Scesi
dalla mia moto. E vidi che
tutti gli occhi degli studenti di Forks erano puntati su di me. Alzai
un
cipiglio. Mi domandai cosa avessero da guardare? Forse
perché non avevo il
casco? Non mi sembrava una giusta ragione per cui guardare una persona,
sconosciuta, in quel modo. Mi stavano letteralmente squadrando dalla
testa ai
piedi. Io alzai lo sguardo su di loro e sbattei più volte le
palpebre. Poi
scossi la testa. La curiosità era un peccato, ma anche un
pensiero levato.
Probabilmente, tutti stavano ammirando, come se fosse un fenomeno da
baraccone,
la nuova ragazza che si era trasferita, da sola, a
Forks. Non si sapeva
niente di lei, e il fatto che fosse da poco maggiorenne e che andasse a
vivere
senza un tutore in una cittadina, era una fonte di pettegolezzi per la
gente a
cui piaceva molto spettegolare.
Con non curanza, misi la catena
alla moto, e presi la mia borsa. Con passi lenti, mi avviai verso il
grande
edificio, che mi si poneva davanti. Tutti al mio passaggio si
scostavano. Ne
fui felice. Avevo il dono di intimidire la gente anche solo con lo
sguardo,
così da evitare gli scocciatori. Ma la mia maglietta che
indossavo, parlava più
del mio sguardo. C’era scritto: E se non fossi il supereroe?
E se fossi il
cattivo?
Era una maglietta che mi aveva
regalato mia nonna. Naturalmente, le avevo chiesto io di esporre a
caratteri
cubitali quella frase. Non sapevo come, ma aveva un suo fascino.
Arrivai
davanti l’entrata dell’edificio. Un ragazzo si
avvicinò a me, sicuramente per
presentarsi, ma non gli diedi nemmeno il tempo di aprire bocca,
perché già mi
ero voltata verso lui e lanciandogli un’occhiata enigmatica.
Questo lo fece
stare buono. Almeno, per oggi, avevo guadagnato uno scocciatore in
meno.
Rivolgendogli un sorrisetto, proseguii la mia strada verso la
segreteria.
Sapevo dove si trovava, perché il giorno prima avevo
visitato la scuola, anche
se nessuno aveva fatto caso a me. Bussai, e trovai una signora, che
sgarbatamente mi chiese cosa volessi.
<< Sono Elizabeth Bell >>,
mi presentai. << L’orario, per favore
>>, le chiesi con gentilezza,
nascondendo accuratamente una nota di ironia.
Lei me lo porse e mi fulminò con
lo sguardo. Non ne vidi il motivo. Se era arrabbiata per conto suo
perché
doveva prendersela con me? Scrollai le spalle e presi
l’orario, rivolgendole un’occhiata
interrogativa, mentre lei continuava a guardarmi male. Salutai e girai
i
tacchi, dirigendomi verso l’aula di fisica. Sperai vivamente
di non incontrare
bestioline. Non almeno il primo giorno di scuola, ma mi venne da
piangere,
quando sentii una fragranza molto dolce nell’aria, quasi
floreale. In un veloce
gesto mi infilai la giacca, che avevo legato poco prima alla vita.
Entrai nell’aula
e notai che era tutta occupata. Non appena feci il mio ingresso
ritornai a
essere l’oggetto di distrazione di tutti. Senza badare a
loro, mi presentai al
professore e lui annuì. Mi indicò di sedermi a
primo banco, dove vi era seduto
un ragazzo. << Oh-oh >>, mormorai,
leggermente impaurita. Il
ragazzo era bellissimo. I suoi capelli erano color bronzo, e i suoi
occhi
dorati, la pelle pallida e i tratti del viso raffinati.
Deglutii, e mi sedetti accanto a
lui, che non aveva perso tempo a squadrarmi. Io presi carta e penna, e
iniziai
a prendere appunti su quello che diceva il professore per mettermi in
pari con
il programma. Mentre lui continuava a guardarmi, e ogni tanto mi
rivolgeva un’occhiata
maliziosa che mi faceva sussultare. Continuai a scrivere, con la mano
che mi
tremava un po’. Lui capì cosa stavo provando e
continuava a ghignare, mentre io
tenevo lo sguardo basso.
<< Ciao >>, mi salutò
con voce sensuale. Io gli rivolsi una lieve occhiata, ancora
intimorita.
<< Io sono Edward Cullen >>, si
presentò allargando il suo sorriso
e tu sei… Lizzie Bell >>.
<< Elizabeth Bell >>,
lo corressi, cercando di non mostrare insicurezza.
<< Pensavo ti facesse
piacere che ti chiamassi Lizzie >>, suppose, ammiccando
un sorriso
carismatico.
<< Per te Bell >>,
tagliai corto, << Cullen >>, calcai molto
bene il suo cognome, e me
ne pentii subito.
L’ora
finì presto ed io corsi via dall’aula,
per raggiungere quella di italiano. Durante quell’ora, feci
amicizia con la mia
compagna di banco. Si chiamava Kate ed era molto simpatica, non come le
due
oche, appostate dietro di me, che avevano provato a estrapolare un
po’ di
informazioni. Dopo qualche ora, giunse l’intervallo e mi
recai nel parcheggio.
Volevo controllare la mia moto.
Appena uscii, incontrai gli occhi
di Cullen. Scossi la testa, guardando altrove. Dovevo iniziare a
prendere le
distanze da quel ragazzo. Camminai in direzione della mia moto.
<<
Bell, puoi venire un secondo? >>, mi domandò,
con la sua voce suadente e
irresistibile per qualunque ragazza. << Ti dovrei dire
una cosa >>,
mi spiegò, prima che io avessi potuto rispondere.
Io, sulle prime,
mostrai un’aria indifferente,
con un po’ di incertezza se avvicinarmi o no. Sentivo tutti i
mormorii degli
studenti presenti nel parcheggio. Rabbrividii al solo pensiero che
immaginassero che tra me e il figo della scuola ci fosse potuto essere
qualcosa. Quel ragazzo mi incuteva timore, e non mi era molto
simpatico, anche
se c’era da ammettere che era bellissimo.
Alla fine accettai,
annuendo col capo. Sul suo
volto gli si dipinse un sorrisetto soddisfatto. Mi percorse un brivido
lungo la
schiena, sospirai rassegnata, avanzando verso lui. Il quale mi tese la
mano,
non appena fui vicinissima. Io guardai la sua mano, poi il mio sguardo
salì
fino al suo volto e alzai un sopracciglio, non capendo
perché avesse compiuto
quel gesto.
<<
Vorrei parlare in privato >>. E avvicinò
ancora di più la mano.
Il
sangue mi si gelò nelle vene. Titubante la presi. Il
contatto fu inspiegabile.
La sua mano era fredda come il ghiaccio. Lui annuì e mi
condusse al di fuori
del parcheggio. Prima che potesse voltarsi verso di me, gli girai il
polso e lo
catapultai per terra, con un ghigno stampato sul volto.
<<
Pensavi che fossi la tua prossima preda Cullen? >>, gli
chiesi sarcastica.
<<
Cosa? >>, esclamò lui, rialzandosi in fretta
con stampata sul volto un’espressione
mista tra lo sbigottito e l’arrabbiato.
<<
Mi dispiace per te >>, gli sorrisi amaramente,
<< ma per oggi
rimarrai all’asciutto >>. Prima che lui potesse
rispondermi, mi fiondai
su di lui, facendolo atterrare di schiena sul ciglio della strada.
Ghignai.
Lui, senza che io potessi accorgermene, mi prese per la gamba e mi
scagliò
verso l’albero, io evitai di andare a sbattere contro esso,
appoggiando le mani
sul tronco e ritornando su di lui con un salto. Schivò
agilmente un mio pugno e
mi portò i polsi dietro la schiena, mentre mi sussurrava
roco: << si può
sapere chi sei? >>.
<<
Ci tieni tanto a saperlo? >>, sbottai sarcastica,
mollandogli un calcio,
così da permettergli di lasciarmi liberi i polsi.
Lui
ringhiò, io mi girai verso di lui. Nel frattempo, lui si
avvicinò e con estrema
agilità mi prese per la gola. Stavo per soffocare. La sua
stretta era talmente
forte. Circondai con le mani il suo polso, ma non ottenni nulla,
perché me le
bloccò con l’altra mano. <<
Sì >>, ringhiò. <<
Voglio
saperlo, e spero per te che tu abbia una valida risposta
>>.
Gli
diedi una forte ginocchiata nel torace, che lo costrinse a mollare la
presa.
Non si allontanò. Rimase davanti a me, furente. Io sorrisi
malefica, <<
sono colei che uccide quelli della tua specie >>. Feci un
passo verso di
lui. << Io sono la cacciatrice >>.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa fan fiction, che l’hanno messa tra i preferiti, ma soprattutto, che l’hanno recensita, qui ci sono le risposte alla recensioni:
Giada is owned by Edward: beh diciamo, che lei non è nostra Bella, anche se qualcosa di suo lo ha. Quello non è proprio il suo nome, anche se é giustificabile perché non ho specificato che la stesse chiamando con il cognome. Tranquilla, anche io non amo la violenza, ma quando ci vuole, ci vuole. Ho voluto dare un taglio alla sua timidezza. Comunque, grazie. Baci, baci.
giova71: non è la nostra Bella, ma ha un legame con lei. Comunque la protagonista non è per niente timida, forse capirai con questo capitolo cosa l’ha spinta a provare timore nei suoi confronti, anche se nel prossimo capitolo, verrà detto esplicitamente. Grazie della recensione. Baci, baci.
vittoriaKf: sicuramente, ne vedrete delle belle XD. No! La ragazza non è Bella. Ma possiede un legame con lei. Più in là, la verità verrà a galla, così da saziare completamente la tua curiosità. Grazie del commento. Baci, Baci.
Queste sono le risposte alle recensioni dell’altra mia storia, intitolata Beatiful Soul:
VannyGirl: ci sto provando a pubblicare le altre storie, anche se non credo avranno successo come dici tu, ma ti ringrazio tanto dei complimenti. Mi fai arrossire. Baci, baci.
Guessstar: Beh, non credo di essere tanto brava, ma grazie del complimento. Lo so, è terribile non averla più con me. Non immagini il vuoto che provo, ma devo andare avanti, cercando di reagire. Lei vorrebbe questo. Comunque, ho scritto qualche altra storia, spero ti piacerà anche questa. Baci, baci.
Lyun: Grazie dei complimenti, e grazie delle tue parole. Hai ragione quelle frasi le ho sentite una marea di volte, ma quelle sincere sono sempre apprezzate, te l’assicuro. Baci, baci.
Giulia_Cullen: sono contenta che ti piaccia. Non sai quanto avrei desiderato che Edward lo avesse fatto veramente. Ma credo anch’io che sia meglio così. Lei è sempre con me, anche se non la posso vedere. Grazie ancora per i complimenti. Baci, baci.
theangelsee69:
grazie del complimento. Purtroppo è vera. Hai pienamente
ragione. Se trovassimo
un Edward pronto a risolvere tutti i nostri problemi, sarebbe molto
più facile.
Comunque, grazie dell’augurio. Baci, baci.