione e si dissolse nella notte, non lasciando dietro di sé alcuna traccia.

******

"Maledizione!" Harry Potter batté i suoi pugni contro un muro invisibile che lo separava da Hermione e Draco. Intorno alla Foresta Proibita era stata innalzata una barriera magica che impediva a chiunque l'accesso. Gli insegnanti stavano cercando di abbatterla ma era tutto inutile. Nemmeno la magia di Silente era riuscita a scalfirla.

"Harry". Remus gli posò una mano sulla spalla, capendo in pieno la frustrazione del ragazzo. Il Grifondoro tornò a sedersi accanto a lui su un vecchio tronco, nascondendo il viso tra le mani.

"Me lo sentivo, dannazione. Me lo sentivo che c'era qualcosa di strano ma ho fatto finta di niente. Che stupido!"

"Non fare così, Harry. Riusciremo a salvarli, non temere." Non sembrava che però Mooney ci credesse molto in quello che aveva detto e Harry lo sentiva.

"Come faccio a non preoccuparmi, Mooney! Sono la dentro, chissà dove e per lo più disarmati! E non non possiamo entrare! Non posso perderli, Remus, non posso".

"Draco la protegge Hermione. Ci pensa lui alla nostra piccolina". Hagrid tossicchiò come un rombo di tuono quasi a nascondere quello che aveva appena detto. Arrossì sotto la sua folta barba e questo strappò un tenue sorriso ai presenti.

"Draco?". Chiese il Bambino sopravvissuto.

"Il furetto è simpatico, se lo conosci meglio". Il mezzo-gigante voltò loro le spalle, chiaramente imbarazzato in quella situazione. "A Thor gli piace, gli fa sempre le feste!".

Una luce sfolgorante squarciò l'aria, il pericolo sempre più vicino.

"Albus..."

"Lo so, Severus, dobbiamo fare presto". Il vecchio preside riprese a formulare i suoi antichi anatemi, sperando di cuore di arrivare in tempo.

******

"Draco". Si erano ritrovati in una specie di tana, o di piccola caverna, coperta di erba secca e muschio, molto lontani dalla radura in cui avevano incontrato il Mangiamorte. Hermione non capiva come erano giunti lì ma non volle fare domande. Si era raggomitolata in un angolo della grotta, lo sguardo fisso su giovane che nei pressi della minuscola entrata, posta quasi in alto rispetto al suolo, osservava la pioggia cadere.

"C'è una barriera intorno alla Foresta. Non sono riuscito a trasportarci a scuola, ma ci siamo vicini". Le dava le spalle, la sua voce quasi assente, ma sopra ogni cosa fredda come il ghiaccio perenne.

Un'espressione di dolore profondo gli attraversò il viso, facendogli portare immediatamente una mano alla spalla che era stata ferita. Quando la ritrasse era sporca di sangue. Nuovamente fu avvolto dalle fiamme e al posto del Warrior oscuro rimase solo il biondo Draco.

Il dolore tornò ad affacciarsi più forte che mai e le ginocchia gli cedettero. In un attimo, 'Mione era accanto a lui, prendendolo tra le braccia e poggiandolo delicatamente accanto ad una parete della tana. Erano bagnati fradici.

"Cosa è successo, Draco?". Gli chiese dolcemente. Si strappò un lembo del vestito, facendone bende di fortuna. Delicatamente l'aiutò a togliersi la giacca zuppa, medicandogli la profonda ferita come poteva.

"Non lo so". Era poco più di un sussurro il suo, la forza nuovamente strappatagli contro la sua volontà. Non era rimasto nulla di quella trasformazione se non la gemma sulla sua mano, che però aveva smesso di brillare, divenendo opaca, spenta. "Mi sono sentito pieno di potere, quasi invincibile. Come se niente avesse potuto fermarmi".

"Lo avevo notato". Tento di scherzare lei mentre avvolgeva le bende contro la sua spalla tentando di non fargli male.

"Mi sono spaventato, Mya". I loro sguardi s'incontrarono e lei poté scorgere tutto il terrore che albergava in quegli occhi di tempesta. "Volevo eliminarlo, Mya. Vendicarmi di tutto quello che mi aveva fatto. L'odio mi stava consumando". Non riuscì più a sopportare la dolcezza che gli stava dimostrando quindi chinò il capo, affranto. "Stavo perdendo me stesso".

Non seppe cosa rispondergli ma il giovane non aveva finito.

"Se questo dovesse succedere, se dovessi impazzire, promettimi che farai di tutto per fermarmi. Promettimelo Mya, promettimi che se fosse necessario mi uc..."

"NO!" Disperata, coprì la bocca del ragazzo con le sue mani, mentre i suoi occhi d'ambra si inumidivano stavolta non per la pioggia.

"Non puoi chiedermi questo, Draco". Si strinse contro il suo petto, nascondendo il capo nell'incavo del collo del giovane Serpeverde. "Non puoi chiedermi questo". Ripeté. "Non capisci che senza di te io non posso vivere!".

Quelle parole, quelle erano le parole che aveva atteso tutta una vita di udire. Quelle erano le parole per le quali aveva continuato a resistere per ogni interminabile giorno.

"Non lo sopporto". Hermione strinse il vestito tra i pugni, il viso, rigato di lacrime, fisso sulle sue mani. "Non sopporto di sentirmi così indifesa, perduta. Per tutta la vita ho tentato di farmi forza ed essere indipendente, di non essere un peso per nessuno, i miei genitori, i miei amici. Ma ora non è più così. Quando ti sono vicina mi sembra di toccare il Cielo con un dito, lo so è stupido detto così, ma quando mi sei lontano mi sento morire dentro. Mi sento perduta. Non mi piace essere debole".

Draco la ascoltava in silenzio, combattuto. Il suo amore la rendeva infelice eppure non poteva farne a meno...

"Però..."

"Però" La sollecitò a dare sfogo liberamente a ciò che pensava realmente di quella loro strana storia.

"Però" lei continuò, perdendosi nei suoi occhi di tempesta. "Ogni volta che mi dicevo che ero finalmente diventata forte, mi rendevo conto di aver allontanato tutti quelli a cui tenevo. E, allora, mi sono sempre chiesta a cosa valeva l'essere forti se poi si era soli. Non l'ho mai capito. Non l'ho mai capito fino adesso cosa voleva dire essere forti, essere liberi, essere felici". 'Mione iniziò a singhiozzare ma cercò con tutte le sue forze di rivelargli finalmente cosa provava per lui.

"Vedi? Sono diventata un piagnona! Anzi credo di esserlo sempre stata". Si strofinò con forza gli occhi ambrati ma le lacrime non smettevano di scendere. "Ma anche se sono così è sempre meglio di come era prima. Non voglio più sentirmi sola, Draco. Non voglio più sentirmi sola".

Draco la accolse contro il suo petto e la strinse forte mentre Hermione nascondeva il viso nella sua camicia bagnata. "Non sarai più sola Mya, mai più. Hai Harry, Ginny, la tua famiglia ma soprattutto hai me. Hai capito?" Le fece delicatamente sollevare il capo e poggiò la sua fronte contro quella della ragazza. "Io ti amo e non ti lascerò mai sola. Anche se non sarò vicino a te fisicamente, il mio cuore sarà vicino al tuo".

"Ti amo, Draco. Ti amo anch'io".

Il ragazzo fu investito da un'ondata di gioia che non aveva mai sentito fino ad allora. Sorrise. Un sorriso che fu presto contraccambiato. Non era mai stato così felice.

La baciò come non aveva mai fatto. Hermione sentì la sua urgenza e incertezza in quel bacio. La sua passione ed esitazione. Rabbia e determinazione. Desiderio e Amore. Tutte queste cose in un singolo bacio. Ma anche lei ripose le sue emozioni in quel gesto. Timore. Speranza. Fiducia. Salvezza. Sapendo bene che anche lui le avrebbe avvertite.

La mano del giovane sul suo collo era deliziosamente calda e il suo cuore sotto le sue dita batteva orgoglioso. Le labbra di Draco erano quasi affamate mentre le rubavano il respiro e lo sostituivano con il proprio, riversando in esso tutte le sensazioni che stava provando.

L'intensità del bacio crebbe mentre Mya sentì la sua mano stringersi ancora più saldamente intorno alla sua vita mentre l'altra giocherellava con i piccoli riccioli alla base del suo collo. Le dita di lei s'immersero nella sua capigliatura bionda mentre lui la stringeva ancora di più contro il suo corpo.

Le spalancò le labbra e la Grifondoro sentì la testa girarle per una straordinaria ondata di energia che accompagnò la prima carezza della sua lingua. Era calda e forte quando incontrò la sua, mandando una strana sensazione di attesa al suo stomaco. Lei s'appoggiò completamente a lui che rispose con un gemito dalle profondità della sua gola. Spinse il capo della giovane all'indietro, lasciando la sua bocca libera per il suo prossimo assalto.

Hermione si distese lentamente al suolo, quasi senza accorgersene, portando il giovane con lei. Continuava a baciarla, raddoppiando gli sforzi della sua lingua. Per lei, fu come se tutto l'ossigeno avesse abbandonato il suo corpo e quello strano capogiro si impadroniva di lei, facendola annegare temporaneamente nel suo calore.

Lentamente la mano di Draco risalì sotto la sua gonna mentre i suoi baci si spostavano lungo il suo collo bianco e caldo. Mya continuava a tenere gli occhi chiusi, cercando di aggrapparsi disperatamente a quel calore, desiderando di non lasciare mai quel posto lontano dal mondo, solo per loro due. S'aggrappò di più a lui.

"Ah". Il ragazzo chiuse gli occhi mentre una fitta di dolore gli attraversava tutto il corpo. Nascose il viso nei folti capelli della giovane, tentando di riprendere fiato.

"Ti ho fatto male?". Gli chiese allarmata. Per un attimo aveva completamente scordato la sua ferita.

"No, aspetta" Fu un sussurro roco. Il Serpeverde sollevò lentamente il capo, poggiando la propria fronte contro quella della sua ragazza, non avendo la forza di fare nient'altro.

"Che c'è?" Spalancò i suoi occhi dorati, preoccupata per la sua salute ma anche delusa per aver interrotto il loro bacio.

"Beh". Draco era visibilmente imbarazzato ma le mostrò il suo sorriso più accattivante. Il sangue nel suo corpo sembrava fuoco allo stato puro ma doveva cercare assolutamente di controllarsi. "Per quanto mi piacerebbe fare l'amore con te proprio in questo momento, non credo che una caverna sperduta in mezzo alla Foresta Proibita sia il massimo per la nostra prima volta". La vide arrossire e il suo orgoglio maschile ne fu molto lusingato.

"Credo anch'io". Ammise Hermione che decise di stare al suo gioco, un modo come un altro per allentare la tensione.

"Sì, insomma. Abbiamo Lucius che ci da la caccia e mi dispiacerebbe molto se venissimo interrotti proprio sul più bello. Sarebbe meglio con un bel fuoco acceso, senza insetti e soprattutto questi orrendi sassolini che si ficcano da tutte le parti". Si pulì il fondoschiena strappandole un sorriso divertito.

"E magari un letto?"

"Soprattutto un letto!" Sollevò le sopracciglia nel modo che sapeva provocarla. "Anche se con me, questo non è necessario".

"Ah, sei disgustoso!". Lo colpì scherzosamente su una guancia baciandola immediatamente dopo.

"Ma mi ami lo stesso anche così" Non era una domanda ma nemmeno un'affermazione.

"Sì, ti amo anche così".

Draco affondò nuovamente il capo fra quei ricci che adorava sospirando. "Dovremmo riposare. Non appena la pioggia si sarà calmata dovremo cercare di raggiungere il limite della barriera e tornare a casa".

"Come va la spalla. Ti fa ancora tanto male?"

"Resisto. Sono stato peggio. Ho solo bisogno di riposare". Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal dolce respiro di lei. Pensieri su Lucius e Sirius vorticavano nella sua mente stanca senza sosta ma preferì metterli da parte. Almeno finché non fossero stati al sicuro.

Hermione lo strinse ancora di più cercando di trasmettergli tutto il calore che poteva, il viso ancora rosso per un bacio marchiato a fuoco per sempre nella sua memoria.

******

"Cavolo!" Severus Piton scaraventò al suolo l'ennesima pozione. Niente! erano trascorse due ora e la pioggia non si decideva a smettere. Tutto era stato inutile. Quella dannata barriera non voleva cedere.

"Ah!"

"Ah!"

Nello stesso istante Harry e Blaise si erano accasciati al suolo, il primo stringendosi con forza la cicatrice il secondo in preda ad una nuova visione senza fine.

Hagrid e Mooney tentarono di sollevarli lentamente ma il dolore sembrava essere più forte che mai.

"Cosa succede?" Silente capì che la situazione era oramai fuori controllo. Quelle reazioni avevano un'unica risposta.

"Voldemort". Riuscirono a boccheggiare entrambi i ragazzi.

******

Non sapevano per quanto avevano camminato. Il tempo aveva smesso di scorrere intorno a loro. La pioggia continuava a cadere imperterrita ma avevano deciso di proseguire il loro cammino. Non avevano più potuto indugiare.

Si tenevano stretti l'una all'altro, tentando di scaldarsi con i loro stessi corpi ma tutto pareva inutile.

Silenzio. C'era solo silenzio intorno a loro ma Draco continuava ad avere un'insopportabile sensazione di essere osservato. Qualcuno li stava spiando, dovevano stare attenti nello spiazzale dove si trovavano erano allo scoperto, facilmente attaccabili perché il limitare della Foresta era vicino.

"Attenta!". Urlò d'un tratto spingendola via mentre un potente fascio verde gli passò accanto. Figure incappucciate uscirono dalle ombre della selva attaccandoli da ogni dove e tenendoli separati.

Non capì quante volte fu colpito. Il dolore era inimmaginabile. Sentì le ossa frantumarsi e nuovi squarci aprirsi sulla pelle. Lo tenevano al suolo, incapace di rialzarsi.

Il suo sangue gli inondò la bocca. In un breve flash riuscì a vedere Hermione tenuta in ostaggio da una di queste figure incappucciate, tenuta saldamente per la gola con una bacchetta puntata ad una tempia, lasciando il braccio che la impugnava scoperto. Il Marchio Nero... i Mangiamorte... Voldemort...

I Mangiamorte si disposero a cerchio intorno a loro, tutti in attesa di qualcosa... Lucius avanzò barcollando, una profonda ferita che gli sfregiava obliquamente il viso, dal sopracciglio sinistro giù fino alla guancia destra. La sua espressione era folle. Gli mollò un calcio al volto, aprendo un profondo taglio sul occhio sinistro di suo figlio, un taglio che avrebbe sicuramente lasciato una cicatrice.

Ma anche lui non si soffermò ulteriormente nella sua vendetta. Il ragazzo serviva vivo.

"Bene, il giovane Malfoy". Un sibilo strisciante venne dalle spalle di Lucius. Un qualcuno incappucciato più alto degli altri avanzò lentamente, la malvagità irradiata da ogni fibra del suo essere. Gli uomini in nero si inchinarono al suo passaggio finché egli non giunse innanzi al giovane Serpeverde. Malfoy Sr. si inginocchiò rispettosamente, il suo sguardo carico d'odio sempre fisso in quello del ragazzo.

"Mio signore Voldemort". Pronunciò solennemente.

"A quanto ho potuto vedere sei riuscito a vincere uno dei miei migliori seguaci anche disarmato. I miei complimenti". C'erano soltanto lui e Draco in quel momento. Ma il giovane dagli occhi di tempesta non si lasciò intimidire. Non si sarebbe inchinato di fronte a nessuno. Restò in silenzio e Colui-che-non-doveva-essere-nominato fu quasi compiaciuto da questa dimostrazione di carattere. In pochi avevano avuto questo coraggio. E in pochi erano sopravvissuti abbastanza da poterlo raccontare.

Hermione era paralizzata, non dal pericolo in cui si trovava ma da quello che stava affrontando il suo ragazzo. Sapeva che doveva essere terrorizzato eppure non s'era arreso. E ciò che avrebbe e fatto anche lei.

"Ma come? Non dici niente? Sei così emozionato da unirti alla nostra grande famiglia da non avere parole? Ne sono lusingato!". Voldemort rise seguito dai suoi seguaci. Bene finalmente il Dark Warrior era nelle sue mani.

Lentamente e debolmente Draco si sollevò dal suolo, proprio di fronte al demone che aveva distrutto la sua vita. Piantò i suoi occhi mercuri in quelli d'aspide del suo nemico e gli sputò in volto con tutta la forza che aveva.

"Non servirò mai uno sporco mezzosangue come te!" Sibilò velenoso.

I Mangiamorte sbigottiti estrassero le loro bacchette pronti ad eliminare quel miserabile impudente ma Voldemort li fermerò con un gesto della mano. Questo scontro riguardava solo loro due.

"Hai fegato, ragazzo. Non temi la morte, bene". Sorrise malevolo dall'interno del suo cappuccio. "Ma puoi dire lo stesso per la vita della tua mezzosangue?"

Gli occhi di Draco si spalancarono. "Non osare toccarla!"

"Davvero?" Si voltò verso la figura che teneva prigioniera la Grifondoro. "Uccidila!!!"

"HO DETTO NON OSARE TOCCARLA!!!". Nuovamente quella fiamma oscura lo avvolse e nuovamente Draco lasciò il suo posto al Dark Warrior.

Evocala... Evoca la Luce nelle Tenebre, puoi farcela...

Prima che potessero anche solo pensare di reagire, la spada del Dark Warrior, una lama nera come una notte senza stelle, aveva già trapassato il petto di due Mangiamorte. Voldemort si fece da parte mentre i suoi seguaci venivano massacrati uno a uno da quell'essere accecato dall'odio.

Squarciava, uccideva, sgozzava gole atterrite in preda ad una follia cieca. Uccidere... Uccidere... Uccidere... Intorno a lui i corpi andavano ad ammassarsi ma non ne era soddisfatto. Nessuno poteva osare minacciare la sua Hermione... Aveva perso il controllo.

Doveva fare qualcosa, ma la situazione sembrava disperata. Era costretta ad assistere impotente allo scempio che Draco stava compiendo, a quel massacro, ma sapeva che doveva fermarlo. Lui non avrebbe sopportato il peso di un ricordo del genere.

Sentì il braccio che la tratteneva allentarsi per la sorpresa e lo morse con tutta la forza che le era rimasta. Il Mangiamorte ululò dal dolore e lo colpì al volto cercando di accecarlo.

Peter Minus cadde a terra agonizzante, singhiozzi rivoltanti che cercava di soffocare.

Il Dark Warrior avanzò verso la sua ultima vittima che giaceva al suolo, indietreggiando terrorizzata. Gli occhi di Lucius Malfoy erano spalancati, ammutoliti, imploranti ma l' ira di suo figlio non accennava a calmarsi. Era la sua vita che voleva e l'avrebbe ottenuta. Ma...

Hermione si parò proprio davanti a Malfoy, le braccia aperte, il viso solcato da lacrime.

"Fermati, Draco. So che puoi sentirmi. Ti prego fermati!". Ora erano l'una di fronte all'altra e nessuno dei due sembrava voler cedere.

"Spostati, Hermione!" Tuonò.

"No!". Lei scosse la testa in segno di diniego. "Tu non sei così, così spietato! So che non sei così. Ti prego fermati!".

"Non costringermi a farti del male! Deve pagare per quello che mi ha fatto!!!" Avanzò ancora.

"Non mi faresti mai del male, Draco". La voce della ragazza s era fatta calda, gentile. I suoi piedi non indietreggiavano. "Hai promesso di proteggermi, ricordi?"

La consapevolezza di aver pronunciato quelle parole tornò in lui. Abbassò lentamente la spada, pronto ad ubbidire a qualsiasi cosa lei gli avesse chiesto.

Un tenue sorriso iniziava a comparire sul volto di Hermione, ma fu breve. Subito mascherato da un'espressione d'orrore. "Draco, attento!" Prima che potesse fare altro qualcuno la scaraventò al suolo, afferrandole la nuca.

Senza che riuscisse a voltarsi, il Serpeverde sentì un artiglio metallico colpirlo alla schiena, lacerandola profondamente. "Come osi sfidarmi, sciocco ragazzino!".

La furia di Voldemort era inumana. "CRUCIO!!!"

Dieci, cento, mille pugnale gli attraversarono il petto costringendolo in ginocchio. Il sangue prese a colare dalle sue labbra, i capillari che scoppiavano sempre più rapidamente.

"AHHHH!!!"

"Muoviti, Lucius! Uccidila! Uccidi la ragazza!"

Lucius Malfoy strinse saldamente la bacchetta pronto al colpo di grazia. Finalmente quella stupida mocciosa non avrebbe più ostacolato i suoi piani.

Raccogliendo le ultima forze che gli erano rimaste, Draco afferrò la sua spada e la scagliò davanti all'uomo. Uno scudo infuocato circondò la ragazza, carbonizzando la mano del Mangiamorte, che indietreggiò tramortito dal dolore.

La stessa fiamma che aveva permesso la sua trasformazione lo circondò ancora, lasciando in ginocchio al suolo un ragazzo sconfitto.

"Hai gettato al vento l'unica possibilità che avevi di salvarti! Hai buttato la tua spada in difesa di una mezzosangue. Non so se doverla definire pazzia o coraggio". Non capiva quell'azione e questo lo irritava profondamente. Voldemort osservava Draco Malfoy disgustato, ma allo stesso tempo anche se non l'avrebbe mai ammesso, affascinato.

"L'ho fatto per amore". Ammise candidamente. Aveva perso ma in un certo senso aveva vinto. Mya non poteva più essere minacciata, quindi era inutile fare delle scenate.

"No, Draco, no!". Hermione continuava a battere i pugni contro quello scudo che la teneva prigioniera ma al tempo stesso costituiva la sua unica salvezza ma era inutile. Draco non le permetteva di liberarsi.

"Amore? L'amore è solo una stupida parola di cui gli uomini si riempiono la bocca per giustificare il suo egoismo". Sputò furente Colui-che-non-doveva-essere-nominato.

"Non puoi capire. è inutile che sprechi il mio tempo a spiegartelo". Draco si sedette comodamente pronto ad accettare qualunque cosa stesse per accadere ora che Hermione era salva. Il suo cuore era sereno, tutto il resto non aveva importanza. Si rivolgeva all'Oscuro Signore quasi fosse un vecchio amico, con una tranquillità disarmante.

"Vedremo quanto durerà questa tua fiducia nel prossimo!"

"Lei mi salverà!". Gli sorrise come un bambino.

"Come fai ad esserne così sicuro!" Ruggì sempre più carico d'ira.

"Lo ha promesso". Gli rispose. La bacchetta di Voldemort si sollevò al cielo pronta a compiere il suo oscuro incarico. Sotto lo sguardo pietrificato di Hermione Granger, spogliò Draco Malfoy della sua anima...

******

La barriera che aveva loro impedito l'accesso alla foresta Proibita si dissolse così come era comparsa.

Thor annusò l'aria gettandosi a correre verso il folto del bosco giungendo ad una radura il cui spettacolo lasciò l'Ordine e i due ragazzi senza fiato. Era orribile, un massacro scena precedenti. Corpi di Mangiamorte riversi al suolo, scempiati quasi fossero i cadaveri di animali prede di belve senza nome. Erano ammassati gli uni sugli altri, come se quello che era accaduto era stato il frutto di una strage programmata.

Al centro di tutto c'era il corpo di Draco Malfoy, coperto di sangue, il suo respiro appena percettibile.

Piton si precipitò al suo fianco, sollevandolo delicatamente ma il ragazzo continuava a restare incosciente. Il suo volto era pallidissimo e il sangue continuava a cadere copioso dalle numerose ferite. Sembrava morto.

Il silenzio di quella scena era interrotto solo da una cosa: il pianto disperato di una ragazza. Hermione se ne stava raggomitolata su se stessa accanto alla Luce nelle Tenebre, senza accorgersi delle persone che la circondavano, persa nel suo dolore.

Harry le si avvicinò piano, spostandole le mani dal viso e prendendola tra le braccia. Lei gli si aggrappò come alla sua sola ancora di salvezza, singhiozzi sconnessi che le impedivano di parlare.

"C-cosa è successo?" Il Grifondoro riuscì a chiederli il suo sguardo affranto che vagava tra la figura singhiozzante tra le sue braccia e quella di suo fratello inerme tra le braccia del professore di Pozioni.

"è stata tutta colpa mia, tutta colpa mia!" Sussurrò disperata. Harry la strinse ancora di più. Sarebbe venuto il tempo della risposte, ma non era quello.

Silente prese la spada dalla lama nera e la ripose tra le pieghe del suo mantello. Anche i suoi occhi erano pieni di sofferenza. Avevano fallito quel ragazzo ancora una volta.

"Torniamo ad Hogwarts!" Sospirò, lo sguardo perso sulla tenue alba che stava sorgendo fra le nuvole grigie.

******

Era trascorsa una settimana dall'attacco di Voldemort ed Hermione era sempre rimasta al fianco di Draco. Non mangiava, non dormiva, se ne stava semplicemente così: con la testa poggiata sul suo letto d'infermeria, stringendogli la mano e sperando che d'improvviso riaprisse i suoi occhi di tempesta.

Blaise, Harry e Ginny si erano alternati a farle compagnia ma il biondo Serpeverde non si decideva a riaprire gli occhi. Nemmeno Madama Chips riusciva a comprendere le cause del male che lo affliggevano ma tutto sembrava inutile. Le ferite erano quasi totalmente rimarginate mentre quello stato di coma continuava a perdurare.

Tutti nella scuola sapevano dell'attacco e il morale generale era molto preoccupato. Innumerevoli voci circolavano sul conto dell'Erede di casa Malfoy ma nessuno aveva delle risposte certe.

Silente trascorreva le sue giornate seduto nel suo studio gli occhi fissi su quella spada. Una parte della profezia era già iniziata.

"Dai, Hermione, dovresti mangiare qualcosa. Drak non vorrebbe vederti così" Blaise cercò di scuoterla da quello stato di torpore ma tutto era inutile. Il volto della ragazza era pallidissimo e smunto ma lei rifiutava qualsiasi medicina datele dalla Chips. Voleva solo che il suo Draco aprisse gli occhi, nient'altro.

Il Serpeverde moro scosse la testa ed Harry sospirò rassegnato. Solo Draco avrebbe potuto farla riprendere. Se ne stavano seduti così, su un letto poco distante, con i volti scuri e i singhiozzi di Ginny.

"Mmmm". La mano del biondo si mosse proprio mentre Silente entrava in infermeria.

Sotto lo sguardo speranzoso di tutti, Draco Malfoy aprì gli occhi. A fatica si sollevò a sedere, in silenzio, una mano che si sfiorava la cicatrice sull'occhio sinistro.

"Draco" Urla di gioia si diffusero nell'aria, urla che Madama Chips, anche lei visibilmente sollevata, non trattenne. Solo il preside sembrava sconfitto, impotente.

Hermione piangeva, rideva, urlava dalla gioia. Era impossibile descrivere le mille emozioni che il suo volto trasmetteva. Mentre i due ragazzi e la piccola Weasley si strizzavano felici, lei abbracciò il suo ragazzo con trasporto. Era tutto finito. Finalmente era tutto finito. Draco, però, restava immobile quasi non capisse cosa stesse succedendo.

La lasciò fare per alcuni secondi ma poi la allontanò con forza. Hermione cadde al suolo schoccata. Perché?

Il giovane sollevò il suo sguardo su di lei, uno sguardo che per cinque lunghi anni era stato il suo incubo, il suo tormento, la sua disperazione.

"Che cosa vuoi, sporca mezzosangue!". Sibilò carico d'odio.

_____________________________________________________________________________________

Note:  cap super lunghissimo per farmi perdonare della lunga assenza. Volevo dividerlo ancora ma mi sono rimboccata le maniche. Ci è voluta quasi una settimana per finirlo e completamente l'intera giornata di oggi per completarne più della metà. Piaciuto?

Ecco che il nostro povero Draco ha di nuovo perso l'anima, però nuovi dettagli si scoprono sul suo passato. Chi sarà mai quella voce misteriosa che lo chiamava discendente?

A chiunque se lo avesse chiesto ecco la risposta a come i Mangiamorte sono entrati ad Hogwarts: ah ah ha, Ron bambino cattivo non si gioca con le passaporte demoniache. E già.

E ora prima di terminare con le note, con quello che ho scritto, potrete perdonarmi se sono piuttosto brevi vorrei spendere qualche parola su Blaise Zabini in risposta alla cara Barby. Ti prego, scusa il ritardo.

Blaise è un Serpeverde dello stesso anno di Draco & Co, ma se devo essere sincera non ho letto niente di particolarmente eccezionale su di lui dai libri della Rowling. Me ne sono fatta un'idea leggendo le straordinarie fic di Savannah e Kamomilla, a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti per essere per me fonti d'ispirazione continua. Così ho tentato di farmene un'immagine partendo dai caratteri che loro ne hanno tracciato ma cercando di valorizzarlo e personalizzarlo in funzione a questa storia. Obscurus Legatus, l'ho chiamato che tradotto dal latino vuol dire Luogotenente oscuro. Diciamo che è il braccio destro del dark Warrior. Sapere qualè quello di Harry non è molto difficile se ci pensate. In campo personale, è un patito della moda e diciamo che ha un... senso dell'umorismo completamente deviato, almeno è questo che mi dice sempre la mia cara amichina-amichetta-amicuzzola, molto Ned Flanders, se scopre che l'ho chiamata così m'ammazza, Panzarotto. Per sapere ciò che riguarda Hermione e Ginny dovrete attendere ancora un pò.

Hey, li sto proprio facendo soffrire ma anche questa volta nulla di fatto. Però, non potete darmi torto, o almeno dare torto a Draco: per una cosa così importante una specie di tana abbandonata non è il massimo!!!

E allora alla prossima. Recensite, recensite, recensite: magari superiamo lo scoglio delle 100. Bye bye.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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