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Autore: Padfoot_    23/07/2010    3 recensioni
Fu un secondo.Improvvisamente si udì un boato seguito da una marea di fumo. Ron tossì violentemente agitando le mani in aria nel tentativo trovare un po’ d’aria fresca da respirare. Chiuse gli occhi, deciso a chiedere aiuto ad Hermione quando il fumo scomparve così come se n’era andato.“Herm..Io..Scusa..Puoi accenderlo tu questo benedetto fuoco?” “Ronnino-Pasticcino, ma cosa dici? La pozione l’abbiamo quasi finita amore, come al solito siamo una coppia perfetta!” “LAVANDA?!” urlò il rosso, sorpreso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno a pranzo la tavola di Grifondoro sembrava stranamente vuota e malinconica, almeno per Ron. Era seduto come al solito affianco ad Harry ma di fronte a loro, al posto di Hermione, c’era Lavanda che continuava ad appioppargli soprannomi stupidi che facevano scompisciare dalle risate Dean e Seamus.

Il rosso stava disperatamente cercando di capire quegli improvvisi cambiamenti, così assudi..aveva mille teorie una più improbabile dell’altra.

Poteva essere stato uno scherzo di Harry o di Hermione ma poteva anche esserci lo zampino di Vodemort. Dopotutto il Signore Oscuro aveva già giocato una volta con la mente di uno di loro e la conseguenza di quella partita persa in partenza era stata la morte di Sirius..

Forse Lumacorno c’entrava qualcosa..non aveva infatti cercato di avvelenarlo poco tempo prima?

No..quello era stato solo un incidente. Uno stupido incidente evitato grazie alla prontezza di spirito del suo migliore amico.

Infine Ron decise di fare la cosa migliore: Rivolgersi a Silente.

Guardò desolato le sue uova strapazzate sperando che in questo inutile universo il preside fosse ancora in possesso delle sue stupefacenti facoltà mentali.

“Ron..hai sempre odiato le uova strapazzate” gli fece notare Harry.

“Che cosa? Io..Lo so” ribattè lui, assente.

Il prescelto alzò un sopracciglio, prima di poggiare una mano sulla spalla dell’amico.

“E’ da stamattina a lezione che non sei più te stesso..se ti va di spiegarmi che cosa è successo, io sono qui” disse.

“Grazie Harry ma..credo che non capiresti” rispose sconsolato Ronald.

“Coniglietto batuffoloso dipinto di rosso, perché non andiamo un po’ in sala comune prima dell’inizio delle lezioni?” gli propose Lavanda sbattendo le ciglia grondanti di trucco.

Ron, che aveva preso del succo di zucca se lo versò addosso e mentre si puliva la divisa ormai zuppa tentò di zittire Seamus e Dean che stavano quasi lacrimando dal ridere mentre ululavano odi a Lavanda.

“Lavanda smetti di chiamarmi così e comunque non ho finito il tema di storia della magia quindi credo proprio che non sia il caso” si scusò il rosso.

“Oh povero il mio tesoro, vuoi che ti aiuto?” ribattè lei sinceramente preoccupata.

“Figurati Lavanda per quanto tu possa aiutarlo Ronald rimarrà sempre il solito idiota” disse una voce fredda alle loro spalle, seguita da una risata, se possibile, ancora più frivola di quella di “LavLav”.

Harry, Ron e Lavanda si girarono contemporaneamente appena in tempo per vedere Draco Malfoy che si allontanava mano nella mano con Hermione, che ancora rideva.

Il rosso fece come per alzarsi, ma Harry lo fermò.

“Ron..non so cosa ti sia preso stamattina, né cosa hai intenzione di fare ora..ti capisco, la Granger è davvero molto carina ma è la ragazza di Malfoy ed è Serpeverde..non ti degnerà mai neanche di uno sguardo, rassegnati” affermò scuotendo il capo, come se frequentare, o anche solo pensare di frequentare Hermione Granger, fosse assurdo per loro..poveri e miserabili Grifondoro.

“Harry io..credo di doverti parlare” confessò finalmente il più giovane dei Weasley.

“Ronnino e a me?” Chiese Lavanda, con fare innocente.

“Ci vediamo stasera” Le rispose lui in tono sbrigativo. Poi si alzò, prese Harry per un braccio e lo portò nel parco.

Camminarono lentamente senza guardarsi nè parlarsi. Il moro aspettava pazientemente che l’amico trovasse le parole giuste per spiegargli la follia di quel mattino..

“Ok, sarò chiaro e conciso con te perché sei il mio migliore amico. Stamattina a lezione di pozioni tu eri in coppia con Neville e io con Hermione che era una Grifondoro, ad un certo punto io ho fatto un incantesimo per accendere il fuoco sotto al nostro calderone e ho solo ottenuto tantissimo fumo. Quando il fumo è sparito al posto di Hermione c’era Lavanda, e tu eri affianco a Calì..”

Harry lo guardava con occhi totalmente inespressivi.

“Capisci? E’ come se fossi capitato in un altro universo..da..da dove vengo io Hermione è la nostra migliore amica, io non sto con Lavanda e lei odia Malfoy..e tu..tu hai un libro di pozioni tutto scarabocchiato da un matto che però ha quasi sempre ragione” confessò tutto d’un fiato.

“Il mio libro di pozioni è immacolato ed Hermione Granger ci ha sempre odiati..insomma io non so che dirti. Però ti credo..vuoi che ti accompagno da Silente?” Harry parlò con tono pacato cercando di trovare le parole giuste per non offendere il rosso e per fargli capire che comunque gli credeva e gli era vicino.

“Non sono mat..Un momento..Mi credi?” ribattè Ron.

“Certo”

“E perché?”

“Io..stamattina ho guardato bene Hermione e poi il mio libro. Sul libro c’era segnata la pagina della pozione del giorno con un orecchietta. Guardando la Granger ho avuto un flasback..Era lei che mi urlava addosso..a proposito di un orecchietta, su un libro. Potrebbe essere successo sul serio in qualche universo parallelo..”

“E’ successo ieri sera in sala comune, Harry”

“Appunto. Ti credo..andiamo da Silente”.

I due si misero a correre nello stesso istante verso l’ufficio del preside.

“Harry..Silente è ancora Silente vero?” Gli domandò Ron mentre correvano, tenendosi una costola per lo sforzo.

“Suppongo di si” gli rispose lui ridendo e continuando a correre.

Se non altro il Prescelto era rimasto l’amico di sempre.

Il rosso, che aveva le gambe più lunghe, arrivò per primo davanti al gargoyle che determinava l’ingresso dello studio del Preside seguito a ruota dal moro che rideva ancora come un pazzo pensando all’assurdità di quella situazione.

Nell’istante stesso in cui si fermarono Albus Silente apparve davanti a loro. Stava scendendo le scale del suo ufficio, contemplandosi le mani.

“Balordo come sempre” pensò Ron.

“Harry, Ron..cercavate me?” domandò l’uomo appena si accorse della loro presenza.

“Si signore” rispose prontamente Harry.

“Potete salire se volete ma temo di non aver niente da offrivi..non mi aspettavo ospiti”

“Si figuri signore”disse Ron. “Dobbiamo parlarle con urgenza” aggiunse.

Salirono nel familiare studio circolare, che era sempre lo stesso e si affrettarono a raccontare tutto al Preside.

“Curioso..davvero curioso” fu il suo commento.

“Signor Weasley saprebbe dirmi l’incantesimo che ha usato per accendere il fuoco sotto al calderone?” domandò poi.

“L’elementare incantesimo d’incendio signore” rispose Ron con tono rispettoso.

“E’ stato un banale errore della signorina Granger temo. Ha aggiunto troppe code di Serpente e ciò, a contatto col fuoco, ha compromesso il vostro futuro, il vostro presente e il vostro passato. Nessun errore è però irrimediabile nel mondo magico e quindi credo di riuscire a trovare un antidoto entro il mese. Vi manderò a chiamare appena avrò notizie. Nel frattempo zero allusioni al passato..mi raccomando” Li congedò l’uomo, squadrandoli con curiosità dal basso delle sue lenti a mezzaluna.

I due uscirono dallo studio salutando e ringraziando educatamente.

Scesero poi le scale senza fiatare.

“Credi che Silente troverà una soluzione?” chiese Harry.

“Lo spero” fu la semplice risposta di Ron.

 

                                                                        ***

Quella sera la sala comune era affollatissima e Ron ebbe modo di capire molte cose sul nuovo mondo nel quale si sarebbe dovuto abituare a vivere.

Era seduto su una delle sue poltrone preferite con Lavanda che gli faceva le fusa sulle gambe.

Harry era di fronte a lui ma era difficile distinguere la sua faccia da quella di Calì.

Era una cosa a cui il rosso avrebbe dovuto abituarsi.

Lui stava con Lavanda..Harry con Calì. Era prevedibile.

“Lavanda..Dov’è Ginny?” domandò curioso alla sua ragazza.

“E’ nella sala comune di Serpeverde, ovvio. Esce con Zabini da circa sei mesi. L’hai dimenticato Ronnino?” rispose lei.

Il rosso balzò dalla poltrona per la sorpresa e la ragazza gli cadde dalle gambe.

Lui si scusò e si rimise a sedere, carezzandole i capelli in modo incerto cercando di farsi perdonare.

Non era colpa di Lavanda infatti se in quello strano universo loro due stavano ancora insieme e lui non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciarla di nuovo.

Sospirò sconfortato.

Avrebbe tanto voluto l’aiuto di Hermione.

“Lavanda ti dispiacerebbe scendere? Credo che andrò a farmi un giro” annunciò.

“Dove vai?” gli domandò Harry staccandosi momentaneamente da Calì.

“Non lo so, ho bisogno di stare un po’ da solo” rispose allontanandosi.

“A dopo amore!” lo salutò Lavanda a voce esageratamente alta mentre lui usciva dal buco del ritratto.

Camminò senza una meta precisa per chi sa quanto tempo, fino a quando non si trovò all’entrata della biblioteca che a quell’ora però, era chiusa.

O almeno così credeva.

Si sbagliava di grosso.

L’entrata dell’enorme stanza stipata di libri era aperta, ma non c’erano segni di forzatura. Soltanto un prefetto avrebbe potuto aprirla..

Il rosso entrò, curioso, ma si fermò quando dopo i primi dieci passi, sentì due persone ansimare.

Decise comunque di continuare a camminare cercando di non farsi scoprire, curioso di sapere chi a quell’ora avesse deciso di rintanarsi in biblioteca.

Girò l’angolo e riconobbe una massa di capelli ricci mista a un biondo platino quasi accecante che appartenevano a due corpi allacciati.

Prevedibile, erano Hermione e Draco..Malfoy del resto era un prefetto.

Ron rimase sbigottito guardando quella che un tempo era stata la sua migliore amica che si faceva toccare ovunque dalla Serpe e ricambiava in pieno tutte le palpatine, oltre che i baci.

Scappò via correndo, asciugandosi le lacrime.

Non aveva voglia di andare in sala comune né da nessun’altra parte quindi si fermò quasi subito, il più lontano possibile dalla biblioteca però.

Faceva male. E stava piangendo. Non sapeva neanche bene il perché.

Forse perché voleva tornare nel suo mondo, alla sua Hogwarts.

Desiderò con tutto il cuore di tornare in sala comune per essere rimproverato da Hermione visto l’ora tarda. Ma sapeva che non sarebbe potuto succedere. Non ora.

Sbuffò e si accasciò a terra, con la schiena al muro.

Un mese massimo e Silente avrebbe fatto passare tutto.

In quel momento si rese conto che non avrebbe resistito un mese senza Hermione. Un mese senza di lei..gli sembrava impossibile.

Si costrinse a pensare che non voleva stare senza di lei perché era la sua migliore amica o perché lo aiutava con i compiti, con le pozioni.

Si costrinse a pensare che la sua presenza era un abitudine, se non altro.

Ma la verità stava pian piano venendo a galla da sola.

Ron Weasley era innamorato cotto di Hermione Granger.

                                                                    ***

Il mattino dopo si alzò presto e scese in Sala Grande per fare colazione, da solo.

Sentì delle urla provenire da un aula al primo piano e si chiese quale fosse il motivo di tanto baccano.

Ma poi i ricordi della sera prima riaffiorarono lucidi e perfetti nella sua mente.

L’ultima volta che si era impicciato in affari non suoi era finita decisamente male.

Si costrinse ad andare avanti quando ad un certo punto la porta dell’aula si aprì improvvisamente e ne uscì Draco Malfoy decisamente scarmigliato, come se avesse appena finito di litigare con uno schiopodo sparacoda.

Certo, come aveva fatto a non riconoscere quelle urla, che stupido!

Le aveva sentite così tante volte!

Erano le inconfondibili urla di Hermione, quand’era furiosa.

Si trattenne a stento dall’entrare in quell’aula per confortarla e mise un piede avanti all’altro nel tentativo di riprendere a camminare..ma era difficile quando tutto il suo corpo aveva voglia di mettersi a ballare per la felicità!

Malfoy aveva fatto arrabbiare la riccia…si erano forse lasciati?

Non ebbe tempo di riflettere a quella domanda perché la ragazza di cui lui era tanto innamorato lo urtò violentemente nel tentativo di correre via il più veloce possibile.

Hermione alzò la testa come se volesse chiedere scusa ma quando si accorse del ragazzo che aveva davanti sussurrò uno scortese: “Ah…Sei tu”

Riprendendo a camminare come se niente fosse.

Ron decise che questo proprio non avrebbe potuto sopportarlo.

La rincorse e la fermò, sfiorandole un braccio.

Lei si girò e lo guardò negli occhi, curiosa di ciò che uno come lui avrebbe potuto dirle.

“Hermione, puoi non trattarmi così per favore?” le chiese.

“Che cosa? Weasley ma ti sei bevuto il cervello?” ribattè lei.

“No..solo..Mi chiamo Ron, non Weasley” le fece notare.

“Ok..Ron” disse a riccia riprendendo a camminare.

Lui però non si arrese tanto facilmente.

“Ti va di raccontarmi cosa è successo?” le chiese camminandole al fianco.

“No, non direi”

“So che muori dalla voglia di dirlo a qualcuno. Di solito non stai mai zitta” la incoraggiò.

“Hai ragione, ma quel qualcuno non sei tu” gli disse Hermione sorridendo.

“M’interessa”

“Chiedilo a Draco”

“Non me lo direbbe neanche sotto tortura”

“Appunto”

“Non fai prima a dirmelo tu?”

“E’ stato a letto con un’alta..Contento adesso?”

“No, direi di no” rispose lui con un sorriso smagliante.

“Non si direbbe. Comunque…non sono fatti tuoi” le disse sgarbatamente.

“Ormai mi hai detto il punto della questione..potresti anche raccontarmi il resto Granger, non credi?”

“Direi di no..Arrivederci Weasley” lo salutò entrando il Sala Grande e dirigendosi verso il tavolo della sua casa.

 

 

*me sbuca da dietro un muro* Heey..ci siete? Volevo ringraziare tutti quelli che stanno leggendo. Si, la storia è un po’ un casino..ma continuerà!

 

Un bacione!  _Padfoot! <3

  
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