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Autore: Dita d_Inchiostro    30/07/2010    1 recensioni
E se qualcosa fosse andato storto, in Breaking Dawn? Se ad esempio Bella fosse morta, come l'avrebbe presa Edward? Come sarebbe andata avanti la sua vita? Un finale un po' diverso di Breaking Dawn, per esplorare i pensieri e le emozioni di Edward Cullen.
*
Isabella Swan non aveva mai pensato molto a come sarebbe morta. Ma morire al posto di qualcuno che amava, morire al posto di Renesmee, di sua figlia, era decisamente un buon modo per andarsene. Sorrise Bella Swan, mentre esalava l’ultimo respiro.
Storia interrotta a tempo indeterminato
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Breaking Dawn
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My sentence



Per un istante le nostre vite si sono incontrate… le nostre anime si sono sfiorate. (Oscar Wilde)


Isabella Swan non aveva mai pensato molto a come sarebbe morta.

Ma morire al posto di qualcuno che amava, morire al posto di Renesmee, di sua figlia (e nonostante fosse in punto di morte l’espressione le risultava ancora strana) era decisamente un buon modo per andarsene.

Sorrise Bella Swan, mentre esalava l’ultimo respiro.

Ti amo, Edward.


Bella! Bella, no!”

Non poteva finire così. Non doveva finire così. Dopo tutto quello che avevamo passato, quello che avevamo affrontato… lei non poteva andarsene così, per colpa di quella cosa.

Bella!”

Lei sorrise. Il volto si distese, l’espressione di dolore che l’aveva caratterizzata nelle ultime settimane scomparve. Ormai era solo Bella.

Bella…” No… lei non poteva essere davvero…

Posai la mano sul suo petto. Il cuore non batteva più.

No! NO!”

Doveva esserci una soluzione, potevo ancora fare qualcosa. Se Carlisle era riuscito a trasformare Esme quando ormai si era persa ogni speranza potevo fare lo stesso anch’io.

Avvicinai il suo polso alla mia bocca e vi affondai i denti. Sapevo bene che non aveva più senso, ormai. Era inutile provare a trasformarla, il suo cuore si era fermato definitivamente, nemmeno il mio veleno l’avrebbe salvata. Era tutto finito.

Lasciai andare il suo polso, che ricadde sul tavolo metallico, freddo.

Osservai il corpo, perché ormai era questo che era rimasto della ragazza che amavo. Un corpo distrutto, martoriato, disumano. E solo per colpa di quella cosa.

Guardai le mie mani. Erano sporche del suo sangue. Sangue che fino all’anno precedente desideravo con tutto me stesso. Desideravo ucciderla, addirittura.

E ora l’avevo uccisa, c’ero riuscito, perché non ero stato abbastanza bravo, abbastanza pronto, abbastanza forte.

Solo in quel momento mi resi conto che era finita davvero, che lei non sarebbe mai più tornata indietro.

Lei era morta.

Nonostante gli ultimi novant’anni avessi pensato diverse volte alla morte, il pensiero non era mai stato così vivido come in quell’istante.


Precipitavo. Stavo cadendo, era ovvio, altrimenti come si poteva spiegare quella sensazione? Precipitavo in un abisso senza fine, n’ero certo.

E allo stesso tempo era come… come se non esistessi più. Come se ogni più piccola cellula del mio corpo fosse stata disintegrata, distrutta.

Non avevo più un corpo. Non avvertivo più niente. I sensi di un vampiro dovrebbero essere amplificati… in quell’istante sembrava che i miei fossero stati annullati del tutto. Non esistevo più. Ero solo un pensiero, un ammasso di ricordi, un’ombra inesistente.

Poi arrivò il dolore. Forte, intenso. Come se fossi stato colpito in pieno petto da un blocco di cemento. Anzi no, il cemento non avrebbe scalfito minimamente la mia pelle. Non trovo paragoni adatti a descrivere quel momento. Non credevo che anche un vampiro potesse provare un dolore così intenso.

Aprì la bocca. Ma non ne uscì alcun urlo o ringhio. Solo un singhiozzo, che mi squassò la gola.

La stanza pareva girare intorno a me, ruotava e ruotava. Niente aveva più un proprio posto.

Mi girava la testa. Caddi in ginocchio, incapace di mantenermi in piedi nonostante la mia resistenza inumana me lo permettesse. Ma a cosa serve la nostra forza, la nostra resistenza quando ciò che ti tiene in vita scompare.

Bella.”

Pronunciare il suo nome rese tutto più reale. Vivido. E doloroso.

Lei non sarebbe tornata. Mai più.

Non avrebbe più respirato la stessa aria che respiravo io, non avrebbe più goduto degli stessi raggi del sole… non l’avrei più potuta accogliere tra le mie braccia, accarezzarle i capelli, baciarla. Perché io l’avevo uccisa.

Io ero ancora vivo, nonostante secondo la natura sarei dovuto morire diversi decenni fa. Mentre lei no, lei era morta quando stava per iniziare una nuova vita. E tutto questo per colpa mia. Non ero riuscita a salvarla, nonostante tutti i miei sforzi, le mie precauzioni, nonostante tutte le mie promesse lei, fragile umana, era morta lo stesso.

Ma non era colpa mia. Lei era morta a causa di quel mostro. Mia figlia. Facevo un’immensa fatica a definirla così. Lei non era mia figlia, era solo un mostro che aveva distrutto tutto ciò che c’era di bello nella mia vita.

Singhiozzando mi avvicinai al corpo esanime di Bella, ancora adagiato sul tavolo.

Il volto era ancora il suo, era ancora la stessa Bella che avevo conosciuto, che mi aveva tormentato con il dolce odore del suo sangue e di cui mi ero innamorato. Nonostante le occhiaie violacee sotto gli occhi e il viso pallido era ancora lei, era ancora la mia Bella.

Eppure eravamo stati assieme così poco… appena più di un anno, una nullità per un vampiro. Un anno passa in un soffio per uno come me. E’ un attimo, un istante, come un battito di ciglia. Lei invece aveva saputo rendere quei momenti eterni. E sapevo che non li avrei mai dimenticati.

Appoggiai la mano sul suo viso. Era fredda, fredda come la mia pelle. Fredda come desiderava diventare, come avrebbe dovuto essere.

Rimasi così, immobile, non so per quanto tempo.

Un uomo, un vampiro, accanto al cadavere, ormai freddo, di ciò che era stata l’unica ragione della sua vita.

E in quel momento desiderai poter piangere.

 

 


Angolo Autrice:

Ecco qua. Primo capitolo di una fanfiction nata così, per caso. Un finale diverso di Breaking Dawn, un po' crudele per il povero Edward, certo, però mi incuriosiva sapere cosa sarebbe successo se qualcosa fosse andato storto. Lascio a voi il giudizio!
Ele

  
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