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Autore: Drogata del nulla    20/07/2010    0 recensioni
Di questa storia, posso dirvi che ci sono vari significati. Sta a voi interpretare quello che ritenete più adatto.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2° Capitolo

Volare.

Makenna lo aveva sempre amato.

A volte, chiedeva a Iddio perché non l’avesse fatta nascere aquila.

Aveva sempre voluto essere un’ aquila.

Fiera e maestosa, con due ali da far paura.

Un’ anima libera.

Si dice che un’aquila riesca ad agguantare e mangiare un’intera mucca.

E Makenna voleva sentirsi così.

Voleva riuscire ad affrontare anche le cose più grandi di lei.

Voleva annientarle.

Voleva essere forte, potente.

Ma non lo era, e questo la distruggeva.

Chiuse gli occhi.

D’improvviso, le sue braccia iniziarono a pungere.

Tiravano, e lei non capiva perché.

Aprì gli occhi.

Le sue braccia erano diventate due grandi ali.

Le sue gambe, ora erano zampe.

E il suo volto, non era più umano.

Era un’aquila.

Un’ aquila grigia.

Cosa doveva fare?

Prendere il volo, librarsi nella sommità del cielo?

Arrivare tra le nuvole, e su su, ancora più su?

Era accovacciata sul suo letto, senza sapere cosa fare.

Così, fece quello che le consigliò l’istinto: Lo seguì.

Si iniziò a muovere,a dibattersi.

Poi, con uno scatto, era fuori dalla finestra.

Iniziò a sbattere le ali sempre più velocemente.

Saliva,  saliva.. Stava raggiungendo le nuvole.

Poi, uno schiocco e.. BOM!

Makenna sbarrò gli occhi, scattando sul letto.

La consapevolezza si fece largo tra il suo cuore: era stato solo un sogno.

Uno straordinario, subdolo,bastardo sogno.

E basta.

I suoi occhi si cerchiarono di lacrime amare, che non potevano scendere.

Le succedeva sempre così.

Quando era sul punto di piangere, le lacrime non scendevano.

Loro volevano la pioggia, la pretendevano.

Per questo, si alzò.

Erano le 4 di notte.

Cercò dentro di se un po’ di forza per rimettersi a dormire, ma non c’era niente

Da fare.

Così, fece quello che l’aiutava in tutte le situazioni: mangiava.

Mangiava di tutto.

Cioccolata, patatine, carne, pesce,pane, formaggio. Qualsiasi cosa

Trovasse in dispensa.

Nell’ultimo mese, aveva preso cinque chili.

Non che la forma fosse stato un suo problema.

Lei non notava quando ingrassava, né quando dimagriva e tantomeno

Le importava.

Brian glie lo diceva sempre: “Non noto il tuo fisico, ma i tuoi occhi”.

Ebbene si, Makenna aveva dei bellissimi occhi verdi.

Grandi e dolci.

Brian diceva che si era innamorato dei suoi occhi e del suo sorriso.

E poi amava i suoi capelli.

Un po’ buffi.

Anche lei, amava tutto di lui.

Il suo naso. Lo adorava.

Diceva che quando parlava di qualcosa che non gli stava bene, arricciava un po’ il naso.

E le sue sopracciglia, un po’ folte.

E i suoi occhi neri.

Lui non sapeva mentire, i suoi occhi brillavano quando non la raccontava giusta.

Makenna rideva, rideva..

Poi, adorava i suoi capelli.

Li aveva molto corti, ma rilucevano, brillavano.

E le sue orecchie un po’ sporgenti, lei le trovava adorabili.

Il suo collo, il suo profumo.

Amava dargli dei piccoli morsi sul collo.

A lui veniva la pelle d’oca.

Proprio come quella sul suo braccio.

I brividi la percorsero.

Succedeva sempre così, quando ricordava.

E ricordare faceva male, proprio lì.

Al centro del petto.

“Prima o poi finirà”, si disse.

Rimase a fissare il bancone della cucina tutta la notte.

Pregava, pregava di poter riuscire a vivere di nuovo..

  
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