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Autore: eleanor89    26/07/2010    10 recensioni
Questa storia racconta dei Malandrini e di tutte le persone venute a contatto con loro a Hogwarts e negli anni successivi; tanti pezzi di vita che possono avere un significato importante nelle loro esistenze o essere episodi di normale quotidianità.
Avanti e indietro nel tempo, momenti di gioia e di dolore: ecco a voi una lunatica e pessimista Lily Evans, Un Frank Longbottom calmo e che non si lascia influenzare dai suoi pazzi amici, una Alice sportiva e dura, una Mary McDonald civettuola e allegra, e naturalmente Severus Snape, Regulus Black, i Lovegood, tutto l'Ordine della Fenice, compresi i magnifici Prewett, la spaventosa Dorcas, e tanti altri ancora.
Ultimo capitolo: Come Alice soprannominò James "Capitano": "James individua Alice da sola il giorno dopo Natale e pensa che avrebbe preferito non aver stampato sulla fronte il segno di una delle pantofole pelose di Remus, che Sirius gli ha lanciato quando ha ripreso a cantare. Le pantofole sono state trasfigurate da lui – ed è abbastanza sicuro che Remus le preferisca così – ed è ingiusto che siano state usate per tentare di stroncare la sua futura carriera."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '70's students.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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James and Lily's Saturday [31 marzo 7° anno]



Lily poggiò una mano su quella del ragazzo, stringendola leggermente.
«James, parla o scoppierai.» lo invitò, divertita.
«Ma non voglio parlare di lui!» protestò il ragazzo, con un sorriso che lo tradiva, «È solo che sto pensando!»
«Tu non pensi.» ribatté lei tranquillamente.
«Grazie. No, è che Sirius era nervoso anche stamattina. Sembrava tranquillo a un certo punto, ma poi non mi ricordo di cosa stavamo parlando e ha iniziato a essere seccato e risponder male, ecco. Cosa che fa spesso, è fatto così, però non ce l'ha mai con me, di solito, capisci?»
«Prova a ricordare di cosa stavate parlando.» lo invitò Lily, tornando alla sua burrobirra.
James aggrottò la fronte, pensoso. Fissò a lungo il proprio bicchiere vuoto, prima di far schioccare la lingua e dire: «Vediamo... Gli ho detto che non vedevo l'ora che fosse ora di uscire.»
«E non capisci cosa può essergli preso?»
«No!... aspetta, cos'è quella faccia? Tu l'hai capito, non è vero? Lo conosco quel sorriso, ti stai prendendo gioco di me! Dai, dimmelo!» la supplicò subito.
«Oh, non ci penso neanche a mettermi tra voi.» inorridì Lily, «Arrangiati. Chiedi a lui. Un bel discorsetto.»
«I ragazzi non fanno discorsetti sull'amicizia.» ribatté James, sorridendo.
«Chiaramente no. Voi fate a pugni virilmente, giusto?»
«Stai insinuando che questo non valga per me?»
«Figuriamoci, tu strilleresti come una ragazzina.»
Scoppiarono a ridere entrambi, per la verità lui un po' in imbarazzo perchè non era troppo lontana dalla verità.
Alice li raggiunse, trascinando Frank Longbottom con sé.
«Salve ragazzi, un salutino veloce prima di abbandonarvi definitivamente...» disse loro spiccia, rubando un sorso a Lily.
«Dove andate di bello, soli soletti?» domandò James con malizia.
«Frank mi deve miliardi di cioccorane da Mielandia. Ci credereste, che ha mangiato le mie senza permesso?»
«Credevo fossero di Remus! Remus lascia sempre cioccolato in giro!» protestò il ragazzo, fingendosi esausto. Lily scorse il luccichio compiaciuto nei suoi occhi e non ci credette neppure per un secondo.
«Ali, finché puoi scroccare, fa pagare lui.» suggerì allegra. James spalancò la bocca, scandalizzato.
«Ma sentila! Non mi lasci mai pagare per entrambi senza prima una luuunghissima discussion-»
«Oh, è diverso!» tagliò corto Lily. «Tu sei il mio fidanzato.»
Alice, Frank e James si scambiarono un'occhiata sconcertata.
«L'ha detto sul serio, vero?» sussurrò James, cauto.
«Che sia sotto Imperio?» ipotizzo Alice.
«Di che state parlando?» fece Lily, stupita. Frank venne in soccorso dell'amico, che la guardava frastornato.
«Di cosa stiamo parlando? L'hai chiamato fidanzato! Non lo chiami mai così, lo chiami il tuo ragazzo e sembri sul punto di collassare ogni volta che si parla di impegni seri! Tipo quando si parlava di conoscere i suoi genitori!»
Lily arrossì. «È diverso!» protestò, «Siamo giovani per i fidanzamenti in casa! E quando parlo di ragazzo o fidanzato per me sono sinonimi! Non è vero che sono sul punto di collassare!»
«Sinonimi?» ripeté James, «E a me non lo potevi dire che la vedi così?» domandò, ridendo felice.
«Ma che differenza fa?»
«Che sembri meno spaventata!» spiegò Frank, con pazienza ma decisione. Alice lo strattonò per un braccio.
«Se hai finito di dispensare consigli amorosi, noi andiamo da Mielandia. Mi sta giusto venendo fame.»
«Oh, d'accordo. Ci vediamo ragazzi...»
«Capitano, Caposcuola.» li salutò scherzosamente Alice.
James salutò con entusiasmo, mentre Lily incrociava le braccia, imbronciata.
«Io non sono spaventata da niente.» sbottò.
«No, certo che no.» l'assecondò James, sghignazzando per via della sua espressione offesa.
«Ti affatturo, Potter.» lo minacciò.
«Come ai vecchi tempi, Evans del mio cuore?» la stuzzicò, addolcendo il ghigno in un sorriso.
«Hai ragione, meglio cambiare. Ti colpirò alla babbana.» si corresse lei, mantenendo un'aria severa che svanì come fumo quando James spostò la sedia per trovarsi accanto a lei. «Sai essere appiccicoso.» commentò, squadrandolo altezzosa.
«Perché ti aaaamo
Lei non glielo avrebbe mai detto, se ne rendeva conto, Lily non era proprio capace di formulare quella frase, nonostante si fossero girati intorno per mesi prima di stare assieme e lui ne fosse palesemente innamorato da anni. Perciò lo faceva lui per entrambi, ogni due per tre.
La ragazza alzò gli occhi al cielo e Rosmerta tornò da loro, nel caso volessero ordinare qualcosa da mangiare.
«Pranziamo qui, vero?»
«Perché no, non mi va di tornare al castello ora.»

Frank e Alice camminavano in silenzio verso Mielandia. Incrociarono un gruppo di Hufflepuff agitati che parlavano di uno Snape portato via da Rosier con la magia perché non in grado di camminare.
«Questo spiega perché Sirius e Peter erano pieni di tagli.» commentò Frank, scuotendo la testa. «Non cambieranno mai.»
«Lo spero!» esclamò Alice, sorridendo. «Lily e il Capitano invece sono molto cambiati.»
«Tu dici? Cioè sì, Jim è sicuramente cresciuto. Però Lily è sempre stata con la testa sulle spalle.»
«In effetti lei più che altro è diventata più dolce con lui, dopotutto stanno insieme... Però io la trovo anche molto più serena. Gli anni scorsi sono stati terrificanti per lei, specie il sesto.»
«I suoi genitori, Voldemort, le sue compagne di dormitorio che si sono ritirate...»
Alice chiuse gli occhi per un istante a sentire quel nome, poi proseguì: «Vivere senza Snape...»
«L'ho volutamente ignorato. Dopo averla chiamata in quel modo spregevole e con le compagnie che frequenta, per me è un bene che si siano allontanati.»
«Per tutti noi è un bene, ma lei ci ha sofferto.» ribatté Alice.
«Una sofferenza che ha portato alla felicità con Jim.» replicò lui.
«Neanche a me piace Snape, ma se lui non fosse stato così imbecille non ci sarebbe stato bisogno di quella sofferenza, che tra l'altro tale è e tale resta.» insistette la ragazza.
«Se non fosse stato così imbecille? Vedi, questo discorso già non ha senso. Lui è un imbecille, per essere gentili.»
«Ti sei fatto influenzare parecchio dai tuoi amici.»
«E tu sei diventata troppo buona, coi tempi bui che corrono. Quando uno sta nel lato oscuro, non bisogna stare lì a pensare a come sarebbe stato se avesse scelto la strada giusta.»
«Non ho bisogno delle tue lezioni sulla guerra.» s'innervosì lei, «Sto solo dicendo che era una sofferenza di cui avrebbe potuto benissimo fare a meno.»
«E hai chiamato Jim, Sirius, Rem e Pete miei amici, anche se sono nostri amici, nel tentativo di difenderlo. Snape corrode chiunque.»
«Ma fammi il favore!» sbottò la ragazza, «Si può sapere che problemi hai con lui, sul serio? Quest'astio da dove viene?»
«Che tu ci creda o no, io mi preoccupo per Lily e per chiunque mi stia intorno. Anche se tu ritieni che io dorma in piedi, so osservare. E dopo tutto ciò che ho visto, ho deciso che Snape non mi piace.»
Alice arrossì, chiudendo la bocca.
«Siamo arrivati.» concluse Frank, aprendole la porta.
«Tu, Longbottom... Lo sai, non credo che andremo mai d'accordo su qualcosa.» borbottò Alice, scoccandogli un'occhiataccia.
«Sopravviverò.» mormorò il ragazzo, rabbuiandosi. E dire che aveva fatto tanti passi avanti, a cominciare dal farsi chiamare per nome...

Lily batté una mano sul tavolo, mentre rideva con le lacrime agli occhi.
«Grandioso! E dire che settimane fa avevamo litigato per colpa di Edgar poi!»
«Sono stato molto, molto cretino. Però insomma, non è che ci siano molti ragazzi interessati ai ragazzi... in giro.» sussurrò James, rosso in viso.
«Scenata di gelosia e alla fine gli piacevi tu!» rise ancora Lily, rischiando di cadere dalla sedia.
«Ti prego, non alzare la voce!» la supplicò, inorridito all'idea che qualcuno se ne accorgesse.
«Figurati, Black sarebbe l'unico in grado di apprezzare come merita una simile perla se fosse qui, con quella sua risata assurda che fa ridere... Purtroppo mi detesta, quindi non posso parlargliene. Pettigrew e Remus sono troppo dalla tua parte e troppo buoni per sfotterti a dovere.» elencò con rimpianto. «Frank e la signora Longbottom in effetti andrebbero bene...»
«Se Alice scoprisse che la chiami a quel modo...»
«I nostri carissimi amici mi chiamano signora Potter.» ribatté Lily.
«È un po' diverso, noi due stiamo assieme sul serio. Quei due si detestano cordialmente.» le sottolineò James, annuendo enfaticamente.
«Detestano? Oh, povero piccolo Jamie, non ne capisci proprio nulla di donne!»
James la guardò agghiacciato, e Lily scoppiò a ridere.
«I cari Remus e Black. Pare che tua madre ti abbia chiamato Jamie una volta di troppo.»
«No. no. Questo non sta succedendo. Mi hai chiamato fidanzato! Non puoi distruggere ogni momento felice!» piagnucolò lui, nascondendo il viso tra le mani. Poi riemerse, improvvisamente serio, e Lily lo guardò curiosa.
«Paddy è scontroso con tutti da tipo febbraio, non è vero che ti detesta. Ce l'ha con Remus poi, lo sai. Anche se fa finta che sia tutto passato. Non proprio finta, magari... ci sta provando, ecco. Quindi non ce l'ha con te particolarmente, è solo frustrato.»
Lei lo guardò con pena.
«Jamie... Padfoot... è geloso di me.» spiegò con rassegnazione, usando il nomignolo che ormai utilizzavano senza problemi anche davanti a lei, pur lanciandosi dopo strane occhiate.
James fece cadere a terra il boccale, senza curarsi di ripararlo subito e attirando occhiate.
«Mi stai dicendo che pensi di piacergli?» domandò, con la gola improvvisamente secca. Lily arrossì, illuminandosi come una zucca di Halloween.
«No, idiota, il contrario! È geloso del tempo che passo con te
«Mi stai dicendo che pensi che io gli piaccia?» bisbigliò James, palesemente atterrito.
Lily si fece forza e prese un respiro profondo.
«Sei un cretino. Chi me l'ha fatto fare?» si lamentò, esausta, «Sto dicendo che voi due avete sempre fatto tutto assieme, siete i due più uniti del gruppo, poi io ho accettato di uscire con te e improvvisamente ecco che passi quasi tutto il tuo tempo con me e lo trascuri. E lui non potendo prendersela con te se l'è presa con me.
Stavamo quasi cominciando ad andare d'accordo prima che io e te cominciassimo a uscire di continuo. E poi ci sono le volte in cui noi due litighiamo e mi massacrerebbe, glielo leggo in faccia. Da febbraio è diventato ancora più freddo, con la storia di Edgar e di quanto avevamo discusso.»
«Ah, beh, perché ci stavo male male, pensavo avessi intenzione di lasciarmi ed ero un po' più sbattuto del solito...» disse lui senza riflettere.
Gli occhi di Lily si assottigliarono pericolosamente.
«E ti sei sfogato con lui parlando male di me e confermando le sue idee.»
«Non ho mai parlato male di te!» negò subito lui, «Ma soltanto di Edgar! Poi certo, ora sappiamo come stanno realmente le cose... e non ridere!»
«Perdonami, ma è... ridicolo!» scoppiò la ragazza, accasciandosi in avanti e riprendendo a ridergli in faccia. James sbuffò, nascondendo un sorriso dietro una mano e tentando di fingersi alterato, sebbene gli occhi lo tradissero, non abbandonando mai il viso della ragazza.

Alice e Frank osservavano attoniti i tentativi di Emmeline Vance di volare decentemente su una scopa, peraltro non troppo riusciti.
«Ma che fa, vuole ammazzarsi?» sbottò la prima.
«Immagino che stia cercando di imparare ora che nessuno può vederla...» mormorò il secondo, pallido.
«E c'è bisogno di farlo a quell'altezza? Vado a prendere una scopa per bloccarla, tu resta qui e controlla che non cada.» ordinò Alice, correndo via.
Frank scosse la testa, e un attimo dopo sobbalzò atterrito, vedendo Emmeline e la scopa precipitare a tutta velocità verso il basso. Estrasse la bacchetta per fermarla, consapevole che fosse troppo tardi, quando la ragazza raddrizzò il proprio manico e riprese a volare raso terra.
Sospirando sollevato corse dentro il campo, chiamandola a gran voce.
«Frank?» si sorprese Emmeline, continuando a svolazzare, «Ehi, come si ferma questa cosa?»
«Come sarebbe... Ma se non ti sai neanche fermare non allenarti da sola! C'è una professoressa per questo!»
«Ma io volevo imparare senza coinvolgere nessuno! E poi hai visto come ho mantenuto bene il controllo in discesa? Anche James fa sempre così durante le partite!» esultò la ragazza.
Frank impallidì maggiormente e cercò di insegnarle a frenare.
«L'hai fatto apposta, quindi?» le domandò quando la scopa fu ferma a mezz'aria. «Degna Gryffindor, pazza scatenata...»
«Meno male che l'hai fermata! Mel, sei scema o cosa?» fece Alice, senza mezzi termini. Era arrivata direttamente a cavallo della propria scopa, e li osservava a braccia incrociate da qualche metro d'altezza. Emmeline arrossì, per poi ridacchiare.
«Vedi, sei molto più intimidatoria dall'alto. È utile saper volare.»
«Certo che lo è! Però...»
Alice fu interrotta da un esplosione, che proveniva direttamente da Hogsmeade.
«Che diavolo...»
E poi, nel cielo, il marchio nero.

«Ehi, Jamie, sono stanca morta... Andiamo in sala comune assieme e ci lasciamo morire sulle poltrone?» cinguettò Lily, falsamente dolce, mentre il ragazzo la teneva per mano.
«La pianti con quel nomignolo orribile?» mormorò James, guardandosi attorno nel caso qualcuno li stesse ascoltando. La risata spontanea di Lily fece in effetti voltare qualcuno, e lui se la strinse più a sé, finendo col sorridere a sua volta. «Sei insopportabile.»
«Io? Non eri tu quello?» lo stuzzicò lei, premendogli un dito sul fianco. Il ragazzo, che soffriva terribilmente il solletico come entrambi sapevano, fece un salto e la lasciò andare, scrutandola con sospetto.
«Non ci provare. Ti affatturo, Lily.»
«Non lo faresti mai.»
«No.» ammise, tornando a sorridere. Non riusciva a evitarlo, quando si trovava con lei.
Nessuno dei due badò allo strappo che preannunciava la smaterializzazione di qualcuno, non ci pensarono neppure, finché non udirono le urla e la gente fuggire.
Lily e James restarono immobili, sconcertati.
«Cos'è, uno scherzo dei tuoi amici?» domandò lei, escludendosi immediatamente dal giro di conoscenze. James scosse la testa, mezzo divertito e mezzo esasperato.
«Direi di no.»
«Avada Kedavra!» gridò una voce femminile. I muri si illuminarono di luce verde proveniente da un'altra strada e una donna urlò.
Il divertimento dei due si tramutò all'istante in terrore.
«Ja-» riuscì a dire Lily, prima che il ragazzo l'afferrasse e spingesse con sé dentro i Tre Manici. Rosmerta stava scappando nel retro.
«Mangiamorte.» disse lui, con voce roca.
«Vattene via!» esclamò lei prima di riuscire a trattenersi.
Il ragazzo la guardò sorpreso, mentre la mano andava alla bacchetta.
«Sì, andiamocene.»
«No, tu! Stammi lontano! Io sono una sanguesporco! Se ti riconoscessero capirebbero che sono io e ti ucciderebbero perché sei qui con me! Va via, ci rincontreremo a Hogwarts!» lo pregò la ragazza.
«Lily, non dire cazz-LILY
Troppo tardi. Nel momento in cui si era distratto per l'orrore provato alle sue parole, la ragazza era sgusciata da sotto il suo braccio ed era corsa fuori. Imprecando la seguì, finendo urtato da una coppia di Ravenclaw e perdendola per un momento di vista.
Era il caos. Tutti cercavano di fuggire, ma i Mangiamorte potevano essere ovunque, perciò le persone correvano a caso cambiando strada a ogni colore scuro che balenava davanti ai loro occhi, senza soffermarsi a controllare se fossero effettivamente i nemici. La gente urlava abbastanza da rendere tutto ancora più caotico e già qualcuno era a terra, colpito da maledizioni o calpestato dalle persone.
E proprio quel giorno Hogsmeade era strapiena, poiché era l'ultima uscita prima delle vacanze di Pasqua.
«Lily!» urlò ancora, riuscendo a vedere la chioma rossa allontanarsi in direzione opposta al castello e più avanti un gruppo di ragazzini essere sbalzati per aria strillando. Lei stava andando incontro ai Mangiamorte, forse consapevolmente.
Le corse dietro.
Un'esplosione fece tremare tutto e James si ritrovò a cadere a terra. Riuscì per miracolo a mantenere gli occhiali sul viso e afferrò una ragazzina sul punto di finire sotto un'insegna. Si voltarono entrambi verso le case davanti all'ufficio postale e le trovarono in fiamme; un enorme numero di gufi già si libravano in cielo, fuggendo dall'ufficio lì accanto.
Un uomo incappucciato scoppiò a ridere, mentre la gente tentava di fuggire dai frammenti infuocati. E poi qualcuno accanto a lui alzò la bacchetta verso il cielo e un lampo di luce verde disegnò un teschio dalla cui bocca usciva un serpente.

«Il marchio nero! Sono loro, Frank!» gridò Alice. Emmeline scivolò dalla scopa, e il ragazzo fu più rapido di lei nel riafferrare il manico e salirci sopra.
«Emmeline, torna a castello!» ordinò.
«Frank, Lily e James sono sicuramente ancora lì! Li conosci, tornano sempre per ultimi!» strillò ancora Alice.
«Lo so! Io vado da loro e li recupero. Tu porta Emmeline a-»
«Stronzate!» fu la risposta rabbiosa della ragazza, «Accompagnala tu!»
E la strega schizzò verso il villaggio. Frank imprecò, imitando senza saperlo James, e si lanciò all'inseguimento. Emmeline invece corse agli spogliatoi, in cerca di una scopa per poter raggiungere gli amici e aiutarli.

«Stupeficium!» gridò Lily, schiantando un Mangiamorte alle spalle. Il gruppo di ragazzini sospeso per aria rischiò di precipitare violentemente, ma lei li aiutò a planare con delicatezza.
«Protego!» fece James alle sue spalle, e un incantesimo fu riflesso dallo scudo dietro la ragazza.
«James!»
«Incantesimi non verbali! Attenta!»
«Dovevi andartene! Io sono... in pericolo a prescindere, tu no!» sbottò lei, chinandosi per evitare un fascio di luce verde e colpendo un'insegna sopra due uomini incappucciati, facendogliela precipitare addosso prima che si rendessero conto che lei non aveva sbagliato mira.
Era terribilmente pallida, terribilmente spaventata, ma non tremava e non smetteva di lanciare incantesimi e di salvare chi poteva.
James pensò che se fosse uscito vivo di lì, avrebbe davvero passato il resto della vita con lei.
«Sai che non potrei mai!» ribatté allora, occupandosi di liberare un ragazzino incastrato in delle liane che avevano tutta l'aria di essere velenose.
«Non posso credere che stia succedendo!» esclamò una voce che sembrava quella di Dedalus Diggle.
«Diggle?» chiamò James.
«Potter! Cazzo, mi sa che li saltiamo i M.A.G.O. quest'anno! Specie se ci ammazzano!» rise quello, schiantando uno Slytherin che stava mettendosi a dar manforte ai nemici.
«Buttatevi a terra!» urlò una voce e tutti ubbidirono, senza sapere neppure se parlassero a loro o ai Mangiamorte. Un incantesimo fece saltare per aria un pezzo di strada, molto utile dal momento che sembrava che tutti i servi di Voldemort si stessero dirigendo da loro.
«Alice!» strillò Lily, riconoscendola.
Una ragazza urlò, mentre delle liane, le stesse che avevano intrappolato il ragazzino aiutato da James, le bloccavano le gambe. Lily riconobbe Sarah Lohan, ma Frank fu più svelto di lei nel calare con la scopa e incendiarne le radici, strappando poi la ragazza da terra con uno scossone.
«Solo il fuoco le rompe!» spiegò agli altri, avendo notato gli effetti del reducto di Alice.
«Attento, non è così semplice!» obbiettò James, che tentava di sfuggire a quelle accanto a lui.
Alice gridò quando la liana riuscì ad afferrare Frank, sbattendolo giù dalla scopa.
«Sarah, va via!» urlò lui.
Lily stava correndo indietro per dare una mano e inciampò accanto a James, perdendo la bacchetta.
«Attenta!» le disse James, diviso tra l'aiutare lei o l'amico. Alice era caduta dalla scopa e ora stava schiena contro schiena con Diggle fronteggiando tre Mangiamorte che non sembravano aver fretta. Tutti avevano rallentato, in attesa di qualcosa.
«Lily!» urlò una voce, che Lily riconobbe come quella di Angelina Johnson, una ragazzina del terzo che aveva aiutato in Incantesimi. Lei e James la videro schiantare un Mangiamorte che stava per attaccarli alle spalle, ma in quel momento un raggio di luce verde la colpì al petto e la ragazza crollò a terra, gli occhi spalancati fissi verso di loro.
James aprì la bocca in un urlo muto, poi fu quello di Frank a scuoterlo.
«Alice! Alice!» stava chiamando, e con un movimento di polso che rischiò di slogarsi, appiccò fuoco alle proprie scarpe e alle radici intorno ad esse.
«Idiota! Ti brucerai vivo!» urlò lei, che ora stava a terra, seminascosta da una roccia spuntata da terra che la proteggeva quel tanto che bastava per non essere ancora colpita da una maledizione. Dedalus stava combattendo praticamente ad armi pari con un Mangiamorte molto basso e sicuramente molto giovane. «Resta dove sei!»
«Ti aiuto io!»
Era Remus, che scendeva in picchiata. Scagliò un incantesimo sulle radici, che si afflosciarono morte nello stesso momento in cui la roccia che nascondeva Alice finiva in mille pezzi, scagliandola indietro.
«Moony! Non sono mai stato così felice di vederti! Prendi Lily e portala via!» esclamò James, «Noi ce la possiamo cavare!» si voltò verso la ragazza per convincerla che era più semplice così, ma si ritrovò a guardarne la bacchetta caduta a terra. Colto da un orribile presentimento, mentre il gelo lo bloccava sul posto alla mercé di chiunque, guardò verso Alice.
Frank e Remus aveva evidentemente fatto lo stesso, a giudicare dall'urlo strozzato del primo.
Alice si stava rialzando, sanguinando abbondantemente dalla testa e dietro di lei il Mangiamorte che aveva messo fuori combattimento Dedalus stava sollevando la bacchetta; Lily si frappose fra i due nel momento stesso in cui partiva il lampo di luce verde.
Gridò di dolore, coi capelli rossi che per un momento danzarono nell'aria mentre il corpo veniva spinto indietro e le gambe perdevano forze. Il riverbero illuminò la strada e alcuni smisero di fuggire buttandosi a terra, mentre altri ripresero a urlare.
Lily crollò senza più muoversi e Alice gridò con tutta la voce che aveva in gola, alzandosi con la sola forza del dolore.
«CRUCIO! CRUCIO!» strillò come impazzita, colpendo prima quel Mangiamorte e poi un altro dietro di lei, che gridò rivelando una voce femminile. «CRUCIO! AVADA...»
Frank le balzò alle spalle, afferrandola per le braccia e impedendole di scagliare la Maledizione Senza Perdono per eccellenza.
«Te ne pentiresti! Lei non vorrebbe!» le sussurrò a un orecchio. Remus placcò James, prima che facesse lo stesso lanciandosi in mezzo ai nemici in un'azione suicida. La scopa saltò per aria, colpita da un incantesimo che li mancò di poco.
Poi qualcun altro si materializzò e tutti i Mangiamorte si fermarono, in attesa.
Era arrivato un uomo nascosto da un lungo manto nero, che scrutò con tranquillità la devastazione davanti a sé.
«Mio Signore!» esclamò entusiasta la Mangiamorte colpita dal cruciatus di Alice.
Lily aprì gli occhi con uno sforzo sovrumano e l'amica cadde in ginocchio accanto a lei.
«Sei viva!» singhiozzò.
«Tanti problemi per via di questi cinque ragazzi?» domandò. La sua voce non era così fredda o sibilante, eppure tutti sentirono i brividi come se fosse stato un serpente a parlare. O Salazar redivivo.
«Mio Signore, siamo solo stati colti di sorpresa!» si giustificò il Mangiamorte più giovane, che aveva colpito Lily senza però ucciderla, sicuramente usando la maledizione cruciatus a giudicare dal colore. Dalla voce si sarebbe detto della loro età, se non più piccolo.
«Vedo.» rispose semplicemente. «Dumbledore è trattenuto dai giganti e voi non riuscite neppure a radere al suolo Hogsmeade? Devo intendere ciò come la dimostrazione della vostra inferiorità rispetto agli studenti di Hogwarts?» domandò, il tono di una falsa calma non ingannevole.
«No!» gemette il ragazzo e alcuni Mangiamorte arretrarono spaventati.
«È Voldemort.» disse semplicemente James. Tutti gli occhi puntarono su di lui.
«Zitto, Potter!» ringhiò Dedalus, con una bacchetta puntata alla gola.
«COME OSI PRON-» cominciò uno dei Mangiamorte.
«Aspetta, Lucius. Ha detto Potter. Conosci i Potter, sono una famiglia di sangue purissimo. Non è così... James?»
Il ragazzo sussultò ma non disse nulla, lasciando che fosse lo sguardo pieno di disgusto a rispondere per lui.
«Non permetterti... neanche di avvicinarti a lui.»
Prima che James stesso se ne rendesse conto, Lily si era voltata pancia a terra e facendo forza con le braccia aveva sollevato il busto per guardarlo. Perdeva sangue dalla bocca e sicuramente non riusciva ad alzarsi, ma il suo tono era combattivo e lo sguardo pieno di rabbia. Alice tremava come colta da convulsioni al suo fianco, ma puntò comunque la bacchetta verso di lui.
Voldemort scoppiò a ridere.
«Commovente... Non muovetevi!» ordinò secco ai suoi sostenitori, «A quanto vedo hai quasi gettato la tua vita per salvare la purosangue accanto a te, una nobile azione per una del tuo livello. Hai perlomeno inteso qual'è la tua posizione, non è così?» soffiò con voce ironica, chinandosi leggermente come per vederla in faccia, nonostante i molti metri che li separavano. James fece per scattare e lui mosse leggermente la bacchetta.
Vi fu uno schiocco e Remus si accasciò a terra, urlando di dolore.
«Remus!»
«Attento. Non dovresti essere così attaccato a forme di vita inferiori ed effimere come sanguesporco e mezzosangue babbanofili...» tacque, osservando meglio Remus. «Curioso... un ibrido. Dumbledore ammette davvero chiunque ad Hogwarts, non è così?»
Alice, Frank, James e Lily gli scagliarono contro uno stupeficium nel medesimo istante, ma Voldemort si materializzò un metro più a sinistra e questi finirono nel vuoto.
«Ho detto non muovetevi.» intimò nuovamente ai suoi, che avevano fatto per attaccarli, «Non voglio che del sangue puro venga sprecato, specie se di combattenti così validi...»
«Prima che tu lo chieda, sappi che non ci uniremo mai a te!» parlò Frank a nome di tutti.
«Un Longbottom.» constatò Voldemort, suonando soddisfatto, «Quanti purosangue che non capiscono... Mi sembra il caso di dare una lezione a tutti voi che ancora non vi rendete conto di a chi dovete prestare fedeltà: Avada...»
«Expelliarmus!» gridò James e naturalmente il mago lo evitò con facilità, guardandolo negli occhi con ara beffarda. Remus guardò James sconvolto.
«Oh, non biasimarlo. È solo un bambino spaventato...» rise Voldemort, «I suoi pensieri non sono molto diversi dai tuoi, così poco precisi per essere adatti a un duello... Un po' troppo concentrati sulla ragazza per essere lucidi.»
«È un legillimens...» comprese Alice, stringendo la mano di Lily ancora una volta.
«L'unica sanguesporco qui sono io. Perché non uccidi me e non li lasci andare?» propose quest'ultima, con voce fioca.
«NON DIRLO!» urlò James, disperato.
Voldemort rise ancora.
«Sciocca, sciocca ragazzina, così determinata a sacrificarti... Credi davvero che lui farebbe lo stesso per te? L'amore romantico deve sembrare così potente ai bambini, eppure...»
«Lui lo farebbe.» lo interruppe Lily, fredda. Gli occhi le si erano riempiti di lacrime ma continuava a guardarlo. «Tutti loro lo farebbero per me e io per loro.»
«Vediamo allora.», disse lui puntandole la bacchetta contro.
«No!» gridò James, e fu l'ultima voce che lei udì, prima di sentire un dolore lancinante, il più terribile che avesse mai sentito, mille volte peggio della maledizione di poco prima. Era come essere morsi da un enorme serpente che spezzava il suo corpo a metà, ed esserne lentamente inghiottiti: tutto ciò che vedeva erano degli occhi scuri davanti a lei.
«Muori.» sentì dire a se stessa e al serpente e, con orrore, annegando in quel mare di dolore che aumentava a ogni movimento, vide il proprio braccio alzarsi verso James, la bacchetta che si illuminava di luce verde, «Uccidila o muori, Potter.»
«James, scappa!» urlò Frank, da qualche parte. Un lampo parti dalla bacchetta di Lily, che James parò in parte. L'incantesimo riuscì a passare attraverso lo scudo e gli disintegrò parte dei vestiti, ferendolo al petto e all'addome.
Lily vide i Mangiamorte disporsi a cerchio perché James non potesse fuggire e vide anche l'espressione indescrivibile del ragazzo, che la guardava.
«Scegli! Uccidila o muori! Vale così poco la tua vita?» lo sfidò il serpente per bocca di Lily, colpendolo ancora. James cadde a terra, strisciando le ginocchia e cercando di mantenere l'equilibrio, una mano stretta al petto. Altre grida si aggiunsero a quelle di Frank, troppe, che diedero la nausea a Lily.
Era come stare su una giostra, la più veloce e disgustosa del mondo, con colori e rumori troppo forti e sul punto di cadere a ogni giro, mentre il cavallo su cui sedeva la stava lentamente mangiando viva.
E allo stesso tempo si sentiva combattere all'esterno; lei era Voldemort, che affrontava gli altri mantenendo comunque il controllo su di lei, eppure sentiva di essere anche Lily, come se ormai fossero fusi in una cosa sola.
Gli occhiali di James finirono a terra, metà del viso era una maschera di sangue.
«Non posso... Uccidimi.»
Il dolore dell'anima superò quello del corpo e Lily urlò: «No, James! Ti prego! NO!»
Per un momento vide se stessa in mezzo ai Malandrini e alle sue amiche. C'erano un Sirius spensierato che cingeva le spalle di James e cantava l'inno di Hogwarts usando parole volgari, un Remus che sorrideva tranquillo, consapevole che il suo segreto non era più tale, un Peter che timidamente offriva i dolci a Mary, che accettava con gioia, golosi entrambi allo stesso modo, e Alice e Frank che battibeccavano sul Quidditch, l'ombra di un sorriso sul volto di entrambi. Lei era lì, a tenere la mano di James, prendere in giro Sirius, rubare i dolci di Mary e Peter, commentare con finta esasperazione l'ennesimo battibecco di Alice e Frank e sorridere a Remus.
Quella era lei, nessun serpente faceva parte di tutto questo, nessun Voldemort. Non c'era dolore, c'era solo la gioia di stare in mezzo alla sua famiglia.
E improvvisamente fu soltanto Lily Evans, a guardare James che ricambiava uno sguardo stupefatto, mentre si alzava un vento innaturale e la magia di Voldemort si spezzava. Sentì un altro urlo sofferente, non suo, e poi improvvisamente il buio darle la pace.
Voldemort, infuriato, scosse la testa come per liberarsi di un fastidioso moscerino, portando una mano alla tempia sotto il cappuccio, sentendo il dolore della sua testa come spaccata a metà. Qualcosa in quella ragazza aveva respinto la sua volontà e bruciava ancora come se avesse lasciato tracce anche in lui.
Improvvisamente si materializzarono delle altre persone.
James batte gli occhi, accecati dalle lacrime, e udì Alice chiamare Fabian e Gideon: i Prewett. Con loro vi erano moltissimi altri, perlopiù persone che sembravano rendersi conto solo in quel momento della situazione, ma altre decise a combattere, come l'Auror Moody, che persino lui conosceva di fama.
«Basta così, per oggi.» decise Voldemort, con voce stranamente roca. Si smaterializzò di colpo, e improvvisamente i Mangiamorte fuggirono da tutte le parti, inseguiti dagli Auror che si erano ripresi.
«È viva?» domandò uno dei gemelli Prewett ad Alice, chinandosi accanto a Lily.
«Non lo so...» mormorò lei, senza più voce. Frank le corse accanto, scivolando. Sembrava reduce da una seduta di cruciatus.
«Ce la fai ad alzarti?»
«Ho sentito qualcosa rompersi...» soffiò la ragazza, sfiorandosi appena il petto. James cadde accanto a loro, guardando con speranza il Prewett e infilandosi gli occhiali rotti.
«Sì, è viva e anche semicosciente. Gideon, vieni ad aiutare il figlio dei Potter! James, vero?»
«Conoscete i miei genitori?» fu tutto ciò che riuscì a replicare lui.
Gideon e Fabian si scambiarono un'occhiata.
«Vecchi incontri, sai...»
«Cose.» confermò Gideon, aggiustandogli gli occhiali con un incantesimo.
«E Alice ci parla sempre di te. Poi abbiamo conosciuto anche Mary e lei.» continuò Fabian, indicando Lily con un cenno.
«Portiamo tutti a castello. I Mangiamorte sono fuggiti.» disse un ragazzo di colore, più alto dei Prewett e dall'aria severa. In confronto a lui i due sembravano pronti per una scampagnata.
«Dumbledore è tornato?» domandò Gideon.
«Sì. Senti, meglio non smaterializzarsi, non credo che la ragazza reggerebbe.»
«Beh, io porto il piccolo Potter e gli altri allora.»
«No!» esclamò James, alzando la voce più del dovuto. «Farò la strada con lei.»
«Ah.» commentarono i due fratelli, scambiandosi uno sguardo d'intesa. «Scusa. L'ultima volta che abbiamo parlato con lei non sembrava foste così amici.»
«Sì, è meglio che loro rientrino a parte, in effetti.» concordò Moony «Sto già spedendo alcuni gruppi, ma son tutti ragazzi che non hanno combattuto con Voldemort. Per questi cinque bisogna andare con più cautela.» .
«Come “combattuto con Voldemort”?» ripeté Fabian, che ora reggeva Lily tra le braccia.
«A quel che dice Dedalus, sì, il figlio di Edgedolf, si sono scontrati. La ragazzina coi capelli rossi era praticamente posseduta e si è liberata.» spiegò, fissandola con occhi penetranti. «Sarebbe un'ottima Auror.»
«Se è come dice il Diggle piccolo, lo sarebbero tutti, hanno fatto un lavoro migliore di quelli del Ministero. Ah, accidenti, tu hai le gambe spezzate, vero? Sarà un casino trasportarlo in mezzo alla ressa.» disse un uomo davanti a Remus.
«Sta attento a quel che dici, McKinnon.» lo zittì Moody che non gradiva i commenti sul Ministero fatti in pubblico liberamente.
«Te le ha spezzate entrambe?» sibilò James, «La pagherà.»
«Prongs, evita e pensa alla signora Potter, eh?» lo apostrofò l'amico, con un tono che poteva eguagliare quello di Sirius.
Sirius.
James sentì una stretta al cuore.
«Ehi, Moony! Padfoot e Wormtail erano a Hogsmeade oggi?»
«No, erano al castello.» rispose per lui Frank. «Li abbiamo incontrati tornando da Mielandia mentre rientravamo.»
«Rientravate a castello?»
«Sì, poi abbiamo visto il marchio nero e siamo corsi di nuovo qui.»
«McKinnon?» mormorò Lily dopo qualche secondo, avendo sentito Moody zittirlo poco prima, «Marlene?» chiamò.
«Lily!» esclamarono tutti.
«L'avevo detto che era quasi cosciente, poveretta. No, lui è Andrew, il fratello maggiore di Marlene. Non sapevo vi conosceste, Lily.» disse Fabian tranquillo, riprendendo a camminare con attenzione. In quel mentre Andrew fece comparire una barella galleggiante e vi depositò Remus. Gideon prese Alice sulle spalle senza sforzo e aiutò Frank a zoppicare via. Moody afferrò James per un braccio, cominciando a interrogarlo, incurante della stanchezza del ragazzo.
Quando poi i quattro Auror cominciarono a parlare tra loro, James finalmente poté trovarsi dietro Fabian, e vedere oltre la sua spalla i capelli e gli occhi di Lily, che lo guardava sofferente.
«James.»
«Dimmi, Lily.»
«Sirius e Peter?» domandò con un certo sforzo.
«Oh, loro sono al castello.» rispose leggermente sollevato.
«Anche Emmeline non doveva uscire oggi, eppure eccola lì.»
James e anche Frank si voltarono bruscamente, cercando Emmeline con gli occhi e trovandola a terra a fasciare la gamba di una ragazza.
«Era anche lei a castello con noi, evidentemente ha seguito il nostro esempio.» rispose Frank, cupo.
«Idioti, dovevate restare dove eravate.» sbottò James.
«Grazie.» mormorò Lily.
«Sì, grazie.» riprese James, sempre scontento.
Fabian ridacchiò.
«Così Potter ti ha fregata, eh? Io tifavo per lui, ho vinto un bel po' di soldi.»
«Perché, c'erano altri per cui tifare?» domandò stancamente il ragazzo. Lily chiuse gli occhi.
«Beh, quel Black, secondo Gideon. E Lupin secondo nostra sorella Molly. Non la conoscete, però lei ha sentito molto parlare di voi da noi. Nostra cugina Alice ci manda sempre milioni di lettere e Mary è molto brava a descrivere ciò che combinate a scuola.»
«Black e Lupin? Figuriamoci...» borbottò lui.
«Infatti, semmai solo Lupin.» affermò Lily, riuscendo a risultare credibile nonostante fosse senza voce.
«Cosa?» squittì James.
«Sinceramente, dove la trovate la forza tu di essere cattiva e tu di essere geloso?» domandò Remus, alzando la testa e affacciandosi dalla barella.
«È che è bellissimo essere vivi.» rispose semplicemente James, accennando un sorriso. «E poi mi sembra tutto irreale e credo di essere sotto shock. Forse dopo crollerò come una ragazzina.»
«Lo dici fin troppo entusiasticamente...» mormorò l'amico.
«Pensa a come starà Padfoot. Secondo me stavolta ci scappa pure un ammissione di quanto ci vuole bene.» scherzò James.
«Figuriamoci. Ce lo vedi a dirlo a me, dopo che per febbraio e marzo non mi ha rivolto la parola e sta giusto cominciando ora? Magari farà come al solito finta di essere...»
«Devo chiedere scusa a Sirius.» li interruppe Lily, con un tono di voce che sapeva di delirio, «Lui sarà quello che è, ma io potrei essere più gentile. Remus, scusa se ho diviso i Malandrini.»
James e Remus si guardarono, poi guardarono Frank e Alice, che teneva gli occhi socchiusi ma appariva perplessa.
«Signor Prewett, per favore, acceleri. Credo che stia cominciando ad accusare il colpo.» supplicò Remus.
«Sta dicendo cose senza senso. Davvero.» aggiunse James, allarmato.
«D'accordo.» disse Fabian, «Ma non chiamarmi signor Prewett, è agghiacciante.»
Gideon rise.
«Signor Prewett. Bah, ti conoscessero...»
«Io dico sul serio!» insistette Lily, con voce flebile, «Non mi va di litigare con lui. Solo che è così intimidatorio...»
«Chi?» esclamarono James e Remus insieme, increduli.
«Beh, è vero.» concordò Frank, «Per chi non lo conosce bene pare che Sirius sia terrorizzante.»
«Ma se è un cagnolone! Voglio dire,» si corresse velocemente per via dell'aria sospettosa di Moody accanto a lui, «È un tipo buonissimo! Fa il cretino per fare scena!»
«Come facevi tu. Ma lui ha quell'aria alla Black, fisicamente parlando, tutto aristocratico e alto e bello, e uno non ha il coraggio di avvicinarsi, soprattutto se ti fissa gelido come fa lui negli ultimi tempi con Lily.» commentò Alice con qualche difficoltà.
«Davvero lo fa?» James cadde dalla nuvole.
Lily non rispose, era svenuta di nuovo.
«Lily!»
«È normale, stai calmo.» lo bloccò Moody, prima che stramazzasse a terra per la fretta di muoversi. «Ora pensa che stiamo per arrivare in infermeria e calmati.»
«La tua bella è in ottime mani.» concordò Fabian, ilare.
James ammutolì, stringendo i pugni e sentendosi impotente. Remus era tornato a stendersi, cercando di non lamentarsi così come faceva Alice, rigida sulle spalle di Gideon per evitare di lasciarsi sfuggire qualche gemito di dolore. Frank si passò una mano tra i capelli, frastornato.
Nessuno parlò più fino a che non venne loro incontro Hagrid, quando Remus sulla sua portantina era stato già fatto portare via. Passavano in fila poiché i feriti occupavano i corridoi, e il guardiacaccia li raggiunse nei gradini all'ingresso.
«Vi stavo cercando! Era pieno di studenti ma voi non ci eravate!»
«Hagrid...» sorrise James, senza immaginare le proprie condizioni e stupendosi di vederlo sobbalzare, «Abbiamo scacciato Voldemort, sai?»
«Non dire quel nome! Come “scacciato”?»
«Le spiegazioni a più tardi.» tagliò corto Moody, «In infermeria c'è spazio o li portiamo al San Mungo?» domandò, guardandosi attorno.
«Non ne ho idea.» rispose Goldestein, che portava con sé dei cuscini, «Per loro dovrebbe essercene.» aggiunse, in tono quasi reverenziale.
«Hagrid, cerca Dumbledore. Dovrebbe essere rientrato anche lui ormai. Noi pensiamo ai ragazzi.» disse Fabian.
«Vado!»
Ma Dumbledore era già davanti all'infermeria a discutere con Andrew McKinnon. James si sentì improvvisamente pieno di rabbia: dov'era il preside quando avevano avuto bisogno di lui?
Tuttavia il mago era pallido e Remus era già dentro, quindi evitando anche di guardarlo si diresse in infermeria, afferrando un braccio di Frank perché zoppicassero assieme, mentre Gideon e Moody si fermavano da lui.
Poppy, avvertita da Fabian che adagiava Lily su un letto appena lasciato libero da Dedalus, corse loro incontro.
Nei successivi minuti James si lasciò visitare e curare senza prestare più attenzione a nessuno, tutti i suoi pensieri per Lily e gli amici. Desiderò con tutto se stesso che Sirius fosse lì; anche quel desiderio si disperse quando Remus gemette di dolore all'effetto della medicina per riparare le ossa. Al dolore fisico non ci si abituava mai, neanche se ci si faceva male spesso evidentemente.
James dal canto suo era così assente dal sentire anche il dolore molto lontano. Fissava soltanto Lily, che nel letto accanto al suo teneva gli occhi chiusi e il viso contratto in una espressione sofferente, e voleva raggiungerla, svegliarla e scoprire che stava bene. Si prese il viso tra le mani, sconfortato. Nel letto davanti a lui Remus lo osservava con preoccupazione, scambiando qualche occhiata con Frank, che sedeva all'altro capo del letto di James.
Alla fine, incurante delle gambe rotte in ricostruzione, si obbligò a sollevare la schiena dalle coltri per chiamare James e notò in quel momento entrare Sirius, stravolto, e dietro di lui un Peter rosso in viso e ansimante.
«Sirius, Peter!» li chiamò, sollevato. La testa di James scattò verso l'alto, con un principio di sorriso incredulo, mentre l'amico si metteva a raccontare in due parole i fatti di quel giorno. Sirius e Peter non si erano neanche accorti di loro, tanto erano fuori di sé.
Si perse nuovamente nei propri pensieri, finché non sentì Remus dire: «James è riuscito nella brillante impresa di lanciargli contro un inutile Expelliarmus, vero, genio?»
Era sicuramente un modo per far notare a tutti che erano lì, ma il ragazzo si sentì comunque punto sul vivo.
«Ero nel panico! Stava per lanciare un Avada a Frank!» si giustificò, e incontrò gli occhi grigi di Sirius, che esprimevano tutta la paura e il raccapriccio del mondo. Lui invece si accorse che la propria gola faceva malissimo, raschiata dalle troppe urla. Frank ovviamente protestò, pieno di orgoglio ferito e preoccupazione, ma non gli diede retta.
«Padfoot, va' ad abbracciare Prongs prima che ti stacchi la testa a forza di guardare da una parte all'altra.» suggerì Remus. Sirius però si buttò su di lui, e con enorme sorpresa di tutti fu chiaro che piangesse o che fosse sul punto di farlo. James restò di stucco, mentre anche Peter rinunciava a nascondere le proprie lacrime.
Gli occhi di Remus erano spalancati almeno quanto i suoi. Poi prese un respiro profondo e cominciò a parlare a bassa voce, cercando di calmarlo. Sirius, come prevedibile, se la prese con lui per via della sua fuga. A quanto pare il loro Prefetto aveva agito esattamente come Frank e Alice.
«James!» gridò improvvisamente Sirius, catapultandosi da lui.
«Sirius, piano! Ho almeno un paio di costole rotte e Poppy non aveva abbastanza medicine con tutti!» lo bloccò, terrificato all'idea che l'amico lo abbracciasse. Purtroppo Madama Pomfrey non era preparata a un disastro simile, e aveva potuto fermare soltanto le emorragie e riparato le ossa dei casi più gravi, mentre si affannava ad aprire il passaggio per il San Mungo.

Alice era nel letto davanti a quello di Lily, accanto a Remus, e mentre Sirius gli scompigliava i capelli con affetto e lui cercava di liberarsi sorridendo, James poté vederla scoppiare in lacrime silenziose che cercò di nascondere subito.
«Ma guarda, anche il bel Black piange.» lo prese in giro lei, cercando di mantenere un certo contegno.
«Sta zitta tu! Non ti avevo vista tornare al castello con Frank, dopo Mielandia?» sbottò lui con rabbia.
«Sapevo che Lily era fuori con lui.» rispose lei semplicemente, lasciando James di stucco perché aveva pensato solo a Frank dimenticando che erano assieme, e successivamente la guardò pieno di riconoscenza.
«Ma cazzo! Sono tutti riusciti a scappare da questo fottuto castello tranne me e Wormtail?»
«Non urlare, Sir.» lo bloccò Frank all'improvviso, e James pur non potendo vedere in viso Sirius che si era voltato verso di lui, ne immaginò l'espressione stupita.

«È per Lily.» spiegò a bassa voce, non fidandosi del groppo che gli era salito alla gola.
Lo sguardo di Sirius saettò verso il letto della ragazza, che stava lentamente aprendo gli occhi. Si lamentò piano, poi spalancò del tutto gli occhi verdi e cacciò un urlo che risuonò per tutta l'infermeria, facendo accorrere Poppy e saltare sul letto James, che ricordò così le costole rotte e maledì ogni mago. Le mani di Sirius lo bloccarono per le spalle.
«Aiutami ad alzarmi Pads!» ordinò, ma Lily sembrava essersi già calmata, dopo un primo momento di confusione, e afferrava con stupore il cioccolato che lei le cacciava in mano.
«Fa bene all'anima.» sentenziò la donna.
«Ma io...»
«Mangia.»
La ragazza evitò di farsi pregare e gli occhi verdi si spostarono su James, che la fissava trasognato.
«Ben svegliata.» formulò lui con le labbra, mentre Remus di nuovo spiegava cos'era successo. L'amico avrebbe dovuto fare il professore, sempre lì a riassumere e correggere la gente.
«C'è riuscita? C'è riuscita davvero?» fece Peter, ammirato. James condivise il suo sentimento, Lily era stata incredibile.
«Figurati se potrebbe uccidermi... o meglio, figurati se lascerebbe a lui la gloria, lei vuole farlo con le sue mani.» disse per stuzzicarla, e lei assunse un'espressione schifata mentre si sforzava di finire il boccone.
«Io non so come fate ad essere così calmi...» mormorò ancora il ragazzo. James e Remus si scambiarono un'occhiata, mentre il Prefetto, non visto, scuoteva la testa.
«Calmi? Sto morendo di paura, Wormtail. Ci manca poco che non crolli svenuto anche ora, sono isterico, mica allegro. Ho invidiato molto gli incoscienti, infatti. A proposito: tutto bene, amore?»
«Non chiamarmi amore, pezzo di idiota.» rispose lei con rabbia. Ora che aveva alzato di un tono la voce, non potendo sussurrare a quella distanza, lui si accorse che anche lei era rauca.
«Tutto bene quindi.»
«TU!» gridò lei, e rauca o non rauca James fu sicuro che lo avrebbe massacrato a parole. Una volta riavute le forze avrebbe finito il lavoro di Voldemort con le sue mani esattamente come lui aveva scherzosamente preannunciato poco prima. «Come... Non ti sei neanche difeso! Stavo per... E non ti sei difeso!» si lamentò, disperata, ignorando i richiami dell'infermiera. Il ragazzo apprezzò che nessuno si intromettesse, poiché quello era un punto importante da chiarire subito, lo era diventato dal momento in cui lei aveva pensato di sacrificarsi.
«Sai che non potrei mai colpirti.» le fece notare quindi.
«Ma senza bacchetta! Cosa diavolo pensavi di fare, se non scappare?»
«È un riflesso, Lil. Quando c'è da combattere non mi tiro indietro, neanche senza bacchetta. E non me lo puoi rimproverare questo, visto che sei la prima ad esserti parata tra Alice e quel Mangiamorte dopo che te l'avevano strappata via. Sbaglio, Alice?» domandò, distogliendo l'attenzione da sé. Troppe orecchie tese ad ascoltarli.
«Purtroppo no. Sembra che abbiate uno spiccato senso del suicidio eroico, voi tre. Tutti e
tre.» precisò, guardando Frank con astio, «Grazie al cielo c'era Remus a portare un po' di cervello, non fosse per lui ti saresti dato fuoco pur di liberarti.»
«Eri in pericolo!» obbiettò lui.
«Lo eravamo tutti, Frank, anche tu!»

A James, Alice a volte ricordava Lily, con tutto quell'orgoglio misto ad altruismo.
«Sì, ma a me importa molto più di te che di me!»
E tutti guardarono Frank, allibiti. Soltanto Remus sorrideva sornione e Lily trovava improvvisamente importantissimo finire il cioccolato. Sirius si schiarì la gola, mentre Alice pigolava un: «Che vorrebbe dire?»
«Vuoi davvero che ti risponda ora?» la sfidò, senza abbassare lo sguardo. Persino James pensò che fosse molto coraggioso. Trattandosi di Frank però forse era più probabile un trauma cranico, come ipotizzò con tranquillità Remus, trovando tutti concordi.
Era tuttavia molto divertente per loro vedere Alice così imbarazzata, così fu un coro di protesta che accolse la richiesta di Poppy di liberare l'infermeria.
L'unica protesta che nessuno si aspettava era quella di Lily.
«Oh, per favore, li faccia restare un altro po'!»
James ricordò le sue strane parole su chiedere scusa a Sirius e non disse nulla. Si limitò ad alzarsi, barcollando un po', e a tirar fuori la bacchetta per farle arrivare un fazzoletto. Si accorse soltanto in quel momento del preside che guardava la ragazza con affetto.
«Credo che dovrebbe ascoltare la signorina Evans, sembra che questi due ragazzi facciano più effetto di tutto il cioccolato del mondo.» disse, accompagnando l'infermiera fuori con un cenno di intesa a James.

«Tutto bene, Lily?» domandò Sirius, la cui voce ora era piena di gentilezza. James lo aveva lasciato accanto a sé e ora lo ritrovò accanto alla fidanzata, porgendole un altro fazzoletto. Era irreale vederlo di nuovo così cavaliere con lei.
«No. Vorrei che non fossimo in guerra.» mormorò, «E vorrei non aver visto Angelina Johnson* morire.» aggiunse con leggera isteria. James chiuse gli occhi, ricordando la scena, e li sentì bruciare.
«La sorella minore di Teddy?» sussultò Alice, sorpresa.
«Quando ho perso la bacchetta si è lanciata su di me. Poi sei arrivata tu.» spiegò Lily, anche se “arrivata” non era il termine più adatto, dato che era stata sbalzata via da una esplosione.
«E hai pensato bene di fare lo stesso con me neanche cinque minuti dopo.» replicò lei e James aprì gli occhi per annuire.
«Beh, sì. Ma non è che io abbia “pensato”, l'ho fatto e basta.»
«E osi rimproverare me.» le fece notare James, barcollando fino ad arrivare al suo letto, con un piccolo aiuto di Sirius, e sedendosi per abbracciarla stretta. Non aveva mai avuto tanta paura in vita sua come quando l'aveva vista colpita. Aveva creduto che si trattasse di un Avada Kedavra e di averla persa, e tutta la sua vita aveva perso senso. Se ci fosse stato un modo avrebbe portato via di lì tutti quanti, perché nessuno rischiasse più la vita.
«Mai più.» disse Sirius, interrompendo le sue fantasticherie, «Mai più deve succedere che io non sia con voi a combattere. Odio stare ad aspettare, odio stare chiuso al sicuro quando le persone a cui tengo sono fuori, oggi ho persino odiato il castello. Mai più resterò nascosto.» .
«Non dirlo, Pads. Avrei dato l'anima perché fossimo tutti al castello.» lo rimproverò James e sentì Lily annuire contro di lui. In quel momento un ragazzino si avvicinò a Frank per informarsi sulla sua salute e il ragazzo si lanciò in un entusiastico racconto che colse l'attenzione di Lily, esterrefatta: avrebbe capito James, che si vantava a quel modo delle partite di Quidditch, ma uno spirito guerriero era l'ultima cosa che si aspettava dal Longbottom.
«Sì, non dico il contrario.» stava dicendo Sirius, «ma dato che non eravate lì, non dovevo starci neanche io. E Wormtail ha provato a convincere la McGonagall a lasciarci uscire e l'aveva quasi convinta, vero, Wormtail? Ti avrei baciato, giuro.»
«Oh, sono sicuro che avrebbe apprezzato.» commentò Remus sarcastico.
«Figurati, chiunque apprezzerebbe un mio bacio. Tu poi dovresti ringraziarlo, non saresti mai riuscito a scappare se non l'avesse scioccata. Hai quasi fatto ammazzare il vecchio Filch e quella sua gattaccia orribile.»

Lily trasalì, separandosi di lui, e James raddrizzò gli occhiali, che come sempre gli cadevano storti sul naso. Non era una sorpresa che Peter fosse scattato per difenderlo, dopotutto era uno dei Malandrini. Lo stesso valeva per Remus, certo, però non riusciva a capire di cosa parlassero.
«Ah già, James, ti devo una scopa!» esclamò all'improvviso quest'ultimo.
«Non mi sbagliavo allora, sei arrivato davvero al volo!» constatò Frank, tutto soddisfatto, interrompendo solo per un momento il racconto: «Come ti dicevo, a quel punto io ero bloccato dalle radici e Remus è arrivato al volo, facendole saltare! Io avevo già cominciato a dargli fuoco perché Alice era in pericolo, è stato un sollievo... Comunque sia poi è successo il casino peggiore:...»

James intanto si alzò, per chiedere precisazioni a Remus riguardo il suo amato manico di scopa. Alice ovviamente si unì a loro, evitando Frank. Lily sospettò che il ragazzo parlasse tanto per nascondere la vergogna per l'uscita infelice ma romantica di poco prima.
Remus spiegò di aver appellato la scopa di James, dopo aver approfittato di un momento di distrazione della McGonagall ed essersi lanciato fuori dal portone a rischio di perderci un arto.

«Filch sarebbe stato felicissimo di portare un pezzo di me come trofeo nel suo sgabuzzino.» commentò acido, segno che la battaglia aveva scosso anche lui, nonostante la sua aria imperturbabile. «Comunque ci sono salito e in quel momento è saltato fuori un centauro. Non sto scherzando. Per fortuna ero già decollato e mi trovavo troppo in alto per lui.»
«Beh, dai, non potevi fare altro. E non fosse stato per te Frank si sarebbe dato davvero fuoco...» lo rincuorò James, prima di regalare un sorriso da Malandrino ad Alice, «Pur di salvare Alice.»
«Capitano.» lo ammonì lei.
«Credo che per quanto Frank si sforzi quell'Hufflepuff non capirà mai com'è stato.» commentò Remus, distogliendo lo sguardo dall'amico.
«Credo che lo sappia anche lui, ma sta cercando di dimenticarsi il momentaccio di poco fa.» ribatté James, deliziato dal rossore sulle guance di Alice.
«Guarda che non si stava dichiarando!» sbottò lei.
«Nooooo...» la prese in giro.
«Senti, perché non te ne torni dalla tua fidanzata?» borbottò infastidita.
«Perché deve chiarire col mio migliore amico, ora o mai più.» spiegò James, guardandoli con un sorrisetto soddisfatto. Incontrò lo sguardo di Peter e allargò il sorriso: sembrava terribilmente a disagio, segno che Lily doveva, per una volta, aver sfoderato il suo lato più gentile. Era sempre una sorpresa per tutti vederla dolce. Anche se a dire il vero sembrava parecchio accigliata.
«Tra poco vado, prima che il loro momento felice si trasformi in qualcosa di peggio. Lily sarà nervosa...» mormorò.

«Sirius non è così idiota da provocarla ora. Ehi, dov'è Mary?» domandò improvvisamente Alice, irrigidendosi.
«Era a Hogsmeade?»
«È sempre a Hogsmeade!»
Remus rifletté un momento, sondando la stanza con lo sguardo.
«Frank! Chiedi se hanno visto Mary!»
Frank annuì, chiedendo scusa al suo interlocutore e sporgendosi alle sue spalle in cerca di qualche faccia familiare.
«Lohan! Hai visto Mary MacDonald?» chiamò, riconoscendo l'ex compagna di dormitorio di Lily.
«Sì, è rientrata molto prima di me! Credo sia in dormitorio ora, come tutti quelli che non erano feriti o non gravemente...» rispose la ragazza, mordendosi un labbro. «Non so chi, ma mi hanno detto che qualcuno è morto vicino a lei.»
«Grazie.» disse lui, avvilito. «Remus, hai sentito?»
«Direi di sì.» mormorò il ragazzo.
«Dopo dirò a Sirius di andare da lei a controllare.» promise James, lanciando un breve sguardo all'amico e scoprendolo rosso in viso. Con una strana fitta allo stomaco che ricordava inquietantemente la gelosia, si alzò in piedi per raggiungerli, mentre lui baciava una guancia di Lily.
«Grazie, signora Potter.»
«Si figuri, messer Padfoot.» rispose Lily, con un sorriso simile al suo. James sentì svanire ogni forma di gelosia di fronte alla sua ritrovata allegria e all'aria sollevata di Sirius.
«Eh,
messer Padfoot che si sta già prendendo troppa confidenza.» disse così, scherzoso, «Alla larga.»
«Ti giri un momento e Sirius fa il latin lover, siamo alle solite.» commentò Remus.
«Non è che lo
faccio, è che lo sono nel sangue.» ribatté Sirius, mentre James notava che Peter aveva la stessa espressione di Lily quando James faceva battute che non le piacevano.
«Ehi, tu tutto bene? Non hai aperto bocca.» domandò, preoccupato.
Peter scosse lentamente la testa.
«Ho... avuto paura.»
Sirius e Lily si scambiarono uno sguardo, e Alice, avvicinandosi a loro, appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo.

«Più tardi vai a cercare Mary. Era a Hogsmeade.»
Sirius sobbalzò e anche Lily spalancò gli occhi, allarmatissima.
«Sta bene, ma pare che qualcuno sia morto. Nessuno che conosciamo, dato che Sarah non aveva idea di chi fosse.» specificò frettolosamente.
«Sarah chi, Lohan?» si informò Lily, tesa.
«Sì.»
«Allora forse hai ragione... Accidenti. Accidenti! Odio tutto questo! Le cose non dovrebbero essere così, dobbiamo... fare qualcosa.» dichiarò, scostando i lunghi capelli rossi dalle spalle.
«Ovvero?» domandò Sirius, interessato.
«Voglio fare l'Auror, uscita da qui. La carriera come pozionista potrà aspettare.»
«Vuoi combattere ancora?» si stranì Alice, mentre James non osava parlare. Sirius provò un moto di comprensione per il migliore amico, dato che persino lui non si sentiva felice all'idea.
«Ovviamente!» rispose Lily, incurante di tutto ciò.
«Concordo,» disse piano Frank, «Bisogna lottare perché il mondo diventi un posto migliore.»
«Lily.» chiamò James, piano. Remus dietro di loro annuiva, partecipe. Frank gli sorrise.
«Scommetto che ci hai pensato anche tu.» lo anticipò Lily. «Non osare dirmi che non me lo permetterai perché ti affatturo, James.»
«Ah, che dolcezza...» commentò Sirius, scuotendo la testa.

Remus nascose una risata dietro un colpo di tosse, perché come sempre Lily faceva paura. Si sorprese di vedere Peter sgusciare via, ma era così pallido e il suo sorrisino di scuse così smorto che pensò stesse andando a lasciarsi crollare da qualche parte. Era stata una giornata pesantissima per tutti.
«Alice, guarda che va bene anche se non sei della stessa idea.» aggiunse Frank, «Insomma, non tutti possono fare gli Auror, c'è bisogno di ogni tipo di-»
«Io voglio farlo da sempre!» lo interruppe Alice scandalizzata, «Specialmente dopo oggi! È da Lily che non me l'aspettavo, dato che è una così brava pozionista!»
Frank fece una smorfia insoddisfatta, che James si sentì di condividere.
«C'è da dire che Lily è abbastanza violenta da attaccare i Mangiamorte a mani nude.» commentò Sirius.
«Avete visto mia sorella? Angelina?» domandò una voce qualche metro indietro rispetto a loro.

Lily sbiancò.
«È... Ted...»
«Quello...» cominciò James, atterrito.
«Ci parlo io.» si offrì Frank, ma Lily lo bloccò.
«Ha salvato me.» gli ricordò, gli occhi che brillavano di lacrime, «Glielo dirò io.»
«Siamo con te.» disse Sirius.
Lui e James si scambiarono uno sguardo di intesa, che prometteva tante parole per colmare la loro lunga separazione.
«Johnson!» chiamò Lily con voce tremante. Il ragazzo sembrava non aspettare altro e corse da lei.
«Evans, hai visto mia sorella?» domandò lui trepidante.
Lily annuì piano, ancora più pallida di prima.
Avrebbero combattuto per quella guerra: in quel momento lei, James, Frank, Alice, Sirius e Remus ne furono certi. Perché nessun altro subisse il destino di Angelina e di Ted.
Perché nessuno dovesse più temere solo perché figlio o amico di babbani.





Voldemort è stato ovviamente respinto ancora una volta dall'amore provato da Lily per la sua famiglia.
Ted Johnson è il padre della Angelina Johnson di Harry Potter, che prende quindi il nome dalla zia.
Ora, una cosa che noterete forse a prescindere e non è un errore: ci sono alcune situazioni che si ripetono e ripeteranno, perché anche nei libri di Harry Potter e nella vita ci sono alcune frasi o comportamenti ricorrenti.
Quindi:
Harry: qualunque cosa succeda è colpa di Malfoy o di Snape.
Hermione: fa una pausa, ha un illuminazione, va a controllare in biblioteca senza dire niente a Ron e Harry.
Ron: parla a bocca piena, si sente lo sfigato anche dopo aver fatto qualcosa di brillante.
Lily: morirò al posto suo *persona random*
Sirius: Snivellus è il male.
James: Lily, esci con me!
Remus: sono troppo povero, troppo mannaro...
Quindi sì, Lily ogni tanto se la tenterà. E non è che nella mia testa lei cerca sempre di sacrificarsi per gli altri a causa del fatto che muore chiedendo di uccidere lei e non il bambino – cosa anche tipica da mamma – ma il contrario, nella mia testa muore per Harry, oltre agli ovvi motivi, anche perché per carattere lei si sacrificherebbe volentieri.
È stata colpita da un cruciatus, da lì la luce verda, e il Mangiamorte era uno che si stava rendendo conto solo in quel momento di dover uccidere la gente così, un ragazzino.
Adoro Dedalus, sì.
Il prossimo capitolo è “Mary's Sunday [aprile 7° anno]”, quindi il giorno dopo, il primo aprile. Nascita dei gemelli (e mia, e questo spiega molte cose).


 Vodia [Contatta]

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 26/07/10, ore 14:56 - Capitolo 23: Incubi e sogni.

In chiave molto molto comica più avanti ho fatto un capitolo Wolfstar che ha reso una mia amica molto felice, in realtà XD Per Edgar alla fine ho trovato un'altra soluzione ancora che scoprirai molto più avanti quando Sirius e Remus spettegoleranno come vecchie zitelle a un matrimonio.

Spero ti sia piaciuto questo capitolo!

 carota [Contatta]

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 26/07/10, ore 04:46 - Capitolo 23: Incubi e sogni.

Leggere sempre le anticipazioni, brava U_U

Sì, la tua angoscia mi fa piacere XD Sirius è troppo scemo per fare la prima mossa, meno male che c'era Frank coi suoi strani sogni! Tra l'altro sa benissimo che Remus è un licantropo, quindi il commento sui suoi sogni era diabolicamente perfetto XD Mary poveretta, la odi proprio XD ricomparirà un bel po' nel prossimo e si spiegherà qualcosa di più su di lei, suppongo U_U io in generale disapprovo molto l'atteggiamento di chi si comporta come lei perchè per prima automaticamente mi faccio in quattro pensando alle reazioni altrui per non far stare mai male nessuno! Però perlomeno impara dai suoi errori e si stava già seppellendo viva da sola, su, fate pace XD

(Per Remus hai perfettamente ragione tu, era solo per dare per forza qualche colpa a lui e distribuire bene XD)





 _Jaya [Contatta] Segnala violazione
 26/07/10, ore 17:14 - Capitolo 23: Incubi e sogni.
Appena in tempo prima che pubblicassi!
Non preoccuparti per lo scorso, mi hai già detto che era tragico quando quei due litigavano, il che è abbastanza! E Sirius doveva essere più chiaro, ovvio! Io sono a metà strada e non so a chi dar veramente ragione, propendo per Remus, ecc XD
Bellissimo che tu abbia riso e ti abbiano preso per pazza XD



   
 
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