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Autore: NonSense    16/07/2010    4 recensioni
Cinque persone; quattro vittime ed un assassino.
Essere costretti a passare due giorni e due notti della propria vita rinchiusi in ospedale con altre quattro persone, soprattutto se queste sono tue amiche, è facile.
Sapere che una di queste è un assassino, e che prima della fine di questi giorni molto probabilmente ucciderà tutti, è difficile.
Accettare la sua identità, è addirittura impossibile.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sei stato tu?

Naruto cercò di soffocare le lacrime. Uno dei suoi migliori amici era morto. Un altro.
Perché l'assassino non ha pensato che fosse sufficiente uccidere solo Kiba?, pensò con rabbia l'Uzumaki.
Si sedette sul letto senza proferir parola e tenne il capo basso. Non voleva guardare negli occhi la persona, chiunque fosse, che si era resa colpevole della morte di Kiba e di Neji.
- Naruto... - cominciò a dire Sasuke, ma venne prontamente interrotto da un gesto della mano del ragazzo dai capelli biondi, che gli faceva segno di tacere.
Possibile che solo lui si sentisse distrutto per la morte degli altri due? E che Sakura e specialmente Sasuke non facessero un piega?
I due ragazzi, dopo alcuni minuti di silenzio, andarono a sedersi sul letto, vicino a Naruto.
- Chi di voi due è stato? - domandò l'Uzumaki ai due, senza però alzare il viso per guardare le loro espressioni.
Tanto sapeva che erano entrambi impassibili e che non avrebbero lasciato trasparire niente di quello che pensavano.
Improvvisamente poi, gli venne un'idea.
Sarebbe riuscito a scoprire l'identità dell'assassino, in un modo o nell'altro, ce l'avrebbe fatta.
Infondo gli indiziati erano solo in due e aveva il cinquanta per cento delle possibilità di azzeccare l'assassino.
Naruto si alzò di scatto dal letto e, osservandoli entrambi, cominciò a parlare.
- Mi serve della carta e tre penne. - dichiarò serio guardando Sakura, perché lei era l'unica che poteva procurargli l'occorrente.
- A che ti servono? - domandò sorpresa la ragazza.
- Questo non puoi saperlo ancora. Ma lo scoprirai tra poco. Tu vai a prendere il necessario, mentre io e Sasuke andiamo in mensa. Tu raggiungici lì. -
Nessuno dei due capiva quale fosse il vero obiettivo dell'amico, ma lo lasciarono fare.
- Allora io vado. - affermò Sakura, alzandosi dal letto e uscendo dalla camera.
Soli nella stanza, Sasuke e Naruto si guardarono intensamente negli occhi.
- Piantala di usare questo tono da capo, Naruto. Tu non ci hai ancora provato la tua innocenza. - e precedendolo per andare in mensa, gli urtò la spalla con la sua, rivolgendo il suo sguardo da un'altra parte.
Durante il tragitto che li portò fino alla cucina, nessuno dei due disse niente.
E non proferirono parola nemmeno quando presero posto su due sedie lontane.
Solo l'arrivo di Sakura catturò la loro attenzione.
- Carta e penne. - disse lei facendo sventolare gli oggetti.
- Bene. - affermò Naruto alzandosi per andare a prendere il necessario per attuare il suo piano - Tu vai pure a sederti Sakura. - le disse gentilmente.
Quando la medic ninja si fu seduta, l'Uzumaki cominciò a distribuire un pezzo di carta e una penna per ciascuno.
- Nel foglio scriveremo se siamo o meno l'assassino. Insomma, questo è modo semplice per accertarsi che si nasconda tra di noi e non sia qualcuno di cui non conosciamo l'esistenza e che si è furtivamente nascosto nell'ospedale con l'obiettivo di ucciderci tutti. - affermò sedendosi sulla propria sedia. - Quando avrete finito leggerò ad alta voce le risposte. -
- E che cosa farai se uno di noi scrive di essere l'assassino? - gli domandò curioso Sasuke, in attesa di una risposta che sapeva non avrebbe ricevuto - E poi diciamocelo chiaramente, è una cazzata quello che stai facendo. Non ha senso. Non funzionerà mai, te lo assicuro io. Devi cercare di capire chi è l'assassino con l'astuzia, devi saper mettere bene a posto i pezzi di un puzzle e non cercare di inventare stupidi giochetti. -
- E se invece nessuno di noi ammette di essere l'assassino? - domandò Sakura.
Certo, la prima gli sarebbe stata più di aiuto, ma lui sperava ancora nella remota possibilità che qualcuno nascosto nell'ospedale avesse commesso gli omicidi al posto di uno dei due dei suoi migliori amici, pur sapendo che invece non era così.
- A quello penseremo dopo. -
Tutti e tre i ragazzi si mise a scribacchiare qualcosa sul loro foglietto e lo posarono al centro del tavolo.
- Posso leggerli? - domandò Naruto.
Una parte di sé, quella che era ancora convinta che tutto fosse un incubo da cui si sarebbe svegliato da un momento all'altro, preferiva che i due ragazzi gli dicessero di non farlo.
Ma sapeva che nessuno dei due l'avrebbe fatto e vedendoli annuire, prese i tre fogli, li mischiò e cominciò a leggere quello che c'era scritto sopra.
- Non sono io l'assassino. - riportava il primo, così come anche il secondo ed il terzo.
- Che facciamo? - domandò Sakura, appoggiando del tutto la schiena sullo schienale della sua sedia.
- Ho un'altra idea. Possiamo... - cominciò a dire, ma venne interrotto dall'Uchiha.
- Perché non la piantiamo con queste cazzate? Io e Sakura sappiamo chi è il colpevole. Tu sei l'unico che non riesce a capirlo. - affermò gelido Sasuke.
- Perché non me lo dite allora? E poi, non avete paura l'uno dell'altra? - domandò confuso e scandalizzato allo stesso tempo per le dichiarazioni ricevute.
Sakura e Sasuke si guardarono e risposero all'unisono a quel quesito.
- No, non abbiamo paura. -
- Quindi io sono l'unico che continua a rimanere all'oscuro di tutto, vero? - domandò arrabbiato Naruto.
- Sì. - affermò Sakura.
- E magari vi siete anche messi d'accordo... -
Tutto ciò lo disgustava. Come potevano fare una cosa simile?
- No, non ci siamo messi d'accordo. Abbiamo semplicemente capito che non sei tu l'artefice degli omicidi. E se non sei tu allora lo è uno di noi due. Poi si va per esclusione; se io so di esserlo allora lei è innocente, ma se io so di non esserlo, allora è lei il colpevole. -
Il ragionamento non faceva una piega e si stupì di non aver pensato anche lui a una cosa così elementare come quella.
- E tu che cosa sei? - domandò a Sasuke.
- Io sono innocente. - rispose il ragazzo dai capelli neri.
- Anche io sono innocente, Naruto. - dichiarò seria la Kunoichi.
Certo! Adesso se ne uscivano entrambi dicendo di essere innocenti, ma uno dei due mentiva spudoratamente.
Doveva solo capire chi dei due non era sincero... eppure non ci riusciva.
Lui voleva solo uscire dall'ospedale. Ma voleva uscirci con Sakura e Sasuke e non da solo.
Perché, nonostante tutto, loro erano e sarebbero rimasti per sempre i suoi migliori amici.
Lui non avrebbe mai voluto che fosse accaduto tutto quello; era rimasto impotente, costretto a subire una serie di sfortunati e terribili eventi. Ma nonostante tutto, alla fine non aveva nemmeno fatto nulla per cercare di impedire che queste atrocità venissero commesse.
Avrebbe dovuto aiutare Neji e Kiba in qualche modo, ma non l'aveva fatto. Per il suo comportamento si meritava di essere considerato al pari della persona che aveva tolto loro la vita.
- Avete intenzione di uccidere qualcun altro? - domandò il ragazzo dai capelli biondi senza cercare di dissimulare la rabbia che sentiva crescere con il trascorrere dei minuti.
Gli altri due non dissero niente.
- Avete detto che non siete complici, quindi c'è anche la possibilità che vi uccidiate a vicenda. - constatò Naruto.
- In effetti questa è una possibilità. - disse Sakura osservando attentamente sia Sasuke che Naruto.
- Perfetto! - esclamò il ninja in tono ironico. - Non solo non so chi è l'assassino, ma devo anche guardare che voi due non vi uccidiate a vicenda. Meglio di così non poteva proprio andarmi. -
Era sicuro, di lì a poco sarebbe impazzito. Ora non solo doveva proteggere sé stesso, ma anche uno di loro due.
Ma non sapeva chi; se invece della vittima avesse portato aiuto al carnefice?
Se lo sarebbe mai perdonato, sempre che fosse riuscito a salvarsi?
Proprio non sapeva che cosa fare.
E in più aveva anche un urgente bisogno di andare ai servizi. Ma non poteva mica portarseli entrambi in bagno con sé, però non poteva nemmeno lasciarli da soli.
- Venite con me. - ordinò loro, alzandosi dalla sedia.
I due ragazzi si alzarono confusi. E ora cos'aveva in mente? Un altro dei suoi stupidi giochetti?
- Ehm, ma si può sapere dove stiamo andando? - domandò Sakura.
Lo sapeva che se avesse rivelato il luogo in cui sarebbero andati molto probabilmente lo avrebbero ucciso entrambi, ma non poteva nemmeno mentire.
Non se la sentiva proprio.
- Andiamo tutti e tre in bagno. - esclamò aspettando come conseguenza della sua affermazione un Chidori oppure un pugno ben assestato da Sakura.
Gli altri, invece, gli rivolsero solo uno sguardo truce.
- Naruto... - cominciò a dire la Kunoichi con una vena pulsante sulla fronte.
- ... vai immediatamente in bagno! Da solo! - gli ordinò l'Uchiha a denti stretti.
- Va bene, vado. -
Prima di varcare la porta però si girò ad osservarli attentamente entrambi, cercando di catturare ogni loro particolare, perché c'era anche la possibilità che quella fosse l'ultima volta che li vedeva entrambi.
- Vi prego, non uccidetevi mentre io non ci sono. - sussurrò piano prima di andarsene.
Ma sapeva che entrambi avevano sentito quella che era una preghiera.
Una volta in corridoio, Naruto si mise a correre il più velocemente possibile in direzione del bagno che si trovava in fondo al piano.
Una volta raggiunto il bagno, spalancò la porta di fretta e si sbrigò a fare i propri bisogni, ma non appena ebbe finito sentì Sakura gridare.
Quindi si affrettò a chiudere la cerniera dei pantaloni e si diresse velocemente in direzione della mensa, sperando di arrivare in tempo.
Ora che aveva sentito Sakura urlare aveva avuto la certezza che fosse Sasuke il colpevole.
Il suo sesto senso gliel'aveva detto dall'inizio che era lui, ma l'Uzumaki aveva soffocato questa parte di sé, con la speranza di scoprire che non fosse lui il killer.
Però non voleva nemmeno che lo fosse Sakura.
Quando entrò nella mensa trovò Sasuke sdraiato per terra e gravemente ferito.
- Ma cos'è successo? - domandò incredulo.
Naruto aveva preso la testa dell'Uchiha tra le proprie braccia, ma il sangue che continuava a scorrere dalla sua bocca, provocato dal kunai che aveva in petto e che l'Uzumaki gli aveva tolto immediatamente, faceva presagire che il ragazzo non ce l'avrebbe fatta.
- Io non capisco. - continuò Naruto piangendo.
- T-tu n- non c-cap-pisci m-mai n-niente. - gli disse l'altro, esalando il suo ultimo respiro.

Note dell'Autrice.
Volevo solo dirvi che mancano solo altri due capitoli alla fine( non so perché qualcuno avesse capito che ne mancasse solo uno XDD) e l'incubo sarà finalmente terminatoXD
Beh, direi che il capitolo si commenta da solo: orribile come al solito, ma ormai voi ci avete fatto l’abitudine, quindi… XD
Questa volta non risponderò ai commenti, perché la cosa sarebbe un po’ complicata, lo farò al prossimo capitolo. Credo… XD
  
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