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Autore: Little Bianca    31/07/2010    2 recensioni
Sono passati 300 anni. Edward dopo che ha lasciato Bella è cambiato, diventando uno spietato assassino, ma qualcuno appena arrivato a Forks, gli farà rimettere la testa a posto.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scesi dalla mia moto. E vidi che tutti gli occhi degli studenti di Forks erano puntati su di me. Alzai un cipiglio. Mi domandai cosa avessero da guardare? Forse perché non avevo il casco? Non mi sembrava una giusta ragione per cui guardare una persona, sconosciuta, in quel modo. Mi stavano letteralmente squadrando dalla testa ai piedi. Io alzai lo sguardo su di loro e sbattei più volte le palpebre. Poi scossi la testa. La curiosità era un peccato, ma anche un pensiero levato. Probabilmente, tutti stavano ammirando, come se fosse un fenomeno da baraccone, la nuova ragazza che si era trasferita, da sola, a Forks. Non si sapeva niente di lei, e il fatto che fosse da poco maggiorenne e che andasse a vivere senza un tutore in una cittadina, era una fonte di pettegolezzi per la gente a cui piaceva molto spettegolare.
Con non curanza, misi la catena alla moto, e presi la mia borsa. Con passi lenti, mi avviai verso il grande edificio, che mi si poneva davanti. Tutti al mio passaggio si scostavano. Ne fui felice. Avevo il dono di intimidire la gente anche solo con lo sguardo, così da evitare gli scocciatori. Ma la mia maglietta che indossavo, parlava più del mio sguardo. C’era scritto: E se non fossi il supereroe? E se fossi il cattivo?
Era una maglietta che mi aveva regalato mia nonna. Naturalmente, le avevo chiesto io di esporre a caratteri cubitali quella frase. Non sapevo come, ma aveva un suo fascino. Arrivai davanti l’entrata dell’edificio. Un ragazzo si avvicinò a me, sicuramente per presentarsi, ma non gli diedi nemmeno il tempo di aprire bocca, perché già mi ero voltata verso lui e lanciandogli un’occhiata enigmatica. Questo lo fece stare buono. Almeno, per oggi, avevo guadagnato uno scocciatore in meno. Rivolgendogli un sorrisetto, proseguii la mia strada verso la segreteria. Sapevo dove si trovava, perché il giorno prima avevo visitato la scuola, anche se nessuno aveva fatto caso a me. Bussai, e trovai una signora, che sgarbatamente mi chiese cosa volessi.
<< Sono Elizabeth Bell >>, mi presentai. << L’orario, per favore >>, le chiesi con gentilezza, nascondendo accuratamente una nota di ironia.
Lei me lo porse e mi fulminò con lo sguardo. Non ne vidi il motivo. Se era arrabbiata per conto suo perché doveva prendersela con me? Scrollai le spalle e presi l’orario, rivolgendole un’occhiata interrogativa, mentre lei continuava a guardarmi male. Salutai e girai i tacchi, dirigendomi verso l’aula di fisica. Sperai vivamente di non incontrare bestioline. Non almeno il primo giorno di scuola, ma mi venne da piangere, quando sentii una fragranza molto dolce nell’aria, quasi floreale. In un veloce gesto mi infilai la giacca, che avevo legato poco prima alla vita. Entrai nell’aula e notai che era tutta occupata. Non appena feci il mio ingresso ritornai a essere l’oggetto di distrazione di tutti. Senza badare a loro, mi presentai al professore e lui annuì. Mi indicò di sedermi a primo banco, dove vi era seduto un ragazzo. << Oh-oh >>, mormorai, leggermente impaurita. Il ragazzo era bellissimo. I suoi capelli erano color bronzo, e i suoi occhi dorati, la pelle pallida e i tratti del viso raffinati.
Deglutii, e mi sedetti accanto a lui, che non aveva perso tempo a squadrarmi. Io presi carta e penna, e iniziai a prendere appunti su quello che diceva il professore per mettermi in pari con il programma. Mentre lui continuava a guardarmi, e ogni tanto mi rivolgeva un’occhiata maliziosa che mi faceva sussultare. Continuai a scrivere, con la mano che mi tremava un po’. Lui capì cosa stavo provando e continuava a ghignare, mentre io tenevo lo sguardo basso.
<< Ciao >>, mi salutò con voce sensuale. Io gli rivolsi una lieve occhiata, ancora intimorita. << Io sono Edward Cullen >>, si presentò allargando il suo sorriso e tu sei… Lizzie Bell >>.
<< Elizabeth Bell >>, lo corressi, cercando di non mostrare insicurezza.
<< Pensavo ti facesse piacere che ti chiamassi Lizzie >>, suppose, ammiccando un sorriso carismatico.
<< Per te Bell >>, tagliai corto, << Cullen >>, calcai molto bene il suo cognome, e me ne pentii subito.
 L’ora finì presto ed io corsi via dall’aula, per raggiungere quella di italiano. Durante quell’ora, feci amicizia con la mia compagna di banco. Si chiamava Kate ed era molto simpatica, non come le due oche, appostate dietro di me, che avevano provato a estrapolare un po’ di informazioni. Dopo qualche ora, giunse l’intervallo e mi recai nel parcheggio. Volevo controllare la mia moto.
Appena uscii, incontrai gli occhi di Cullen. Scossi la testa, guardando altrove. Dovevo iniziare a prendere le distanze da quel ragazzo. Camminai in direzione della mia moto.  
<< Bell, puoi venire un secondo? >>, mi domandò, con la sua voce suadente e irresistibile per qualunque ragazza. << Ti dovrei dire una cosa >>, mi spiegò, prima che io avessi potuto rispondere.
 Io, sulle prime, mostrai un’aria indifferente, con un po’ di incertezza se avvicinarmi o no. Sentivo tutti i mormorii degli studenti presenti nel parcheggio. Rabbrividii al solo pensiero che immaginassero che tra me e il figo della scuola ci fosse potuto essere qualcosa. Quel ragazzo mi incuteva timore, e non mi era molto simpatico, anche se c’era da ammettere che era bellissimo.
 Alla fine accettai, annuendo col capo. Sul suo volto gli si dipinse un sorrisetto soddisfatto. Mi percorse un brivido lungo la schiena, sospirai rassegnata, avanzando verso lui. Il quale mi tese la mano, non appena fui vicinissima. Io guardai la sua mano, poi il mio sguardo salì fino al suo volto e alzai un sopracciglio, non capendo perché avesse compiuto quel gesto.
<< Vorrei parlare in privato >>. E avvicinò ancora di più la mano.
Il sangue mi si gelò nelle vene. Titubante la presi. Il contatto fu inspiegabile. La sua mano era fredda come il ghiaccio. Lui annuì e mi condusse al di fuori del parcheggio. Prima che potesse voltarsi verso di me, gli girai il polso e lo catapultai per terra, con un ghigno stampato sul volto.
<< Pensavi che fossi la tua prossima preda Cullen? >>, gli chiesi sarcastica.
<< Cosa? >>, esclamò lui, rialzandosi in fretta con stampata sul volto un’espressione mista tra lo sbigottito e l’arrabbiato.
<< Mi dispiace per te >>, gli sorrisi amaramente, << ma per oggi rimarrai all’asciutto >>. Prima che lui potesse rispondermi, mi fiondai su di lui, facendolo atterrare di schiena sul ciglio della strada. Ghignai. Lui, senza che io potessi accorgermene, mi prese per la gamba e mi scagliò verso l’albero, io evitai di andare a sbattere contro esso, appoggiando le mani sul tronco e ritornando su di lui con un salto. Schivò agilmente un mio pugno e mi portò i polsi dietro la schiena, mentre mi sussurrava roco: << si può sapere chi sei? >>.
<< Ci tieni tanto a saperlo? >>, sbottai sarcastica, mollandogli un calcio, così da permettergli di lasciarmi liberi i polsi.
Lui ringhiò, io mi girai verso di lui. Nel frattempo, lui si avvicinò e con estrema agilità mi prese per la gola. Stavo per soffocare. La sua stretta era talmente forte. Circondai con le mani il suo polso, ma non ottenni nulla, perché me le bloccò con l’altra mano. << Sì >>, ringhiò. << Voglio saperlo, e spero per te che tu abbia una valida risposta >>.
Gli diedi una forte ginocchiata nel torace, che lo costrinse a mollare la presa. Non si allontanò. Rimase davanti a me, furente. Io sorrisi malefica, << sono colei che uccide quelli della tua specie >>. Feci un passo verso di lui. << Io sono la cacciatrice >>.

 

 

 

 

 

 

Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa fan fiction, che l’hanno messa tra i preferiti, ma soprattutto, che l’hanno recensita, qui ci sono le risposte alla recensioni:

 

Giada is owned by Edward: beh diciamo, che lei non è nostra Bella, anche se qualcosa di suo lo ha. Quello non è proprio il suo nome, anche se é giustificabile perché non ho specificato che la stesse chiamando con il cognome. Tranquilla, anche io non amo la violenza, ma quando ci vuole, ci vuole. Ho voluto dare un taglio alla sua timidezza. Comunque, grazie. Baci, baci.

 

 

giova71: non è la nostra Bella, ma ha un legame con lei. Comunque la protagonista non è per niente timida, forse capirai con questo capitolo cosa l’ha spinta a provare timore nei suoi confronti, anche se nel prossimo capitolo, verrà detto esplicitamente. Grazie della recensione. Baci, baci.

 

 

vittoriaKf: sicuramente, ne vedrete delle belle XD. No! La ragazza non è Bella. Ma possiede un legame con lei. Più in là, la verità verrà a galla, così da saziare completamente la tua curiosità. Grazie del commento.  Baci, Baci.

 

 

Queste sono le risposte alle recensioni dell’altra mia storia, intitolata Beatiful Soul:

 

 

VannyGirl: ci sto provando a pubblicare le altre storie, anche se non credo avranno successo come dici tu, ma ti ringrazio tanto dei complimenti. Mi fai arrossire. Baci, baci.

 

 

Guessstar: Beh, non credo di essere tanto brava, ma grazie del complimento. Lo so, è terribile non averla più con me. Non immagini il vuoto che provo, ma devo andare avanti, cercando di reagire. Lei vorrebbe questo. Comunque, ho scritto qualche altra storia, spero ti piacerà anche questa. Baci, baci.

 

 

Lyun: Grazie dei complimenti, e grazie delle tue parole. Hai ragione quelle frasi le ho sentite una marea di volte, ma quelle sincere sono sempre apprezzate, te l’assicuro.  Baci, baci.

 

 

Giulia_Cullen: sono contenta che ti piaccia. Non sai quanto avrei desiderato che Edward lo avesse fatto veramente. Ma credo anch’io che sia meglio così. Lei è sempre con me, anche se non la posso vedere. Grazie ancora per i complimenti. Baci, baci.

 

 

theangelsee69: grazie del complimento. Purtroppo è vera. Hai pienamente ragione. Se trovassimo un Edward pronto a risolvere tutti i nostri problemi, sarebbe molto più facile. Comunque, grazie dell’augurio. Baci, baci.

  

  

  
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