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Autore: Supersunny91    16/09/2005    0 recensioni
Si tratta semplicemente della storia di un giovane vampiro con dei seri problemi mentali (stile Gollum) che poi però...Scopritelo leggendolo! Raga è la mia prima fic quindi siate clementi e recensite tanto...Devo capire se vale la pena di continuare...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BLOOD

BLOOD

 

 

La vita è ricca di sapori. Io sento solo il sapore del sangue.

 

 

 

- Cos'hai alla testa Ric?Chi ti ha ridotto in quello stato? Ti sei scelto una preda difficile a quanto sembra - ridacchiò Luis, il volto pallido e malizioso, notando il livido violaceo sulla fronte di Ric. La testa non sanguinava più ma una macchia scura risaltava sulla sua pelle bianca.

- Non sono affari che ti riguardano, sporco vampiro frocio - sbottò Ric uscendo dal locale senza nemmeno guardarlo. Non gli importava di cosa pensasse la gente, del proprio aspetto non gli era mai importato nulla. Tanto non sarebbe cambiato niente. Vampiro era diventato, e lo sarebbe rimasto per secoli.

Luis, chiamato Lu,  era uno dei più aristocratici vampiri del paese. Vestiva con giacca e cravatta, scarpe di pelle, occhiali da sole e capelli neri tirati indietro. Ma non era la sua ricchezza a destare l'attenzione di tutti: era il suo modo eccentrico di trattare con le proprie prede...solo ragazzi e uomini giovani. Dopo aver succhiato loro il sangue, l'imbalsamava e, come in una orribile e raccapricciante mostra, li metteva in vetrina lungo i corridoi del suo castello...Ma i ragazzi più belli veniva vampirizzati. Le sue orge omosessuali erano molto celebri.

Ric lo detestava. Con quel suo fascino magnetico, quello sguardo arrogante, lo aveva invitato ad entrare nella sua "grande famiglia". Ma Ric odiava gli omosessuali, li trovava rivoltanti seppur non si trattasse di caso raro fra i vampiri. Ma la cosa che detestava di più era quella mania di vampirizzare ogni persona che capitava sottomano solo per poi usarla.

- Non posso essere così rivoltante da fare agli altri quello che mi sta facendo marcire- ripeteva ad ognuno di quei vampire che lo invitava a "giocare" a questi sporchi giochi. Tutti lo guardavano storto. - Non fate finta di non capire, io so come si sente ogni vampiro. Superiore forse, ma pur sempre dannato per l'eternità. Perché noi non apparteniamo a questo mondo, siamo gli esseri più inutili e insignificanti. Non viviamo, uccidiamo soltanto- spiegava guardandoli fissi negli occhi. Nessuno riusciva a reggere il suo sguardo.

Le strade erano buie seppur rischiarate da pochi lampioni e insegne di bar e locali. Ric si aggirava con agilità e sicurezza per le strade, eppure un sentimento di apprensione lo tormentava. Il vampiro rimosse ogni pensiero dalla mente e continuò a camminare verso la sua dimora, una cantina sotterranea, dove nessuno aveva messo piede da secoli prima che lui la trovasse, in un momento disperato, appena era stato tramutato in vampiro.

I suoi passi riecheggiavano nella notte.

Ma all'improvviso, un urlo lacerò il silenzio. Era un urlo di ragazza. "Qualche stupida prostituta si è trovata davanti a un vampiro a quanto pare" borbottò sarcastico "e a quanto pare si trovano proprio vicino a dove abito io" continuò seccato. Le urla continuarono, ma non fu quello ad attirare l'attenzione di Ric...No, non era un vampiro. Ric lo sentiva nell'aria...troppo sangue, sentiva il sangue caldo di due corpi umani.

- Puttana, stai zitta! E apri le gambe!- la voce rauca di un' uomo riecheggiò. La ragazza ora tratteneva gli urli. Ric sentiva il battito cardiaco della ragazza a mille. Continuò per la sua strada. Le due voci erano sempre più vicine. Svoltò l'angolo. E li vide.

La ragazza aveva la camicia strappata, i pantaloni sfilati del tutto, le lacrime agli occhi. Ma cercava di tenere unite le gambe, le stringeva. Resisteva.

L'uomo le tirava pugni, la palpava, le mordeva le labbra ormai completamente coperte di sangue. Era un uomo grasso, sporco, rozzo. Con il ginocchio cercava di violare le gambe della ragazza. Tirava dei colpi molto violenti. Con un urlo di rabbia la sbatté sulla parete.

Nessuno dei due si era accorto di Ric. Il vampiro si avvicinò all'uomo. Gli dava di spalle. Con un'incredibile forza lo voltò, lo attirò verso di se, ma non lo morse. Con il pugnale che teneva infilato alla cintura dei jeans lo colpì all'addome. L'uomo urlò e cadde a terra. Ric non lo guardò neppure un'altra volta. Odiava tutte le forme, tutti i traumi, tutti i cambiamenti che potevano sconvolgere l'esistenza di una persona. In fondo, diventare un vampiro e diventare una persona che teme ogni cosa, una ragazza che non ha più fiducia in nessuno, che ha paura delle violenze da parte delle persone che più le stanno vicino, sono la stessa identica cosa. Dottori o psichiatri non riusciranno mai a cambiare le cose.

Quell'uomo era rivoltante per lui. L'attenzione del vampiro si spostò alla ragazza. Non era scappata. Era rimasta paralizzata lì, la schiena al muro. Cercava di coprirsi il petto con le mani. Si annodò la camicetta più che poté.

“Non hai scampo” gli occhi di Ric si accesero nella notte.

 

  
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