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Autore: Sylar1610    16/07/2010    2 recensioni
Cos'ha fatto Gabriel dopo aver lasciato il suo posto in Paradiso? Beh, ne ha fatte di tutti i colori! (traduzione a cura di Brokendream)
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Note di traduzione

Note di traduzione: ecco il secondo capitolo, spero di aver fatto un lavoro almeno accettabile! Io mi diverto molto a tradurla. L'originale potete trovarla qui. Come sempre, a tradurre nel bene o nel male, è Brokendream!


 

 

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Conversations with Death

 

 

 

Per prima cosa, dovevo trovarmi un tramite.

C'era questo tizio, nel Nord Europa, che stava morendo dissanguato dopo essere stato attaccato da un lupo.

«Salve» lo salutai.

«Chi ha parlato?»

Una domanda più ovvia no, eh?

«Mi chiamo Gabriel e sono qui per salvarti»

«Sul serio?» disse scettico «perchè lo faresti, e come?»

«Mi serve che tu dica di sì cosicché io possa impossessarmi del tuo corpo e usarlo come contenitore.» spiegai.

«E ciò in che modo mi salverebbe?» mi chiese sul punto di annegare nel suo stesso sangue.

«O così o muori qui» risposi.

«Suppongo non abbia molta scelta, dunque sì, puoi farlo» si arrese.

Così entrai nel suo corpo e mi impossessai di lui. Mi alzai in piedi e la ferita sparì. Stavo per teletrasportarmi nella Valle Nera per avvertirli quando mi resi conto di una cosa. Se Micheal e la squadra divina mi avessero captato, mi avrebbero riportato su in Cielo e poi lui mi avrebbe ucciso.

 

Poi mi ricordai una cosuccia. Avevo sentito parlare di una magia che aveva effetto sugli angeli. Una magia enochiana, così mi premetti la mano sul petto e marchiai la mia nuova gabbia toracica con un incantesimo d'occultamento enochiano. Questo avrebbe tenuto lontano da me il Grande Fratello.

 

Mi teletrasportai nella Valle e iniziai a dire alle persone del diluvio. Come potete immaginare, tutti pensarono che ero ubriaco o pazzo. Ma una persona mi credette.

«Hai detto che sta per arrivare un diluvio?» mi chiese.

Finalmente qualcuno che mi credeva!

«Sì, sta per succedere un casino e se non avete qualche tipo di imbarcazione, allora morirete tutti.»

«Mio figlio ha avuto delle visioni circa un diluvio che dovrebbe durare molti mesi e ha insistito affinché costruissi un'arca nella quale saremmo stati al sicuro» mi raccontò.

«Come ti chiami?» domandai.

«Noè» rispose.

«Beh ascoltami: tu, la tua famiglia e chiunque ci creda dovete salire su quella barca, perchè tra poche ore la Valle Nera diventerà il Mar Nero.»

Dopo qualche ora riuscimmo a far imbarcare circa quaranta persone insieme ad una coppia di ogni animale originario del luogo.

Non appena la pioggia iniziò a venir giù, mi teletraportai su un'altura.

 

Quando l'acqua iniziò ad innalzarsi, guardai giù e vidi che tutti quelli che non erano sull'arca iniziavano ad annegare. Guardai l'arca essere sollevata dall'acqua e navigare verso la salvezza.

 

«Sei venuto a guardare lo spettacolo, Gabriel?» sentii dire ad una voce dietro di me.

Mi voltai e vidi un uomo vestito di nero, era così magro da sembrare uno scheletro vivente.

«Temo tu mi abbia confuso con qualcun altro» dissi chiedendomi come sapeva chi fossi.

«No, quei piccoli scarabocchi che hai sulle costole possono impedire ai tuoi fratelli di trovarti, ma non a me» spiegò sedendosi su una roccia accanto a me.

«E tu chi sei?» domandai.

«Non mi aspetto che una cosa come te mi conosca. Io sono Morte, o almeno è così che mi chiamano qui» disse.

«Che significa una cosa come me?» dissi offeso.

Chi si credeva di essere quel tizio?

«Voi angeli pensate di essere importanti ma per me siete solo insetti, e solo perchè ci sono gli umani che in confronto a voi sono microbi» disse.

«Cos'è che ti rende così importante?» volli sapere.

«Sono la Morte in persona. Sono al di sopra di ogni cosa, niente può sfuggirmi, niente può sconfiggermi, nessuno può ingannarmi, sono inevitabile. Tutti moriranno: tu, i tuoi fratelli, anche Dio» disse.

«Stai scherzando, gli angeli non possono morire, men che meno Dio» dissi incredulo.

«Ne sei sicuro? Beh, vedremo chi di noi ha ragione, alla fine» disse.

Abbassò lo sguardo su tutte quelle persone che stavano morendo, sospirò e disse: «Hai idea di quanto odi tuo fratello in questo momento? Uccide tutte queste persone e spetta a me mietere tutte le loro anime, da solo. Sembra che la tua famiglia mi abbia preso per la sua cameriera.»

Sembrava disgustato al solo pensiero.

«Hai mai pensato di prendere un aiuto?» gli dissi.

«Cosa intendi?» mi chiese guardandomi.

«Intendo, perchè non dai a qualcun altro la tua capacità di mietere anime? In questo modo non dovresti fare tutto da solo» gli spiegai.

Ci pensò su per un secondo.

«Non è una cattiva idea» convenne alzandosi dalla roccia e afferrando un'anima umana dall'acqua. Era una donna, che lo supplicò di non prenderla.

«Rilassati» le disse «non vuoi andare dall'altra parte per il giudizio finale?»

«No» rispose «temo la mia destinazione»

«Ti piacerebbe restare qui e lavorare per me mietendo anime?» le domandò.

«Sì, sarebbe bello» disse lei.

«Allora tu sarai il mio primo mietitore» annunciò lui posando la testa sulla sua fronte. Qualche strana e raccapricciante ombra entrò in lei.

«Hai bisogno di un nuovo nome per la tua nuova vita» le disse.

«Che ne dici di Tessa?» gli suggerii «E' un bel nome.»

«Che ne dici?» domandò a lei.

«Tessa» ripeté «sì, questo è il mio nuovo nome. Il mio vero nome.»

«Credo che mi piacerai» disse Morte «ora va' e mieti le anime.»

Così lei si allontanò, poi lui si voltò verso di me e disse: «Anche io devo andare, quelle anime non si mieteranno da sole.»

Iniziò ad allontanarsi ma si voltò quando lo chiamai.

«Ehi, ti dispiace non dire a nessuno che mi hai visto?» gli chiesi.

«Beh, dato che mi hai dato questa bella idea, farò finta di non averti mai visto. Ma ricorda, ci rivedremo presto Gabriel» rispose con un tono talmente raccapricciante che Freddy Krueger se la sarebbe fatta nei pantaloni.

 

Dopo che se ne fu andato, realizzai una cosa. Ero libero: nessun familiare che mi alitava sul collo, nessun profeta da proteggere. Non mi importava di quello che Darth Vader mi aveva appena detto, non mi avrebbe preso.

Avrei usato il mio ingegno e avrei fregato chiunque avesse cercato di uccidermi. Avevo il potere di un dio e il mondo era la mia ostrica.

Era tempo di fare l'unica cosa che i miei fratelli mi avevano sempre impedito di fare: avevo intenzione di divertirmi un po'.


 

   
 
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