Ragazzina
Disegno ombre scure ed
irrequiete. Disegno tempeste. Disegno squarci di buio. Disegno vuoto. Disegno
nero. Disegno con forza come a cancellare, invece di scrivere. Disegno quello
che non ho mai disegnato. Disegno ciò che non ho mai provato. Disegno
nell’angolo più buio della stanza. “possiamo parlare?” la voce di Tanya è
scombussolata, intrisa di dolore. Si piega fino a rendersi visibile, sbucando
nello screzio aperto della porta della mia camera.
La odio. Ha il viso livido,
le labbra serrate, il trucco sbavato che copre malamente le occhiaie scure.
Odio la sua maschera distrutta, che dovrei indossare io al posto suo. Odio
tutto di lei. I capelli rame che spiccano nella fioca luce della stanza, che
brillano di vergogna in ogni suo riccio capriccioso, per esempio.
“cosa” sibilo.
“ho bisogno di dirti la
verità…” ha gli occhi lucidi, lo sguardo afflitto e perso nel vuoto “sai perché
l’ho fatto, Bella?”
Perché forse sei una stupida
stronza?
Mi limito a fissarla
malamente.
“io ero invidiosa di te”
confessa ed abbassa lo sguardo a terra.
Invidiosa? Di me?
“che cosa stai dicendo? Menti”
sussurro.
“No! Te lo giuro. Ero invidiosa
della tua felicità, del fatto che la tua vita fosse perfetta”
Perfetta? Non direi.
Guardo la figura di Tanya con
disprezzo. Lei è bellissima. Corpo stupendo, viso perfetto.
“questo non ti giustifica”
sibilo.
“aspetta, lasci che ti
racconti tutto…” la sua voce è spezzata dal silenzio circostante e dalla
tristezza.
“io vedevo te, felice, con
tanti amici veri accanto, il tuo fidanzato ed un talento per l’arte. Poi vedevo
me... triste, passiva, con un ragazzo a settimana e amici falsi. Così ero
invidiosa di te. E così ho pensato malignamente che rubando quello che ti
rendeva felice lo sarei diventata anch’io. Ho iniziato dalla parte più facile…
ho… ho sedotto Edward dopo averlo visto distrutto dalla vostra litigata. Lui non
demordeva, perciò ho dovuto farlo ubriacare e drogarlo. Lui… lui mi ha detto
che l’avevi tradito, che voleva morire perché non eri più sua. Mi sono
approfittata di lui.”
Scuoto la testa, ansimante. Tante
immagini si riflettono cupe nella mia mente.
“ma questo non cambia niente.
Lui ti ha baciata, toccata, ha goduto con te…” inspiro profondamente, la rabbia
e la delusione in un blocco nella gola.
“no. Lui non ha fatto niente.
Ho fatto in modo che non potesse accorgersi di quello che gli stava succedendo
per evitare che mi respingesse. Ho fatto tutto io, Bella. Lui stava lì e
ripeteva il tuo nome piangendo”
E come uno specchio
riflettente, succede la stessa cosa a me. E grosse lacrime cadono pesanti e
silenziose sulle mie guancie.
“adesso sai tutto. Ti chiedo
solo un favore. So che non perdonerai mai me, ed è giusto. Ma perdona lui. Tecnicamente
non ha fatto niente.”
“mi chiedi troppo, Tanya”
Lei sorride amaramente, il
capo lievemente inclinato a destra.
Quando penso che la
conversazione sia finita lei rimane lì, a pochi centimetri di distanza, il
corpo fermo.
“dopo questa esperienza ho
capito che la tua felicità non è la mia. Ma dopo essere stata con Edward sono
felice. Edward mi porta felicità”
Provo tenerezza per lei. Infelice
e triste ragazza che prova di tutto per avere il suo lieto fine, che non si
accorge dell’orrore che commette pur di esaudire il suo piu grande desiderio.
Molti mi hanno accusato di
essere troppo altruista, quasi masochista.
Non ho mai saputo essere
egoista quanto basta.
“il danno è stato fatto. Ormai
la mia relazione con Edward è finita, non può guarire da una ferita così
profonda come se non fosse successo niente. Perciò, se la tua felicità è data
da lui, puoi provarci, almeno una delle due sarà felice. Tanto anche se le cose
si aggiustassero fra me e lui non potrebbe resuscitare la gioia di un tempo”
Tanya è felicissima.
Glielo leggo in faccia.
Io invece ho appena
consentito alla mia uccisione.
E quando lei esce dalla
stanza, scoppio a piangere di nuovo. E mi addormento tra le coperte del mio letto, bagnato di dolore.
“Ehi, dormigliona…” una voce
mi risveglia dal sonno. E’ una bella voce, un po’ arrochita dal fumo.
“ehi” sussurro. Mi esce duro,
quindi sorrido scusandomi.
E’ Adam.
Il biondo cenere dei suoi
capelli è splendente.
Gli occhi smeraldo sono
chiari e limpidi. Non si è drogato. Questo mi fa diventare tutto ad un tratto
felice.
Seduto accanto a me, sul
letto, mi porge un pacchetto rosso.
“è una cazzata… l’ho visto e
mi è sembrato carino… davvero…” abbassa gli occhi, imbarazzato. Io ne rido,
coinvolgendo anche lui. E noto il suo sguardo su di me quando sorrido.
Dentro il pacchetto c’è una
catenina argentata molto fine. Da essa
pende un ciondolo. Raffigura una piccola rosa dal gambo spinoso e i petali
leggeri e distesi.
E’ bellissima.
“wow…” sussurro, sfiorando
con le dita il ciondolo in argento.
Lui sorride. Dio, quanto mi
piace quel sorrisetto imbarazzato e pieno di luce.
“le rose sono i più bei fiori
che esistano, e sono contornate da spine, per la loro preziosità” dice e mi
guarda.
“mi piace un sacco”
“dai, girati che te la metto”
Quando le sue dita scorrono
sul mio collo sento un brivido.
E’ piacevole.
Avvicina il suo capo al mio
collo e sussurra al mio orecchio “per la rosa più bella”. Il suo respiro mi
solletica.
Sorrido. E vengo presa da un
pensiero. E quel pensiero mi acceca.
E subito diventa realtà.
Mi volto, veloce e poggio le
mie labbra sulle sue, baciandolo.
Sa di cioccolato, dolce,
caldo, perfetto.
Lui è sorpreso, ma mi
asseconda dischiudendo le labbra.
E ci ritroviamo a baciarci,
nessun pensiero per la mente.
Dimentico tutto, persino
Edward e Tanya.
Il bacio si fa più dolce, Adam
ha le mani tra i miei capelli, io lo stringo forte al mio petto.
Non andartene, non andartene.
Non andartene mai.
E proprio in questo momento,
un rumore. Una voce femminile, la voce di mia sorella.
“No Edward, non andare… non è
sola!”
E in un istante la porta si
spalanca.
Ma non vedo chi entra, perché
Adam è davanti me. E mi accoccolo sul suo petto, sperando di non vedere chi so
che sia. Il bacio continua dolce, infine lui si accorge della porta e mi lascia
dolcemente.
Poi si gira verso Edward. E’
proprio lui, e guarda Adam come se volesse ucciderlo.
“vattene” dico. E mi
riferisco ad Edward.
Lui mi guarda tristissimo.
“lascia stare, me ne vado”
sussurra Adam.
No, no!
“no! Non andartene, ti prego”
E mi alzo prendendolo per un
braccio. Lui si ferma, mi guarda. Poi cade su di me, sorpreso.
Edward gli ha mollato un
pugno.
Ma Adam si rialza veloce e
subito la sua mano finisce alla gola di lui.
Lo sbatte a muro, stringe la
mano facendo tossire Edward.
“basta! Smettetela!” urlo e
mi metto in mezzo a loro.
Adam lo lascia subito,
lasciandosi spingere lontano da Edward. Lui tentenna paonazzo in viso, poi si
calma.
Li guardo per istanti
interminabili, severa.
Loro hanno lo sguardo a
terra.
Triin-triin!
Il cellulare squilla.
E mi decido a rispondere solo
quando mi sembra che la situazione si sia calmata.
“B… Bella… la… la bambina… Apr…
April è…. April è morta”
Come un eclisse, verso il
buio.
Siete Team Adam o Team Edward?
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