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Autore: LauraStark    21/07/2010    3 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato l'uso del tag br all'inizio e/o alla fine dell'introduzione.
Rinoa81, assistente amministratrice.

I protagonisti sono i figli del magico trio e di altri personaggi presenti nella saga di Harry Potter, e questa FF parlerà di avventure e amori che attendono questa New Generation. E' la prima volta che scrivo una FF su HP ma spero che possiate apprezzarla :) l'inizio del nuovo anno scolastico apre questa storia e i nostri giovani eroi dovranno cavarsela tra guai, nuovi professori poco simpatici e sfide che metteranno alla prova i rapporti tra i vari protagonisti.. non voglio svelarvi altro.. per il momento, vi auguro buona lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Grazie a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti/da ricordare ecc.. e grazie anche a chi legge senza commentare (se esistete, ovviamente xD)
mayetta: Ti ringrazio e sono contenta che ti piaccia come scrivo, davvero ** comunque Lily è una delle mie preferite, insieme a James. In questo capitolo comparirà anche lei, spero che ti piacerà! Per quanto riguarda le coppie, nulla è ancora definitivo, ma si vedrà nel corso della storia ;)
DiraReal: rinnovo anche a te i ringraziamenti, davvero, sono felice che apprezzi come scrivo ;) di Sofia si scopre qualcosa di più in questo capitolo, ma non dirò altro.. spero solo che ti piaccia :D
Vorrei fare qualche precisazione che precedentemente ho dimenticato: personaggi, ambientazioni ecc NON mi appartengono, ma sono tutto frutto della cara Zia Row. Io mi limito a scribacchiare qualcosina usufruendo di ciò che lei ha, fortunatamente, deciso di condividere con noi.
Altra cosa: penso si capisca abbastanza bene, ma nel caso non fossi stata chiara, provvederò a mettere una scaletta coi personaggi e le loro età! Mhhh non credo di dover dire altro quindi.. BUONA LETTURA! baci baci :3

CAPITOLO TRE



Era passata ormai una settimana dall’inizio delle lezioni e Scorpius si era già stancato di tutta quella gente che lo fissava, come ogni anno, indecisa se ammirarlo oppure odiarlo. Lui amava quella scuola, ci si trovava davvero bene e le lezioni gli piacevano. Ma le persone al suo interno gli facevano andare il sangue al cervello. Le ragazze si voltavano a guardarlo ogni volta che passava, ma nessuna era realmente interessata ad avere un rapporto con lui, mentre i ragazzi si limitavano a fare gli amiconi davanti, per poi riempirlo di insulti quando non era presente. Le cose andavano così dal primo anno e ormai avrebbe dovuto esserci abituato, ma è difficile rimanere completamente immune dal giudizio altrui, soprattutto se sei un Malfoy. Grazie alle ‘eroiche’ gesta del padre e del nonno, il nome della loro famiglia era spesso nominato con una traccia di disgusto e insofferenza. Certo, i due Malfoy avevano fatto ammenda, ma questo non toglieva il fatto che il popolo magico avesse memoria lunga e ci sarebbero voluto ben più di 24 anni per poter dimenticare che loro erano stati dalla parte sbagliata a lungo. Scorpius non odiava suo padre e suo nonno, erano pur sempre la sua famiglia, ma non li ringraziava nemmeno per avergli fatto dono di quella discutibile fama.
Osservò distrattamente la professoressa Hewett, intenta a ciarlare su quanto sia importante difendersi dalle Arti Oscure, anche se, pensò il giovane, la sua faccia esprimeva ben altro. Sembrava quasi un peso per lei parlare delle Arti Oscure come se fossero una cosa malvagia.. cosa che, in effetti, erano a tutti gli effetti. Il suo sguardo venne catturato da uno svolazzo di capelli castani in prima fila. Miss Weasley So Tutto Io stava raccogliendo i capelli in una coda fatta alla bell’e meglio, attenta però a non perdersi nemmeno una virgola di quel che la professoressa stava dicendo. Di fianco a lei c’era Albus Potter, uno dei figli del fantastico Harry Potter. Non che quest’ultimo avesse fatto qualcosa direttamente a Scorpius, ma il ragazzo era stato pesantemente influenzato dai discorsi di suo padre e per questo non provava una gran simpatia nei suoi confronti. Albus però gli piaceva. Avevano avuto occasione di parlare e lui l’aveva sempre trattato come un qualsiasi essere umano, senza fare caso al passato della sua famiglia e senza guardarlo come se fossi un disgustoso Vermicolo. Merlino, se suo padre avesse saputo che andava d’accordo con uno dei figli di Harry Potter, probabilmente gli sarebbe venuto un infarto fulminante. Salvo poi tornare alla vita solo per uccidere il suo unico figlio. Perso nei suoi pensieri, il giovane Malfoy si accorse appena che la lezione era finita e che tutti stavano abbandonando i propri posti per dirigersi chi in giardino, chi nella propria Sala Comune.
Raccolse frettolosamente le sue cose e alzando lo sguardo si accorse che nell’aula erano rimasti solo lui e la Weasley. La giovane gli passò accanto scoccandogli un veloce sguardo.
“Scorpius..” lo salutò lei, distogliendo gli occhi azzurri.
“Weasley..” rispose un po’ più rude del necessario. Non sapeva bene perché, forse era solo per l’eterno contrasto che c’era tra le loro famiglie, ma quella ragazza lo rendeva nervoso, nonostante in tutti quegli anni si fossero rivolti appena una decina di parole.
Rose lo incenerì con uno sguardo, volatilizzandosi oltre la porta e svanendo nel flusso della gente che usciva dalle lezioni. Sbuffò e si maledisse per essere sempre così insopportabile anche con chi non gli aveva fatto nulla.
Una volta fuori dalle mura, andò a sedersi su un muretto all’aria aperta, beandosi di quel po’ di sole che sarebbe rimasto ancora per poco. Nonostante la pelle pallida, Scorpius amava stare in mezzo alla natura e respirare aria fresca, che non sapesse di chiuso e muffa. Tutti dicevano che era la fotocopia del padre: stesso pallore, stessi capelli biondi, quasi bianchi, e stessi occhi grigi. Era però contento di dire che il suo viso non era così spigoloso come quello del padre, infatti i morbidi tratti della madre avevano addolcito i suoi, e gli occhi non erano freddi e distaccati, ma luminosi e attenti a quello che gli succedeva intorno. Poi non è che fossero proprio grigi. Vi era una lieve sfumatura azzurra nelle iridi, e le lunghe ciglia gli ammorbidivano lo sguardo. Scorpius era un ragazzo ambizioso ed astuto, motivi principali per cui era finito a Serpeverde, ma non era cattivo. Sapeva - e ne era contento - di essere diverso da Draco e Lucius Malfoy.

Lilian Luna Potter attraversò il giardino della scuola, seguita dall’inseparabile cugino e migliore amico Hugo, tirandosi dietro numerosi sguardi. Aveva solo 13 anni, ma sapeva di piacere ai ragazzi. Era bella e, inoltre, era la figlia del famoso Harry Potter. Forse erano i lunghi e setosi capelli fiammeggianti a catturare l’attenzione maschile, o forse i dolci occhi color cioccolato, così simili a quelli del fratello James. Tante piccole efelidi le adornavano il dritto naso alla Potter, come lo definiva suo padre, e le labbra generose e rosse come fragole mature si aprivano in sorrisi che mostravano un perfetta e candida dentatura. Sì, Lily era bella e gli sguardi maschili la rincorrevano ammaliati, ma tra quelli non c’erano gli occhi dell’unico ragazzo che le interessasse veramente.
Si sedette vicino al Lago Nero, Hugo accanto a lei.
“Voci di corridoio ti danno fidanzata con Joseph Baston.” Disse il giovane Weasley all’amica.
“Hugo, le cosiddette ‘voci di corridoio’ sono altresì conosciute come pettegolezzi. E il più delle volte, sono tremendamente infondati e scorretti. Come in questo caso, ovviamente.” Sorrise amabile la ragazza.
“Beh io mi limito ad ascoltare quel che viene detto. Poi chiedo conferma o smentita a te. Tanto i soggetti dei pettegolezzi non cambiano mai: o siete voi Potter oppure noi Weasley. E in qualche caso anche il simpaticissimo Malfoy.” Disse Hugo con una smorfia. Lily fece una risata cristallina, osservando il volto dell’amico.
“Quando fai quella faccia sei terribilmente uguale a zio Ron!”
“Non so se prenderlo come un complimento o come un’offesa..” borbottò l’altro.
“Lasciando perdere questi discorsi” continuò Lily “Hai notato quanto è sgradevole, antipatica e soporifera la nuova professoressa di Difesa contro le Arti Oscure?”
“Per un breve momento ho pensato stessi parlando di mia sorella.” Ghignò il ragazzo.
“Hugo! Rose non è affatto sgradevole, e tantomeno antipatica.” Replicò la giovane, in difesa della cugina.
“Però è soporifera quando ci si mette, non puoi negarlo! Comunque non ho notato nulla di tutto ciò sinceramente. Ero troppo occupato a pensare alle selezioni del nuovo Portiere della squadra di Quidditch che si terranno la prossima settimana.” Ammise con una punta di preoccupazione.
“E di cosa ti preoccupi? Tanto James ti farà entrare in squadra senza nemmeno pensarci.”
“Lily, vorrei ricordarti che tuo fratello è il ragazzo più competitivo dell’intera scuola. E lui adora vincere. Quindi se non mi dimostrerò all’altezza, non entrerò mai in squadra, e nemmeno Merlino in persona riuscirebbe a fargli cambiare idea.”
“In effetti non hai tutti i torti” ammise la sorella del Capitano “Però mi piacerebbe averti in squadra, gli allenamenti e le partite sarebbe ancora più divertenti e sicuramente meno stressanti. Jamie è un bravo Capitano, ma a volte pretende davvero troppo.
“Per questo dico che.. ehi ciao ragazzi!” salutò qualcuno alle spalle della cugina. Quest’ultima si girò e vide venire verso di loro i gemelli Scamander, uguali fino all’ultimo capello biondo. O almeno così poteva sembrare a chi non li osservava con attenzione. Lysander aveva gli occhi argentei, colore ereditato dalla madre, ma di forma leggermente allungata, mentre Lorcan li aveva di un bel verde bottiglia, ma, come quelli di Luna, erano tondi e sporgenti. Mentre il primo era un ragazzo spigliato, amichevole e con una buona dose di cervello, l’altro era sì estremamente intelligente, ma le sue capacità relazionali erano un po’ più scarse, senza contare che credeva in tutte le strane cose che venivano discusse all’interno del Cavillo, motivo per cui gli altri lo guardavano come se non fosse del tutto sano di mente. Una cosa che aveva evidentemente ereditato dalla madre.
“Ciao Hugo, Lily” Lysander rivolse alla ragazza un cenno col capo.
“Oh, salve!” disse un Lorcan entusiasta e con tono di meraviglia, come se i due ragazzi gli fossero comparsi davanti all’improvviso. Si sedettero in compagnia dei due cugini, intavolando conversazioni diverse. Lorcan cominciò a tormentare Hugo elencando svariati nomi di esseri viventi (ma non era molto chiaro se, effettivamente, esistevano) a lui sconosciuti, dimenticando che quella interessata a quel genere di cose era la cugina del ragazzo; Lysander interrogò Lily sui futuri allenamenti di Quidditch: sia lui che la ragazza ricoprivano il ruolo di Cercatore all’interno della propria squadra.
“Allora quando comincerete ad allenarvi? Quest’anno non avete chance, vinceremo noi la Coppa” disse con un ghigno il giovane Scamander.
“Sai come si dice Lys, l’importante è esserne convinti” ribatté con un sorriso malizioso la ragazza.
“Comunque penso proprio che Jamie vorrà iniziare appena avremo selezionato il nuovo portiere. Hugo è deciso a provare ad entrare in squadra.”
“Davvero? Se venisse scelto lui, probabilmente diventerebbe una squadra di famiglia: James Cacciatore e Capitano, tu Cercatrice, Fred Battitore. La gente potrebbe pensare a dei favoritismi.” Disse il ragazzo ridacchiando.
“Jamie non farebbe mai dei favoritismi” disse Lily leggermente infervorata “Lui ci tiene troppo a vincere per scegliere amici o famigliari piuttosto che giocatori davvero bravi, lo sai bene.”
“Certo che lo so. Ma io non sono ‘la gente’ e gli altri potrebbero pensarla così.”
Lily lo osservò imbarazzata, le guance lievemente arrossate.
“Sì lo so, scusa. Ho esagerato. E’ che sento tante persone parlare male di Jamie. E, maledizione, per certe cose se lo merita davvero! Ma non lo si può toccare sul suo ruolo di capitano. Il Quidditch è la cosa che ama di più al mondo e quando si tratta di questo, è la persona più seria del mondo.”
“Sono pienamente d’accordo con te.” Disse Lysander tirandosi su con un deciso colpo di reni “Ora è meglio che vada, devo farmi una doccia e portarmi avanti con i compiti. I professori sembrano aver dimenticato che i G.U.F.O. sono l’anno prossimo e ci stanno riempiendo di compiti. Mi raccomando, allenati duramente perché non ci sarebbe gusto a battere una giocatrice fiappa.” Concluse il giovane con una risata allegra.
“Giocatrice fiappa?” disse con finto sdegno la rossa “Ti farò cadere dalla scopa per aver insinuato una cosa simile, Scamander!” esclamò puntandogli un dito contro e cercando di trattenere un sorriso.
Il ragazzo rise di gusto. Si avvicinò al fratello dandogli un colpetto in testa e quello, salutando educatamente, si avviò verso la scuola col gemello. Lysander si voltò verso Lily, le sorrise e le fece l’occhiolino. La giovane Potter ricambiò il sorriso e , dentro di sé, pensò che in fondo quella era stata proprio una bella giornata.

“Mi spieghi come fai ad ignorarlo? Se guardasse me in quel modo, probabilmente andrei strisciando da lui!”
“Questo perché tu, Meg, non hai un minimo di ritegno.”
“Sì beh, non hai tutti i torti.” Disse Meg ridacchiando stupidamente. Sofia le voleva bene, dopotutto era una delle sue migliori amiche, ma ogni tanto si chiedeva come potesse essere finita a Corvonero.
L’amica si voltò per l’ennesima volta a guardare il bel James Potter, con quei suoi capelli scuri ribelli e quel sorriso smagliante e birichino. Sofia pensava fosse un bel ragazzo, così come lo pensavano tutte le ragazze di Hogwarts, ma il suo interesse finiva lì. Lo trovava spaccone, pieno di sé, irritante e fondamentalmente inutile. Non che lo conoscesse da poterlo giudicare, ma se la prima impressione è quella che conta, allora James Potter non gliene aveva data una positiva. Sapeva che quello che pensava di lui era lo stesso che molta gente pensava anche di lei. Ma la giovane aveva imparato a costruirsi una solida corazza, in modo che il giudizio altrui non la sfiorasse minimamente. Certo, i tempi erano cambiati e i Mezzosangue non erano più disprezzati come una volta, ma c’era ancora chi trattava i Nati Babbani come feccia sulla terra. Per questo, da bambina influenzabile e timida che era, per non rischiare di soffrire più del dovuto, si era trasformata in una ragazza dura e distaccata. Ma non era solo quello il motivo per cui era diventata così.
Quando il 3 giugno di quattro anni prima ricevette quella lettera, proveniente dalla misteriosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, finalmente seppe dare una spiegazione agli eventi strani che accadevano intorno a lei. E ne fu così sollevata e contenta che quasi scoppiò in lacrime dalla gioia. Anche sua madre pianse, ma non di certo per la gioia. Era disgustata al pensiero che la sua unica figlia fosse una schifosissima strega, per riprendere gli esatti termini che furono usati allora, e da quel momento furono più i giorni in cui era ubriaca che quelli in cui era lucida. Il padre, inizialmente, cercò di condividere la gioia della figlia per quella scoperta, ma col passare del tempo le continue accuse della moglie, secondo cui erano stati i suoi maledetti geni a trasformare la figlia in un mostro, gli fecero prendere la drastica decisione: fece i bagagli in fretta e furia e se ne tornò in Italia, abbandonando la figlia alle amorevoli cura della madre.
Suo padre non era mai stato un uomo coraggioso, Sofia lo sapeva bene. Si era sempre fatto sopraffare dall’indole dominatrice della moglie e l’unica azione degna di nota nella sua vita era stata quella di aver intrapreso il viaggio verso l’Inghilterra. Così quando il primo anno la ragazza sprecò molte lacrime perché qualcuno per i corridoi le sussurrava “sporca Mezzosangue”, e la madre la tormentò per un’intera estate rinfacciandole la delusione che le aveva dato, decise che era il caso di prendere in mano la sua vita e farla andare come voleva lei. Per lo meno, fare quello che i suoi appena dodici anni le consentivano.
“A che pensi?” disse Meg, riportandola al presente. Anche se odiava sentirsi fare quella domanda, le rivolse un sorriso amichevole, osservando i begl’occhi azzurri dell’amica.
“Al tema di 40 cm che il caro professor Vitious ci ha dato da fare per Venerdì” disse alzandosi velocemente dalla panca del loro tavolo nella Sala Grande. Raccolse la borsa da terra e sistemò le pieghe della gonna.
“Credo che andrò in biblioteca a lavorarci un po’ su. Qui c’è troppo rumore per farlo. Ci vediamo dopo in Sala Comune prima di cena, okay?” e senza aspettare una risposta, si avviò verso l’uscita della Sala Grande. Allontanandosi, lanciò un breve sguardo al tavolo dei Grifondoro, dove incontrò gli occhi scuri di Potter. Rapidamente interruppe il contatto visivo, sorridendo appena, mentre si arrotolava un boccolo tra le dita.

Albus Severus Potter era il secondogenito del famoso Harry Potter e, come se non bastasse, ne era pure la fotocopia: stessi capelli neri, stesso fisico magro e gli stessi luminosi occhi verdi. Aspetto fisico a parte, Al sapeva di non assomigliare poi così tanto al padre. Non era amante dell’avventura e della trasgressione, preferiva di gran lunga stare in biblioteca a studiare con la cugina e migliore amica Rose, e il Quidditch gli piaceva, certo, ma non avrebbe mai e poi mai provato ad entrare in squadra. Inoltre, se anche ci avesse provato, probabilmente suo fratello l’avrebbe fatto uscire di testa e avrebbe finito per affatturargli le orecchie, rischiando di ricevere una Strillettera dalla madre. No, preferiva decisamente lasciare quel piacere al fratello, che ne riceveva una cosa come tre al mese.
Albus finì di scrivere l’ultima riga del tema per il professor Vitious, arrotolò la pergamena e riunì tutte le sue cose, pronto a lasciare la biblioteca, almeno per quel giorno. Con la coda dell’occhio intravide l’elegante figura della ragazza che, a quanto pare, aveva rubato il cuore a James. Almeno fino alla fine del mese. Si sedette qualche tavolo di distanza da lui, tirò fuori pergamena e libri, e cominciò a scrivere. Aveva la sua età e avevano frequentato insieme varie lezioni nel corso degli anni, ma non si erano mai rivolti la parola. Lui era piuttosto timido quando si trattava di ragazze e lei aveva sempre quell’aria dura e altezzosa che non invitava di certo ad un approccio. Probabilmente avrebbe dato un bel po’ di filo da torcere al povero James che, Al lo sperava segretamente, ne sarebbe uscito sconfitto. Adorava suo fratello la maggior parte del tempo, ma raramente aveva ricevuto una delusione e l’umiltà non era proprio uno dei suoi tratti caratteristici.
La ragazza si voltò ad osservarlo e Albus, imbarazzato, scostò immediatamente lo sguardo. Finì di raccogliere velocemente le sue cose e, ancora sotto lo sguardo di Sofia, uscì dalla biblioteca, rischiando quasi di scontrarsi con sua cugina.
“Rose!” esclamò, sbattendo gli occhioni verdi “Che fai qui?”
“In realtà stavo venendo a cercare te per andare insieme a cena. Ti ho cercato ovunque, mi era rimasta solo la Biblioteca da setacciare.” Disse con un mezzo sorriso.
“Sì, mi ci sono rintanato per cercare di finire il compito per Vitious. Comunque sono pronto per la cena, ho una fame da Drago! Mi accompagni prima in sala Comune, così poso la borsa?” chiese, posandole una mano sulla schiena. La ragazza fece un cenno affermativo col capo e si lasciò guidare dal cugino, mentre discutevano delle lezioni. Arrivati davanti al quadro, la Signora Grassa chiese loro la parola d’ordine. Albus, prontamente, disse “Fenice” e proprio mentre stavano per attraversare il passaggio, rischiarono quasi di finire addosso a qualcuno. Al pensò che cominciava ad essere stufo di finire perennemente addosso alla gente. Si ritrovarono davanti James, in compagnia di Chris.
“Ciao fratellino, e ciao anche a te Rosie” disse con un sorriso il più grande dei Potter “Come mai qui? Non andate a cena?”
“Certo che ci andiamo” rispose con un’alzata d’occhi Albus “Sono solo venuto a riportare in camera la borsa, e Rose mi ha accompagnato.”
James rimase in silenzio pensando (“James e pensare non sono proprio un’accoppiata vincente..” osservò mentalmente Al) e all’improvviso si aprì in un enorme sorriso.
“Ti accompagno io al dormitorio, devo giusto dirti un paio di cose” si girò verso l’amico e la cugina “Voi avviatevi pure alla Sala Grande,noi vi raggiungiamo subito” disse marcando l’ultima parola. Ad Albus sembrò anche di notare un rapido occhiolino in direzione di Chris. Cercò di dire qualcosa a Rose, ma il fratello lo strattonò all’interno della Sala Comune e poi velocemente nel Dormitorio maschile.
“Jamie, si può sapere cosa cavolo stai facendo?” chiese alterato, mentre l’altro chiudeva velocemente la porta della sua stanza, che divideva, ovviamente, con Fred e Chris e altri due ragazzi.
“Non sto facendo nulla, a parte lasciare un po’ di privacy ai due piccioncini” fece una breve pausa “O almeno, forse lo div-“
“Chris è il ragazzo per cui Rose ha una cotta?!” esclamò Albus, interrompendo il fratello.
“Beh per essere precisi è Chris che ha.. aspetta.. Rose ha una cotta per qualcuno? E quel qualcuno è Chris?”
I due fratelli si fissare per qualche secondo e, all’unisono, uno shockato e l’altro sorridente, esclamarono
“Merda!”

   
 
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