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Autore: Jermakki    29/07/2010    0 recensioni
Questo racconto è il primo che pubblico su questo sito, è ambientato in un mondo Fantasy di mia creazione, mi sono molto ispirato a Forgotten Realms e a tutti i libri in merito che ho letto. Il racconto narra le avventure di Peller, un elfo scuro(drow), membro di una razza ormai in declino ed evitata dal mondo sull'orlo dell'estinzione per un misterioso e potente nemico. Solo recuperando una magica spada forgiata secoli prima dai drow, la razza ha qualche possbilità di salvarsi ma, recuperare la mitica spada è un impresa a dir poco epica, ce la farà Peller o verrà schiacciato da questo gravoso compito?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il buio, la confusa sensazione di rollio sull'acqua in un mare di ricordi. Peller non sentì altro, non si rese conto di essere ancora vivo ma non sentiva nessun dolore, sospeso tra la vita e la morte, in una specie di trance, i ricordi lo sommersero...
... Nella città sotterranea era un gran giorno per lui: il giorno dell'iniziazione. Aveva raggiunto da pochi anni la maturità fisica ma lo sviluppo completo di un drow andava ben oltre i 20 anni di folgorante crescita fisica che rispetto a quanto poteva vivere un elfo scuro era un periodo decisamente breve. Era il più giovane del suo gruppo sparuto preparati ad entrare negli adepti dei figli di Lloth, servire la grande dea era un onore immenso riservato a cerchi ristretti di femmine ma a pochissimi elementi maschili. La società drow era incentrata sul ruolo assolutamente dominante delle femmine che una volta raggiunto un certo livello venivano chiamate matrone. Le femmine erano anche le uniche che potevano avere accesso ad una conoscenza profonda di tutto il mondo dell'oscura magia drow. I maschi invece potevano puntare ad avere un massimo di conoscenza magica pari alla femmina più incapace, spesso i loro poteri si limitavano alla levitazione, alla creazione di globi di oscurità magica e poco altro. I maschi spesso si specializzavano nelle arti marziali, unico campo in cui potevano sperare di eccellere sopra le loro compagne. Ma un maschio che provava ad entrare negli adepti di Lloth era un evento talmente eccezionale da radunare gran parte della popolazione drow. Era uno spettacolo incredibile, il grande tempio di Misha sorgeva al centro della gigantesca città sotterranea e aveva una caratteristica struttura architettonica a forma di ragno. La parte antoriore si apriva nel punto in cui ci sarebbero state le mandibole con un portone riccamente elaborato alto almeno sei metri e largo altrettanti, le gigantesche porte di ebano erano spalancate per permettere alla popolazione di entrare nel tempio ed assistere al toccante spettacolo. All'interno del ragno la stanza si allargava per almeno altri cento metri ed il soffitto interamente di cristallo, nero come la pece, sovrastava tutti gli impressionati spettatori con i suoi sfavillanti dettagli, talmente precisi e curati che gli occhi si perdevano ad ammirare quel raro spettacolo. La stanza era organizzata in tre navate, separate da una fila di colonne formate da un piedistallo di marmo nero scoplito a forma di ragno con la testa rivolta verso l'altare in fondo alla navata centrale. Un incredibile lavoro di prospettiva dava l'impressione che tutti i ragni a sostegno delle colonne osservassero la Grande Sacerdotessa, in piedi sull'altare. Lei aprì le braccia, allargando la vestaglia a sfumature viola rendendo visibile il suo corpo dalle forme invidiabili e perfette, la pelle nera come l'ebano, i perfetti lineamenti del viso non lasciavano tanto spazio all'immaginazione dei fortunati spettatori in vista di una bellezza così rara e mortale. Gli occhi rossi come il sangue della sacerdotessa brillavano di eccitazione, i capelli bianchi erano raccolti in una lunga treccia che si snodava dalla nuca sopra la spalla, avvolgendo il corpo sensuale fino ai fianchi. Peller era al centro di un cerchio di strani simboli arcani scolpiti nel pavimento, appena sotto l'altare
- Peller del casato di Mellos! Sei pronto ad affrotare il volere di Misha?
La sua voce imperiosa era magicamente amplificata in modo che tutti i presenti potessero sentire ma la sua immensa foza psicologia era puntata tutta sul giovane Drow, a quel punto non era ammessa una risposta negativa. La voce di Peller fu decisa e solida:
-Si, sono pronto.
Il drow alzò lo sguardo lavanda sulla sacerdotessa come un muto cenno di assenso. La Grande sacerdotessa mosse le dita in modo quasi impercettibile, socchiudendo gli occhi per lo sforzo magico che stava facendo. In quel momento l'altare di pietra nera si aprì in due, lasciando intravedere un buco della tenebra più assoluta, dal quale provenva un ticchettio sinistro. La sacerdotessa innalzò le braccia verso la cime dell'altare dove c'era una statua di Misha che dominava tutta la scena, ed invocò:
-Emergi figlio di Misha, giudice in terra del suo volere!
Il ticchettio sinistro si fece più vicino e dalla tenebra magica emerse il Drider, primo Fedele di Misha, la malefica Regina ragno. Il Drider era una creatura a dir poco orripilante, frutto delle incestuose passioni  e della magia oscura della Dea e delle sue perverse sacerdotesse. Mezzo drow e mezzo ragno, il Drider raggiungeva un altezza di circa tre metri, la parte inferiore del corpo era quella di un ragno con il grande addome rotondo e le quattro paia di zampe pelose ed articolate, la parte superiore del corpo avrebbe potuto essere quella di un potente guerriero, era il busto di un drow maschio molto muscoloso, i fasci di muscoli guizzavano animati di un oscura energia magica sotto la pelle di un malsano colore verdastro. La creatura aveva quattro braccia e con ognuna di esse impugnava un oggetto diverso: una scimitarra, un'ampolla, un piccolo monile della regina ragno o un o un pugnale sacrificale. Il Drider era il giudice diretto di Misha ed era lui che decretava il destino dell'adepto tramite gli oggetti: una scimitarra significava la guerra, l'ampolla significava la scienza, il monile significava la fede ed il pugnale sacrificale significava il supremo sacrificio a Misha: comportava il sacrifico della propria vita di drow alla Dea per poi giacere con le sacerdotesse; la prima di esse che sarebbe rimasta gravida avrebbe dato alla luce un nuovo Drider, dopodiciò il padre sarebbe stato sacrificato assieme alle sacerdotesse considerate "sterili". Era la crudele legge della società drow, la scelta di un nuovo Drider era l'unico modo di compiere un deciso cambio generazionale alle Sacerdotesse che altrimenti avrebbero potuto vivere anche un migliaio di anni senza mai staccarsi dalla loro posizione di dominio.
Solitamente il pugnale sacrificale era un onore unico ed assoluto per un giovane maschio, ma Peller era terrorizzato all'idea di venir sacrificato alla Regina Ragno per dare alla luce un abominio come il Drider, certo la prima parte, quella di giacere con le sacerdotesse, sarebbe stata divertente ma poi sarebbe finito tutto li: lui, la sua vita, i suoi sogni e le sue speranze. Sapeva di essere un allievo molto promettente per essere un maschio, aveva già imparato le basi della levitazione e sapeva scagliare dei globi d'oscurità anche a lunga distanza, eccelleva nel combattimento con due armi e con la Naginata* ed apparteneva ad un buon casato. In quel momento però, al cospetto di una creatura sovrannaturale come il Drider, tutte le sue certezze si dispersero come fumo nel vento, tutte le pietre angolari del suo spirito si sbriciolavano sotto il peso dello sguardo terrificante del Drider. Sollevò gli occhi color lavanda quasi controvoglia, come se fosse stato costretto a farlo e vide la creatura che incombeva su di lui con le braccia alzate. Vide i suoi occhi bianchi e lattiginosi e capì la forza di spirito di quella orribile creatura, quegli occhi senza pupilla lo avevano bloccato completamente ed indagavano nel profondo della sua anima, scrutandola ed analizzandola in ogni suo piccolo anfratto come avrebbe potuto fare un meticoloso psicologo con anni di psicoterapia. Dopo lunghissimi secondi il Drider fece un passo indietro arretrando verso il suo buco. Poi una mano si aprì.
La scimitarra cadde a terra rimbalzando sul rigido pavimento rompendo brutalmente lo spettrale silenzio che si era formato in quel tempio, la scelta era stata fatta, ed era guerra. La sacerdotessa iniziò ad intonare la cantilena per far tornare il Drider nell'altare ma la creatura di volse di scatto verso di lei, intuendo i suoi pensieri e bloccandola con lo sguardo. Ora la femmina sudava benché fosse quasi completamente svestita, cosa voleva fare la creatura? Il verdetto era stato eseguito: Peller sarebbe diventato un guerriero. L'aggiacciante creatura di volse verso il giovane che intanto era crollato in ginocchio in contemplazione del suo destino, poi un altra mano si aprì, ed il pugnale sacrificale cadde a terra. La folla trattenne un sospiro nel petto, ogni elfo era indeciso sui suoi stati d'animo. Cosa voleva dire quella doppia scelta? Era la prima volta in assoluto, di tutta la millenaria storia dei Drow che il Drider dava due verdetti contrastanti e consecutivi. La creatura si volse quindi verso la sacerdotessa pietrificata e con uno sguardo le fece capire che il suo giudizio era finito, poi il mostro rientrò nuovamente nel suo oscuro loculo. La cantilena della sacerdotessa ricominciò e l'altare, con assurdo silenzio, si chiuse.
La Grande Sacerdotessa si sentiva spaesata, lei e le sue colleghe avrebbero dovuto interpretare quella strana profezia del Drider e non sarebbe stato un lavoro veloce. Nel frattempo Peller avrebbe dovuto pregare con tutte le sue forze in modo che il consiglio delle sacerdotesse deliberi per una soluzione in linea con il pensiero di Peller. La femmina scese dall'altare con passo felino e sensuale, trascinando la vestaglia di seta riccamente ricamata dietro di se. Si avvicinò a Peller allungando una mano verso il suo viso, accarezzandone il profilo elegante e tonico del viso e del collo. I suoi occhi rossi si compenetravano con quelli color porpora di Peller, poi si avvicinò all'orecchio del maschio, scostando una ciocca di capelli bianchi e mordicchiandogli l'orecchio sussurrando con voce eccitante:
- Quando verrà il momento, io sarò la prima... E tu mi renderai Madre Sacerdotessa... Aspetta qua intanto che deliberiamo.
Naturalmente si riferiva al momento in cui lui avrebbe dovuto giacere con le sacerdotesse, quello significava che prima o poi sarebbe stato sacrificato a Misha. L'elfo impallidì, visibilmente agitato dalle parole di lei. Poi la sacerdotessa si staccò da lui, con un sorriso maligno e malizioso, accarezzandogli il mento prima di andarsene ancheggiando provocante, lui dovette stare in silenzio e restare al suo posto, dopotutto lui era solo un maschio, un drow maschio vivo e vegeto e ci teneva a restarci. Peller si inginocchiò, incrociò le braccia sul petto e si mise a pregare perché la Grande Sacerdotessa avesse fatto un analisi troppo affrettata del suo caso...

Il ricordo svanì e l'oscurità vorticò attorno a lui e prese forma di una stanza...  Peller tentò di muovere le braccia per alzarsi dalla posizione supina in cui stava e la vista gli si annebbiò per il dolore. La sua pelle era gravemente ustionata e lo sfregamento contro le coperte dentro cui si trovava gli provocava dei dolori lancinanti. Riprovò ad aprire gli occhi e una luce abbagliante lo invase, dovettero passare alcuni minuti per abituarsi alla luce del sole che entrava dalla finestra semichiusa. I suoi occhi sono sempre stati abituati a stare al buio della città sotterranea o della notte, li si sentiva a suo agio. Ma quelle lame di luce che entravano dalle sottili fenditure della carta-riso*, gli trafiggevano gli occhi con spieata crudeltà. Le sue iridi color lavanda esplorarono la piccola stanza in cui si trovava, era molto semplice e spartana: le pareti erano interamente di legno chiaro, era una stanza ben pulita e tenuta piuttosto bene. In un angolo c'era un mucchio di legna accuratamente accatastata, nell'altro angolino un tavolo da lavoro con vari strumenti di incisione. Quella stanza pareva una specie di ripostiglio o una legnaia.
Le sue esplorazioni ottiche vennero interrotte da un rumore di un chiavistello che si apriva. La porta si aprì alla sua destra, accecando il drow per qualche istante poi una figura minuta sbirciò all'interno e Peller capì di essere probabilmente in grossi guai. Il piccolo visitatore era un bambino con la pelle chiara, corti capelli biondo dorato e luminosi occhi azzuri, ma non fu questo che fece imprecare il drow... Furono i lineamenti sottili ed aggraziati del bambino, le labbra sottili, il taglio degli occhi simile al suo e le orecchie leggermente appuntite. Il bambino era un giovane elfo, un elfo chiaro! Gli elfi chiari o elfi alti sono l'esatta nemesi dei crudeli elfi scuri, molto simili fisicamente, ad esclusione del colore della pelle e dei capelli, ma assolutamente diversi come caratteri ed usanze. Peller fece un sorriso stentato al bambino ma lui si ritrasse terrorizzato vedendo quella specie di incubo incarnato sorridergli, uscì dalla porta di scatto e Peller udì il chiavistello chiudersi. Ora era nuovamente solo ed intrappolato ed era certo che tra poco sarebbero sorti i guai. Era ben conscio che la storia del drow cattivo che viene a rapire i piccoli elfi che fanno i dispetti è una favola usatissima in tutti i popoli della superficie, l'accoglienza non sarebbe stata calorosa... I suoi pensieri vennero interrotti dal chiavistello che si apriva nuovamente, Peller volse lo sguardo verso la porta e vide tre elfi adulti entrare e chiudere la porta dietro di loro, due di loro erano maschi ed impugnavano delle spade lunghe dall'aria paurosamente affilata, l'altra era un elfa dagli occhi severi ma dall'aria saggia. Tutti gli elfi avevano lunghi capelli biondi portati sciolti od in una coda. Gli sguardi minacciosi dei due maschi non lasciavano presagire nulla di buono, si posizionarono uno per ogni lato del letto impedendo a Peller un eventuale ribellione sotto la minaccia delle affilate spade, la femmina si fece avanti e gli disse con tono piuttosto imperioso:
- Drow, sei un intruso nella nostra terra, il tuo intervento nel lago è stato indubbiamente utile ma non tolleriamo le intrusioni, spero che tu abbia una buona ragione.
Peller fu spaesato da quelle parole. Che intervento nel lago? Che intrusione? Un fatto era però certo, era finito, come si suol dire, dalla padella alla brace...


*Naginata: Lunga alabarda giapponese
*Carta-riso: una specie di telo vegetale derivato dal riso, molto usato nell'antica Cina come Finestre e separatore tra stanze
  
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