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Autore: Red Juliet    22/07/2010    2 recensioni
E se..? E se la storia del film "Parnassus" venisse, ad un certo punto, fermata nell'imaginarium? E se, in questo periodo di tempo, Tony venisse rapito dai suoi alter ego? E se...?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Oddio..."
Era tutto rovinato.
Tutto quello che era riuscito a costruire negli ultimi tempi, i suoi progetti, i suoi sogni.
Nella sua immaginazione iniziò a ronzare un pensiero.
Tony si alzò di scatto e, girandosi suoi tacchi, imboccò le scale malandate che, dal tetto, lo portarono a terra.
Non c'era anima viva.
Dopo il trambusto di poco prima erano tutti andati via.
Ormai anche il vecchio si era ritirato nella sua stanza.
L'avrebbe chiamato appena il capannone sarebbe stato aperto.
Il ragazzo corse verso il palco e iniziò a manovrare la corda, che penzolava indifferente dalla cima.
"Che stai facendo?"
Ecco l'ubriacone. Tony poteva riconoscerlo solo dai passi, che poco prima aveva sentito in lontananza.
Parnassus lo stava fissando... ma il suo sguardo era del tutto assente.
"Cerco di salvare la vita di vostra figlia"
Mentì, anche se in parte l'idea non gli dispiaceva.
Avrebbe voluto fare altro dentro quella mente acuta quanto confusa.
Il ragazzo continuò a tirare la corda, fin troppo spessa e alla fne il palco si aprì in tutta la sua possibile "maestosità".
Le mani gli bruciavano; notò che erano diventate rossastre e una lieve sbucciatura decorava la pelle della sua mano sinistra.
Osservandola intensamente non potè evitare di pensare a cosa stava per fare.
Stava per lasciarsi di nuovo tutto alle spalle.
Un altro capitolo della sua vita si sarebbe chiuso, una volta entrato nello specchio.
Avrebbe lasciato Valentina da sola, dannata per l'enternità.
Che ci potava fare lui se era scappata?
Avrebbe lasciato perdere Parnassus, Percy e Anton.
Una volta nello specchio, sarebbe scappato anche lui.
Il vecchio ubriaco continuava a blaterare imperterrito, seduto su una sottospecie di sedia di legno.
"Signore.. si deve concetrare! Signore.. DEVO ENTRARE NELLO SPECCHIO!"
Non sapeva come fare ad attirare l'attenzione di Parnassus.. almeno per l'ultima volta, il vecchietto poteva mostrare un pò di compassione per il giovane, invece se ne stava su quella sedia a ridere amaramente.
Ubriaco.
Riuscì, finalmente, a dire mestamente un:
 "Sì.. sì.."
Per poi assumere un'espressione corrucciata.
Tony sospirò forte, mentre si avvicinava allo specchio polveroso.
Si guardò intorno e sorrise.
Presto l'aria fuligginosa di Londra avrebbe lasciato spazio ad altro.
Sorrise e entrò nello specchio velocemente.
Era entrato, riusciva a sentirlo.
Quell'atmosfera strana, tipica dell'immaginazione di Parnassus, lo circondava.
Sentiva la fantasia volare per aria, quella mente era inconfondibile.
Sogghignando aprì gli occhi.
Davanti a sè vide alcuni vestiti sciatti e, stranamente, familiari.. troppo familiari.
"OH NO!"
Era ancora nel capannone, dietro allo specchio.
Quel vecchio ubriaco lo aveva preso in giro, ancora seduto.. a ridere di gusto.
Tony era sorpreso, con gli occhi spalancati osservava il doctor.
Abbassandosi, piegando le ginocchia, allargò le braccia in cerca di una giustificazione.
Il suo cambiamento di vita stava ritardando ad arrivare.
Corse verso il vecchio, in preda alla preoccupazione.
"Signore, signore si concetri forza!"
La voce gli tremava leggermente.
Prese per le spalle l'ubriacone e mettendogli una mano sulla fronte, iniziò a sussurrargli nell'orecchio.
" Pensi.. pensi alla cioccolata"
Non seppe come gli venne in mente una cosa del genere, sembrava tanto ridicolo in quella posa e poi, nel culmine,aveva detto quelle parole..
"Alla cioccolata calda.. che.. che, ehm, si scioglie... su una calda stufa.."
Alzò un sopracciglio, scuotendo la testa e mordendosi un labbro.
Le cose più stupide gli venivano in mente nelle situazioni più disperate.
Vide che l'uomo era in perfetta.. beh quasi perfetta (visto che stava penzolando pericolsamente verso il lato destro della sedia) ipnosi.
Lo raddrizzò piano e camminando all'indietro, per controllarlo, raggiunse il palco e ci salì sopra.
Trovandosi davanti allo specchio si strofinò le mani, soddisfatto.
"Tony!"
"Valentina.."
Era tornata. Non ci poteva credere, proprio in quel momento.
"Che tempismo" pensò, mentre la ragazza correva ad abbracciarlo.
Tony si sentì tirare la camicia e dei singhiozzi lo colpirono, come degli schiaffi sul viso.
Valentina stava piangendo e l'unica fonte di rifugio era lui.
Le baciò la nuca, una sensazione di tenerezza l'aveva invaso.
Quella situazione sembrava diventare sempre più problematica.
"Ti porto via, tesoro"
Ecco.
Le parole gli uscirono dalla bocca; gli erano rimaste incastrate in gola per tutto quel tempo.
Lui e Valentina.
Una nuova vita lo aspettava al di là di quello specchio, che ora si ergeva maestoso di fronte a loro.
Una nuova vita.. insieme alla ragazza dai capelli rossi che adorava tanto.
La ragazza che era innamorata di lui.
  
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