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Autore: tittyswan89    21/07/2010    6 recensioni
Phoenix. Tutti umani. Bella dopo una notte di passione, dovrà affrontare un'imprevisto che sconvolgerà la sua vita. Dal primo capitolo:"Mi sfioro dolcemente il ventre, sarò mamma. Non posso non amare il piccolo che è già dentro di me. Lo amerò per due, sarò sua madre e sarò anche suo padre, perché questo piccolo essere non ha nessuna colpa, ha solo bisogno di amore. Sarà difficile lo so ma lo proteggerò, lo farò crescere in un mondo d’amore."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona sera!!

eccomi qui con un nuovo capitolo di questa storia.

vi anticipo subito che in questo capitolo ci sarà un salto temporale di 1 anno.

ho più o meno in mente come deve andare la storia.

nel prossimo capitolo risponderò a tutte le vostre recensioni!

questa è la pagina che ho fondato su facebook, ISCRIVETEVI IN TANTI!!

 

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qui metterò i vari spoiler e le immagini dei capitoli... Seguitemi in tanti!

Non vi anticipo nient'altro, spero che il capitolo sia di vostro gradimento!

fatemi sapere se vi è piaciuto nelle recensioni!!!

Questa di sotto è una delle copertine della storia...

ora vi lascio alla storia!

Buona lettura!!


 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO II           

TRASFERIRSI A FORKS

 

1 anno dopo

 

“ I passeggeri a bordo sono pregati di allacciarsi le cinture: siamo in arrivo all’aeroporto di Port Angeles.”

 

Eccomi qui un’ anno dopo.

Più grande.

Più matura.

Inevitabilmente più donna.

Allaccio la cintura, non prima di aver controllato la piccola Sophie nell’ovetto accanto a me.

Ogni volta che guardo mia figlia mi rendo conto di aver fatto la scelta giusta. Non c’è sensazione più bella che vederla sorridere e crescere. Nonostante non abbia un padre, è sempre gioiosa e serena.

Attualmente ha 4 mesi, inizia a percepire il mondo attorno a se. È vivace, intelligente e ama chi la fa ridere. È splendida, un piccolo angelo.

Mia figlia.

Nei suoi tratti sono ci sono io, sua madre. Ha gli occhi identici ai miei, la stessa forma del viso. E’ presente anche Renée, con la sua bocca a cuore e inaspettatamente anche Charlie con i suoi ricci fitti. L’unica cosa che sembra aver ereditato dal padre è il colore dei capelli.

Neri come l’ebano.

Sophie ha cambiato la mia vita, rendendola unica, speciale e diversa da qualsiasi ragazza della mia età.

Finalmente sono madre.

Non c’è sensazione più bella che sentire crescere qualcuno dentro di se.

È unico, straordinario.

Non c’è sensazione più bella che sentire l’amore che solo un figlio può trasmetterti: con uno sguardo o semplicemente con un sorriso. Quando l’ho sentita scalciare per la prima volta non ho trattenuto le lacrime di gioia. Avrei voluto che quel momento fosse differente, avrei voluto avere un’ uomo vicino, una persona da amare con tutta me stessa, ma mi sono resa conto che a volta la vita ti sorprende, facendoti crescere, e anche se ho affrontato tutto da sola in realtà non lo ero.

C’era mia madre Phil, le mie amiche di Phoenix e anche i miei amici di Forks.

Ricordo che ogni volta che arrivavo a scuola, soprattutto quando la pancia iniziava a vedersi e a farsi più grande, tutti mi guardavano come se fossi diversa, come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi, come se avessi fatto l’errore più grande della mia vita mettendo al mondo una nuova vita da sola. Così la piccola dentro di me iniziava a farsi sentire con dei piccoli calcetti come per dire “ehi mamma io sono con te!” e ogni volta non potevo fare a meno di emozionarmi.

La mia piccola mi ha dato la forza di andare avanti sempre.

Anche quando le persona che credevo amiche mi hanno abbandonato.

Fortunatamente sono rimaste al mio fianco le migliori ovvero Judith e Kristel. Loro con mia madre e Phil mi hanno seguito passo dopo passo, momento dopo momento, non facendomi sentire mai sola. Judith è esuberante, creativa, e sempre allegra. Con lei nei paraggi la piccola scalciava e si muoveva sempre. Più tranquilla e dolce invece era Kristel. Era quella che mi confortava nei momenti di crisi, nei momenti in cui gli ormoni prendevano il sopravvento. Vedevano Sophie crescere dentro di me con me, non abbandonandomi un’ istante.

Inutile dire che abbiamo scelto il nome per la piccola insieme, tutte e tre. Alla fine ovviamente ho deciso io, ma loro mi hanno dato una grossissima mano.

Così ho optato per Sophie, un nome con un suono dolcissimo, da sempre mio preferito.

Mentre io ero in sala parto loro erano li in sala d’attesa ad aspettare che Sophie nascesse. C’erano anche i miei amici di Forks venuti per il lieto evento: Angela, Ben, Leah, Sam, Seth e Emily. Inaspettatamente era arrivato anche mio padre.

Era l’unico che non aveva preso bene la mia decisione di portare avanti la gravidanza e di far nascere la piccola. Erano stati otto mesi di gelo nel nostro rapporto: mi aveva offeso, dandomi della poco di buono dicendomi che non se l’aspettava da me un comportamento tanto irresponsabile. Ma si è risolto tutto quattro mesi fa.

Il 3 giugno è nata Sophie ed è inutile dirlo, ma quando Charlie l’ha vista si è innamorato della sua nipotina. Così nei giorni seguenti con il mio ritorno a casa con la piccola ho scoperto un nuovo Charlie, affettuoso, dolce e premuroso. Mi ha chiesto scusa e emozionandosi mi ha detto che non c’era scelta più saggia che mettere alla luce un tale tesoro. Non potevo non perdonarlo. Vederlo così addolorato ma nello stesso tempo felice ha fatto crollare tutte le mie barriere. Un abbraccio pieno di amore e di promesse ha rimesso tutto al suo posto. Come pezzi di un puzzle che si incastrano perfettamente.

Ho deciso quasi subito che era ora di lasciare mia madre libera, Phil parte spesso essendo un giocatore di baseball e mia madre in quel periodo è stata lontana da lui, si è dedicata anima e corpo a me e a Sophie.

È ora che inizi a cavarmela da sola.

Infatti Forks, con la suo cielo perennemente coperto da nuvole e i suoi abitanti per la maggior parte pettegoli, ci aspetta.

Renèe non era dell’idea di lasciarci andare così presto, “non voglio che la mia piccola nipotina stia lontana da me”. Ma collaborando con Charlie abbiamo promesso a lei e a Phil di venirci a trovare quando vogliono. Ci terremo in contatto con e-mail e webcam per vederci più spesso.

La stessa cosa vale per Judith e Krlistel.

Loro sono andate a New York, realizzando il loro sogno di studiare e vivere nella grande mela. Hanno accompagnato me e Sophie all’aeroporto, raccomandandosi alla piccola di fare la brava. Cosi abbiamo promesso che andremo a trovarle nella grande mela appena possibile.

Se Judith e Kristel erano tristi per la nostra partenza, non si può dire la stessa cosa di Charlie e tutti gli altri.

Charlie, tanta era la sua euforia, che ha fatto ricavare una cameretta solo per la sua nipotina. Secondo la sua opinione meravigliosa grazie anche all’aiuto dei nostri nuovi vicini di casa.

I Cullen.

Si sono trasferiti a Forks da qualche mese, nella villetta accanto alla nostra. La moglie del dottor Cullen e sua figlia, rispettivamente Esme e Alice, sono proprietarie di una società che si occupa di restaurazione di case e arredamento. Hanno pensato a tutto loro, e a dir la verità sono proprio curiosa di vedere il lavoro finito e sono altrettanto curiosa anche di fare la loro conoscenza, non è facile entrare nelle simpatie di Charlie: a volte sa essere spaventoso.

L’hostess si avvicina avvisandoci che l’atterraggio è stato effettuato e che possiamo scendere.

Mi slaccio la cintura e di conseguenza la slaccio anche a Sophie che si è svegliata a causa dell’atterraggio dell’aereo.

“Ciao piccola mia… - le sorrido dolcemente dandole un bacio sulla fronte, lei di rimando agita le manine per essere presa in braccio – ora ci copriamo bene, non fare i capricci, tra qualche minuto vediamo il nonno!” la prendo in braccio, le infilo il cappottino e il cappellino, la rimetto nell’ovetto e la copro con la sua immancabile copertina rosa.

Siamo ad Ottobre, in pieno autunno, ma nei dintorni di Forks sembra già inverno inoltrato.

Scendo le scalette dell’aereo raggiungendo a passo felpato l’entrata dell’aeroporto, cercando di far prendere a Sophie meno freddo possibile.

Charlie dovrebbe essere arrivato da un pezzo, infatti si è offerto per portarci a casa. Mi alzo sulle punte per vedere meglio e così scorgo due figure che chiacchierano tra loro: una sono sicura sia mio padre, l’altra non la conosco. È un’uomo alto, biondo, con gli occhi celesti come il cielo e verdi come il mare. Ha l’aria serena e dolce, amabile.

Alzo un braccio per farmi vedere e nel contempo mi avvicino a loro.

“Papà!! Siamo qui!!”

Finalmente Charlie si accorge di noi, così ci vengono in contro.

“oh piccole mie! Finalmente siete arrivate! – poggio l’ovetto con dentro Sophie e lo abbraccio- fammi vedere la mia nipotina!!... – dice sporgendosi verso l’ovetto- diventi sempre più grande e più bella!... Senza offesa per la mamma ovviamente!”

Sorrido divertita dalla scena, è bello vedere mio padre sciogliersi di fronte a Sophie.

“figurati papà, lo so di essere sempre la tua bambina.” Dico ridendo.

“Oh Bella che sbadato, ti presento il dottor Cullen. Te ne ho parlato no?!” dice imbarazzato grattandosi la nuca.

“piacere Bella – dico porgendo la mano- e lei è Sophie “ dico indicando il piccolo fagotto tra le braccia di mio padre.

“piacere mio Bella, non chiamarmi dottor Cullen! D’ora in poi saremo vicini di casa!... chiamami Carlisle e dammi del tu! ho una figlia della tua stessa età.. e tu piccolina devi essere Sophie” dice avvicinandosi alla piccola che non fa che ridere tra le braccia del nonno che le fa le faccie più buffe del mondo.

“sai sei bellissima – aggiunge- assomigli tantissimo alla tua mamma!”

Sophie attirata dal suono di una nuova voce gira lo sguardo verso Carlisle e gli sorride dolcemente.

Mia figlia non finirà mai di stupirmi.




*****************************



“Bella, tesoro, come è andato il viaggio?! Sophie è riuscita a sopportare l’aereo?!” mi chiede Charlie ansioso.

Siamo in macchina di Carlisle da un’ora e puntualmente Charlie da un’ora non fa che tempestarmi di domande.

“si papà, ti ho già detto tante volte che i neonati non percepiscono la differenza dell’aereo, infatti Sophie è stata tranquilla e ha dormito tutto il tempo.”

“Scusami tesoro, ma lo sai che quando si tratta di Sophie sono sempre ansioso.”

“papà alle volte lo sei più di me!... cerca di rilassarti e goditi la tua nipotina!” gli dico sorridendo bonariamente.

“infatti Bella hai ragione – aggiunge Carlisle- Charlie dovresti essere più sereno, non c’è motivo per preoccuparsi … è vero che sembra piccolissima, ma lo sarà ancora per poco. Tra qualche mese inizierà a camminare, e allora cosa farai?!... pensaci Charlie!” dice Carlisle sorridendo.

Nel frattempo Sophie reclama la mia attenzione piangendo.

“cosa c’è piccola mia hai fame vero?!” beh è ora della pappa e non potendola allattare in auto ho preparato un biberon per eventualità. Prendo il biberon lo avvicino a Sophie che si attacca alla tettarella succhiando voracemente il latte.

“hai tanta fame eh piccola?! Vero?!” le dico posandole poi un bacio sulla fronte.

Allattare è un’altra gioia di essere madre. Si instaura un legame tra madre e figlio simbiotico.  E come ogni cosa di questa esperienza unica.

In poco tempo finisce il suo biberon, così le faccio fare il ruttino e la cullo dolcemente cercando di farla rilassare. Tra poco saremo arrivati.

Mio padre e Carlisle continuano a chiacchierare, parlando dei loro lavori e dei figli di Carlisle. Da quello che ho capito dovrebbero essere tre.

Emmet.

Alice.

Edward.

“Bella dovresti proprio conoscerli! Sono fortissimi… e poi sono sicuro che la piccola quando conoscerà Emmet non smetterà mai di sorridere!”

“ah si su questo ha ragione Charlie!- dice Carlisle ridendo- quel ragazzo farà impazzire me ed Esme un giorno o l’altro. Per fortuna che ha incontrato Rosalie che sa tenerlo a bada. È un eterno bambinone.”

“beh non si può dire la stessa cosa di Edward. Quel caro ragazzo da quando va al college non fa altro che stare sui libri. Dovrebbe svagarsi un po’.” Aggiunge mio padre rivolgendosi a Carlisle.

“hai ragione Charlie, sai io ed Esme gli abbiamo proposto di stare da noi per qualche tempo visto che la prossima sessione di esami è tra un mese. Ma sai che è imprevedibile, quindi c’è la possibilità che me lo ritrovi a casa già stasera.”

Carlisle quando parla di Edward e della sua famiglia ha una luce sfavillante negli occhi. Sono sicura che è un padre e un marito straordinario.

Edward.

Un nome molto bello. Uno dei miei nomi preferiti.

Per ora non posso permettermi di pensare ai ragazzi.

Ho una priorità più grande ora, Sophie. Prima di tutto la sua serenità, poi la mia.

Qualche sacrificio bisogna pur farlo per amore dei propri figli.

Ecco ora sto pensando proprio come una madre.

Un anno fa non ci avrei minimamente scommesso! La ragazzina ribelle Isabella Swan che diventa madre. Sono cambiata tantissimo e a dire il vero, anche se i miei piani per il futuro non sono più come quelli progettati un anno fa sono serena. Per la prima volta nella mia vita.

Improvvisamente la piccola richiama la mia attenzione, tirandomi leggermente i capelli.

“cosa c’è Sophie?! Ti annoi vero?!... tra un po’ siamo arrivate. Promesso.”prendo un giocattolino dalla borsa e glielo porgo mettendola nell’ovetto.

Mi perdo a guardare il panorama che scorre veloce dal finestrino, siamo vicinissimi a Forks, riconosco la strada.

Già so come molta gente mi accoglierà.

La figlia dell’ispettore Swan ha una figlia senza un padre.

Sembrava così una brava ragazza con un minimo senso di pudore.

Eccetera eccetera.

Immagino già Jessica Stanley sommersa di pettegolezzi sul mio conto.

Come se lei fosse la santarellina della situazione ancora vergine.

“Benvenuti a Forks”

Ecco il cartello che segna il nostro arrivo.

Sono le sei di sera, e c’è qualcuno ancora in giro per il piccolo paese.

Prendo Sophie in braccio iniziandola a preparare.

“vieni qui piccola, siamo quasi arrivate!.. vedrai qui ti piacerà..”

“certo tesoro che le piacerà – dice mio padre- ha una stanza tutta sua, con tanti giochi!” lo sapevo Charlie quando si fa prendere la mano esagera.

“papà scommetto che hai esagerato come il tuo solito…”

“ma no Bella… che dici?!” dice ridendo.

Carlisle si unisce alla sua risata… lo sapevo si è fatto prendere la mano.

Non cambierà mai.

Ci stiamo lentamente avvicinando alla nostra casa, tutto è come l’ho lasciato un anno fa.

“eccoci arrivati!” annuncia Carlisle sorridente.

La piccola si guarda attorno, puntando i suoi occhietti sulla nostra nuova casa.

Scendiamo dall’auto e mentre io e Sophie ci guardiamo intorno Charlie e Carlisle prendono i bagagli dall’auto.

“Carlisle non so come sdebitarmi per questo grande favore. Grazie mille!” dice Charlie rivolgendosi a Carlisle.

“Charlie ricorda che oramai siete di famiglia. Di qualsiasi cosa avete bisogno non esitate a chiamarci. Ah Bella, sarei lieto se un giorno di questi potessi visitare Sophie io lavoro nella pediatria dell’ospedale. Tra un po’ dovresti iniziare a svezzarla e dovrebbe iniziare a mettere i primi dentini…”

“Carlisle grazie, mi servirebbe un medico per la piccola infatti. Grazie per tutto quello che state facendo per noi e per me. Davvero grazie…”

“Finalmente siete arrivati…”

Una voce cristallina, dolce e melodiosa fa la sua comparsa. Una donna dai capelli color caramello si avvicina a noi. Ha gli occhi verdi e il suo sguardo è pieno di amore e dolcezza.

Si avvicina a Carlisle abbracciandolo amorevolmente. Senza dubbio è sua moglie Esme.

“Beh ci siamo fatti attendere tesoro… “ risponde amorevolmente Carlisle.

“Cara tu devi essere Bella … - dice abbracciandomi – e tu sei la piccola Sophie! Sei meravigliosa, proprio come ti descriveva tuo nonno Charlie..” la piccola dal canto suo sporge le manine verso Esme per essere presa in braccio, richiesta che acconsento con il capo verso Esme che felice prende Sophie tra le sue braccia. Subito prende a giocare con alcune ciocche dei suoi capelli. Non so perché ma già da ora è affascinata dai capelli, ogni volta che qualcuno la prende in braccio la prima cosa che fa è toccare i capelli, come se si sentisse più sicura.

 “Beh Bella visto che Esme è con noi che dite di vedere questa bella sorpresa?!” esclama mio padre su di giri. Sa che a me non piacciono molto le sorprese, ma stavolta acconsentirò.

“Bella, mi dispiace che non possano esserci i nostri ragazzi – dice Esme rivolgendosi a me- ritorneranno stasera sul tardi… sono tutti fuori paese. Ci farebbe comunque piacere che accettaste il nostro invito a cena per domani sera. I nostri figli ci tengono molto a fare la vostra conoscenza.. “ dice Esme amorevolmente.

“ah Bella – conclude Carlisle – non si accettano risposte negative!”

“ok allora non possiamo non accettare l’invito!” esordisco, riprendendo Sophie tra le mie braccia.

Varchiamo la soglia di casa e tutto sembra come l’ho lasciato un anno fa, tranne un po’ di disordine in cucina. Solo ora mi rendo conto quanto mi sia mancata la mia casa. Quella dove sono nata e dove ho passato la mia infanzia. La casa che regalerà momenti, spero indimenticabili, a mia figlia.

“papà potevi riordinare almeno…” dico sotto voce..

“lo so Bella, ma non ho avuto tempo.. sono dovuto correre in centrale per un’emergenza…”

“d’accordo per questa volta sei perdonato” dico ridendo.

Carlisle ed Esme ci seguono abbracciati, il loro è un amore davvero profondo. Si vede dai loro sguardi innamorati. Come il primo giorno.

“Ora seguitemi al piano di sopra! C’è la sorpresa per la mia nipotina!”

Sophie si dimena tra le mie braccia, vuole essere presa in braccio da suo nonno. L’accontento passandola a Charlie che affettuosamente le da un bacio sulla tempia.

“oh Bella, spero sia di vostro gradimento. Io e Alice ci abbiamo messo tanto impegno. Devo anche dire che Alice si è sbizzarrita un sacco a creare la cameretta per la bambina!” dice Esme venendomi accanto.

Arriviamo davanti una porta nuova, lucida e tutta bianca.

“allora Sophie siamo pronte?!” dice mio padre rivolgendosi alla piccola tra le sue braccia.

Lei per risposta si arpiona ai suoi capelli ridendo e non possiamo fare a meno anche noi di unirci alla sua risata spontanea.

“trova suo nonno sempre molto buffo…” dico rivolgendomi ad Esme e Carlisle.

“l’abbiamo notato Bella… è una bambina molto allegra.. sei fortunata!” dice Carlisle con un sorriso.

“Sai caro a me ricorda molto Alice… non è vero?!... anche se lei era iperattiva già allora…” dice rivolgendosi a Carlisle accanto a lei.

Mio padre apre la porta rivelando un piccolo regno incantato davanti ai nostri occhi.

Una cameretta fantastica, con tanti giochi e accessori di ogni tipo.

C’è di tutto: una culla dotata di zanzariera, un fasciatoio, un’armadio bellissimo, un comò, una sedia a dondolo per cullare la piccola e tanta luce per illuminare la stanza.

C’è anche una sdraietta a dondolo per Sophie con tanti sonagli, un dispositivo video per controllare la piccola dalla mia stanza, un'altalena con tanti sonagli e un box con tanti giochi. Sono sicura che la piccola si divertirà da impazzire. 

Non c’è solo il rosa sulle pareti ma anche il verde e il beige colori che contribuiscono a dare un senso di allegria e pace.

Stupenda.

Non c’è altra parola per descriverla.

Mi avvicino alla culla, e Esme mi raggiunge.

“Cara spero ti piaccia….”

“Esme non so come ringraziarvi, è splendida… davvero! e ringrazio anche te papà… è splendida chissà quanto avrai speso.. “

dico rivolgendomi a mio padre prendendo Sophie tra le braccia.

“oh piccola ma che dici… per la felicità della mia nipotina, questo ed altro… - poi rivolgendosi verso Carlisle- vieni Carlisle, lasciamo le nostre donne ad esplorare la camera! Ti offro una birra amico!”

E così si dileguando lasciando me, Esme e Sophie nella nuova cameretta.


“Sono contenta che la stanza ti piaccia… vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro!”

“Certo Esme è perfetta!.. sembra quella di una principessa… lo sai che non finirò mai di ringraziarvi per l’accoglienza… siete troppo buoni con me..” Esme si avvicina mettendomi le mani sulle spalle.

“non devi ringraziarci Bella… per me sei come una figlia… sai anni fa alla tua età mi sono ritrovata più o meno nella tua stessa situazione. – appoggio Sophie nella culla ascoltando Esme con interesse- Io e Carlisle avevamo diciannove anni quando abbiamo concepito Emmet. Carlisle aveva appena iniziato il college e nessuna delle nostre famiglie voleva aiutarci. Abbiamo fatto tanti sacrifici, tante rinuncie, però ne è valsa la pena. Non potrei non essere orgogliosa dei miei tre figli e delle loro vite. Anche se con Sophie non ci sarà il suo vero padre che ti aiuterà, ce la farai sicuramente. Magari troverai un’uomo da amare, che saprà fare anche da papà a Sophie..”

“Sai l’ultima parte Esme è alquanto improbabile… per ora voglio occuparmi di Sophie, e poi chi si metterebbe con una ragazza che a 19 anni ha già una figlia… prenderò quello che la vita mi offrirà…” dico guardando Sophie nella culla.

Non mi piace mai molto parlare di questo argomento. Divento molto molto vulnerabile.

“Tesoro non essere così negativa, sei giovanissima, avrai tutte le possibilità del mondo di rifarti una vita… e poi Sophie avrà bisogno di una figura paterna.. arriverà la persona che ti farà battere il cuore e che amerà entrambe.. sei una ragazza dolcissima e bellissima, non vedo perché non dovresti trovare nessuno..” dice Esme facendomi alzare lo sguardo. Non posso non evitare di far scendere una lacrima dal mio viso colpita dalle sue parole. Esme mi abbraccia di slancio e non posso far a meno di versare qualche lacrima.

“tesoro non piangere… ricorda qualsiasi cosa che ti affligge io sono nella casa accanto! Presente?!”mi dice con un sorriso dolce.

“grazie Esme, anche se non mi piace farmi vedere piangere da nessuno, ma credo mi sia servito per sfogarmi un po’.” Dico asciugandomi gli occhi.

“ora ti lascio cara, immagino che dovrai cambiare e dar da mangiare a Sophie. Ci vediamo domani sera… e per qualsiasi cosa, sono nella casa accanto!” da un bacio e me e a Sophie e sparisce dietro la porta.

Prendo in braccio Sophie, scendendo al piano di sotto per prendere la sua valigia.

Carlisle e Esme stanno andando via, e ancora una volta Carlisle rinnova l’invito ad andarlo a trovarlo in ospedale con la piccola, cosa che farò quanto prima.

Rammendo a Charlie di riordinare e di mettere una pizza surgelata in forno.

Nel frattempo salgo le scale portando Sophie nella sua nuova camera che sembra già piacerle un mondo.

Prendo la biancheria e il pannolino pulito e riempio la vaschetta per il bagnetto mettendo tanta schiuma.

Ci divertiamo sempre quando si tratta di bagnetto.

Già che ci sono ne approfitto per dare uno sguardo alla mia camera. È tutto li al suo posto proprio come un anno fa, è cambiato solo il colore delle pareti, il letto e le tendine dello stesso colore. Lavanda.

In questa stanza sono cresciuta, ho passato le estati più belle della mia vita.

I momenti più belli.

Spero che la collezione si arricchisca sempre di più.

Perché i momenti felici non bastano mai.

Chiudo la porta e ritorno dal mio mondo.

Da mia figlia.

Conscia che un’altra giornata sta per avere il suo termine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_*Piccolo angoletto!! *_

 


se siete arrivati fino qui sotto vuol dire che avete letto tutto il capitolo *me contenta*

vi è piaciuto?!

spero tanto di si... io ci ho messo il cuore e mi sono emozionata... spero di aver fatto emozionare anche voi.

Mi è sempre piaciuta la coppia Carlisle Esme, vedo il loro amore come qualcosa di eterno e sempre vivo e emozionante.

mi sono divertita tanto nel scrivere del rapporto tra Sophie e Charlie. Lui la venera in un modo assoluto.

Mentre mi sono emozionata nel descrivere Bella, le sue emozioni e sensazioni.

Ponetemi tutte le domande che volete, se avete qualche desiderio, perplessità non esitate a scrivere!

Prometto di aggiornare moolto presto!!

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un bacio a tutti e buon proseguimento di settimana!!

smakkkkk<3

titty<3


 

   
 
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