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Autore: RachelDickinson    27/09/2005    4 recensioni
Ginny non dorme più. Perseguitata nei sogni da demoni, ormai è giunta allo stremo delle forze. Sta crollando.
Draco si nasconde dietro la maschera di mangiamorte freddo e spietato. Eppure la nuova preside, Minerva McGranitt, gli permette di tornare ad Hogwarts, nonostante sia un assassino. Cosa si cela dietro questi misteri?
*SPOILER 6° LIBRO*
Genere: Azione, Mistero, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Demons in your dreams

 

Prologo

 

La musica del carillon cessò quando la mano della ragazza si posò sul coperchio di legno, intarsiato d’oro, e lo spinse verso il basso, chiudendolo.

Si alzò dalla sedia della scrivania, ripose il diario e la piuma, ancora imbevuta d’inchiostro, nel primo cassetto, che subito chiuse a chiave. Sospirò e si avviò verso la finestra, aprendola e lasciando che i primi raggi di sole, ancora color arancio, entrassero a colorare le pareti della sua stanza, che subito rivelarono il loro rosso vivo.

Era passata un’altra notte. Un’altra notte insonne. Per quanto ancora sarebbe andata avanti, quella storia? Erano mesi che non dormiva. Si avvicinò alla porta, prese la vestaglia appesa all’attaccapanni dietro questa, e spinse in basso la maniglia, in modo da poter uscire fuori. La richiuse alle proprie spalle, lentamente, cercando di fare il meno rumore possibile.

Percorse il piccolo corridoio e giunse alle scale, che scese velocemente, anche se con passi più leggeri possibile, per ritrovarsi in cucina. Vide la mamma che già trafficava per la colazione.

"Mamma…" sussurrò la ragazza portandosi una ciocca di capelli fulvi dietro l’orecchio.

Molly Weasley non si girò neanche, troppo indaffarata.

"Oh… tesoro. Perché sei già sveglia?" chiese salvando in extremis un bicchiere che le era scivolato di mano.

La ragazza fece spallucce e non rispose.

"No… così…" fu tutto ciò che disse dopo essersi seduta su una poltroncina dell’angolo salotto.

"Hai fame?" chiese la signora Weasley, con poca convinzione. Sapeva già che la figlia le avrebbe risposto negativamente. Come gli ultimi due mesi a quella parte.

"No, grazie ". Ecco. Appunto. Ecco. Ma cosa c’era che non andava in Ginny? Nessuno riusciva a capirlo. Sapevano solo che non dormiva più la notte, ma passava le ore a scrivere quel maledetto diario ed ad ascoltare il carillon regalatole da suo padre. Un carillon prettamente babbano, che non aveva niente di speciale. Solo ripeteva all’infinito una stupida musichetta, con due esserini di legno sulla superficie che danzavano a tempo di musica. Eppure a Ginny quella musica piaceva. Hermione aveva spiegato loro che si trattava di una Ninna Nanna di un compositore babbano molto famoso, un certo Johannes Brahams. Ginny aveva comprato le raccolte di tutte le sue composizioni, e le ascoltava dalla mattina alla sera in quell’aggeggio infernale regalatole da Hermione, chiamato stereo.

"Questo pomeriggio dovrebbe arrivare Harry…" disse Molly tentando di introdurre un argomento. Aveva sentito Hermione e Ron, la sera prima, parlare riguardo qualcosa che era successo tra Ginny ed Harry. Non aveva ben capito tutto, ma era sicura ci fosse stato qualcosa più di una semplice amicizia, ma che tutto era finito, non di comune accordo tra l’altro.

Ginny annuì, senza realmente aver sentito cosa aveva detto. Appoggiò la testa ad un cuscino inconsciamente, anche se sapeva che finché non fosse spuntato del tutto il sole non avrebbe dovuto dormire. Ma aveva così sonno. Le palpebre erano pesanti. Solo cinque minuti non le avrebbero fatto male…

 

***

 

Cosa era successo? Si sentiva stanca, debole, spossata. Eppure aveva solo dormito. Aprì gli occhi, la sua attenzione fu richiamata da alcuni sussurri quasi impercettibili provenienti da vari angoli della stanza. Si alzò a sedere, massaggiandosi le tempie doloranti, e si chiese come mai fosse in camera sua. Ricordava di essersi addormentata su una poltrona del salottino.

Si guardò intorno, tentando di mettere a fuoco la vista stanca e appannata. Vide Ron, Hermione ed Harry seduti accanto al davanzale della finestra. Il primo a voltarsi verso di lei, sentendola muoversi, fu Harry, che le riscaldò il cuore con uno dei suoi amabili sorrisi.

"Ben svegliata!" disse alzandosi e procedendo con passo sicuro verso di lei. Si sedette sul letto, al suo fianco, e le accarezzò una guancia. " Come ti senti?

Non rispose subito. Vide Hermione tirare silenziosamente Ron per un orecchio e minacciarlo di staccarglielo se avesse solo osato fiatare. I due si chiusero la porta alle spalle. La rossa osservò Harry qualche secondo, poi appoggiò la sua mano su quella grande di lui che le stava accarezzando la guancia, e chiuse gli occhi per assaporare quella sensazione.

"Sto bene… mi sono addormentata all’improvviso… è successo di nuovo?" chiese preoccupata riaprendo gli occhi. Harry potette vedere chiaramente la paura celarsi in quelle iridi nere come la pece.

Non voleva mentirle, ma Hermione era stata chiara: non dovevano dirle nulla, perché non poteva continuare a rimanere sveglia di notte per un motivo del genere. Se avesse continuato con quel ritmo, sarebbe crollata presto.

"No, Gin. Non preoccuparti… abbiamo vegliato su di te tutto il giorno. Non è accaduto nulla.

La ragazza lo guardò incerta.

"Tutto… il giorno?" chiese tentennante. " Scusa ma… che ore sono?" senza aspettare la risposta si alzò e si avviò verso la finestra, aprì le ante e guardò fuori.

Il cielo era scuro e le stelle luccicavano in tutto il loro splendore.

"E’ già sera…" sussurrò lei lasciandosi cadere sulla sedia. "E’ vero… tu dovevi arrivare oggi… io… ma cosa mi sta succedendo…?" si rannicchiò in posizione fetale, nascondendo il viso sulle ginocchia. Era davvero stanca di quella situazione. Harry la raggiunse e, senza alcuno sforzo, la prese in braccio. Lei rimase un attimo sorpresa e lo guardò.

"Cosa stai facendo?"

"Ti riporto a letto. Hai fame? Chiedo a tua madre di portarti qualcosa su… loro hanno già cenato, ma noi potremmo cenare qui, insieme… abbiamo tante cose di cui parlare, e tutta la notte per farlo." spiegò riportandola a letto e sistemandole il lenzuolo.

"Tutta la notte?" chiese accigliata, ignorando tutte le altre cose che lui aveva detto.

Harry annuì. "Sì. Sai non ho molto sonno. E tu ti sei appena svegliata dopo quattordici ore di sonno profondo… non penso tu voglia tornare a dormire…"

La ragazza sorrise e scosse il capo. No, in effetti non ne aveva la benché minima intenzione.

"Allora scendo ad avvisare gli altri che per stasera preferisci restare a letto, d’accordo?" disse avviandosi verso la porta.

Ginny non disse nulla. Non c’era effettivamente nulla da aggiungere, ed Harry lo sapeva.

 

…continua…

  
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