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Autore: Nyappy    05/07/2010    4 recensioni
Cambiare: una parola semplice. Otto lettere.
Cambiare: una cosa difficile. Mille ripensamenti, mille dubbi e incertezze.
Può un demone in terra diventare un angelo, può il suo destino mutare a tal punto da portarlo in paradiso, invece che all'inferno?
[Dal capitolo 1]
-Arte è eternità. Ad Iwa hai detto... esplosione, sublimazione della mia arte. Tu non potrai mai essere arte, morirai con quel nome.
Io, eterno, immutabile e perfetto, ti resisterò, dimostrerò con la mia esistenza cos'è la vera arte.-, era un discorso appassionato pronunciato con
voce monocorde, ed irritò molto Deidara.
-Sai una cosa? Mi piace il tuo modo di pensare, anche se sei totalmente fuori strada.-
-Sai una cosa? Ti sta cadendo l'asciugamano.-, Sasori si voltò dall'altra parte per riprendere ad esaminare Hiruko.
-Grazie, danna!-, Deidara si sistemò l'asciugamano, andando alla ricerca di qualche vestito pulito nel fondo del suo zaino.
[L'ultimo capitolo contiene un omake demenziale. Spero vi piaccia :D]
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori , Akatsuki, Deidara | Coppie: Sasori/Deidara
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kommen Sie zur Hőlle [Giunga all'Inferno]
Pfand [Pegno]

Nonostante fossero mesi che Deidara era in coppia con Sasori, non riusciva ancora bene a capirlo.
Soprattutto quando si chiudeva in Hiruko e non gli parlava per giorni, o si rinchiudeva nel suo laboratorio a riparare marionette.
In quel caso, sapeva che non sarebbe uscito tanto presto, e che il capo aveva dato loro un po' di pausa...
Era un po' frustrante. Vedeva spesso Kakuzu e Hidan, che... ok, non parlavano, urlavano, ma almeno erano affiatati.
O Itachi e Kisame, il capo e la sua donna... era da un po' che addirittura Zetsu aveva un compagno, un cretino con una maschera arancione.
E in quei momenti quando il danna spariva, lui vagava per il covo -stando sempre attento ad evitare la zona del magazzino degli organi- cercando l'ispirazione.
Tendeva a rinnovare spesso le sculture che metteva in mostra nella sua camera, era soffocante come dopo un po' si riempissero di polvere.
Decise di uscire a farsi un giro per svagarsi un po'. Lasciò la cappa dell'Akatsuki nella sua camera e uscì vestito leggero.
Quella era la seconda primavera che viveva come membro dell'organizzazione. Sembrava meno tempo!
Camminò pigramente fino a raggiungere il paesino di mercanti vicino al covo del danna.
Le bancarelle colorate erano adornate da carpe di carta, e vedeva girare molti più bambini.
Si avvicinò al banco di un mercante che conosceva bene e aspettò con un po' d'impazienza che la famiglia davanti a lui s'accordasse per il prezzo di un bambolotto.
Da quand'è che il vecchio Gin'maro vendeva anche giocattoli?
-Ehi.-, lo salutò questo riponendo i suoi ryo nel sacchetto alla cintola.
-Sai per caso, um, che giorno eh?-, gli chiese Deidara dando una rapida occhiata alle bancarelle.
-Il quattro maggio! E questa Settimana Dorata è più fruttuosa delle altre! Chi l'avrebbe mai detto che variare un po' merce mi avrebbe fatto guadagnare il doppio?-
Gin'maro era molto simile a Kakuzu quando si trattava di soldi e affari.
-Grazie.-, Deidara si allontanò con un sorriso. Il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno!
Diciannove splendidi anni di pura arte. Tra un paio d'anni la Festa dei Bambini si sarebbe trasformata nella celebrazione del più grande artista del mondo...
Tornò al covo fluttuando su un dragone d'argilla, mentre elaborava il design di un pesce vagamente simile alle carpe.

Toc toc!
-Sveglia Deidara, il capo ci ha dato una nuova missione.-, era la voce di Sasori che lo chiamava dal corridoio.
-Cioè?-, bofonchiò il biondo stirandosi nel letto.
-Ci ha assegnato una missione di livello S, ci penserai tu.-, rispose il danna entrando.
Deidara era ancora sdraiato sul letto, scompostamente come al solito. Era stata una notte particolarmente calda, e così le coperte erano ammassate ai piedi del letto, la maglietta
con loro. Si stiracchiò scostandosi i capelli scarmigliati dal viso.
-Buon compleanno a me.-, sbadigliò alzandosi.
-...sbrigati.-, disse Sasori lentamente voltandosi e uscendo.
Deidara fece una smorfia in direzione della porta. Un "buon compleanno" di circostanza ci stava, e invece no, nulla.

Il nukenin biondo si trovava fuori dal covo da quasi dieci minuti, e, incredibile, stava aspettando il danna! Di solito era il contrario...
Sasori apparve fuori da Hiruko camminando con calma.
-Danna! Oggi sei tu ad essere in ritardo!-, esclamò serafico Deidara.
-Scendi da lì.-, chiese impassibile.
Deidara obbedì sorpreso. Era in ritardo e gli chiedeva di scendere?
Sasori si avvicinò e lentamente gli scostò il ciuffo di capelli biondi che coprivano il viso di Deidara.
-Danna?-, chiese questo confuso.
Sasori lo ignorò e gli fissò uno strano congegno al coprifronte, tenendogli sempre i capelli scostati dal viso.
-Eh, um, che sarebbe?-, chiese Deidara toccando quello che sembrava l'obbiettivo delle macchine fotografiche.
Il comportamento del danna era decisamente strano...
Gli prese l'indice sinistro e gli fece premere un pulsante sulla parete laterale dello strano oggetto.
-Vedi? Serve per ingrandire la visuale dell'occhio. Puoi premerlo fino a tre volte, dopo torna all'ingrandimento normale.-, lasciò che i capelli lo nascondessero.
-Wow, che figo! E dove l'hai preso?-, Deidara si era messo ad usarlo, entusiasta.
-L'ho fatto io.-, rispose questo.
Aveva già pensato al progetto da tempo, era per una marionetta dotata di arco che doveva essere precisa al massimo anche da grandi distanze.
Il prototipo era pronto da un po', bastava solo migliorarlo e curare l'esterno, che doveva adattarsi all'occhio di Deidara e possibilmente non essere visibile.
-Grazie danna!-, si avvicinò a Sasori per ringraziarlo, ma questo aveva già evocato Hiruko e stava entrando.
Sorrideva impercettibilmente mentre sollevava la cappa di Hiruko, e non si era accorto che Deidara aveva lasciato l'obbiettivo attivo.
"Mi fa il regalo ma non mi dice buon compleanno. Ah, danna!", anche Deidara era risalito sul dragone d'argilla, rispondendo al sorriso di Sasori con un grande sorriso.
-Allora, chi è che dobbiamo far fuori questa volta?-, chiese Deidara gioviale sistemandosi meglio sul dragone.
-Una kunoichi della Sabbia un po' riottosa. Ci penserai tu.-, rispose Sasori.
-Oh, allora torniamo a casa tua?-
-No. Ho detto che è della Sabbia, ma si nasconde nelle foreste del paese dell'Erba.-
-Um. Quelle non sono foreste fittissime piene di animali pericolosi?-, chiese Deidara con una smorfia.
-Infatti. Entrarci senza conoscerle sarebbe una follia. Perlustrarle dall'alto invece...-
Deidara si pregustò un combattimento con i fiocchi.

-Ah ah ah! Non penserai di fregarmi così!-, Deidara lanciò un insetto d'argilla nella nube tossica che lo stava raggiungendo.
-Attivati!-, gridò. Il fumo viola del veleno di dissolse con l'esplosione.
Aveva circoscritto la zona con alcuni ragni esplosivi, e stava lanciandone alcuni anche all'interno dell'area.
Peccato per le piante velenose che, se colpite, liberavano una nuvola di spore velenose. La cosa positiva era che il loro colore violaceo le rendeva identificabili,
la cosa negativa che stava esaurendo argilla, dato che era la terza pianta che colpiva accidentalmente.
Era odioso ammetterlo, ma doveva migliorare la mira...
Continuò a perlustrare la zona con il massimo dell'ingrandimento quando notò un'ombra fuoriposto.
Scese cautamente, sfruttando l'ombra di una grande nuvola per non farsi notare.
Era l'ombra di una figura appoggiata ad un grosso tronco, le gambe distese e le mani impegnate a creare qualche strano jutsu.
Fece cadere leggero un piccolo ragno sui rami, e lo fece scendere pian piano.
La nuvola si stava spostando, doveva fare in fretta... ancora poco...
L'ombra sparì di scatto.
Cazzo, ci aveva messo troppo.
Valutò per un istante la situazione: aveva piazzato molte mine, poteva cavarsela anche così.
-Attivatevi!-, fece esplodere i due ragni più vicini all'albero. Si alzò uno storno di uccelli dagli alberi vicini, mentre lui scendeva in picchiata.
Scorse diverse ombra muoversi. Grandioso! Doveva sprecare tutte le sue bombe per delle copie di una Moltiplicazione del Corpo.
Irritato, aspettò un po' prima di far esplodere un altro paio di mine.
Rimanevano sempre due ombre, che si muovevano in direzione opposta. Di nuovo, aspettò che fossero abbastanza vicine ai ragni...
-Attivatevi!-, lo esaltava quel nascondino.
Sentì un grido smorzato provenire da destra.
-Danna! Guardami!-, gridò, estraendo una bambola d'argilla dalla tasca alla cintura.
-E' il mio C3! Ammira la sua potenza distruttiva!-, la fece cadere e si allontanò velocemente, prima di farla ingrandire.
-Super-flat allo stato puro! Danna, guarda!-, salì di quota ancora un po'.
-Perchè l'arte...-, congiunse le mani.
-...è ESPLOSIONE!-
Nonostante si fosse allontanato ancora di più, la potenza dell'esplosione lo fece quasi cadere dal dragone.
Aspettò che il fumo si disperdesse e scese in picchiata. La sua bambola aveva lasciato un bel cratere, qua e là rimanevano dei resti bruciacchiati di piante.
-Eccoti!-, Deidara raggiunse i resti carbonizzati della kunoichi. Menomale che al momento dell'esplosione si era trovata con il viso a terra, o sarebbe stata irriconoscibile,
e addio ricompensa... Kakuzu poi chi lo sentiva? Non che adesso fosse messa tanto bene. Il coprifronte almeno era rimasto intatto.
Sasori lo raggiunse poco dopo.
-Sei il solito, hai distrutto mezza foresta.-, lo rimproverò.
-Beh, ma hai visto? Arte!-, esclamò Deidara enfatizzando l'ultima parola.
-Era lontana dalla bomba vera e propria.-, notò il danna, voltandosi per ammirare il cratere provocato dall'esplosione.
Deidara era migliorato tantissimo da quando era entrato nell'organizzazione. Il merito di quel successo era anche del suo dono, non sarebbe riuscito a
rintracciare la kunoichi nel fitto della foresta senza quel congegno, ma...
-Il nome della bambola era C3?-, chiese distrattamente mentre Deidara caricava il corpo della donna delle fauci del dragone.
-Si!-, rispose questo raggiante.

Il viaggio verso la Sabbia era abbastanza lungo, e Deidara aveva consumato abbastanza chakra per considerarsi stanco.
-Grazie grazie grazie!-, si erano fermati in un albergo abbastanza costoso per la strada.
Diciamo che Sasori un po' glielo doveva, dato che l'aveva fatto combattere da solo.
Dato che era l'ultimo giorno della Settimana d'Oro, l'albergo era pieno e rimaneva solo una camera singola.
-Non c'è problema. Io non dormo.-, a volte era quasi una fortuna essere una marionetta.

Sasori era uscito da Hiruko e stava seduto al tavolino della stanza, senza fare davvero nulla.
Era già notte inoltrata, e un piccolo spicchio di luna brillava nel cielo stellato.
Aveva deciso di tenere aperte le porte scorrevoli che davano al giardino, per ammirare un po' il paesaggio.
Quella notte, quella luna, quelle stelle... sembravano immortali, fatte per durare per sempre.
Era una situazione così piacevole, portava un po' di pace a quel cuore, unica parte umana del suo essere.
-Vaffanculo Hidan.-, bofonchiò Deidara rigirandosi nel futon.
E quel cretino non poteva fare altro che distruggere l'atmosfera con la sua tipica delicatezza.
E poi... Hidan?
-Porco Jashin!-, si rigirò di nuovo.
Sasori lo guardò torvo prima di alzarsi e avvicinarsi piano.
La luna era coperta da una nuvola solitaria, e per un momento Sasori non riuscì più a vedere nulla.
Quando lo spicchio di luna tornò a brillare, illuminò prepotente il viso di Deidara, prima di tornare soffusa a schiarire quella notte.
I suoi lineamenti erano così dolci, e i suoi capelli sembravano argentati, come quelli della principessa Kaguya.
-No!-, si rigirò un'altra volta, dandogli le spalle.
Senza quasi accorgersene, Sasori si era messo in ginocchio vicino al compagno.
Da quand'è che Deidara era diventato così loquace pure di notte?
Sollevò una mano e, per la seconda volta quel giorno, gli scostò i capelli dal viso e li portò dietro l'orecchia.
Ricordò l'immagine di quegli stessi capelli spettinati che scendevano a coprire il collo candido di Deidara, quella mattina.
Si toccò il collo, indugiando sul segno scuro alla base. Se si concentrava molto, poteva sentire...
Alzò una mano davanti a se. Era bianca, illuminata dalla luna come i capelli di Deidara... sembrava quasi umana.
Con un grugnito Deidara si rigirò di nuovo. Doveva proprio patire il caldo...
Avvicinò la propria mano a quella che giaceva sul futon vicino al suo ginocchio.
Concentrò un po' di chakra, giusto un poco.
Era morbida. Bianca e morbida, dalla forma affusolata. Le mani dell'artista...
La girò per osservare meglio le dita.
La bocca sul palmo si era aperta in un sorriso giocoso e la lingua era uscita per solleticargli la mano.
Con un sospiro si alzò e torno al tavolino.
La principessa Kaguya era tornata alla Luna, e l'Imperatore non aveva voluto bere l'elisir dell'immortalità, non volendo vivere per sempre senza lei.
Cosa sarebbe successo se l'avesse bevuto?

Ciao! :D parto innanzitutto dallo stacco temporale: 1 anno, yeah yeah :) Poi, Deidara compie gli anni il 5 maggio, la Festa dei Bambini in Giappone e l'ultimo giorno della
Settimana Dorata, in cui sono concentrate molte festività e si fa vacanza. Il dispositivo d'ingrandimento che ha Deidara ho sempre pensato che non fosse farina del suo
sacco, mi da l'aria di essere impedito con quelle cose lì (dato che tra l'altro è anche semplice da usare). Ci stava troppo lo zampino di Sasori. Teneroso! :3
E poi, gli fa vedere il C3, giusto per rispettare il tag "Azione" della storia x° la foresta dell'erba me l'immagino tipo mix foresta pluviale-foresta della selezione dei chunin.
Dato che il C3 distrugge un villaggio, ho fatto salvare la faccia (solo quella) alla kunoichi senza nome, perchè almeno la riconoscessero.
Poi... l'ultimo pezzo è dovuto al fatto che mi sono letta le scan di Sakurahime Kaden (in Italiano mi sa che è La Spada Incantata di Sakura), un manga di Arina Tanemura.
Bello, ve lo consiglio. Comunque, la principessa Kaguya era stata mandata dal Regno della Luna alla terra, e si diceva avesse i capelli argentati. Deidy la notte,
illuminato dalla luna... ci sta, secondo me. La faccio corta: deve tornare alla Luna, ma l'Imperatore era innamorato di lei e va sul monte Fuji a bruciare una lettera dove la
prega di tornare. Lei gli aveva lasciato un elisir di lunga vita, ma l'imperatore non voleva vivere per sempre senza di lei, e così non lo beve.
Sasori ha già, nella sua mente, bevuto l'elisir dell'immortalità: è una marionetta, può cambiare corpo di legno quando gli va.
Deidara è ancora 100% carne, quindi se ne andrà, e rappresenta Kaguya.
Io mi chiedo: perchè devo andare a complicarmi la vita? Boh, era troppo bella come immagine. Leggetevi la leggenda originale, la trovate sotto il nome di
"La leggenda del tagliatore di bambù", è belliFFima (;_;) tra l'altro mi sa che l'hanno ripresa in un film di Naruto... e anche nel personaggio di Kimimaro :) infine, le mani
affusolate, dette dell'artista o del pianista, sono quelle secondo me più adatte a Deidara (anche se Kishi le disegna tutte uguali) :)
-Sarhita: ciao, e grazie <3 il Deidara Gaiden... magari! E anche un bel Hidan Gaiden, che Hidan sta bene ovunque lo metti. Coff coff. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
baci! :D
-Vaius: grazie mille :) nel prossimo ci sarà un bel combattimento con sorpresona finale. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, baci! :D
-Lotti: grazie mille :) questo l'ho reso meno statico di quanto programmato, e ho cercato di farlo anche un po' più lunghetto, spero ti piaccia! Baci! :D
Ringrazio chi recensirà, aggiungerà la storia a preferite/seguite o leggerà e basta! Grazie :D
Nyappy

   
 
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