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Autore: Hi Ban    13/07/2010    9 recensioni
“Non lo so.” Dissi con voce afona, schiarendola subito dopo, quasi per riflesso.
“Non lo sai? Eppure sei a casa sua.” Disse con voce allegra Deidara, tirando fuori la mano che aveva messo in quel borsellino in cui teneva l’argilla.
Le possibili risposte:
‘Non abito veramente qui, faccio finta.’
‘L’ho cacciato un mese fa fuori di casa perché non si toglieva le scarpe prima di entrare.’
‘L’ho ucciso e messo in una sacca da bowling perché non voleva farmi tenere un famigerato cervo.’
‘Era troppo bello allora l’ho rinchiuso in cantina per non rimanere abbagliata dalla sua bellezza.’
‘Itachi Uchiha sono io.’
‘Prima di mettere le mani su di lui dovrete passare sul mio cadavere!’
Oppure...
‘Dovrebbe rincasare per cena, potete aspettarlo in soggiorno.’

[Storia sospesa]
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 20


Due settimane dopo gli allenamenti con Itachi non avevano portato a grandi risultati, se non l’aumento della mia stanchezza e la diminuzione della sua soglia di sopportazione.
La palla di fuoco suprema si era evoluta da una pallina da ping pong ammaccata in una pallina da tennis, perciò lui aveva ben pensato di insegnarmi altro.
Non che ci fosse riuscito, per intenderci.
Quella mattina si prospettava uguale a tutte le altre, sempre se Itachi fosse riuscito a farmi alzare, il che non era scontato.
“Alzati.”
Era forse la trentesima volta che tentava di farmi abbandonare il mio letto, in cui ero rannicchiata in posizione fetale. Stava tentando la stessa operazione anche da un paio di giorni, ma non aveva ancora ottenuto risultati che si potessero definire tali.
Perché un ‘no’ lamentoso e strascicato non poteva essere un risultato, no.
“No.” Proferii io in tono sommesso da sotto le coperte, in cui mi ero rintanata per sfogare il mio dolore per la tragica perdita che avevo subito.
Non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto, la consapevolezza che lui non allietava più la terra dove posava i piedi mi distruggeva.
Era troppo per me, come poteva pretendere Itachi che mi alzassi ed andassi ad allenarmi, con quel dolore che mi gravava addosso?
“Carmen, alzati.” Disse nuovamente, ormai abbandonato il tono spazientito in favore di quello irritato.
Io da sotto le coperte non potevo vederlo, ma lo conoscevo abbastanza da sapere che si stava anche passando una mano tra i capelli esasperato.
Lentamente, portai la testa fuori dalle coperte, trovandolo di fronte a me, in attesa che io mi alzassi. Alzò un sopracciglio quando io lo fissai con uno sguardo di sfida.
Credeva forse di essere riuscito ad averla vinta?
Illuso.
Continuai ad osservarlo e lui fece altrettanto.
“Finalmente.” Proferì lui, credendo davvero di averla vinta.
Doppiamente illuso.
“No.” E mi ributtai a peso morto sotto le coperte, che avevo intenzione di riportami nuovamente sopra la testa, per poter poi tornare ad ignorarlo e crogiolarmi nel mio dolore.
Evidentemente, però, lui non era della stessa opinione, perché prese le coperte e le lanciò ai piedi del letto.
“Ridammi le coperte.”
“No.”
I ruoli si erano capovolti, fantastico.
Gli lanciai un’occhiataccia degna di una ragazza furibonda, per poi esordire con un molto poco arrabbiato: “Ti prego, dammi le coperte! Io come faccio senza? Sei cattivo, Itachi!”
Così dicendo mi rannicchiai su me stessa, dondolandomi in modo molto maturo.
Ma lui era morto, come facevo io ad andare avanti? La mia vita non aveva più senso, tanto valeva uccidere Itachi e mettere fine a quella pagliacciata, dopodiché mi sarei ripresa le coperte.
In quel momento forse assomigliavo molto alla copia mancata di Linus dei Peanuts.
“Alzati.” Disse nuovamente, non spostandosi di un millimetro dalla sua posizione.
Voleva la guerra? Bene.
Diciamo che il cuscino che gli sarebbe arrivato dritto in faccia se lui non lo avesse fermato si era animato di vita propria, prendendo le difese di una povera ragazza distrutta dal dolore.
“Alzati.”
C’era da dire che quegli Uchiha avevano un vocabolario molto fornito.
“No.”
“Carmen, lui era...”
“No! Non dirlo! Tu non capisci nulla! Lui è morto! Morto morto morto!” Dissi scandalizzata.
Perché lui era davvero morto ed io non potevo sopportarlo.
“Tu non puoi capire, sei un insensibile!”
Ovviamente, lui non poteva capire, aveva solo dovuto sterminare tutto il suo Clan, portandosi sulle spalle la responsabilità di aver rincretinito il fratello, serpentomane e psicopatico.
Lui sbuffò esasperato e lasciò cadere il cuscino a terra.
“Lui era...”
Io, per tutta risposta, dall’alto della mia intelligenza mancata, mi misi le mani sulle orecchie e iniziai a scuotere la testa come un cane disorientato, blaterando una continua litania formata da ‘no’, ‘no’ e ancora ‘no’.
Non mi accorsi che lui si era portato davanti a me e quasi non cacciai un urlo quando lui mi staccò le mani dalle orecchie e mi fissò con uno sguardo che di per sé non faceva paura, ma quello Sharingan non gli conferiva per niente un sembiante angelico.
“Carmen... Sta’ ferma.” Mi bloccò e quando ebbe appurato che avevo smesso di fare l’anguilla continuò: “Hidan era un assassino.”
“No! Non usare i verbi al passato! Così sembra che sia... morto!”
“Carmen, lui è morto.”
Almeno quella volta aveva usato un verbo al presente.
“Ora alzati, è già tardi.” Oh, sì, le cinque di mattina era davvero tardi, forse perdeva la coincidenza.
“No.”
Hidan era morto, come poteva essere così insensibile ai danni di una povera ragazza che doveva già sopportare un dolore simile?
“Lui è morto, fine del discorso. Non possiamo fare questa sceneggiata tutte le mattine.”
Così dicendo uscì dalla stanza.
Volli sfidare la sorte e appena lui mise piede fuori mormorai un impercettibile ‘no’ e arretrai spaventata sul letto quando vidi il suo volto affacciarsi alla porta.
“Muoviti, Carmen.”
Dannati Uchiha che non hanno bisogno di Amplifon.


L’allenamento fu qualcosa di terribilmente fatale, visto che Itachi sembrava dell’idea che, se mi avesse centrato in qualche punto vitale con uno di quei kunai con cui si destreggiava fin troppo bene, io mi sarei ripresa dallo shock per la morte del mio albino figo.
Avrei dovuto temere qualcosa quando quella mattina mi aveva messo in mano un kunai, dicendomi che avremmo fatto un allenamento con quelli.
In quella specie di bosco in cui mi aveva portato per usare quegli aggeggi infernali riecheggiarono i miei urletti striduli quando uno di essi finiva troppo vicino alla mia povera persona.
Che avesse preso in considerazione l’idea di uccidere anche me, così che avrei potuto stare con il mio amato Jashinista?
Un po’ drastico il ragazzo.
All’ora di pranzo mi informò che dovevamo andare da Tsunade, ovviamente senza farci notare. Leggasi: io per strada come una comune ragazza che non aveva un bel niente da fare e lui in modalità ricercato, ovvero passando per i tetti.
O meglio, lui doveva andare da Tsunade e io decisi di seguirlo come un cagnolino. Stare in quell’enorme villa, oltre ad inquietarmi alquanto, non avrebbe giovato alla mia condizione di infelicità.
Avrei rotto le scatole ad Itachi, almeno sarebbe stato divertente. Se poi attivava lo Sharingan avrei potuto nascondermi dietro Tsunade che, tra l’altro, quella vecchiaccia mi doveva un favore.
Perché sì, alla fine il mio piano esposto in maniera poco chiara e a dir poco vomitevole era riuscito a salvare Asuma, evitandone la morte e la conseguente vendetta di Shikamaru.
Quel figlio... d’un cervo, poi non si era limitato ad andare a concimare le piante con lo sterco dei cervi, ma mi aveva completamente scombussolato i piani: aveva ben deciso di far fuori un pericoloso assassino, sebbene non gli avesse ucciso parenti prossimi o Asuma. Anche Kakuzu era morto, ma io avevo sperato che, viste le squadre di soccorso, i due battessero in ritirata.
Cosa gli aveva fatto di male quel povero ragazzo?
Niente e da quasi due settimane Shikamaru Nara era finito nella mia lista nera.
Tsunade ovviamente quando glielo facevo notare glissava amabilmente sull’argomento, arrivando ad offrirmi una bottiglia di saké con il chiaro intento di volermi far ubriacare.
Hokage degenere.
Nel momento in cui mettemmo piede nel suo ufficio, la sua accoglienza fu molto calorosa.
“E tu che diavolo ci fai qui, eh?”
Sì, anche io sto bene, non ti preoccupare. Itachi quella mattina mi aveva solo scambiato per un bersaglio mobile.
Cinque punti se becchi un braccio, cento se becchi il cuore.
“Sempre gentile, mh? E io che ero venuta per salutarti! Ingrata.”
“Tu non dovresti essere a piangere la morte di un pluriomicida?”
Colpo basso.
Simultaneamente, Itachi si voltò verso di me, intuendo che stavo per dar vita ad una nuova scena molto – troppo – simile a quella di ogni mattina da due settimane a quella parte. Tsunade ghignò alla sua vittoria e probabilmente fu tentata dallo scolarsi mezza bottiglia di saké per festeggiare. Shizune, previdente, si allontanò dalla stanza con la scusa che doveva tosare il pelo al maiale.
In quel momento ero totalmente priva di una qualsivoglia mimica facciale e nessuno dei presenti sapeva cosa aspettarsi da una ninja mancata.
Tsunade, accorgendosi che non avevo reagito a quella provocazione mi osservò meglio, facendo scorrere lo sguardo da me a Itachi, che osservava me, che osservavo Tsunade.
Poi caddi in ginocchio e iniziai a disperarmi, mandando a farsi benedire le supposizioni che vedevano me reagire come una persona matura.
Senza pensarci due volte mi attaccai al piede di Itachi che tentò di spostarsi, ma fu bloccato da quel suono che era uscito dalla mia bocca e che era quanto di più simile ad un ringhio avessi mai sentito.
“Lui... lui... morto!... Voi... voi... assassini!” E sballottolai senza pensarci la gamba di Itachi, che si mantenne in equilibrio solo grazie al gene Uchiha che si manifestava nei momenti di bisogno.
“Hai finito? Era giusto che morisse.” Disse Tsunade.
Vidi chiaramente che si divertiva a girare il coltello nella piaga.
Io singhiozzai più forte e vidi Itachi sbuffare esasperato e ammonire Tsunade con lo sguardo.
“Ok, va bene, era un santo e noi siamo cattivi e malvagi. Alba in confronto è un’associazione per la pace. Konoha è il male...” Tsunade si era calata piuttosto bene nelle vesti di difensore della giustizia e probabilmente avrebbe continuato ancora a lungo se non avessero bussato alla porta.
Immedesimandomi molto nel ruolo di Hokage, risposi io al posto della diretta interessata. Esordii in un ‘avanti’ mezzo singhiozzato, non allontanandomi di un millimetro dalla gamba di Itachi. Quando Tsunade mi guardò scocciata per aver usufruito del suo titolo, la guardai male: ne avevo tutto il diritto dopo che aveva nominato Hidan.
“Di un po’, ma ti è dato di volta il cervello?” Chiese Tsunade stralunata.
“Cosa ho fatto?”
“Il ragazzo che usi come poggia testa è un criminale ricercato!”
Fui molto tentata dal risponderle un ‘e allora?’, ma poi mi voltai verso questo fantomatico criminale ricercato.
Oh.
Oh!
Ops.
Guardai Itachi e gli sorrisi imbarazzata e sul suo volto sembrò apparire l’ombra di un sorriso.
Poi mi ricordai che la porta si era aperta e mi girai di scatto, per vedere la faccia del ninja che Tsunade e Itachi avrebbero eliminato seduta stante per nascondere le prove.
Per fortuna era solo Kakashi.
“Cosa ci fai qui, Kakashi? Il mio ufficio vi sembra forse il mercato?” Chiese la Godaime con i nervi a fior di pelle.
Kakashi rimase un po’ interdetto sia per l’accoglienza sia per la scena che si trovò davanti. Vero, di solito la gamba su cui io piangevo era la sua.
Provvidi subito, mollando di colpo la gamba di Itachi, che barcollò per l’irruenza improvvisa e mi arpionai a Kakashi che si passò una mano sul volto.
“Ma perché sempre io?” Chiese annoiato.
“Kakashi, io e te parleremo dopo, qualsiasi sia il motivo per cui sei qui.”
Kakashi tentò di dire qualcosa, ma quando la vecchiaccia partiva prendeva la tangenziale e non stava zitta.
“Portati fuori quell’avvoltoio” disse, facendo cenno verso di me “e uscite di qui.”
“Ti sei vista allo specchio?” Dissi io, ma Kakashi prese a trascinare la gamba a cui ero attaccata, portandomi fuori mentre ancora inveivo contro Tsunade.
Restammo in silenzio per un po’ e, evidentemente, Kakashi aspettava il momento propizio per staccare la gamba da me. O staccare me dalla gamba.
Quisquilie.
Sembra tanto pacifico lì, attaccato al muro, mentre leggeva le sue porcate scadenti, e invece stava solo attendendo.
Quando, credendo che non mi fossi accorta del suo subdolo piano, alzò di colpo la gamba, rimasi incollata al suo piede, penzolando a cinque centimetri dal pavimento.
“Me ne ero accorta del tuo subdolo piano!” Sbottai e lui mi fece riaccomodare per terra, osservandomi da dietro la maschera.
Io guardavo lui e lui faceva altrettanto, il silenzio regnava di nuovo sovrano.
“Ah! Non tentare di togliere il piede!” Esclamai di colpo, anche se non aveva accennato a nessun movimento.
Bisognava essere previdenti.
Io non avevo nulla da fare, dovendo aspettare Itachi e di certo quello era un buon modo per passare il tempo.
La situazione fu la stessa per un quarto d’ora buono.
Quando chiuse di colpo il libro che, ovviamente, stava leggendo, lo fissa incuriosita e sospettosa, avvinghiandomi maggiormente alla sua gamba. Potevo anche mettermi a ringhiare, nella pessima imitazione di un cane con il suo osso, ma forse sarebbe stato un po' eccessivo.
“Allora è vero.” Disse lui con fare cospiratorio.
“Vero cosa?” Chiesi io curiosa alzando un sopracciglio, ma non abbassando la guardia.
Non sapevo nemmeno io perché stavo così attaccata al piedi di Kakashi, ma non me ne curai.
“Che...”
“Mmh mmh.” Lo incitai ad andare avanti, mentre lui si abbassava alla mia altezza per quanto gli fosse possibile vista la mia presenza.
“Hidan è morto.”
Io mi portai istintivamente le mani alle orecchie chiudendo gli occhi e mi diedi ad un’altra crisi in grande stile.
Biascicai qualche parola sconnessa e quando lo sentì ridere aprì gli occhi.
Lui ghignava da sotto la maschera e io non capivo perché.
Poi realizzai: mi aveva fregato. Ed eccolo che mi sventolava davanti la gamba che, per proteggermi dalla verità della morte di Hidan, avevo lasciato.
“No! La mia gamba! Ridammela!” Lui mi guardò stranito e disse: “Da quando la mia gamba è diventata la tua gamba?”
“E’ mia!” Esordii e mi lanciai verso di lui, con il chiaro intento di riprenderla.
Allora il fatto che a Konoha il mio cervello funzionasse meno del dovuto – o non funzionasse proprio – non era solo un’ipotesi, era un dato di fatto.
Fu così che iniziai a rincorrere Kakashi per i corridoi del palazzo, travolgendo tutti i ninja che passavano di lì. Lui riusciva ad evitarli, io invece li beccavo in pieno, farfugliando di tanto in tanto qualche ‘gomen’ o ‘scusa’.
Se era già la seconda volta che lo beccavo esordivo in un ‘levati dai piedi’: aveva visto che c’era un pericolo pubblico che girava per quei corridoi, il minimo che poteva fare era mettersi al riparo o, in mancanza di esso, buttarsi giù dalla finestra. Ne sarebbe uscito sicuramente più indenne.
“Fermati!” Lo pregai, oramai a corto di fiato.
Lui sembrava in ottima forma invece.
Perché io non avevo resistenza? Presi vivamente in considerazione l’idea di inseguirlo strisciando, ma avevo anche una dignità.
Sì, era andata quasi completamente a farsi benedire dopo tutte le figuracce possibile ed immaginabili, ma un po’ c’era ancora.
Kakashi, qualche metro avanti a me, si fermò davvero e io, racimolando tutte le forze che avevo mi lanciai di corsa verso di lui, sperando di riuscire a prenderlo. Ormai anche la gamba era in secondo piano, volevo prenderlo e basta.
Proprio mentre stavo per raggiungerlo, si aprì di scatto una porta, colpendomi dritta in faccia. Dopo aver esordito in una sequela di imprecazioni con un linguaggio decisamente poco aulico, alzai gli occhi per vedere chi era l’idiota che aveva aperto la porta.
“Chi diavolo ti ha detto che puoi aprire una porta, eh? Prima dovevi controllare se c’ero io dietro! Sei un...”
“Cosa sono?” Chiese la cara Tsunade invitandomi a continuare con un sorriso che faceva prospettare tutto tranne che uscissi illesa dalla faccenda.
“Tu? Tu cosa sei? Oh, beh... un Hokage molto abile... S-sì, un Hokage direi!”
Kakashi da dietro di lei se la rise tranquillamente e, facendomi un cenno con la mano, se ne andò.
Lei assottigliò lo sguardo e poi si girò per tornare nell’ufficio. Probabilmente le feci pena e decise di non uccidermi, rendendosi conto del fatto che già da sola ero un pericolo per me stessa.
“Lui se n’è andato, tu puoi tornare a villa Uchiha.”
“Dov’è andato?” Chiesi curiosa, anche se avevo una vaga idea.
“Aveva delle faccende da sbrigare.”
“All’associazione per la pace?” Chiesi, facendo riferimento al discorso di prima.
“Sì, a quanto pare hanno dei problemi visto che hanno perso un membro!” E ridendosela beata se ne andò.
Io mi diedi ad una fedele riproduzione dell’Urlo di Munch e mi avviai come un’anima in pena verso la villa. Non era giusto, loro non capivano la mia tristezza.
Camminando camminando biascicai parole sconnesso e forse fu per quello che i passanti che incrociavo mi guardavano in maniera strana.


Mentre tornavo a casa mi accorsi che avevano aperto anche un nuovo chiosco.
Rimasi imbambolata ad osservare l’entrata, indecisa sul da farsi: non avevo neanche ancora mangiato. Da una tasca tirai fuori un po’ di monete, che mi erano state date in caso di emergenza.
Beh, il mio personale fabbisogno nutrizionale non era forse un’emergenza?
A farmi entrare letteralmente di corsa fu quel buon profumino che proveniva dall’interno.
Fu così che, camminando verso casa, mi ritrovai a mangiare quelli che, a detta del proprietario, erano Takoyaki, ovvero delle polpette di polpo.
Erano talmente buone che fui quasi tentata di andare a comprane altre. Poi, però, la consapevolezza che Itachi mi avrebbe sicuramente ucciso se avessi speso tutti i soldi che mi aveva dato mi fece ravvedere sulle mie idee.
Quando arrivai nell’entrata mi fermai di colpo, ritrovandomi completamente spaesata: cosa dovevo fare?
Non era mai capitato fino a quel momento, che mi ritrovassi in quella casa da sola e le volte in cui era capitato era troppo tardi e l’unica cosa che dovevo fare era andare a dormire. Di certo non avrei dormito, anche perché sonno non ne avevo.
Mi ritrovai a vagare per la casa, alla ricerca di un occupazione, ma senza grandi risultati. Stanca di camminare e conoscendo alla perfezione quella casa, mi sedetti nel corridoio con la schiena appoggiata alla parete.
Finii con l’addormentarmi, possibilità che prima avevo altamente ignorato.
Mi svegliai non so quanto tempo dopo, poiché avevo sentito un rumore: probabilmente Itachi era tornato, finalmente. Mi ero ritrovata stesa su un fianco rannicchiata su me stessa. Certo che avrei anche potuto andare in camera mia a dormire.
Grazie alla mia felice idea di addormentarmi contro una parete, avevo la schiena a pezzi. Mi stiracchiai per bene e mi diressi verso la cucina.
Fuori era già buio, dovevo aver dormito un bel po’.
Io avevo dato per scontato che fosse Itachi, non avevo preso in considerazione la possibilità che potesse essere qualcun altro.
Ad un tratto sentii una voce, ma non era di Itachi, era più roca e profondo. Qualcuno rispose e no, neanche quello era Itachi.
Per fortuna ero nei pressi della mia camera e mi ci fiondai.
Cosa dovevo fare ora? Potevano essere ladri o chissà chi.
Restai immobile e in silenzio per sentire cosa succedeva; mi stavo cagando sotto dalla paura, non lo negavo.
Non potevo restare in quella camera per sempre, anche la prospettiva era parecchio allettante. Non sentendo più nessun rumore e le voci che avevo sentito precedentemente, uscii e mi avviai in silenzio per i corridoi. Se mi andava bene magari riuscivo ad uscire dalla villa e potevo andare a chiamare Tsunade o qualcun altro.
Ad un tratto una specie di spadone mi piombò davanti e mi ostacolò il passaggio, facendomi cacciare un urlo.
Mi voltai spaventata, arretrando quanto più possibile in quel corridoio che mi appariva fin troppo stretto.
Lo stupore era tanto che non riuscii neanche più ad urlare per la paura.
Lo spadone che mi aveva impedito la fuga altro non era che la Samehada, perché colui che mi stava davanti era Kisame. Il ghignò che aveva stampato in volto era a dir poco spaventoso.
Al suo fianco, non ci misi molto per riconoscerlo, c’era Deidara.
Che Diavolo ci facevano Kisame e Deidara lì?
Perché io finivo sempre nei guai anche quando non facevo niente?
Dov’era Itachi quando serviva?


Salve!^^
Comincio con il chiedervi scusa per il prolungato ritardo: credevo che, con l’inizio delle vacanze, avrei potuto ricominciare a postare regolarmente, ma, a quanto pare, l’ispirazione per questa storia si è presa una vacanza. Non vi nego che ho anche pensato di sospenderla, ma la verità è che non ne avrei avuto il coraggio. Ci sono troppo affezionata. Avrei voluto postare il 12 giugno, perché esattamente un anno prima avevo postato il prologo, ma poi ho avuto il morbillo e il tempo è passato. Ora che ci penso, Nata per essere Ninja ha già un anno di vita e, rileggendo i primi capitoli, non posso che sentirmi fiera di me stessa, concedetemelo. Sono migliorata per quanto riguarda la scrittura, anche se di strada devo farne ancora a volontà!_-_ È comunque un traguardo!^^ È anche per questo che non farò mai nessun cambiamento ai primi capitoli, anche se lasciano un po’ a desiderare!^^’
Passando al capitolo...
Diciamo che non spicca né per bellezza tantomeno per lunghezza, ma è quello che sono riuscita a scrivere.
Beh, le acque si stanno muovendo, finalmente direte voi!xD
Purtroppo non sono riuscita a far salvare Hidan, ma Asuma sì: esigenze di copione, mi dispiace Hidan!ç__ç
Quando la mia ispirazione non si prendeva gioco di me ed era costantemente presente all’appello, mi era anche venuta in mente un’idea per uno spin off per questo capitolo che spero vivamente di riuscire a scrivere. Detto questo, vi chiedo ancora scusa per il ritardo, che questa volta è di ben tre mesi e svariati giorni.
Uh! Quasi dimenticavo! I Takoyaki sono appunto delle polpette di polpo. Potete trovare informazioni più dettagliata di quelle che una sceme come me vi può dare qui.
Non potevo non mettere quella parte, anche se è sostanzialmente inutile per il capitolo!*sbava*


Choco_DN: ciao! Sono felice che la mia storia continui a piacerti!*-* Purtroppo non sono riuscita a far salvare Hidan e Kakuzu anche se, fidati, avrei tanto voluto!ç___ç Più o meno quando è morto Hidan io ero come in questo capitolo!xD Massì, mi consolo con Itachi! *sbava* Chiedo scusa per il ritardo, dovrei frustrarmi, pardon!ç__ç Spero che il capitolo ti piaccia!^^
Pain Hatake: ma hai tolto il 94!O__o Yup, non centra, lo so!^^’ Sinceramente, mi era anche passato per la testa di sospenderla, ma non ci sarei mai riuscita!<3 Poi tu non me l’avresti fatta passare liscia, no!xD Che bello, le mutande di Itachi sono diventate un minibare!x’D *prende lattina di tè* Grazie per la recensione!*-*
IvI: chiedo scusa per il ritardo!^^’ Spero che la voglia di leggere il capitolo sia superiore a quella che hai di uccidermi!xD Io di Death Note in verità so proprio poco, ho visto poche puntate dell’anime all’inizio e conosco solo Light e L... però ci stava bene quella parte!xD Grazie per la recensione!^^
DebbyUzu: sono felice che la mia storia ti piaccia!*__* Io quando sono agitata faccio ben di peggio, anche se devo ammettere che se fossi agitata in presenza di Itachi per davvero mi sa che sarei molto nella merda!xD Spero che il capitolo ti piaccia!^^
Samirina: veramente la mia incompetenza è qualcosa di scandaloso e raccapricciante, perciò mi sa che andrebbe censurata!xD La mediaset avrebbe fatto una strage! Felice di averti tirato su di morale e spero non me ne vorrai per questo ritardo abnorme!_-_ Grazie per la recensione!=)
neko_yuki: sono felice che la mia storia ti piaccia! E se ti tira su quando sei triste invece di darti la mazzata finale è anche meglio!xD Spero che anche questo capitolo ti piaccia e chiedo scusa per il ritardo!^^’
Garconne: felice che la storia ti piaccia!*__* No! Lo Sharingan no!O__O Mi basta già Itachi! Vuoi anche tu un po’ di collirio? Sai, per gli occhi arrossati!O_o Anche Itachi ha questo problema!xD Grazie per la recensione!^^ Grazie per avermi messo tra gi autori preferiti!ç__ç *gongola senza ritegno*
Burdock 95: sono contenta che la mia storia ti dia quest’impressione!^^ Anche se però ne ha ancora da fare di strada!^^’ Spero che anche questo capitolo ti piaccia e ne approfitto per ringraziarti di cuore per aver segnalato la storia tra le scelte. Non importa se non ci finirà, sono felice che però tu l’abbia proposta! Grazie mille!=)
Nihal: oh, Nihal, non ti preoccupare che recensisci un mese dopo la pubblicazione, io sono in ritardo di tre mesi con la risposta, perciò...!xD Sasuke è un ninja fedifrago che ha perso il cervello mentre si lavava le orecchio(??)!U__U Resta comunque un essere adorabile, suvvia!xD Purtroppo Hidan è morto anche qui, anche se io avrei preferito di no!çOç *fa cerchietti in un angolo* Grazie per la recensione baka, felice che almeno quando la leggi ti fai male cadendo dalla sedia!xD *schiva mouse*
  
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