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Autore: Mizar    09/07/2010    5 recensioni
"L’unica persona che può aiutarci a sconfiggere l’Oscuro Signore è quella ragazzina e tu devi ASSOLUTAMENTE andarla a prendere!". La nuova missione che Silente ha affidato alla sua spia, Severus Piton, pare una cosa ai limiti dell'assurdo. Cosa starà tramando la mente più contorta di Hogwarts?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il confronto


Cosa posso portarti dall'Olanda Moneypenny?
Un diamante... in un anello?
Ti accontenteresti di un tulipano?

(Agente 007 una cascata di diamanti)



“Insomma, volete dire che lo scherzo si è ritorto contro di voi?”
Remus avrebbe voluto rimanere serio e fare una lunga ramanzina a quello sciagurato di suo marito ed al suo degno complice, ma il pensiero di James tra le braccia della Cooman era troppo divertente.
“E’ tutta colpa di quello zotico di un cagnaccio. Doveva mandare Sibilla da Mocciosus e invece era qui a fornicare con te!”
“Non stavo fornicando! Almeno non solo. Ho dovuto rapire il mio Amorino perché quel matto di Silente voleva mandarlo ad un party di Mangiamorte. Tu cos’avresti fatto?”
“Ok, ma potevi avvisare!”
“Preso dalla foga mi sono dimenticato”, sospirò mesto Sirius, mentre anche James emetteva un lunghissimo sospiro.
“Non capisco una cosa, però, perchè non ricordi nulla?”
“Che vuoi che ti dica, Remus, sarà lo shock! Ho anche un mal di testa da urlo.”
“Senti, James, adesso tu ti stendi sul letto e io provvederò ad estrarti i ricordi della nottata”, intervenne Sirius, convinto che era meglio far sparire certe prove incriminanti, caso mai Lily avesse fatto una capatina nei ricordi del marito.
“Ti prego, Pads, distruggili senza farmeli vedere; anzi, obliatemi dopo l'operazione, voglio solo dimenticare tutto”, boccheggiò il povero Potter, buttandosi a peso morto sul giaciglio sfatto.
Intanto a Godric's Hollow, Lily, molto preoccupata per l’assenza notturna del marito, cercava disperatamente di contattare il resto dei Malandrini che, a parte Peter, erano introvabili.
Il biondino se ne stava seduto con aria assente sul divano del salotto e continuava a mangiare biscotti, senza proferir parola.
Ok che non era mai stato un tipo brillante, ma questa sua vacuità la stava seriamente preoccupando.
“Peter sei certo di sentirti bene?”, chiese per l’ennesima volta, passandogli una mano dinanzi agli occhi e notando che non sbatteva le palpebre.
“Certo, cara”, rispose lui con voce monocorde.
A quel punto la ragazza s’insospettì.
Minus sembrava sotto Imperius e lei, anche se in permesso di maternità, era pur sempre un Auror e aveva il dovere d’indagare.
Con un elegante gesto della bacchetta pietrificò l’amico e poi estrasse i suoi ricordi.
Qualche ora dopo, scortato da Malocchio Moody e da Silente in persona, Peter veniva ricoverato al San Mungo, nel reparto maledizioni proibite, mentre a casa Potter scoppiava il finimondo.
“Sei un disgraziato”, urlava la rossa al marito che, insieme agli amici l’aveva raggiunta.
James,dopo essere stato schiantato per ben tre volte, ormai stava steso sul pavimento senza più la forza di reagire.
“Lily, cara, come hai potuto notare visionando i ricordi di Peter, James non ha potuto fare nulla alla Cooman. Grazie al cielo Gazza lo ha tramortito con un colpo di Karaté e lui è rimasto privo di sensi fino al mattino.
“Ma poteva accadere!” gridò ancora la ragazza, alzando la bacchetta e puntandola verso il marito.
“Su Lily, calmati. Capisco il tuo stato d’animo, ma non è ammazzando James e Sirius che risolverai la questione. Guardali. Mio marito è ancora svenuto e il tuo sembra più morto che vivo!”
La voce di Remus parve fare breccia nel cuore della ragazza, che abbassò la bacchetta.
Intanto, dal pensatoio, usciva ancora il ricordo che Sirius aveva estratto a James.
Mostrava la Cooman che veniva assalita dal ragazzo e che cominciava a gridare, anche se non troppo convinta.
Dalla foresta spuntava Gazza in kimono e, dopo aver spiccato un balzo da vero ninja, atterrava James con un calcio.
Non pago di ciò, inferocito, gli assestava tutta la gamma dei colpi d’attacco del kung fu, sbatacchiandolo qua e là, tipo cartone animato giapponese e, dopo un volo di sei metri, si vedeva chiaramente che James stramazzava al suolo svenuto, mentre Sibilla ringraziava il suo salvatore con un bacio in fronte.
Remus, a quella vista, cercò di trattenere l’ennesima risata, ma il tentativo fallì miseramente e, con la sua allegria, finì per contagiare anche Lily, che finalmente depose la bacchetta.
“ Come ha detto Malocchio è stata una vera fortuna accorgersi subito dell’Imperius di Peter, altrimenti avremmo avuto una spia all’interno dell’Ordine”, sussurrò il licantropo asciugandosi gli occhi.
“Pare che, per una volta, quelle due teste di legno l’abbiano fatta giusta”, rispose Lily, accingendosi a preparare la cena, mentre i due poveri Auror continuavano a giacere sul pavimento.


Nel frattempo, al castello di Hogwarts…


“Le dico che è scomparsa”, stava gridando Minerva al preside, appena rientrato a scuola dal San Mungo, dove aveva assistito il povero Minus che veniva ‘Disimperiato’.
“Stamattina era con me in biblioteca, ma poi mi sono dovuta assentare per soccorrere un ragazzo di Tassorosso rimasto intrappolato dentro un’armatura magica e al mio ritorno non c’era più. L’ho fatta cercare per tutta la scuola, ma non nessuno è riuscito a trovarla. Neppure a cena s’è presentata”.
“Calmati cara, il professore che l’aveva in custodia cosa dice?”
“Lupin è momentaneamente impossibilitato a seguire Gaia”, sussurrò la donna abbassando all’istante la voce e arrossendo furiosamente.
Silente la guardò stupito.
“Ma come? Ho controllato il calendario e siamo ben lontani dalla luna piena. Non so proprio cosa pensare: non è certo da Remus abbandonare un incarico, senza avvertire”.
“C-credo che Sirius non abbia m-molto gradito quella parte del piano in cui mandavi suo marito al party di Voldemort e così l’ha rapito”, balbettò la donna, cercando di darsi un contegno.
“Minerva, non capisco, come sarebbe a dire che Sirius ha rapito Remus perché non voleva andasse in missione? Siamo o non siamo combattenti per la libertà?”
Silente, con fiero cipiglio, stava misurando il suo ufficio a grandi passi le mani dietro la schiena, la lunga barba bianca dondolante, mentre la professoressa, molto imbarazzata, cercava di spiegargli cos’era successo.
“Albus, caro, evidentemente Black non era molto persuaso del tuo progetto e tu sai quanto quel ragazzo sia protettivo verso suo marito. D’altronde, non mi sento di biasimarlo. Quella Gaia non convince neppure me. E’ così…”
La donna lasciò la frase in sospeso, mentre cercava l’aggettivo giusto per descrivere la Malatesta.
“So che Gaia, a prima vista, non fa l’impressione dell’eroina, ma credimi Minerva è lei la persona giusta. Se nessuno di voi mi presta fede l’accompagnerò io stesso all’incontro con Tom e sono certo che non vi deluderà”, affermò deciso, mentre la maga arrossiva di nuovo sotto il suo sguardo accusatore.
“Certo caro, ti chiedo scusa per aver dubitato di te. Se vuoi stasera anch’io mi unirò a te nell’impresa, ma il problema più urgente, ora, è scoprire dov’è la ragazza.”
“Credo di potervi aiutare”, esordì una voce lugubre dal camino, mentre tra le fiamme verdi appariva il viso furente di Piton.
Silente e La McGrannit sussultarono, mentre Fanny, spaventata, starnazzava per la stanza.
“La vostra Arma Segreta è a palazzo Lestrange e, da quanto ho sentito dire, stasera si presenterà alla cena di gala accompagnata dal suo nuovo fidanzato: Rabastan”.
“Oh cielo”, disse la professoressa portandosi le mani al petto, “Rabastan è un pessimo elemento. Povera ragazza!”
“Credo che questo non sia nulla in confronto all’ALTRO pessimo elemento che incontrerà tra poche ore”, sibilò sarcastico Severus, facendo un chiaro riferimento a Voldemort.
“Beh, in fondo Gaia è esattamente dove dovrebbe trovarsi, quindi direi che il piano sta andando a gonfie vele”, esclamò con gli occhi luccicanti Silente, fregandosi le mani.


Ormai le venti erano passate da un pezzo, Rabastan, in uno smoking che gli stava a pennello, camminava su e giù per il salone di casa sua, mentre Regulus, più imbronciato che mai, era seduto su una delle poltrone poste dinnanzi al camino, sorseggiando un aperitivo e invidiando l’amico.
“Mi sembrano in lieve ritardo”, sospirò Lestrange, mentre scoccava l’ennesima occhiata all’orologio.
“Meglio. Magari hanno deciso di non venirci per niente alla festa”, ringhiò Black, mentre posava il bicchiere vuoto sul tavolino.
“Oh, piantala Reg, per una volta che ti chiedo un favore potresti essere un po’ più condiscendente.”
“Già, dovrei sorridere e fare i salti di gioia, dopo che mi hai costretto ad uscire con quella tua cugina socialmente impegnata che si veste come una Hippy ed è alta come un puffo”, rispose acido il ragazzo, facendo cenno all’elfo di riempire ancora il suo bicchiere.
“Piantala di rognare e pensa a quanti piaceri t’ho fatto io in tutti questi anni. Sono certo che, per il party di questa sera, Melinda si vestirà elegante come tutte le altre ragazze. Mia zia me lo ha garantito. Credo anche che sarà ben felice di uscire con te, invece che con me, ha sempre avuto un debole per il bel cercatore di Serpeverde”, aggiunse ghignando, mentre Balck arrossiva.
“Umf”, sbuffò scuotendo il capo.
“Comunque il nocciolo della questione rimane: tu sei sempre il solito ricattatore. Spero solo che stasera la mia dama si comporti in modo adeguato, e non come fa di solito, se no poi chi la sente mia madre. Da quando hanno diseredato mio fratello sono io l’erede dei Black e non posso certo mettere in imbarazzo la mia famiglia uscendo con una che pare la sorellina di Marylin Menson. Pensare che per stasera avevo la scelta fra la Carrow e la Doholow”.
“Wow, Alecto è proprio un bel bocconcino, ma dicono che non la da a nessuno…”
“Mai dire mai, Rabastan”, sussurrò con aria maliziosa Regulus.
I due ragazzi risero di cuore, poi si unirono nell'ennesimo brindisi.
In quel mentre la porta del salone si aprì e Gaia e Melinda fecero il loro ingresso, mentre ai due cavalieri si giravano ad accoglierle.
Un'occhiata alle dame e il sorriso si congelò sulle loro labbra.


La sala, suntuosamente arredata, risplendeva di luci che si riflettevano sui cristalli e l’argenteria che decorava l’immensa tavola a buffet, posta sulla parete nord accanto alle vetrate.
Lucius Malfoy sedeva eretto accanto a Lord Voldemort, a cui era stato riservato il posto d’onore nella poltrona centrale, mentre altri purosangue erano accomodati chi su divani chi su altre poltrone.
La conversazione verteva su temi di politica e gli uomini parevano a loro agio.
Sul patio del giardino, un orchestra suonava un lento e molte coppie danzavano abbracciate languidamente.
Narcissa guardava preoccupata l’orologio, mentre i suoi elfi domestici facevano la spola tra gli ospiti, portando vassoi di tartine e calici di champagne.
Rabastan e Regulus erano in ritardo, e questo non era bene.
Lord Voldemort aveva già chiesto di loro, durante la conversazione con suo marito, e ciò la preoccupava non poco.
Era impensabile far aspettare l’oscuro e, ancora di più, contrariarlo.
Pensierosa fissò la porta e, quasi come se il suo sguardo li avesse fatti materializzare, eccoli apparire.
Un “OHHH” di stupore si levò dalla tavolata, mentre Regulus e quella che a prima vista pareva una delle Sorelle Stravagarie entravano.
Narcissa, cercando d’impedire una tale visione alla zia Walburga, nota per il suo caratteraccio, si parò davanti alla coppia, ma la donna aveva già veduto ed ora si preparava ad affrontare a colpi di bacchetta il suo sciagurato secondogenito.
Regulus”, sibilò con voce glaciale, parandosi dinnanzi a i due.
“Posso avere l’onore di conoscere cotanta fanciulla?”.
“Ehm… sì, certo, madre. Le presento Melinda, Lucrezia, Amina, Lestrange.
“Hey”, disse la ragazza dandogli il tipico saluto dei Rapper.
La donna divenne smorta, mentre Orion, che l’aveva raggiunta, osservava la scena incantato.
Mai nessuno aveva osato trattare così Wlaburga Black”.
Con gesto imperioso la maga alzò la bacchetta e stava per lanciare una maledizione, quando Gaia, fasciata in un abito azzurro pervinca, lo stesso colore dei suoi occhi, si mise a correre felice verso i divani, schiamazzando come un’oca.
“Papino, cosa ci fai qui?” esclamò emozionata, guardando Lord Voldemort.
Il signore oscuro aveva perso il suo solito candido colorito, per assumere una calda tonalità di rosa che lo rendeva incredibilmente umano.
“Gaia, tesoro mio”, boccheggiò, mentre la sua adorata figliola si gettava tra le sue braccia.
“Oh, papino mio, hai voluto farmi una sorpresa vero?” gli sussurrò felice, accoccolandosi sul suo petto come una bimba.
Tutti gli ospiti li guardavano senza fiatare, mentre Voldemort con gesto affettuoso accarezzava i capelli di sua figlia.
“Dobby”, disse discretamente Lucius, “aggiungi una poltrona per Gaia, presto”.
Più tardi, durante la serata, Voldemort ebbe modo di presentare Gaia ai suoi seguaci, ma si vedeva che stava sulle spine.
Tutti si chiedevano come mai avesse sempre tenuto nascosto il fatto d’essere padre e chi fosse la madre di quella splendida creatura, che pareva quasi una veela, anche se molto più in carne.
Il mistero, però, era destinato a non essere svelato e il Lord glissava elegantemente su tutte le domande che riguardavano la sua famiglia.
Chi invece non taceva un solo istante era Rabastan, che adorava essere al centro dell’attenzione.
Chiaramente, visto la curiosità generale e la poca disponibilità a soddisfarla di Voldemort, aveva pensato bene di mettersi a spettegolare, sciorinando a tutti un sacco di bugie inventate sul momento .
Aveva narrato di duelli magici a cui la ragazza si sottoponeva quotidianamente, per mantenere l’allenamento.
Delle sue incredibili doti di legilimanzia e di chiaroveggenza.
Della sua incredibile propensione agli incantesimi più difficili senza l'uso della bacchetta e del suo inconfondibile patronus a forma di drago cinese, dell’altezza di tre metri.
Tutti i nobili erano in sollucchero per queste splendide notizie e, tra le famiglie purosangue che avevano figli in età da matrimonio o fidanzamento, ogni madre stava meditando su come fare per accaparrarsi una nuora di questo altissimo lignaggio.
Intanto, la ragazza, ignara dello scalpore che stava suscitando,danzava felice nel bellissimo giardino, cambiando cavaliere ad ogni ballo, convinta che quella bellissima festa fosse un regalo di paparino.
Anche Regulus, contro tutte le previsioni, si stava divertendo molto, nonostante il vestito poco consono che la sua dama indossava.
Melinda si era rivelata una accompagnatrice gradevole e divertente e poi, forse grazie ai numerosi cocktail che Rabastan gli aveva praticamente imposto di bere, si sentiva un po’ meno Black e molto più ragazzo.
La coppia si stava scatenando in pista in danze stile Tony Manero, che destavano molto successo tra i coetanei.
Walburga, che per evitare il travaso di bile s’era seduto molto lontana dalla pista da ballo, stava ringraziando Merlino che la scoperta della figlia segreta di Voldemort avesse messo in secondo piano la stravaganza della ragazza con cui era arrivato suo figlio e, per consolarsi, pensava che almeno Melinda era una femmina, rammentando una certa sera di qualche anno prima quando Sirius era arrivato al ballo dei Carrow accompagnato da Remus.

Severus,che partecipava alla festa come ospite di Malfoy, non staccava loro gli occhi di dosso e guardando Melinda volteggiare leggera tra le braccia del cavaliere di turno non poteva fare a meno di pensare con nostalgia ad Alice.
“Che diamine mi sta succedendo?” si chiese per l’ennesima volta,cercando di darsi un contegno, ma non aveva altra risposta che quella di essersi innamorato della ragazzina babbana a cui aveva fatto da insegnante nell’ultimo mese.
Alla fine di quell’interessante serata, mentre Lord Voldemort e Gaia stavano ritirandosi negli appartamenti messi a disposizione per loro dai Malfoy, successe però l’inevitabile.
Nel salotto della suite, ad attendere padre e figlia, c’era Silente, fatto entrare di nascosto da Piton.
“Caro Tom, sono felice che la tua bambina abbia riscosso tanto successo al suo debutto nella società magica”, esordì cordiale, mentre il viso di Voldemort diventava più candido del lenzuolo di un fantasma.
Gaia gli scoccò un sorriso smagliante.
“E’ stato veramente molto carino ad assecondare papà. Questa è stata la festa più bella della mia vita”, esclamò emozionata.
“Sono felice che ti sia piaciuta e che i nostri sforzi siano valsi a qualcosa”, rispose il preside, mentre il padre della ragazza gli lanciava occhiate di fuoco.
“Adesso, però, devi andare a riposare. Domani sarà un altro giorno importante per te.
I tuoi amici di Hogwarts festeggeranno l’ultimo giorno di scuola e, immagino, che sarà una bella ma lunga giornata.”
Sorridendo felice la ragazza s’incamminò verso la sua stanza, dopo aver dato la buona notte.
Quando finalmente furono soli i due maghi smisero di sorridere e si fronteggiarono seri.
“Cosa vuole dire tutto ciò?” chiese gelido Voldemort, “perché hai tirato in ballo mia figlia?”
“Caro Tom, mi pareva un vero peccato che, una ragazza deliziosa come Gaia, dovesse essere tenuta nascosta all’intero Mondo Magico”.
“Sai perché l’ho fatto”, rispose a bassa voce il l’Oscuro, “e, conoscendoti, immagino che tu mi voglia ricattare, ora che lo hai scoperto.”
“Ricattare… Che parolone! Diciamo che, se tu mi farai un piccolissimo favore, io potrei anche impegnarmi a non divulgare la notizia che la tua unica figlia, la luce dei tuoi occhi, è una maganò”.
“Non è una maganò”, affermò con rabbia Voldemort, “solamente non ha ancora sviluppato a pieno i suoi poteri. D’altronde è ancora giovane… Forse più avanti…”
“Già, forse, però, per adesso, ti sembra più prudente farla vivere in Italia, nascosta sotto falso nome.”
Tom abbassò gli occhi e assentì con il capo.
“Cosa vuoi per non rivelare a nessuno il nostro segreto”, chiese infine in un sussurro.
“Voglio che tu te ne vada. Che scompaia, politicamente parlando, e anche fisicamente se puoi, dal Mondo Magico. Te ne tornerai a casa tua, continuando a fare l’imprenditore e mai più dovrai presentarti a noi.”
“E come farò a sparire, senza che i miei seguaci mi cerchino?” Chiese senza alzare lo sguardo dal tappeto.
“Ci penserò io a far credere a tutti che un terribile incidente ha portato via la tua vita e quella della tua carissima figliola.”
“Capisco”, disse Tom, versandosi poi un bicchierino di brandy dal vassoio appoggiato al tavolino.


Alcune sere dopo Silente e Minerva erano seduti al tavolo dei ‘Tre manici di scopa’, sorseggiando vino elfico e gustando l’ottima cena che Madama Rosmerta aveva cucinato per loro.
“Caro devo ammettere si essermi sbagliata sul tuo conto”, sussurrò dolcemente la donna.
“Gaia era veramente quello che il Mondo Magico aspettava, per poter ritrovare la pace e la speranza”.
Il mago sorrise sornione, mentre portava alle labbra il calice di vino rosso.
“Certo che voi dell’Ordine avete fatto di tutto per mandare a monte la missione” disse poi, umettandosi la bocca col tovagliolo.
Minerva arrossì e abbassò il viso verso il piatto fumante.
“Mi dispiace, Albus, di aver dubitato del tuo giudizio”, disse piano.
Silente le prese con dolcezza la mano e la strinse.
“Minerva cara, ammetto di essere rimasto un po’ ferito dal vostro comportamento, ma date le circostanze, posso capirvi.”
La donna sorrise, guardandolo con tenerezza.
Erano amici da così tanto tempo.
“Una cosa, però, non l’ho capita. Come hai fatto a intuire che Gaia era la figlia di lord Voldemort?”
Silente ridacchiò, mentre con sguardo birichino guardava la sua amica.
“Beh, quando la Cooman ha fatto la profezia aveva una voce diversa dalla solita. Il tono roco e balbettante la rendeva difficoltosa da capire e, devo ammettere, che subito anch’io avevo inteso quello che voi tutti sapete. Poi, però, riascoltandola, tramite la sfera magica che sta all’ufficio misteri, mi sono accorto che non parlava di un bambino, ma di una bambina nata sul finire del settimo mese da chi lo aveva sfidato tre volte, e mi sono ricordata di Alexis Moore, quella ragazza in parte Veela che frequentava Hogwarts ai tempi in cui Tom era supplente di Difesa contro le arti oscure.”
Minerva strabuzzò gli occhi.
“Stai parlando di quella biondina di Tassorosso che tutti i maschi adoravano?”
“Già, proprio lei; vedo con piacere che la ricordi.”
Minerva strinse le labbra con forza, mentre il viso si rabbuiava.
La ricordava sì quella scostumata.
I professori dovevano sorvegliarla come falchi, per impedire che s’appartasse con questo o quel ragazzo, mettendo a rischio il buon nome della scuola e la fama della serietà di quell’istituzione.
“Albus… non mi dire che…”
“Sì, Minerva. A quei tempi Tom era un ragazzo romantico e s’era innamorato di lei. Io, naturalmente, non sospettavo di nulla e mi domandavo com’era possibile che nella sua materia Alexis eccellesse, mentre in tutte le altre era un disastro. L’ho scoperto più tardi, quando Riddle è venuto da me per dare le dimissioni. La ragazza era incinta e lui voleva prendersi le sue responsabilità.”
“Santo cielo” trasecolo la professoressa, portandosi una mano al petto, “non lo facevo così romantico.”
“E non sai il resto. Il suo rivale in amore era un nato babbano, Marcus Sellers, di Corvonero, classe 1950. Quel bel ragazzo biondo che giocava come battitore…”
“Lo ricordo sì”, ammise Minerva, con un sospiro.
Marcus era uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto, oltre che uno studente modello.
Per ben tre volte lui e la Moore avevano cominciato una relazione, ma mai la storia si era concretizzata in un rapporto più serio, con grande soddisfazione degli insegnanti, preoccupati per lui.
“Quello che non sai, cara, è che mentre Alexis flirtava con lui era già fidanzata con Tom, anche se segretamente. Ecco spiegata la storia della bambina nata da chi lo aveva sfidato tre volte!”
“Vuoi dire che Gaia è figlia di Marcus?”
“Temo di sì, mia cara”.
“Ma Tom… voglio dire... lo sospetta?”
“Assolutamente no, altrimenti non avrebbe mai sottostato al mio … diciamo accordo.”
“E tu come hai scoperto la cosa?”
“Quando Tom e la ragazza sono venuti da me a confidarmi il loro amore lei aveva un comportamento strano. Non mi pareva molto innamorata e allora… Lo sai che sono un ottimo legilimens… insomma non ho saputo resistere e ho dato una sbirciatina nei suoi ricordi”.
Il preside sorrise amabilmente, mentre la sua compagna di cena trasecolava.
“Ma… tu, non hai messo sull’avviso il povero Tom?”
“E perché mai, Minerva? Lui era felicissimo di diventare padre e io non volevo certo deluderlo”, sospirò il mago, asciugandosi le labbra.
“Albus, non ho parole!” sospirò la donna, alzando gli occhi al cielo.
“Quando Voldemort ha cominciato la sua carriera politica, un paio d’anni fa, ad un convegno di magia ho rincontrato Alexis, che adesso vive in Albania ed ha sposato il preside di Durmstrang. Quando le ho chiesto della sua figliola lei è sbiancata e così ho dato un’altra sbirciatina ai suoi pensieri ed ho scoperto che Gaia era una maganò e che viveva con il padre in Italia,sotto falso nome. Così con l’aiuto di Kingsley Shaklebot ho cominciato ad indagare, ma purtroppo c’è stato un ‘piccolissimo inconveniente ’, così ho passato la missione a Piton e Lupin, che mi parevano più adatti”.
“Oh, Albus, sei veramente incredibile”, disse la donna, mentre lo guardava divertita.
“Mai e poi mai noi ci saremmo arrivati!”
“Beh, io ero a conoscenza di più informazioni di voi, e poi, non sono mica il capo per niente!”
I due amici risero di cuore e poi brindarono a Gaia, alla loro salute e alla pace del mondo magico.


Epilogo



Un anno dopo Gaia spegneva le diciotto candeline della torta, sull’elegante tavolo, posto accanto alla piscina, attorniata dai compagni di classe che la incitavano felici.
Era una splendida notte di Luglio e nel cielo brillavano migliaia di stelle.
La musica fuoriusciva ad alto volume dalle casse dislocate per il grande giardino, mentre i ragazzi, in pareo e costume da bagno, ballavano e facevano casino.
“Alice”, disse Gaia cominciando a scartare i regali “qual è il tuo?”
“Io e Severus ti abbiamo comperato quello”, rispose sorridendo la ragazza, accoccolata tra le braccia del suo fidanzato, a bordo vasca.
Gaia aprì il pacchetto e vi trovò uno splendido foulard di Hermes.
“Che meraviglia! Guarda Termi, è proprio quello che desideravo”, sorrise felice, mentre Terminator l’abbracciava da dietro, appoggiando il viso sulla sua spalla per vedere meglio il regalo.
“Grazie”, sussurrò Gaia, mentre posava un bacetto sulla guancia di Alice.
“Dovere”, disse lei, ricominciando subito a sbaciucchiare Piton.
“Fa piacere vedere come tu e Gaia siete diventate amiche”, ridacchiò il professore all’orecchio della ragazza, approfittandone anche per mordicchiargli un po’il lobo.
“Guarda che lo so, che oltre all’incantesimo di obliazione, tu e Remus gliene avete fatto un altro di simpatia nei miei confronti”, disse rabbrividendo Alice.
“Beh, se tu e lei non foste amiche come faremmo io e Remus a tenere sotto controllo suo padre? E poi non si sta malissimo a villa Malatesta, non trovi?” rispose Severus con sguardo birichino, mentre indicava Lupin e Sirius che, abbracciati, ballavano un lento a centro del giardino.
Alice sorrise.
Certo che in un anno la sua vita era proprio cambiata e una volta tanto in meglio.
Con ancora il sorriso sulle labbra volse di nuovo lo sguardo a Gaia, che stava scartando un altro regalo.
“Guarda Ali, non è adorabile? E’ il regalo di Sirius e Remus”, cinguettò sventolando davanti al viso una maglietta nera con una profonda scollatura.
“Già”, disse Alice tuffandosi in piscina, seguita subito da Piton “certo che il 31 luglio è proprio una data stupenda per compiere gli anni”.




Angolino delle chiacchiere tra amiche, ovvero risposte alle recensioni

E così è finita anche questa storia.
Tutto bene ciò che finisce bene, dicevano una volta e, per Alice e Severus, le cose non sono andate affatto male.
Spero che le mirabolanti avventure del nostro pozionista preferito e di tutta l'allegra brigata di Hogwarts vi siano piaciute e che vi abbiano divertito almeno un poco.
Voglio fare un ringraziamento particolare a:

sonia1977
Adhara
meissa_s
Sklupin
Alohomora
Rodelinda
alice81
Imperfect_ angel
titimaci

che con le loro recensioni mi hanno consigliato, ispirato e anche rallegrato.
Ragazze il vostro supporto è stato veramente molto importante per me!


Un pensiero anche a chi ha messo la storia nei preferiti/seguiti/ricordati e a chi ha semplicemente letto.


Un saluto e un abbraccio a tutti e…
Alla prossima!!!

   
 
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