On the way to love
Capitolo 19
La sveglia suona con quella musichetta
che ormai ho imparato ad amare. Solitamente una persona detesta il suono della
sveglia, io invece no. Perché appena avverto quel suono so che la notte
è finita, e con lei e il sonno, se ne vanno anche tutti i pensieri che
preferirei non avere.
Ma in ogni caso non mi
sarebbe servita oggi, sono già sveglio da un pezzo. Anzi diciamo pure
che non ho chiuso occhio questa notte. Di
nuovo.
Mi alzo dal letto e apro le
tende alla finestra e subito una luce accecante inonda la mia stanza. Perfetto,
oggi è una splendida giornata.
Oggi, c’è il
sole.
Oggi.
D’istinto alzo lo
sguardo verso il soffitto mentre mi chiedo se lei sia già sveglia. E’ impossibile, non posso fare
come mi ha chiesto, come posso non vederla più quando sin dal primo
mattino già la penso?
Oggi è giovedì.
Oggi.
E’ quasi due giorni che
non la vedo, come lei stessa mi ha
chiesto, e già mi sembra di impazzire.
Torno a guardare fuori dalla
finestra, il sole illumina i tetti delle case e le pareti dei palazzi, la neve
caduta qualche giorno fa brilla riflettendo i raggi mattutini, le strade sono già affollate
dalle macchine e dai passanti, tutti hanno un loro scopo, una loro vita, un
obbiettivo.
Oggi avrei un esame importante,
ma non lo darò.
Non m’interessa
più niente, fare l’architetto non è mai stata una mia
decisione.
Io...
Lei è
forte, ha avuto la forza di tornare in Giappone, ha avuto la forza di guardarmi
e parlarmi nonostante il mio orgoglio e la mia testardaggine l’avessero
allontanata anni prima. Che stupido, se solo avessi saputo prima...
Oggi.
Oggi, la mia storia con Sora
finirà.
Che sia lei a volerlo, oppure
no.
Purtroppo la mattinata passa molto
lentamente. Le ore sembrano non finire mai quando aspetti con ansia e timore il
pomeriggio.
Sono preparato per quello che
dirò a Sora, e purtroppo credo di sapere anche quale sarà la sua
reazione. Non ho intenzione di dirle che sono innamorato della sua migliore
amica, no sarebbe troppo per chiunque, ma non escludo il fatto che possa averlo
capito da sola già da tempo. Ultimamente poi, credo di averle dato modo
più di una volta per dubitare di me. Le ho raccontato talmente tante di
quelle bugie che non mi riconosco più, e mi odio. Non avrei mai dovuto
farlo, mi sono lasciato guidare solamente dall’istinto senza pensare al
fatto che altri potevano restare coinvolti dal mio egoismo. Sora per prima.
Mi alzo dal letto e per
l’ennesima volta mi dirigo alla finestra, sospirando.
E poi, improvvisamente, mi
sembra di sentire un suono lontano, dolce, armonioso. Chiudo gli occhi
lasciando che la melodia mi avvolga completamente quando finalmente comprendo
che è il piano di Mimi. Sta suonando. Ed io adoro ascoltarla, adoro la
sua musica che sa essere così leggera e quasi sacra come se provenisse
da un altro mondo.
Avevo ragione, non posso
stare senza di lei.
Furioso mi dirigo verso la tv
e la accendo alzando il volume al massimo. La melodia scompare sovrastata dal
suono di un talent show di bassa qualità. Non voglio ascoltarla, non
posso, non adesso, non ancora.
Ma questa sera le dirò
ogni cosa, lo giuro.
A svegliarmi è il campanello di
casa. Guardo l’orologio al polso e mi rendo conto di essermi assopito
davanti al televisore visto che sono le quattro.
Mi alzo dal divano, mi
stropiccio gli occhi e mi dirigo verso la porta di casa incerto. Quando guardo
dallo spioncino per poco non mi viene un infarto. Sora, accidenti!
E’ già arrivata,
o meglio, a che ora doveva arrivare?
Non mi dilungo troppo sulle
mille domande che ho per la testa e decido di aprirle la porta. Non appena mi
vede sorride e si lancia ad abbracciarmi. Il che è strano, visto che la
sua intenzione dovrebbe essere quella di lasciarmi.
La faccio entrare e mi metto
a preparare del caffé. Sì lo so, potrebbe sembrare che ormai io
sia completamente drogato dal caffé, ma non è così.
E’ solo che, è l’unica cosa che mi tiene concentrato nei
momenti critici. Alcuni hanno le sigarette, io ho il caffé che è
sicuramente meglio, no?
Guardo Sora di sottecchi
notando che si è tolta il cappotto scuro e il cappello di lana che le ha
regalato Taichi per il compleanno, e adesso è ferma immobile a guardarsi
le mani giunte. Sembra nervosa e improvvisamente mi rendo conto che io non lo
sono affatto, anzi mi sento quasi ansioso che finisca tutto per sentirmi
finalmente libero. Questo mio stato catatonico imbrigliato in una relazione con
lei dura da troppo, avrei dovuto farla finita immediatamente. Solo, non volevo
perdere il mio migliore amico come già era successo con Mimi. Non volevo
restare solo ancora una volta. Mimi...
In questo momento lei
sarà in quel teatro a fare quel famoso provino tutta sola, avrei voluto
davvero accompagnarla, vorrei davvero essere lì ad incoraggiarla come ho
fatto duramente il provino d’ammissione per la sua università.
Chissà se sta andando tutto bene...
Sospiro mentre l’acqua
inizia a bollire borbottando. Spengo il fuoco e verso il liquido in due tazze
di media grandezza, aggiungendo la polvere del caffé istantaneo, e poi
ne porgo una a lei che nel frattempo non si è mossa di un millimetro.
Vedo che afferra la tazza con entrambe le mani arrossate, evidentemente aveva
freddo.
- Fa freddo fuori?-
Ottimo Matt, gran colpo di
genio iniziare un discorso su una cosa ovvia.
Lei annuisce. - Abbastanza...
ormai è quasi Natale.-
- Già... è inverno.-
Davvero fenomenale capitan Ovvio*.
Aspetta, chi è che mi
chiamava così?
Certo, Mimi... sorrido, ovvio.
Improvvisamente mi torna alla
memoria la nostra conversazione di due giorni fa. Il suo desiderio di non
vedermi più per un po’, il suo affermare che non c’è
nulla fra noi se non una vecchia amicizia, il sostenere che i sentimenti che
proviamo siano tutta un’illusione solo perché entrambi ci
riportiamo a vicenda nei giorni dell’infanzia. Il suo continuo ed
esasperante interessamento verso Sora, il continuo dirmi di stare con lei, di
amarla...
Possibile che Mimi non
capisca? Possibile che finga di non capire quello che provo, anzi no, che ho
sempre provato per lei? Perché farlo, perché sacrificarsi per
Sora?
Perché tutti
continuano costantemente a dirmi quello che devo o non devo fare?
Stringo i pugni talmente
forti che mi pungo i palmi con le unghie facendone uscire del sangue. Non sento
il dolore ma Sora si accorge immediatamente della ferita.
- Matt che succede? Cosa ti sei fatto?-
Si alza e corre nel bagno per
poi tornare subito dopo con il necessario per sterilizzare la ferita e come un
lampo eccola lì pronta con il disinfettante in mano pronta ancora una
volta ad aiutarmi nonostante tutto, nonostante il mio continuo maltrattarla,
nonostante il mio continuo menefreghismo nei suoi confronti. Sora è
sempre al mio fianco, qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa io le faccia lei
ritorna sempre. Pronta a dare tutto per me.
Eppure non riesco ad
amarla...
Perché?
Mi allungo verso di lei che
se ne sta china sulla mia mano intenda a medicarla come può, le prendo
il mento con una mano non curandomi del fatto che la stia sporcando con il mio
sangue. Poi mi chino e la bacio, cercando ancora di provare qualcosa mentre le mie
labbra incontrano le sue. Dapprima la sento sorpresa poi si rilassa e risponde
perfettamente ai miei movimenti decisi. Eppure qualcosa stona in questo bacio.
Perché non riesco a
sentirmi così profondamente perso nel suo profumo come mi è
accaduto con Mimi?
Chiudo gli occhi e mentre
sfioro i capelli corti e rossi di Sora li sento allungarsi sotto il tocco delle
mie dita, diventano morbidi come la seta, lisci e leggermente mossi verso le
punte. Quando riapro gli occhi a guardarmi non ci sono più quelli nocciola
della mia ragazza, ma due occhi color miele, caldi e intensi. I capelli sono di
un lucente castano ramato, la pelle è color avorio.
Chiudo ancora gli occhi e
sento il suo profumo. Un profumo di
shampoo alla frutta, di borotalco e di carta. La carta che utilizza per
comporre la sua musica, per scrivere le sue canzoni, gli appunti su tutto
ciò che la circonda.
Porto le mani verso la sua
camicetta e inizio a sbottonarla velocemente, con foga, mentre la sento
sussultare per la sorpresa della mia furia. Eppure resta inerme quando la
faccio sdraiare sul divano, quando le tolgo i jeans e tutto ciò che
rimane ancora tra noi due. Resta immobile a godersi questa mia inaspettata
passione che probabilmente mai gli ho concesso prima d’ora, solo per il
fatto che questa volta non c’è lei stretta al mio corpo.
Esattamente un’ora dopo mi sveglio
sdraiato sul divano. Apro gli occhi ma quando mi rendo conto di quello che
è appena accaduto mi sento un verme.
Un verme molto bastardo.
Sora si è assopita con
la testa sul mio petto, un mio minimo movimento la sveglierebbe. Perfetto Matt,
ottimo lavoro, era proprio questo che volevi giusto?
Lascio ricadere la testa
all’indietro con un sospiro maledicendomi per essere stato così
dannatamente stupido. La mia intenzione era lasciarla, anche se a questo punto
credo che non fosse questo invece ciò di cui lei doveva parlarmi, e
invece. La rabbia mi ha spinto a fare quello che ho fatto, e adesso come posso
fare?
Come si può fare sesso
con una ragazza che ti ama e poi lasciarla subito dopo?
Eppure, io non posso
continuare a stare con lei, non posso.
Mi volto e mi accorgo che lei
ha gli occhi spalancati fissi su di me. Mi guarda confusa come se in
realtà riuscisse a leggermi nella mente.
Poi, inaspettatamente, mi
sorride e si tira su puntellandosi con i gomiti sui cuscini del divano. -
Allora, com’è andato l’esame?-
Non capisco. - Quale esame?-
Lei sembra ancora più
sorpresa di me. - Quello molto difficile per il quale non ci siamo visti negli
scorsi giorni perché tu eri troppo occupato a preparare.-
Oh merda.
Bè, tanto oramai ci
sono.
- Non l’ho dato.-
Lei sgrana gli occhi. - Cosa?
Perché? Non eri abbastanza preparato?-
Scuoto la testa mettendomi
seduto alla sua sinistra mentre cerco i boxer con lo sguardo. - No,
semplicemente non l’ho dato. Non può bastarti questa risposta per
una volta?-
Lei mi appare interdetta, poi
si volta e s’infila il mio maglione mentre anche io, trovati i boxer
scuri, li indosso. - No, Matt. Devi dirmi il perché.-
Sospiro per l’ennesima
volta. - Non avevo voglia, chiaro?-
- Mi sembra una cosa assurda... sei
stato a studiare per giorni e giorni e poi, improvvisamente, decidi di non dare
più l’esame perché “non ne avevi voglia”.-
- Sì è così, ma ti
sbagli su una cosa... non sono stato giorni a studiare.-
Sento i suoi occhi
interrogativi su di me mentre mi alzo per preparare - ebbene sì - un
altro caffé. Non dice una parola, se ne resta ferma a fissarmi. Ma
perché diavolo non mi fa le mille domande che dovrebbe? Questo silenzio
è così opprimente...
Forse lei, sa già tutto.
Dopo infiniti minuti, dopo
che ho versato il caffé, dopo che ne ho bevuto un sorso assaporando il
gusto amaro... solo dopo lei me lo chiede.
- E cosa hai fatto allora?-
Il tono della sua voce
è freddo e molto lieve. A stento riesco a sentirla.
Non rispondo e lei alza la
voce. - Cosa hai fatto, Matt?-
Mi decido a guardarla, a
puntarle contro il mio sguardo di ghiaccio ma lei non ha paura e continua a
sostenerlo. Eppure, le tremano le mani. E’ meglio così, è
meglio che mi odi, è meglio che io la ferisca così per lei dopo
sarà più facile.
- Avevo bisogno di pensare.- rispondo
alla fine.
- Su cosa?-
- Su me
stesso... Sora, io ho deciso
di smettere di studiare.-
Lei sgrana gli occhi e apre
la bocca in un’espressione di vero stupore. - Perché?-
- Perché io non voglio fare
l’architetto... -
- Ma... - inizia ma io la interrompo.
- Niente ma... se ho intrapreso questa
strada è stato unicamente perché tu me l’hai imposto.-
Scuote la testa. - Io? E
quando l’avrei fatto?-
- Sempre... quando provavo a parlarti,
cercando di farti capire che non sapevo che farne della mia vita tu continuavi
a uscirtene con il fatto che avrei dovuto fare architettura. Che ero bravo,
avevo talento, che l’arte mi piaceva, e che così le nostre facoltà
sarebbero state vicine... ma ti sei mai soffermata a pensare a quello che io
volessi? Ti sei mai chiesta cosa in realtà mi piacesse fare?-
Mi fermo con il fiatone,
stanco per la tirata di parole senza pausa che ho appena esternato. Poi, mentre
mi calmo e torno a respirare normalmente, Sora torna a guardarmi.
- Perché non me l’hai detto prima?-
Al mio totale silenzio lei
abbassa gli occhi. - E’ per Mimi.-
Non so cosa risponderle dato
che la sua non è una domanda ma sembra più un’accusa.
Allora, lei sapeva tutto, sapeva ogni cosa.
- Matt, sei innamorato di lei?-
Sospiro. Non lo so, non so
cosa provo, non sono più certo di nulla. L’unica cosa di cui sono
sicuro è che sono stanco, che non voglio più ferire nessuno
soprattutto lei. La guardo e lei sembra cogliere ogni mio pensiero.
Sorride. - Bè,
è meglio che tu te la faccia passare, perché Mimi non
starà mai con te.-
Aggrotto la fronte. - Cosa
stai dicendo?-
- La verità, lei stessa me
l’ha confermato più volte. -
Non capisco.
- Matt, per Mimi sei solo un vecchio
amico. Lei ha un ragazzo, lo ama molto e adesso... Adesso diventerà
un’attrice, partirà in tour, farà carriera... pensi davvero che una ragazza
così possa rinunciare a tutto per te?-
Sono stupito dalle parole
dure di Sora, non mi aveva mai parlato così. - Sora... -
- No Matt, adesso sono davvero stanca.
Io ho fatto di tutto per piacerti, da anni, ho dato tutto per te e invece tu...
-
Inizia a piangere ma vedo che
cerca di trattenere le lacrime. Forse non ha tutti i torti, Mimi è
troppo, semplicemente troppo per me.
E quello che mi sono continuato a ripetere in tutti questi anni è vero,
Sora per me va bene, è una ragazza carina, intelligente e soprattutto mi
mette sempre prima di ogni altra cosa.
Mimi l’ha mai fatto per
me?
Lo farebbe mai?
Torno a sedermi sul divano e
le prendo una mano.
E’ inutile che adesso
io ritorni sui miei passi, avevo deciso di lasciarla per il mio ma soprattutto
per il suo bene e la lascerò.
Non importa se poi Mimi non
vorrà saperne di me, non m’importa di questo, voglio solo essere
libero di decidere della mia vita, voglio essere libero di poter dire di amare
una ragazza senza dover passare il mio tempo con un’altra.
- Sora, ascolta io... -
Lei scuote la testa e
m’interrompe. - Vuoi sapere cosa avevo da dirti oggi?-
Tra tutte le cose che sono
accadute me ne ero completamente dimenticato, ero convinto volesse lasciarmi
lei e a quanto pare non è così.
Annuisco. - Dimmi.-
Glielo devo, qualsiasi cosa
sia, devo ascoltarla. Forse le è andato bene qualche esame, oppure ha
trovato un lavoretto, o chissà ha progettato una vacanza per Natale...
- Non so... pensavo te l’avrei
detto sotto un’altra atmosfera però... -
Mi guarda mentre io mi domando
cosa possa essere successo.
Mai e poi mai avrei pensato
che quelle parole avrebbero cambiato completamente i miei progetti futuri.
- Sono incinta, Matt.-
Continua...
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[ *Capitan Ovvio: Non è mio, ma di un tizio che ha fatto
questa battuta al cinema l’altra sera... sono scoppiata a ridere
nonostante non lo conoscessi e mi è rimasta in testa. Ora tutte le volte
che mi fanno notare l’ovvio li chiamo così XD quindi... grazie
sconosciuto, questo è merito tuo! ]
Note Autrice ( autrice che parolona ) : Eccomi,
ho aggiornato in fretta vero???
Sono stata brava??? *-*
La verità è
che ho deciso che non mi dedicherò ad altro che a questa fic per adesso,
perché ormai siamo al culmine e voglio poter essere sicura di portarla a
compimento... quindi salvo ispirazioni improvvise e violente ( cosa che non
succede mai ) mi troverete ad aggiornare abbastanza frequentemente ^^
Inoltre sono stata
ispirata perché il mio saggio di canto quest’anno è andato
molto bene, mi sono divertita come una matta e non ho fatto le mie solite
figuracce! *-* Quindi essendo contenta mi sono buttata nello scrivere subito!!!
Facciamo che passo a
scrivere i ringraziamenti!
Sakuraki92: che bello che non mi odi ma che ti ricordi di
me!!! *-* Eh cara, se potessero scappare su un treno non sarebbe esistita
questa fanfic... ç_ç però, sono in ansia anche io per
loro, ormai fanno tutto di testa propria questi due...
salmania22: non credo di averti accontentata, spero solo non
mi lincerai ç_ç purtroppo le cose si complicheranno ancora un
po’...
sem0305: ihihi ma se è la parte più
divertente quella di lasciarvi con il fiato sospeso! XD
Kairi_92: tesorooooooo!!!! Scusami, scusami, scusami e
mille volte scusa... sono sparita lo so, ma da gennaio la mia vita si era
talmente incasinata che avevo poco tempo per stare a scrivere... mi spiace
tanto! Ma questa volta non sono in ritardo, vero??? *-* me le merito due
carezze???
JosephineAntoniette: waaaaa una nuova lettrice!!! *-* Me molto onorata
e sapessi, la tua recensione mi ha fatto fare i salti di gioia per due giorni
interi! Lo so, spesso sono una tardona ad aggiornare ma come ho detto prima
adesso cercherò d’impegnarmi solo su questa fic! *-* Fammi
sapere!!!
Detto ciò vi
saluto!!!
Alla prossima che penso
avverrà abbastanza presto, salvo imprevisti ^^
Bacioni
Selhin ♥